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Autore: historiae    20/10/2022    0 recensioni
Bloom offre il suo aiuto ad Icy per ritrovare sua sorella Sapphire e salvare il regno congelato di Dyamond. Spezzare l'incantesimo della strega Sciamana e riportare la bambina alla sua forma originaria si rivela più facile del previsto.
Tuttavia il sortilegio non sembra limitarsi alla metamorfosi; Sapphire nasconde in sè un male più grande di quello che appare.
Sullo sfondo di un pianeta immerso nel suo sonno glaciale, Bloom ed Icy si ritrovano ad affrontare una minaccia che unisce da sempre i loro destini come un filo invisibile.
Genere: Hurt/Comfort, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bloom, Icy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La figura minuta e avvolta nella stoffa leggera della camicia da notte strisciava sul pavimento cercando di non fare rumore. Le tende della stanza erano state tirate la sera stessa, soffocando sul nascere i raggi candidi della luna che facevano capolino dalle montagne poco lontane.

Avanzò a tentoni nel buio, stringendosi al petto con un braccio il suo pupazzo preferito, respirando il più piano possibile. Raggiunse il grande letto di fronte al suo, troppo alto perchè lei potesse scorgerne la figura coricata al di sopra. Facendo leva sui piedini, si alzò e, fulminea, vi si arrampicò.

La sorella maggiore, che dormiva beata, si rivoltò tra le lenzuola stropicciate, mugugnando qualcosa.

-Icy... sei sveglia?- bisbigliò, e cominciò a strattonarla per un braccio, svegliandola.

-Che cosa c'è, Sapphire?- domandò l’altra, con la voce impastata.

La bambina le teneva le mani ancorate al braccio, e tremava, spaventata. Il suo pupazzo giaceva capovolto accanto a lei. Dato che non se ne separava mai, Icy pensò che la sua preoccupazione dovesse essere sincera.

-Ho di nuovo sognato quelle creature.- bisbigliò, come per timore che qualcun altro la sentisse. Il suo mento tremava, sull'orlo del pianto. -Volevano fare del male alla mamma.-

Icy, quasi del tutto sveglia, si soffermò sugli occhi lucidi della sorellina. Era già capitato che avesse incubi del genere, e il più delle volte si era svegliata terrorizzata, cercando conforto in lei. Dall’alto dei suoi dieci anni, Icy era sufficientemente scettica da tranquillizzare sempre la sorella con freddezza riguardo ai mostri che a parer suo si immaginava troppo di frequente.

-Smettila di piangere. Te l'ho già detto, le creature che sogni non esistono. E non potranno mai farci del male, né qui né in nessun altro posto. Mi hai capito bene?-

-Come fai a saperlo?-

-Lo so e basta. Qui ci sono quelle belle lepri veloci che ti piacciono, e le balene bianche. Ma non i mostri.-

Dopo un paio di singhiozzi, la bambina parve calmarsi un poco. Si accostò ancora di più alla sorella maggiore, facendo ondeggiare i suoi riccioli candidi.

-Posso restare qui con te?- supplicò.

-No, Saph, devi tornare nel tuo letto. È ora di dormire, adesso.-

-Ma io ho paura.-

Icy si malediva ogni volta che abboccava alla trappola dello sguardo implorante della sorella, la quale, con quella infallibile arma, riusciva a trascinarla il più delle volte in un guaio dietro l'altro. Ma sapeva che anche quella volta si sarebbe costretta da sola a fare uno strappo alla regola.

-...e va bene. Ma devi stare ferma e zitta.-

Le fece posto accanto a lei. Con un balzo, la bambina le fu addosso, desiderosa di protezione, come come se temesse che tutto ciò che aveva di più caro le dovesse essere tolto di lì a poco.

 

 

 

Ad Icy parve di venir smossa da uno scossone quando sentì una mano sfiorarla appena, ridestandola dal suo dormiveglia.

Non ricordava di essersi addormentata, e si sorprese del fatto che le fosse riuscito di farlo, dato il nervosismo che aveva ancora in corpo.

La navetta fluttuava nel buio dello spazio da un tempo incalcolabile, e il suo incedere fluido e sicuro l'aveva cullata verso un lieve sonno.

Sbattè le palpebre e riacquistò la sua abituale compostezza alla vista di Bloom, che, armata di espressione gioviale, le stava dinanzi per accertarsi che si fosse accorta di lei.

-Stiamo per arrivare.-

Icy distolse all'istante lo sguardo dalla fata e si affacciò al finestrino, scrutandovi attraverso.

Il mare di oscurità puntellato di stelle andava gradualmente schiarendosi, mentre la navetta si immergeva a capofitto in una nebbia azzurrognola di dubbia origine. Il mezzo oltrepassò un gigantesco e affilato frammento di cristallo marmoreo e bianco, che si aggirava là sperduto come il detrito di qualche meteora disintegrata.
Poi, Dyamond apparve. Anche da quella distanza si poteva notare il bianco della neve che lo copriva risplendere in una miriade di bagliori appena percettibili, e gli sprazzi di blu tenue del mare, nascosti dietro la massiccia rete di ghiaccio che lo avvolgeva.

Icy provò una fitta allo stomaco al pensiero di essere di nuovo a casa, e sebbene vi fosse mancata solo per poco, pregava con tutta l'anima che il suo pianeta natale fosse rimasto come l'aveva lasciato.

Ma il suo pensiero era rivolto unicamente alla bestiola che era rimasta abbandonata laggiù. Più di una volta aveva maledetto il destino per averle impedito di portarla via con sé, tanti anni prima, e sé stessa, per non esserne stata in grado. Adesso, tutto ciò che le rimaneva era la speranza di ritrovarla viva.

 

La navetta planò con precisione sul terreno pianeggiante, sollevando una nuvola di brina. La portiera principale si aprì lasciando cadere a terra la scaletta, mentre Sky spegneva i motori.

-Tempismo perfetto.- disse, rivolgendosi a una Bloom infreddolita e imbacuccata in un giaccone da neve sotto cui aveva infilato almeno altri due maglioni di lana pesante.

-Quanto dista esattamente Dyamond dalla nostra galassia?- gli chiese. Non vi era informazione che non avrebbe potuto essere utile in futuro. Perciò ne approfittò.

-Ho calcolato una sessantina di unità astronomiche e un tempo di circa un paio d'ore. Ma forse siamo stati tanto abili da guadagnare qualche minuto.-

Icy si era alzata in fretta dal suo posto e si era diretta verso l'uscita, dove fece a Bloom la cortesia di attenderla. Non aveva intenzione di perdere neanche un minuto di tempo.

-Lascia perdere queste sciocchezze. Potrai vantarti più tardi di quanto tu sia stato un bravo pilota, ora siamo qui per motivi molto più importanti.-

Il silenziò calò nell’abitacolo.

-Icy ha ragione.-

Sky guardò Bloom, interdetto e sorpreso dalla sua accondiscendenza. Dopodichè estrasse la mappa topografica digitale di Dyamond che Timmy gli aveva fornito prima di partire.

-Questo punto indica che siamo atterrati poco al di fuori della capitale. Proseguendo in linea retta verso nord vi addentrerete nella zona montuosa, non sarà facile orientarvi. Il ghiacciaio che cercate dovrebbe essere da queste parti.-

-Non verrai con noi?- gli chiese Bloom.

Icy contrasse i muscoli facciali finchè gli occhi e le labbra non le si ridussero a delle fessure.

-No. Resterò di guardia alla navetta. Stai tranquilla, non mi succederà niente. E poi non vorrei mai che l'incidente della scorsa volta si ripetesse.- disse Sky, questa volta adocchiando Icy con rimprovero. I due si infilzarono a vicenda con una stilettata prima che il ragazzo tornasse a concentrarsi sulla fata.

-Porta la mappa con te, ti aiuterà. E, Bloom...- le si accostò bisbigliando, in modo che solo lei potesse udirlo. -...spero che tu sappia quello che stai facendo.-

-Andrà tutto per il meglio, Sky. Sarà questione di qualche ora. O almeno spero che sia sufficiente. Intanto grazie per averci accompagnate fin qui.-

Quando lo salutò con un bacio, Icy era già fuori dalla navetta, spazientita.

Bloom scese dalla pedana e la raggiunse, sospingendola in avanti accanto a sé con una mano guantata. -Andiamo, Icy.-

Sky si sporse un'ultima volta dall'uscio per raccomandarle di tenersi in contatto con lui per qualunque emergenza.

 

Quando Sky sparì dentro la navetta, Icy tirò un sospiro di sollievo e affrettò il passo.

La voce della sua coscienza la induceva a pensare che sarebbe stato meglio sbrigarsela da sola, come aveva sempre fatto, ma il rigor di logica, che le bucava il cervello come un tarlo, la convinceva del fatto che accettare l’aiuto di Bloom sarebbe stata la cosa più utile che potesse fare per portare la sua missione a compimento. Avere una spalla accanto sarebbe stato vantaggioso in caso di difficoltà, e di recente, Icy aveva constatato come la fata fosse ben disposta a schierarsi dalla sua parte, di fronte ad un obiettivo comune come lo era stata la minaccia di Valtor.

 

Bloom contava i suoi passi ascoltandone il rumore secco sulla neve indurita dal tempo. Ad ogni respiro, una nuvola densa di vapore le sfuggiva dalle labbra, e aveva già perso la sensibilità alla punta del naso e delle dita.

Oltre che per semplice curiosità, vi era un altro motivo per cui si era offerta di accompagnare Icy alla ricerca della sorella: non aveva osato ammetterlo davanti a lei, ma la curiosità la divorava; per qualche motivo, era impaziente di constatare con i suoi occhi se il lato buono che le era parso di scorgere in lei fosse reale, o se lo avesse soltanto immaginato.

Dal canto suo, Icy non sapeva dire come avesse fatto Bloom a intuire che tra lei, la volpe bianca e Dyamond ci fosse un legame di cui nessun altro attorno a lei sembrava aver sospettato nulla. Quando la fata si era recata personalmente da lei per offrirle il suo aiuto, memore dell'affetto che le aveva visto rivolgere all'animale, doveva avercelo scritto in fronte, e ben leggibile.

Ma non avrebbe lasciato che Bloom si immischiasse eccessivamente in faccende che non la riguardavano. Sarebbero andate in cerca della volpe e l'avrebbero portata via da lì; Bloom l'avrebbe aiutata a rompere l’incantesimo ed entrambe sarebbero tornate alle loro vite. Quel che sarebbe successo dopo, era affar suo.

Bloom pensava che quella sarebbe stata la volta buona. Forse, da quel momento, non avrebbe più avuto motivo di avere paura di Icy. Ma per esserne certa doveva almeno provare a conoscerla leggermente più a fondo di quanto aveva fatto finora; far crollare il muro di pregiudizi e timori - e ve ne erano ancora parecchi - che le divideva. Per esserne certa, però, doveva provare a parlarci, con naturalezza, la stessa che aveva con le sue compagne, o quantomeno sperare di andarci vicino. Ma sapeva che non sarebbe stato facile; soprattutto alla luce della contrarietà di Sky.

Icy aveva percepito a pelle l'ostilità e la mancanza di fiducia del ragazzo nei suoi confronti, e ciò l'aveva profondamente. Ma come al solito aveva deciso di non darci peso: lui era stato un semplice mezzo attraverso cui raggiungere il suo pianeta e adempiere alla sua ricerca.

 

-Cerchiamo di restare unite.- disse Bloom. Avrebbe aggiunto che si trattava di una questione di sicurezza, ma non voleva ammettere di fronte ad Icy il suo timore derivato dal fatto che il luogo le era totalmente sconosciuto.

Icy rallentò il passo sullo spiazzo di neve costellato di rocce grigie che ormai volgeva alla fine, lasciando posto alle prime casupole e diramandosi nelle strade che conducevano al centro della capitale di Dyamond.

-Conosco questo posto come la mia ombra. Quando ritorneremo, dì al tuo ragazzo che può andare da qualcun altro a giocare con le sue mappe e a darsi l'aria dell'esperto esploratore. Non con me, e non qui.-

Bloom fermò una replica sul nascere, ricacciandosela in gola. Icy non aveva tutti i torti. -Sono certa che non voleva sminuirti, ma solo facilitarci le cose.-

-Beh, lui non è qui, ora, il che significa che sei sotto la mia guida. Perciò seguimi.-

 

Icy, acquistata la forma da strega, si alzò in volo, sovrastando i tetti rivestiti dal ghiaccio lucido e compatto. Bloom si trasformò a sua volta e, rabbrividendo per il freddo, la seguì.

Diversi metri sotto di loro, le case oramai quasi indistinguibili si addensavano velocemente tra loro. A quella quota, l’aria sferzava i volti delle due ragazze, trascinando con sé un pulviscolo gelido.

Icy guardava davanti a sé, poi il terreno, poi ancora diritto.

-Sai,- azzardò Bloom, alzando la voce per sovrastare il sibilo del vento. -forse hai ragione, la mappa non ci servirà, oggi. Ho un ricordo abbastanza preciso del ghiacciaio dove io e le mie amiche abbiamo incontrato la volpe per la prima volta.-

Icy le diede una veloce occhiata affermativa, per poi spostare l'attenzione sulla traiettoria che andava percorrendo.

 

Le case erano del tutto scomparse dalla vista, inglobate nell'esteso blocco di ghiaccio irto di cristalli affilati che si ergeva diversi metri sopra la città.

All'orizzonte, le cime aguzze delle montagne si avvicinavano, mentre sotto di esse compariva agli occhi delle due ragazze una distesa di ghiaccio spessa diversi metri, tanto limpida da riflettere le cime innevate; quello che un tempo doveva essere un lago. Da laggiù saliva per le pareti irte della montagna una distesa di neve il cui aspetto ricordava quello di una cascata immobile da tempo immemore.

-Eccolo, è laggiù.- indicò Icy, mentre Bloom annuì.

-Credi che tua sorella si nasconda ancora lì?-

Icy non rispose subito, limitandosi a deglutire, reprimendo il crescente senso di preoccupazione.

-E' quello che vorrei scoprire.-

 

Inoltratesi tra le spesse pareti del ghiacciaio, scesero in volo nel crepaccio, trovando riparo dal vento forte che spirava in superficie. Bloom si guardava intorno con una certa inquietudine. Udiva in lontananza il suono delle slavine. La forza di gravità scaricava interi banchi di neve e ghiaccio a valle.

-Sapphire?-

Bloom sussultò nell'udire Icy chiamare il nome della sorella. Assicuratasi che le pareti ghiacciate fossero salde al loro posto, raggiunse la strega avanzando sul suolo della gola.

-Sapphire? Dove sei?- ripeteva Icy.

La strega sospirò, mentre un insopportabile dubbio cominciava a farsi strada in lei, stringendola alla bocca dello stomaco. Si morse il labbro inferiore e inspirò profondamente per mantenere la calma. Avanzò ancora, cercando di scorgere anche il minimo segno di vita. Anche Bloom si mise a chiamare il nome di Sapphire, ma non sembrò migliorare la situazione.

Le voci delle due ragazze rimbombavano sulle pareti del ghiacciaio, il vento le trascinava via assieme al suo ululato.

Icy iniziò a pensare al peggio. Per quanto ne sapeva, Sapphire poteva anche essere morta. Di fame, o di freddo, o per opera di un animale feroce; le possibilità erano innumerevoli, e Icy non si dava pace. Bloom le si avvicinò.

-Vedrai che la troveremo.- disse. Avrebbe aggiunto che sarebbe stato meglio cercare altrove, e che non si sarebbero arrese, ma capì che il momento non era dei migliori per farlo, e che disturbare quel silenzio avrebbe peggiorato le cose.

Fece per appoggiare la sua mano sulla spalla di Icy in segno di conforto, quando un uggiolio acuto risuonò da una fonte imprecisata. Icy trasalì e, prima che Bloom potesse esperire alcun contatto con lei, si alzò in volo.

-Sapphire?- chiamò di nuovo, e la fata la imitò.

L'uggiolio risuonò ancora, questa volta proveniente dal basso. Icy indicò verso un piccolo antro scavato nel ghiaccio. Una bestiola dal pelo ingrigito camminava con lentezza uscendo dalla tana. Zoppicava. Le due ragazze si precipitarono a vedere. La bestiola sollevò gli occhi color zaffiro su Icy, che assunse un’espressione inorridita. Il suo pelo, che lei ricordava bianco e lucente, era sporco e arruffato, e l'animale aveva un aspetto denutrito. Quella visione la sconvolse, più di quanto le fosse successo nel vedere la sorella tramutarsi nella creaturina non umana, tenera e indifesa che era non molto tempo prima.

Anche Bloom aveva chiaro in mente l'aspetto sano e vivace dell'animale. Non era più come la ricordava. Il suo cuore di fata percepiva ora l'apprensione di Icy, che lottava contro il dubbio di essersi sbagliata. Quando la strega sollevò una mano per accarezzarla, la volpe arretrò e cominciò a mostrare i denti, nervosa.

-Sapphire, sono io, Icy. Non mi riconosci più? Cosa ti è successo?-

Sapphire prese a ringhiare più forte, puntando gli occhi in quelli di Bloom.

-Credo che abbia paura di me. Non mi conosce.- disse Bloom. La fata percepì l'ostilità nell'animale, celata dietro il suo aspetto vulnerabile e innocente.

-Forse dovrei farmi da parte per un momento.- propose poi, cercando la conferma di Icy.
La strega impiegò qualche secondo prima di rispondere. -Sì, credo sia meglio.-

Il suo tono era calmo. Bloom annuì e si allontanò di qualche passo.

Sapphire smise a poco a poco di mostrare i denti e tornò a sedersi, aprendo gli occhi languidi e fissandoli sulla figura inginocchiata a pochi passi da lei.

Icy fece comparire nella mano il fiore di quarzo rosato che teneva sempre con sé. Lo mise a terra.

-Mi riconosci, adesso?-

 

Bloom alzò lo sguardo, allarmata, verso la superficie del crepaccio, udendo in lontananza il rumore del ghiaccio che si frantumava.

La volpe avanzò zoppicando fino a raggiungere il fiore, annusandolo. Sollevò la testolina verso Icy e guaì, disperata. Aveva dolore. Icy la sollevò, percependone la leggerezza. Il suo pelo era ispido come paglia. Ma i suoi occhi blu, seppur slavati, erano inconfondibili. Guaì di nuovo quando la sistemò meglio tra le sue braccia.

La strega si voltò per guardare Bloom, che aveva visto tutto, e ora sorrideva, intenerita dalla scena, dal suo angolo appartato nella parete ghiacciata. Come la fata si avvicinò con lentezza, Sapphire emise ancora un debole ringhio.

-Shh, Sapphire. Non ti farà del male.- la calmò Icy. La bestiola si concentrò sulla sorella, mentre Bloom la osservava, incerta se provare ad accarezzarla o meno. Icy la stringeva a sé, ancora diffidente, e non sembrava disposta a lasciare che Bloom la toccasse, almeno non ancora.

-Credo che abbia una zampa rotta.-

Bloom fece per rispondere quando udì ancora quel suono secco e poco rassicurante.

-Dobbiamo andarcene da qui. Se cadesse una slavina quaggiù, resteremmo sepolte.-

Prima che Icy potesse ribattere, un suono molto più minaccioso echeggiò tra le pareti della gola. Un ululato che non dava per nulla l'idea di appartenere ad un animale di piccola taglia.

-Hai sentito?- fece Bloom. -Sbrighiamoci.-

 

Tenendosi la volpe stretta al petto, Icy seguì la fata in superficie e le due si avviarono verso la città. Nessuna di loro aveva intenzione di finire sotto i denti di bestie feroci, e, dovendo proteggere la volpe ferita, Icy non avrebbe potuto combattere in alcun modo. In quel momento, da qualche parte nel suo animo, ringraziò l'universo del fatto che Bloom fosse con lei.

Bloom si guardò alle spalle in tempo per scorgere un banco di neve cadere con un gran fracasso a pochi metri dal ghiacciaio da cui erano appena uscite.

Guardando in direzione della città, Icy non potè evitare di pensare che forse, laggiù, qualcuno della sua famiglia era riuscito a sopravvivere, come ci era riuscita Sapphire, e forse era in pericolo, senza un riparo e senza più nessuno accanto su cui contare.

Quando furono sopra il palazzo reale, il punto sommerso dal ghiaccio più alto, Icy, d'impulso, lo disse a Bloom.

-Voglio andare a cercarli.-

Il vento si era alzato, e trascinava con sé minuscole e taglienti scaglie di cristallo.

Icy cominciava a credere impossibile che vi fossero ancora degli umani vivi sul pianeta, considerato che la popolazione era stata probabilmente decimata dal freddo. Una parte di lei non voleva arrendersi e tornare a Magix senza nemmeno provarci; anche fosse stato solo uno, un abitante di Dyamond, avrebbe tentato di riportarlo alla vita, progredendo anche solo di un passo verso la salvezza del suo mondo.

-Fa un freddo insopportabile.- fece Bloom, e rivolse lo sguardo alla volpe. -Non resisterà ancora a lungo. Dobbiamo portarla via di qui.-

-Ma...-

-Lo so come ti stai sentendo, adesso. Ma non abbiamo tempo. Sta per scatenarsi una bufera di neve, e non riusciremo mai a ripartire per Magix e ad aiutare Sapphire se restiamo qui un minuto di più.-

Icy abbassò a sua volta gli occhi sulla bestiola che tremava, infreddolita, protetta alla meglio dalle sue braccia. I pericoli di quel luogo erano in agguato, e si convinse che salvare la volpe, in quel momento, era più importante.

 

Sorvolata la capitale, giunsero presto alla navetta, che ora era parzialmente avvolta da un sottile velo di ghiaccio, ed era immersa per pochi centimetri nella neve. Bloom udì il suono dei motori, segno che Sky era ancora lì e che il mezzo di trasporto funzionava ancora correttamente. Infatti, lo vide presto affacciarsi sull'uscio, e ne fu sollevata.

Le due rientrarono al coperto e tornarono alla loro forma originaria.

-Ho acceso i motori non appena vi ho viste arrivare. Il tempo atmosferico non migliora. La navetta non resisterà con questo freddo.-

-Decolla, Sky. Dobbiamo raggiungere Alfea il più presto possibile. Abbiamo un'ospite speciale che ha bisogno delle nostre cure.-

Bloom guardò Icy, che stringeva ancora la bestiola malridotta, assumendo un'espressione che non ricordava di avere mai visto, in tutti quegli anni, sul suo viso serio.

Le si sedette accanto, concentrandosi sull'animale, al momento il loro unico punto di interesse comune.

-Ha l'aria esausta.- osservò. -Ma l’importante è che l’abbiamo ritrovata. Quando starà meglio torneremo su Dyamond, e ti aiuterò a ritrovare la tua famiglia. Promesso.-

Icy si soffermò sul sorriso sincero che Bloom le stava rivolgendo, non sapendo come reagire.

Sapphire era ancora ferita e affamata; perciò la missione non poteva ancora dirsi completata. C'era un'ultima cosa da fare. L'incantesimo che la affliggeva doveva essere spezzato, e la sua sorellina doveva tornare quella di un tempo. Salvare gli abitanti di Dyamond sarebbe stato il passo successivo.

La navetta sfrecciò nello spazio, diretta verso Magix.

-Non devi preoccuparti per lei.- disse Bloom. -Conosco qualcuno che può aiutarci.-

 

  
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