Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: sakura_hikaru    10/10/2022    0 recensioni
Una fic dal punto di vista di Touma: una breve considerazione su come la sua vita sia cambiata in meglio grazie ai suoi nakama.
Scena di vita quotidiana a dieci anni da Message (e nella mia testa, vivono assieme da allora a Tokyo!)
Casualmente (non tanto) è anche il compleanno di Touma, quindi... happy birthday, panda!
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sdraiato sul letto, le braccia incrociate sotto il capo, Touma osserva fuori dalla finestra le prime foglie colorarsi di rosso sui lati, la luce del sole, ormai al tramonto, di una tonalità più calda e morbida che rende quelle giornate troppo brevi così amabili.

Il libro che stava leggendo, giace inerme sul suo petto, alzandosi e abbassandosi con ogni suo respiro. Nel resto della casa c'è ancora il silenzio di attesa, quello dei suoi nakama, ancora fuori per lavoro; lui col suo lavoro di scrittore può permettersi di rimanere a casa e fare ricerca per il nuovo romanzo anche sdraiato su un letto – con il rischio di addormentarsi, ma è quasi buio e lui con l'oscurità tende ad attivarsi.

È passata una decina di anni da quando vivono assieme e, ormai, le loro quotidianità si sono intrecciate e incastrate alla perfezione. Fra dieci minuti, Touma scenderà a preparare la tavola, darà da mangiare a Byakuen e metterà la pentola dell'acqua a scaldare – il massimo che gli è permesso fare in casa, prima di rischiare, ancora una volta, un incendio in prima regola.

Intanto si gode quell'attimo di silenzio, anche se è tutto il giorno che si bea di quel suono, se si esclude il suo mangiucchiare e il battito delle dita sulla tastiera del suo portatile. Byakuen è stato particolarmente “micioso”, trascorrendo l'intera giornata a dormire, prima sul tappeto, poi di fianco alla porta della camera sua e di Seiji.

«Micio da guardia...» borbotta Touma sogghignando, mentre la coda di Byakuen si alza e si abbassa sulla soglia.

Dieci anni prima, Touma avrebbe detestato rimanere da solo in casa.

Capiamoci, era abituato alla solitudine dall'infanzia, da quando la casa di Osaka era diventata la sua e quella di 'toosan, qualche giorno a settimana. Ma all'epoca era solo lui. Non aveva i suoi nakama. E non aveva mai conosciuto qualcuno che riempisse il suo cuore e i suoi giorni con così tanto rumore e presenza.

Per quello, i primissimi tempi, dopo che si erano conosciuti, si era sentito come se gli altri avessero invaso i suoi spazi, la sua privacy, il suo silenzio di solitudine. I primi tempi era stato tremendo, tanto ironico che si sarebbe preso a schiaffi, così soffocato da qualcosa che ancora non conosceva che rifuggiva tutti e tutto, chiudendosi in camera e saltando la cena (!).

Era come se avessero fatto scoppiare un palloncino dentro una stanza insonorizzata.

Touma aveva a volte il vizio di tapparsi le mani e chiudere fuori la cacofonia di suoni del gruppo – la voce alta di Jun, Shu e Shin che bisticciavano, Ryo che giocava con Byakuen, Nasty con il suo computer e quei tasti che battevano e battevano, e Seiji... beh, lui era il più silenzioso di tutti. Ma quando parlava, Touma voleva tapparsi subito le orecchie e tenerlo fuori da sé in ogni senso.

Touma ridacchiò tra sé, scuotendo appena la testa. Lanciò uno sguardo all'orologio e saltò in piedi, raggiungendo la soglia della camera.

«Byakuen, è ora di preparare per la cena. Vieni con me?».

La tigre gorgogliò qualcosa, si stiracchiò e lo seguì giù per le scale.

Touma vide la coperta arrotolata sul divano – dove solo due ore prima si trovava – e decise che fosse meglio sistemarla per evitare che Shin facesse anche quello, quella sera – o forse era il turno di Shu di cucinare?

Poi raggiunse la cucina, non prima di aver lanciato un'occhiata alla fotografia che ritraeva tutti loro qualche anno prima, quando tutti si erano laureati: tranne lui e Shin che lavorava già da un anno, erano vestiti di tutto punto con giacca e cravatta, pronti per lanciarsi nel mondo del lavoro. Sorridevano, Ryo rideva come un matto quel giorno; Seiji cercava di essere serio, ma Touma gli teneva la mano e lo tirava verso di sé; Shu e Shin facevano i piccioncini, anche se il primo sembrava poco a suo agio con quella gravatta blu mare troppo stretta.

Gliela aveva scattata Nasty che, dopo un paio di mesi, si sarebbe sposata. Non aveva voluto essere nella foto, perché diceva che quella era solo per loro... e con Nasty ne avevano scattate altre, tutti insieme o a gruppetti.

Touma sorrise e passò oltre, prese la tovaglia e cominciò a raccogliere gli hashi: una cosa per volta, come diceva Shin, altrimenti Touma aveva la brutta capacità di farsi sfuggire di mano le cose – soprattutto i bicchieri – ed erano al quarto set di bicchieri da 12 da quando vivevano assieme.

Adagiò la tovaglia e, pian piano, cominciò a sistemare il tutto.

Byakuen, dal suo posto, guardava, sbadigliava e si annoiava. Touma guardò ancora l'orologio, mancava solo un quarto d'ora all'arrivo dei ragazzi; così, andò in cucina e riempì d'acqua la pentola, ma, prima di riuscire ad accendere il gas, sentì la porta d'ingresso aprirsi e rumori di voci soffocate.

«Che strano... sono in anticipo oggi...» borbottò tra sé, andando ad accoglierli.

Non fece tempo a mettere piede nell'ingresso che fu travolto da un coro e stelle filanti che volavano.

«AUGURI, TOUMAAAA!».

Con occhi spalancati e un passo indietro per la sorpresa, Touma li guardò uno a uno con meraviglia crescente: i suoi quattro nakama avevano tra le mani pacchetti di regali e sacchetti di quel buon ristorante di udon vicino alla stazione di Ueno.

Avrebbe voluto far loro una fotografia, con quei sorrisi luminosi che lo guardavano.

«Mi ero dimenticato...» si giustificò con una risatina, mentre Seiji, per primo, si muoveva ad abbracciarlo.

«Lo sapevamo...».

«Hai sempre la testa altrove!».

«Almeno la sorpresa ha funzionato!».

«Buon compleanno, panda...» gli sussurrò nell'orecchio Seiji, prima di baciarlo poco sotto l'orecchio.

Touma ridacchiò, un po' preda del solletico, un po' dell'imbarazzo. Poi, sospirò, aprendo un braccio e invitando gli altri tre nakama a unirsi all'abbraccio. Quando furono tutti assieme, in una maniera piuttosto goffa, Touma li ringraziò e rise ancora: con loro non c'era mai stato spazio per la solitudine, era tanti, a volte erano troppi, ma erano pezzi essenziali della sua vita e del suo stesso spirito.

«Con voi... sono completo».

  
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