Mi volterò senza più guardarmi indietro, in silenzio,
nell'attesa di soffocare il dolore crescente nel petto;
cercherò di immaginarti mentre torni da me di fretta:
non accadrà e non mi afferrerai la mano.

Appassirò all'orizzonte come un tramonto autunnale,
mi dileguerò con un macigno a ridosso del cuore,
inutilmente tenterò di trattenere le lacrime:
non sarà la mia disperazione a riportarti qui,
non sarà la mia disperazione a cambiare la realtà.

Ti sfuggiranno le urla della mia anima in frantumi,
non ti scalfiranno le sillabe che mi muoiono in gola,
l'attimo prima di riversarsi negli acquitrini del nulla,
svanirò e mi ritroverò in uno sciame di sogni distrutti,
forse di sera riecheggerai in qualche stupida coincidenza.

Niente riuscirà a riassemblare i cocci del mio cuore,
meno che mai una fugace folata di ricordi sbiaditi -
ancora una volta tirerò il sospiro più lungo di sempre;
con la mente ripercorrerò, fibra dopo fibra,
quel futuro mai esistito che rimpiango con amarezza,
e, per tutta la durata della tua interminabile assenza,
tra le dita stringerò il calore di un bacio mancato.

Piangerò, e i miei sentimenti tremeranno di colpo.
Piangerò, e il mio respiro si mescolerà al vento.
La notte calerà su tutta la volta celeste, piano.
La luna si farà alta nel cielo, fulgida nel suo tepore.
Saranno le tenebre ad appianare la distanza tra di noi.
Piangerò a luci spente, ma non mi sentirò meglio.
Non mi sentirò meglio e il fiato mi brucerà la pelle.
Non mi sentirò meglio e solo i miei demoni mi ascolteranno.
Rimarrò qui, nella penombra, lontano dal mondo.
Rimarrò qui, nella penombra, ad incassare l'ennesimo colpo -
e un altro po' di buio si conficcherà nella mia carne.