Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Agueda    27/10/2022    0 recensioni
"Luna e Sole, fuoco in mare. Primordiale fame di noi due, Lentamente, affondare Tra le onde fino ad annullarsi Eclissi "
Settembre 2019. Chiara, venticinque anni, si sveglia una mattina e decide di scappare dal caos di Palermo e dall'indifferenza del suo compagno per rifugiarsi a Los Angeles, lontano da tutto e da tutti. Durante il suo soggiorno a Los Angeles incontra una vecchia conoscenza di suo fratello, lei l'aveva lasciato ragazzino, ed intanto lui, è diventato un uomo a cui nessuna donna può resistere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Madness serie '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
    Capitolo Due
Notizie
Erano quasi le cinque del mattino dall'altro capo dell’oceano e l’Elisir, la discoteca dove   Carlo Martinez lavorava, stava per chiudere.
Lui aveva già sistemato meticolosamente il bar, chiusa la cassa e stava contando le sue cospicue mance. Anche quella sera era andata di lusso.
Quanto amo questo lavoro, pensò mettendosi in tasca quasi mille dollari.
Cosa poteva volere di più dalla vita? Lo pagavano profumatamente per far divertire e far bere la gente e rimorchiare anche qualche bella donna.
Infatti, anche quell'alba di metà settembre, una mora mozzafiato lo aspettava appoggiata alla sua moto fuori dal locale.
Era stato fin troppo facile conquistarla e convincerla a proseguire la serata a casa sua.
Certe volte bastava anche solo dire che era italiano per far letteralmente cadere le donne ai suoi piedi. Sul fatto che ci sapesse fare poi non ci pioveva proprio. Come sul fatto che fosse un gran pezzo di ragazzo.
Non era assolutamente narciso, ma nemmeno cieco e quando si guardava allo specchio non poteva che compiacersi del suo aspetto.
Aveva sempre avuto un fisico atletico sin da piccolo e poi facendo nuoto a livello agonistico ancora di più. Le sue spalle erano almeno trenta centimetri più larghe del suo bacino. Gli addominali abbronzati talmente tirati da sembrare scolpiti con lo scalpello.
Si infilò la giacca di pelle nera e prese due caschi da sotto il bancone. Ne portava sempre uno in più per la ragazza predestinata.
Aveva la salute, i soldi per togliersi gli sfizi e soprattutto una figa diversa al giorno che non voleva altro da lui che il suo cazzo!
Molti uomini avrebbero ucciso pur di avere una vita come la sua, ne era certo.
Lei non voleva altro, però non si aspettava che fosse già così appassionato.
Cosa avranno mai questi maschi latini, si domandò lasciandosi trascinare in un turbine fatto di carezze audaci e baci travolgenti.
Se non fosse stato vietato dalla legge, Carlo l’avrebbe fatta piegare a novanta gradi sulla moto e presa da dietro proprio lì, per quanto era arrapato, ma forse era meglio andare a casa.
Saltò sulla sua Ducati Monster nera e mise in moto impaziente di partire. Lei si sistemò dietro di lui, cercando di non far alzare troppo la gonna, anche se in pratica stava con quasi tutto il culetto di fuori.

Solo un paio di miglia dividevano il club dalla sua villetta in affitto a Silver Lake, dove non vedeva l’ora di arrivare per assaggiare quella mora tutto pepe.
Anche se lui aveva un debole per le rosse, ogni tanto non disdegnava qualche variazione sul tema.
Sul rettilineo aprì il gas e il rombo del suo motore risuonò nell’alba silenziosa.
La tipa gli spiaccicò le tette sulla schiena e serrò le cosce intorno a lui per reggersi.
Ecco un altro validissimo motivo per adorare le moto!
Una volta a casa, riuscì finalmente ad attuare la sua fantasia
Lei gli sorrise timidamente e poi gli sbottonò i jeans impaziente, liberando la succulenta erezione di Carlo che nel frattempo le aveva già alzato il vestitino aderente.  Il perizoma della ragazza era completamente bagnato, notò lui con piacere famelico.
Fece piegare la ragazza, srotolò uno dei preservativi che portava sempre nella tasca dei jeans ed entrò prima piano per farla abituare e poi sempre più forte per farla urlare.
Quella posizione era la sua preferita perché non era costretto a guardare o baciare la ragazza in questione, poteva ammirare il suo culo, afferrarla per i fianchi per penetrarla con più forza, oppure stringere i seni durante l’atto. Davanti a uno specchio poi era il massimo, non era per niente male. Infatti appena sentì lei contrarsi per il piacere anche lui uscì fuori per venire nel preservativo emettendo un ringhio strozzato.
Mentre si richiudeva i pantaloni, il cellulare nella tasca della giacca iniziò a vibrare. Che tempismo.
Chi cavolo poteva essere a quell’ora? Qualche amico che tirava fino a tardi o qualcuno dall’altra parte dell’oceano, più precisamente in Italia, di cui riconobbe il prefisso internazionale + 39.

“Pronto” rispose allarmato, visto che in Italia aveva la famiglia
“Carlo”
“sì, chi è??”
Era una donna, ma non aveva la più pallida idea di chi fosse. Tanto più che erano nove anni che viveva all’estero e solo i parenti più stretti avevano il suo numero americano.
“Non riconosci la mia voce?”
“no “
“non dirmi che non riconosci più la voce della tua ex collega di bravate”

Spalancò gli occhi per la sorpresa.
Cazzo Chiara!”
“Ecco appunto”.
Carlo   era sconvolto da quella telefonata improvvisa e se lei lo stava addirittura chiamando, forse era successo qualcosa di grave.
“Chiara, i miei stanno bene ??”
“sì, si tutto alla meraviglia”.

 Iniziò a farsi mille pensieri sul perché lei lo stesse chiamando.  Iniziò
Ad ipotizzare, che lo stesse chiamando per annunciargli che si   sposava o addirittura che fosse morto qualcuno.
“Tra sedici ore atterro a Los Angeles. Mi vieni a prendere?”
Il ragazzo non riuscì a credere alle sue orecchie. Erano anni che invitava la sua collega e il suo fidanzato da lui in America, ma loro dovevano sempre lavorare o fare noiosissime cose da coppia e avevano sempre rifiutato.
Certo. A che ora atterrate esattamente?”
 “Perché parli al plurale Carlo?”
“Scusa, non vieni con Daniele?”
“no, sono sola soletta”
“Capito”
“Posso stare da te, o devo cercare un hotel?”

“Ovvio che puoi stare da me”, disse cercando di farla stare meglio.
Anche se avrebbe dovuto rinunciare alla sua libertà per il breve soggiorno della collega, era comunque felicissimo di rivederla dopo così tanto tempo.
“Meno male…”, la sentì rincuorarsi.

Voleva tanto sapere cosa fosse successo con Daniele e avrebbero avuto tutto il tempo per parlarne una volta che lei fosse arrivata. Sperava solo che non stesse scappando perché lui l’aveva picchiata, o l ‘avesse tradita altrimenti sarebbe dovuto tornare a Palermo per spaccargli tutte le ossa in vari punti e non gli andava un granché.

Avevano sempre trascorso le vacanze estive insieme, anche le uscite serali invernali, lui, Chiara, sua sorella Elena, quel deficiente di William il fratello di Chiara, I loro amici del bar e soprattutto quel gran deficiente di Salvo. Erano tutti felici e spensierati, non avevano pensieri, almeno così si sperava, fino all’ estate 2009 quando non si sa per quale motivo si sono divisi tutti. Salvo era sparito, cioè era partito, sua sorella Elena iniziò a lavorare, Chiara anche, e William si era sposato e quindi a lui non restò che partire per Los Angeles.

Dopo che accompagnò la bellissima mora a casa, Carlo ebbe tutto il tempo per organizzarsi per l'arrivo della sua collega.
Carlo, non aveva la più pallida idea di quanto si fermasse Chiara, qui a Los Angeles.

Mancava solo un’ora all’atterraggio e Chiara andò nel bagno dell’aereo. Non era riuscita a chiudere occhio per tutto il lungo viaggio e quando si guardò allo specchio quasi non si riconobbe. Era bianca cadaverica, con gli occhi rossi e scavati per aver pianto tutte le sue lacrime tanto si sentiva in colpa verso Daniele. Cioè era contenta di essere riuscita finalmente a prendersi una vacanza e di andare a trovare il suo amico che non vedeva da troppo tempo, solo che avrebbe preferito non dover scappare di casa di nascosto come una ladra. Certo, sarebbe stato molto più maturo parlarne come persone civili e magari prendersi una pausa di riflessione. Se lui avesse avuto il tempo di parlare forse, anzi quasi sicuramente, non sarebbero arrivati a quel punto di rottura.

Qualcuno bussò alla porta del bagno e Chiara si sciacquò la faccia in fretta.
Quando riprese posto, guardò impaziente fuori dal finestrino. Quello che vide calmò la sua impazienza.
La città degli angeli   che tanto amava lambiva la città dove la stava aspettando una persona che era sempre stata sincera con lei. Una bella persona, come raramente si incontrano nella vita.
Il suo amico e nonché ex collega Carlo, che avrebbe fatto di tutto e di più per farle dimenticare le sofferenze dell’altro capo dell’oceano. Ne era sicura.

Appena atterrata, Chiara riaccese il cellulare e fu inondata dai messaggi allarmati di Daniele, dei suoi genitori e addirittura da parte di suo fratello.

L’unico che aprì però fu quello di Carlo in cui le dava il benvenuto a Los Angeles e la avvisava che la stava già attendendo dopo il ritiro bagagli. Fece un sospiro di sollievo e trascinò le sue membra stanche sul suolo americano.
Una volta ritirato il grande trolley della fuga scrutò tutte le persone in attesa con la speranza di scorgere il volto di Carlo quando sentì una voce profonda alle sue spalle.
-Chiara?
-Sì
Appena si voltò, rimase abbagliata dal sorriso di Carlo.
“Benvenuta a Los Angeles”.






   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Agueda