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Autore: fefi97    30/10/2022    4 recensioni
[britin; post 5x13; sono sposati e hanno un figlio perché l'ho deciso io]
A volte non è facile prendersi cura di Justin. Per fortuna, non è più una cosa che Brian dovrebbe essere costretto a fare da solo.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TAKING CARE OF YOU

 

 

 

-Raggi di sole, sono a casa!-

Quando non riceve risposta, Brian sospira, ma non è particolarmente sorpreso.

Justin e Jamie sono le due persone più perse nel loro mondo che conosca. Brian immagina che debba ritenersi fortunato a poter fare brevi incursioni di tanto in tanto, venendo accolto da occhi azzurri accecanti e da sorrisi identici.

Come volevasi dimostrare, li trova seduti sul tappeto del salotto, chini sul tavolino di vetro che Brian ha pagato una fortuna, fogli da disegno e matite sparsi dappertutto.

Brian fa una smorfia mentre getta la propria borsa e la giacca sul divano.

-Spero per voi di non trovare nemmeno una riga sul vetro, dopo.

Entrambi sobbalzano, presi di sorpresa, e Brian sorride un po'. Una parte di lui si chiede preoccupata cosa succederebbe se degli assassini piombassero in casa mentre lui non c'è.

Jamie si riprende per primo, scoppiando in un sorriso contagioso e balzando in piedi.

-Papà! -

Brian solleva un angolo delle labbra, mentre si piega per prendere al volo il bambino, sollevandolo tra le sue braccia.

Guarda Justin da sopra i capelli spettinati di Jamie e inarca un sopracciglio.

-Spero che non ti offenderai se non sollevo anche te.

Justin rotea gli occhi, un sorriso affettuoso che gli piega le labbra, a dispetto degli occhi che brillano minacciosi.

-Non te lo chiederei mai, Kinney. Ho pietà per la tua schiena, con gli anni che passano.

Brian gli getta un'occhiataccia, ma la replica velenosa gli muore sulle labbra quando Jamie gli posa le piccole mani sulle guance, reclamando la sua attenzione.

-Papà, papà, vieni a vedere i nostri disegni! -

Brian gli bacia la guancia e obbedisce, avvicinandosi con il figlio ancora tra le braccia a Justin. Si lascia cadere con cautela accanto al marito, ignorando lo sguardo consapevole dello stronzetto biondo. Morirà prima di ammettere che la schiena gli fa male come un cagna. Piega le gambe in modo che Jamie possa sedersi comodamente in mezzo, la schiena contro il suo petto. Avvolge un braccio intorno al figlio e passa l'altro sulle spalle di Justin tirandolo contro di sé per un bacio umido e intimo.

-Ciao, vecchio – sussurra Justin e ridacchia quando Brian gli morde il labbro inferiore.

Si stacca con un grugnito quando Jamie gli tira con prepotenza il braccio.

-Papà, guarda i miei disegni!

Con un sospiro, Brian obbedisce, appoggiando il mento sui capelli castani di Jamie mentre osserva pigramente i fogli sparsi sul tavolino. Gli basta un'occhiata per capire che la maggior parte del lavoro è stata fatta da Justin. Solleva il disegno di un supereroe che gli assomiglia in modo molto sospetto, un sopracciglio inarcato.

-Bello, Jamie-boy. Hai fatto tutto da solo?

-Papà ha aiutato. Un pochino – sorvola con leggerezza Jamie e sia Brian che Justin ridono un po'.

-Jamie aveva molte richieste oggi – dice Justin, rivolgendo al figlio uno sguardo di pura adorazione che Brian conosce bene e che prima era riservato soltanto a lui – Stavo appunto finendo questo – aggiunge, punzecchiando con la matita che tiene in mano il disegno finito a metà di un drago.

Brian non può fare a meno di corrugare la fronte, mentre getta uno sguardo alla mano destra di Justin.

-Mh. E da quanto tempo state disegnando?

-Da tutto il giorno! - esclama Jamie, la cui concentrazione è del tutto rivolta ai disegni e non al modo in cui i suoi genitori si guardano alla sue spalle.

-Esagera. Un paio d'ore al massimo – dice poi Justin, stringendosi nelle spalle con noncuranza, e Brian vorrebbe picchiarlo.

-Beh, forse dovreste prendervi una pausa – dice, cercando di mantenere un tono disinvolto. Si china su Jamie, baciandogli una tempia – Che ne dici, Jamie – boy? Non hai fame?

Il bambino però si divincola, finché Brian non lo lascia andare e può arrampicarsi in grembo a Justin.

-Prima voglio che papà finisca il drago.

Brian stringe le labbra.

-Può finirlo domani, Jamie.

-Ma io lo voglio ora! - strilla Jamie e Brian è a un passo dal perdere la pazienza, quando incrocia lo sguardo insolitamente duro di Justin.

-Brian, va bene – interviene Justin, con un tono strano, quasi risoluto – Glielo avevo promesso.

-Justin – comincia Brian, con tono basso e serio, lanciando un altro sguardo alla mano di Justin, contratta in maniera quasi spasmodica intorno alla matita da disegno.

-Smettila di fissarla, cazzo! - sbotta Justin, prendendo di sorpresa sia Brian che Jamie. Justin sbatte le palpebre, sembrando stupito del suo stesso scatto e, con uno sforzo quasi doloroso da guardare, rilassa la sua espressione in un sorriso, mentre china la testa per incrociare gli occhi con quelli timorosi di Jamie.

-Scusa, amore – sussurra, baciandogli la fronte e ottenendo come immediato effetto Jamie di nuovo rilassato contro il suo petto – Finiamo il drago, okay?

-Okay – mormora Jamie, anche se sembra meno entusiasta e lancia un'occhiata di sottecchi a Brian, come ad attendere la sua approvazione.

Brian, però, si limita a stringere le labbra e ad alzarsi in piedi. Osserva per qualche secondo la testa bionda di Justin, che però non si solleva, china sul foglio da disegno, l'espressione assorta e concentrata che ha sempre quando disegna.

-Ordino la cena – dice con voce aspra.

Justin non risponde, non alza nemmeno la testa, e Brian si allontana a grandi passi verso la cucina, sbattendo la porta dietro di sé.

 

 

La cena trascorre tesa e silenziosa e Brian odia ogni dannato minuto. Non è più abituato a questa merda rancorosa, non da quando è riuscito a scappare dai suoi, non da quando ha Justin nella sua vita. Tuttavia, sa di non essere nel torto questa volta ed è abbastanza orgoglioso per non cedere e parlare per primo. Così stanno solo in silenzio, il blando chiacchiericcio di Jamie l'unico rumore a parte quello delle posate che scontrano i piatti.

Alla fine, è Justin a parlare per primo, e non nel modo che Brian avrebbe sperato. Alza gli occhi al rumore del bicchiere che si frantuma per terra, giusto in tempo per vedere Justin che si regge la mano destra, un'espressione addolorata sul viso.

-Cazzo!

Brian è in piedi in un secondo, ignorando il grido di Jamie per inginocchiarsi accanto a Justin, attento a evitare i pezzi di vetro.

-Fa vedere – mormora, già allungando la mano verso Justin.

-Non è niente, ho appena perso la presa – sminuisce Justin, ma gli basta uno sguardo a Brian per cedere con una smorfia e permettergli di toccarlo.

Immediatamente, Brian comincia a massaggiare la mano tremante, dando la medesima attenzione a tutte le dita. È talmente concentrato che si rende a malapena conto che Jamie è sceso dalla sua sedia e gravita dall'altro lato di Justin, appendendosi ai suoi pantaloni.

-Papà, cos'hai?

Quando Justin non risponde, Brian alza gli occhi sul marito e morde un'imprecazione.

Justin si sta coprendo il viso con la mano sana e non ci vuole un genio a capire perché lo stia facendo. Il suo corpo trema come la sua mano destra, scosso da singhiozzi silenziosi.

Brian si costringe a riportare lo sguardo su Jamie, che continua ad appendersi disperato a Justin, lottando per avere quell'attenzione che di solito sono entrambi così pronti e propensi a concedergli.

-Jamie-boy – sussurra, con il tono più dolce che riesce a racimolare, attirando gli occhi azzurri del figlio nei suoi – Papà non si sente bene. Perché non vai di là a vedere i cartoni? Ti raggiungo subito.

Jamie sembra voler protestare per un attimo, ma dopo aver lanciato un ultimo sguardo esitante alla figura tremante di Justin, annuisce e corre via.

Una volta rimasti soli, Brian riprende a massaggiare la mano di Justin, ma questa volta se la porta alla bocca, baciando teneramente ogni dito e poi il palmo contratto.

-Scommetto che adesso non pensi più che disegnare tutto il giorno sia stata una buona idea – dice, mantenendo il suo tono abbastanza morbido da sembrare più una presa in giro che un rimprovero.

Justin infatti ride un po', un suono intriso di pianto che Brian odia con tutto il cuore.

Quando ritiene che la mano di Justin sia sufficientemente migliorata, Brian la lascia andare e sposta la sedia del marito finché non è esattamente di fronte a lui. Gli mette le mani sulle ginocchia e si solleva finché il suo viso non è a pochi centimetri da quello di Justin, ancora coperto.

Con delicatezza, afferra il polso di Justin e lo costringe ad abbassare il braccio. Lo sguardo di Justin fugge il suo e Brian non dice niente mentre passa le dita sulle guance dell'altro, portandosi dietro calde lacrime.

-Volevo solo renderlo felice. Volevo solo passare la giornata a fare quello che amo con mio figlio – sussurra Justin dopo un po', sempre senza guardarlo.

Brian mormora in accordo, sporgendosi per baciargli con tenerezza lo spazio tra le sopracciglia.

-Lo so. So che volevi questo.

Justin emette una risata strozzata.

-Avanti. Puoi dirmi “te lo avevo detto”. So che non vedi l'ora.

Brian sorride un po', scostandosi dal marito ma rimanendo vicino.

-Beh, tecnicamente non ti ho mai detto di non fare la testa di cazzo e di non disegnare fino a farti venire i crampi alla mano e rompere un bicchiere a tavola, quindi...

Justin ride di nuovo, un suono più limpido e meno sofferto questa volta. Il cuore di Brian si riempie di patetico sollievo quando finalmente Justin lo guarda. È arruffato e scarmigliato, le sue guance sono rosse e i suoi occhi gonfi e Brian vuole solo tornare indietro nel tempo e spaccare la testa di Chris Hobbs con quella dannata mazza da baseball.

-Non volevo spaventare Jamie.

Brian sospira, le dita che sfiorano con dolcezza la guancia umida di Justin.

-È un bambino forte. Sono sicuro che si è già ripreso.

Justin scuote la testa, i suoi occhi si fanno dolci in modo quasi opprimente, in quel modo che fa sentire Brian vulnerabile anche dopo tutti quegli anni.

-Non volevo spaventare te.

Brian fa un suono sprezzante e distoglie un po' lo sguardo mentre si morde il labbro, ma non nega che Justin gli ha fatto venire una paura fottuta solo pochi secondi fa. Come potrebbe farlo, quando Justin è sempre stato in grado di leggergli l'anima con quei fottuti occhi azzurri?

Torna a guardare Justin quando sente il tocco incerto delle sue dita, le dita della mano sana, sulla sua tempia. Justin gli sta sorridendo e sarebbe abbastanza convincente, se Brian non lo conoscesse così bene da sondare la profonda tristezza dietro quel sorriso.

-Penso che andrò a sdraiarmi. Ci pensi tu a Jamie?

Brian lo fissa per un po', ogni osso del suo corpo fa male al pensiero di lasciare che Justin si allontani da lui, ma cerca di contenere quella ridicola sensazione che gli possa succedere qualcosa di brutto se non rimane ogni istante sotto gli occhi di Brian. Sono a casa loro, Justin è al sicuro, niente di brutto gli può succedere, non più.

È solo una mano che fa i capricci, tutto qui.

Eppure.

Stringe le ginocchia di Justin, cercando di trasmettergli con lo sguardo tutto quello che a volte non riesce ancora a dirgli, almeno non sempre.

-Ti raggiungo, okay?

Justin sorride e annuisce, stringe brevemente le mani di Brian prima di alzarsi in piedi e uscire dalla cucina.

Brian rimane inginocchiato sul pavimento ancora qualche istante, poi si alza anche lui in piedi. Pulisce la cucina, raccoglie i cocci e mette via gli avanzi nei piatti; dubita che sia rimasto un po' di appetito a qualcuno dei tre. Dopo, si dirige in salotto.

Trova Jamie rannicchiato sul divano, le ginocchia a bocconi e gli occhi fissi sulla tv, ma Brian dubita che la stia guardando davvero.

Senza una parola, Brian si siede accanto a lui e lo trascina al suo fianco, stringendolo forte. Jamie ricambia senza esitazione l'abbraccio, affondando il viso contro la camicia di Brian. Sente il tessuto inumidirsi leggermente e Brian prova ancora quella rabbia sorda che ha provato prima, quando ha visto Justin piangere. Se ci sono due persone che non meritano mai di essere tristi, quelle per Brian sono Justin e Jamie, senza ombra di dubbio.

-Papà sta male? - mormora Jamie, le parole soffocate contro il petto di Brian.

Brian gli accarezza piano i capelli, soppesando bene le parole prima di parlare.

-Starà meglio domani.

Sente Jamie annuire piano contro di lui, poi il bambino si allontana un po', quanto basta a Brian per vedere il suo viso arrossato dal pianto, ma non abbastanza per rompere il loro abbraccio.

-È arrabbiato con me?

Brian corruga le sopracciglia, strofinando con energia la guancia bagnata di Jamie.

-Certo che no. Perché pensi questo?

Jamie si stringe nelle spalle, abbassa un po' lo sguardo.

-Non mi ha neanche guardato prima. E sembrava tanto arrabbiato.

Brian sospira, chiudendo per un istante gli occhi. Quando li riapre, afferra con delicatezza il mento del figlio, legando i loro sguardi.

-Se ti dicessi che papà era arrabbiato con se stesso, mi capiresti?

Come si aspettava, Jamie contrae la fronte, confuso.

-Questo non ha senso.

Brian fa un mezzo sorriso, rilasciando la presa sul figlio adesso che sa che non abbasserà più lo sguardo.

-Sei troppo piccolo per capirlo e, sinceramente, una parte di me spera davvero che tu non arrivi mai a comprenderlo. Ma a volte le persone sono tristi e basta e tu non c'entri niente.

Jamie sembra orripilato e Brian deve mordersi il labbro per non ridere.

-Ma io non voglio che papà sia triste!

-Lo so, Jamie-boy. Nemmeno io lo voglio.

Adesso Jamie lo fissa con impazienza e Brian riconosce così tanto di Justin in lui che si innamora ancora un po' di entrambi.

-Ci deve essere qualcosa che possiamo fare per papà, per non renderlo più triste!

Brian ci pensa qualche istante, gli occhi fissi in quelli decisi del figlio.

-Papà diventa triste quando gli fa male la mano – sussurra poi, sondando con attenzione la reazione del figlio.

Jamie sembra un po' confuso e Brian sospira, passandogli una mano tra i capelli.

-A volte...quando disegna tanto...la mano gli fa male. E lui diventa triste. Capisci?

Jamie soppesa per un po' le sue parole, poi il suo labbro trema, i suoi occhi si inumidiscono di nuovo e Brian si prenderebbe a calci.

-È stata colpa mia, allora? Perché ho fatto fare a papà tutti quei disegni?

Brian scuote con decisione la testa, senza smettere di accarezzare i capelli del bambino.

-No. Assolutamente no. Papà è felice quando può disegnare con te. Non c'è cosa che lo renda più felice. Ma se lo fa per troppo tempo, la sua mano comincerà a fare male.

Jamie non sembra più sull'orlo delle lacrime, ma sembra ancora troppo infelice per i gusti di Brian.

-Ma perché non me lo ha detto? Gli avrei detto di smetterla, se l'avessi saputo – protesta, imbronciato.

Brian sorride, comprensivo.

-Lo so. So che l'avresti fatto e lo sa anche papà. Ma non voleva che ti preoccupassi per lui.

-Perché no? - obietta Jamie, sempre più esasperato – Papà si preoccupa sempre per me e per te, per nonna Debbie, per Gus, per nonna Jen e per zia Molly. Si prende sempre cura di tutti, perché non dovremmo prenderci cura di lui?

Brian si piega sul figlio, uno sguardo serissimo sul volto.

-Se ti svelo un segreto, giuri che non lo dici a papà?

Jamie scuote in silenzio la testa in segno di assenso, in trepidante attesa.

-Papà è bravo a prendersi cura delle persone, ma fa un po' schifo quando deve prendersi cura di sé. È per questo, però, che ha me e te, per prenderci cura di lui anche quando non vuole.

Jamie ci riflette un po', pensieroso.

-E come lo facciamo?

-Papà come si prende cura di te quando sei triste?

Jamie si morde il labbro, pensandoci su.

-Mi abbraccia. Mi bacia a volte. Sta con me, soprattutto.

Brian annuisce.

-È quello che faccio anche io con lui. E, anche quando dice di stare bene e di non aver bisogno di aiuto, gli prendo la mano e gliela massaggio finché non sta di nuovo bene. Così ci prendiamo cura di lui, anche quando non pensa di averne bisogno.

-Allora possiamo andare da papà adesso? - chiede Jamie, impaziente, ma Brian scuote la testa con un piccolo sorriso.

-Adesso è stanco, sta dormendo. Domani, domani ci prenderemo cura di lui, d'accordo?

Per un attimo Jamie sembra voler protestare, ma poi annuisce con riluttanza.

-Papà? - dice poi, quasi ripensandoci.

-Sì?

Jamie lo guarda con serietà, sporgendosi per toccargli una guancia con la piccola mano.

-Mi prendo cura anche di te, tranquillo.

Brian lo fissa per parecchi istanti, in silenzio, poi lo tira a sé e lo stringe talmente forte che dopo un po' Jamie protesta e si divincola ridendo, ma anche allora Brian non lo lascia andare.

Poi, resta con Jamie a guardare uno stupido cartone animato finché il bambino non gli sbava sulla camicia e Brian è costretto a portarlo a letto in braccio. Gli rimbocca le coperte e gli bacia la fronte, poi va nella camera che divide con Justin.

Si spoglia al buio, tenendo gli occhi sulla forma addormentata del marito, rannicchiata sotto le coperte. Brian è attento a non scoprirlo troppo quando si infila a letto con lui. Justin fa un suono sommesso quando Brian lo abbraccia da dietro, ma non si sveglia.

Brian fissa per un po' il retro della sua testa, poi appoggia la fronte contro la sua nuca e chiude gli occhi.

 

 

 

Brian si sveglia alla sensazione di dita gentili che gli pettinano i capelli. Non sa se è la mano ferita, non apre nemmeno gli occhi, si limita ad afferrarla con un grugnito assonnato e a portarsela alle labbra. Sente Justin ridere piano, accanto a lui.

-Non riesco a capire se sei premuroso o vuoi soltanto essere lasciato in pace mentre dormi.

Brian fa un pigro sorriso, gli occhi sempre chiusi.

-Perché non possono essere vere entrambe le cose?

La mano libera di Justin gli accarezza con affetto un braccio e a quel punto Brian deve chiedere.

-Come ti senti? La mano?

-Molto meglio. Se le dai un altro bacino, forse guarirà del tutto – risponde Justin, allegro e scanzonato.

È talmente un sollievo sentirlo sereno, che Brian fa proprio quello che ha chiesto, lasciando un bacio sul palmo della mano di Justin che trattiene nella sua.

Justin questa volta non ride, Brian sente i suoi occhi azzurri bruciargli addosso.

-Ti amo.

Brian apre gli occhi a quel punto, ma non fa in tempo a dire niente che sente l'inconfondibile suono di piedini nudi lungo il corridoio. Con un sospiro quieto, lascia andare la mano di Justin e si allontana un po' da lui quel tanto che basta per permettere a Jamie di saltare in mezzo a loro.

Non appena è sul letto, Justin lo afferra per le ascelle e se lo porta in grembo, riempiendogli il viso di baci e facendolo ridere. Brian si solleva su un gomito, limitandosi a guardarli in silenzio, un piccolo sorriso che gli tira le labbra.

-Stai meglio, papà? - chiede poi Jamie, posando una mano sulla guancia di Justin proprio come aveva fatto con Brian la sera prima.

Justin sorride e gira la testa per baciare il palmo del figlio.

-Sto benissimo. Possiamo finire quel disegno del drago oggi, se ti va.

Brian si irrigidisce un po', ma cerca di non darlo a vedere, mantenendo un'espressione indifferente.

Va tutto bene, cerca di dirsi.

Ha detto che sta meglio, la sua mano non trema nemmeno più. Non è uno stupido, non lo proporrebbe se non si sentisse all'altezza.

-Nah – dice però Jamie e a Brian sembra di riprendere a respirare. Alza lo sguardo e vede che Jamie gli sta sorridendo e Brian non ha mai amato suo figlio tanto come in quel momento.

-Oggi ho voglia di vedere un film. E tu, papà?

Brian sorride, allungando una mano per scompigliare i capelli del bambino.

-Suona bene, Jamie-boy.

Justin fa passare lo sguardo tra il figlio e Brian per qualche istante, poi anche lui sorride.

-Beh, perché no? Niente di meglio di una pigra domenica passata sul divano.

-Vado a scegliere il film! - esclama Jamie, già arrampicandosi fuori dalle braccia di Justin e giù dal letto.

-Prima la colazione! - gli urla dietro Justin, ma il figlio è già corso via.

Per qualche strano motivo, Brian non riesce a guardare Justin negli occhi, ora che sono rimasti soli.

-Bene – dice dopo un po' Justin e Brian finalmente può guardarlo, perché Justin non sembra arrabbiato o infastidito, solo divertito e, Dio, pieno di patetici sentimenti, come sempre quando si tratta di lui e Jamie.

-Mio figlio di sei anni pensa di doversi prendere cura di me, non è meraviglioso?

Brian arriccia un angolo della bocca, stringendosi nelle spalle.

-Qualcuno deve farlo, no?

Gli occhi di Justin brillano, mentre si sporge verso Brian.

-Sì. Mi chiedo chi glielo abbia insegnato.

Brian arriccia una mano dietro la testa del marito, trascinandolo avanti per un bacio.

-Mi ami proprio tanto, eh? - sussurra Justin, sulle sue labbra, un sorriso dispettoso che gli illumina il volto facendolo assomigliare in maniera quasi dolorosa a un vero fottuto raggio di sole – Un tempo avremmo passato la domenica a scopare e ora eccoti a fare combutta con nostro figlio per assicurarti che stia bene. Sei totalmente innamorato di noi.

-Mio malgrado – mormora Brian e soffoca la risata di Justin con un altro bacio.

Per il resto della giornata, tiene ancora d'occhio la mano di Justin, cercando di non essere troppo palese, anche se il sorriso esasperato e innamorato che Justin gli rivolge da sopra la testa di Jamie dice tutto.

Ma va bene, pensa Brian, mentre passa un braccio intorno al marito e al figlio e si accinge a vedere l'ennesimo cartone animato ammazza neuroni.

Adesso sono in due a prendersi cura di Justin, va tutto bene.

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Solo una piccola sciocchezza fluff perché ne avevo bisogno e perché Brian Kinney è un sottone ed è canon amici.

Un bacio a tutti,

Fede <3

  
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