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Autore: annapuff    19/10/2022    1 recensioni
Yoongi e Isabel si sono incontrati all'aeroporto così proprio come il fato aveva deciso.
Entrambi ormai divisi da tre anni, provano ad andare avanti con le proprie vite e i propri problemi.
Continuano a essere separati, lei alle Hawaii dalla madre, e lui in tour con gli altri membri.
Ci troviamo nel 2017 che prospetta tante tragedie, tanti personaggi sia vecchi che nuovi e anche scandali!
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maybe it's fate'
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CAPITOLO 3 SOMEONE FROM THE PAST
 
9 ORE PRIMA DALLA CHIAMATA CON ISABEL
27 MARZO 2017 10:00 SEUL
26 MARZO 2017 21:00  NEW YORK AMERICA
Dashimen si trovava steso nel suo letto russava pesante, era in uno stato pessimo, la sera prima aveva bevuto come sempre, al solito tavolo che occupava sempre quando andava ai vari party nella suite privata, si era avvicinato a lui anche una ragazza per provarci e lui l’aveva cacciata in malo modo. 
Da quando erano tutti partiti, tra una bevuta e un rimprovero da parte di suo zio, gli unici momenti che gli davano un po’ di gioia: erano quelli quando il telefono squillava e si ritrovava in orari strani a parlare con Hoseok, che era in Tour in America.
Il telefono incominciò a squillare, destando il ragazzo dal suo sonno. Saltò immediatamente seduto sul letto, e cercò di afferrare il telefono che era stato lasciato da lui a terra.
Rispose subito senza neanche vedere chi fosse a chiamarlo.
“Dashimen?” disse la voce rotta al telefono.
“Hoseok?” rispose dubbioso il ragazzo, per via della voce strana al telefono.  
“Senti, ho bisogno di te” disse singhiozzando leggermente.
“Che succede stai bene?” chiese in modo frettoloso Dashimen, ritrovandosi immediatamente sveglio per via di quelle parole. Saltò in piedi velocemente e incominciò a camminare per la stanza in cerca di un po’ d’acqua, aveva la bocca incredibilmente secca.
“Io si, ma Jimin no” disse te tentennando Hoseok.
“Cosa è successo? Un qualche incidente?” chiese in panico Dashimen, per poi afferrare una bottiglietta e bere di fretta.
“Io…scu-sa…” incominciò a singhiozzare J-hope non riuscendo a parlare e a dire quello che realmente stesse succedendo.
“Hob-ah?” chiamò Dashimen con voce di panico, per via dei singhiozzi. Era del tutto sveglio, e in un stato già di preoccupazione latente.
 
Yoongi vicino a Hoseok gli poggiò una mano sulla spalla e gli fece segno di farsi passare il telefono per poter parlare con Dashimen.  Hobi a quanto sembrasse non era nella condizione di reggere una conversazione, Namjoon si avvicinò a Hoseok e lo fece sedere su una poltrona, aspettando che la crisi di nervi e di pianto passasse. Tra tutti era quello che aveva reagito peggio rispetto la situazione, ad esclusione di Jimin che si era chiuso volontariamente in camera e non aveva fatto entrare nessuno.
L’essere stato rifiutato aveva causato una crisi isterica in Hoseok.
 
“Hoseok? Che è successo? Jimin è vivo?” urlò intanto Dashimen al telefono, che stava già pensando al peggio. Si avviò verso la cucina, quasi correndo con il telefono attaccato all’orecchio, aveva bisogno di caffè, così da poter affrontare al meglio qualunque problematica si fosse creata in America.
“Si è vivo, non è successo nulla di grave” disse di fretta Yoongi al telefono, per evitare di far preoccupare troppo il ragazzo.
“Oh, Yoongi-ah! Ma che sta succedendo? Perché Hoseok singhiozza? Jimin cosa?” chiese velocemente, non sicuro che la faccenda non fosse grave come aveva appena esordito il rapper, Hoseok singhiozzava ed era raro sentirlo in quello stato.  
“Hoseok l’ha presa un po’ male, stiamo provando a mantenere tutti la calma, ma Jimin al momento si è chiuso in camera e non sappiamo realmente come stia. Ti spiego cosa è successo.” disse Yoongi per poi fare un sonoro respiro.
 
Incominciò a spiegargli la situazione con fretta, mentre Dashimen dall’altra parte del telefono annuiva e si versava del caffè pronto a concentrarsi su la qualunque informazione che li sarebbe arrivata all’orecchio.  
 
“Mmh, capisco, Ho una persona nella polizia di Los Angeles la contatto, e prendo il primo volo per venire da voi” disse Dashimen dopo aver sentito tutto l’accaduto e dopo essersi rilassato, non sembrava essere realmente qualcosa di grave.
“Penso che l’agenzia stia già avvisando tutti i vari distretti, sia di Los Angeles e di Anaheim dove faremo il concerto.” Riferì Yoongi, seduto sul letto mentre fissava Hoseok leggermente preoccupato.
“Si immagino, però se mi avete chiamato ci sarà un motivo” rispose piccato Dashimen.
“Si pensavamo che potevi trovare questa persona, non so aiutare con le indagini” disse incerto Yoongi, in fin dei conti Dashimen gli aveva già aiutati con situazioni riguardanti le fan.
“Ho appena prenotato il volo, tranquillo sono al corrente di dove vi trovate, dovrei arrivare domani sera, sistemo un paio di cose e corro a Incheon il volo è in serata, non ne ho trovati altri.” Disse con fretta, aveva prenotato nel momento in cui Yoongi gli aveva spiegando tutto nei dettagli.
“Intanto ne approfitto per chiamare il mio contatto a Los Angeles” disse mentre si continuava a muovere frettolosamente per la camera, cercando un borsone dove lanciare un paio di vestiti dentro, era meglio partire con un bagaglio a mano così da non perdere troppo tempo.
“Non puoi fare tutto da lì? Non sei occupato con il lavoro?” chiese Yoongi, non voleva disturbarlo per una cosa del genere, c’era già la polizia alle prese con tutto.
“No ad entrambe, e poi Yoongi ho già prenotato mentre mi stavi raccontando tutto” disse Dashimen cercando di non sembrare scontroso nella voce.
“Capisco, e che non vorrei crearti troppo disturbo” provò a giustificare le sue domande Yoongi, il rapper guardò Hoseok seduto sulla poltrona con Namjoon vicino a lui, che gli dava leggere pacche sulla spalla per consolarlo.  Hoseok lo guardava con una luce di speranza negli occhi, come se vedesse nell’arrivo di Dashimen la fine di quei problemi.  Sospirò mentre guardava i suoi due amici, leggermente indeciso sulla scelta che avessero appena preso, di chiamare Dashimen e del renderlo partecipe dei loro casini.
“Nessun disturbo, sto arrivando.” Disse frettolosamente Dashimen, aveva visto  Hoseok piangere poche volte, non gli piaceva sentirlo in quello stato ed essere consapevole di stare lontano da lui, sembrava essere realmente in crisi per quello che stesse succedendo a Jimin,
“Potrebbe essere comunque un brutto scherzo, tipo un pesce d’aprile” provò a dire Yoongi, “Potresti venire a vuoto qui” continuò a dire il rapper, disturbare Dashimen secondo lui era fin troppo, ma Hoseok aveva insistito tanto preso dal panico.
“Non importa, ho tempo libero, anzi anche fin troppo. Ti devo lasciare che chiamo Los Angeles e vado all’aeroporto.” Disse per poi chiudere il telefono.
Yoongi sospirò con il telefono in mano e la chiamata chiusa si voltò verso Hoseok che sembrava aver smesso di singhiozzare isterico.
“Dashimen arriverà domani.” Disse serio
“Si?” balbettò Hoseok, non pensando che sarebbe realmente andato da loro, però questa nuova informazione lo stava facendo sentire improvvisamente molto più rassicurato.  
“Ah… dice che ha già prenotato l’aereo, e che chiama qualcuno a Los Angeles, ci pensa lui.” sospirò Yoongi sedendosi sul letto.
“Se Dashimen trova anche questa pazza, farò di tutto per convincerlo a lavorare da noi” esclamò Namjoon dando qualche colpo sulla spalla a Hoseok.
“Ora che si fa?” chiese invece il ragazzo con voce tremolante.
“Cerchiamo di stare vicino a Jimin in qualche modo.” Sospirò Yoongi scuotendo leggermente la testa, speravano tutti che quella situazione si risolvesse il prima possibile.
 
NELLO STESSO MOMENTO (NEW YORK)
Aveva tirato le coperte fin sopra la testa e teneva stretto il cuscino a sé, come se fosse uno scudo che l’avrebbe potuto difendere, sapeva che non era uno scudo, era solo un soffice cuscino, che non gli avrebbe dato alcuna protezione.
Piangeva da ore e non riusciva a far smettere le lacrime di cader giù. I singhiozzi gli portavano varie scosse per tutto il corpo, ed erano sempre più forti.
Vedeva tutto nero, non c’era nessuna luce davanti a lui, solo oscurità e sofferenza.
Strinse di più il cuscino, si odiava per essere così debole, per non capire cosa avesse fatto di male per meritare una cosa del genere. Aveva faticato tanto in quegli anni, si era migliorato tanto.
Era stato tutto inutile.
Le diete estreme non lo avevano aiutato, le ore infinite ad allenarsi neanche.
Aveva puntato alla perfezione, all’essere perfetto, per poter piacere a tutti. 
La realtà era che: rimaneva sempre il solito ragazzino con le guance paffute, che piangeva nel bagno dopo essere stato rimproverato dal manager perché: non riusciva a tenere il passo degli altri membri del gruppo.
Era sempre quel ragazzino, pur quanto s’impegnasse a essere perfetto non ci riusciva, aveva rischiato di non debuttare perché troppo incapace e debole.  Ci era riuscito per un soffio, e pensava sempre di non meritare di essere un Bts. 
Non era abbastanza, lo sapeva bene e ne aveva avuto la conferma negli anni.
Aveva provato a fare il forte quando era arrivata la notizia, aveva detto ai suoi membri, compagni, amici che non era un problema, che sicuramente era un qualche scherzo di qualche cretino.  Aveva provato a riderci su e a fare del sarcasmo.
Nessuno gli aveva creduto, avevano sentito tutti il suo cuore rompersi e andare in mille pezzi, frantumandosi sul pavimento.
Aveva provato a fare il forte, ma era debole e lo sapeva benissimo. 
Qualunque cosa facesse per arrivare alla perfezione, non funzionava. 
Stava raggiungendo la fama, e il successo con la consapevolezza che tutto ciò era merito dei suoi compagni, lui non aveva fatto niente, non era niente, e ne stava avendo la dimostrazione sempre più.
Non riceveva solo amore dai suoi fan, anzi riceveva critiche, insulti, commenti negativi.

Le guance di Jimin sono così paffute potrebbe risolvere con una plastica.
Jimin è così grasso dovrebbe fare più esercizio fisico.
Che mani tozze che ha! Sembrano quelle di un bambino baffuto.

Commenti negativi, che  provava ad ignorare. Provava a fare come gli altri, a concentrarsi solo su quelli positivi, ma non ci riusciva, era impossibile. Rimanevano nella sua testa solo quelli cattivi.
Si sentiva tremendamente inadatto, non era buono a nulla. Nella sua testa rimbombavano solo voci di critiche.
Con la mente tornò indietro nel tempo a quell’orrendo giorno del diciotto agosto duemila quindici:  quando a Osaka era caduto dal palco sbattendo la testa a terra, svenendo, si era svegliato in ospedale e la prima cosa che aveva fatto era stato chiedere come avessero reagito i fan, aveva paura delle critiche, degli insulti, dell’opinioni negative che la gente gli avrebbe rivolto per quel momento di debolezza che aveva avuto. 
Aveva letto inizialmente commenti di preoccupazione da parte degli army, si era sentito in colpa per averli fatti preoccupare, ma ne era rimasto anche felice, se si preoccupavano voleva dire solo che ci tenevano a lui e tenevano alla sua salute. 
Poi aveva trovato quei commenti, quegli orrendi commenti che lo avevano spezzato, lo avevano distrutto.

-Wow cadere apposta per far girare il proprio nome;
-Sono rimasto scioccata/o perchè pensavo fosse Jimin delle AOASono contenta/o non sia così;
-Svenire per aver trattenuto il respiro non è un po’ troppo; È fisicamente più debole di una ragazza. Allenati *sbuffa*;
-Hai fatto un fanmeating scalando una montagna? Che monte hai tentato di -scalare?;
-Parlo seriamente. Non mi importa se è ferito o meno ma avete presente gli EXO, inchinatevi a 180 gradi, okay?;
-“Non è davvero troppo;
-Anche questo… Sono senza parole;
-Wow! Ho scoperto che sono famosi per ‘sajaegi’. Meritano una punizione;
-Wow c’è gente che pensava sarebbe morto o qualcosa del genere. Si è fatto un po’ male, piantatela di farne una tragedia.*


Era come tornare indietro, si sentiva nello stesso modo anche peggio, perché i commenti questa volta erano stati peggiori. Non erano insulti, non erano critiche, questa volta erano minacce di morte. Era proprio così, era talmente pessimo che qualcuno aveva deciso addirittura di ucciderlo durante un concerto.

Il bussare di qualcuno alla porta fece si che: Jimin si accucciasse di più all’interno del suo riparo fatto di piumoni, non voleva vedere nessuno, non voleva farsi vedere da nessuno in uno stato così pessimo. 
Chiunque continuava a bussare, probabilmente ci avrebbe rinunciato e l’avrebbe lasciato in pace, avrebbe tanto voluto urlare un “VAI VIA”, ma le parole non volevano venir fuori, era come se avesse un blocco alla gola, che non gli permetteva di poter parlare.
Dopo un po’ l’incestante bussare finì, e lui si ritrovò a stringere di più il cuscino tra le braccia, era solo, per quanto non avesse mai voluto vedere più nessuno, in quel momento avere la certezza che nessuno fosse realmente entrato nella sua camera, lo faceva sentire anche peggio di come già si sentiva.
La porta si aprì senza far rumore e si richiuse di nuovo, nella stanza si sentivano solo il singhiozzare straziante di Jimin, dei passi incerti e leggiadri percorsero tutta la stanza fino ad arrivare a letto.
“Jimin?” disse una voce leggera e molto soffice.
“Taehyung mi ha fatto entrare, dice che forse posso esserti d’aiuto” disse con titubanza.
“Aigoo! no tu no” trillò Jimin singhiozzando.
“Perché no? Non può essere peggio di quando quel cretino del bullo della scuola ti la versato a suo dire per sbaglio il succo d’uva in testa” disse mantenendo la voce delicata, trattenne uno sbuffò infastidito, per via del non rispondere del ragazzo sotto le coperte.  
“Jimin ti ho visto piangere nello spogliatoio con i vestiti macchiati di viola per succo. Lo avevi definito come il momento più imbarazzante della tua vita, io penso che sia stato il momento in cui ti ho parlato per la prima volta, senza alcun imbarazzo poiché il tuo lo fosse abbastanza per entrambi, e d’allora ti sei appiccicato a me come una piovra” provò a celare una risata.
“Questo è peggio” provò a dire Jimin, ma il ricordo di quel momento lo aveva fatto smettere di singhiozzare.
“Perché è peggio? Perché una pazza fissata con gli exo ha scritto minacce di morte? Sai chi riceve minacce di morte, le persone importanti! È solo invidiosa per il tuo talento, e sicuramente una malata di mente, Jimin hai tante fan che ti amano, e anche tante persone, i tuoi amici sono preoccupati”
“E tu? Tu sei preoccupata?” chiese lui ancora sotto le coperte e tentennando con la voce.
“Si, Jimin, io sono sempre preoccupata per te, anche se tu non mi rivolgi la parola da quando ho iniziato a lavorare qui due mesi fa” disse con un leggero risentimento.
Jimin si tolse le coperte dalla faccia, e la guardò con gli occhi rossi e i capelli arruffati. Si sentiva terribilmente in imbarazzo per lo stato in cui fosse, si sentiva in imbarazzo sotto il suo sguardo. Si sentiva anche in colpa per averla evitata per tutto quel tempo.
“Perché non parli più con me?” chiese lei triste. “Pensavo fossimo amici” disse la ragazza con gli occhi lucidi.
“Yun-hee lo siamo!” esclamò lui cercando di liberarsi dalle coperte, ma avendo il risultato di una caduta per terra.
“Aigoo!” esclamò lei precipitandosi ad aiutarlo. “Buono ti libero io!” esclamò provando a levarli le coperte dalle gambe. 
Nel cercare di liberarlo si ritrovò anche lei per terra vicino a lui.
“Libero!” esclamò lei per poi tornare a guardarlo.
“Aigoo! È tutto sempre più imbarazzante!” disse lui coprendosi con le mani la faccia.
Lei lo guardò leggermente preoccupata.
“Jimin, sono io, dai ti avrò visto cadere dalle sedie o inciampare non so quante volte. Per non dimenticare di quando inciampando, mi hai trascinata con te sopra un cespuglio” disse lei scuotendo leggermente il capo al ricordo.
Lui tolse le mani dalla faccia e si ritrovò a guardare i suoi occhi.
“Scusami” disse poi abbassando il capo.
“Per la caduta nei cespugli?” chiese lei confusa “è storia vecchia” disse lei alzando gli occhi al cielo, poi con una mano si avvicinò al mento del ragazzo per alzarli il volto.
“Jimin?” chiamò con tono preoccupato.
“Ero in imbarazzo, e non sapevo cosa dirti, sono rimasto sconvolto quando quella sera ti ho incontrato alle macchinette in agenzia” disse lui guardandola, era cresciuta sembrava molto più donna, d’altronde erano passati tre anni dall’ultima volta in cui si erano visti.
“Si l’avevo notato” disse lei tentennando.
“Era stata una giornata un po’ piena” disse lui cercando di giustificarsi, avrebbe voluto voltare di nuovo il capo, ma lei aveva posato la sua mano sulla sua guancia e ciò gli stava trasmettendo tanto calore, era una bella sensazione, il tocco di lei.  
“Lo so, avete incontrato Isabel di sfuggita in un ascensore” disse lei, accarezzandoli una mano con dolcezza.  
“Tu come lo sai?” chiese lui sconvolto, indietreggiando leggermente con la testa e lei tolse la mano dalla sua guancia come se ne fosse stata scottata.
Yun-hee rimase un attimo ferma a guardarlo, si morse un labbro indecisa, non le piacevano i segreti e per via di Isabel ne aveva fin troppi, decise di dire la verità, almeno per quella volta.
“È stata lei il giorno prima a farmi fare un colloquio con la vostra agenzia, e mi hanno chiesto subito di prendere posto a lavoro. Quando mi hai incontrato, era il mio primo giorno di lavoro, e sono stata sempre io a far entrare Isabel quella sera” disse la verità lei continuando il discorso. Si morse di nuovo il labbro dubbiosa e incerta di quell’informazione appena detta, ma non era brava a celare la verità, a parte una che ma gli avrebbe detto, il suo piccolo segreto.
“Tu e noona siete in contatto? Sei rimasta in contatto con lei e no con me!” esclamò lui oltraggiato.
“Jimin tu sei sempre così occupato e la nostra corrispondenza si era affievolita” disse lei scuotendo il capo, leggermente sorpresa per via di quell’accusa appena ricevuta.
“Certo che si è affievolita, tu ti sei fidanzata con un Giapponese!” l’accusò lui.
“Ero fidanzata” sottolineo lei “E comunque sarebbe successo che prima o poi saremmo usciti con qualcuno, tu non frequenti nessuno?” chiese lei celando la curiosità per quella informazione che tanto bramava.
“No! Nessuno!”
“Ah…. Non dirlo come se fosse una cosa brutta, è normale fidanzarsi ed avere delle relazioni” lo ribeccò lei.
“Si dovrebbe essere normale, ma per noi è difficile” disse abbassando di nuovo il capo.
“Per voi? Intendi voi idol” chiese lei confusa.
“Si lo sapresti se non avresti rinunciato” disse lui guardandola in malo modo.
“Jimin ancora? Ce l’hai con me per aver deciso diversamente della mia vita?” chiese lei sbalordita.
“Avremmo potuto affrontare tutto insieme!” disse lui accusandola.
“Aigoo, puoi affrontare tutto con i tuoi compagni, non era una vita che volevo! Ne abbiamo discusso molto, io volevo studiare, sapere le lingue! Non ballare e cantare, non è mai stato per me” si alterò leggermente la ragazza, guardandolo incredula.
“Sarebbe stato più semplice” sussurrò lui, abbassando di nuovo il capo, sentendosi a disagio sotto lo sguardo di rimproverò di Yun-hee.
“No, non credo, penso che non ci saremmo potuti vedere per via dei vari contratti, penso che ci saremmo allontanati comunque” disse lei seria  in volto.
“Come mai noona ti ha fatto fare un colloquio qui?” chiese poi lui guardandola con sospetto, sentendosi ancora incredulo che le due ragazze si sentissero.
“Ci siamo incontrate a gennaio, lei era tornata dall’America e io ero già in Corea da un paio di mesi, sono tornata a casa per mio padre, avevo bisogno di un lavoro e ho chiesto a lei, mi ha detto di no in azienda, perché… non è un bel ambiente, però mi aveva offerto un posto in Hotel” incominciò a raccontare lei.
“E come mai non sei lì?” chiese confuso.
“Perché dopo il nostro incontro a quanto pare ha cambiato idea, ha fatto un paio di chiamate e il giorno dopo ho avuto il posto da voi.  Aveva detto che vi conoscevo già ed ero una persona fidata e non avrei creato problemi, poi il mio curriculum era buono, in Giappone facevo l’interprete per un gruppo di Idol”
“Eh si… gruppo di Idol di cui faceva parte il tuo fidanzato” sbuffò lui.
“Ex” sottolineo lei di nuovo.
“Quello che sia” disse il ragazzo con il broncio.
“Aigoo… qual è il problema?”
“Nessuno… a preferito un idol giapponese a…”
“A?” chiese lei spalancando gli occhi inizialmente e poi fessurandoli.
“A… Taehyung!” esclamò lui.
“Aigo! Pensavo fossi diventato più intelligente, sbagliavo! Ti avevo detto che non mi piaceva e io non piacevo a lui!” esclamò lei risentita che lui tirasse fuori anche quel episodio passato.
“Secondo me sareste stati perfetti l’uno per altro!” Jimin incrociò le braccia al petto come un bambino che faceva i capricci.  
“Beh io l’ho detto che tu non sei intelligente, dovresti smetterla di fare teorie così sbagliate” disse lei mettendosi a sedere meglio, appoggiando la schiena al letto e incrociando le braccia al petto contrariata.
“Sei venuta qui per consolarmi o per insultarmi?” disse lui risentito.
“Io volevo aiutarti e metterti un po’ di sale in zucca, ma tu dici scemenze… non ci posso fare nulla.”
“Sale in zucca?” chiese lui confuso.
“Si tipo farti capire che non devi abbatterti per un commento come quello che hai ricevuto… quante problematiche ti sei creato in questa testolina” disse lei toccandoli la testa con il dito indice.
“Non molte” mentì lui tirando su con il naso.
“Ah, quindi il fortino in cui ti ho trovato, non era il fortino della depressione e della vergogna insensata” disse lei scuotendo la testa.
“NO! Era il fortino del: devo pensare, tu hai interrotto il mio momento riflessione”
“No, io ho bloccato il tuo momento: mi maltratto e penso di essere uno schifo e inadeguato. Aigoo Jimin si vede dalla tua faccia che te ne sei detto di cotte e crude da solo. Non ti bastano gli haters? Devi farlo anche tu con te stesso!”
“Io….” incominciò a piangere di nuovo.
“No! Scusami non volevo essere così dura! No ti prego non piangere di nuovo, che ti imbarazzi e poi cadi! Per favore smettila!!” disse lei con voce da panico.
“Hai ragione, mi sono maltrattato, faccio schifo!” trillò il ragazzo.
“Aigo, no! Non fai schifo, hai solo il vizio di buttarti un po’ giù da solo. Hai solo bisogno che qualcuno ogni tanto ti dica che vai bene così come sei. Infondo abbiamo bisogno tutti di qualcuno del genere” provò a rassicurarlo lei.
“Pensi realmente che sono stupido?” chiese lui piangendo e guardandola un attimo di nuovo.
“No! Jimin no! Ti prendevo in giro, cercavo di smorzare un po’!” trillò lei per poi abbracciarlo di slanciò.
“Jimin, tu vai bene così come sei! Te l’ho sempre detto. Prova a credermi, per una volta, fidati di me” disse lei mentre lui si stringeva a lei.
“Ci provo” disse lui cercando di far smettere i singhiozzi, rimasero per un attimo in silenzio abbracciati, così che lui potesse mettere fine alle lacrime.
“Sai penso che a ti piaccia molto il mio moccio, ogni volta che piango mi abbracci” disse lui rimanendo in quell’abbraccio e sussurrandole la frase all’orecchio.
“Allora vedila così se mi può piacere una cosa così orrenda come il tuo moccio, pensa a quante cose non orrende possono piacermi di te” si dichiarò lei senza volerlo.
“Sono felice che tu sia tornata nella mia vita” sussurrò lui “Mi sei mancata Yun-hee”
“Anche tu piccolo Jimin mi sei mancato” annuì lei.
 
ALCUNE ORE DOPO (NEW YORK)
“Ehi, non dovevate stare con Jimin voi due?” chiese Namjoon confuso, vedendo i più piccoli entrare nella stanza dall’albergo.
“È in buone mani” disse Taehyung sorridendo ampliamente.
“Con Jin?” chiese Hoseok ancora leggermente scosso.
“No, Jin è da qualche parte con il manager” disse Jungkook scrollando le spalle.
“Quindi con chi sta?” chiese Yoongi confuso guardandosi in torno, se Jin stava con il manager e tutti erano lì, non aveva la più pallida idea di chi potesse stare con Jimin.
“Con Yun-hee, ci penserà lei!” esclamò Taehyung sorridendo sempre di più.
“Chi?” chiesero in coro i tre rapper non sapendo di chi fosse il nome.
“L’interprete nuova?” chiese Namjoon confuso, ricordando improvvisamente di aver sentito quel nome riferito alla nuova ragazza dello staff, quella che parlava a macchinetta e a una velocità assurda in inglese super fluente, da avergli fatto dubitare della sua bravura.  
“Si” disse Jungkook andandosi a sedere sul letto e sospirando sdraiandosi a peso morto su di esso.  
Taehyung scosse la testa nel guardare la reazione del più piccolo.
“Perché si trova con l’interprete?” chiese Yoongi ancora più confuso.
“Aigoo! Ma non avete capito chi è? Non l’avete riconosciuta?” chiese Taehyung, continuando a scuotere la testa con disapprovazione.
“No, chi è?” chiese Namjoon confuso.
“La compagna di banco di Jimin! È stata assunta un paio di mesi fa!” esclamò allegro Taehyung  saltellando leggermente da un piede all’altro.
“Aigoo! Yun-hee? Quella Yun-hee?” urlò Yoongi in panico ricordando l’ultimo incontro con lei, era stato pessimo.
“Si quella…” disse Taehyung guardando il più grande con rimproverò.
“Aigoo! Che imbarazzo!”
“Perché non l’hai riconosciuta o per l’ultima volta che l’hai vista?” chiese Taehyung.
“Per entrambi! Ma specie per l’ultima volta! Dovrei scusarmi sono stato orrendo, le ho urlato da ubriaco in una maniera orripilante! Che coglione che sono stato!”
“Aigoo, ho capito chi è! Ma aspetta tu non ci eri uscito?” chiese Hoseok indicando Taehyung.
“Si… colpa di Jimin, si era convinto che io le piacessi!” esclamò Taehyung, quando la realtà era che a lei piaceva proprio Jimin, e solo lui era al corrente di ciò.
“Ma a te piaceva?” chiese Jungkook saltando seduto sul letto e facendo saettare lo sguardo sul ragazzo.
“No… anche se ora è molto più bella!” disse sorridendo.
“Lo era anche prima!” esclamò Jungkook diventando rosso in viso e tutti lo guardarono allarmati.
“Spero per te, che tu non abbia una cotta, perché quando Jimin capirà i suoi sentimenti, finirà con lei” disse Taehyung indicandolo con l’indice e facendo di no con esso.
“Non ho una cotta!” esclamò irritato.
“Mmh…nel caso fattela passare. È la sua compagna di banco, ci finirà insieme così com’è successo tra Yoongi e Isabel” annuì Taehyung e a quella frase Hoseok spalancò gli occhi, forse sarebbe veramente finito anche lui con Dashimen era il suo compagno di banco.
“Aigo! Com’è il padre di lei?” chiese Yoongi saltando per aria.
“Ha un tumore… e fa la chemio” disse Jungkook e Taehyung lo guardò con interesse, poiché il più piccolo era informato di una situazione del genere.
“Ah ottimo! Se dovesse morire, non creerà nessun problema” esclamò Yoongi, lasciandosi andare a un sospiro di sollievo.
“Ma che cazzo dici!” urlò Namjoon, lanciandoli una bottiglietta d’acqua mezza vuota.
 “Io… scusa pensavo al padre di Isabel!” esclamò risentito per via della bottiglietta che l’era arrivata addosso, incominciò a giocare con essa a disagio.
“Lei vuole molto bene al padre! Hyung ha ragione Namjoon come ti viene di dire una cosa del genere!” Anche il minore rivolse a Yoongi uno sguardo di rimprovero.
“Aish! Dai sapete cosa intendevo! Ho solo sbagliato a parlare!” si difese lui, schiacciando leggermente la bottiglietta.  
“Tu come lo sai del padre?” Taehyung si rivolse a Jungkook.
“Abbiamo preso un caffè… una o più di una volta.” Disse facendo spallucce.
“Jungkook!” urlò Taehyung.
“Che cosa vuoi? Non c’è nulla di male a prendere un caffè con noona Yun-hee! Se l’avessi preso con Noona Isabel non mi avresti urlato contro!” disse risentito dall’accusa.
“Ha ragione” annuì Yoongi con la testa.
“Mmh, secondo me l’ha Taehyung.” Annuì Hoseok guardando il più piccolo, era evidente la sua cotta.
“Anche se fosse, Jimin non è mai stato interessato a lei!” trillò con voce acuta, in sua difesa Jungkook.
“Dimmi che non ci hai fatto nulla!” lo pregò Taehyung.
“Aigoo, hai deciso che a ogni tour devi fregare le ragazze a Jimin?” disse Yoongi con una risata simile a un rantolo.
“Ragazzi no! Nessuno fa casini del genere!” sentenziò Namjoon scuotendo il capo e guardando tutti con terrore.
“Aigoo, smettetela!  Non è la sua ragazza, facciamo così chiederò a Jimin se è interessato se dirà di no, allora gli chiederò il permesso!”
“Non se ne parla! Tu non chiedi nulla a nessuno e ti fai da parte, fidati di me, finiranno insieme è la maledizione dei compagni di banco!” urlò Taehyung
“Ehi, ma io non avevo una ragazza come compagna di banco!” disse sconvolto Namjoon.
“Sei destinato a stare solo come me”
“Tu hai la fidanzata!” esclamò Jungkook rivoltò a Taehyung.
“eh?” chiese Tae confuso.
“Aigoo non ti puoi dimenticare di Soo-hee!” gli andò contro Jungkook.
“Beh è un po’ tappezzeria, non si nota nella stanza, una lampada è più espressiva, almeno è utile a fare luce” disse Yoongi pensieroso, per poi mostrare un sorriso gengivale, tutti si voltarono a guardarlo con facce di diniego.
“Hyung cazzo! Sei pessimo!” disse Namjoon guardandolo sconvolto, “Come fai a dire cose crudeli senza rendertene conto!” gli urlò contro mentre Hoseok incominciava a ridere.
“Che fai? Se ridi quello continua a dire qualunque cosa li passi per la testa, senza un minimo di tatto!”
“Non è colpa mia, non dire che non ha ragione, anche Taehyung se la dimentica in giro. Qualche giorno fa l’ho trovata nella hall che lo aspettava e indovina?” disse indicando Taehyung “Lui dormiva profondamente da ore!” esclamò Hoseok.
“Okay, questa è una situazione che va risolta!” disse Namjoon guardando Taehyung con rimproverò.
“La mia? Quella di Jk innamorato della futura ragazza di Jimin ha la precedenza!” trillò Taehyung.
“Non sono innamorato!” si difese il più piccolo.
“Perché siamo un ammasso di casini?” chiese Yoongi dando voce ai pensieri.
“Ehi parla per te!” disse Namjoon.
“Ti ricordo che tu stai con una sposata!”
Namjoon fece per ribattere ma si fermò per via del bussare della porta.
“Vado io!” esclamò Taehyung saltellando verso la porta.
 
“Oh sei tu!” esclamò appena aperta la porta, “Entra così ci racconti come sta” disse Taehyung facendola entrare.
“Ehm ciao a tutti” disse Yun-hee chinando leggermente il capo.
“Ciao!” esclamarono tutti con voci troppo alte rispetto al solito.
“Tutto bene?” chiese lei guardandoli stranita.
“Oh si! C’è sola una pazza con una pistola che vuole uccidere Jimin, cosa da tutti i giorni!” esclamò Yoongi ridendo falsamente, facendo leggermente impallidire la ragazza che lo guardò stranita.  
“Tu hai problemi seri! Smettila di parlare a sproposito!” urlò Namjoon verso il maggiore.
“Hai bevuto anche questa volta?” chiese Yun-hee guardando Yoongi scuotendo la testa.
“No! Completamente sobrio!” ammiccò Yoongi.
“Allora hai bisogno di mangiare o diventi un gattino scorbutico” annuì seria lei.
“Gattino?” disse Yoongi confuso, “Aigoo! Lo diceva sempre Isabel!”
“Oh… non ti è passata noto” disse lei alzando gli occhi al cielo.
“Tu non eri timida e tutta gentile un tempo?” chiese assottigliando gli occhi.
“Unnie ha detto di trattarti in questo modo, così la prossima volta eviti di urlami contro da ubriaco, ah.. e di assicurarmi che mangi” disse scuotendo la testa .
“Aigoo!” fece un salto talmente ampio da avvicinarsi a lei e poi afferrarla.
“Tu! Sei in contatto con lei”
“Sei troppo vicino….” Disse lei a disagio.
“Rispondi!”
“Si, mi ha fatto venire lei a lavorare qui, Oppa molla la presa dalle mie spalle” disse rossa in viso, era un misto tra imbarazzata e adirata.
“Cosa? Isabel! Aigoo sei una spia! Ammettilo” le puntò il dito contro, mentre lei lo guardava leggermente irritata. 
“Non sono una spia, smettila.  Aigoo salti per aria quando si tratta di lei, non ti passerà mai!” esclamò lei scuotendo il capo e pensando che fossero simili tutti e due.
“Aigoo, ti ha mandato a dirmi di dimenticarla? Sei un messaggero quindi!”
“No, Oppa… non sento Unnie da quando è partita per le Hawaii, a differenza tua non ci ho parlato neanche in aeroporto, dato che ero da un’altra parte.”
“Mmh…” staccò la presa da lei e la osservò perplesso.
“Hai il suo numero? Me lo dai!” sorrise.
“No. Non ti do un bel niente” disse incrociando le braccia al petto.
“Perché dai, in onore dei vecchi tempi e dei passaggi in macchina a casa!” esclamò lui.
“Hyung, lasciala in pace” disse Jungkook avvicinandosi, Taehyung lo squadrò perplesso, era un casino abnorme, il piccolo era cotto, e lo si notava anche fin troppo.
“Vecchi tempi? Mi hai urlato contro l’ultima volta!” disse lei irritata.
“Aish! Non volevo! Ero ubriaco!”
“Queste non mi sembrano scuse Oppa!” lui la guardò con gli occhi languii e poi sbuffò e si mise in ginocchio.
“Ti prego perdonami”
“Non te l’ho do comunque il numero, non avrei neanche dovuto dirti che siamo in contatto” sbuffò lei.
“Sei diventata cattiva!” esclamò Yoongi per poi alzarsi e andare a sedersi altrove.
“Hyung sei tu che sei sgarbato” disse Jungkook prendendo di nuovo le difese della ragazza, e Taehyung lo guardò di nuovo con uno sguardo ammonitore.
“Wao! Sei cambiata parecchio!” disse Namjoon cambiando il discorso.
“Eh?” lei lo guardò confusa
“Eri molto timida, parlavi pochissimo, almeno lo facevi solo con Jimin o Taehyung” disse lui sorridendo gentile.
“Ah… sì diciamo che ho lavorato un po’ con il mio imbarazzo, poi devo parlare per fare il mio lavoro, ed essere sciolta nel linguaggio” sorrise lei.
“Beh direi che stai facendo un ottimo lavoro, chiedono sempre a te di tradurre o sistemare qualcosa in lingua” si complimentò il Leader.
“Tutti questi complimenti sono perché non mi avete riconosciuta no?” chiese lei sospettosa.
“Ehm… si, ma sei cambiata! Hai i capelli lunghi!” esclamò Hoseok.
“Uhm perdonati, si sono cambiata parecchio… Jimin dorme comunque sembra stare meglio, ha distrutto il fortino dell’autocommiserazione”
“Ah… si era fatto il fortino con le coperte e cuscini?” chiese Hoseok titubante.
“Si, ma è stato distrutto, dovrebbe stare meglio, almeno è crollato. Stateli accanto” disse a mo’ di ordine, guardando poi tutti i ragazzi.
“Certo che staremo accanto a Jimin!” disse Yoongi.
“Ottimo, ho fatto quello che mi avevi chiesto” disse lei rivolta a Taehyung.
“Vai già via?”  chiese Jungkook confuso.
“Oh si, ho una fame atroce non ho mangiato nulla” disse lei pensierosa “Comunque forse è meglio se ci va qualcuno a dormire con lui, così non si dovesse sentire solo” disse lei indicando Taehyung.
“Potevi rimanere tu a dormire con lui” ammiccò Tae in risposta, facendola diventare immediatamente rosso fuoco sulle guance.
“Taehyung…. Vuoi morire?”  chiese lei assottigliando lo sguardo.
“La mia morte sarà valsa per via del rossore che ti ho causato in faccia” gongolò lui tranquillo, per poi dare un leggero sguardo a Jungkook che aveva incrociato le braccia al petto e aveva il broncio. 
“TaeTae…” fece qualche passo verso di lui “Si imbarazzerebbe chiunque al tuo tipo in provocazione!” gli urlò contro dandoli un pugno sul braccio.
“Ahia! Noona ti ha insegnato cose che non doveva!” urlò lui sconvolto dal gesto.
“Aigoo.. è sempre colpa di Isabel!” esclamò Yoongi sorridendo ampliamente pieno d’orgoglio, mentre gli altri due rapper scuotevano la testa con disapprovazione.
“Ha insegnato bene, smettila di mettermi in imbarazzo!” disse lei dandoli un altro schiaffetto.
“Mi piaceva di più la Yun-hee timida e dolce!” esclamò lui incominciando a massaggiarsi il braccio colpito due volte.
“Ops… non è un mio problema, vado a mangiare divento nervosa come il gattino se non mangio” disse lei sorridendo verso Yoongi mentre lui la guardava imbronciato, “Non mi chiamare gattino!” esclamò lui irritato.
“Vado! Ciao Bangtan, alla prossima tragedia!” esclamò lei ignorando Yoongi e dirigendosi verso la porta.
“Noona aspetta!” esclamò Jungkook facendo un salto in avanti, lei si voltò a guardarlo sorridente “Si Jungkookie?” disse in modo gentile.
“Ti accompagno a mangiare, ho una fame anche io!” esclamò lui sperando in un sì.
“Oh… si va bene andiamo! Ciao a tutti, tenente d’occhio Jimin!” e così dicendo uscì fuori dalla stanza con Jungkook che salutò tutti sorridendo ampliamente e lasciandoli di sasso.
 
Angolo dell’autrice:
*La serie di commenti con l’asterisco sono commenti veri del web risalente al giorno del 18 agosto 2015
Questo nuovo volume è pieno di nuovi acquisti! Prima Chung-hee e ora Yun-hee.
Penso di adorarla!  Lei era un pezzo che mi mancava, ma rivedendo tutti i volumi c’è sempre stata anche se non menzionata è un po’ come la Dashimen della situazione.
Il giorno in cui Jimin la rincontra è quando Isabel si trova nello studio di Namjoon, Non so se ricordate ma la 95 line era in giro a indagare su Jungkook: In quel famoso capitolo avrei dovuto inserire un pezzo di loro due che gironzolavano e poi beccavano Jungkook nel parcheggio e lo vedevano far salire una ragazza in macchina “Isabel”, ci doveva essere una litigata tra Jimin e Jungkook.
Ho avuto talmente tanti problemi a scriverlo che alla fine ho rinunciato e la storia è cambiata. Finalmente dopo mesi capisco il perché, Jimin e Tae non sono mai arrivati nel parcheggio hanno incontrato lei che ha fatto sviare il percorso che avrebbero dovuto fare.
Ero talmente concentrata su altri avvenimenti che mi è sfuggita come personaggio…. Non ho parole.
(Ho il terrore che lei mi vada a scombussolare la cronologia… però non riesco ad evitare di inserirla)
Comunque sia Isabel la conosce anche fin troppo bene. Yoongi anche la conosce sbroccò contro di lei da ubriaco, dopo che Isabel l’aveva lasciato per telefono.
Si può dire che la conoscono tutti, specie Tae con cui ci è anche uscita! Ahhahaha
Mi si è aperto un mondo! Voi non potete capire cosa è successo e quanto materiale io ora abbia su Jimin e Yun-hee. Detto questo spero di dar luce a uno spin-off…
Ci si legge sabato, con il capitolo sempre sui bts! 
Bacioni! 

 
   
 
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