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Autore: Gaia Bessie    12/10/2022    0 recensioni
Gli hanno detto che diciannove anni è un poco pretenzioso, pensare di potere avere dei rimpianti (ma se muori a venti?).
[Elia/Viola | Elia/Sana one-sided | Edoardo/Eleonora | Martinico | La quinta stagione come me l'ero immaginata prima della quinta stagione].
Questa storia è stata scritta per il Writober2022.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Edoardo Incanti, Eleonora Sava, Elia Santini, Sana Allagui
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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5. Sogni al cielo (3:01)
 
Qualche volta mi piace portarmi
dei pezzi via con me via con me
(…)
Volano giorni qui davanti a me
ma non sono stanco di urlare
sogni al cielo
aspettando che
ricadano
(Alex, Sogni al cielo)
 
Quando Sana, senza alcuna grazia, le dice che hanno altre priorità, Eleonora alza un sopracciglio e spalanca gli occhi – si trova nella situazione in cui quei legami, che pensava fossero esili, si sono rinsaldati nella sua assenza o sono nati da zero: si trattiene dal domandarle, ma cosa te n’è fregato mai di Elia, perché Sana sembra da giorni sul piede di guerra e non dice una parola a riguardo.
Eva ci prova, a spiegarle, ride un poco imbarazzata nel dirle che la vita fuori da Skype è un poco diversa da così. Che le hanno lasciato vivere la sua favola bella e hanno nascosto tutto il resto: scopre che Silvia è divorata dalle insicurezze e non ascolta più nessuno, che Federica parla sempre meno e non ha voglia di dire perché, che Eva tiene insieme i pezzi. E, ancora, che Martino vive una favola più bella della sua, ma Niccolò ogni tanto getta una pasticca nel lavello per pura ribellione, che Luchino scopre d’esser il ragazzo perfetto nel passato sbagliato, che. Elia non lo nomina mai nessuno perché, quando Eleonora domanda come mai Sana non ci sia mai, tutti guardano il pavimento, compresi gli amici di lui.
Edoardo parla fitto con Luca, gli mostra qualcosa sul cellulare, ridono insieme: Eleonora si guarda attorno e, quando Eva si scusa e va a rispondere al citofono, borbottando riguardo a Sana che ultimamente è sempre in ritardo, si domanda cosa sia cambiato tra una chiamata su Skype e quella dopo.
«Oh, finalmente ti fai vedere» sbotta Martino, gioviale, facendo cenno ad Elia di sedersi con loro. «Dai, vieni, prendi una birra».
Elia sorride, forzato, non si schioda dall’ombra di Sana manco a pagarlo oro – che non lo sa, che si sono piazzati a casa di Eva non per guardare un film ma per parlare di lui: Eleonora, seduta sul bracciolo di una poltrona di fianco a Silvia, lo guarda e non dice.
«Grazie» Elia sbuffa, si lascia convincere comunque ad accettare una bottiglia. «Non te se può dire di no, a te».
«Elia, senti».
Inizia Giovanni, con i piedi di piombo – ma Sana sbuffa, scalpita, si tormenta le mani come se il problema fosse suo: Eleonora ha chiesto a Silvia, sottovoce (e Malik?) ma non ha ottenuto risposta, se non un sorriso costernato di Federica. C’è che sogni un sacco di cose, prima della maturità, e poi scopri che nemmeno il sogno più zuccheroso ti basta più.
«No, allora, qua non possiamo perdere le ore così» sibila Sana, nervosamente. «Si può sapere che succede?».
Lo dice come se non lo sapesse – e non lo sa per davvero, sa solo che Elia si è rannicchiato sul sedile passeggero, giorno dopo giorno, senza una mezza spiegazione: si è nascosto dentro le proprie ossa, mentre impara ad accettarlo (che anche se il mondo è andato avanti, loro sono sempre tutti lì).
«Sana, senti…».
Eleonora sospira, su quelle parole, tenta la conciliazione: ma ormai sono cresciuti, hanno diciannove anni e vanno per i venti, sono nati in tempi diversi e, ora che il mondo ha continuato a cercar nel tempo la propria forma d’arte, cosa sarà rimasto mai. Sana che ha gli occhi come brace, fiamme che le circondano l’iride scurissima.
Sana che scrive al buio, prende in giro Silvia che ha un diario segreto e poi infesta di pensieri le note del proprio cellulare. Nomi, cose, città – una partita senza fine contro sé stessa e, sulla stessa lettera, perde sempre.
«No, Eleonora, scusami, ma non mi sembra proprio il caso» sibila, senza nemmeno guardarla. «Siamo preoccupati e francamente sono stanca dell’approccio gentile».
Non la contraddice nessuno, nemmeno Martino che le lancia uno sguardo di scuse, ma non dice una parola, nemmeno Edoardo che continua a parlottare fitto con Luchino, nessuno. È che avevamo i sogni, direbbe a Sana se non dovesse misurare le parole con il contagocce, che cazzo di fregatura.
Sana non sembra una che sogna tanto, o così dice Silvia ogni volta che la sua amica (di sogni) distrugge i suoi: che hai la tendenza a fare di una nuvola di zucchero filato un castello, commenta Sana cinicamente, di che sono fatti i sogni, alla fine?
Non è che se li pensi sono immuni alla forza di gravità – a un certo punto, cadono.
Ed Eleonora vorrebbe dire a Sana che le cose accadono, queste sì, ma ti crollano anche in testa senza un motivo ben preciso e lo devi accettare.
«Ragazze» interviene Martino, serafico. «Il punto è che se vuoi dirci qualcosa devi sapere che ti ascoltiamo e non ti giudichiamo, no?».
Elia si guarda attorno, cerca una via di fuga e, quando incontra lo sguardo di Eleonora, scrolla le spalle con aria imbarazzata.
«Sì» mormora, a capo chino. «Lo so».
«Ele, scusami, forse…» balbetta Martino, a disagio. «Sai, magari…».
«Forse dovresti uscire» commenta Sana, secca.
 
***
 
Silvia borbotta qualcosa sottovoce, lamentandosi di Luca e di quello che Luca ha detto e di quello che Luca ha fatto – e Federica annuisce, Eva sbuffa, tira il braccio a Giovanni e dice che. Che non ci stanno a capire un cazzo, che Elia è mille parere e troppo fumo (non sempre legale), che Sana si è data una missione di vita ed è tutta sbagliata, che.
Che c’erano i sogni, sì, chissà quanti: Elia li ha sussurrati tutti, con Eleonora fuori dalla porta a scorrere senza arte le notifiche su Instagram. Ha detto che ha paura, per Viola e per tutto il resto, ha detto che si è giocato così tanto amore non corrisposto che adesso non gli rimane più niente.
Lo hanno preso sul serio, consolato – Sana ha steso le labbra in un sorriso forzato e non ha detto niente.
«Ma quindi cos’ha Elia?».
Sana sbuffa, non la guarda nemmeno – se ne va pestando i piedi con Elia che la segue in silenzio, i pantaloni con la cintura slacciata, e non riesce nemmeno a guardarla in faccia. Nessuno si domanda perché la stia seguendo: che forse i sogni di Sana sono salati e non nuvolette di zucchero filato ma, quando si volta in corner per controllare che lui la stia seguendo, le cade qualcosa dal cuore.
Eleonora non domanda (ha poco spazio per i sogni suoi, figurati per quelli degli altri) ma Eva alza lo sguardo, muta, e Martino alza le spalle.
Mentre Sana va via, Eleonora se ne rende conto – che quando ha fatto armi e bagagli, insieme ad Edoardo, sulla scia dei loro sogni di cristallo, s’è persa qualcosa e, adesso che le crolla addosso insieme a tutto quell’amore che non sa gestire, è tardi.
Che non puoi cercare i sogni incisi sulla volta di un cielo stellato: a guardare in alto, prima o poi qualcosa ti cade in faccia.

 
Sweet dreams are made of this.
(Writober2022, Day10, Lista PumpNEON)
   
 
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