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Autore: colinred_    09/10/2022    2 recensioni
[Bella/Jacob! Friendship!] [Sam/Bella] [Human!AU!]
Di Bella Swan c’erano state tante versioni e poche erano quelle che credeva le appartenessero davvero.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater, Quileute, Sam Uley
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Questi personaggi non mi appartengono e la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

that version of me

Di Bella Swan c’erano state tante versioni e poche erano quelle che credeva le appartenessero davvero.
A Forks, appena nata era diventata la figlia di Renée e Charlie Swan: lei di Downey, California, aveva conosciuto Charlie mentre passeggiava per First Beach durante un viaggio estivo dopo la fine della scuola, a quei tempi l’uomo era ancora solo un semplice poliziotto.
 
A due anni Bella Swan, era diventata la figlia di Renée, sua madre era scappata da Forks e si era trasferita a Phoenix, era ancora la figlia di Charlie ma solo durante le estati trascorse in città dal padre.
Viaggiare e stabilirsi puntualmente per l’estate in quella piccola casetta al limitare del bosco, nella sua stanza dalle pareti lavanda le era sempre un po’ pesato, dover abbandonare i suoi amichetti per i successivi due mesi era un dolore indescrivibile per una bambina di pochi anni, ma le cose erano cominciate a cambiare quando Charlie, tentando la scalata a capo della polizia, aveva cominciato a lasciarla da Billy e le sue figlie più spesso del solito.
Billy Black era il migliore amico del padre, colui che aveva aiutato Charlie a superare il divorzio da Renèe, viveva nella riserva di La Push, non molto lontano da Forks. Era un uomo che nonostante apparisse burbero, per via della sua stazza e portamento, era diventato per lei quello che considerava uno zio.
Ad un tratto, l’idea di tornare a Phoenix a fine estate non era poi così tanto allettante, la riserva era alla portata della sua sbadataggine perché Bella era una bambina anche fin troppo impacciata, per questo le enormi distese di terreno e le tantissime spiaggette che costeggiavano la riserva erano un cuscinetto alle sue cadute, tanto che Charlie, quando finiva i suoi turni e tornava a La Push, faceva sempre la conta dei tagli in più sulle ginocchia, sui gomiti e sui palmi delle mani della figlia, sospirava mentre l’aiutava a darsi una ripulita dalle foglie secche e dalla polvere, mentre notava come per l’ennesima volta stesse indossando vestiti presi in prestito dai figli di Black; a detta della bambina i vestitini che la madre preparava per l’estate limitavano fin troppo le sue scorribande, rompendosi e sporcandosi facilmente mentre giocavano con le torte di fango o costruivano castelli di sabbia.
 
All’età di circa otto anni, Bella era la figlia di Charlie ma anche la migliore amica di Jacob, l’ultimo arrivato nella famiglia Black, nato quando lei non aveva neanche compiuto tre anni, presto il carattere da maschiaccio di Bella si omologò subito a quello di Jake e i due divennero inseparabili, tanto che memorabili erano le scenate dei due ragazzi quando dovevano separarsi alla fine delle vacanze, Charlie e Billy – quest’ultimo ancora in piedi sulle sue gambe - dovevano usare tutta la forza che possedevano per separare i corpi avvinghiati dei due diavoletti.
Bella, una volta tornata a Phoenix e aver ripreso ad essere la figlia di Renèe trascorreva il resto dell’anno impegnata tra la scuola, i compiti e la lettura dei suoi romanzi preferiti, ma soprattutto a parlare di quanto stare con il padre a Forks e trascorrere il suo tempo a La Push fosse qualcosa di magnifico, quello stesso posto da cui la madre era fuggita, perché opprimente, cupo e piovoso.
Lei e Jake restavano sempre in contatto e allo scoccare delle vacanze estive, quando correvano una tra le braccia dell’altro, sembrava che neanche un giorno fosse passato dal loro ultimo incontro e anzi il loro rapporto pareva saldarsi sempre di più.
In uno dei loro pomeriggi, quando Bella aveva ancora quattordici anni - ne avrebbe compiuti quindici il settembre successivo – e Jacob ne aveva già compiuti dodici e si muoveva per i tredici, Bella prese la sua scelta.
Le nuvole coprivano il cielo e loro erano sdraiati sulla battigia, incuranti dei loro vestiti inzuppati e con le onde del mare che sbattevano di tanto in tanto sui loro piedi. Il magone del ritorno a casa per Bella si faceva sentire già da un paio di giorni e lei e Jake non facevano altro che restare insieme, non sprecando neanche un momento del loro tempo. Bella, addirittura, quell’estate si era guadagnata un angolino dentro la camera di Jacob, dove un materasso poggiato sul pavimento era diventato il suo letto negli ultimi due mesi, si era trasferita dai Black e a Charlie, aveva scoperto, non dispiaceva affatto, anche lui in quel modo poteva passare le sue serate in compagnia del suo miglior amico, facendosi compagnia a vicenda, insieme di tanto in tanto anche ad altri membri del consiglio come Harry Clearwater e il vecchio Quil Aterea.
“Quando tornerò voglio che sia per sempre, non voglio più lasciare questo posto…” sussurrò Bella.
Jacob si voltò a guardarla sorridente, mentre le afferrò una mano. “Perché non puoi semplicemente restare qui senza tornare a Phoenix?”
“Devo trovare il modo di dirlo a mia madre, le verrebbe un colpo se glielo dicessi da un momento all’altro, perché crede che sia ancora lei a occuparsi di me e non il contrario…e poi la scuola e le altre cose, non sono cose semplici da sistemare.” Bella mostrava già una certa maturità per l’età che aveva, anche se facilmente si faceva trascinare nelle scorrazzate dei suoi amici.
“Allora ti aspetterò sapendo che trascorrerò con te non solo l’estate ma anche il resto degli altri giorni…”
Bella sorrise felice, stringendo di rimando la mano del ragazzo.
“Ehi!” una voce chiamò loro e ancora immersi dalla testa ai piedi nella sabbia si voltarono a guardare i due ragazzi che avevano attirato la loro attenzione. Erano Embry e Quil, i due più cari amici di Jacob, al di fuori di lei certamente. “La festa sta per cominciare e voi due dovete ancora tornare e darvi una ripulita!” a parlare era stato Quil.
Si trattava di una festa di fine estate, ma più che altro per i Black si trattava sempre di una festa di addio a Bella, che sarebbe ripartita alla volta di Phoenix.
“Facciamo una gara?” propose Bella, facendo un cenno in direzione della casa di Jacob, si alzò in piedi e si sistemò i pantaloncini e la maglietta completamente umidi e ricoperti di sabbia che quel giorno aveva rubato al ragazzo.
“Chi arriva prima si prende la doccia!” urlò Jake, per poi finire atterrato da Bella che aveva afferrato la sua caviglia buttandolo giù.
Bella recuperò in fretta e mise una considerevole distanza tra di loro, correndo lungo il sentiero e riuscendo a scrutare in lontananza il grande spiazzale di casa Black, molte persone girovagavano già per il luogo.
“Bella rallenta!” le urlò Embry vedendola correre verso di loro, i due ragazzi erano ancora a metà strada, ma si scostarono velocemente al suo passaggio.
“Ho una gara da vincere!”
Jacob li oltrepassò qualche secondo dopo. “Avreste potuto fermarla, idioti!” urlò contro i suoi amici.
Bella finalmente risalì il sentiero con un’ultima spinta e si immerse nel brusio delle persone.
“Bella stavi quasi per farmi cadere!”
“Non ora Leah!” si voltò a guardarla e fu un errore madornale il suo, perché non ebbe modo di arrestare la sua corsa e quando tornò a guardare avanti si scontrò contro il petto di qualcuno, tuttavia, non cadde perché due forti braccia l’afferrarono saldamente e le permisero di mantenere l’equilibrio.
“Scusami, non ti avevo visto” disse Bella guardandosi alle spalle e notando come Jacob stava riguadagnando terreno, non aveva ancora guardato il volto del ragazzo davanti a sé e quando lo fece ne restò incantata: due profonde pozze color cioccolato fondente la stavano osservando con un cipiglio allegro.
“Sono Sam Uley” si presentò.
“B-Bella…” rispose balbettando. “Bella Swan.”
Che cosa diavolo le stava prendendo? Lei non balbettava mai!
“Bella!” la richiamò Jacob, l’aveva appena superata, la ragazza si riscosse all’istante e strinse i denti, si staccò dalle braccia di Sam esitante, che ancora la tenevano stretta e corse a perdifiato dietro Jacob.
“Jacob Black vincerò io!” riuscì a raggiungerlo in un paio di falcate, le sue gambe snelle e lunghe le permettevano di restare al passo con Jacob, nonostante la massa muscolare del ragazzo fosse il doppio della sua. Saltò sulla sua schiena in uno slancio e aggrappò le gambe alla vita, sotto lo sguardo allibito dei presenti.
Jacob la tenne stretta e continuando a correre si diresse verso casa.
“Bella, Jacob!” li rimproverò Billy alzando gli occhi al cielo al loro passaggio, scansandosi velocemente con la sua sedia a rotelle, quelle scene erano ormai di ordinaria amministrazione.
“Scusa zio!” rispose Bella.
Uscirono fuori dalla casetta rossa dopo due ore, Bella si era lamentata della lentezza di Jacob nel farsi la doccia, suo padre era appena arrivato dalla caserma e lei era corsa ad abbracciarlo.
“Cosa vedono i miei occhi!” le disse Charlie, catturando l’attenzione di chi stava nelle vicinanze. “Mia figlia che indossa un vestitino elegante invece dei vestiti di Jacob!” Billy, i Clearwater, le sorelle di Jacob ed Embry e Quil risero a quella battuta.
Bella arrossì, maledicendo mentalmente il padre, aveva indossato un vestitino solo perché si trattava di un’occasione speciale.
Sam Uley, il ragazzo che aveva conosciuto solo poche ore prima, nascondeva anche lui un sorrisetto, effettivamente l’aveva incontrata nel modo peggiore in assoluto, con i vestiti sporchi di sabbia e tutti umidi, di un paio di taglie in più della sua e i capelli altrettanto appiccicati e bagnati che gli ricadevano sulle spalle.
 
Bella quella sera cercò di imprimere nella sua mente tutta quella felicità in modo che le bastasse per il resto dell’anno, lontana da La Push, si prese anche i volti sorridenti dei suoi cari e la gioia pura negli occhi di Jacob che tentava di insegnarle dei passi di danza invano, entrambi finivano per pestarsi i piedi a vicenda e a ridere dei loro errori, il sorriso di Jacob avrebbe potuto illuminare quella notte buia, così come faceva il sole.
Quando la musica e i canti popolari si arrestarono, Bella capì che era arrivato davvero il momento di porre fine a quell’estate, Jacob la seguì nella camera che per quell’estate era anche stata della ragazza, si distese sul letto e per un po’ la guardò in silenzio mentre tirava fuori da un cassetto a lei riservato tutti i vestiti che si era portata dietro per quei mesi, disponendoli sul materasso per poi sistemarli dentro al borsone.
“Cavolo, pensavo di beccare Jacob a piangere come sempre dopo la fine della festa d’addio, ma devo dire che questa volta stai tenendo duro!” gridò una voce accompagnata da delle risate che provenivano alle sue spalle.
“Piantala Leah!” Jacob le tirò un cuscino in faccia, Bella rise.
Leah Clearwater entrò nella stanza e si gettò malamente sopra il materasso di Bella, evitando per poco di finire sopra i suoi vestiti, Embry e Quil entrarono anche loro indisturbati in camera e scalarono il letto di Jacob posizionandosi accanto all’amico.
Sulla soglia restarono impalate tre figure, una di loro, si accorse, era il ragazzo che si chiamava Sam, leggermente più alto dei due ragazzi dietro di lui.
“Bella questo è Sam, è un mio compagno di classe, poi ci sono Paul alla sua destra e Jared alla sua sinistra…”
Bella alzò una mano in segno di saluto, dopo tornò a piegare i suoi vestiti, Leah era solo un anno più grande di lei, quindi, pensò che anche Sam doveva esserlo.
“Bella questi vestiti sono praticamente nuovi, perché ti ostini ad indossare degli stracci al loro posto?”
“Ehi!” si sentì chiamato in causa Jacob. “I miei vestiti non sono stracci!”
“Mia madre si fa prendere dallo shopping all’inizio di ogni estate e mi costringe a metterli in valigia, anche se sa che non li indosserò mai, è impossibile anche correre con questi!” Bella sbuffò. “Ti piacciono?” chiese alla ragazza che rispose con un veloce cenno della testa. “Bene, allora prendi quelli che vuoi, a me non servono…”
“Ma Bella…”
“Davvero, mi risparmierai tempo e fatica, non dovrò metterli dentro il borsone!”
“Bella, perché non puoi rimanere qualche giorno in più?” era stato Embry a sollevare la questione.
“La scuola comincia fra meno di due settimane…”
“Non sarà poi così male…” disse Jacob.
“Parla per te Jacob, sei l’unico che riesce a parlarle costantemente, per tutti noi diventa un fantasma fino all’estate successiva…” sbuffò Leah.
“È che per me è dura, pensare di essere a chilometri di distanza da voi, a volte faccio fatica anche a parlare con Jake, ogni anno spero che i giorni passino in fretta così che non ci sia neanche il motivo per stare attaccati ad uno stupido telefono…” Bella tentò di spiegare, i ragazzi sembrarono capire cosa intendesse, anche Leah abbassò lo sguardo.
“Ma le cose dal prossimo anno cambieranno, no?” riprese parola Jacob, Leah gli restituì uno sguardo interrogativo, anche Embry e Quil si accigliarono, mentre i ragazzi rimasti in piedi sulla porta sembrarono più attenti del solito.
“Vorrei chiedere a mia madre di trasferirmi da Charlie…” disse. “Sento di appartenere a questa città e vorrei che diventasse la mia casa trecentosessantacinque giorni l’anno.”
Sui volti dei suoi amici si fece strada un largo sorriso.
“Oh ma guardate gli occhioni lucidi di Jacob!” ancora Leah.
Questa volta ad arrivargli in faccia non fu solo il cuscino di Jacob, ma anche quello di Bella.
Bella, in quel fine agosto, tornò a casa apprestandosi ad essere per l’ultima volta la figlia di Renèe.
 
Convincere Renèe a mandarla a vivere a Forks non fu poi tanto difficile come si aspettava che fosse, durante l’estate la madre aveva conosciuto un giocatore di baseball della lega minore e sembravano essere pronti a correre nella loro relazione, Bella sperava solo che non sentisse prima o poi di aver fatto lo stesso sbaglio che un tempo aveva fatto con Charlie. Phil Dwyer era decisamente molto più giovane di sua madre, ma durante l’ultimo anno che trascorse a Phoenix, Bella si rese conto di come riuscisse a prendersi cura di Renée, proprio come faceva lei, nonostante i vari impegni e i vari ritiri con la squadra.
Quando Bella espresse per la prima volta il desiderio di trasferirsi a Forks, la madre e Phil stavano insieme da sette mesi, ufficialmente da due, il fidanzamento era avvenuto il giorno di Natale. A Bella non mancò di notare come la madre le chiese solo una volta se fosse sicura della sua scelta, non insistendo più di tanto. Renèe non voleva di certo mandarla via di casa, ma le era sembrata una buona occasione per seguire il suo futuro marito nella città della quale squadra avrebbe fatto parte come giocatore di baseball.
Fu così che quando Bella cominciò a preparare le valigie per Forks agli inizi di giugno, Renèe e Phil preparavano le loro, pronti a trasferirsi a Jacksonville in Florida, il matrimonio era avvenuto solo da due settimane, alla presenza di pochi amici stretti; quindi, la versione ‘Bella, figliastra di Phil Dwyer’ non durò poi tanto a lungo.
 
Charlie le aveva fatto trovare la sua camera immacolata come sempre, anche se dubitava che la figlia avrebbe trascorso i mesi estivi a Forks. Bella non aveva portato con sé tanti vestiti, più che altro le valigie erano state riempite con i suoi libri preferiti che avevano preso definitivamente posto in una libreria nuova di zecca che il padre le aveva montato. Bella tornò ad essere la figlia di Charlie, la migliore amica di Jacob Black e uno dei membri di quella che venne ribattezzata la ‘La Push Gang’ e che prese vita proprio in quell’anno.
Fu straordinario trascorrere i mesi estivi con la consapevolezza che non se ne sarebbe più andata, fu anche più facile stringere nuovi rapporti, destinati a durare nel tempo.
Leah, lo stesso giorno in cui arrivò a La Push e venne accolta festante dalla famiglia Black, in particolare dagli abbracci spaccaossa di Jacob, la trascinò con lei alla spiaggia, insieme al fratellino di appena undici anni.
Il tempo non era dei migliori, ma avrebbero comunque fatto un bagno, alla spiaggia la raggiunsero Embry e Quil che la strinsero anche loro in un caloroso abbraccio.
“Dobbiamo assolutamente festeggiare, sei ufficialmente una cittadina di Forks adesso!” disse Quil ridendo.
Bella si spogliò dei suoi vestiti, così come Leah, i ragazzi avevano raggiunto invece la spiaggia già con i loro costumi e nel momento in cui l’acqua raggiunse i loro piedi sulla battigia, qualcuno urlò dietro di loro.
Bella si voltò incuriosita notando come altri tre ragazzi li stessero raggiungendo.
“Li ho invitati io” disse Leah, mentre li raggiungevano, Bella li riconobbe come Paul, Jared e Sam Uley, sempre il ragazzo più alto di tutti loro.
“Ciao!” Jared salutò i presenti allegro, Paul si limitò invece ad un cenno del capo. Sam Uley passò lo sguardo su ognuno di loro, Bella si mosse sul posto imbarazzata quando sembrò soffermarsi qualche secondo di troppo su di lei, quegli occhi che solo l’anno prima le erano parsi così tanto profondi, adesso l’avevano attraversata da parte a parte e per la prima volta nella sua vita, si sentì arrossire davanti ad un atteggiamento del genere, mentre uno sfarfallio si fece largo nel suo stomaco.
Che diavolo le prendeva, non lo conosceva neanche!
Jacob arrivò ancora una volta a distoglierla dai suoi pensieri, la caricò nelle sue spalle tanto che Bella finì a testa in giù e la faccia rivolta verso la schiena del suo migliore amico che la trascinò in acqua e senza il minimo sforzo la gettò tra le onde del mare.
Quando Bella risalì, tutti i ragazzi erano entrati coraggiosamente in acqua, coraggiosamente perché la prima cosa che disse non appena riprese aria e si tolse i capelli appiccicati dal volto fu: “Quest’acqua è gelata!”
“Dovresti saperlo ormai!” le rispose Jacob ridente, Bella lo raggiunse e aggrappandosi alla sua testa lo fece affondare.
“Brava Bella, affogalo!” urlò Embry. “È diventato insopportabile ultimamente mentre aspettava che tornassi!” Quil rise e a loro si aggiunse anche Leah, che nel frattempo teneva d’occhio il piccolo Seth.
“Ho bisogno di una pausa!” urlò staccandosi dalle spalle di Jacob dopo cinque minuti e si allontanò dagli altri, facendo una piccola nuotata; si distese sul ciglio dell’acqua e si lasciò galleggiare mentre osservava il panorama davanti a sé, l’immensa e altissima scogliera.
“Allora, sei tornata?” una voce piuttosto profonda la distrasse dai suoi pensieri, Bella poggiò a fatica i piedi sul fondo, mentre il ragazzo, ora davanti a lei, era assolutamente stabile grazie alla sua altezza.
Era Sam Uley, Bella restò impalata per alcuni secondi prima di accennare solo un sì con la testa, insomma, perché parlare con un ragazzo cominciava a metterle tutta quell’ansia?
Forse perché Sam Uley era il ragazzo più bello che avesse mai visto: alto e possente nonostante avesse ancora diciassette anni, la pelle ambrata e lucida a causa dell’acqua, il volto incorniciato da un paio di zigomi sporgenti e la mascella cesellata.
Distolse lo sguardo da lui e lo riportò di nuovo alla scogliera davanti a lei, sentendosi avvampare. Doveva concentrarsi su altro o non avrebbe smesso di perdersi dentro ai suoi occhi.
“Credi ci si possa tuffare da lì sopra?” domandò dando voce ai pensieri che solo qualche attimo prima di essere interrotta dal ragazzo, le frullavano per la testa.
“Io mi tuffo sempre da lassù” le indicò con un dito una sporgenza molto più bassa, forse la metà dell’intera altura.
“Figo!” rispose.
“Vuoi fare un tuffo qualche volta?” Bella si voltò verso il ragazzo, pensò per un momento di aver sentito la sua voce vacillare mentre le poneva quella domanda, lo trovò con lo sguardo basso mentre con una mano sfregava la base del collo, che fosse anche lui imbarazzato?
“Sì, mi piacerebbe!” gli rispose, rimproverandosi l’attimo dopo per aver messo troppa enfasi in quella sua risposta, comunque non le importò più di tanto perché Sam le rivolse il sorriso più impacciato e bello del mondo.
Raggiunsero gli altri e Leah si aggrappò a lei come un koala. “Uffa Bella, non puoi semplicemente iscriverti alla nostra scuola a settembre?” le disse.
“Mio padre mi ha già iscritta alla Forks High, non abito qui alla riserva e inoltre sai che noia non sarei in classe con nessuno di voi…”
“Già, è vero…” sospirò Jacob.
Nessuno dei ragazzi aveva la sua età lì: Leah e Sam erano più grandi di lei di un anno, mentre tutti gli altri, Embry e Quil ma anche Paul e Jared, avevano la stessa età di Jake; infatti, ritrovandosi ad essere compagni di classe il rapporto tra i cinque ragazzi si era stretto ulteriormente. Seth, invece, non aveva ancora dodici anni.
Quella fu l’estate più pazza, indimenticabile e bella di sempre, le era sfilata via dalle mani in un battito di ciglia tra escursioni nella foresta, alle piscine naturali e la sua pratica con la guida. Avrebbe compiuto sedici anni il tredici settembre e suo padre le aveva già preso un vecchio pick-up sgangherato, quindi, non le restava che esercitarsi, in attesa di poter prendere la patente.
Leah si era prontamente offerta di aiutarla, ma con una scusa e l’altra Sam, l’unico a possedere davvero una macchina e portarla abitualmente, riuscì a convincerla a farsi aiutare da lui, non è che poi dovette insistere più di tanto. Quando era intorno a lui il resto sembrava scomparire, un po’ odiava questo suo perdere il controllo della situazione, Bella Swan non era così, ma d’altra parte voleva completamente abbandonarsi a quelle sensazioni e a tutto ciò che poteva riservarle il futuro.
Non aveva mai avuto nessun tipo di esperienza, sentimentalmente parlando, e quando guardava dritto negli occhi di Sam, tanto profondi e pieni di gioia, si ripeteva che forse lui sarebbe stato il ragazzo giusto con cui tentare. Non aveva confessato a nessuno quei pensieri, tanto meno si sarebbe confidata con Jacob, temeva che il ragazzo non avrebbe compreso, aveva sempre avuto un occhio di riguardo nei suoi confronti ed era sempre attento ai suoi bisogni, desiderava il meglio per lei e viceversa. Il loro rapporto era fatto così, sembravano quasi due fidanzatini, ma in realtà erano un fratello e una sorella per l’altro, lo era soprattutto Jacob per lei che era sempre stata figlia unica e il suo desiderio di volerla ‘tenere al sicuro’ era dettato più dall’amore fraterno che provava nei suoi confronti.
I loro atteggiamenti furono comunque qualcosa che suscitò il dubbio in Sam che durante una di quelle guide spericolate per le strade della riserva - dove il massimo della velocità raggiunta si aggirava intorno ai quindici chilometri orari, permettendo al resto della gang di tenere il passo con il pick-up – le chiese se lei e Jacob stessero insieme. Imbarazzata e concentrata sulla strada non riuscì a dare una risposta concreta.
 
Era circa metà agosto, Sam non le aveva più accennato nulla riguardo l'invito a tuffarsi dalla scogliera e lei aveva cominciato a pensare che fosse stata solo la sua immaginazione a farla volare così in alto, forse il ragazzo le aveva semplicemente posto l’invito per gentilezza nei suoi confronti, eppure Bella non riusciva a non ignorare gli sguardi che le lanciava quando si ritrovavano tutti insieme, alle cene dai Black o ai falò organizzati in spiaggia, sguardi che sotto sotto gli lanciava anche lei.
“Sam crede che tu e Jacob stiate insieme…” se ne uscì Leah un pomeriggio, mentre avevano deciso di voler passare da sole un po’ di tempo insieme, niente uomini casinisti tra i piedi.
Bella si lamentò e piagnucolando rispose: “Sono un disastro!” sbattendosi una mano sulla faccia. “Me lo ha chiesto qualche giorno fa, sono rimasta talmente spiazzata che non sono riuscita a rispondere nulla!”
“Quel ragazzo è praticamente cotto di te, ma è fatto così. È un tipo molto paziente e coscienzioso per questo evita di mettersi in mezzo tra te e Jacob, preferisce stare in disparte piuttosto che rovinare qualcosa…”
“Ma è assurdo! Io e Jacob non stiamo insieme, lo sai anche tu che il nostro rapporto è semplicemente fatto così…” sospirò Bella.
“Io lo so Bella, so che tu e Jacob siete appiccicati come la colla, ma credi che Sam sappia abbastanza e comprenda il vostro rapporto visto che ti conosce solo da quest’estate?” Bella si stirò sulla sabbia, più in crisi che mai. “Senti Bella, non ti sto mica dicendo di cambiare il tuo modo di comportarti con Jacob, solo…magari se riuscissi a rassicurare Sam forse lui eviterebbe di venire da me a frignare ogni singolo giorno.”
“Sam viene da te?” chiese sorpresa, le era sempre parso un ragazzo sulle sue e che non esternava volentieri i suoi sentimenti.
“Sì Bella…” doveva presupporre che l’amicizia che legava lei e Sam fosse molto più forte di quella che mostravano quando la gang era riunita al completo, anche Leah nonostante la sua schiettezza non era una che facilmente dimostrava i suoi sentimenti, forse si erano trovati per questo. “Quindi visto che anche tu sei cotta a puntino, per favore, parlate e risolvete la questione.”
Bella trovò il coraggio di farlo quando si ritrovò con Sam a fare di nuovo pratica con il pick-up, ormai a fine agosto, perché nei giorni precedenti ritrovarsi da soli fu davvero impossibile.
“Io e Jake non stiamo insieme…” sussurrò talmente piano che si domandò se Sam fosse riuscito a sentirla, ma poi lo vide sorridere compiaciuto.
“Ti va di fare quel tuffo domani, prima della festa?”
“Sì, mi andrebbe…”
 
Quando diceva che stare da soli era praticamente impossibile, nonostante gli spazi che Leah tentava di creare loro, intendeva proprio questo, all’appuntamento si era presentato con lei anche Jacob, piuttosto preoccupato dalla pazzia che Bella voleva compiere, ovvero buttarsi da una scogliera, al suo seguito Embry e Quil. Leah si presentò solo perché alla fine Bella l’aveva pregata di andare e supportarla, dal momento che i ragazzi non avevano intenzione di lasciarla da sola. Anche Sam arrivò alla scogliera seguito da Jared, sempre affabile e un Paul che la salutò con un cenno della mano, molto più sciolto con lei rispetto ai primi tempi.
Bella e Sam si guardarono negli occhi, alzando entrambi le spalle, in un gesto che voleva soltanto dire: “Mi dispiace che siano venuti.” Bella dubitava che i ragazzi avessero realmente compreso il motivo per cui sarebbero voluti rimanere da soli, perché probabilmente non li avrebbero risparmiati delle loro battutine fin dal primo momento; solo Leah e Jacob sembravano saper cosa stesse succedendo tra di loro – il suo migliore amico aveva intuito qualcosa, ma solo recentemente, dagli sguardi che i due ragazzi si lanciavano.
Paul fu il primo a tuffarsi, Bella studiò i dettagli del tuffo per riprodurlo al meglio, eppure una volta arrivata sul ciglio della scogliera si guardò i piedi incerta, da quell’altezza fece pure fatica a distinguere Paul che riemergeva dall’acqua e cominciava a nuotare verso la riva. Bella era sempre stata piuttosto coraggiosa e non rimuginava più di una volta sulle cose da fare, ma quando si voltò a guardare con una punta di paura i suoi amici, vide Sam avanzare verso di lei, anche Jacob ci provò, ma fu trattenuto per i pantaloncini dalla mano di Leah.
“Lo facciamo insieme?” disse Sam e Bella annuì guardandolo negli occhi. Il ragazzo la prese in braccio afferrandola per le cosce, facendole stringere le gambe attorno alla sua vita e le braccia intorno al suo collo, Bella si ritrovò guancia a guancia con Sam, il loro volto rivoltò al panorama difronte.
“Sei pronta?” le chiese.
A morire tra le sue braccia per le miriadi di sensazioni che stava provando in quel momento? Sì, lo era.
“Sì.”
Sam fece un paio di passi indietro e poi cominciò a correre, infine entrambi si ritrovarono a cadere nel vuoto mentre si stringevano uno fra le braccia dell’altro, Bella chiuse gli occhi proprio un millesimo di secondo prima che entrambi si immergessero in acqua.
Andarono a fondo, troppo a fondo per i suoi gusti, si staccarono inevitabilmente, ma mentre Bella nuotava affinché potesse riemergere dall’acqua, due mani le afferrarono il volto. Successe una cosa che durò solo pochi secondi: le sue labbra si scontrarono con qualcosa di estremamente morbido e carnoso.
Quelle erano le labbra di Sam?
Non aveva mai baciato delle labbra così, anzi, non aveva mai baciato.
Stravolta, restò sott’acqua ancora per qualche secondo, si dimenticò per un attimo anche della necessità di riprendere fiato; di nuovo le forti braccia l’afferrarono per la vita e la tirarono su in superficie e nonostante fosse in grado di nuotare fino a riva, Sam la trascinò sulla sua schiena permettendole di aggrapparsi.
Quando arrivarono sulla spiaggia Bella corse ad asciugarsi, come avrebbe dovuto reagire? Non sapeva davvero come ci si comportava in queste situazioni, non aveva esperienza, restò immobile sul posto mentre vedeva avanzare a nuoto il resto dei ragazzi. Il bacio le era piaciuto, anche tanto, inatteso e inaspettato e non faceva altro che pensare alla delicatezza con cui le era stato donato, eppure rimase immobile, non riuscì a far altro, lo sguardo fisso a terra e totalmente vago.
 
Per le successive due settimane ricominciò a pensare di essersi immaginata anche questo, perché Sam sembrò ritornare ad osservarla da lontano, cosa che le mise parecchia ansia, aveva fatto qualcosa di sbagliato? Sam non voleva più aver niente a che fare con lei?
Neanche alla festa di fine estate che si tenne quella stessa sera a casa dei Black– quell’anno nessun addio speciale a Bella - Sam si avvicinò a lei.
Dapprima Bella si fece prendere dallo sconforto, poi Jacob arrivò da lei tirandola facilmente su di morale, nei mesi precedenti avevano infatti studiato una piccola coreografia in barba a tutti gli altri che li prendevano in giro sul fatto che non sapessero mettere in croce due passi di danza. Il centro della pista fu il loro, Billy e Charlie li osservavano con gli occhi luccicanti mentre Jacob tirava malamente in alto Bella, facendola sedere sulle sue spalle e girare intorno.
Non aveva avuto neanche tanto tempo di parlare con Leah, perché il giorno successivo si trasferì finalmente in casa con Charlie e presa dalle ultime scartoffie per la scuola e l’acquisto dei nuovi libri non tornò più a La Push, lei e Jacob comunque si sentivano ogni giorno e insieme pianificavano gli ultimi dettagli della sua festa di compleanno, festa di cui la gang discuteva da intere settimane perché sarebbe stata la prima volta che Bella festeggiava il suo compleanno a Forks.
 
La scuola non era poi così male, scoprì che essere ‘la nuova arrivata’ e la ‘figlia del Capo’ conferiva da subito una certa popolarità, che non aveva mai sperimentato prima alla sua vecchia scuola. Aveva conosciuto Jessica Stanley e Angela Weber, insieme ad altri tre ragazzi di cui faticava a ricordare il nome. Ricordava bene però il nome di un certo biondino dagli occhi azzurri, Mike Newton, che il primo giorno di scuola l’aveva accompagnata nelle varie classi e leggendo il foglio delle ore, dove erano riportati anche i suoi dati, aveva scoperto che il suo compleanno sarebbe stato da lì a pochi giorni: il tredici settembre.
La notizia era volata di bocca in bocca al tavolo dei suoi nuovi compagni di scuola, tanto che Jessica Stanley, mentre erano in mensa, un giorno le chiese:
“Allora Bella, festeggerai il tuo compleanno? Non vorrei che restassi sola quel giorno, hai degli amici?” con una leggera punta di scherno.
Bella si indispettì, perché non era davvero nuova di Forks, essersi appena iscritta a quella scuola non significava che non avesse amici.
“Sì, ho degli amici Jessica, passo ogni estate a Forks da quando sono nata, io e i miei amici organizzeremo un falò in spiaggia.”
“Quale spiaggia e soprattutto noi siamo invitati?” si intromise Mike, circondandole le spalle con un braccio, non fece in tempo a scostarsi così restò immobile, interdetta. Mike, comunque, seppur a tratti appiccicoso, non era poi tanto male.
“First Beach, La Push…” rispose quasi sussurrando.
“Non credi sia un problema organizzare un falò alla riserva? Il periodo estivo è passato da un pezzo” commentò Jessica, ancora quella sua dannata voce fastidiosa che le arrivava dritta ai timpani delle orecchie.
“Smettila Jessica e poi Bella è la figlia del Capo”, Angela Weber arrivò in suo soccorso, forse la ragazza voleva solo toglierla dagli impicci, ma a Bella diede comunque fastidio essere definita in quel modo. Se credevano che avesse una sorta di raccomandazione, bene allora, glielo avrebbe fatto credere andando fino in fondo.
“Non c’è davvero alcun problema, i membri del Consiglio Quileute sono i migliori amici di mio padre e Billy Black è come uno zio per me, gli amici di cui vi parlavo abitano tutti alla riserva, a dire la verità ogni estate mi trasferisco a vivere da zio Billy, quindi, probabilmente è per questo che non mi conoscevate affatto.”
Jessica si ammutolì all’istante, sul volto di Mike un debole sorriso accennato alla sua risposta, forse per aver dato il ben servito a Jessica, mentre Angela abbassò la testa evitando di schierarsi, gli altri due ragazzi di cui faticava a ricordare il nome - forse Tyler ed Eric? - invece sorrisero apertamente.
Quella stessa sera Bella chiamò Jacob per avvisare che forse ci sarebbero stati altri invitati, compagni di scuola, gli spiegò la situazione parecchio frustrata e Jacob la consolò dicendole che non era un grosso problema, alla fine anche Quil e Jared avrebbero portato due ragazze con loro, ovvero due compagne di classe dei ragazzi.
 
Charlie quel tredici settembre l’accompagnò a casa Black nel tardo pomeriggio, avrebbe trascorso la notte alla riserva, fortunatamente il suo compleanno era caduto nel fine settimana. Jake l’accolse letteralmente a braccia aperte sollevandola in aria, augurandole buon compleanno e scoccandole un sonoro bacio sulla guancia.
Leah arrivò dopo un’ora seguita da Seth, i due trascinavano con sé alcune borse con del cibo che avrebbero arrostito nel fuoco del falò; mentre si dirigevano alla spiaggia, a metà strada incontrarono Embry e Paul, quest’ultimo con la sua faccia da furbo le fece un occhiolino, mostrandole il contenuto della borsa che portava con sé: birre su birre su birre e la cosa era parecchio strana se si pensava al fatto che nessuno di loro lì poteva davvero bere.
“Non approfittare del fatto che sono la figlia del Capo della polizia, Paul”, gli rispose divertita.
Quando i ragazzi cominciarono ad accendere il fuoco e il sole stava quasi tramontando all’orizzonte, Quil e Jared li raggiunsero in spiaggia, stringendola in un abbraccio e augurandole un buon compleanno, dietro di loro due ragazze aspettavano piuttosto imbarazzate.
“Questa è Kim!” disse Jared, allungando la mano verso la ragazza e trascinandola in avanti.
“E questa Claire!” disse Quil.
“Piacere, sono Bella” rispose davvero contenta, non sapeva ancora che presto sarebbero diventate membri ufficiali della ‘La Push Gang” e non poteva far altro che rallegrarsi alla presenza di due nuove donne nel gruppo, oltre a lei e Leah.
Mancava solo una persona all’appello, lo vide sormontare una duna prima di scendere in spiaggia, tra le mani teneva una di quelle felpe che gli aveva visto spesso indossare nelle sere estive, si avvicinò a lei cauto, sembrò sul punto di darle un bacio sulla guancia, ma le fece solo gli auguri, mentre con lo sguardo basso andò a sedersi su uno dei tronchi bianchi vicino al falò. Bella decise che non poteva rovinare il suo compleanno con i pensieri su Sam che gli vorticavano per la testa.
Quando il buio li circondò completamente e tutti rimasero illuminati solo dal bagliore del fuoco, un brusio si sollevò dalla stradina principale che portava in spiaggia, Bella si voltò per guardare di chi si trattasse e alzò annoiata gli occhi al cielo.
“Sono i miei compagni di scuola” disse, stringendo le labbra in una linea sottile.
Tutti i presenti si ammutolirono, cominciando a fissare l’avanzare dei nuovi arrivati, più che andare ad un falò sulla spiaggia, sembrava che le donne stessero per partecipare ad una sfilata di moda.
Erano in sei: Mike, Eric e Tyler, insieme ad Angela, Jessica e anche Lauren, che ci faceva lì? Quella ragazza non aveva mai nascosto il disprezzo che mostrava per lei.
Jessica e Lauren in particolare sembravano essersi messe addosso una palla da discoteca e man mano che si avvicinavano al falò il riflesso di quest’ultimo si abbatteva sulle loro paillettes trasformando anche la spiaggia in una pista da ballo luccicante. Un abbigliamento del tutto diverso da quello che tutta la gang stava sfoggiando: vecchi jeans e magliette.
“Questi sarebbero i tuoi amici?” le sussurrò all’orecchio Leah.
“Non sono miei amici…”
“Ciao Bella!” la salutò Mike, quasi le urlò euforico, tirandola in un abbraccio e scoccandole un bacio sulla guancia. “Tanti auguri!”
“Grazie Mike” si staccò da lui, mentre un flash la colpì dritto sul volto.
Era stato Eric con la sua smania per le fotografie, infatti, quando riacquisto la vista, lo vide stringere tra le mani una vecchia polaroid che aveva appena sputato fuori la foto appena scattata. “Smettila con le tue dannate foto Yorkie!” gli urlò Lauren, bene se non si sopportavano neanche fra di loro come pretendeva di poter riuscire a stringere amicizia con quelle persone.
“Auguri Bella” le disse Angela, sicuramente la persona più simpatica tra tutte quelle che aveva avuto modo di conoscere dall’inizio della scuola. Tyler Crowley la strinse in un mezzo abbraccio impacciato, mentre Jessica e Lauren si avvicinarono a lei nello stesso momento, ebbe quasi l’istinto di fare un passo indietro, un po’ schifata. Le diedero due baci sulla guancia a testa, in una maniera molto europea e poi le presentarono davanti una piccola borsetta che conteneva una scatolina incartata. “Tieni, questo è un regalo per te da tutti noi!” le disse Jessica, con la sua voce simile ad uno stridio dei freni.
“Grazie, non dovevate…”
L’aprì, Leah sbirciò insieme a lei dentro allo scatolo, conteneva una collana piuttosto pesante e luccicante, si sarebbe potuta adattare perfettamente ai vestiti delle due ragazze davanti a lei, non era decisamente nel suo stile, ma sorrise gentile, comunque era stato un pensiero carino.
“È…bella!” disse infine, tentando di non smorzare il sorriso entusiasta dei suoi compagni di scuola che la fissavano in trepidante attesa di un suo giudizio, solo Mike si pronunciò. “Bella puoi cambiarla se non ti piace, in queste settimane ti ho osservata abbastanza da saper che sei un tipo da cose semplici.”
“Oh sta zitto, Mike! A Bella piace davvero!” disse Jessica.
Bella si guardò intorno, tutti assistevano in silenzio a quella discussione, l’unico con il volto basso e i pugni stretti fu Sam, che con la coda degli occhi lo aveva visto muoversi a disagio, quasi infastidito alle parole di Mike.
“Sì, non preoccuparti Mike, mi piace davvero!” sorrise di nuovo. “Dai, sedetevi tra di noi…” Bella passò in rassegna velocemente i nomi dei suoi amici, mentre i suoi compagni di scuola prendevano posto accanto a loro. Tyler e Lauren insieme, vicino a Quil e Claire; Angela un po’ in imbarazzo trovò posto vicino a Jacob, mentre Jessica fece spostare Embry per accomodarsi tra lui e Paul che le riservò uno dei suoi sguardi seccati.
Mike invece tergiversava in piedi, Bella ebbe paura che stesse aspettando a sedersi solo per capire dove si sarebbe seduta lei per poi poterla seguire.
Leah restò in piedi accanto a Bella ancora per qualche secondo. “Sì, decisamente, non sono tuoi amici”, le sussurrò. “O non ti avrebbero regalato una collana del genere, insomma guardati, tu e i gioielli siete due mondi a parte…”
Bella rise, poi riprese il posto di poco prima accanto a Jacob, la sua intuizione fu esatta perché, fingendo indifferenza, Mike qualche secondo dopo prese posto accanto a lei e con altrettanta indifferenza le circondò le spalle con un braccio, in un gesto già studiato qualche giorno prima alla mensa.
Sam era ancora seduto di fronte a lei, quindi il ragazzo non riuscì a perdersi neanche un secondo di quell’interazione e fu solo all’ennesimo tentativo di Mike, di avvicinarla a sé e farle appoggiare la testa sulla sua spalla che Sam si alzò dal suo posto e lasciò il falò, tra le mani stringeva ancora quella felpa che si era portato dietro.
Non riuscì a trattenersi, urlò: “Sam!” mentre il ragazzo sembrò non ascoltarla, si divincolò dal braccio di Mike, che tentò di alzarsi insieme a lei, ma che fu trattenuto senza alcuna fatica, per i passanti della cintura, dal suo migliore amico Jacob.
Sam aveva aumentato il passo, raggiungendo in fretta il limitare della foresta, sapeva che lì c’era un sentiero che portava direttamente sulla strada principale.
“Sam ti vuoi fermare?!” riprovò Bella, inciampando su un vecchio ramo. “Cavolo, dovrei essere io quella arrabbiata, Sam!”
Finalmente con una veloce corsetta riuscì a raggiungere il ragazzo e aggrapparsi al suo polso, facendolo voltare verso di lei.
“Mi dici che ti prende?!”
“Bella torna al falò, non perderti la tua festa…” sospirò il ragazzo, la pazienza e la calma con cui le disse quelle parole furono una nota stonata rispetto alla sua agitazione, dovuta anche alla corsa. Ciò che la colpì fu la sensazione di risolutezza che traspariva dalle sue parole, era arreso.
“E cosa dovrei fare, restare lì a guardare mentre continui ad ignorarmi totalmente? Diamine, non so più come comportarmi con te dopo quello che è successo! A questo punto non riesco neanche a pensare se tutto sia successo davvero o me lo sia solo immaginato!” Sam non rispose, era accigliato, scoraggiato, continuò solo a guardarla, mentre Bella non fece altro che vomitare una dietro l’altra una sequela di parole. “Perché ti comporti così da un’intera estate, Sam? Io neanche ci pensavo a te quando mi sono trasferita qui a giugno, eri l’ultimo dei miei pensieri, ma poi sei arrivato e mi hai invitato a fare quel dannato tuffo sulla scogliera!” a quel punto Bella stava urlando, dubitava si fossero allontanati abbastanza affinché gli altri non potessero ascoltarla.
“Poi non ne hai mai fatto più parola, pensavo di aver interpretato male il tuo invito, così stavo cercando di farmela passare, un giorno vieni e vuoi sapere se io e Jake stiamo insieme, rimango talmente allibita da quell’interessamento nei miei confronti che non riesco neanche a risponderti e dirti che non è vero, inoltre Leah qualche giorno dopo mi dice che vai da lei a chiederle informazioni, piuttosto che venire direttamente da me.” Bella stava contando sulla punta delle dita tutti gli eventi accaduti in quell’estate appena trascorsa. “Mi dico ‘va bene Bella, fatti coraggio e diglielo, non puoi sempre aspettare che le cose ti succedano’ così sistemo il casino combinato e tu mi inviti alla scogliera, ma non è finita lì. Sam, non sono pazza, non mi sono immaginata assolutamente nulla, tu mi hai baciata, ma dopo quel pomeriggio hai ricominciato ad ignorarmi! Perché? Dimmi solo se è un tuo modo di trattare le ragazze che ti piacciono, oppure dimmi se non ti piaccio proprio per niente e giuro che mi farò passare questa dannata cosa che provo nei tuoi confronti!”
Bella e Sam restarono a guardarsi per qualche secondo, Sam ancora il ritratto della calma, mentre il respiro di Bella era piuttosto affannato e i suoi occhi erano spalancati.
“È vero…” parlò finalmente Sam. “Ti ho baciata ed è vero, tu mi piaci…”
“E allora perché ti comporti così?!” Bella si dannò, sentiva di dover essere sollevata da quella rivelazione, ma tutto ciò che provava era esasperazione.
“Perché nonostante possa sembrare il ragazzo più sicuro del mondo, in realtà mi faccio prendere da mille dubbi e a dire la verità, non so come si tratta una ragazza, non sono come i tuoi amici di scuola che non si fanno problemi ad abbracciarti mentre ti augurano buon compleanno e sono tanto disinvolti da riuscire a mettere un braccio sulle tue spalle. Quel giorno, dopo che siamo tornati a riva, ti vedevo tesa, credevo che avessi fatto la mossa sbagliata con te, così ti ho lasciata perdere…”
“Ero solo sbalordita, Sam…”
Bella si guardò intorno, poi ritornò a guardare il ragazzo davanti a lei, teneva fra le mani ancora quella felpa, non l’aveva neanche indossata nonostante tutta l’umidità e il freschetto di quella sera. “E quella?” domandò con un cenno del capo, molto più calma di qualche attimo prima.
Sam alzò la felpa davanti ai loro occhi e poi la srotolò. “Questo doveva essere il mio regalo per te, so che non è il massimo, ma visto che ami indossare i vestiti di Jacob, pensavo ti andasse di mettere anche qualcosa di mio…”
Doveva? Non vuoi più regalarmela?” si accigliò.
“La vuoi ancora?” le chiese carico di speranza.
“Certo Sam, è il regalo più carino che abbia mai ricevuto, a parte l’intera festa organizzata da tutti voi…”
Bella gli fece un cenno con le mani affinché gliela consegnasse e Sam obbedì. Non perse tempo ad indossarla, la fece sfilare facilmente lungo le sue braccia e restò a respirarne l’odore giusto per qualche secondo, prima di decidere di far spuntare fuori anche la sua testa, quello che non si aspettò fu il volto di Sam a pochi centimetri dal suo, quel ragazzo l’aveva di nuovo sorpresa.
Restarono a fissarsi, occhi negli occhi, Bella era molto più piccola di lui a causa della sua altezza, poi in uno slanciò afferrò la maglia di Sam e lo tirò a sé, facendo finalmente scontrare le loro labbra. Le mani di Sam afferrarono le guance di Bella, mentre lei aggrappò le sue alla schiena del ragazzo.
 
Ritornarono alla spiaggia dopo parecchio tempo, sorridenti e mani nelle mai, vennero accolti da urla eccitate e applausi da parte dei ragazzi, Bella si coprì il volto con le enormi maniche della felpa di Sam che penzolavano a causa della lunghezza eccessiva.
“Era ora!” urlò Leah.
“Bella, sei la regina delle sfuriate!” le urlò invece Paul, continuando a battere le mani.
“Okay ora basta!” disse Bella, ridendo.
Presto il vociare si arrestò e nel momento in cui Bella volle ritornare a sedersi, i suoi compagni di scuola si alzarono per andarsene.
“Eric?” chiamò Bella.
“Sì?” rispose il ragazzo.
“Non è che potresti fare una foto a tutti noi?” ovviamente il ‘tutti noi’ non comprendeva di certo i suoi compagni di scuola.
Eric accennò un sì con la testa e aspettò che tutti si sistemassero dietro l’obiettivo, chi seduto, chi in piedi, chi sdraiato sulla sabbia, Bella si sentì afferrare dalle braccia di Sam che la portarono in alto, permettendole di sollevarsi sopra tutti gli altri ragazzi e così sorrise all’obiettivo.
Quella serata sembrava non promettere nulla di buono all’inizio, eppure si era conclusa nel migliore dei modi, lei più felice che mai insieme a Sam e ai suoi amici.
La foto avrebbe presto riportato la didascalia: “La Push Gang, 13 settembre, First Beach” perché non solo Bella era un membro della gang, ma sopra le altre cose, da quel momento in poi divenne anche la ragazza di Sam Uley e sperò davvero che quella versione di sé stessa potesse durare per sempre.


Angolo Autrice:
Sì, so cosa state pensando: che rottura questa che pubblica un'altra storia su una coppia assurda!
L'amore che ho per l'Alpha e la mia versione di Bella non mi lasciano facilmente in pace, così qualche tempo dopo aver concluso "Distraction" ho pensato ad una nuova storia che si potesse concludere nell'arco di un capitolo, in cui erano tutti umani e che appunto si focalizzasse molto oltre che su Sam e Bella, soprattutto sull'idea di amicizia che ho di Bella e Jacob. La lunghezza del capitolo mi è sfuggita dalle mani, ma nonostante all'inizio avevo l'intenzione di dividerlo in due parti, poi ho deciso che in un certo senso si sarebbe perso il senso di one shot e si sarebbe perso il filo del discorso; quindi eccovi qui quattordici pagine belle piene di Word appena pubblicate. 
Vi sarete accorti che ho rivisitato alcune cose della storia (Claire ha l'età dei ragazzi, ad esempio, non è una bambina), per questo ho messo l'avvertimento AU e soprattutto un bel OOC. 
Mi sono divertita tantissimo a scriverla perché mi sono proprio immaginata dentro alle dinamiche della "La Push Gang" e mi piaceva dare l'idea di questo gruppo così unito e di una Bella apprezzata dai suoi amici e super sbarazzina!
Ho intenzione di scrivere una seconda parte/sequel di questa storia e chissà che non vedremo anche altri volti "nuovi", come sempre non so quando avverrà e non so quando pubblicherò di nuovo.
E' stato un piacere ritornare da queste parti, è proprio vero che si torna dove si è stati bene e con l'ultima fanfiction che ho pubblicato mi avete trattata proprio bene, anzi vi ringrazio ancora per i risultati ottenuti.
Spero siate clementi, che la storia vi sia piaciuta che mi facciate sapere cosa ne pensate :D 
Un bacione e un abbraccione,
colinred_
  
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