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Autore: hermy09    17/10/2022    1 recensioni
Una raccolota di fanfiction (per la maggiorparte oneshots) sulla coppia Jason Grace e Reyna Ramirez Arellano.
Sono tutte storie tradotte dall'inglese all'italiano. Leggere il primo capitolo per più info.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Jason Grace, Reyna, Reyna/Jason
Note: Missing Moments, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE, questa non è una mia fanfiction, è stata scritta da HecateA e pubblicata su fanfiction.net

Io l'ho solo tradotta dall'inglese all'italiano.

Qui trovate la storia originale: https://www.fanfiction.net/s/8566409/1/

Campo Giove 

"Buongiorno raggio di sole, oggi sembri felice." Jason commentò quando Reyna uscì fuori dalla casa casa dei pretori contemporaneamente a lui.

Lei lo guardò aggrottando le sopracciglia. La sua mano stringeva l'elsa del coltello.

"Rey?" Jason la chiamò. Le si fece vicino. C'era qualcosa che non andava in lei, di vedeva nel suo sguardo. "Stai bene..?"

"Chi..." Il suo viso perse di colorito e i suoi occhi si rivoltarono indietro.

Svenne e Jason dovette correre per afferrarla.

Campo Mezzosangue

Annabeth per poco non ebbe un infarto quando delle braccia le cinsero la vita da dietro la schiena dopo pranzo,  Percy fece un passo indietro.

"Scusa. Ancora troppo presto dalla guerra per reggere le sorprese?" Le chiese. Si volto, aveva una sguardo spaventato. Cosa pensava che volesse farle?

"Non toccarmi" disse. "Chi ti credi di essere?"

"Mmh, scusami Annabeth." disse Percy. "Ho fatto qualcosa di male?"

Il suo sguardo si ammorbidì e i suoi occhi grici parvero più limpidi.

"Male- no, non hai..."

"Whoa, attenta, ti senti bene?" disse Percy tenendole un braccio.

Cadde tra le sue braccia e svenne prima che Percy potesse chiamare un medico.

Campo Giove 

"Jason," Frank disse sbirciando dentro al principia. Fece un cenno verso la porta e Jason capì. Il suo cuore ebbe un sussulto.

"Ottaviano, ho altro di cui occuparmi, penso che per oggi sia abbastanza. Possiamo riprendere domani."

"Va bene," disse Ottaviano, in un modo che ricordò a Jason certi personaggi dei film che prima ti abbracciano e poi ti pugnalano alla schiena.

Jason lo scortò fuori. Frank lanciò uno sguardo assasino a Ottaviano mentre quello usciva. Aspettarono che se ne fosse andato prima che Jason chiedesse a Frank cosa volesse dirgli. Frank gli spiegò che Reyna si era svegliata e aveva chiesto di vedere lui, quindi il medico aveva chiamato Freya, che aveva mandato Hank a chiamare Charlie, e Charlie aveva mandato Mina e Mina aveva mandato Frank quindi Frank-

"Lei sta bene?" Jason chiese correndo verso l'infermeria.

"Sì, credo stia meglio, ma sembrava molto preoccupata per qualcosa," disse Frank.

"Ti ha detto cosa fosse?"

"Sì," Frank rispose. "Te."

Campo Mezzo sangue, più tardi

"Sta bene?" Piper chiese entrando in infermeria qualche ora dopo, era preoccupata. Aveva dovuto sostituire Annabeth ad una lezione di mitologia.

"Respira, è solo svenuta." Percy disse. Era seduto accanto al suo letto, le teneva la mano.

"Perchè... beh, ho chiamato Jason qualche minuto fa.  E anche Reyna è svenuta senza un motivo."

"Cosa?" chiese Grover.

"E come ho reagito io. Non sanno cosa sia successo. É successo prima di colazione, quindi potrebbe essersi trattato di deidratazione o qualcosa del genere..."

"Reyna non si farebbe stendere per deidratazione nemmeno dopo una giornata nel deserto del Sahara." Percy notò.

Piper alzò le mani 'Lo so. Si è svegliata mentre parlavo con lui, 5 minuti fa."

La mano che Percy teneva tra le sue si chiuse attorno alle sue dita e lui si voltò.

Anche Annabeth era sveglia.

"Percy," disse mettendosi su. Percy le tenne le spalle per non farla alzare.

"Riposa, è tutto okay." le disse. "Hai solo saltato il pranzo, non preoccuparti."

"No, no, c'è un problema." disse Annabeth, si teneva la testa tra le mani. "Io..."

"Va tutto bene," la rassicurò Percy.

"No, non è così, non ne hai idea!" disse Annabeth. "Io... il mio cervello sembrava diventato di gelatina, ero così confusa, e mi sentivo come se non avessi mangiato per giorni..."

"Guarda, di qualunque cosa si trattasse, è finita," disse Percy per farla calmare. "Stai bene." La baciò e lei ricambiò. Ma poi Annanbeth si scostò.

"Percy io..." disse lei. I suoi occhi grigi erano allarmati e supplichevoli. "Non ti avevo riconosciuto".

Campo Giove 

"Che significa che non mi hai riconosciuto?" chiese Jason.

Reyna scosse la testa. "Non lo so. Tutto i era familiare, ma era come se tu non saresti dovuto uscire da quella villa."

"Chi ti aspettavi ci fosse, Ottaviano?"

Lo sguardo di Reyna sembrava profondo. "Non lo so. La tua faccia era quella di un estraneo".

Campo Mezzo sangue

Jason si trovava nell'infermeria del Campo Giove quando arrivò il messaggio Iride. Reyna era sveglia, stava poggiata ai gomiti con un lenzuolo bianco che le copriva le game e l'armatura ai piedi del suo letto.

"Jason abbiamo un problema." disse Percy.

"Sei nell'infermeria? Cosa è successo?"

Fu allora che il messaggio iride si straccò e al suo posto apparve Era. Indossava dei semplici vestiti da montagna. come se i suoi pinai fossero tutt'altro che parlare con dei mezzosangue ed essere un'onnipotente dea imponente. Il suo viso era pallido e aveva un'espressione di panico. .

"Dobbiamo parlare," disse. "Ora."

Campo Giove 

"Perché?" chiese Reyna. "Non sono tua. Non sei la mia patrona. La tua magia-"

"La mia magia era molto debole quando ho scambiato Jason e Percy e gli ho cancellato la memoria," la interruppe Giunione. Si passò una mano tra  i capelli. "Ero prigioniera di Gea, ero sotto tortura. Non era a te che puntavo. Ringrazia il fato che Jason e Percy siano arrivati sanli e slavi fino ad oggi. La magia non è sicura e come penso tu sappia, è molto dinamica, Reyna. Agisce liberamnete a meno che non la si fermi e date le conseguenze..."

"Tu non hai fermato il tuo incantesimo della memoria," disse Reyna.

"Non si è fermato col cancellare i nostri ricordi ," disse Jason said. "Quindi adesso sta avnedo effetto su..."

"I ricordi di Reyna e Annabeth" Giunione confermò. "Sì. Mi dispiace."

Campo Mezzosangue

"Beh, sei una dea!" disse Percy. "Fermalo! Riparalo! Trova , fai del voodoo, convoca Merlino, qualunque cosa."

Era sbuffò e andò via. Si mise le mani tra i capelli e poi tornò ai semidei.

"È passato un mese intero da quando la magia è stata sprigionata. Adesso è troppo potente e incontrollata."

"Non puoi fare nulla per rimediare" disse Piper debolmente. "La memoria di Annabeth peggiorerà sempre di più."

"La magia funziona nel senso opposto" disse Era chiudendo gli occhi. "Percy non ricordava nulla tranne che per Annabeth. Annabeth ricorderà tutto tranne Percy".

Lo sguardo di Annabeth si perse nel vuoto come disconnesso dalla realtà. Piper si portò le mani alla bocca e Leo inclinò la testa di lato 'aspettate, come?' le spalle di Grover's caddero giù. Percy si era quasi pietrificato, ma fu il primo a muoversi alzandosi e camminando in giro. Diede un calcio al muro che fece sobbalzare tutti.

"Perché non l'hai fermato prima?" protestò Percy.

"Percy-" Annabeth iniziò.

"Perché non lo hai fatto?" disse Percy. "Ci avevi diviso, va bene. Adesso ci ... cancellerai?"

"Se ci fosse qualcosa che potrei fare lo farei." disse Eera. "Credimi; non ho mai voluto separarvi. Non mi piaci, ma non vorrei il tuo cuore debba passare tutto questo."

"Tutte balle," scattò Percy . "Stai solo rovinando tutto di nuovo!"

"Percy," disse Grover poggiando le mani sulle spalle di Percy. "Calmati amico".

"No, non mi calmerai!"

"Sì che lo farai," scattò Annabeth. Percy si zittì e Annabeth mise le gambe giù dal letto e si sedette.
"Perciò ?" chiese lei ad Era. "Quanto tempo mi resta?"

"Non lo so," disse Era miserabilmente.

"E per Reyna?"

"Non lo si può sapere."

"Reyna e Jason sanno di tutto ciò?" chiese Annabeth.

"Sto parlando con loro come Giunone e gli sto spiegando cosa sta succedendo".

"Ora sembri ancora più inquietante," disse Percy.

"Zitto e calmati" disse Annabeth. Per essere qualcuno che ha appena ricevuto tutte quelle notizie, Annabeth era molto calma e controllata. "Senti, sappiamo cosa ata accadendo. Possiamo crearci un piano, e capire come conviverci".

"Come?" disse Percy. "Come possiamo conviverci? Annabeth, tu... tu dimenticherai ..."

Gli occhi di Annabeth si riempirono di lacrime e la sua espressione rese chiaro che l'unica cosa forte rimasta in lei era quella.

Percy si sedette accanto a lei, e si pentì di essersi arrabbiato in quel modo, e la abbracciò.

Lei poggiò la testa nell'incavo del collo di Percy, e gli si accocolò come un bambino spaventato dal buio.

"Non è perfetto. Ho detto che dobbiamo ancora capire cosa fare," disse piano.

"Giusto, lo faremo." promise Percy, calmandosi. Per lei riusciva sempre a calmarsi.

"Penso che adesso tu possa andare," suggerì piano Piper  ad Era.

"Se ci dovesse servire qualcosa chiameremo, adios Tìa," disse Leo. Era non protestò. Li guardò con quei suoi occhi marroni tristi. Li chiuse e scompari.

Campo Giove

"Dovremmo dirlo ad altri?" chiese Jason. Reyna era rimasta per molto tempo immobile e silenziosa.

Questo è ciò che gli aveva detto Gwen; lui un'ora dopo che Giunone era andata via si era recato al forte in modo che ai legionari tutto sembrasse andare bene . Ma non voleva che Reyna restasse da sola, quindi aveva chiamato Gwen dalla città, le aveva riassunto la situazione, ed era andato. Aveva fatto delle soste presso un paio di muri e dei negozi, perché aveva bisogno di prendere a calci qualcosa mentre si dirigeva al Principia, ma quella era un'altra storia.

Ma ora, mentre erano sdraiati insieme con le gambe intrecciate e il capo di Reyna su suo petto, si sentiva ancora peggio. Nei suoi momenti di debolezza, Reyna non aveva chiesto spesso aiuto o supporto. Tutto ciò era terribile.

"Io non lo so," scattò lei. "So come la magia può andare male tutto e conosco la perdita della memoria ma non so come sistemarlo o cosa accadrà, o cosa gli altri dovrebbero fare".

"Già, è un caso particolare," disse Jason. Le uniche altre persone che aveva vissuto una cosa come questa vivevano  sulla costa occidentale del paese, e probabilmente anche loro stavano provando a capirci qualcosa. Il suo stomaco si contrasse.

Era colpa sua se l'incantesimo era diventato così. Era colpa sua se la sua memoria si sarebbe lentamente ma sicuramente rovinata irreparabilmente. Era colpa sua se la relazione su cui entrambi avevano lavorato tanto per costruirla sarebbe andata giù per lo scarico. Tutta colpa sua.

Reyna non disse nulla. Premette la sua gunacia contro il petto di Jason, che sollevò una mano tremante per accarezzarle i capelli.

"Andrà tutto bene."

"Sì, sarà così per me, ovviamente, dato che non ricorderei nemmeno perché dovrebbe esserci qualcosa che non va. È per te che mi preoccupo, Grazia salvatrice." disse Reyna.

Le baciò la fronte. "Non preoccuparti per me. Pensa a te stessa."

"Dovresti sapere ormai che preoccuparmi per te è un'abitudine innata." disse Reyna.

"Puoi insegnare nuovi trucchetti anche a un cane vecchio," disse piano.

Campo Mezzosangue

A causa di circostanze eccezionali, Percy non sarebbe tornato alla Goode quell'anno, avrebbe passato del tempo con Annabeth al Campo. Quindi sarebbe stato uno degli sfigatelli che trasportava valigie su per la collina e aiutava i nuovi arrivati a srotolare i sacchi a pelo.

Mise giù i bagagli di Christopher in cima alla collina.

"Che cosa c'è quì dentro, mattoni d'oro?" chiese lui.

"Bronzo celeste; ci sei andato vicino." Rispose il figlio di Efesto. "Oh, c'è la tua ragazza, non guardarla".

Percy guardò oltre la sua spalla e vide Annabeth fare la predica a una sua sorellina, Daphne, in cima alla collina. Le sorrise e alzò la mano per salutarla. Per un attimo lei distorse lo sguardo dubbiosa poi i suoi occhi si spalancarono, sorrise e salutò di rimando.

Si girò scioccato verso Christopher.

Già, non avrebbe dovuto guardare.

Quella fu la prima volta che la memoria di Annabeth vaccillò.  

Campo Giove

Si stavano occupando dei documenti nella Principia e chiacchieravano di un nuovo film appena uscito che volevano andare a vedere, ma non trovavano mai il tempo a cusa appunto dei documenti, di Ottaviano e dei doveri.

Spinse una pila verso di lei. C'era un post-it giallo in cima, che stava a significare che erano solo da firmare, e solo Reyna doveva mettere la sua firma.

Reyna tolse il She Post-it e controllò le scadenze prima di firmare in fondo alla pagina.

"Jason Grace..." disse dubbiosa ad alta voce leggendo la firma che c'era già.

Lui la guardò ferito, e lei capì subito che si trattava di lui.

Campo Giove

La punta della penna a sfera scorreva sulla sua mano ancora, ancora e ancora, tracciando le stesse lettere rendendole spesse e scure contro la sua pelle.

Jason Grace

Fece un grande respiro e richiuse la penna.

"Ti prego, funziona," sospirò lei guardando il nome. "Non posso dimenticarmene un'altra volta questa settimana."

Campo Mezzosangue

Annabeth stava attaccando con le puntine blu, una delle foto che Sally le aveva mandato e quelle che aveva raccolto dai ragazzi del campo, e ovviamente quelle che aveva lei. Le aveva appese nella parte inferiore della cuccetta del letto sopra il suo. Guardando in alto sbatté la testa.

Il suo volto, in una dozzina di foto, la guardava. A volte c'era anche lei nelle foto, a volte c'era anche Grover, altre volte Jason, Leo e Frank, o Hazel e Piper, o Will e Jake...ma lui. Lui sempre , la osservava dall'alto come un angelo custode.

Dopo averlo guardato per pochi secondi a colazione dal proprio tavolo, e che lui aveva ricambiato lo sguardo con gli occhi lucidi, qualcosa era scattato nella sua memoria. Uno scatto lento e arruginito, ma uno scatto era. Quindi adesso ricordava. E adesso sapeva che il suo testa d'alghe era il suo angelo custode.

Annabeth avrebbe così tanto voluto ricordarlo ogni giorno.

Campo Giove

Reyna lo fissava intensamente.

"Che c'è ?" chiese lui.

"Il tuo labbro..." disse Lei.

"Che cosa ha il mio labbro?" chiese Jason.

"Hai una cicatrice," disse lei. Sembrava confonderla tantissimo.

"Sì ," disse Jason. "Ho provato a mangiare una spillatrice quando avevo due anni- ami quella storia."

Nei suoi occhi sembrò accendersi una luce.

"Certo, Jason, ovviamente."

Jason non le chiese se lo avesse riconosciuto o no.

Non voleva rischiare di scoprire che la risposta fosse no.

Campo Mezzosangue 

Annabeth era a capo della loro squadra di caccia alla bandiera, e stava assegnando compiti a tutte le loro cabine alleate. 9, 6, 5, 12, 15, and 16. Avevano una squadra forte quella sera. 

"Hai dimenticato il tre," le fece notare Percy.

Annabeth aggrottò la fronte.

"Per cosa sta il tre?" chiese lei.

"Poseidone," disse Percy mentre sentiva la sua bocca asciugarsi. "Io sono il capo cabina. Percy."

"Sì, lo sapevo," disse Annabeth per rimediare alla gaffe. "Ehm... Puoi stare in difesa."

Percy poteva giurare che il paino di ieri includesse lui che la seguiva lungo il fiume, nel territorio nemico, ma accettò.

Campo Giove

Jason lasciò correre, come faceva ogni mattina. Lasciò che Reyna lo guardasse in viso confusa , e non si mosse fino a quando i suoi occhi scuri non si posarono sulla sua cicatrice. Poi lei sorrise e gli disse "Forza e coraggio, Grace" come se nulla fosse successo, come se lo avesse riconosciuto subito.

E Jason rispose "Buongiorno splendore" come se nulla fosse successo.

Campo Mezzosangue

"La collana del campo," Malcolmle ricordò. "Sesta perla."

"Perchè è importante?" chiese Annabeth.

Malcolm sospirò. "Lo è e basta, okay? Concentrati sulla sesta perla."

Annabeth la rigirò tra le dita. Un tridente su uno sfondo nero, gran cosa. Anche se era curiosa di sapere cosa c'entrasse Poseidone. Le sfuggiva di mente, il che lasciava Annabeth perplessa, perchè suo padre aveva sempre insistito su quanto avesse una buona memoria.

Uscì fuori. Qualcuno stava indugiando lì, la aspettava.

Perla nera.

Tridente.

Lui.

Tridente.

Perla nera.

Percy.

"Ehi," disse Annabeth con un sorriso. Lui le sorrise, i suoi occhi sembravano più sollevati.

"'Buongiorno ragazza saggia," disse Percy. "La cucina odora di pancakes."

"I miei preferiti," disse lei con un sorrise. "Sarà una bella giornata."

"Lo è già," disse Percy.

Non le spiegò il motivo però. Annabeth era abbastanza sicura che avesse a che fare con la sesta perla su cui Malcolm insisteva tanto.

Campo Giove

Jason non voleva più muovere un solo centimetro della sua persona per un milione di anni,per nessuna ragione. Si era appena ritirato da senato con Reyna, le aveva dato il bacio della buona notte, era entrato a casa sua, e si era rannicchiato nel suo letto convinto che non si sarebbe mai più mosso.

Avevano appen avuto una riunione del senato riguardo alla memoria di Reyna.

Era l'argomento che a Jason piaceva di menom di sempre, e Ottaviano ne discuteva tranquillamente insieme a un mucchietto di altri senatori. Un po' troppo tranquillamente a dire il vero. Ottaviano sembrava gioire di sentire tutto ciò. Aveva spezzato in due un peluche di cucciolo di giraffa che non se lo meritava, e aveva annunciato che cuori infranti, diaprtire e licenziamneti erano vicini. Balle. Eccetto forse per la parte sui cuori infrnati.

Lui e Reyna avevano passato molti guai, ma con l'aiuto di Frank e Dakota avevano convinto l'alleanza minoritaria di Ottaviano che Reyna e Jason potevano ancora lavorare insieme come pretori se avessero fatto degli accordi. Era stata una conversazione estenuante ed estenuante era stato anche dover mantenere la sua poker face per tre ore. (Espressione neutrale per non far capire cosa si pensa veramente, ho lasciato il termine originale perchè anche io lo uso ma ho voluto spiegarlo, non si sa mai ).

Jason voleva solo crollare. Era stanco di essere forte. Reyna era davvero Wonder Woman, ma Jason si sentiva come... come Aquaman, o qualcosa di altrettanto patetico.

Jason si era sempre sentito pronto a dover affrontare tutto nella sua vita. Era sempre stato pronto a ogni ostacolo che gli si era posto davanti, o almeno abbastanza pronto sapere come improvvisare. Gli era stato detto fin da quando era piccolo che era un legionario, e quindi quello gli veniva facile- i lunghi turni, l'allenamento, la pressione... Gli era sempre stato detto che aveva fatto grandi cose, quindi aveva accettato di guidare l'assedio del Monte Otri, essere pretore e sbrigare le pratiche, gli incontri al senato le esercitazioni con la legione e i ludi di guerra. Perdere i suoi ricordi è stato duro; la guerra contro Gea fu dura. Ma questo... in qualche modo era molto peggio.

Non aveva senso. La guerra contro Gea aveva portato a catastrofiche perdite e danni. Jason aveva considerato seriamente l'idea che tutto ciò sarebbe finito, che Roma sarebbe caduta una volta per tutte.  Era stata una tragedia e Jason on lo avrebbe mai dimenticato.

Ma questo era peggio perchè non sapeva chi incolpare. Giunone? Non esattamente. Lei aveva dovuto fare un incantesimo su Jason e Percy per salvare il mondo. A lungo termine; aveva fatto la cosa giusta. Questo invece era stato un incidente. Questo non sapeva come affrontarlo. Non sapeva come migliorare la situazione

Sapeva solo una cosa; fino a quando Reyna avrebbe provato a ricordare, lui l'avrebbe aiutata a recuperare i ricordi. Finche lei avrebbe voluto lavorare insieme, avrebbero fatto funzionare il loro pretorato. Avrebbero parlato insieme al senato finchè lei avesse voluto stare in coppia, e quando non avrebbe più voluto... Beh, l'avrebbe lasciata andare e si sarebbe tenuto i ricordi per se. 

Campo Mezzosangue

Annabeth stava insegnando basi della mitologia- a dei novellini e ai fratelli Stoll che continuavano a venire bocciati perchè erano...beh, gli Stolls.

"Qualcuno sa dirimi quale mostro sia questo?" Annabeth era seduta sui gradini di pietra dell'anfiteatro, e indicava l'immagine su un libro.

"Una gorgone," disse una giovane figlia di Tyche. Fortunata.

"Esatto," Annabeth annuì. "Le gorgoni erano tre. la più famosa era Medusa che fu uccisa da Perseo quando...".

Era come se qualcuno avesse chiuso un circuito rotto.

"Perseo..." disse lei. "Quello è il suo nome."

"Di chi?" Chiese un figlio di Apollo.

"IL capo cabina della cabina tre, non è importante".

"Non è il tuo ragazzo?" Chiese confuso un ragazzino della cabina 14 .

Una figlia di Afrodite piagnucolò con un lamento che sembrava quello di una balena morente.

"No. Sarebbe assurdo; Non riesco neanche a ricordarmi il suo nome." disse Annabeth.

Annabeth vide i suoi occhi –lo stesso verde del tridente sulla perla- quella sera realizzl il terribile errore che aveva commesso.

Campo Giove

Un gruppo di greci venne in visita. Leo e Piper furono i primi ad arrivare, enozionati di vedere Jason e Reyna, Frank e Hazel, Gwen e Dakota, e tutti gli altri amici che avevano conosciuto.

Percy e Annabeth arrivarono più tardi a causa della quantità di Pegasi che il campo aveva a disposizione, e si incontrarono con Jason e Reyna all'ingresso del forte molto dopo rispetto agli altri.

Entrambe le ragazze si salutarono calorosamente-  cosa che non smetteva mai di sembrare aliena a Jason e Percy, che si aspettavano il mondo potesse collassare.

"Ehi Jason," sorrise Annabeth quando vide Jason.

"Ciao Jackson," disse Reyna.

I due ragazzi si guardarono un po' risentiti.

Non avevano dimenticato i nomi dell'altro.

Campo Mezzosangue

Erano in canoa, scivolando su e giù per l'acqua del lago blu del Campo Mezzosangue. Annabeth teneva la testa poggiata sulle ginocchia di Percy e lui avrebbe dovuto svolgere i compiti delle vacanze.

Annabeth teneva un libro sopra la testa e leggeva. La parte grandiosa di essere una figlia di Atena era che non abbandonava mai un libro e le sue bracci anon si stancavano mai.

"Di che parla?" Le chiese picchiettandole la fronte.

"Umm... un po' di tutto, in realtà. Trovi azione, mistero horror. Romanticismo, storia, fantascienza... è veramente una trama geniale."

Percy non rispose quindi lei sospritò, si sedette, e si voltò verso di lui.

"La stori inizia nel 1865 con la marcia di una legione romana." spiegaò Annabeth.

"Aspetta- 1865? tipo, prima di cristo?"

"No," disse lei. "Vedi, quello è il primo indizio che qualcosa non va."

Cominciò a spiegargli tutto riguardo alla 1705 pagine del libro. Percy era abbastanza scioccato che fosse arrivata a solo duecento pagine dalla fine ma riuscisse ancora a ricordare che la prima scena del personaggio di  Sabina la gladiatrice fosse nel 66 d.C, che John Skelton avesse i riccioli mori, Veronica Holmes fosse una femme fatale inglese, che nel capitolo tredici comparissero i Mongoli... Oh, e ovviamente aveva le sue teorie su chi aveva causato la guerra tra le nazioni.

"Il mio cervello è morto a metà della tua spiegazione." disse Percy. "Come facevi a sapere cosa fosse un guerriero Zulu?"

"Leggo tanto, Testa d'Alghe." rispose lei.

"Già, ma come fai a tnere tutto in quella tua testa?" le chiese.

"Ho una buona memoria," rispose.

Oh.

La conversazione si spende. Per un po'.

Era triste, ma alle fine si accoccolò a lui, lasciando il libro sul fondo della barca senza neanche segnarse la pagina.

Lui mise meccanicamente un braccio attorno a lei e Annabeth posò la guancia contro il suo petto.

"Ti amo, no?" disse Annabeth. "Lo sai questo, vero?"

"Già," Percy annuì. Ma il suo sguardo era distante. "Lo so."

"Non sembra dal tuo sguardo," disse Annabeth.

"Solo perchè ti amo, e tu mi ami. M un giorno non saprai che ci sono io, e come potrai amare qualcuno che non sai nemmeno... ci sia?"

Annabeth lo baciò, e gli cinse le braccia attorno al collo. Lui le mise le braccia intorno slls vita e dopo un po' si sdraiarono, premuti contro i sedili della canoa.

Se Percy avesse potuto congelare un momento nel tempo sarebbe stato quello, perchè c'erano solo lui ed Annabeth, ed erano da soli a baciarsi in posto stupido dove baciarsi non era usuale, c'era il sole. era silenzioso e perfetto. E lei era semplicemente meravigliosa.

"L'ho già fatto una volta," disse Annabeth. "Lo farò una seconda."

Campo Giove

"Ehi bro," disse Percy. "Come va?"

Jason fece un grande respiro, puntando gli occhi al soffitto. "Bene," disse infine ricambiando lo sguardo di Percy. "Sto bene, e tu?"

Percy annuì, e guardò a terra. "Come sta Reyna?"

"Bene," disse Jason. "E Annabeth?"

"Bene," rispose Percy. Alzò lo sguardo. "Deve scavare tra i suoi ricordi per riconoscere il mio viso ogni giorno."

"L'altro giorno ha dimenticato il mio nome" borbottò Jason.

Si guardarono.

"Che schifo," disse Percy.

"Sono felice non abbiano mai dovuto vederci ricordare," disse Jason. "Perchè fa un male cane."

"Amen," disse Percy. "Era... eravamo messi così male?"

"Io lo ero," rispose Jason. "Non so di te. Non ero lì."

"Spero che il nostro essere presenti non lo renda più difficile, allora." disse  Percy.

Campo Mezzosangue

Durante il falò del campo accadde che quel giorno ad Annabeth tornò al memoria.

Sembrava spaventata e indifesa come un bambino quando arrivò con Malcom dietro gli spalti dell'anfiteatro per lasciarla a Percy. Teneva su il colletto della giacca e si copriva i polsi con le maniche. Tremava, e Percy la prese subito tra le sue braccia.

Qualcuno li fissò, ma la maggior parte finse di non aver notato nulla mentre Malcom tornava agli spalti della cabina 6.

Annabeth affondò la testa sul suo petto e Pery non potè trattenersi dal ringraziare gli dei nonostante la tristezza e le lacrime di Annabeth non fossero mai una buona. Lo fece sentire colpevole ed egoista.

"Mi dispiace," disse Annabeth. "Non so cosa mi succede."

"È solo magia andata storta," disse Percy piano. "Non è colpa tua, okay?"

"Mi sento in colpa," disse lei. "E sto male. Mi sento malata. E mi fa male la testa".

Lui la abbracciò più forte. Alla fine si rilassò e rimasero accoccolati come una normale coppia al falò del campo. Annabeth era seduta accanto a lui, poggiatagli addosso. Lui teneva il braccio attorno a lei come un soldato e la teneva vicina.

Le chitarre strimpellavano lievemente. Le voci che cantavano erano rilassanti. Era così pacifico e silenzioso. I semidei si erano dispersi e riagregati i coppie o gruppetti di amici e fratelli, come un grnade gioco del tetris.

"Che bello," disse Annabeth.

"Già. Anche il falò," disse Percy. In un altro tempo Annabeth gli avrebbe fatto una smorfia. Ma non quel giorno. Si accovacciò più vicino a lui, guardando il fuoco scoppiettante.

"Scusa se mi ci è voluto un giorno per ricordare." disse lei.

"Non è colpa tua, o una tua scelta."

"No," disse Annabeth. "Ma mi fa stare male comunque. Dovrei essere intelligente. Dovrei inventrami qualcosa per risolvere."

Percy poggiò la testa sulla sua. "La magia non ha a che fare con l'intelligenza. È una di quelle cose. Come l'amore. La tua intelligenza non ha avuto controllo su come ti sei innamorata, abbastanza ovvio."

Annabeth continuò. "Se il mio cervello non riesce ad aggiustare questa... situazione, forse tutto il resto in me può." disse. "Prometto di non dimenticarmene finchè ci sarai a ricordarmelo."

Le fiamme si innalzarono in scintille dorate, con punte di rosa, rosso, blu e nero.

Percy baciò la cima della sua riccia testa bionda e lasciò le labbra lì.

"Ci sarò sempre per ricordartelo" disse Percy.

Campo Giove

Jason era incaricato di fare il discorso che avrebbe informato i romani dei problemi di memoria di Reyna. E lo avrebbe fatto da solo, giusto in caso fosse stata una brutta giornata. Come quella. Quel giorno aveva chiesto il suo nome ad un'adunata, il che aveva confuso molte persone.

Quindi Jason doveva darsi una mossa e parlare di ciò che stava accadendo prima che Ottaviano potesse diffondere un pettegolezzo su Reyna che stava male o altro.

Si stava esercitando di fronte a Gwen.

"Non siate allarmati dall'attuale situazione; non disturberà le attività e la gestione del forte. La questione verrà risolta tra noi pretori, questo è un messaggio puramente informativo. Le capactà dei pretori nel gestire il forte e chi sono non cambierà minimamente." disse Jason. Si voltò verso di lei.

"C'è qualche sbaglio o errore?" chiese lui. Non aveva voglia di riscrivere il discorso,  quindi pregava per un no.

"No," disse Gwen. "Ma Jason, non puoi di re che Reyna non cambierà."

"Ma lei non" disse Jason. "Sarà sempre Reyna, e in caso contrario, che gli dei ci aiutino"

Gwen scosse la testa e guardò dritto nel suo animo con i suoi grandi occhi marroni. "Lo sarà. Non avrà più te."

Jason non disse nulla. Si concentrò nel rimanere composto.

"É questo il problema con te e Reyna," disse Gwen. "Siete entrambi così forti. Siete così composti, lei è così callosa ed entrambi vi capite così ben che a volte vi dimenticate di parlarvi su come vanno le cose. Il vostro rapporto ha sempre funzionato alla grande, ma adesso... adesso avete bisogno di parlare, perchè le cose non resteranno ferme a lungo  in mod che possiate parlarne a lungo."

Campo Mezzosangue

Quando quella mattina si svegliò, vide sopra di sè un grande collage.

Immagini di un ragazzo con gli occhi verdi e i capelli neri. e un sorriso sarcastico da combina guai. Era forte e alto, e decisamente carino. Più che carino. Teneva le braccia attorno ad Annabeth il che doveva renderla molto fortunata, solo che lei non riusciva a ricordare chi fosse lui per nulla la mondo.

Giuro sul fiume Stige che conosco questo ragazzo e mi è molto caro. Lui è la persona più importante del mondo per me. Lui è il mio fidanzato. MI sveglierò senza sapere questa cosa, ma è vero, e lo sapevo la scorsa sera ecco perchè ho scritto questo biglietto.

Annabeth Chase

Girò il foglietto.

Nome: Percy Jackson, figlio di Poseidone.

Incontrato: a dodici anni, in estate

Siamo andati: in tre imprese, una guerra, un viaggio in Grecia (era partito per un'impresa da solo per trovarti e nel frattempo molte cose si sono messe in mezzo)

Consiglio: è il tuo ragazzo.

Restò spiazzata per l'intera giornata, e quasi soffocò con il formaggio grigliato quando finalmente quel foglietto acquistò un senso.

Campo Giove

Fece il suo discorso. Lui e Reyna avevano risposto alle domande per tutto il giorno. Jason era davvero pronto per andare a dormire.

Ma poi lui e Reyna si sdraiarono nel giardino tra le villette dove di solito si esercitavano con la scherma. Teneva le braccia attorno a lei. Reyna gli indicava le costellazioni che i pirati le avevano insegnato, e Jason nominò quelle che aveva imparato da Lupa.

"Sembri esausto," disse Reyna.

"Lo sono," rispose Jason.

"Il discorso è stato difficile per te. Mi dispiace. Ma grazie per averlo fatto, perchè Io... beh, sarei stata in grado farlo solo un'ora fa." disse Reyna.

"Nessun problema," disse Jason. "Farei qualunque cosa per te."

"Comunque, stai bene?" chiese Reyna. Sotto la luce della luna, poteva vedere che fosse preoccupata.

"Sì," disse Jason. Qualcosa lo strinse alla mano e lo morse . Jason urlò per la sorpresa a vide uno dei can, Aurum, ringhiargli.

Aveva mentito.

Campo Mezzosangue ****

Annabeth si svegliò e stiracchiò le braccia. C'erano le foto di un ragazzp attaccate ai lati e alla testata della sua cuccetta. Sempre lo stesso ragazzo. C'era anche un biglietto, lo prese per leggerlo.

Giuro sul fiume Stige che conosco questo ragazzo e mi è molto caro. Lui è la persona più importante del mondo per me. Lui è il mio fidanzato. MI sveglierò senza sapere questa cosa, ma è vero, e lo sapevo la scorsa sera ecco perchè ho scritto questo biglietto.

Annabeth Chase

Se lo tolse dalla testa perchè non aveva senso, si alzò dal letto, pronta a iniziare la sua giornata. Malcolm la fermò prima che potesse andarsene, la trascino verso il suo letto e prese una foto.

"Ricordi questo ragazzo?"

"Pensavo ce le avessi messe tu."

"No," disse Malcolm. "È il tuo ragazzo. Solo che ogni notte te lo dimentichi. Solo per fartelo sapere."

"Mi stai facendo uno scherzo," disse Annabeth scostando il polso, e lo lasciò lì.

Campo Giove

"Dobbiamo parlare," disse Reyna.

"Gwen ha fatto il discorso anche a te?" chiese Jason.

"Sì," disse Reyna. "E sono d'accordo."

"Ancge io," rispose Jason. La guardò.

"Non voglio dimenticarti," iniziò. "Giusto per essere chiara."

"Lo so." disse Jason.

"Ma... lo farò..." disse Reyna. "Pensandoci razionalmente; è stato un errore di Giunone, quindi non è colpa di nessuno."

"Questi solo fatti, non sentimenti." disse Jason.

Reyna lo guardò. "Non posso sapere se mi andrebbe bene così o no. Principalmente no, perhcè ti ho già perso una volta e non voglio accada di nuovo. Non voglio che ci perdiamo. Ma se fosse inevitabile... Voglio che facciamo questa conversazione adesso prima che perda completamente la testa, che stiamo facendo?"

Jason non sapeva cosa dire.

"Se ogni notte ti dimentichi di me..." disse Jason. "Non lo so. Ci sono voluto quattro anni per arrivare ad un bacio, come potremo creare una relazione in un giorno? Sarebbe estenuante per noi e per chiunque sia coinvolto ."

Reyna annuì.

"Solo... proviamoci," disse Reyna. "Sembra si ala massima giusta per noi. Cerchiamo di mantenerla il più a lungo possibile, okay? E quando... quando non riusciremo..."

Non riusciva a finire la frase, quindi Jason parlò.

"Vedremo," disse. Le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "È una di quelle cose tra noi."

Reyna annuì, si sporse verso di lui, e lo baciò. All'inizio era un bacio normale, ma all'improvviso Jason realizzò che tutto era diverso. Era sempre Reyna ma sembrava più... profondo. Più intenso, più importante, più tutto. Alla sua mente sfuggì la parte in cui si erano spostati ma d'improvviso lei era sdriata su di lui e lui aveva le mani tra i suoi lunghi capelli setosi, e le loro gambe si erano incrociate.

Una parte di lui pensava solo che gli piacesse. Che cosa gli diceva l'altra parte? Reyna aveva avuto abbastanza brutte esperienze nella sua vita da, come era solito per lei, essere molto riservata riguardo l'essere toccata e provare contatto. Piccolo dettaglio; tutto ciò era nuovo per entrambi. Tutti pensavano loro avessero chissà quale grande storia d'amore dentro la privacy delle porte chiuse la sera, ma non era proprio così. Non avevano bisogno di sbaciucchiarsi e accoccolarsi ogni secondo della giornata per sapere che erano uniti, e Jason si era sempre fatto bastare ciò che voleva Reyna.

"Rey," disse interrompendo il bacio. Lei lo guardò.

Jason le spostò i capelli dietro la spalla destra. "Tutto okay?" le chiese.

"Se io... ise sarò costretta a dimenticarti, allora potrò almeno dimenticarmi di Barbanera e Circe e tutte le cose brutte."

Jason alzò lo sguardo e la baciò.

"Sei bellissima," disse. "Più di chiunque altro."

E ricominciarono a baciarsi.

Campo Mezzosangue

Percy era seduto accanto ad Annabeth alla riunione dei capo cabina. Provò a non guardarla. A non incrociare il suo sguardo. Ci provò, tantissimo.

Aveva provato a far notare la perla con il tridente sulla sua collana di proposito, mostrare la sua, parlarle, e aveva provato a fare delle battute sulla loro prima impresa insieme... nulla. I suoi ricordi non venivano smossi neanche da un oggetto.

Faceva male starle attorno senza poterla prenderla per le spalle e dirle, sveglia, ragazza saggia, sono io, il tuo testa d'alghe.

Campo Giove

Quello fu il primo giorno in cui Jason non riuscì per nulla a raggiungere Reyna.

Frank, Dakota e alcuni centurione erano andati da lui a dirgli di stare lontano per oggi. Andare  a Nuova Roma, al Campo Mezzosangue, San Francisco, Berkeley, Disneyland qualunque cosa. Jason avrebbe protestato, ma Reyna non sapeva chi lui fosse e i suoi ricordi erano andati per quel giorno, perciò lui non aveva senso a star lì. 

Il che era strano Jason, perchè il senso della legione era che c'era sempre un posto per te. Se non a pranzare, nei ludi di guerra. Se non ai ludi di guerra, allora agli allenamenti. Se non agli allenamenti, allora alle gare di spelling in Latino. Se non lì, almeno ai ranghi e alle formazioni.

Era come se gli mancasse una gran parte di se ora che non aveva lei.

Si accontentò di passare la giornata al Campo Mezzosangue solo perchè c'era anche Percy e aveva bisogno di sfogarsi. Lui e suo cugino andavano d'accorso su molte cose, e in disaccordo su altrettante, ma Jason si era fidato di quel ragazzo ancor prima di vederlo in viso e tutt'ora.

Una volta arrivato si imbatté in Piper. Aveva lasciato la sua cabina per abbracciarlo, dirgli ciao e dargli un pugnetto perchè non veniva più spesso.

"Hai sempre cose più importanti da fare al Campo Giove, come stai Grace? E tutti gli altri?" chiese lei.

Perciò Jason passò del tempo con la cabina di Afrodite. La maggior parte delle ragazze lo fissarono e basta, il che non era una novità. Jason finì per sentirsi molto a disagio alla fine dine della giornata, quando una ragazza ci provò con lui, ma non potè risponderle 'mi dispiace, ho una ragazza' e fermarla .

Dopo trovò Will, con cui aveva fatto amicizia dopo un'intensa partita di Baseball , Katie che era amica di tutti, e (avendo deciso di lasciar Leo nelle fucine fino a più tardi) incontrò  Annabeth che stava spostando delle mappe da un posto all'altro.

"Ehi Jason," disse . "Cosa ti porta qui? Non è un giorno di festa per Roma, vero?"

"No," rispose lui. "Ho solo preso un giorno libero."

"Beh, sei fortunato no?" lo stuzzicò. Doveva essere come per Reyna; che non sapeva di avere problemi di memoria finchè non si dimenticava qualcosa.

"Già," mentì. "Hai visto Percy?"

Aggrottò la fronte. "Chi?"

"Percy Jackson. Il figlio di Poseidone." rispose.

"Oh. Già, credo sia andato al lago delle canoe dopo colazione. Non lo so" disse Annabeth liquidandolo, come se il figlio di Poseidone fosse l'ultima cosa che le passava per la mente. Lo stomaco di Jason si contorse per il cugino. "È ciò che fa di solito."

"Il lago delle canoe è un posto speciale per lui," disse Jason.

"Immagino l'acqua gli piaccia."

Jason non la corresse; si limitò a raggiungere il lago.

Campo Mezzosangue

Annabeth si svegliò e stiracchiò le braccia. C'erano le immagini di un ragazzo attraccate ai lati e sopra la sua cuccetta. Sempre lo stesso ragazzo. C'era anche un biglietto, lo prese e lo lesse.

Giuro sul fiume Stige che conosco questo ragazzo e mi è molto caro. Lui è la persona più importante del mondo per me. Lui è il mio fidanzato. MI sveglierò senza sapere questa cosa, ma è vero, e lo sapevo la scorsa sera ecco perchè ho scritto questo biglietto.

Annabeth Chase

Aveva firmato quel biglietto..?

Scosse la testa. Doveva essere uno scherzo degli Stoll- guai a loro per quando avrebbe scoperto come avessero fatto a entrare nella sua cabina.

Campo Giove

"Quindi tu sei l'altro pretore?" chiese Reyna quando entrò.

"Sì," disse Jason. "Jason Grace."

"Reyna," si presentò, senza usare il suo cognome come al solite. "Ricordami, quand'è che sei stato eletto??"

Non aveva una risposta quindi provò con la verità. Non gli credette, quindi fecero tardi alla riunione dopo che gli ebbe spiegato gli ultimi quattro ani come meglio poteva.

"I cani non stanno attaccando," disse Reyna. "Io... magari me ne ricorderò dopo se quello che dici è vero."

Jason non fu mai così grato per quei cani.

Campo Mezzosangue

Percy andò a letto dopo aver passato qualcosa come cinque mila ore sotto la doccia. Era stata una brutta giornata. Lei non gli aveva parlato, non aveva detto il suo nome, non aveva menzionato la sua esistenza... nulla. Probabilmente aveva urlato in doccia, in mezzo al resto.

Quando si era sdraiato a letto aveva tirato fuori una penna che non era Riptide e aveva fatto un segno sopra al suo letto. Era la trentesima linea .

IEra da trenta giorni che non lo chiamava tesa d'alghe.

Campo Giove

Jason abbassò le maniche della sua giacca. Era abbastanza sicuro che la questione fosse conclusa.

"Io...Credo di averti fatto io quella cicatrice" disse lei.

"Lo hai fatto," rispose lui. "Avevamo tredici anni. Ti avevo spaventato alle spalle durante la tua corsa dalla Casa del Lupo".

Reyna lo guardò.

"Quale arma ho usato?"

"Un pugnale," disse Jason automaticamente. "Quello che porti in vita."

Reyna continuò a fissarlo. "Beh, è l'arma che ho sempre usato... okay, ma chiederò un secondo parere."

Era abbastanza per lui.

Ancora, anche che Reyna dicesse il suo nome.

Campo Mezzosangue

Per molto tempo, fu come un gioco per i ragazzi del campo imbattersi in Percy e Annabeth durante dei momenti romantici e rovinarli. Percy aveva scoperto il giorno prima che Travis e Connor Stoll tenevano le schedine con il conto da Giugno.

Adesso tutti facevano il possibile per non interromperli.

E Percy non poteva esserne più grato  perchè voleva ancora quei baci, momenti e scherzi finchè poteva ancora averli.

Campo Giove

Jason continuava a pensare che la sua memoria sarebbe crollata e che lo avrebbe attaccato (di nuovo). Ma tenne duro per il resto della giornata.

Stavano passeggiando a Nuova Roma. Vagando tra negozi, vetrine, ammirando il cibo per cui non avevano soldi, apprezzavano l'architettura... certo dovettero fermarsi a stringere un paio di mani o rispondere ad alcune domande ogni tanto, e c'erano sempre dei bambini piccoli che volevano  andare a dirgli che desideravano fare il loro lavoro o ricevere un batti cinque  (la parte che a Jason piaceva di più), ma era comunque la loro giornata.

Finalmente il proprietario di un negozio che conosceva Jason da quando era piccolo si era affacciato fuori, gli aveva detto di tornare indietro, e gli aveva regalato due piccole tortine con un sacco di glassa. Jason lo ringraziò, insistette che ea il minimo che potesse fare,  sua moglie uscì dal retro per abbracciare Jason, e poi andarono via.

Reyna prese della glassa con le dita dalla sua tortina, diede l'ultimo mordo, e poi sporcò il naso a Jason.

"Ehi!" disse Jason. Reyna rise.

"Ti amoo?" disse. A Jason non bastava quella risposta , tentò anche lui a sporcarle il naso di crema ma lei si spostò, facendosi agilmente spazio tra la folla.

Jason la inseguì.

Quando la prese, lei riuscì a fargli finire la glassa che aveva sul suo stesso dito in faccia, vincendo. Erano poggiati contro un acquedotto rotto, da soli, e ridevano. Non c'era un vero motivo. Non c'era nulla di divertente. Ma ridevano comunque.

"Un pretore inseguiva un altro pretore per Nuova Roma con una torta e della glassa sul naso. Suona bene," disse Reyna.

"Che importa?" disse Jason, prendendola tra le braccia. Lei appoggiò la testa contro di lui e lui le mise il mento sul capo. "É stato divertente "

Se avesse potuto congelare un momento nel tempo sarebbe stato questo, perchè stava stringendo  Reyna. E non una Reyna qualsiasi, la sua Reyna. La sua Reyna che sapeva essere seria, letale, concentrata e calcolatrice, feroce, fredda e inflessibile, callosa and diffidente, costante e forte; ma anche la Reyna che sapeva essere meravigliosa, giocosa, attiva e felice.

Avrebbe congelato questo momento dove la sua Reyna era sua, lui riusciva a tirar fuori da lei tutto il meglio che agli altri sfuggiva. Avrebbe congelato il momento in cui si fidavano e si amavano l'un l'altro.

Avrebbe congelato un momento tutto per loro.

Campo Mezzosangue  

Annabeth si svegliò e strofinò gli occhi per scacciare il sonno. C'erano delle foto attaccate ai lati e sopra la sua cuccetta. Riconobbe Leo, Piper, Frank, Will, Hazel, Nico, Jason, Katie- persone da entrambi i campi. Il modo in cui posavano, come se avrebbe dovuto esserci una terza persona nella foto, ma era stata cancellata, era invisibile o qualcos'altro.

Giuro sul fiume Stige che conosco questo ragazzo e mi è molto caro. Lui è la persona più importante del mondo per me. Lui è il mio fidanzato. MI sveglierò senza sapere questa cosa, ma è vero, e lo sapevo la scorsa sera ecco perchè ho scritto questo biglietto.

Annabeth Chase

Aggrottò la fronte. Non c'era nessun ragazzo nelle foto.

Campo Mezzosangue.

"Scusami, tu chi sei?" chiese Annabeth. Era una domanda innocente considerando che non lo aveva ancora "incontrato" quel giorno. Percy si sentì morire dentro, come ogni volta che glielo diceva.

Ma quel giorno fu peggio perchè aveva scoperto che Tyson si era fatto male , Reyna aveva attaccato Jason perchè non si era mantenuto a distanza, e Grover era ancora in una destinazione segreta da cui non poteva mandare un messaggio Iride a  Percy, quindi era stufo.

Si alzò e andò via prima che Will o Chirone potessero dirgli qualcosa per farlo restare.

Entrò in tutta fretta nella Casa Grande, quasi andò a sbattere contro Mr D, che era in ritardo per la riunione de consiglio, e venne fermato solo quando arrivò alla fine della stanza

E solo perché Piper lo aveva agganciato. Era troppo minuta per avere abbastanza forze da bloccarlo del tutto, ma lo rallento. Lo fece ruotare verso di lei girandolo dal braccio.

"Percy, non andartene." disse. Leo li raggiunse.

"Non c'è la faccio," disse Percy. "Sono stanco, tutto quì". Emise un lamento e diede un calcio al muro. "Sono stufo di questo mondo, l'ho salvato due volte. Ho rinunciato a tutti i miei piani per salvarlo, mi sono ferito, mi hanno calpestato, ho partecipato a molte imprese per tenerlo al sicuro, le persone vicino a me si sono fatte male- e alla fine tutto continua a ritorcermisi contro".

"Percy, non è così," disse Piper. "Oh dei," disse abbracciandolo. Aveva bisogno di quell'abbraccio, ma si sentiva troppo miserabili per ricambiarlo. Si stava sforzando moltissimo per non piangere.

"Non è il mondo contro Percy, anche se ti senti come se lo fosse," disse Piper . "e sai perchè?"

Piper era onesta, parlava dal cuore non con la lingua ammaliatrice. Solo la naturale innocenza della sua voce.

"Perchè siamo dalla tua parte. Leo, io, i tuoi cugini, Frank, tuo fratello, i tuoi genitori- dei, Percy, non siamo mai stati contro di te. E ti vogliamo bene." disse Piper. "E al momento sei nella merda, ma siamo tutti qui con te. Ci siamo tutti sentiti come se andassimo contro al mondo almeno una volta, e per te e Jason lo rifaremmo"

"Non rimarresti solo neanche se tutta la magia del mondo all'improvviso andasse male." disse Leo.

Percy trovò la forza di ricambiare l'abbraccio di Piper.

Campo Giove

Era mezzanotte quando sentì bussare alla porta. Si aspettava fosse per lavoro e si era quasi messo una toga prima di prendere una maglietta e rispondere, ma andò a finire che era Reyna.

A quel punto, dopo la giornata che aveva passato, avrebbe preferito fosse Ottaviano. Indossava i vestiti da notte; una canottiera, un cardigan molto largo e la tuta.

"Mi dispiace," gli disse.

"Per cosa?" chiese Jason.

"Per oggi."

"Non è stata colpa tua."

"Allora per essermi presentata nel bel mezzo della notte."

"Non mi è mai dispiaciuto. Entra e basta, fuori si congela."

Entrò e si sedette sul divano. Lo stesso posto di sempre- era un buon segno.

"Ti ho attaccato," disse Reyna. "E... non posso perdonarmelo."

"Ti sono andato troppo vicino, è stata autodifesa. Va tutto bene. Davvero, non mi hai ferito."

"Probabilmente resterai con un occhio nero."

"Mi vengono sempre. Non preoccuparti." disse Jason.

"Visto, non vuoi nemmeno avvicinarti adesso, e di solito sei tu quello più appiccicoso," disse Reyna.

Jason si sedette vicino a lei e la strinse. "Ero solo cauto," disse. "Non volevo spaventarti."

"L'altra volta siamo stati molto onesti quando ne abbiamo parlato, e mi hai detto tu che parlo più die fatti che dei sentimenti." disse Reyna. "Beh, ecco i miei sentimenti: non voglio. Non voglio dimenticarti e pensare che potresti farmi del male, perchè proprio tu tra tutti non lo faresti mai. Non è una mia scelta e non ho fatto nulla per meritarmelo quindi mi fa arrabbiare ancora di più. Quella dea non ha alcun diritto di attaccarmi."

"La colpa è mia," borbottò Jason. Si scostò e nascose il volto tra le mani. Non sapeva in che modo lo stesse guardando Reyna, aveva mollato la prese e non sapeva se gli importasse.

"Se la prende con te perchè l'ho fatto io. Perchè ti ho assillato ho flirtato e provato a fare colpo su di te per quattro anni, e poi ti ho dimenticata, ma sono tornato, e sono tornato da te. Quindi è colpa mia se sei tu quella che sta perdendo la memoria, perchè sei quella che amo, e mi dispiace perchè non sarei in grado di smettere." Si sentì sul punto di piangere come non mai in... anni. Tanti lunghi anni.

Era stata Reyna ad andare da lui. Era venuta per essere rassicurata, ma aveva finito per consolare lui. In quel momento si sentiva così incapacw.

"Sai cosa?" disse Reyna.

"Cosa?" chiese Jason, sforzandosi di parlare senza balbettare dall'emozione.

"Preferirei svegliarmi domani senza ricordarmi il mio stesso nome piuttosto che non aver mai ricevuto il tuo amore." disse Reyna. "Preferirei svegliarmi domani mattina chiedendomi dove sono piuttosto che non aver mai incontrato qualcuno che ha cercato così tanto del bene in me fino a trovarlo."

Si addormentarono insieme sul divano, perchè avevano bisogno di un conforto a lungo termine.

Ma funzionò.

Campo Mezzosangue

"Stai facendo il tour?" gli chiese Annabeth. Percy alzò lo sguardo da dove stava con Grover.

"No, l'ho già fatto." disse.

"Okay," disse Annabeth. I nuovi arrivati bisbigliarono tra loro. Quel ragazzo non è nuovo. Non è Percy Jackson? Perchè non lo conosce? Oh miei dei. Un altro mostro.

"Coraggio ragazzi, scendiamo verso l'arena." disse Annabeth.

Quando se ne andò Percy si girò verso Percy.

"Non sembra ricordare nulla?" chiese Grover.

Percy scosse la testa.

"Quanto tempo è passato dall'ultima volta che gli hai detto chi sei?"

"Nove giorni." disse Percy.

"Perchè hai smesso?" chiese Grover.

"Perchè sono esausto," disse Percy, "La confonde. E ferisce entrambi."

"Quindi ieri chi gliel'ha detto?" chiese Grover.

"Piper," disse Percy. "Il giorno prima era stato Malcolm. Nyssa e Jake il Mercoledì. Chirone Martedì".

"E oggi chi glielo dirà?"

"Chiunque se la sentirà." disse Percy.

Grover trottò via per dirlo ad  Annabeth, ma poi tornò indietro.

"Quanto è passato da quando ti ha detto che ti ama?"

Percy deglutì. "Due settimane."

"Te lo diremo per te," disse Grover. "Ti ama."

E si allontanò.

Al falò, Annabeth lo guardava imbarazzata mentre stavano seduti vicini. Onestamente si sarebbe sentito meglio se si fosse seduta con i suoi fratelli. Non lo abbracciava e non gli teneva la mano, quindi ovviamente niente baci. Non potevano costruire una relazione in un giorno, ancor meno la relazione che avevano loro. Era da matti.

Lei voleva costruire qualcosa di permanente, ma ormai non c'era più nulla da costruire.

Campo Giove

Jason mostrò a Percy la lettera che Gwen gli aveva dato.

"É per entrambi," disse. "Le ragazze avevano scritto una lettera, circa un mese fa."

Un mese fa avevano solo sprazzi di ricordi. (L'originale diceva puzzette di memoria... ma in italiano non rende)

"Hanno detto a Gwen di darcela quando non avrebbero più ricordato nulla."

Già, era il momento, pensò cupamente Percy.

"La... la apriamo?" esitò Jason.

"Credo di sì,"disse Percy. Jason strappò la parte alta della busta e fece un lungo respiro.

"Odora di mandorle," disse. "E anche limone."

Il cuore di Percy si strinse. Erano loro. Lo shapoo di Annabeth e forse il bagnoschiuma di Reyna. Jason la fissava.

"La grafia cambia," disse Jason. "Come se dopo un paio di frasi, l'altra prendesse la penna e scrivesse."

Percy riusciva a immaginarselo.

"Che cosa dice?" chiese.

Jason lesse.
"Cari Jason e Percy,

Non sappiamo tra quanto leggerete questa lettera, ma allora non saremo in grado dirvi tutto questo noi stesse. Quindi la penna è più potente della spada. Annabeth non è divertente.

Siamo ragazze distrutte. Lo siamo davvero. Abbiamo iniziato benino, come tutti i bambini piccoli, ma poi qualcosa è andato storto ed è cambiato tutto. Siamo passate da una realtà all'altra, siamo state catturate e sballottate nel percorso. Ci siamo imposte delle regole e abbiamo messo a tacere parti di noi stesso per impedire che accadesse. Voi due siete potenti per natura- e perchè eravate ribelli o  generosi, voi avete rotto quelle regole.

Jason; Mi fidavo solo di me stessa. Ho affrontato cose orribili che ancora mi tormentano e non ero pronta a dimenticarmene o perdonarmele a breve. E tutt'ora non sono pronta, ma la differenza l'ha fatta aver trovato delle persone di cui fidarmi per la vita. Tu sei stato il primo. Sei stato anche l'ultimo. Sei stato sempre tu. Sempre col tuo stupido ottimismo e atteggiamento da leader. Mi hai reso migliore e più forte in modi di cui pensavo non aver bisogno.  E per coronare il tutto, mi hai amata. Grazie.

Percy; Non sono stata una persona facile da approcciare. Sono stata lasciata indietro diverse volte, e sono sempre stata dura. Ma quando ti ho seguito nella prima impresa ho realizzato una cosa: non sarei più stata lasciata indietro. Non mi avresti abbandonata, anche a costo della morte e di qualunque scelta. Non ti saresti allontanato e non saresti sparito inspiegabilmente. Non avresti assassinato la nostra amicizia. Finchè avresti potuto mi avresti tratta bene. E lo hai fatto sempre, anche meglio; hai fatto i conti con i miei casini. E mi hai amata nonostante i mie casini. Ti ringrazio.

E voi due... non vogliamo che diventiate due ragazzi distrutti per vari motivi. 1) Altre ochette (diceva bitches ma onestamente non approvo questa misoginia ) arriverebbero cercando di aggiustarvi e non ci va bene. 2) Siete entrambi troppo belli per cambiare. 3) Non siamo così importanti da farvi mollare e crollare.

Quindi per favore, siate forti. Sognate in grande, scegliete i più sciocchi, e seguite quelli.

Vi amiamo. Amiamo chi siete, nonostante i vostri errori- quelli quotidiani e quelli giganti che cambiano la vita-, i vostri difetti, le vostre snervanti, pazze, stupide (e a volte letali) abitudini. E non vi stiamo chiedendo di amarci nonostante tutto, perchè non è giusto. Vi chiediamo solo di sapere che ci avete cambiate in meglio, e che sappiate che c'è una piccola parte di noi troppo in profondità perchè possiamo conoscerla, che ci ricorderà per sempre che siamo state tirate fuori dal buio da due persone incredibili.

Con amore,

Reyna.

Ti amo,

Annabeth

 

Jason fece un grosso respiro dopo averla letta. Percy guardava in alto, cercando di non piangere.

"Non vogliono che crolliamo," disse Jason. "Dunque dovremo essere forti."

"Mi è permesso cedere un pochino?" chiese Percy.

"Penso di si," disse Jason said.

Sulle guance di entrambi scesero delle lacrime.

Campo Mezzosangue

Percy non era più invulnerabile. Non lo era da mesi.

Ma era sempre stato vulnerabile a come Annabeth lo faceva sentire.

Campo Giove

Jason aveva passato gli ultimi 7 giorni con la quinta corte, perchè la memoria di  Reyna era messa troppo male perché potesse anche solo pensare di recarsi alla principia senza un invito.

Era estenuante non poter svolgere il suo lavoro. Aveva quasi beccato Ottaviano che si preparava a parlarne in senato e polverizzare totalmente tutto.

Aveva parlato con Percy tramite messaggio Iride e anche lui aveva lo stesso problema. Riunioni del consiglio, attività- non potevano ripresentarsi giorno dopo giorno senza rallentare le loro fidanzate. O Annabeth e Reyna erano le loro ex? Non si erano mai lasciati. E non si sentivano come se lo avessero fatto, si sentivano come se fossero fantasmi che osservavano l'attività degli esseri umani.

"Non posso ripresentarmi e inventarmi bugie su come sia possibile io sia un figlio di Poseidone giorno dopo giorno ," disse Percy. "Malcolm l'ha beccata piangere nella sua cabina perchè era troppo confusa riguardo ai suoi ricordi e cosa le dicevano tutti gli altri. Non credo di riuscire a continuare se è così che sarà."

"Reyna ha detto a Gwen che non si sente in grado di fare il suo lavoro," disse Jason. "Si sente male, stordita e debole. Dei-non è lei che sta male... Ottaviano probabilmente la farà uscire fuori domani durante l'incontro del senato".

Si guardarono a vicenda, e Jason fu abbastanza sicuro che sarebbe stato Percy a dirlo per primo. Ma Jason era d'accordo e aveva pensato a  un piano.

Come al solito, ma non così tanto. In realtà, chiunque penserebbe avrebbe preferito evitarlo a tutti i costi.
 

Campo Mezzosangue 

"Quindi," disse Chirone , "Oggi siamo qui per parlare del problema di morsi di termiti dalla cabina 7 alla 15..."

"Ho qualcosa da dire prima," disse Percy.

Tutti si ammutolirono.

"Bene, Percy, puoi condividere." disse Chiron.

Percy si alzò.

"Ho chiesto a Malcom di tenere lontana Annabeth stasera perchè non può ascoltare questo..." Percy fece un respiro profondo. "Voglio che tutti voi l smettiate di ricordare ad Annabeth di me. Chi sono, cosa siamo, cosa abbiamo fatto. Non fa bene a nessuno di noi due ed è... è troppo doloroso".

"Amico, continuerà a chiedercelo." disse Will. "Si tratta di Annabeth."

"Per questo andrò al Campo Giove, per togliermi dai piedi e lascarla in pace."

"Cosa?" disse Leo.

"E che farai lì?" chiese Katie, scioccata.

"Ricoprirò di nuovo il mio ruolo di pretore," disse Percy. "Perchè Jason tornerà quì."

"Cosa?" chiese Piper.

"Stiamo rallentando Annabeth e Reyna. Potrebbero fare grandi cose ma starci attorno è mentalmente ed emotivamente faticoso per loro. Quindi ci toglieremo dai piedi." disse Percy . "Amo il campo e amo le persone che ci sono, siete tutti miei amici e ne abbiamo passate tante insieme ma..." scrollò le spalle. "Bisogna fare quello che si deve fare."

Campo Mezzosangue

Jason si sistemò nella nicchia di Talia. Dei, non avrebbe voluto passare un'altra notte lì da quando era tornato a Roma.

Si appoggiò al muro della cabina e portò la testa all'indietro. Eppure era là. E probabilmente era per il peggior bene.

Bussarono alla porta e Piper e Leo entrarono. Piper sorrise debolmente per provare a dargli coraggio. Di solito i suoi amici erano felici di poterlo vedere, ma i loro volti dicevano chiaramente "non in questo modo".

"Ehi amico," disse Leo. "Bentornato."

"Grazie," disse Jason. Si sedettero accanto a lui.

"Ci dispiace" disse Piper. "Sappiamo che amavi il forte, e il tuo lavoro, e i tuoi amici lì."

Jason non sapeva cosa dire. 'Va tutto bene'? beh, se lo sarebbe fatto andar bene prima o poi (probabilmente. Se non crollavi, doveva andar meglio, giusto?), ma prima o poi non era adesso.

"Tipo, davvero tanto." disse Leo.

"Sappi solo che noi siamo con te okay? Nel bene e nel male." disse Piper strizzandogli la mano.

"E anche nei momenti imbarazzanti che stanno nel mezzo." aggiunse Leo.

"Grazie ragazzi," disse Jason.

"E anche ad Annabeth dispiace per te," disse Piper.

"Capisce che Percy sta passando la stessa cosa?"

"No," disse Leo. "Pensa riguardi te e Reyna. Reyna lo sa?"

"Non lo so," disse Jason. "Probabile."

Doveva aver notato che le energie di Jason dtavano scivolando e la sua mentre era di nuovo oscura.

"É l'ora di pranzo," disse Piper alzandosi. "Forza. É cibo e tu sei un ragazzo adolescente, lo amerai. O vuoi un momento per te?"

Jason non lo sapeva. Non sapeva che fare da lì, si sentiva ancora più solo nonostante lea sua forte amicizia coi due semidei nella–no, sua- cabina.

Non crollare.

Il miglior modo per non crollare era passare il tempo con il ragazzo delle riparazioni e la ragazza mood booster umana, per come la vedeva. Quindi per adesso si sarebbe aggrappato a ciò, finché non avesse trovato una soluzione migliore o un posto che non lo facesse soffrire.

"Ho una fame da lupi," disse alzandosi."

Campo Giove

Hazel e Frank erano seduti accanto a lui sull'acquedotto rotto fuori dal forte. A malapena si guardavano, toccavano o altro. Stavano solo lì, in un silenzioso e forte supporto, ma a Percy sembrava imbarazzante.

"Ragazzi non dovete comportarvi così," disse Percy.

"Così come?" chiese Hazel.

"Come se non usciste insieme. Come se non fosse ovvio che state insieme" disse Percy.

"Scusa," disse Frank. Stava trattando Percy come una bomba ad orologeria. "Abbiamo solo pensato sarebbe stato troppo da insensibili."

"No, amico. Mi rende felice. La mia cuginetta e il mio bis bis qualcosa sono felici. MI rende felice che qualcosa funzioni." disse Percy.

"Non sono la tua cuginetta," rispose Hazel istintivamente.

"Già, e noi eravamo d'accordo che io fossi solo un amico." disse Frank. "Pretore Jackson mio signore."

"Sta zitto," disse Frank spingendolo.

"Non farmi cadere!" esclamò Hazel.

"Scusa," disse Frank affrettandosi a scusarsi. Percy quasi sorrise, stava con persone fantastiche.

Reyna e Annabeth avevano detto: siamo state tirate fuori dal buio da persone incredibili.

Percy sentiva di essere circondato dalle persone giuste perchè ciò accadesse.

Epilogo

10 anni dopo

"Okay ragazzy," disse Miss. Gwendolyn Holly, dinastia di Cupid e Apollo, alla sua classe di prima media. "Oggi parleremo dei pretori dal ventunesimo secolo in poi. Julius, puoi iniziare con l'anno 2000."

"Carla Holmes e Hadrian Johnson-Smith," disse lui. "Marzo 1999-Settembre 2000."

"Molto bene. Genevieve, dopo di loro?" chiede Miss. Holly.

Parlarono e parlarono, ricordava alcuni nomi e i loro visi dalle marce durante le adunate. Alcuni erano ancora al centro dei gossip quando si era unita al campo.

"Jason Grace e Reyna Knight- 18 Agosto 2009 -  3 November 2010."

"Perché furono eletti?" chiese Gwen, sfacendo domande casuali.

"Hanno guidato la spedizione sul Monte Otri quando gli altri pretori si rifiutarono, e fermarono il Titano Krio dal distruggere San Francisco e l'Olimpo." rispose Aurelia.

"Fantastico. Cosa ci fu di speciale durante il loro mandato?"

"Jason Grace era scomparso a causa della guerra contro Gea." disse Marius dalla fila in fondo.

"Sì, quindi che successe?"

Aureila alzò la mano. "Perseus Jackson fu eletto diventando il primo pretore greco".

"Esatto," disse Gwen. "E quando si ritirò?"

"Il 5 Agosto 2010," disse Marcus dalla fila davanti. "Dopo che la guerra contro Gea si concluse. Jason Grace iniziò il suo secondo mandato."

"Esatto," disse Gwen. "E dopo di loro chi ci fu?"

Una ragazza timida chiamata Sabina alzò la mano. "Reyna Knight e Percy Jackson."

"Perfetto," disse Gwen. "E dopo di loro?"

"Aspeti, Miss?" Nero uno studente che di solito passava il tempo a scarabocchiare chiese. "Perchè Percy Jackson riprese il mandato?"

Gli studenti mormorarono tra loro. Già, è giusto, perchè? É molto strano, cosa successe? Un greco che ottiene il mandato due volte? Cosa successe a Jason Grace?

"Non aveva lasciato Roma, Miss?" chiese un ragazzo giovane e brillante chiamato Remus.

"Lo fece," Gwen disse cauta. "Ma non per codardia o rabbia- deciseamente non per codardia o rabbia" Incrociò le gambe e giunse le mani. Tutti gli studenti guardavano la loro insegnante, seduta sul suo sgabello e incerta su cosa dire.

"Okay ciò che sto per dirvi lo so per certo, perchè ero presente,"disse  Gwen. "Ricordate che vi ho detto di essere stata un centurione della Quinta Corte durante l'assedio al Monte Otri e che ho sosttuito Frank Zhang durante la guerra contro Gea."

I suoi studenti annuirono.

Quindi Gwen spiegò.

"Perchè nessuno lo sa?"chiese Sabina. A causa della sua dinastia aveva le lacrime agli occhi- a volte avere il sangue di Cupido e Venere nelle sue vene poteva farla sopraffare dalle emozioni.

"Perchè Jason e Percy non volevano ferire le due ragazze," disse Gwen. "Fecero una cosa molto coraggiosa."

"Perchè non è nei libri di storia?"

"Perché non è la storia ufficiale della legione," disse Gwen. "La perdita di memoria lo era, ma non le ragioni emotive per la dipartita e l'arrivo."

"Dove sono tutti loro adesso?" chiese Marius.

"Beh, potreste ricordare che Reyna è stata uccisa durante il suo servizio militare per gli Stati Uniti d'America" disse Gwen. "C'è stato un funerale romano al Campo Giove quattro anni fa. Annabeth Chase è stata attaccata durane una conferenza a  New Rome;  era stata invitata a parlare del suo design per il nuoco campus ad Harvard."

"Ma i ragazzi sono vivi?" chiese Hadrian.

"Beh, Percy Jackson lavora in un ospedale veterinario a New York City, specializzato nei cavalli. Jason Grace viveva a Nuova Roma, ma al momento è molto, molto malato. Quindi non sappiamo come andrà a finire."

"Ebbero mai un nuovo ragazzo o ragazza?" chiese Sabina.

"Le due ragazze si concentrarono sulle loro carriere piuttosto che sull'amore," disse Gwen. "Penso che entrambi i ragazzi ci provarono, ma non funzionò mai."

La classe si lamentò. Alcuni ragazzi alzarono gli occhi al cielo.

"Sì," disse Gwen. "É una storia molto triste." Ricordò i momenti, i baci e le conversazioni che aveva avuto con i colpiti dall'amnesia. Doveva cambiare argomento. "Ma questo non sarà nel quiz, quindi torniamo al lavoro, su".

90 anni dopo 

Le corde della chitarra rallentarono e tutti i semidei battevano le mani per accompagnare la canzone che tutti avevano riconosciuto, quella che di solito chiudeva il falò. Tutte le coppie si accoccolarono quando iniziò; non perchè fosse romantica, ma perché ricordava a tutti della propria mortalità, e della mortalità di tutto attorno a loro, vivi o meno.
"Tienimi nei tuoi ricordi

Tienimi nel tuo cuore

Tieni le mie manti nelle tue, amor

Non lascerò che ci separiam.

La magi che prende pieghe oscure

Una tragedia segnata

Tieni il mio cuore nel tuo, amor

Voglio restar con te.

Ci allontaniamo piano

Come un legno nel mar

Guardami ancora negli occhi, amor

Ti prego, riconoscimi.

Così lontano da te, mia cara

Non sono più nei tuoi ricordi

Continua a credere in me, amor

Voglio che questa resti una storia d'amore

Ma ora è veramente finita

Anche se ho combattuto tanto

Ti starò lontano, amor

Io e il mio cuore in pezzi."

Lo so. Vi starete chiedendo, perchè ci hai fatto questo dopo mesi di silenzio? Eh bella domanda, pensavo tradurre 10 mila parole fosse una buona decisione. Spoiler, non lo è stato. Spero vi piaccia, io nel rileggerla ho storto un paio di volte il naso. Mi rifiuto di editarla nuovamente, se ci sono errori segnalatemeli. Dopo questa mi sa che è meglio io mi dedichi un po' alla mi storia Jercy. Fatemi sapere se avete delle richieste per prossime storie o in generale lasciate un commentino che mi fa sempre piacere quando interagite. Vi voglio beneee.

 

   
 
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