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Autore: Idalberta    25/10/2022    3 recensioni
Dal testo:
- Artù inizialmente si era rifiutato di credere che Merlino l'avesse tradito in quel modo. Pensava a uno scherzo molto ben organizzato. Poi aveva capito ed era andato su tutte le furie. Con la spada aveva colpito rami e cespugli. Con forza, con rabbia, con cattiveria.
Infine si era seduto per terra, come se non avesse più forze ed era diventato triste. Non lo guardava, cercando di nascondere le lacrime che evidentemente non era riuscito a trattenere.
‘Vattene via’ gli aveva detto ‘Vattene e non farti vedere mai più a Camelot’. -
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwen, Hunith, Lancillotto, Merlino, Principe Artù
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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LONTANI










 

Quando Merlino era tornato a casa, a Ealdor, l'aveva abbracciato con gioia. Credeva che fosse venuto in visita da Camelot per stare con lei qualche giorno. 

 

Guardando il viso del figlio si avvide con stupore della tristezza, profonda e amara, che i suoi tratti emanavano. E tutto questo al di lá del sorriso che Merlino si sforzava di fare.

 

Chiese con dolcezza al figlio, il motivo per cui era tornato, e scoppiò in lacrime, terrorizzata per la sua sorte, quando Merlino glielo disse.

 

Voleva che scappasse da Ealdor. Se Merlino avesse voluto l'avrebbe seguito: sarebbe andata con lui anche in capo al mondo se fosse servito, ma il ragazzo non sembrava preoccupato che Artù venisse a cercarlo. Sembrava soltanto molto triste e silenzioso. 

Era stato Artù stesso a cacciarlo via. 

 

Forse Merlino avrebbe dovuto essere grato ad Artù per essersela cavata con così poco. Il re non l'aveva fatto arrestare, non l'aveva minacciato di mandarlo al rogo. Non l'aveva nemmeno colpito.

 

Ma dalla sua faccia, prima incredula e poi profondamente delusa, aveva capito che il re era rimasto ferito in maniera probabilmente indelebile. Se il re l'avesse colpito con un pugno, gli avrebbe fatto meno male.

 

Artù inizialmente si era rifiutato di credere che Merlino l'avesse tradito in quel modo. Pensava a uno scherzo molto ben organizzato. Poi aveva capito ed era andato su tutte le furie. Con la spada aveva colpito rami e cespugli. Con forza, con rabbia, con cattiveria. 

Infine si era seduto per terra, come se non avesse più forze ed era diventato apatico. Non guardava Merlino negli occhi e cercava di nascondere le lacrime di delusione che evidentemente non era riuscito a trattenere.

 

‘Vattene via’ gli aveva detto ‘Vattene e non farti vedere mai più a Camelot’.

 

Merlino in passato avrebbe desiderato dirgli il suo segreto e molte volte era stato sul punto di farlo.

 

Si diceva: la prossima volta che lo salverò; la prossima volta che saremo da soli; quando Morgana se ne andrà, quando Uther morirà. Erano venute tante prossime volte. L'aveva salvato tante volte. Erano stati da soli per lunghi periodi. Morgana se n'era andata. Uther era morto. Ma nonostante tutto non gliel'aveva mai detto. 

Ogni volta sembrava più difficile della volta precedente, più spaventoso, più doloroso.

 

Si era immaginato quella scena così spesso che gli sembrava quasi di averla vissuta. 

Avrebbe parlato a lungo con Arthur. Gli avrebbe spiegato i motivi e le paure che l'avevano convinto a non confessarlo. Gli avrebbe illustrato tutte le volte in cui aveva usato la magia per lui. Solo per lui.

Si era immaginato un Artù inizialmente offeso e contrariato, ma con il progredire delle sue ragioni esposte al re, avrebbe lentamente cominciato a capire come erano andate le cose e avrebbe cambiato atteggiamento verso di lui. Alla fine l'avrebbe visto persino divertirsi e ridere per questa o quell'altra volta in cui la magia di Merlino l'aveva fregato. Sperava che ne sarebbero usciti ancora più uniti, ancora più complici.

 

Niente di tutto questo era successo. Non aveva avuto nemmeno il tempo di dirgli quanto gli dispiaceva. Non ci aveva nemmeno provato. Stava male e si vedeva con gli occhi del re in quel momento: era un bugiardo, un traditore, un essere pericoloso e imperdonabile.

 

Merlino spiegò alla madre che Artù l'aveva lasciato andare proprio perché non fosse incarcerato o giustiziato e la donna si tranquillizzò. 

 

A Hunith era bastato vedere Artù e Merlino un giorno insieme per considerarli complici, uniti, come fossero le due facce di un' unica moneta. Ma era andata ugualmente in panico dopo aver saputo che Artù aveva scoperto la magia di Merlino, dimenticandosi della stima e dell'affetto che il re provava per suo figlio.

 

Merlino sembrava avere perso la gioia di vivere e quella luce che prima brillava nei suoi occhi e nel suo sorriso.

Era convinta che anche il re dovesse sentirsi diviso a metà e solo, come il suo ragazzo.

 

Hunith seppe che uno dei mercanti di Ealdor doveva recarsi a Camelot per vendere e comprare suppellettili di vario genere e gli chiese di consegnare una lettera al medico di corte, Gaius, il caro amico che aveva sempre vegliato su Merlino per tutto il tempo in cui era rimasto a Camelot. 

 

Un giorno, Hunith ricevette una lettera di risposta.

 

Cara Hunith,

Spero che voi stiate bene. Sono così triste senza Merlino al mio fianco. Mi manca tutti i giorni.

Artù finge di stare bene e il popolo lo ama come al solito, ma io vedo che non è più lui. È diventato indolente e annoiato. Io credo che stia soffrendo molto per la mancanza di Merlino.

L'altro giorno ero stufo di questa situazione e gli ho chiesto di venire a Ealdor a riprendere Merlino. Ero molto orgoglioso di Artù, che non aveva rivelato a nessuno il suo segreto. Quindi sarebbe potuto tornare a Camelot.

A chi gli chiede di Merlino il re risponde che è a Ealdor a occuparsi di te, che non stai bene.

Il re mi ha risposto così: ‘E se qualcuno lo vedesse, come è capitato a me?’

La mia risposta è stata:

‘Siete voi il re. Perché non cambiate le regole? Potete semplicemente cambiare la legge di vostro padre da -chiunque sia visto praticare la magia…- a -chiunque sia visto praticare la magia per fare del male…-’

Ma Artù non mi ha ascoltato, ma la speranza di rivedere qui Merlino non verrà mai meno.

Ti abbraccio e abbraccia Merlino da parte mia.

 

Gaius




 

Quattro mesi dopo.

 

A metà pomeriggio di un freddo giorno di gennaio, Hunith sentì un gran vociare provenire dall'esterno. Quattro uomini a cavallo erano entrati a Ealdor e si stavano dirigendosi verso quella la loro zona.

Hunith riconobbe Artù che fermò il cavallo di fronte a casa sua. Era molto spaventata. Perché erano venuti in quattro? Forse Artù ci aveva ripensato e voleva condurlo in prigione!

 

Ringraziò il cielo che Merlino non si trovasse in casa in quel momento.

Artù bussò e Hunith andò ad aprire con lo stomaco in subbuglio.

La donna si inchinò e lo salutò gentilmente, ma tremava. 

"Hunith, state tranquilla sono qui solo per parlare con Merlino!"

"Non è qui!"

"D'accordo, posso aspettarlo?"

"Va bene, ma non so se tornerà. A volte resta a dormire dagli zii, in un paese lontano da qui" mentì Hunith. 

‘Capisco. Dove posso trovare una locanda? Ho un po' di tempo per aspettare che ritorni. Tre o quattro giorni.’

‘Non c'è nessuna locanda. Mi piacerebbe ospitarla qui, finché vuole ma ho un solo posto per la notte, il letto di Merlino’

‘Ma non voglio prendere il suo posto, se dovesse tornare…’

‘Merlino dormirà nel fienile, non c'è problema!’

Hunith non sapeva che fare. Le dispiaceva mentire ad Artù ma se si trattava di difendere il figlio avrebbe mentito, rubato, ucciso.

 

Contava sul fatto che Merlino al rientro avrebbe visto i cavalli e i cavalieri che erano sulla porta e avrebbe potuto decidere cosa fosse meglio per lui.

 

Merlino da lontano riconobbe i ragazzi e il cavallo di Artù. 

Cominciò a battergli forte il cuore ma decise di continuare verso casa sua.

Appena spuntò da dietro l'angolo della via, Leon gli corse incontro e lo abbracciò: ‘Merlino! Come stai? Ci manchi! Quando torni? Mi sembra che tua madre stia bene ormai.’

Fu salvato dalle braccia di Galvano che lo strinsero forte. ‘Hai un aspetto orrendo, Merlino!’ e scoppiò a ridere.

Infine salutò Percival che quasi lo sollevò nell'abbracciarlo. 

Merlino era commosso per quel trattamento. Tutti loro gli erano mancati come il pane!

‘Come mai siete qui?’

Leon rispose: ‘Abbiamo solo accompagnato Artù che ha bisogno di parlare con te!’

‘In realtà siamo arrivati qui solo perché avevamo voglia di vederti’ disse Galvano.

‘Vi ringrazio tanto. Anche voi mi mancate … Scusate, sapete per caso di cosa vuole parlarmi Artù?’

‘No! Ma speriamo che sia venuto per riportarti indietro’

‘No, ragazzi, io non credo sia per questo, ma in ogni caso non credo che potrò ancora tornare a Camelot’

‘È meglio che tu vada dentro a salutare Artù. E già da un po' che ti attende!’

‘Allora... vado!’ dichiarò Merlino con un leggero tremito nella voce, che tuttavia nessuno notò.




 

 

  
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