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Autore: ONLYKORINE    08/10/2022    1 recensioni
La storia partecipa alla challenge 'Cinque fette di torta alla melassa' indetta sul gruppo Facebook 'L'angolo di Madama Rosmerta' e si tratta una minilong di 5 capitoli su prompt dati dalle parole di una strofa di canzone (tutto indicato nel primo capitolo).
Neville sta affrontando l'ultimo anno a Hogwarts, mentre Piton e i Carrow seminano panico e punizioni. Come si fa a resistere a tutto questo? Come si può andare avanti e continuare a credere in qualcosa di buono? A volte basta avere accanto la persona giusta.
Non una delle mie migliori storie, ma ho sempre voluto scrivere su questa coppia e ho pensato di approfittare dell'iniziativa.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hannah Abbott, Neville Paciock | Coppie: Hannah/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Stanotte siamo solo io e te
(Prompt: notte)
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Neville sospirò e si chiuse alle spalle la porta della torre di Astronomia. C'era freddissimo ma la notte era serena e il cielo limpido.
Sapeva che difficilmente i Carrow lo avrebbero cercato lì. Anche se avevano iniziato a essere sempre più difficile. Si massaggiò il braccio dove era stato colpito proprio quel pomeriggio e pensò che presto avrebbero passato il limite. Lui e Ginny erano rimasti soli dopo Natale, perché Luna era stata rapita e non era tornata.

 

Sospirò guardando il cielo: quando era piccolo aveva paura della notte, sua nonna brontolava ma acconsentiva a lasciargli una piccola lampada sulla mensola per raschiare la notte e impedire che qualsiasi mostro potesse nascondersi nel buio, mentre ora lo andava a cercare per nascondersi lui stesso.

 

"Neville…" lo chiamò una voce, sussurrando.
Il ragazzo tirò fuori la bacchetta praticamente senza pensarci in un gesto istintivo e protettivo, ma la abbassò subito quando si trovò di fronte Hannah. "Scusa, non volevo spaventarti…" Per fortuna c'era buio e Neville poteva sfruttarlo per nascondere l'imbarazzo che gli era salito al viso.

 

"Hannah, scusa tu, non ti avevo visto" replicò, mettendo via la bacchetta.
"Mi stavo nascondendo" ammise lei e Neville inclinò la testa di lato: si nascondeva? Da chi? E perché?
"Ma stai bene?" le chiese, avvicinandosi. Alla luce della Luna vide che i suoi occhi erano lucidi e un po' gonfi: aveva pianto? "I Carrow ti hanno…"

 

Hannah scosse il capo. "No, no, niente del genere… Solo un po' di… ma niente…"  Si portò una mano al viso e asciugò una lacrima.
"Hannah…" Improvvisamente coraggioso come quando aveva chiesto ad Alecto quanto sangue babbano avesse nelle vene solo per provocarlo, Neville si avvicinò a lei.
La ragazza fece due passi verso di lui e nascose il viso contro il suo petto, continuando a piangere.
Neville rimase impietrito: non sapeva cosa fare, visto che per lui le ragazze erano un enigma senza soluzione. Riusciva a ribattere ai Carrow e a difendere i piccoli più facilmente che rispondere quando una ragazza gli rivolgeva la parola. Soprattutto con Hannah. Come era successo qualche settimana prima, quando si erano trovati insieme a fare erbologia e lei era stata così carina con lui, chiacchierando e sorridendogli per tutto il tempo; e lui era andato in tilt, non capendo più niente. Quando alla fine era scappato via, poi, Ginny gli aveva detto di aver scoperto che Luna era stata rapita e lui non era riuscito più a fare niente.

 

"Scusami, Neville, non…" La voce della Tassorosso era triste e al ragazzo sembrò che il cuore gli si spezzasse in più pezzi, mentre si spostava da lui. Forse era giunto il momento di essere coraggioso, di essere la persona che voleva diventare.

 

"Non scusarti. Non dire niente" la tranquillizzò e ricambiando l'abbraccio la strinse di nuovo a sé, mentre la cullava.

 

Fu solo dopo tantissimo tempo, una manciata di secondi, qualche mese, pochi istanti e qualche vita dopo, che Hannah riuscì a smettere di singhiozzare. "Ti ho bagnato il mantello…"

 

"È lo stesso. Stai meglio?" le chiese, preoccupato ma anche sollevato perché il suo viso sembrava più rilassato di prima.

 

La ragazza annuì e guardò il cielo scuro. "Avevo voglia di vedere le stelle, stanotte" spiegò, allontanandosi da lui. "Da quando mia madre non c'è più mi sembra di riuscire a trovare conforto solo nelle stelle…" disse ancora. Poi si voltò verso di lui. "Ti devo sembrare proprio stupida, vero?"

 

Neville spalancò gli occhi: mai avrebbe potuto pensarlo! "Assolutamente. Capisco quello che provi" spiegò, guardando anche lui quello stesso cielo.
Si voltò verso la ragazza quando sentì la piccola mano calda scivolare nella sua. "Questo dolore passerà mai?" gli chiese, senza aspettarsi una risposta.
"No" confidò lui, stringendo le sue dita. "Ma imparerai a sopportarlo" promise.

 

"Mi sembra di dover sopportare troppe cose. A volte ho paura di non farcela…" Hannah sospirò, per poi voltare il viso verso di lui. "Fossimo tutti come te, che sei così…"

 

Neville, pensando che lo stesse prendendo in giro, scivolò via dalla sua stretta e fece un passo indietro: Hannah si voltò a guardarlo. "Non so perché pensi queste cose di me. Anche l'altro giorno nella serra… Io…" Il ragazzo abbassò lo sguardo e forse lei dovette capire ciò che stava provando, perché gli disse: "Io so vedere tante cose. So che i tuoi gesti non sono eclatanti, ma io so riconoscere quando una persona è forte e nobile. Quando aiuta qualcun altro senza un tornaconto o quando affronta una paura senza che nessuno lo sappia".
Sconvolto da quello che lei pensava di sapere su di lui, delle bugie che pensava si fosse costruita, Neville scosse la testa e fece altri passi indietro, finché non sbatté contro il muro della torre. "Ti sbagli. Non capisco perché pensi queste cose di me" mormorò. Si stava sbagliando: lui non era come lo stava descrivendo, lui non era coraggioso o in gamba… Avrebbe voluto esserlo, essere come Harry o Ron, o Seamus, ma lui non lo era. Si accasciò in terra, sedendosi, come se quei pensieri gli avessero risucchiato tutte le energie.

 

Hannah gli andò vicino e si sedette accanto a lui, incurante del freddo e del gelo della notte. "Neville, tutti noi ti vediamo, vediamo chi sei. Io ti ascolto quando incoraggi gli altri, quando dici loro che Harry Potter è vicino e arriverà a salvarci. Che siamo l'esercito di Silente e dobbiamo continuare a sostenerci. Neville, sei tu che ci aiuti, che ci dai forza, non vedo perché non dovrei pensare bene di te…"
La ragazza gli prese la mano e lui la guardò mentre, con gli occhi sgranati, elencava tutte le qualità che pensava che avesse, ma di cui lui non era sicuro di meritarsi i complimenti.

 

"Se ti confido un segreto, prometti di non dirlo a nessuno?"
Hannah annuì, sorpresa. "Certo".

 

"Il più delle volte sento di non farcela. Da quando Luna è stata rapita, poi, la mia mente non riesce più a trovare pace. A volte ho paura che tutto quello che sto facendo non servirà a niente, che non riusciremo mai a sconfiggerlo o che…"

 

"No!" esclamò Hannah, con gli occhi sbarrati. "Non devi dubitare di quello che stai facendo. Sei così importante per tutti che…"

 

"Tu non capisci: e se tutto questo finirà come il fumo di una pozione venuta male? E se tutto il nostro resistere, la nostra forza, il nostro voler credere, alla fine ci si rivoltasse contro? E se Harry non…"

 

Hannah gli posò una mano sulle labbra. "Non dirlo. Se anche dovesse succedere che qualcuno non dovesse farcela, o se verremo qualche volta sconfitti, quello che stai facendo, quello che stiamo facendo, tutti insieme, deve servire a qualcosa".
"E a cosa?" sussurrò Neville, prendendole la mano e stringendo le dita fra le sue.
"A sapere che non saremo mai soli, finché lotteremo tutti dalla stessa parte. Così Tu-sai-chi non potrà mai vincere su di noi. I Carrow possono anche vincere sui nostri corpi…" disse, toccandosi inconsapevolmente un fianco e Neville capì che era dove era stata colpita il giorno prima da Goyle a difesa delle Arti Oscure. "Ma non potranno mai vincere sui nostri pensieri, le nostre azioni, il nostro essere l'Esercito di Silente. Non devono. Perché altrimenti avranno vinto davvero. E non dobbiamo permetterlo".

 

Neville continuò a tenere la mano della ragazza e annuì: sapeva che aveva ragione, ma a volte era difficile. Guardò di nuovo il cielo. "Ti va di passare la notte con me?"

 

Quando le gote di Hannah assunsero il colore del succo di melograno, capì che aveva frainteso. "No, intendevo… Probabilmente eri venuta qui per stare da sola e io ti sto disturbando…" Neville lasciò la sua mano e si passò le dita fra i capelli, nervoso e agitato per l'imbarazzo.

 

"Neville, non vorrei essere con nessun altro. In nessun altro posto, se non qui, con te. Passiamo la notte insieme. Io e te."
Hannah alzò le loro mani unite e baciò le sue dita, prima di strofinare la guancia sulla sua pelle.

 

Quella fu la prima di tantissime notti.

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 ***Eccomi con un altro minicapitolo! Ormai dovreste anche aver capito qual è la canzone, vero? 😏🤭😊💜

Spero di riuscire a mantenerne anche il significato il più possibile... Grazie di aver letto, spero che vi sia piaciuta.

Un abbraccio.

   
 
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