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Autore: syila    16/10/2022    3 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo XXIII
Quando piove lo stolto impreca contro gli dei, il saggio si procura un ombrello.

“Gege smettila di fissarmi come se all'improvviso mi fossi trasformato in uno Yāoguài *, è inquietante e poco educato.”
“A volte non posso farne a meno baobei!” esclamò l'Immortale dopo una pausa necessaria ad elaborare l'ultima informazione uscita dalle soavi labbra del mago e a trovare una replica che non fosse un confuso balbettio.
Ogni tanto il Signore degli Shen veniva preso alla sprovvista dal suo amante.
Forse non lo faceva con malizia o forse al contrario aveva adottato una sofisticata strategia per tenere alta la tensione nella loro vita di coppia ed evitare che, a causa del suo carattere volubile, corresse dietro ad altri interessi.
Dopo l'ultima rivelazione semmai poteva essere il contrario.
“Trovi strano che abbia un'allieva? Pensi che la qualifica di maestro serva solo a darmi delle arie? O forse che sono troppo giovane per insegnare?”
“Diamine no, no!”
Ye Xue si precipitò a rassicurarlo quando vide il suo viso crucciarsi in un'espressione offesa.
“Tuttavia alloggio qui da qualche mese e non ho mai visto nessuno all'infuori di Alaric.”
“Lei è stata a lungo in missione e oggi ho saputo del suo imminente ritorno.”
“I maghi mandano in missione anche i bambini? Siete davvero strani! Comunque stai tranquillo, ci so fare coi marmocchi, mi adorerà!”
“Chi ti ha detto che è una bambina?”




Cosa avrà di speciale quest'altra smorfiosa... Non gli basta Ubon?
I pensieri di Ye Xue avevano lo stesso colore tetro del cielo.
Quella sera, aprendo il pannello intarsiato da cui si accedeva alla terrazza privata, aveva guardato in direzione del Laboratorio dove l'orizzonte appariva schiacciato da pesanti nubi nere gravide di fulmini.
Lunghe ragnatele elettriche le percorrevano senza sosta, accompagnate dal rotolare lontano dei tuoni.
Lo spettacolo selvaggio della natura indomita gli ricordava i tifoni del Pacifico, che frustavano le isole e le coste con funi di acqua e vento fino a piegarle sotto la loro sferza.
Allo stesso modo la corrente magica che i Signori degli Shen percepivano come un fragile crepitio, simile allo spumeggiare del vino in un bicchiere, ribolliva e cozzava in ondate impazzite.
Stava accadendo qualcosa al clima di Serannian, come se la dimensione magica si fosse stancata di mostrare sempre un aspetto ordinato e gentile e avesse posato la maschera rivelando infine un volto caotico e distruttivo.
Un simile cambiamento poteva essere materia di riflessione per uno spirito incline allo studio dei fenomeni naturali o quantomeno impressionare una persona più superstiziosa e sensibile.
Il Maestro Leng invece chiuse stizzito l'anta di legno e scese al pianterreno col proposito di approfittare dell'assenza di Yun Bai per saccheggiare il frigorifero.
Non era dell'umore adatto per ottemperare ai rigidi precetti a cui lo aveva obbligato la maestra Liu.
Il mago era stato trattenuto da una delle sue noiose conferenze?
Peggio per lui!
Aveva allieve ovunque, come un marinaio aveva una ragazza in ogni porto?
Ebbene non era l'unico con dei segreti da nascondere!
Stasera siamo solo io e te bellezza... Oh si, vedrai, non avrò pietà!
Pensò, dedicando un'occhiata libidinosa alla confezione di Ciocco-Menta Extra Fondente che aveva posato su tavolo.
La teneva da parte per un'occasione speciale, ma quell'ingrato di Yubi preferiva divertirsi insieme a qualcun altro!

Appena affondò il cucchiaio nel suo gelato preferito avvertì una presenza estranea all'interno della pagoda.
Uno sguardo minaccioso gli si era conficcato alla base della nuca e dato che volgeva le spalle all'ingresso fu costretto ad interrompere la meticolosa opera di scavo nella vaschetta per accertarsi dell'identità dell'intruso.
“Nessuno ti ha detto che si bussa prima di entrare in casa d'altri?” domandò alzando lentamente le mani, per mostrare che non aveva armi, a parte il grosso cucchiaio da minestra.
“Oh l'ho fatto, non hai sentito?”
Ye Xue alzò lo sguardo verso il soffitto; la grancassa dei tuoni adesso era posizionata esattamente sopra l'edificio di legno, che tremava ad ogni fragorosa rullata, finché un ultimo colpo di tamburo chiuse il concerto e fece spazio al silenzio notturno.
L'aria era una mistura densa di ozono ed elettricità statica a cui si stavano mischiando fragranze più esotiche e solari: olio di Cocco, Frangipani, Tiarè.
“Un modo insolito di annunciarsi.”
“Non volevo interrompere la tua storia d'amore col gelato, ed ero curiosa: sei il primo Signore degli Shen che vedo abbuffarsi così col cibo.”
Nel girarsi verso la porta Ye Xue ebbe modo di constatare come in certe persone vi fosse una perfetta corrispondenza tra voce e aspetto.
La proprietaria di quel tono giovanile, sicuro e squillante si stagliava nettamente tra il buio esterno e la luce dell'anticamera.
La sua pelle abbronzata splendeva avvolgendo un corpo snello e atletico, appena coperto dal pareo floreale che portava annodato sui fianchi con indolente eleganza.
Il colorito dorato e l'abbigliamento non trassero in inganno l'Immortale, i tratti della ragazza non avevano nulla in comune coi popoli del Pacifico; erano caucasici, per certi versi ancora acerbi e spigolosi, con un tipo di bellezza singolare, selvatica e sfuggente.
“Dalle mie parti si dice che condividere il cibo con amici e ospiti gli da più sapore, quindi ti prego accomodati e dividi questo gelato con me.”
Dopo aver visto il suo Qi l'Immortale dubitava che avrebbe accettato
Stava giocando d'azzardo offrendole del cibo, perché l'alternativa era scappare o combattere.
Il Qi dei maghi aveva caratteristiche uniche: rispetto a quello dei comuni esseri umani splendeva con maggiore forza e poteva essere plasmato dal suo possessore in base alle necessità.
Paragonava quello di Yun Bai ad una sottile colonna di purissimo argento, quello della maestra Huang Yu gli ricordava un nucleo atomico minuscolo e incredibilmente denso, dove le forze di attrazione e repulsione dell'energia si bilanciavano grazie al ferreo autocontrollo.
Aveva visto il Qi del Maestro della Morte velato da strati spirituali, come una piccola luna nascosta tra le nubi e quello enigmatico e spaventoso della Maestra Lachesi; ma niente somigliava al Qi della giovane maga seduta davanti a lui.
Si chiese come potesse degustare tranquilla il suo dolce quando dentro di lei Yin e Yang lottavano ferocemente nel tentativo di sopraffarsi a vicenda in un vortice turbolento e caotico, che sembrava alimentarsi all'infinito.

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.” chiarì l'interessata, dando voce ai suoi pensieri.
“Eh?”
“È la spiegazione del fatto che sono qui seduta a mangiare il gelato e non ci sono pezzi di me sparsi nella stanza, me lo ha detto Tersilius, è lui il sapientone del reame, per quel che mi riguarda succede e basta.”
“Stai leggendo la mia mente?”
“Non serve, la tua espressione parla da sola!”
La ragazza sgranò un largo sorriso, che mise in mostra i denti candidi, poi gli allungò la ciotola vuota.
Ye Xue si premurò subito di riempirla, perché il gelato sembrava garantire la stabilità e la benevolenza della sua ospite.
“Sei qui per vedere Yun Bai? Purtroppo è stato trattenuto in da un impegno diplomatico...”
“Lo so, è alla fortezza di Nova Rus.”
Nel rispondergli la giovane maga si sporse verso di lui e posando la ciotola pulita sul tavolo aggiunse in un sussurro confidenziale “Io sono qui per te.”



Brutta faccenda, pensò l'Immortale, a cui non allettava la prospettiva di combattere contro di lei, primo perché ai suoi occhi era comunque una ragazzina, secondo perché era la cocca di Yun Bai e infine perché c'era la concreta possibilità di finire arrostito da una scarica di fulmini.
“Cosa può fare questo modesto Signore degli Shen per la Maestra Nemesi, l'allieva più brillante e talentuosa del Maestro Sheng?" chiese mellifluo, piegando a sua volta il busto verso di lei, mentre spingeva avanti l'intera vaschetta col gelato avanzato.
Non c'erano ancora state delle presentazioni ufficiali tra loro, ma Yun Bai gliel'aveva descritta in maniera così entusiasta che l'avrebbe riconosciuta anche vestita di nero dentro una stanza buia.
“Voglio sapere che intenzioni hai con lui.”
Ye Xue la fissò stranito; nemmeno la maestra Huang Yu aveva avuto un approccio così diretto e lei aveva cresciuto il suo baobei come una madre.
“È una domanda molto personale Maestra...” iniziò prudente l'interpellato “Sono cose private e noi ci siamo appena conosciuti!”
La maga inarcò un sopracciglio, poi requisì la vaschetta e cominciò a mangiare il gelato direttamente da lì.
“Stai fraintendendo, a me non interessa quello che fate in camera da letto, tuttavia se accadesse qualcosa al Maestro Sheng le tue... cose private smetterebbero di essere tali e diventerebbero un problema di sicurezza per tutta Serannian.”
“Non vedo come...”
La replica dell'Immortale venne interrotta dal rumore del contenitore vuoto posato sul tavolo, in pochi secondi la ragazza l'aveva ripulito e lui aveva finito il gelato per tenerla buona.
“Te lo spiegherò io, anche se in realtà questo discorso spetterebbe a mia sorella o a Tersilius, ma una è troppo tollerante e l'altro troppo occupato...”sentenziò abbassando le palpebre, poi sospirò, appoggiò la schiena alla spalliera del divano e allungò le gambe sotto al tavolo.
Dal suo atteggiamento Ye Xue intuì che considerava queste spiegazioni una specie di noiosa scocciatura, quindi le sorrise conciliante e rimase allerta; era difficile anticipare o prevedere le reazioni della giovane maga, perché il suo Qi mutava in continuazione.



“Il Maestro Sheng è il primo ambasciatore inviato qui dalle congreghe terrestri. Potremmo definirlo un... esperimento e considerando la speciale natura di questo mondo e dei suoi abitanti gli altri ci tengono gli occhi addosso.”
“Chi sono gli altri? Chi vi tiene sotto controllo?” domandò il Signore degli Shen, sorpreso dalla notizia.
Yun Bai non ne aveva mai fatto menzione.
“I maghi della terra e le altre dimensioni ovviamente.”
Era tutto fuorché ovvio per Ye Xue.
“Pensavo che Serannian fosse un sistema autonomo e indipendente.”
“Indipendente? Mi piacerebbe, purtroppo siamo connessi con tutte le altre realtà magiche mondane e oltremondane. Nessuna dimensione esiste solo per sé stessa o può evitare di fare a meno delle altre e una Dimensione o un Tempio che godono di buona reputazione sono anche molto influenti.”
All'improvviso i discorsi della maestra Huang Yu cominciavano ad avere un senso; aveva accettato di separarsi dall'allievo prediletto perché come ambasciatore avrebbe portato importanti riconoscimenti alla Scuola del Salto della Tigre.
Onore e reputazione erano una moneta di scambio tra i maghi e Yun Bai faceva parte di un sistema molto più grande che fino ad allora non aveva preso in considerazione, snobbando o sminuendo i suoi incontri diplomatici e declassandoli a formalità burocratiche.
Doveva spostare la messa a fuoco sforzandosi di guardare e capire il mondo in cui l'amante viveva e doveva farlo in fretta, perché la sua ospite stava aspettando una risposta.
“Ho a cuore il bene di Yun Bai sopra ogni altra cosa...” disse “Non è mia intenzione ostacolare il suo lavoro, anzi se ritieni che possa essere d'aiuto mi presterò volentieri; mille anni d'influenza, conoscenze e prestigio possono essere sufficienti?”
La maga sorrise senza mostrarsi impressionata, da quello che aveva detto prima probabilmente non era il primo Signore degli Shen con cui aveva a che fare.
Si chiese per pura curiosità che fine avessero fatto gli altri.
“Tuttavia la mia disponibilità non implica che rinuncerò a lui, a meno che non sia lo stesso Yubi a chiedermelo.” affermò deciso.
“Il maestro Sheng si è dimostrato una persona di buon senso, sono convinta che sappia qual è la cosa giusta da fare, se invece avete dei problemi di coppia dovete rivolgervi a mia sorella, sarà entusiasta di aiutarvi.” rispose la sua Ospite, ritenendo chiusa la questione.
Prese una leggera spinta e si alzò in piedi avviandosi all'ingresso, dove salutò il padrone di casa con un vago cenno della mano, evitando d'indulgere in complimenti o smancerie.
“Grazie del gelato, a buon rendere maestro Leng...”
“Aspetta... Chi è tua sorella?”
Ye Xue la raggiunse sulla terrazza di pietra e alla sua domanda la ragazza si fermò, appoggiò l'indice alle labbra come se cercasse la risposta ad un quesito di vitale importanza, poi il suo sguardo di braci e ombra s'illuminò.
“Giusto, ero venuta qui anche per invitarvi alla cena di Ekto, lei ci tiene molto.”
“Ekto, presumo che sia tua sorella e ha un titolo? Tanto per regolarsi con le formalità...”
“Lei è la Prima Signora di Serannian.” chiarì l'interpellata facendo spallucce.
“Ah!” esclamò Ye Xue sconcertato dalla notizia, l'ennesima, che quell'acqua cheta dell'amante gli aveva taciuto.
“Tranquillo maestro Leng, è una cena in famiglia... Ti piace la cucina italiana?”
“S-si!”
La ragazza sfilò il fiore di giglio che teneva tra i corti capelli corvini e glielo appuntò dietro l'orecchio.
“Qui troverai tutte le istruzioni, siate puntuali, perché a me ad una certa ora viene fame... Adesso vado a portare l'invito al tuo allievo e a vedere come sta il mio apprendista francese.” disse, scoccandogli un occhiolino complice.
L'Immortale la osservò scendere le scale a passi leggeri, coi piedi nudi che sfioravano l'arenaria grigia e per sicurezza rimase a fissarla finché non scomparve oltre la curva del sentiero, portando in direzione del borgo il profumo intenso delle notti tropicali e la nuvolaglia tambureggiante.
Solo allora si azzardò a prendere il fiore e a guardarlo; all'interno dei petali le macchie brune formavano gli ideogrammi cinesi con tutte le indicazioni per la famosa cena.

Il mio apprendista francese...
Chiaramente si stava riferendo ad Alaric.
Ye Xue valutò l'opportunità di avvertire l'allievo del suo arrivo, ma perché doveva sempre togliergli le castagne dal fuoco?
Sarebbe stato divertente scoprire come avrebbe gestito una furia simile.



“Che cazzo combinano al Laboratorio stasera?”
Il giovane francese occhieggiò la finestra con insofferenza; già da qualche minuto il brontolio dei tuoni si alternava ai barbagli accecanti dei fulmini e disturbava il suo lavoro di precisione su una bussola spettrale.
“Anche la grandine adesso?” mormorò indispettito quando i vetri furono percossi da un secco ticchettio, che si ripeté più aggressivo subito dopo.
Sbuffando si alzò per chiudere le imposte, ma appena serrò la presa sulla maniglia un piccolo bolide centrò con malvagia precisione uno dei cerchi che componevano il disegno della vetrata gotica, mandandolo in frantumi.
Il sasso colpì il petto del ragazzo, che urlò (più per lo spavento che per il colpo in verità), perse l'equilibrio e cadde all'indietro, sollevando una nuvola di imprecazioni.
Ye Feng apparve quasi nello stesso istante, in tempo per veder entrare dal vetro rotto un aeroplanino di carta.
L'oggetto eseguì alcune evoluzioni e infine atterrò sul bancone da lavoro dove si dispiegò rivelando al suo interno un messaggio che il Signore degli Shen, corso ad aiutare l'apprendista, notò appena.
“Alaric ti sei fatto male?”
Gli rispose un rantolo afono.
L'interpellato stava indicando il biglietto sul tavolo e una volta rimesso in piedi, scivolò dietro la schiena di Ye Feng continuando a puntare l'indice verso il foglio, come se potesse rappresentare una minaccia.
“Calmati, è solo un pezzo di carta, non avverto nessuna energia negativa...”
“Magari chi lo manda ha cattive intenzioni!” sibilò a corto di fiato il francese, ricordandosi di alcuni vecchi conti in sospeso.
“Scopriamolo allora...”
“No! Sei ammattito forse?” l'apprendista lo abbrancò alla vita per trattenerlo quando l'altro provò a recuperare l'oggetto “Facciamo finta di niente, magari entro domattina sarà sparito! Forse non è nemmeno diretto a noi e sarebbe estremamente scortese leggere la posta altrui! Sai che faccio? Lascio la finestra aperta, così può uscire da solo!”
“Assurdo che un biglietto ti terrorizzi in questo modo!”

“È un invito a cena...” chiarì una voce all'esterno della torre.
Alaric reagì come se fuori ci fosse un leviatano in agguato: impallidì e sussurrò tremante “È lei... Lei è qui...”
L'Immortale inarcò un sopracciglio, poi andò alla finestra e l'aprì sulla prospettiva del borgo; il temporale che poco prima minacciava di sfogarsi era ancora appeso ad un cielo livido ed imbronciato, ma non vedeva nulla di associabile ad un genere femminile senziente e pericoloso.
“Non c'è nessuno, adesso possiamo leggere questo biglietto e... Alaric vieni fuori!” esclamò Ye Feng apostrofando il francese che si era rintanato sotto il bancone da lavoro.
“Col cazzo! Questo è il posto più sicuro in caso di terremoto!”
“Di cosa stai parlando? Esci subito, è poco dignitoso che io parli al tuo fondoschiena!”
“Te ne fai poco della dignità quando sei in un letto con tutte le ossa rotte, adesso mi sposto così entri anche tu!”
“Lafayette stai esagerando... Dove la tenevi nascosta questa vena melodrammatica? È uscita a causa delle tue recenti frequentazioni?” s'intromise la stessa voce all'esterno.
Stavolta Ye Feng reagì rapidamente; spalancò la finestra e si affacciò al davanzale, lasciando spaziare lo sguardo sui tetti fino alle case più remote, mentre l'apprendista si rannicchiò con le braccia sopra la testa, piagnucolando e paventando un imminente disastro.
“È fastidiosa questa Voce Fantasma...”
Il Signore degli Shen concluse che si trattava di un incantesimo per trasmettere il suono a distanza, era l'unica spiegazione logica al fatto che i suoi sensi sovrannaturali non percepivano alcuna presenza.
Tornò all'interno del laboratorio e volse l'attenzione al foglio di carta.
“È un invito a cena, da parte della Prima Signora di Serannian.” disse dopo averne letto il contenuto.
“Che ti avevo detto?” ribatté la misteriosa interlocutrice.
Il Maestro Leng non era sorpreso, dopo l'incontro sulla collina e la chiacchierata con Yun Bai si aspettava una cosa del genere.
Il giovane francese invece passò dallo spavento al panico totale.
“U-un invito? Della … hhh.. Prima S-signora? E ha mandato l-lei a consegnarlo?”
“Mi sono offerta volontaria...”
“Ah...” ansimò di nuovo l'apprendista indicando la finestra attraverso la quale continuava l'insolito dialogo.
“Sembra che tu abbia appena ricevuto una sentenza di morte, è solo una cena Alaric!”
“Mi darò malato!”
“Lafayette non sei credibile col laboratorio di Tersilius dietro casa...”
Il Signore degli Shen socchiuse le palpebre e inspirò profondamente, poi tornò alla finestra, deciso a congedare la petulante messaggera.
“L'invito è stato consegnato, siamo grati a questa Voce Fantasma di averlo recapitato, ma ora io e il mio allievo ne dobbiamo discutere!”
Il temporale si aprì rivelando un cuore pulsante di fulmini.
La voce arrivava da lì, portata e amplificata dal vento.
“Parlatene quanto volete, però Lafayette sa che gli conviene accettare e se ci tieni a lui dovresti accompagnarlo.”
“È un invito o una minaccia?”
“Dipende da voi, ma ne vale la pena, la cucina è ottima!”
Come in un sofisticato gioco pirotecnico i fulmini esplosero in un crepitio di scintille e le le nubi si dispersero nella notte trapuntata di stelle.

“Finalmente... Puoi uscire, la torre non crollerà stanotte e... Alaric! Maledizione!”
Ye Feng una volta chiuse le imposte si girò e trasalì per lo spavento; il giovane francese era rincantucciato nel suo rifugio d'emergenza con le mani intrecciate sulla nuca, lo sguardo vitreo e la bocca spalancata in un urlo muto.
Gli ricordò certe mummie peruviane, la cui espressione disarticolata aveva congelato per sempre l'attimo tragico della loro morte.
“Mi buttano fuori e vogliono dirmelo di persona... magari prima del comunicato ufficiale, sono gentili in fondo.” mormorò atono l'apprendista.
“Durante una cena?”
“Mai sentito parlare di cena di lavoro? Se ad invitarti è il boss diventa difficile rifiutare.”
“Stai esagerando come al solito...” obiettò l'Immortale, mentre lo aiutava ad alzarsi.
La sua risposta contrariò l'interessato, che lo spinse via.
“Perché il culo a rischio non è il tuo! Tu ce l'hai una casa dove tornare, hai perfino l'imbarazzo della scelta!”
“Pensi che sarebbe un problema ospitarti sotto il mio tetto?”
“Fanculo!” lo investì l'altro, esasperato dalla sua superficialità “Non si tratta solo di un posto dove posare lo zaino! Senza mentori o garanti diventerei un reietto!”
“Io sono il tuo maestro!”
“Tu non sei un mago!”
Il Signore degli Shen stentava a riconoscere nel ragazzo terrorizzato che aveva davanti quello che si era precipitato sulla Cima Spezzata per salvarlo, incurante di pericoli ben più gravi.
Intuiva che il suo stato d'animo dipendeva dalle regole della società magica e dalla posizione precaria in cui si trovava a causa del pessimo carattere e dei trascorsi burrascosi; tuttavia erano stati proprio i maghi ad affidargli la sua educazione.
Un riconoscimento importante che ora il francese snobbava come se non contasse nulla.
Alaric dal canto suo aveva smesso di prestargli attenzione, girava in tondo con le braccia strette al petto, cercando tra le fughe del pavimento una soluzione o almeno una scappatoia credibile.
“Magari dovrei portare uno dei lavori più recenti per mostrargli i miei progressi... Ultimamente ho messo mano a dei bei progetti! Qualche arma? La Maestra Nemesi adora le armi!”
“Alaric!”
“Zitto! Mi deconcentri!”
"Io non verrò alla cena."
L'altro interruppe il suo moto perpetuo forsennato e lo fissò un attimo in silenzio prima di replicare acido: "Sai che novità!"
"Non t'importa che io non ti accompagni?"
"Eri contrario alla gita nel Mondo degli Spiriti, ti rifiuti di insegnarmi le arti marziali, qualsiasi iniziativa che mi riguarda per te è sempre e comunque un no!"

Il risentimento adombrò lo sguardo di Ye Feng e le sue labbra si contrassero in una piega amara.
Il giovane era ancora all'oscuro della sua visita al Laboratorio, voleva fargli una sorpresa.
"Alla fine ci siamo andati al Palazzo d'Estate..." mormorò piano.
"Chi se ne frega!" sbottò l'altro in un eccesso di rabbia che lo portò fin sotto al naso dell'Immortale "All'incontro da cui dipende la mia permanenza a Serannian dovrò andarci da solo!"
Afferrò il biglietto con l'invito, diede una scorsa al contenuto e poi lo appallottolò rabbiosamente, gettandolo a terra.
“A parte la data è scritto in cinese!” esclamò allarmato, infilando di corsa la prima rampa di scale che portavano alle camere dei piani superiori “Cristo Santo non ho niente da mettermi! Maya, Maya aiutami! Ho bisogno di uno smoking o meglio di un frac per dopodomani!”
Il Signore degli Shen lo lasciò andare e fece quello che faceva sempre in certi momenti: incassare e tacere.
Raccolse il foglietto, lo lisciò con cura e lo fece scivolare nella tasca dell'hanfu dopo averlo riletto.
L'invito suggeriva che si trattava di un incontro privato, senza alcuna formalità.
Come sempre Alaric aveva preso la notizia di petto, l'aveva travisata e lui non era riuscito a smentirlo.
La cena non aveva niente a che vedere con la sua permanenza a Serannian, però dirglielo adesso e provare a farlo ragionare sarebbe stato come fermare un treno in corsa a mani nude.

Fine ventitreesima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissimi e carissime come annunciato le nostre coppie entrano in contatto con la seconda Leukotes della lista, quella intermedia!
Definita così solo per via dell'età e non certo per l'inesperienza.
La piccola Nem (come la chiamano in famiglia ^^) non le manda a dire e ha una personalità piuttosto forte, che si fa notare perfino nel consegnare un innocente invito a cena.
Si dice che ambasciatore non porta pena, ma lei è riuscita a portare scompiglio nella coppia Junior e a spaventare perfino Gege.
State tranquilli, le cose possono solo peggiorare!
^^ Ecco, questo invito è la ragione per cui ho ribattezzato il nuovo arco "magna-magna".
La cena si svilupperà infatti nei tre capitoli successivi e per la vostra gioia ritroveremo l'accoppiata peloso&marmocchietta e avremo finalmente un assaggio della Prima Signora e della sua... esuberanza.
Allacciate le cinture e indossate i caschetti, la salita al Monte di Giada si fa turbolenta! (✿◠‿◠)

Termini e spiegazioni:
Yāoguài: sono l'equivalente cinese degli Yokai giapponesi, demoni minori o spiriti per lo più malvagi e dall'aspetto bizzarro e inquietante (per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Yaoguai)



   
 
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