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Autore: Akane    23/10/2022    0 recensioni
"Quei due si meritano a vicenda.”
È ciò che pensa Kuroko quando decide di fargli fare quell'ultimo passo che separa Aomine da Kagami.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La cosa più preziosa'
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ultimo_passo

NOTE: qua il protagonista effettivo è Tetsuya Kuroko, ma la fic fa sempre parte della serie La cosa più preziosa e la coppia è sempre Aokaga. Inizia dalla sera della partita contro Daiki, Tetsu e Taiga hanno vinto e sono andati a casa del tigrotto a cenare con tutta la squadra, Rika cucina e li avvelena ma prima che si sentano tutti male, Tetsu e Taiga parlano da soli. Io ho usato quel momento per fargli avere un doveroso aggiornamento sulla aokaga. Successivamente i ragazzi si riprendono e spunta Alex praticamente nuda e come da sua abitudine, bacia Taiga sulla bocca. Anche se gli spiega che lo fa con tutti e che per lei è normale, Tetsu che fa il cupido fra i suoi due amici e vuole si mettano insieme a tutti i costi, trova il modo di sfruttare la situazione a suo favore e il giorno dopo chiede a Daiki di essere allenato ai canestri. I due nel mentre parlano, si scusano, si chiariscono e tornano amici, mettendo un punto definitivo alla loro ex relazione d’amore. E poi Tetsuya fa la sua magia da Cupido e scatena Daiki!
Spiego il contesto perché innanzitutto è sulla base dell’anime (non ho letto il manga) e poi è sempre meglio aver chiaro tutto ciò che è successo prima durante e dopo. 
Il disegno è una fan art presa da internet, non mia ma di chi l’ha eseguita. Ho voluto mettere un'immagine che non c'entrava direttamente con la fic perché comunque tanto gira tutto intorno a quei due e al loro modo di divorarsi quando sono uno davanti all'altro.
La prossima fic sarà succulenta e completamente aokaga! 
Buona lettura. Baci Akane

L’ULTIMO PASSO

aokaga

- Credo sia stato solo un capriccio del momento. O un modo contorto per ringraziarmi, visto che lui non è normale. Insomma, non è una cosa strana baciare qualcuno sulla bocca per ragioni diverse da una dichiarazione sentimentale. 
Tetsuya l’aveva ascoltato con cura, alzando solo un sopracciglio perplesso. 
- Come è possibile usare un bacio per ragioni diverse da una dichiarazione sentimentale? 
Quel punto non lo capiva, ma Taiga, pensando ad Alex, alzò le spalle poiché lui l’aveva vissuto proprio di recente, l’ultima volta, quando era andato in America a trovare la sua ex allenatrice. 
Lei era una che baciava sulla bocca per le ragioni più impensate, per salutare qualcuno, per dirgli che lo ammirava, per ringraziarlo di qualcosa, per metterlo alla prova, perché in qualche modo gli piaceva, ma non necessariamente in modo canonico. 
- Dovrei farti conoscere una certa persona, lo capiresti anche tu cosa intendo... - disse Taiga senza andare nel dettaglio, convinto che comunque non avrebbe mai fatto incontrare Alex a Kuroko. 
Come si sbagliava. 
- Ad ogni modo non è lo stile di Aomine. - asserì poi Tetsuya mettendo in chiaro quel punto. - Se lui bacia lo fa perché gli piace la persona. Può essere una passione sessuale momentanea oppure un sentimento più profondo, però non lo fa per ringraziare. Lui non ringrazia più nessuno da una vita e quando lo faceva non metteva la sua bocca su quella degli altri! 
Ci teneva a specificare quel punto poiché Kagami ora come ora stava solo cercando delle scappatoie per non continuare quel discorso con Aomine e lo faceva per lui. 
Poi ci ripensò. Fu un istante, la rivelazione che lo colpì. 
“Un momento. Questi due si somigliano molto, se Kagami non andrebbe oltre con Aomine per rispetto nei miei confronti, è probabile che anche quel deficiente lo faccia!”
Tetsuya si aggrottò lievemente, scontento dell’opzione. Dopo tutta la fatica che aveva fatto per trovare la persona giusta per Aomine, quello voleva gettarla al vento per lui? 
Loro due non erano destinati a stare insieme e ad essere felici. 
Magari potevano essere grandi amici, quello sì. Però fidanzati no. E nella vita se trovavi l’amore non te lo potevi far scappare. 
Non se era l’amore destinato a te, quello giusto.
Kagami lo era per Aomine, ormai ne era certissimo. 
“Sarà meglio che gli parli prima che faccia il deficiente e sparisca.”
- Non so, secondo me è stato solo un momento. Dubito tornerà a cercarmi per continuare il discorso. 
Tetsuya sorvolò sul discorso ed evitò di rimbeccare che avrebbe anche potuto fare lui una mossa, a quel punto gli mancarono i sensi e iniziò a traballare fino a svenirgli fra le braccia. 
Per un momento, nel dormiveglia, prima di perdersi totalmente privo di coscienza come tutti gli altri compagni di squadra radunati nell’appartamento di Kagami, ci pensò. 
“E se Kagami fosse stato il mio destino? Il mio amore?”
Percepì le sue braccia forti che lo sostenevano accompagnandolo per terra, le sue ginocchia a fungere da cuscino. 
Un ragazzo capace di riempirlo di cure ed attenzioni, che non aveva respinto uno forte a basket, anche se in una maniera diversa da quella degli altri e dalla sua stessa, ma che invece ci era diventato subito amico in un modo spontaneo. Uno capace di legare letteralmente con tutti, alla fine. Una calamita per chiunque. 
Ricordò, addormentandosi con una strana serenità nell’animo, il discorso che gli aveva fatto uno dei suoi ex compagni a proposito di Kagami. Chi era stato? Non lo ricordava più, mentre la coscienza vagava al di là di sé. 
Ma gli aveva detto che Kagami era della stessa pasta della Generazione dei Miracoli, anche se ancora non era al loro livello. Però li avrebbe raggiunti ed una volta a quel punto anche lui avrebbe perso sé stesso come era successo ad ognuno di loro. 
Adesso era così fantastico perché era ancora genuino, ma lo era perché non era così forte da essere rovinato dalla sua forza. 
Secondo chi, Midoriya forse? Anche Kagami era destinato a diventare come Aomine e perdere il suo cuore. 
“No, si sbaglia. Si somigliano in tante cose, a partire dal talento per poi finire nel carattere, ma le differenze che hanno sono sostanziali. Kagami non ha paura di amare e nemmeno di perdere. Mentre Daiki ce l’ha sempre avuta. Paura di amare e di perdere. Perdere le persone che ama, perdere una partita, perdere le sue passioni. È per questo che alla fine le ha perse davvero. Non è stato capace di farle sue realmente ed in quel modo finisci per perderle. Kagami invece si butta a capofitto, non ha paura di niente e nessuno, se perde si rialza e ci riprova testardamente. Adesso lo aiuterò ben io a prendersi Daiki. Quei due si meritano a vicenda.”


Anche se era passato un giorno, la verità era che Tetsuya era ancora sconvolto da ciò che aveva visto a casa di Kagami la sera prima.
Non solo Alexandra era uscita da una camera in slip, infilandosi una canottiera e mostrando il seno nudo, dimostrando perciò di essere stata liberamente nuda in casa sua. Ma l’aveva anche baciato senza apparente motivo. Se non che magari poteva essere non solo la sua maestra di basket. 
“Me l’avrebbe detto, Kagami.” Pensava muovendosi come uno zombie uscendo insieme agli altri dal palazzo dello sport dove avevano visto tutti insieme le partite delle altre squadre. “Però è strano. Lui non sapeva che lei era in casa, perciò è arrivata a sorpresa e si è piantata a casa sua. Ma significa che aveva le chiavi o che sapeva dove le nascondeva. Insomma, aveva una certa confidenza.”
Tetsuya guardò Alex trascinare via Kagami per un allenamento intensivo speciale. Era ancora infastidito da quanto visto la sera prima, sollevato solo dal fatto che così come aveva baciato Kagami, Alex l’aveva fatto anche con Rika per ragioni sconosciute, e senza pensarci molto oltre scrisse a Daiki che doveva vederlo assolutamente.
“Ha detto che l’allenerà. Insomma Alex si è portato via Kagami per quel motivo, si capisce. Però non è questo che mi preoccupa, sebbene mi ha fatto venire un’idea perfetta. Chiederò anche io ad Aomine di aiutarmi ad imparare a fare canestro. Mi sto già allenando da giorni, ma non è facile. Lui è il migliore in questo, tira in ogni maniera. Sono contento se anche Kagami trova il modo di migliorarsi e se lei è davvero la sua maestra, va benissimo che gli insegni ancora qualcosa. Però quello che mi preoccupa è che magari quei due abbiano una relazione e Kagami è così tonto da non accorgersene. Insomma, magari quella è una che bacia tutti per hobby, ma gli gira nuda in casa. Questo va ben oltre. Forse non stanno insieme, ma ora lui non è più un bambino come quando gli insegnava in America. Lei è sui trent’anni. Magari punta a Kagami, lo vuole sedurre e mettersi con lui e lui è così ottuso ed idiota da non rendersene conto!”
Ritrovandosi ad essere geloso al posto di Aomine, pensò che se l’avesse saputo avrebbe fatto il putiferio e sorridendo fra sé e sé, guardò il messaggio di risposta del suo ex compagno di squadra. 
‘Arrivo’.
“Tutta la fatica che ho fatto per trovare il salvatore di Daiki e quella mi rovina ogni cosa? Penso proprio di no!”


Dopotutto un chiarimento doveroso. 
Dopotutto, a salvarlo, era stato Tetsu, in realtà. 
Aveva usato Kagami, per farlo, ma era stato lui a cercare come un matto la persona giusta in grado di batterlo e non solo.
Quel ‘non solo’ aleggiava nella propria mente da quando gli aveva posato un bacio leggero l’altra sera, quando Kagami dormiva sulla panchina. E poi da quello più profondo avvenuto il giorno prima, dopo la partita. 
“Kagami è la mia persona, ma è stato Tetsu a cercarla, a fare in modo che migliorasse, a stimolarlo, a spingerlo verso di me. Al livello in cui era mesi fa non ha destato nemmeno il minimo interesse in me. È stato vedendo che aveva margine di miglioramento, che si impegnava, che combatteva, ma soprattutto che ci provava e non esitava. È stato vedere che non aveva paura di me. E poi i suoi miglioramenti, fino a riuscire oggi a battermi. Ma sono tutte cose manovrate da Tetsu. Perciò posso anche perdere la testa per Kagami, ma è a Tetsu che devo gratitudine in eterno per avermi restituito l’anima perduta.”
Lo raggiunse immaginando che Kagami gli avesse detto del loro bacio e che ora, magari deluso da questo, volesse parlargli.
Gli aveva detto d’aver accettato di non poter essere la persona giusta per lui, ma forse ci aveva ripensato. 
Quando gli disse invece che voleva essere allenato da lui sui tiri, ci rimase di sasso. 
Davvero si trattava solo di quello? 
Erano andati insieme al campetto da basket lì vicino e Tetsu gli aveva mostrato i suoi per niente promettenti progressi nei tiri. Di bisogno d’aiuto ne aveva eccome, ma doveva per forza chiedere a lui?
Come osava? 
Dopotutto l’aveva appena battuto.
Era ovvio che c’era altro. 
E quel ‘altro’ era uscito in una bella conversazione doverosa fra i due, dove entrambi avevano ammesso colpe e problemi e si erano scusati e ringraziati. 
Qualche giorno prima Daiki non c’era riuscito a scusarsi e ringraziarlo, non nel modo normale. L’aveva fatto a modo suo, cercandolo e dandogli quella bottiglietta energetica ed evitando di aggredirlo verbalmente come aveva fatto le altre volte. 
Adesso sì.
Ma adesso Kagami gli aveva restituito l’anima. La differenza era sostanziale. 
“Alla fine qualcosa c’era. L’imparare a tirare era una scusa, voleva chiarire fra noi. Ci stava.” Pensando fosse tutto lì, si tolse la giacca decidendo di aiutarlo a migliorare i tiri. Anzi. Ad impararli proprio. 
Iniziò dai fondamentali e da quelli più facili, mentre cercava di capire cosa non andasse in lui e perché gli riuscissero cose incredibili, ma non i tiri. 
Mentre gli insegnava, Tetsu riprese l’argomento evidentemente non concluso come lui aveva pensato. 
- Sai, vorrei potessimo essere amici come eravamo all’inizio. Prima che ci mettessimo insieme. - disse senza mezzi termini Tetsu. Daiki lo guardò sorpreso di questa sua uscita così diretta e così lontana da ciò che aveva pensato fosse venuto a dirgli realmente. 
“C’era effettivamente dell’altro, ma non ciò che pensavo.” 
Si era immaginato volesse ritirare quanto detto al centro termale e dirgli di volerci riprovare. Invece no. 
“È davvero convinto della sua scelta.”
Daiki gli riconsegnò la palla fingendo non gli fregasse nulla. Fingeva male, come sempre. 
- Dai, riprova. Devi piegare meglio le ginocchia, darti più slancio. Devi usare tutto il corpo per fare canestro, non solo le braccia. Non hai molta forza, devi migliorare anche sotto quell’aspetto. 
Tetsu prese la palla e sospirò paziente, si rimise in posizione davanti al canestro e si fermò con la palla in mano. Lo guardò deciso e diretto coi suoi occhietti azzurri. 
- Hai capito cosa ti ho detto? 
- Certo che ho capito! Ma non capisco perché mi hai fatto venire qua ad insegnarti, se non per ricucire e tornare insieme! - rispose seccato Daiki allargando le braccia. 
“Ah ecco!” Tetsuya l’aveva saputo da subito. C’era qualcosa nel suo venire il giorno dopo la loro sconfitta ed il bacio con Kagami. 
Abbassò la palla e si mise a palleggiare fissando per terra, come la sfera di cuoio picchiava sul cemento e gli tornava in mano. 
- E tu sei venuto pensando volessi questo? - silenzio. - L’avresti accettato, insomma? Se ti avessi chiesto di riprovarci, l’avresti accettato? 
La domanda era precisa e pretendeva una risposta sincera, perché era sconcertato del fatto che sarebbe stato davvero disposto a tornare con lui. Perché sapeva perfettamente che ora come ora a Daiki piaceva unicamente Kagami, che aveva lui in testa. Lui e solo lui.
“Principalmente perché se lui voleva tornare con me, avrebbe baciato me e non Kagami!”
Lui faceva sempre e solo ciò che voleva. 
Daiki esitò prima di rispondere, lo guardò serio, intensamente. 
Pensò di mentirgli, ma sapeva che l’avrebbe scoperto e si sarebbe irritato. 
Così senza muovere un muscolo, disse piano, cupo:
- Forse sì. Se me l’avessi chiesto ci avrei riprovato solo per gratitudine e rispetto verso di te. Però non lo vorrei. 
Tetsu alzò di nuovo gli occhi trattenendo la palla, lo guardò. Era quello che voleva sapere. 
- Non voglio che fai qualcosa che non desideri. Se vuoi ringraziarmi e rispettarmi, torna ad essere mio amico. 
Daiki si avvicinò e gli prese la palla dalle mani, contrastandolo in altezza, lo fissò intensamente come a leggergli nella mente. Quante volte un tempo si erano baciati, fissandosi così?
- Sei sicuro ti vada bene? 
Anche lui ora doveva essere sincero. Le mani di entrambi erano vicine nella stessa palla. Si sfioravano, ma loro si guardavano completamente immersi uno nell’altro. 
- Lo sono. Ci abbiamo provato ma non ha funzionato. Sono successe troppe cose, abbiamo sofferto troppo a causa uno dell’altro, noi siamo cambiati. Anche provandoci ormai non andrebbe bene. Ma magari possiamo tornare ad essere amici come prima. Ci divertivamo, insieme, prima che tu traducessi tutto in sesso! - rispose con un pizzico di provocazione fintamente candida. Daiki scoppiò a ridere liberando la tensione. Fece un passo indietro prendendosi la palla e fece canestro senza guardare. Rimbalzò un paio di volte, ma lui la ignorò per precisare: 
- Siamo stati bene anche come coppia. 
Tetsu annuì e aggiunse:
- Ma se è finita in quel modo, non eravamo destinati. 
Daiki riprese la sfera e gliela lanciò accettando le sue risposte. Lo conosceva, lo pensava davvero. Spesso cercava di mascherare per non ferire le persone a cui teneva, ma con lui non era mai stato bravo a fare quel gioco di protezione. 
Lui l’aveva sempre capito. 
Era convinto che loro non fossero fatti per essere felici come fidanzati, ma come amici. 
“E non solo di questo, è convinto.” Pensò dandogli altre indicazioni tecniche su come tirare. Tetsu le eseguì e tentò ancora. I tiri miglioravano di volta in volta, coi suoi suggerimenti, ma Daiki sapeva che a Tetsu serviva anche esercizio fisico soprattutto su gambe e braccia. Doveva imparare ad avere un controllo totale di ogni muscolo e per questo se ne doveva fare. Non troppi, ma almeno un po’. 
Però sarebbe riuscito ad arrivare a canestro, lo conosceva e sapeva che se si impegnava in qualcosa poi ce la faceva. 
Continuarono a provare fino a che Tetsu non riuscì a segnare. A quel punto, stremato anche per la dura partita avvenuta il giorno prima proprio contro il suo attuale maestro, si fermò ansimando, sudato fradicio. 
Daiki annunciò la fine dell’allenamento, dandogli dritte e suggerimenti su come proseguire da solo. Poi recuperando la giacca, disse ancora:
- Cos’altro eri venuto a dirmi? 
Tetsuya storse la bocca pensando a come fargli avere l’informazione su Kagami. 
Era essenziale scatenarlo. Gli serviva una spinta per farlo correre fra le braccia di Kagami ed Alex era quella spinta. 
Ci pensò un istante, guardandolo mentre prendeva la palla sotto il braccio e gli si avvicinava. 
Poi una volta davanti a lui si fermò, lo guardò dal basso della sua statura, e sparò la bomba. 
- Kagami si sta allenando nel campetto sotto casa sua. - aggiunse la posizione precisa. Poi concluse: - Con lui ora sta la sua ex allenatrice. Una giocatrice di basket del WNBA che si è dovuta ritirare presto per un problema agli occhi, ma molto forte, molto bella e molto particolare. 
Daiki sollevò un sopracciglio perplesso, Tetsu proseguì imperterrito. 
- Ieri sera siamo andati a cena da lui, vive da solo, l’appartamento è grande. Ad un certo punto è uscita lei che era venuta dall’America per fargli una sorpresa. Era in slip, per il resto era completamente nuda. Ha baciato Kagami sulla bocca per salutarlo. Sembra che abbia questi atteggiamenti disinibiti, ha baciato anche Rika, ma... 
Ma Aomine non aveva sentito l’ultima frase. A quel punto era già partito a passo di carica verso casa di Kagami. Via come una pantera furiosa. 
Tetsuya rimase lì da solo a sorridere soddisfatto. 
Ancora una volta aveva ottenuto ciò che voleva. Ci doveva lavorare più degli altri per ottenerlo, ma alla fine ce la faceva sempre ed il risultato finale era ciò che contava.
Sospirando e con la palla sotto il braccio, Tetsuya uscì dal campetto e si avviò verso casa. 
Adesso finalmente poteva andare oltre e pensare a sé stesso, migliorarsi per il proprio futuro e non più quello di Daiki. 

   
 
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