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Autore: Nuage_Rose    20/10/2022    2 recensioni
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Day19: castello, dalla lista pumpNIGHT
Dal testo: " Era da parecchio tempo che non tornava a Hogwarts. Gli sembrava che quel posto avesse fin troppi ricordi da tenere a bada. Ma era stato convocato dalla preside per qualcosa che aveva combinato suo figlio James. Doveva aspettarselo. "
#writober2022 #fanwriterit
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Minerva McGranitt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt: castello, lista pumpNIGHT
» N° parole: 470

 

Home is a Castle

 

 

These people raised me

And I can't wait to go home

And I'm on my way

I still remember these old country lanes

When we did not know the answers

And I miss the way you make me feel, and it's real

When we watched the sunset over the castle on the hill (hill)

Over the castle on the hill (hill)

Over the castle on the hill

 

Castle on the Hill

di Ed Sheeran

 

Era da parecchio tempo che non tornava a Hogwarts. Gli sembrava che quel posto avesse fin troppi ricordi da tenere a bada. Ma era stato convocato dalla preside per qualcosa che aveva combinato suo figlio James. Doveva aspettarselo. Dopotutto era suo figlio e aveva lo stesso caratterino suo e di suo nonno. E di Sirius.
Così aveva dovuto chiedere un giorno di permesso dal suo lavoro di Auror per andare al castello e sentire come mai addirittura la preside lo avesse convocato con una lettera urgente. Già solo quella era bastata a risvegliare tanti ricordi della sua giovinezza, anche se il famigerato inchiostro verde di Silente aveva lasciato lo spazio ad un più sobrio blu della McGranitt.
Si era smaterializzato nei pressi di Hogsmeade, stringendosi nel mantello scuro quando la neve aveva iniziato a cadergli addosso. Ed eccolo lì, in tutto il suo splendore: il castello di Hogwarts. Sempre così imponente e maestoso, nonostante gli anni e persino i danni che la battaglia finale contro Voldemort aveva causato alle sue mura.
Avvicinandosi all’edificio, Harry notò che qualcosa era cambiato, anche se lo stile e la sua solennità erano le stesse. Gli sembrava meno enorme, meno severo e più amichevole. Come una casa d’infanzia da cui mancava da tempo, ma che lo aspettava a braccia aperte.
Fu sorpreso nel notare che, una volta entrato dentro i giardini del castello, non erano stati i brutti ricordi a colpirlo. Non subito.
Prima c’erano state le lunghe passeggiate coi suoi due migliori amici, le gobiglie, gli screzi con Malfoy che ora gli sembravano solo ragazzate.
E poi la battaglia. I morti. Il viso senza vita di Fred. I corpi vicini di Tonks e Lupin.
Scosse la testa, sistemandosi poi gli occhiali tondi. Prese un respiro prima di bussare alle porte d’entrata del castello. Queste si aprirono sinistramente e, con sorpresa di Harry, fu proprio la preside ad accoglierlo. Gli anni segnavano il suo viso, ma emanava ugualmente un’aura autoritaria. Esattamente come il castello.
Lei gli sorrise bonariamente, tenendo le braccia conserte al petto. Indossava un ambio abito rosso, con decorazioni in oro: i colori di Grifondoro. Ricambiò il sorriso, lievemente imbarazzato.
“Bentornato, Potter.” disse la preside, con solennità e tenendo quel sorriso che ingannava la sua felicità nel vederlo, nonostante la circostanza spiacevole. Lui la ringraziò e la seguì all’interno del castello.
Sono tornato a casa.

   
 
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