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Autore: NicoJack    28/10/2022    0 recensioni
Ispirato ovviamente a Shrek, ma con personaggi di 1000 altri fandom, con Jack Frost nella parte di Shrek, Elsa nella parte di Fiona e Ciuchino nella parte di Duffy Duck.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Jack Frost
Capitolo 1: C’era una volta lo spirito dell’inverno
C’era una volta un incantevole principessa. Vittima però di un tremendo incantesimo, che poteva essere spezzato solo dal primo bacio d’amore. Era rinchiusa in un castello, sorvegliato da un terribile drago sputafuoco. Molti cavalieri coraggiosi avevano provato a liberarla da quella prigione, ma senza successo. Ella attendeva nella fortezza del dragone, nella stanza più remota della torre più alta, il suo vero amore e il primo bacio di vero amore.
“Si certo aspetta e spera” disse una voce maschile che strappo l’ultima pagina del libro di favole che stava leggendo.
Dentro una latrina nel bel mezzo del glaciale polo sud, un certo essere si stava pulendo il sedere dalla merda che aveva appena cagato, usando come carta per pulirsi proprio la pagina che aveva appena strappato.
Poi dopo un breve autocompiacimento per lo stronzo che il suo stomaco aveva prodotto, con un calcio apri la porta della latrina guardando fiero la sua casa in mezzo al ghiaccio.
L’essere mostrava diciotto anni, ma in realtà ne aveva mille, aveva capelli di media lunghezza di bianco colore, la pelle pallida come quella di un cadavere, ma liscia e perfetta come la neve appena caduta, gli occhi invece erano blu come il puro ghiaccio.
Era vestito con un maglione blu con cappuccio, con brina che si accumulava attorno all’anello del colletto, aveva pantaloni marroni quasi a pezzi che si mantenevano insieme solo col ghiaccio che faceva da legaccio e i piedi erano completamente nudi in mezzo alla neve, ma non sembrava soffrirne.
Era alto due metri, ma dal fisico mingherlino, anche se nessuno avrebbe mai dovuto sottovalutare la potenza dei muscoli delle sue braccia e delle sue gambe.
Portava nella mano destra un lungo bastone fatto in legno di salice, la qui una delle estremità terminava con un arco a forma di G, che portava come un giovane pastorello, anche se non aveva pecore.
Il suo nome era Jack Frost, ed era lo spirito dell’inverno, che portava gelo, ghiaccio e neve nel mondo, venerato dai bambini come un amico e aiutante nei loro giochi, odiato dagli adulti come la rovina dei raccolti e creatore di vari scherzi e marachelle.
Il polo sud era la sua casa, ovviamente essendo il punto più freddo del mondo, il posto a qui tornava sempre dopo una lunga giornata a diffondere neve e caos nel mondo.
La casa che si era costruito grazie ai suoi poteri, era fatta completamente di ghiaccio, ma non poteva nemmeno essere definita una casa, era solo ghiaccio scavato dall’interno dove dentro c’era una piccola sala da pranzo e una ancora più piccola camera da letto in cui c’era spazio solo per il letto un vecchio materasso, mezzo distrutto e anche mezzo congelato a causa di Jack che ci dormiva sopra.
Jack comunque l’aveva usata per quasi settecento anni e non l’avrebbe cambiata per nulla al mondo, comunque prima di dirigersi nel mondo esterno per diffondere caos e giocare con i bambini doveva prepararsi.
Quindi si spoglio dei vestiti e si immerse nelle gelide acque del Polo Sud, ma un essere come lui non sentiva la freddezza di esse e comincio a lavarsi il corpo per togliersi la puzza di tre giorni senza un bagno, per poi acchiappare un pesce con un rapido scatto della mano per procurarsi la colazione, che si mangiò ancora cruda e viva strappando la carne coi denti.
Poi dopo essersi saziato, pulito e rivestito Jack riafferro il suo fidato bastone e con esso che era il catalizzatore dei suoi poteri richiamo il vento che lo alzo da terra e lo fece volare nel cielo pronto a fare divertire i bambini.
Di città in città, di villaggio in villaggio in cui andava, sorvolando oceani e continenti, i bambini accoglievano la neve con sorrisi e uscendo di casa pronti a giocare, mentre gli adulti con volgarità e cercando di salvare il salvabile.
Jack passò un’intera giornata con venti gruppi diversi di bambini a costruire pupazzi di neve, fare piste con il ghiaccio per farli andare sullo slittino, ghiacciare l’acqua degli stagni per farli pattinare e la sua attività preferita organizzare mega battaglie di palle di neve.
Ogni volta che un adulto si avvicinava per chiamare i bambini o scacciare Jack, lo spiritello ricavalcava il vento e andava da un'altra parte del mondo a divertirsi.
Questa routine continuo fino a fine giornata, quando Jack al calare delle tenebre se ne ritorno a casa sua al polo sud, ma volando vicino alla superficie dell’acqua del mare si accorse che c’era una nave con a bordo degli uomini armati di spade, lance, torce e altri vari armamenti, che si stava dirigendo verso casa sua.
Jack a quella vista scosse la testa con un leggero sorriso, nonostante la sua immortalità alla vecchiaia e alle malattie poteva morire per cause violente e questo dava abbastanza coraggio a certi gruppi di deficienti che credevano di essere quelli che avrebbero posto fine all’esistenza del sovrano dell’inverno.
Almeno si sarebbe divertito prima di andare a letto.
Quando la nave attracco alla riva del polo e gli uomini scesero con le torce per orientarsi nel buio e per riscaldarsi, si diressero verso l’entroterra, non rendendosi conto che il loro bersaglio era proprio sopra di loro, che camminava silenziosamente sull’aria con un sorriso dispettoso sul volto.
Dopo qualche centinaio di metri il gruppo di venti persone, trovo la casa di Jack Frost e si mise dietro un cumulo di neve per nascondersi, credendolo in casa e per formulare un piano d'azione, il più impulsivo di loro chiese: “Che cosa aspettiamo? Lui è lì ammazziamolo.”
Voleva dirigersi armato di spada e torcia verso la casa di ghiaccio, ma quello che doveva essere il leader lo blocco con il braccio e gli disse: “Fermo, non stiamo avendo a che fare con un semplice mostro, quello è Jack Frost un essere che controlla neve e ghiaccio.”
Un altro dal volto già molto più spaventato si avvicinò a loro per unirsi alla conversazione dicendo: “Dicono che gli intrusi li trasformi in statue di ghiaccio.”
“In realtà faccio molto di peggio “disse Jack Frost che era sceso a terra proprio dietro di loro, la compagnia di uomini se prima era piena di coraggio, all’improvviso erano divennero pieni di paura, vedendo l’antico spirito dell’inverno davanti a loro cominciarono ad arretrare come farebbero dei bambini davanti a un mostro, mentre Jack si avvicinava a loro sbattendo il puntale del bastone per terra ad ogni passo e continuando a parlare.
“Vedete io dopo avervi fatto diventare stato di ghiaccio, vi stacco dita dei piedi e delle mani, vi scavo dentro lo stomaco e raccolgo le vostre viscere, per creare con esse e le dita addobbi di natale” Jack doveva ammettere che si stava divertendo un sacco a vedere questi poveretti spaventarsi alle sue fandonie, tanto che mentre le diceva sorrideva, ma questo sembrava accrescere il loro terrore verso di lui credendolo un segno di sadismo.
Uno di loro forse più coraggioso o semplicemente terribilmente terrorizzato comincio ad agitare la torcia davanti al volto di Jack intimandoli di stare indietro, ma Jack completamente impassibile allungo la mano che non teneva il bastone verso la fiamma e la tocco con un dito e la fiamma si spense completamente davanti ai loro occhi.
Gli uomini smisero di indietreggiare, stringevano le loro armi tra i loro pugni, ma non sembravano volerle usare tanto erano disperati, Jack dopo un ultimo beffardo sorriso, sbatte con violenza il puntale al suolo e intorno a loro si genero una violenta tempesta di neve che quasi copriva le urla di quei poveri uomini.
Dopo venti secondi, da come era arrivata quella tempesta di neve e nevischio svani, Jack era rimasto lo stesso di sempre, mentre la truppa di poveri scalmanati era piena fino all’orlo di neve e nevischio che gli coprivano le vesti e la faccia, cosi tanto che in mezzo a tutta quella neve quasi non si intravedevano i loro occhi.
Jack disse a bassa voce, come se stesse per rivelare loro più desiderato dei segreti: “Questa è la parte in cui scappate.”
Non se lo fecero ripetere due volte, gli uomini superarono Jack girandoli intorno e corsero verso la nave che avevano usato per arrivare al polo, come lepri inseguiti dai cani, mentre Jack osservava l’intera scena ridendo come un pazzo.
Quando vide finalmente la nave levare l’ancora e invertire la rotta, fece dalla riva su cui erano attraccati un infantile danza della vittoria, per poi urlare ad alta voce: “ALLA LARGA!”
Ritornando verso casa camminando, il suo piede destro calpesto un foglio di carta, Jack lo raccolse intuendo che dovesse essere qualcosa che era caduto da uno di quelli idioti e lo lesse: “Ricompensa 10000 corone d’oro per la morte di Jack Frost.”
Jack a leggere il suo manifesto da ricercato disse ridendo: “Soltanto 10000 corone? Mi sento leggermente insultato, ma credo che ormai non si impegnino più.”
Si stava dirigendo verso casa per appendere la taglia insieme alle altre che aveva accumulato nel corso del millennio, da altri idioti che avevano provato a ucciderlo, ma si accorse che in realtà stava tenendo in mano due fogli, uno sopra l’altro e guardo ciò che c’era scritto nel secondo: “Ricercate creature delle favole: per ricompensa affidarsi all’ ufficio di gendarmeria dei soldati del Duca di Weselton.”
Jack conosceva il Ducato di Weselton, l’ultima volta che aveva portato la neve li era un piccolo ducato in rapida espansione commerciale e militare, ma Jack di queste cose politiche e territoriali si preoccupava poco, aveva visto letteralmente imperi nascere e crollare, gli interessavano cose più divertenti.
Comunque, il Ducato di Weselton non era lontano era il luogo più vicino al polo sud, così tanto vicino che Jack creava un immenso ponte di ghiaccio sull’acqua per andarci passeggiando, in fondo erano poco meno di cinquanta chilometri di camminata.
La mattina dopo Jack sarebbe andato a controllare per ora si sarebbe goduta una lunga notte di sonno ristoratore.
   
 
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