Questione di spazi
Ora sono chiusa nel mio spazio. E tu non puoi
entrare.
-Gabriella?
Ehi Ella? -
Madonna ma sono proprio sfigata: sei entrato
anche qui! Esci dannazione, esci! Questo è il mio spazio, tu
non puoi entrare!
Il mio mondo, quello perfetto dove non entrano le delusioni e
tu… tu Troy
Bolton sei la mia più grande delusione. Quindi ora, fammi
l’enorme piacere di…
ANDARTENE!
-Si,
cosa posso fare per te
Troy?-
Odio la mia voce mielosa, tenera, dolce,
sempre disponibile per te. IO sono SEMPRE disponibile per TE.
Chissà come mai,
ogni volta che hai qualche problema ti rifugi da me. Dalla tua migliore
amica,
che ti dovrebbe consolare, rassicurare appoggiare. Ma sono stufa di
sorridere e
continuare a ripetere “Sono le prime liti da innamorati,
tranquillo sono sicura
che riuscirai a farti perdonare e lei tornerà da te,
sarà facile, basterà
poco…” e detto fatto il giorno dopo sei di nuovo
lì, con lei a pomiciare contro
quel dannato albero che era il nostro albero. Per carità non
è che io sia
un’animalista sfegatata e nemmeno pretendo dei particolari
privilegi
sull’albero ma quando qualcosa entra nella tua routine
giornaliera è come se la
possedessi, in parte, almeno un angolino. E quell’albero
contro il quale tu ti
fai quella…bhè quell’albero
è anche il mio. Il nostro.
-Io
e Amber… abbiamo litigato.-
Scusa, non posso farne a meno. Roteo gli
occhi e tu mi becchi. Sospiri e ti siedi per terra tra l’erba
verde smeraldo,
sai che odio questi discorsi, sai che non sopporto dovermi sorbire il
tuo ormai
milionesimo litigio con quella cheer-leader che non pensa altro
a… si ok… è il
mio spazio e nel mio spazio non c’è
volgarità! Amber che pensa solo ad
accontentare il suo desiderio carnale… no…ora mi
sento una suora. Si insomma…
si è capito a cosa pensa Amber e tu… pollo che
non sei altro ci cadi sempre. Ma
ci tieni a lei, forse sei proprio cotto. E dico forse perché
passi più tempo
con me che con lei, anche se…il tempo che passiamo insieme
lo sprechi, e
sottolineo SPRECHI, a parlare di lei. Ti guardo dall’altro
della panchina sulla
quale sono seduta con le gambe incrociate e un libro poggiato su di
esse. Tu
dal tuo angolino basso, dalla tua posizione scomoda sull’erba
mi rivolgi il tuo
sguardo da cucciolo bastonato.
Gabriella Montez si lascia infinocchiare
dall’espressione più perfida, crudele,
spietata… infinitamente tenera e dolce
di Troy Bolton. E lui lo sa… perfido e villano playmaker lo
sa… sa che basta
quello sguardo per far crollare ogni mia barriera.
-Come mai?...
Ancora?-
Chiedo con voce dolce chiudendo il libro e
poggiandolo sulla panca per poi lasciarmi scivolare con il corpo
giù dalla
panchina, sedendomi al tuo fianco, mettendomi alla tua altezza,
offrendomi
nuovamente a te come strumento per arginare il tuo dolore e curare le
tue
ferite. Si insomma, ci ricasco come un’imbecille.
Sospiri ma sei strano, titubante. Alzi lo
sguardo e inchiodi i tuoi occhi di ghiaccio ai miei di cioccolata. Ho i
brividi
ma sono sicura che non te ne accorgerai, non te ne sei mai accorto fino
ad ora
perché da un momento all’altro dovresti renderti
conto che al solo starti
vicino l’unica cosa che suscita il mio interesse è
chiedermi in continuazione
se anche il tuo cuore batte veloce come il mio al minimo contatto.
-Sta
volta è davvero finita.-
Dici strappando alcuni ciuffi d’erba che
poverini non ti hanno fatto nulla. Ti guardo di sottecchi per scoprire
il tuo
umore e nonostante tutto mi ritrovo a sorridere. Io e te seduti in
mezzo al
prato, da soli. Allungo una mano come faccio spesso e ti
accarezzò una guancia
alzandoti il viso verso il mio.
Sai, mi sono sempre chiesta come hai fatto ad
intrappolare nei tuoi occhi il mare. Il mare però ora
è mosso, sei turbato?
Davvero ti fa così soffrire l’abbandono di quella
zoccol… emh… ragazzaccia?
Sorridi divertito e mascheri un po’
quella
delusione. Ti allunghi e raccogli una margherita la fissi incerto
girandoti il
gambo tra le dita così da far roteare i petali bianchi.
Sorrido appena e
chiudendo gli occhi lanciando il viso indietro mentre arresa la mia
mano
scivola giù dal tuo viso inizio con le solite parole, che
ormai anche tu sai a
memoria.
-Troy,
non dire così… è solo un
litigio. Vedrai che tutto si risolverà, avete avuto solo
qualche…-
-Ella,
l’ho lasciata.-
Dici sorridendo come un bambini. Il mio corpo
si irrigidisce e il mio viso rimane slanciato indietro mentre sento la
tua
risatina. Riporto il viso in avanti e lo piego un po’
sorpresa. Tu sorridi e
allunghi la mano tenendo la margherita e me la posizioni
sull’orecchio. Mi
sento una bambina, una bambina sciocca e stupida. Allora eri serio. Mi
apro in
un sorriso soddisfatto e tu mi fissi imbronciandoti falsamente.
-D’accordo
che non ti stava simpatica ma…ehi!-
Scusami, perdonami, ma dalla tua espressione
così buffa non mi sono trattenuta. Rido, sento la gioia
invadermi il cuore: non
pomicerai più contro il nostro albero! Almeno non con quella
lì, è già un passo
avanti. E poi il tuo visino imbronciato è un amore, tu sei
un amore Troy. Sei
unico e nessuna stupida oca ti merita… e forse nemmeno io.
Smetto di ridere e mi poggio a te
sghignazzando ancora un po’, giusto per non dover pensare che
presto ci sarà
un’altra. Sento la tua mano tra i miei capelli e chiudo gli
occhi. Non ti piace
Troy? Questo per te non è abbastanza? Cerchi altro nelle
ragazze? Non sarebbe
bello stare così quasi tutti i giorni? Sono stufa di
mentire… a me non basta
averti vicino… io ti voglio per me. Sono egoista, gelosa e
anche perfida. Ma
che ci posso fare se sono innamorata di te?
-C’è
un motivo però per cui l’ho
lasciata.-
-E
sarebbe?-
-Ella…
stavo con lei solo per far
ingelosire la ragazza che davvero mi piace… no
ok… non mi piace… credo di
amarla.-
Bene, qualcuno vuole infliggermi la seconda
pallottola? Magari questa volta non miri al cuore ma direttamente alla
tempia
così il dolore non c’è, la smette.
Cerco di sembrare naturale Troy, ma mi hai
appena spezzato il cuore. Sapevo che non amavi Amber, sapevo che per te
lei non
era nulla di più di una scopata, magari ti piaceva il suo
carattere deciso,
magari avevi una cotta ma non era amore… e ora
invece… mi distruggi così? Non
posso fare a meno di irrigidirmi, ma mi separo da te come ferita
ritraendomi,
rimpiangendo di non avere un guscio, di non essere una tartaruga.
-Credimi
Ella, è una ragazza
unica e speciale… lei è il mio primo pensiero, mi
fa battere il cuore ogni
volta che mi è vicina, e quando mi parla…
bhè quando mi parla… la sua voce è
unica. Il suo profumo che sa di lei, che mi fa venire i brividi, che mi
induce
a sognarla la notte. Al centro dei miei pensieri più
segreti, dei miei sogni
più profondi…-
-E…
chi è? La conosco? Adesso è
qui intorno?-
Ti chiedo mascherando il dolore, mentre passo
distratta lo sguardo su tutte le ragazze e i ragazzi che qui in torno
si stanno
godendo la pausa. Tu li guardi tutti e poi sospiri pesantemente, ti
sento
titubante e triste Troy. Cos’hai? Chi è? La
conosco così bene?
-Si
la conosci… lei adesso… porta
una margherita tra i capelli.-
Mi blocco. Respiro e rimango immobile mentre
improvvisamente
la margherita adagiata tra i miei capelli inizia a bruciare, a prendere
fuoco e
lentamente il cuore accelera la sua corsa. Non può
essere… mi guardo in torno
spaesata alla ricerca di una qualsiasi ragazza che indossi una
margherita tra i
capelli, ma sento una mano che mi cinge la vita e la margherita
all’improvviso
smette di bruciare. Non appena mi sussurri caldo, intimo e imbarzzato
all’orecchio
due parole l’agitazione cessa e io… rimango
immobile.
-Sei tu…-
Mentre aumentando la stretta mi obblighi a
poggiare il capo sulla tua spalla chiudo gli occhi senza pensare a
nulla che
non sia tu. Quante volte ho sognato questo momento? Quante volte mi
illudevo
che sarebbe accaduto per poi arrendermi all’evidenza che mi
sbagliavo? E ora tu…
fresco, limpido, tenero hai abbracciato il mio cuore. Non è
giusto Troy… fino
ad ora mi hai fatto troppo male, avanzi pretese su di me senza nemmeno
immaginare il dolore che ho dovuto sopportare.
Fino a qualche minuto fa ero stufa, stanca di
pensare sempre a te… ora però dimmi:
perché arrivi solo ora a togliermi dal
peso dei miei pensieri? Non potevi svegliarti prima?
Non so perchè ma mi sento un subuglio di
emozioni, mi ritrovo a sorridere come un’ebete nonostante le
promesse che non
lo avrei mai fatto. Oh al diavolo!
-Ce
ne hai messo di tempo Bolton…-
Dico ridacchiando sentendosi tendere i
muscoli del petto sorpreso mentre la tua espressione confusa si
trasforma in
sorpresa e poi felice. Gli occhi brillano e ora mi sento sicura,
protetta dal
cielo e anche dal mare. Tra le tue braccia calde, vicina al tuo cuore,
percependo il tuo respiro sul collo.
-Scusa…
però ora io… vorrei
baciarti.-
Continuo a sorridere ma in men che non si
dica le tue labbra si scontrano con le mie e la mia testa grida
“FINALMENTE!”.
Non è come avevo immaginato… è molto
meglio. Ti sento mio, solo mio, le carezza
delle nostre labbra sono calde e intime. Quando approfondisci il bacio
mi sento
avvampare, non puoi nemmeno immaginare quanto ho atteso questo momento.
Non ci
speravo… ma lo aspettavo.
-Ehi…ehi…
io ero chiusa nel mio
spazio fino a poco fa!-
Protesto sulle tue labbra facendoti ridere.
Mi baci di nuovo e le tue labbra sanno di te, di Troy Bolton e
nonostante sia
stupido mi piace, mi sorprende e mi sembra impossibile desiderarti
così tanto.
Se avessi saputo che baciarti mi procurava quest’effetto
altro che Amber e
Amber…
Rimaniamo così, labbra sul labbra, con i
corpi a contatto, le braccia a stringere la vita o le spalle
dell’altro per
sentirci più vicini, la gioia in due cuori diventato uno
unico, sotto il cielo
di un turchese intenso e qualche nuvola che sa di panna,
l’erba fresca sotto i
nostri corpi e la nuova consapevolezza di essere l’uno
dell’altra o per lo meno…
di esserlo sempre stati.
Ora sono chiusa nel mio spazio. E tu….
Tu puoi
entrare.
Perché è solo con te che
voglio stare…
Aspetta un secondo…
-E
così volevi farmi ingelosire
èh?-
-Emh…
ci sono riuscito?-
-Tsk…!-
-Sei
arrabbiata?-
-…-
-Ella…?
Piccola…?-
-Baciami
stupido!-
Ridi e mi accontenti. Adoro quanto mi
accontenti…
The End