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Autore: babastrell    27/10/2022    0 recensioni
Langa, il bibliotecario, passa i propri turni fissando il ragazzo che fa i compiti in fondo alla sala. Probabilmente lui neanche l’ha notato, giusto?
(Library!AU)
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Langa Hasegawa, Miya Chinen, Reki Kyan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Library (pumpAU)

No. parole: 806

 

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DUE SCEMI ENTRANO NELLA SEZIONE FANTASY…

 

«Lo stai fissando di nuovo» canzonò Miya appoggiandosi al bancone dei prestiti.

Langa sobbalzò e distolse lo sguardo. «Non è vero!».

Riprese ad allineare i libri sul carrello, obbligandosi a non guardare gli scaffali e i tavoli dove, seduto da solo, c’era il soggetto della conversazione: un ragazzo dai capelli rossi, che mordeva il fondo di una penna mentre cercava di risolvere un esercizio. Si chiamava Reki, Langa aveva scambiato qualche parola con lui qualche volta, per lo più quando lui gli chiedeva aiuto per trovare un libro per la scuola o dei manga, ma non aveva la minima idea di come fare a parlare con lui fuori dal contesto della biblioteca. Si rese conto di guardarlo di nuovo e si obbligò a riportare l’attenzione sul carrello.

«Non capisco che ci trovi» sbuffò Miya, prendendo i libri che una ragazza gli porgeva dall’altra parte del bancone e registrando il prestito. «Grazie, buona lettura» le disse distrattamente.

Alzando le spalle, Langa tolse un segnalibro dimenticato tra le pagine di un romanzo rosa. «Ha un bel sorriso»

«È scemo» tagliò corto il ragazzino. «Sono passato dietro di lui prima. Quell’esercizio è facilissimo, ma lui ha una faccia che sembra stia facendo astrofisica»

«Anche io faccio schifo a scuola»

«Anche tu sei scemo, infatti». Miya scosse la testa. «Senti, se ti piace davvero, chiedigli di uscire. Altrimenti fatti passare questa cotta ridicola e cambiamo argomento»

«Abbassa la voce! Ti sentirà tutta la sala» esclamò Langa, avvampando fino alle orecchie.

Lui gli rivolse il suo sorrisetto felino.

Langa sospirò. «Vado a rimettere questi sugli scaffali» disse facendo un gesto al carrello dei libri. «Tu pensa ai prestiti».

Senza aspettare risposta, spinse il carrello giù per il corridoio e si infilò nella corsia dedicata al fantasy.

Stava rimettendo in ordine i volumi di una saga troppo lunga, quando qualcuno alle sue spalle gli toccò un braccio. Langa trasalì e si voltò di scatto, inciampando nelle ruote del carrello e franando a terra trascinando giù chiunque fosse dietro di lui.

Grugnì di dolore e alzò la testa, solo per emettere un guaito e affrettarsi a rialzarsi quando realizzò su chi era precipitato.

«Scusa!» esclamò, probabilmente a voce troppo alta per una biblioteca. «Mi dispiace tantissimo!».

Reki si massaggiava piano la schiena, dove aveva sbattuto a terra. «Non preoccuparti, è colpa mia». Sorrise. «Avrei dovuto farti sapere che ero qui»

«Ah. Sì. Cioè, no, non è colpa tua» balbettò Langa. «Aspetta, ti aiuto ad alzarti».

Reki gli prese la mano e si issò fino a rimettersi in piedi. «Grazie».

Aveva le guance appena rosate, e Langa probabilmente era dello stesso colore, forse peggio.

«Ti serviva qualcosa?» gli chiese con un sorriso, sperando che la sua faccia non lo tradisse facendolo sembrare uno stupido.

Lui spostò il peso da un piede all’altro. «Uh. Sì, in realtà». Affondò le mani nella tasca della felpa. «Volevo sapere- sai, se magari ti piace il caffè? O il te? O, sai, qualcosa del genere? Non so-». Si interruppe, spostando lo sguardo sullo scaffale come se improvvisamente le coste dei libri fossero la cosa più interessante del mondo.

Langa lo guardò con gli occhi sbarrati, senza sapere cosa rispondere forse per troppo tempo. «Dipende…» azzardò, prudente. Meglio non farsi illusioni. «Perché me lo chiedi?».

Reki si portò una mano dietro la nuca per tormentarsi un ciuffo di capelli. Il rossore sul suo viso si fece più intenso. «Nessuna ragione. O meglio, no. Una ragione c’è». Si schiarì la gola. «Insomma, se c’è qualcosa che ti piace- forse ti piacerebbe andare a bere qualcosa? Con me, intendo. Se vuoi. Da qualche parte».

Era così carino che Langa si ritrovò a sua volta a guardare le coste dei libri, sentendo le guance scaldarsi. «Tipo un appuntamento?».

Il ragazzo emise un risolino nervoso. «Sì, credo. Voglio dire, se vuoi che lo sia» batté la punta della scarpa a terra e prese un respiro profondo, alzando le mani. «Però va benissimo se non vuoi! Possiamo anche andare come amici. O no. Insomma, va bene tutto!».

Il suo sproloquio fu interrotto da Langa che ridacchiava. «Mi piacerebbe molto uscire con te»

«Davvero?». Reki si illuminò. «Allora, magari quando finisci il turno? Posso aspettare».

Langa annuì, sorridendo. «Io finisco alle quattro. Ormai non manca molto».

«Allora ti aspetto! Torno al mio tavolo, se hai bisogno di me» esclamò lui. «Cioè, anche se non hai bisogno. Insomma, mi trovi lì». Rise, imbarazzato, e gli rivolse un cenno di saluto.

Langa lo guardò lasciare il corridoio, poi finì in fretta di mettere i libri a posto e tornò al bancone dei prestiti.

«Finalmente, ci hai messo una vita» si lamentò Miya. «Ho visto lo scemo nella tua sezione. Gli hai detto qualcosa?».

Lui si lasciò cadere sulla sedia e gli rivolse uno sguardo estatico. «Non ci crederai mai!»

  
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