Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Evola Who    24/10/2022    1 recensioni
Din Djarn (sopranominato Mando) era uno dei migliori agenti della swat del dipartimento di polizia di Nevarro, dello stato di New York.
Un uomo addestrato a ogni rischio possibile, con un passato da soldato militare e una storia tragica alle spalle. Il classico uomo taciturno, solitario, rigido e devoto al lavoro e al dovere. Definito l’amico di tutti, e di nessuno.
Finché un giorno trovò anche una culla, con sopra un bambino. Anzi, un neonato molto piccolo. Forse sotto peso, intento a strillare.
E da quel momento in poi, la vita di Mando, cambiò per sempre.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baby Yoda/Il Bambino, Carasynthia Dune, Din Djarin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
 


Sette anni dopo
 
Grogu era davanti alla porta spalancata della sua classe. Presto sarebbe entrato per affrontare il suo primo giorno di scuola.

Dietro di lui, c'era suo padre: Din Djarin con indosso la sua divisa da sergente, che lo guardava con aria incoraggiante.

In quei sette anni, erano successe davvero tante cose: aveva risolto un caso di traffico di droga e di organi gestito dal boss sociopatico e proprietario della famosa catena di fast food, Moff Gideon, scoprendo che Grogu era stato portato in quella fattoria abbandonata, dopo che erano stati uccisi i suoi genitori, perché i criminali avevano deciso di usare il piccolo per i loro traffici.

Aveva lavorato a quel caso insieme alla squadra del FBI di Bo-Katana e dello sceriffo Coob Vanth, insieme a Cara e Greff. A dire il vero, non avrebbe dovuto lavorarci, visto che era emotivamente convolto.

Ma voleva arrestare Gideon e fermare i suoi traffici. Ed era disposto a rischiare la sua vita, pur di arrestare quel mostro e impedergli di fare del male a suo figlio.

Alla fine, con pochi problemi, erano riusciti a trovare prove e a fermare il suo traffico, con una condanna all'ergastolo e all’isolamento. Dopo questa vicenda, Mando fu definito come l’eroe della città, tanto che era stata organizzata una cerimonia pubblica per il suo lavoro, nel corso della quale era stato premiato dalla senatrice Leia Organa.

Fu promosso a sergente, ricevendo un aumento di stipendio, che gli aveva permesso di trasferirsi in una villetta della periferia di Nevarro. Lì Grogu aveva avuto una camera tutta per sé, era vicino ad una buona scuola e sarebbe stato cresciuto in un quartiere sicuro.

Ma, nonostante tutto questo, ritornò di nuovo dietro ad una scrivania.

Il suo lavoro era diventato la gestione di documenti da archiviare, la presentazione del distretto alle nuove reclute, la sensibilizzazione dei giovani con campagne anti-droga e contro la criminalità delle strade, soprattutto tra i ragazzi problematici del quartiere.

Grogu intanto era crescito. Zia Peli (nonostante il loro trasferimento dall’altra parte della città), era sempre in stretto contatto con loro, tanto da essere diventata la babysitter “ufficiale” di Grogu.

Il piccolo era diventato la mascotte del distretto. Quello era ormai per Grogu una seconda casa, insieme agli zii acquisiti.

Come la impulsiva ma paziente zia Cara, il divertente zio Greef e la saggia zia Emily, che trascorreva ore a raccontargli della sua passione per le armi medievali. Tutto sotto gli occhi amorevoli di Mando.

Vedendo il bambino che diventava sempre più un piccolo ometto, condividendo il suo mondo con lui. Fino a che non compì sette anni, quando avrebbe iniziato la scuola. E ora erano lì, davanti alla porta della classe della prima elementare.

Con indosso il suo berretto verde che gli copriva i folti capelli castani scuri, la giacca color cammello, i blue jeans e le scarpe da ginnastica. Tra le mani, aveva il cestino del pranzo con disegnata una rana antropomorfa. Guardava la classe con un po' di timore.

“Allora, Grogu? Pronto per il tuo primo giorno?” lo incoraggiò Mando sorridente.

Ma Grogu si girò verso di lui, con espressione tesa e la testa china a terra.

Si preoccupò da quella espressione e così si inginocchiò, mettendogli una mano sulla spalla per rassicuralo.

“Grogu?”

“E se non piaccio a nessuno?” disse il piccolo a voce bassa e testa china a terra. “Se tutti mi prederanno in giro? E se mi troveranno strano? E se nessuno vuole essere mio amico?”

Mando capì i suoi timori, mentre Grogu si guardava la punta dei piedi. In fondo, tutti gli avevano consigliato di mandarlo all’asilo nido, per fargli imparare presto a stare con gli altri bambini. Ma aveva preferito iscriverlo alle attività sportive come il Judo, o tenerselo accanto al lavoro o lasciarlo a casa con Peli - quindi, aveva tutte le sue ragioni, per avere questi dubbi. E lui era lì, proprio per confortarlo.

“Grogu” disse Mando con tono dolce e attirando l’attenzione visiva del piccolo. “So che questa è una esperienza nuova per te. E che hai paura di affrontarla. Ma è normale. In fondo, Aang non aveva paura di affrontare il signore del fuoco Ozai?”

(La serie animata preferita di Grogu, era sicuramente “Avatar e la leggenda di Aang”, ormai l'aveva vista tutta da capo migliaia di volte).

“Muh-uhm” annuì.

“Ma alla fine, nonostante le sue paure, ha affrontato le sue responsabilità di Avatar. E grazie ai suoi amici, ha affrontato le sue paure e il temibile signore del fuoco. Concludendo una guerra centenaria e portando la pace in tutto il mondo.”

Mando fece un mezzo sorriso per incoraggiarlo, ma il piccolo lo guardava ancora con un po' di incertezza.

“Quindi, se Aang è riuscito a finire una guerra centenaria, grazie all'aiuto del team avatar, alla sua calma e alla sua pazienza, imparando e sbagliando.” spiegò. “Quindi, non avere paura di trovare degli amici. E non devi farlo subito. L’amicizia è un sentimento che nasce e si coltiva con il tempo. Perciò inizia a essere gentile ed educato con tutti. Così lo saranno anche con te!” e sorrise e, questa volta, fu ricambiato da lui.

“E so che all’inizio sarà tutto spaventoso. Ma con il tempo, non lo sarà più. Basta solo affrontarla a testa alta ed essere sempre te stesso. Ma se c’è qualcuno che ti prende in giro e ti dà costantemente fastidio, prima lo dici all’insegnante, poi lo dirai a me, e cercheremo di sistemare la situazione. E poi, se qualcuno osa darti fastidio, che cosa devi rispondergli?”

“Che il mio papà è un ex soldato dell'esercito Americano. Addestrato a sventare traffici illeciti, esperto della difesa personale e autorizzato a usare le armi in ogni momento. Ed è sergente della polizia di Navarro.” ripeté Grogu a memoria.

“Bravo piccolo!” rispose fiero Mando, sorridendo soddisfatto.

(Era una piccola precauzione da parte sua. Giusto per far capire ai futuri bulli, che se la stavano prendendo con il bambino sbagliato).
“Ma non temere” continuò con tono più dolce: “Vedrai che andrà tutto bene. E sarà il tuo primo anno scolastico più bello di sempre. E sia io che i tuoi zii saremo sempre con te.”

“Promesso?”

“Promesso.”

Si guardarono sorridendo e si abbracciarono.

Mando lo tenne stretto a sé, con gli occhi chiusi, mentre Grogu ricambiava la stretta, con la testa appoggiata sul petto di suo padre con aria serena.

L’agente di polizia si stava commuovendo nel vedere il suo piccolo pronto per affrontare il suo primo traguardo da solo…

“Ti voglio bene, papà!” disse Grogu con serenità.

“Anche io Grogu. Anche io ti voglio bene. Davvero tanto…” rispose strigendolo ancora più forte, sentendosi ancora più felice. Come se fosse la prima volta che lo stava abbracciando.

Dopo un minuto di abbraccio, Mando lo lasciò andare, guardando lo sguardo rassicurato del figlio. Poi suonò la campanella, e molti bambini iniziarono a correre verso alla classe.

“Ora devi andare. Ti auguro un buon primo giorno di scuola. E mi raccomando, sii gentile ed educato con tutti. Studia e divertiti.”

“Okay papà! Tu invece divertiti al lavoro e salutami gli zii!”

“Lo farò!” rispose sorridendo.

Gli diede un bacio sulla fronte, prima di guardarlo camminare a passo svelto verso alla classe, ma non prima di girarsi verso al padre, e mandargli un ultimo saluto con la mano, prima di entrare definitivamente.

Mando guardò suo figlio con aria commossa, mentre entrava in quella porta. Immaginò la sua vita scolastica. Si sentiva già fiero di lui. Anche per se stesso. Perché si immaginava di essere più commosso emotivamente, da quel primo distacco.

Invece l’aveva presa abbastanza bene.

In fondo, doveva accettare che suo figlio stesse crescendo. E avrebbe affrontato tutto questo senza alcuna difficoltà.
 


Un’ora dopo
 
Cara e Greef erano in piedi, davanti alla porta del capitano con aria perplessa e a tratti preoccuparti, mentre guardavano la scrivania di Mando. Da quando era entrato nel distretto, non aveva detto nemmeno una parola.

Si era seduto subito alla sua scrivania, aveva acceso il computer e aveva fissato solo lo schermo, facendo un solo clic con il mouse. Aveva un’aria malinconica. Simile al muso di un animale appena abbandonato.

Un sospiro accompagna di tanto in tanto quell'espressione.
I due amici e colleghi lo stavano guardando in lontananza, con aria confusa per quel tipo di atteggiamento così malinconico, da parte di Mando.

“Ehm… credi che dovremmo preoccuparci?” domandò Cara, girandosi verso al detective.

“Non lo so... insomma, da quando è diventato padre, ha sviluppato un senso emotivo davvero forte.” rispose Geff.

“Talmente tanto, che è riuscito a smontare una fitta rete di trafficanti di droga e di organi.” aggiunse lei.

Greff e Cara continuarono a fissarlo, con aria incerta, mentre Mando continuava a cliccare con il mouse, con aria sempre più triste.

“Ma… secondo te, che cosa sta guardando?” domandò il detective.

“Non ne ho idea.” rispose Cara: “Pensi che sia una buona idea andare a vedere?”

“Non so…” ammise Greff. “Ho paura di peggiorare la situazione, solo a chiederlo.”

“Non vi preoccupate” disse il capitano Emily, mettendosi in mezzo a loro: “Non è nulla di troppo serio. Sta solo guardando tutte le foto di Grogu che ha sul computer. Da quando l’ha addotato fino a oggi.”

I due colleghi fissarono il capo con un po' incertezza, per poi guardare il loro amico.

“Cioè, in questo momento sta guardando tutte le foto di Grogu, in sette anni?” chiese Greef stupito.

“Esatto.” rispose Emily.

“Ed è nomale, che sia così… triste?” domandò Cara, mentre assisteva ad un altro sospiro da parte di Mando, con gli occhi che iniziavano a diventare lucidi.

“Oggi Grogu inizia la prima elementare. E ovviamente, Mando lo ha accompagnato".

“Lo sappiamo” disse Greef. “E sappiamo che per un genitore può essere dura da accettare. Ma… può provare… questo?”

“Mando è diventato molto sensibile, quando si tratta di Grogu. È sempre stato un padre molto affettivo e presente.  E per lui, sarà sempre un bambino che deve proteggere. Ma allo stesso tempo è consapevole che un giorno crescerà e non potrà essere presente per lui per qualsiasi cosa. E questa cosa, un genitore fa fatica ad accettarla.”

Cara e Greef si scambiarono due occhiate confuse. Cercando di capire quelle parole.

“E oggi, sarà la prima elementare. Poi domani sarà la prima media, il liceo, e alla fine il college. E lui dovrà accettare il fatto che crescerà, e non avrà mai più bisogno di lui.”

A quel punto, i due amici capirono disagio di Mando e il fatto che cercasse di rivivere i primi anni di Grogu attraverso le foto.

“E per un genitore è sempre un duro colpo da affrontare. In fondo a Din non piace essere messo in panchina. Soprattutto se si tratta di Grogu.”

Tutti e tre guardarono l’amico, e sul suo viso si poteva vedere l'accenno di un mezzo sorriso triste, mentre continuava a guardare lo schermo.

“E… dovremmo fare qualcosa?” domandò Cara.

“No” assicurò Emily: “Lasciamolo per un po' con la sua nostalgia. Credo che gli farà bene. E quando se la sentirà, si butterà sul lavoro.” E sorrise convinta, prima di ordinare ai due detective di riprendere il loro lavoro. Rientrò nel suo ufficio.

Cara e Greef continuarono a guardare l’amico in lontananza con aria un po' più comprensiva.

“Cavolo, devo ammetterlo” disse Geef. “La vita genitoriale è più dura di quanto pensassi…”

“Già” aggiunse Cara: “Ma possiamo comprendere. In fondo tutti i genitori sono così. E se parliamo di Mando, lo è ancora di più!”

“Vero!” e ridacchiò, per poi guardare l’amico. Ancora intento a cliccare il pulsante del mouse, con l’aria, per quanto possibile, sempre più da cane appassionato tra sospiri, occhi lucidi e risatine.

“Dopo il lavoro, lo convinco per andare a bere insieme, prima che vada prendere il piccolo a scuola.”

Cara alzò un sopracciglio, finché non vide Mando tirare su dal naso.

“ Sì. Dobbiamo decisamente fare una serata insieme. Prima che ce lo ritroviamo in ufficio a piangere, con una confenzione di gelato al cioccolato e ascoltando in loop ‘All by Myself’, mentre guarda la galleria digitale di Grogu da 0-35 anni!” disse Cara.

“Beh, allora dobbiamo iniziare subito ad organizzargli una bella serata indimenticabile!” concluse Greed, ridacchiando insieme a lei.

Mando, sempre fissando lo schermo, sussurrò le parole “Il mio piccolo…”, sotto agli sguardi pazienti dei due amici.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Evola Who