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Autore: LadyPalma    11/10/2022    7 recensioni
"Vi avevo detto che per i miei servigi mi avreste ripagato a tempo debito, ricordate? Beh, quel tempo potrebbe essere adesso. Sposate me".
Alicent/Larys
What if. Segue gli eventi del libro, ma con determinati cambiamenti.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicent Hightower, Altri, Larys Strong
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Larycent [Alicent/Larys]'
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 Downfall
(Love is)


 

 

You may know what is the right thing to be done, but love stays the hand.

Love is a downfall.







 

Primo capitolo 


 

"No".

Non dice altro, Alicent, ma lo dice con tutta la forza che possiede, la forza che avrebbe voluto usare tanti anni prima ma che semplicemente, forse, non sapeva di avere.

"Non accetteremo le condizioni di Lord Tully, faremo a meno di Delta delle Acque".

"Non essere sciocca, Alicent" ribatte suo padre, con il tono calmo e quasi annoiato che è abituato a usare con lei. "Rifiutare significa perdere qualsiasi possibilità di un appoggio dei Fiumi, non ti accorgi che sempre più casate si stanno dichiarando per i neri?" Fa una pausa, che lei è capace di riconoscere come studiata, il tempo di colorare la voce di una nota di affetto e premura. "Grover Tully è vecchio, non sarà un sacrificio duraturo…"

Alicent rabbrividisce, non riesce nemmeno a nasconderlo. Farebbe qualsiasi cosa per gli Hightower, per i suoi figli; non è aliena al dovere, al sacrificio. Eppure, sente di aver sopportato già abbastanza, e nonostante la guerra imminente e la perdita di protezione, una piccola parte di lei non può fare a meno di gioire per la morte di Viserys. Non per odio verso il defunto re, ma per amore della libertà, una libertà che ha conquistato da appena una settimana.

"No". E lo dice quasi più a sé stessa che a suo padre.

"Alicent, se non Lord Tully, dovrai risposarti. Con Haelena e Aegon sposati tra loro e Aemond promesso a una delle figlie di Lord Baratheon, non abbiamo tante altre unioni da proporre. C'è Daeron, certo, e ci sono i piccoli principi, forse, ma anche tu dovrai fare la tua parte…"

No – ma adesso non lo dice più nemmeno ad alta voce. È diventata forte, ma forse semplicemente non ancora abbastanza come credeva. Non abbastanza da opporsi a suo padre nemmeno dopo tutti questi anni; non abbastanza da abbandonare i suoi doveri nonostante l'illusione di credersi capace di poter avanzare diritti.

Si guarda intorno sperando come sempre in un aiuto. Ma esattamente come sempre è una speranza vana e sciocca: nessuno in tutto il regno è mai stato davvero dalla sua parte, possibile che cerchi ancora adesso un volto amico? Suo figlio Aegon scrolla le spalle, suo zio annuisce all'indirizzo di suo padre, gli altri Lord e Ser del traballante concilio verde distolgono lo sguardo – anche Ser Criston, perfino lui.

"Farò come necessario" dichiara a denti stretti.


"No".

Lucidamente non si aspettava una risposta differente e il tono dolce con cui viene accompagnata non rende il rifiuto meno amaro. 

"Ser Criston, tutto ciò che chiedo è se ci sia un modo per sottrarmi a questo matrimonio".

"Vostra Grazia, non vedo come io possa aiutarvi".

Quella risposta è per lei quasi come uno schiaffo, non per la crudeltà, quanto per la capacità che ha di svegliarla e farle aprire definitivamente gli occhi sulla solitudine che la circonda.

"Avete giurato fedeltà, voi avete giurato che-"

"E vi sono leale, la mia spada è al vostro servizio".

Lo sa, ma non è abbastanza, è solo che non è di una spada che avrebbe bisogno adesso, ma di un amico, un protettore… un innamorato. Si morde le labbra stizzita con se stessa quando si rende conto di cosa davvero si aspettava dal colloquio con Criston. Non è innamorata di lui, non lo è mai stata, ma nel profondo di se stessa avrebbe desiderato che lui la amasse. Ci aveva pensato spesso come conforto dopo le notti con Viserys, e ci aveva pensato adesso dopo i nuovi piani matrimoniali di suo padre. Non pensava a Criston in sé, pensava a una chimera, a un sogno, e di quel vagheggiamento lui era il simbolo: un cavaliere forte quanto affascinante, giusto, leale, disposto a fare qualsiasi cosa per lei.

Il cavaliere che ora, però, dice no. Ché per lei non macchierebbe mai la sua cappa bianca, ché per lei non spezzerebbe mai il suo giuramento, ché a lei non proporrebbe mai di fuggire insieme lontani, senza più doveri, senza più nomi.

"Potete andare, Ser Criston".

L'uomo china il capo con deferenza, un ossequio vuoto che alla donna appare come un nuovo schiaffo. E quando finalmente resta sola, per la prima volta da quando ha memoria, scoppia a piangere.


"".

Alicent sobbalza quando rientra nelle sue stanze e vi trova l'ospite inquietante di sempre. La prima cosa a cui pensa è che, per fortuna, le lacrime le si sono asciugate ormai dal viso.

"Non ho fatto alcuna domanda, né ti ho chiesto di farmi visita" risponde in tono secco, fingendo che quella presenza non la turbi. E per sottolineare quell'ostentazione di calma, si accomoda davanti a lui, si toglie le scarpe e si versa del vino senza offrirgliene.

"Non avete bisogno di avanzare richieste, Vostra Grazia, un vero servitore le conosce già. Non credo di sbagliare nel dire che volete evitare le nozze con il Lord di Delta delle Acque".

La regina madre sposta finalmente lo sguardo su di lui e non riesce a trattenere un sorriso ironico. In ogni momento in cui si sentiva tradita e cercava alleati, lui è l'unico che si è sempre presentato all'appello. Come quando aveva implorato Ser Criston di cavare un occhio al figlio di Rhaenyra per vendicare il suo Aemond, ma era stato proprio Piededuro il giorno dopo ancora una volta a prestare il suo servizio.

Instabile, crudele, velenoso, spaventoso… eppure presente, sempre.

"Te ne prego, uccidere Lord Grover – o tutti gli uomini Tully, per quel che vale – non sarebbe una soluzione".

Ma il sorriso sulle sue labbra ha vita breve.

"Sono consapevole che le mie passate azioni possano portare in questa direzione, ma posso assicurarvi che non penso solo a omicidi… avevo in mente una soluzione del tutto differente".

È istintivo: la regina abbandona la posa rilassata e drizza la schiena, pretendendo le mani sul tavolo che li divide, quasi come se quel gesto potesse indurlo a parlare più veloce. Odia ammetterlo ma è curiosa, e più di ogni altra cosa ancora una volta si concede il lusso di sperare.

"Cosa hai in mente, allora? Parla".

Dal canto suo Piededuro si prende il suo tempo, ed è lui a sorridere adesso, mentre quella intermittente luce folle nei suoi occhi azzurri squarcia la sua indolente indifferenza.

"Vi avevo detto che per i miei servigi mi avreste ripagato a tempo debito, ricordate? Beh, quel tempo potrebbe essere adesso. Sposate me".

Alicent non sa cosa si aspettava, ma certamente non questo. Rimane a fissarlo con gli occhi sgranati, sconvolta quasi quanto il giorno in cui lui le ha confessato in maniera malcelata di aver fatto uccidere padre e fratello. E non aiuta l'espressione all'improvviso imbarazzata, anzi quasi timida, dell'uomo, consapevole nonostante tutto di stare puntando troppo in alto. Lo sa, eccome se lo sa, ed è forse proprio per questo che lo fa: per diventare sempre più potente, sempre più importante, semplicemente perché può.

"Non pensi davvero che io possa sposare te!" esclama alla fine, forse con più veemenza di quella che userebbe se avesse più lucidità, e poi, prima che possa rendersene conto, scoppia a ridere.

Mossa sbagliata. Il volto dell'uomo si adombra e davanti agli occhi della regina si palesa quella trasformazione da claudicante impacciato ad assassino a sangue freddo di cui è già stata testimone.

"Lo dite perché sono debole, patetico, per la mia menomazione?"

"N-non penso questo, non…" inizia a dire Alicent, la compassionevole Alicent, senza accorgersi nemmeno di balbettare. Perché, in fondo, è proprio quello che le è passato per la testa.

"Perché vedete, mia Regina, tutti i vostri servitori potrebbero ben pensare che invece sarebbe la scelta più naturale. Del resto, abbiamo spesso conversato da soli nelle vostre stanze, cenato insieme…" Si ferma per lanciare un'occhiata alla sua intera figura, per piantarli alla fine sui piedi nudi. "...Vi siete anche allentata il vestito e tolta le scarpe in mia presenza. Fate forse così con tutti i Lord?"

Le scuse di Alicent le si spezzano in gola e la parentesi di pietà che ha sentito nascerle dentro per lui svanisce così in fretta come è arrivata. Ha paura, adesso, ha paura ed è arrabbiata.

"Nessuno pensa che succeda qualcosa di inappropriato in queste stanze".

Di nuovo quello sguardo allucinato, di nuovo quel sorriso inquietante. "Non ancora".

Alicent si porta una mano al petto, comprendendo l'antifona nel suo pieno significato: chi è bravo a raccogliere i sussurri è altrettanto bravo a diffonderli.

"Mi stai minacciando?"

Larys allarga il suo sorriso sinistro. "No, Alicent – posso chiamarti Alicent, adesso, vero? –, mi sto dichiarando a te, ti so facendo una proposta di matrimonio" replica, fingendosi l'innocenza in persona. 

Con un'ennesima audacia allunga le mani per afferrare le sue, e Alicent ha appena il tempo per registrare, di riflesso, che in quel primo contatto fisico che ci sia mai stato tra loro la pelle di lui sta tremando. Per quanto riguarda lei, è talmente confusa dalla piega degli eventi che non ha neanche la pronta reazione di sottrarvisi. O forse è il calore, da quanto tempo non viene toccata da qualcuno con quella che è a tutta apparenza tenerezza?

"Ti chiederei di rifletterci, ma sappiamo entrambi quali sarebbero le conseguenze. Per cui, ti domando invece se ti va bene chiamare il septon per questa sera, appena dopo il tramonto".

Alicent non risponde, ma Larys non ne ha bisogno. Sa già di aver vinto, per questo, a dispetto del bastone che usa per alzarsi in piedi e dell'aria fragile, ha lo sguardo felino e gongolante del cavaliere che ha appena vinto il Torneo del Re. E che, soprattutto, ha ottenuto il pegno della più bella della Corte.












 
NDA: Per quanti già mi hanno incontrato su EFP non occorre ripetere che ho sbattuto la testa da piccola ahahah Questa coppia, però, mi sta piacendo non poco e sentivo la necessità di scriverci qualcosa sopra.
Il focus sarà la relazione tra Alicent e Larys, ma nel frattempo intendo seguire tutto il corso della Danza nel canon dei libri – da un lato dando alcune motivazioni diverse per alcuni eventi, dall'altra modificandone del tutto altri. È quindi un vero e proprio what if che muove le fila da un matrimonio tra Larys e Alicent. "L'amore sarà la caduta" oppure no? E cosa intendeva dire davvero Larys con queste parole? Insomma, ho frullato tanti input insieme per questa long. Spero vi possa incuriosire, grazie per essere arrivati fin qui!
   
 
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