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Autore: Nemesis01    26/10/2022    1 recensioni
Liberatamente ispirata a "How I met your mother", questa breve one shot parla di Teddy e James. Riusciranno a confessarsi i loro sentimenti?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Ma l’amore non ce l’ha mai un senso. Insomma, non è la logica che lo fa nascere oppure morire. Anzi, l’amore è totalmente insensato. Ma dobbiamo continuare a viverlo, perché altrimenti saremmo perduti e se l’amore muore all’umanità non resta altro che scomparire. Perché l’amore è la cosa più bella che abbiamo.”
(Ted Mosby, How I Met Your Mother)





Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di una coppia slash e l’OTP che ho scelto è James Sirius/Teddy. Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di questa coppia, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere. Capirò se deciderete di non farlo.
Grazie mille.


*




Hey, lo conosci Ted?





Teddy Lupin aveva molte qualità: era gentile, premuroso, sensibile, onesto, simpatico, affettuoso e il suo aspetto colorato affascinava molti maghi e streghe. Aveva da sempre, fin dai tempi della scuola, ricevuto molte lettere di ammiratori o ammiratrici; a volte aveva accettato le loro avances ed era uscito con qualcuno ma non era finita molto bene. Non che fossero antipatici o altro, semplicemente non sembrava scoccare la scintilla e smettevano di frequentarsi. 
James Sirius Potter, invece, aveva qualità diverse: era coraggioso, determinato, pratico, spavaldo e la sua aria da rocker intimoriva le persone che gli passavano accanto. Nonostante questo, non aveva mai avuto problemi a trovare qualcuno con cui divertirsi; il suo animo da playboy gli aveva fatto ottenere molte occasioni per sedurre o essere sedotto, ma con nessuno aveva intrapreso una relazione seria.
Era Teddy quello serio dei due. Lupin aveva l’animo romantico, sognava “la persona giusta” da sposare, quella con cui acquistare casa e mettere su famiglia. E ne parlava (fin troppo spesso) con James, il quale era costretto ad ascoltare frasi come “non troverò mai la persona con cui vivere il mio sogno”, “resterò single a vita”, “non mi piace l’idea della botta e via”, “vorrei tanto incontrare una persona di cui innamorarmi” davanti a una Burrobirra il martedì sera a I Tre Manici di Scopa. 
Così, una di quelle sere, una di quelle in cui l’alcol era stato decisamente abbondante, Teddy riprese a lamentarsi della sua disastrosa situazione amorosa. James, invece, reagì in maniera decisamente diversa: preso dalla semi-sbronza, scoppiò a ridere. In un modo completamente illogico, gli venne in mente di una sitcom babbana che aveva guardato qualche volta con suo padre. Anche lì c’era un Ted molto romantico che aveva difficoltà nel trovare l’anima gemella e aveva fatto ricorso a diverse tecniche per raggiungere il suo obiettivo: l’uomo nudo, amici di amici, feste e, soprattutto, la sua spalla.

«Tranquillo Teddy, ci penso io!»
«…cosa?»
«Ti fidi di me?»
«No! Chi sarebbe così pazzo da fidarsi di te? E di te ubriaco, poi!»

James roteò gli occhi, bevve l’ultimo sorso dal boccale di Burrobirra, indossò il mantello e si diresse verso l’unica altra persona che era ancora nel locale oltre allo staff. Si trattava di un ragazzo, probabilmente un coetaneo, che aveva appena finito uno shot di Whiskey Incendiario. Il giovane Potter poggiò il gomito sul bancone e, dopo aver passato una mano tra i capelli, si rivolse al ragazzo.
«Ehi, lo conosci Ted?» chiese. Gli indicò l’amico, a cui fece l’occhiolino, con lo sguardo e poi uscì dal pub.
In quell’istante, Teddy avrebbe voluto lanciargli contro uno Schiantesimo ma quando il ragazzo si avvicinò al tavolo per offrirgli un Whiskey Canadese al Ribes capì che la tecnica di James aveva funzionato.
Certo, le persone che aveva abbordato con quella tecnica non erano diventate nulla più di un flirt passeggero, ma la sua autostima stava pian piano aumentando. 
Così, nelle ultime tre settimane, James aveva abbordato ben quattordici potenziali persone giuste che non si erano rivelate abbastanza per Teddy.

«Ted. Secondo me non troverai mai la persona giusta se continui ad essere così esigente.»
«E allora dovrei accontentarmi del primo che passa anche se non mi rende felice?»
Potter sbuffò e ordinò un’altra Burrobirra, che arrivò calda e profumata dopo qualche minuto. «Cos’aveva Tom che non andava?»
«Tom rutta.»
«Anche io lo faccio, e anche tu, lo facciamo tutti!»
«Sì ma non rutti se vuoi fare colpo su qualcuno.»
«Onesto. E Mark, invece?»
«Lui si toccava sempre il pacco.»
«Magari voleva farti capire che era arrivata l’ora di scopare…»
«Ma io gli avevo chiaramente detto che…»
«“Non lo avrei fatto fino a quando la nostra relazione non si sarebbe stabilizzata!”...ma vai a raccogliere le cacche di gnomo, Teddy!»
«James!»
«Teddy! Sei stato con Victoire per tre anni e alla fine lei ti ha lasciato perché te la stava servendo su un piatto d’argento e tu ci mettevi sopra la cloche!»
«Oh Merlino, James, abbassa la voce!»
«Io ti avrei lasciato molto prima.»
«Non me la sentivo!»
«Però subito dopo sei andato col Caposcuola di Serpeverde. Con lui te la sentivi?»
«Ero curioso,» si giustificò Teddy arrossendo. «E poi io non sono uno di quelli come te, che va con chiunque senza remore!»
«Intanto è per questo che io sono rilassato e tu no.»
Lupin, affranto, sorseggiò la Burrobirra e pensò che forse James aveva ragione. Lui cercava una persona con cui condividere qualcosa, non un trofeo da esporre sulla mensola in soggiorno da lucidare ogni domenica mattina.
«Ehi Teddy, che ne dici del biondino a ore dodici?»
Ted avrebbe voluto dirgli di lasciar perdere, che doveva riflettere, che non aveva voglia di parlare con un perfetto sconosciuto ma James si era già avviato verso il ragazzo per porgli la stessa domanda.
«Ehi, lo conosci Ted?»

Chiaramente anche il biondino a ore dodici non era andato bene. James lo scoprì quando Teddy, in piena notte e praticamente in mutande, lo raggiunse a casa sua. Suonò ripetutamente, fregandosene del fatto che fossero le due di notte e che James avrebbe potuto essere tra le braccia di Morfeo (o di qualsiasi altra one night stand).
Potter, in effetti, era impegnato. Era sveglio, il suo partner della serata era ancora steso accanto a lui, ed entrambi sussultarono quando il campanello si fece sentire.
«Che cazzo!» esclamò James. 
Drin drin.
«Ma che bussi, porca Morgana!» continuò Potter. Si alzò dal letto di scatto, infilò il primo paio di mutande che trovò a terra (non era nemmeno sicuro che fossero le sue) e fissò il ragazzo nel suo letto. Davvero bono. Quasi quasi…
Drin drin. Driiiin. Drin drin.
«Ma vaffanculo!» sbuffò, infine. Confuso, accigliato, infastidito, James si coprì con una vestaglia di seta e lanciò uno sguardo al tipo nel letto. 
«Ehi tu, è ora di andare a casa!
» suggerì, ma fu un suggerimento quasi imperativo, tanto che James raccolse i vestiti dal pavimento e glieli lanciò contro.
«Ma…»
«Muoviti, a casa!» ripeté James.
Driiiin.
«Arrivo! E che cazzo, sono le due di notte.»
«…sei sposato?
» domandò il ragazzo mentre si rivestiva. 
«Certo che no! Ma chiunque venga qui, è chiaro che vorrà qualcosa di questo…» disse James con tono d’ovvietà, indicando il suo corpo.
Il ragazzo scrollò le spalle, annuì (beh, Potter era molto sexy, come dargli torto?) e si rivestì in tutta fretta. Del resto, nemmeno lui aveva voglia di trascorrere lì la notte.
«Va bene, allora vado.»
«Ok, buonanotte.»
La one night stand roteò gli occhi ma raggiunse la porta d’ingresso insieme al proprietario di casa. Quando James aprì la porta, il ragazzo ne approfittò subito per sgattaiolare fuori senza nemmeno guardare chi si fosse presentato a quell’ora tanto improbabile.
Potter poggiò il gomito contro lo stipite della porta e mise su un’espressione alquanto seccata nel realizzare chi fosse ad aver suonato con tanto impeto.
«Ted?»
«Ce ne hai messo di tempo!» lo rimproverò Lupin che subito entrò nell’appartamento fingendo di non aver visto un ragazzo correre via dalla casa dell’amico. Andò a sedersi direttamente sul divano, stanco.
James, dopo aver sospirato con amarezza, chiuse la porta e raggiunse l’amico.
«Fammi capire,» sbuffò Potter tuffandosi letteralmente sul divano. «Perché sei qui, a casa mia, in piena notte, invece di scopare col biondino a ore dodici?»
«Non mi offri un tè? Un caffè? Qualcosa di caldo?» Ted incrociò le braccia. «Sono venuto qui nel cuore della notte, non ho nemmeno fatto in tempo a rivestirmi, sono praticamente scappato e tu mi chiedi perché cavolo sono qui!»
«Cosa dovrei chiederti?» domandò James confuso. 
«Non so, qualcosa tipo “come stai?” andrebbe benissimo.»
Potter ridacchiò e allargò le braccia. «Vuoi un abbraccio?»
«Oh, sì, ti prego!» Senza nemmeno farselo chiedere una seconda volta, Ted si catapultò tra le braccia di James e vi si rannicchiò contro. Era lui quello più grande, ma James era di sicuro quello più intraprendente. 
Restarono abbracciati e in silenzio per un po’, poi uno strano dettaglio fece sì che James sollevò un sopracciglio.
«Le mutande con le ochette, Ted? Sul serio?!»
«Ma che caz—» Lupin arrossì e cercò di coprirsi meglio con il cappotto, senza ben riuscirci.
Potter rise divertito. «Il biondino a ore dodici deve averti buttato fuori a calci dopo aver visto quelle!»
«Piantala, James!»
«Ho buttato fuori gente per molto meno, Teddy, mai possibile che sono io a doverti spiegare tutto?!»
«…era sposato!» sbuffò Ted ancora rosso in volto. «E con una donna.»
«Beh, forse è bi come te, no?»
«Sposato, James, ti dice niente?!»
James batté le palpebre un paio di volte poi scrollò le spalle. «Beh, se voleva una scappatella saranno fatti suoi, no? Chi sono io per giudicare…»
«Nessuno, ma io non volevo una notte e via! Non con uno sposato! E non a casa sua, Merlino, è arrivata la moglie, che figura di merda che ho fatto, ti prego, uccidimi.»
«È affascinante vedere come i tuoi neuroni provino a galleggiare mentre in realtà affogano nel mare profondo dei tuoi complessi, Teddy.»
Lupin aggrottò le sopracciglia, segno che se l’era un po’ presa.
«Saresti potuto restare… magari ti proponevano una cosa a tre!»
«James!»
«A me non sarebbe piaciuto, sai, non è che mi piaccia molto la figa, ma a te…»
«Smettila, James!»
Potter rise di nuovo e tornò ad abbracciare l’amico, nonostante le sciocche mutande con le ochette. 
«Dai Teddy, sarà per la prossima volta. Però ora dimmi una cosa…»
Lupin si lasciò abbracciare e si rannicchiò meglio contro il corpo caldo dell’altro. «Cosa?»
«Quanto ha riso per le mutande con le ochette?»

C’era da dire che James si era davvero impegnato nella ricerca dell’anima gemella per Teddy, ma Lupin non era un tipo facile da accontentare e il fatto che indossasse dell’intimo discutibile non aiutava.
Poi, una sera qualunque, nel loro solito pub, davanti all’usuale boccale di Burrobirra calda con zenzero, qualcosa cambiò. 
Mentre fingeva di prestare attenzione ai piagnistei di Ted, James intravide attraverso il vetro del boccale un tipo davvero niente male. Sembrava essere un forestiero, aveva l’aria spaesata e lo stesso pallore di Teddy quando c’era la luna piena.
«Ted.»
«Mh?» Lupin giocherellava con un bastoncino di cannella facendolo girare all’interno del bicchiere.
«Ted, Ted, Ted. Ted. Guardami, Ted. Guardami. Ted.»
«Che cosa c’è, James?!»
«Guarda il tipo al bancone. È perfetto!»
«Ma…» Quando Teddy si sporse a guardarlo restò in perfetto silenzio. In effetti era un bel tipo: affascinante, elegante, portava addirittura guanti e cappello da vero gentleman inglese.
«Io vado.»
«Aspetta, Jam—» ma prima che potesse continuare la frase, James era già partito all’attacco. Così Ted decise di farsi coraggio: scolò il boccale di Burrobirra in un solo sorso e abbandonò il bastoncino di cannella sul tavolo.
Potter, invece, aveva raggiunto l’uomo al bancone e subito avevano cominciato a chiacchierare. Con nonchalance, poi, gli sorrise e chiese: «Ehi, lo conosci Ted?»

*

Era ormai quasi un mese che Ted non l’accompagnava più a bere la sera. James scoprì di sentirsi triste senza la sua spalla fedele, ma cercò di convincersi che sarebbe stato più facile rimorchiare qualcuno. Non che gli mancassero occasioni, in verità; non era mai stato troppo complicato rimediare qualcuno per la notte.
Eppure, ora che non doveva più preoccuparsi di trovare l’anima gemella per Teddy c’era qualcosa che gli mancava. 
James aveva già avuto a che fare con un Teddy fidanzato, ma non per questo Lupin lo aveva trascurato. Invece ora Teddy era sempre impegnato con il suo gentleman… Potter aveva anche provato a scrivergli un po’ di volte. Si era anche posto con una certa eleganza. Gli aveva scritto “Nel caso in cui tu non fossi troppo occupato a bere il tè delle cinque col tuo gentleman, potresti raggiungermi al pub?”. Ok, forse era stato un po’ sarcastico, ma andiamo, lui era sempre così.
Teddy non lo aveva raggiunto, comunque, e a James non andava di rimorchiare qualcuno a caso. Era troppo seccato dall’essere stato bidonato dal suo migliore amico, e aveva già bevuto tre Burrobirre calde, un calice di vino elfico e due cicchetti di Acqua Allegra. Tanto gli era bastato per cominciare a ridere istericamente e farsi buttare fuori dal locale.

Nevicava. Beh, era inverno, era alquanto logico che nevicasse. 
Ancora ridendo, James si tuffò sul letto morbido di neve bianca, incurante che si trovasse al centro della strada. A quell’ora non passava nessuno. Cominciò a muovere braccia e gambe con molta energia, come quando lui e Teddy erano piccoli e lasciavano un bassorilievo a forma di angelo. 
Urlò per incitarsi, rise e poi rotolò nella neve. Era evidentemente ubriaco.
«James, ti senti bene?»
«Mh?» Potter sollevò lo sguardo. «Teddy?»
«Che grinzafico stai facendo, James? Con questo freddo!»
James rise ancora e si stese su un fianco, rannicchiandosi. Era quasi certo che si sarebbe riscaldato rimanendo in quella posizione, cosa importava che ci fosse la neve come materasso? Mica la neve era fredda, dopotutto.
«Sei ubriaco.»
«Un po’» rispose James ridendo. «Sono allegro!» Potter allargò le braccia e cominciò di nuovo a giocare con la neve. 
«Che deficiente. Alzati, ti porto a casa.»
«No!» Ancora una risata. «Vieni anche tu, è divertente!»
«James» Teddy roteò gli occhi. «Alzati, dai.»
Ma Potter non accennava a volersi alzare da lì né a dargli ascolto. Però si fermò qualche attimo dopo e assunse un’aria pensierosa. «Ehi, Ted!»
«James?»
«Ti ricordi quando ci hanno bandito da “I tre manici di scopa”?»
Ted arricciò le labbra nel ricordare. Era quasi impossibile dimenticare l’accaduto. 

I due stavano festeggiando qualcosa (Teddy non ricordava esattamente cosa) e avevano davvero esagerato con l’alcool. Nessuno, però, si era avvicinato a loro o li aveva fatti uscire dal pub, anzi: erano bellamente ignorati e questo dava loro la libertà di continuare a ridere, cantare o usare i boccali vuoti come strumenti musicali. Poi a James era venuta un’idea: “Ehi Ted. Ted, Ted, Ted. Guardami! La vedi quella scopa blu li sopra?” aveva chiesto e Lupin aveva annuito. “Che ne dici se la prendiamo e voliamo con quella? Chi riesce a rubarla vince 50 galeoni.”
Una scommessa che non si poteva rifiutare né perdere: e, infatti, ci avevano provato disastrosamente. La magia non funzionava quando erano ubriachi: Teddy aveva fatto esplodere due vetrate, incendiato un tavolo e trasfigurato un vaso di fiori in un Knarl che aveva morso quattro o cinque clienti; James, invece, si era erroneamente auto-inflitto una fattura Gambemolli (e quindi non riusciva a camminare né reggersi in piedi), rotto ben dieci boccali di vetro e vomitato sul pavimento del pub. Strisciando, però, era riuscito a raggiungere la scopa blu. 
“Ehi Ted. Ted, Ted, Ted. Guardami: ho preso la scopa!” Aveva gridato James ridendo.
La scena era stata leggendaria. James, con le gambe ancora vagamente molleggianti, si era poi messo in piedi sul bancone attirando solo allora che Madama Rosmerta si era resa conto del gran trambusto che stava accadendo nel suo locale. L’anziana signora, proprietaria del pub, aveva provato in tutti i modi a riprendersi la scopa blu (un giocattolo inanimato, comunque) che James cavalcava. 
Madama Rosmerta non voleva di certo schiantare il figlio di Harry Potter, ma quando l’aveva visto saltare dal bancone in groppa alla scopa urlando “Guarda Ted, sto volando!” si era vista davvero avvilita. Tra le risa dei presenti, le urla di James e Teddy che si lamentava per i 50 galeoni che aveva perso, l’anziana signora si era trovata quasi costretta a chiamare gli Auror per far sgomberare il locale.
Era intervenuto lo zio Ron, che li aveva sbattuti fuori a calci dopo aver strappato la scopa blu dalle mani di James, e che aveva raccolto il desiderio di Madama Rosmerta di bandire i due ragazzi per un anno dal pub.

Teddy sorrise. «E come potrei dimenticarmene? Ho perso 50 galeoni quella notte.»
«Una notte leggendaria. Ora hanno protetto la scopa blu con una lunga serie di incantesimi e una stupida catena babbana.»
«Così nessuno può volarci più sopra buttandosi dal bancone, no?»
James annuì. Si mise a sedere tra la neve e ne recuperò un po’ per farci una pallina. 
«Che c’è, James?» La voce di Teddy, che si era accovacciato di fronte all’altro, suonò dolce e preoccupata. 
James scosse la testa e continuò a giocherellare con la neve.
«James?»
Potter sospirò. «Mi manchi.»
«Ti… ti manco?»
James annuì e lasciò cadere a terra la palla di neve. Dopo qualche secondo,  poi, sollevò lo sguardo verso Teddy. 
Lupin sembrò essere serio, forse addirittura troppo pure esser Teddy, e si rimise in piedi. 
«Sei solo ubriaco, James. Torna a casa.»
Teddy si voltò e fece per allontanarsi quando la voce di James, ancora seduto lì in terra, lo chiamò.
«Ted.»
«Cosa c’è ora?»
«Cosa non andava nel gentleman?»
«Ma… ma cosa… ma chi…»
«Non saresti venuto qui se le cose stessero andando bene con Mr-Tè-Delle-Cinque.»
«Non voglio parlarne.» disse Teddy. «Non adesso. Torna sobrio e poi ne riparliamo.»
James sorrise debolmente e tornò a stendersi sulla neve mentre Ted, spazientito, si allontanava verso casa.


La settimana successiva successe una cosa molto strana a Ted. Dopo aver rotto con Mr-Tè-Delle-Cinque (pareva che quest’ultimo avesse scarsa igiene personale), Teddy non aveva avuto il coraggio di scrivere a James. Era davvero infastidito per… per cosa? In fin dei conti, Potter non aveva fatto nulla di particolare, anzi. Era stato gentile, educato, gli aveva chiesto notizie e… e poi gli aveva detto che gli mancava. Era una cosa insolita da dire per James. Probabilmente non l’aveva nemmeno mai detto ai suoi genitori quando stava via per la scuola.
Comunque, Teddy non era dell’umore per scrivere a James e chiedergli di andare a bere qualcosa insieme. Perché anche lui gli era mancato e non poteva permettersi di pensare a James come ad una potenziale persona giusta. Non lui che cambiava un amante a sera (ed era stato già fortunato a non beccarsi una malattia venerea), non lui che non aveva mai avuto una relazione seria, non lui che non sapeva cosa fosse il romanticismo, non lui che… 
Ted.
Lupin aggrottò le sopracciglia. Gli era parso che qualcuno lo chiamasse dalla strada, ma era davvero impossibile. Dunque, dove era rimasto? Non di certo James che…
Ted, Ted, Ted!
…che era fastidioso e che ora urlava dalla strada il suo nome. Teddy spalancò la finestra e vi si affacciò.
«Che ci fai qui?»
«Ehi!» James urlò a gran voce, sembrò felice. Sembrava essere poco a proprio agio con quello che stava per fare, ma sorrideva. Sollevò entrambe le braccia e…
«La scopa blu?» Teddy arrossì. La scopa blu! «Ma come…»
«Ho fatto una follia, Ted!»
«Ho visto!»
James sorrise. «Ho zio Ron e Madama Rosmerta alle calcagna, stavolta mi arrestano sul serio!»
Teddy si trattenne tantissimo dal ridere e gli indicò la porta. «Ma che ci fai con quella scopa blu?! E perché?!»
«Perché sono innamorato di te, Ted, ok?»
Lupin spalancò gli occhi. «Tu sei… tu sei pazzo! Non ha senso!»
«Me lo sono detto anche io, ma ho deciso che non importa. Mi manchi quando non ci sei, e mi piacciono pure quelle tue oscenissime mutande con le ochette. Non fa niente se pensi che io sia pazzo, ma—oh merda, ehm, devo scappare!»
«James?!» Teddy si sporse oltre il davanzale e notò James correre via inseguito da suo zio e la proprietaria del locale. Il perché non decidesse di smaterializzarsi restò un mistero.
Quando Potter scomparì dalla sua vista, Teddy chiuse la finestra. Faceva davvero freddo e ora era preoccupato per quello stupido ladro di scope blu… che era stato così romantico, stupido e divertente allo stesso tempo.
Sorrise e capì una cosa importante.
Aveva cercato l’anima gemella troppe volte, in tanti ragazzi e in tante ragazze, ma non aveva mai guardato al proprio fianco.
Così prese carta, penna e inchiostro e scrisse un bigliettino da inviare a quel ladro di scope blu.

Sul bigliettino c’era scritto: «Ehi, lo conosci Ted?»

*

Note dell’autrice
Avevo pubblicato questa storia con un account che ho cancellato. Presa dalla smania di tenere tutte le mie fanfiction in un unico account, ho deciso di riproporla qui. Spero che vi sia piaciuta :) 
   
 
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