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Autore: _Il colore del vento_    28/10/2022    1 recensioni
[Questa storia è stata ispirata dal prompt odierno del “Writober” di fanwriter.it, giorno 28, lista pumpINK: “strappo”.]
Dal testo:
“Per un attimo glorioso, s’era creduto il fortunato destinatario della grazia e della dolcezza che un giorno, all’improvviso, avevano sbarrato il passo al suo incessante tormento.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Rochester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The grace of hollow grounds


“I have a strange feeling with regard to you.
As if I had a string somewhere under my left ribs, tightly knotted to a similar string in you.“

 
 

 
Era tutto finito.
Jane, la sua Janet, era fuggita nella notte e il suo sogno di redenzione era svanito con lei.
Edward aveva cavalcato per ore e ore, dall’alba al tramonto. L’aveva cercata ovunque, ma trascinandosi dietro un presentimento terribile: non l’avrebbe trovata.
Quello strano, meraviglioso uccellino era volato via, lontano, via da Thornfield Hall – ogni gioia svanita dal suo orizzonte (ora, non rimaneva che un vacuo orizzonte di spine).
Era stato uno sciocco a illudersi, a credere che la felicità fosse ancora disposta a baciare un uomo come lui.
Eppure – per un istante sublime – l’aveva baciata davvero, la sua esile felicità, dagli occhi limpidi e sinceri e la risposta sempre pronta, l’aveva stretta forte fra le braccia.
Per un attimo glorioso, s’era creduto il fortunato destinatario della grazia e della dolcezza che un giorno, all’improvviso, avevano sbarrato il passo al suo incessante tormento.
Era avvenuto per caso: la speranza lo aveva sorpreso racchiusa nella minuta, scura figura di una giovane incontrata sulla via di casa.
Jane – enigmatica, ardente, inafferrabile Jane.
La fuga di lei era uno strappo insanabile: uno strappo nella realtà, da cui riaffioravano tutti i suoi demoni passati.
Aveva pensato – che ingenuo era stato! – di poterli sconfiggere, confinare e celare alla vista, rinchiudendoli assieme agli strascichi della propria gioventù e degli errori di allora.
Ora, il prezzo di quell’illusione di felicità, il prezzo del suo amore per Jane, era un vuoto sanguinante all’altezza del petto.
Con lei lontana, ormai irraggiungibile, il suo cuore avrebbe sanguinato e sanguinato e sanguinato. Senza sosta, senza possibilità di guarigione. 
Il filo che li univa tirava, tirava in ogni istante e, la notte, il dolore s’acuiva al punto che Edward era certo di impazzire: la follia, quell’inquilina indesiderata che da anni si dibatteva prigioniera fra le mura di Thornfield, presto avrebbe ghermito anche lui, fino alla fine dei suoi giorni. Il filo non si sarebbe reciso, il tempo e la distanza avrebbero solo irrobustito la perdita. 
Ma, nel vuoto della solitudine, il dolore era anche l’unico conforto, l’unica dolcezza sopravvissuta allo strappo (l’ultimo ricordo di lei).
Di nuovo miscredente incallito, Edward benediceva quel dolore e quell’assenza.
Cullava, quasi venerava la mancanza che gli mozzava il respiro – lì, soltanto lì, lui ancora viveva (l’unico luogo in cui lei era ancora realtà).







                                                                                   
















 
  
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