Anime & Manga > The Case Study of Vanitas
Segui la storia  |       
Autore: Europa91    30/10/2022    3 recensioni
Raccolta di storie per il #Writober 2022 indetto da fanwriter.it. Lista pumpNEON.
Dal capitolo uno:
“Ormai Noè non riusciva a discernere cosa fosse reale e cosa no. Erano troppi i pensieri che affollavano il suo animo, un nome su tutti, Vanitas. Chiuse gli occhi, rivedendo se stesso arrivare tardi, mentre la mano del ragazzo lentamente scivolava via dalla sua. Il vampiro sentiva l’impellente necessità di mettere nero su bianco quei momenti, non poteva permettersi di dimenticare. Non voleva farlo. Era un lusso che sapeva di non potersi concedere"
Credendo di aver perso per sempre Vanitas, Noè ripercorre gli eventi del proprio passato. Nulla però è come sembra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dominique de Sade, Louis de Sade, Noé Archiviste, Nuovo personaggio, Vanitas
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Mémoires Inconnues '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

30 - What did I do last night?



Solo quando i primi raggi di sole lo raggiunsero Noè si decise ad aprire gli occhi. Ci mise forse qualche minuto di troppo per mettere a fuoco la situazione. Si trovava disteso sul pavimento di un edificio abbandonato. Ripensò alla notte precedente, a Louis. Arrossì di colpo sentendo uno strano calore avvolgerlo all’altezza del petto. Era forse stato tutto un sogno, frutto della sua mente? Osservò il mantello appoggiato sul proprio grembo. No, non poteva esserlo. Si passò una mano sul volto. Sentiva delle fitte lancinanti alla testa, simili a quelle che provava ad ogni incontro con Charlatan. In quel momento Murr fece la propria comparsa facendogli prendere un colpo.

“Ecco dov'eri finito. Su torniamo a casa” disse prima di chinarsi per raccogliere il proprio gatto. Osservò nuovamente l’indumento abbandonato a terra, era l’unica prova che Louis fosse stato lì, che quella notte era stata in qualche modo reale e non l’ennesimo gioco della propria mente.

“Sai Murr, è tutto così assurdo. Ho incontrato Louis. Era vivo, era tornato da me” ammise accarezzandogli il pelo mentre passeggiava tra i vicoli di una capitale ancora deserta.

“Mi ha raccontato di aver finto la propria morte ma nonostante questo non possiamo ancora stare insieme” concluse pensieroso sedendosi su di una panchina di Place de Vosges. In risposta ricevette un miagolio.

Fu in quel momento che la sua mente tornò a Vanitas. Avevano litigato, lui era uscito nel cuore della notte a causa di quello. Doveva trovarlo, chiarire.

Ci mise quasi un'ora per fare ritorno. Noè non credeva di essersi allontanato tanto o forse aveva finito con lo sbagliare direzione più di una volta. Fu sorpreso di trovare il possessore del libro nella propria stanza, intento a consumare la colazione. Era un fatto insolito, ma preferì non indagare.

“Buongiorno” furono le sole parole che gli rivolse, alzando di poco lo sguardo dal proprio piatto. 

"Buongiorno? Hai solo questo da dire Vanitas?”

“Non capisco a cosa tu ti stia riferendo”

“Ieri notte. Te ne sei andato”

“Avevo bisogno di starmene un pò da solo per riflettere” 

“Sei stato da Jeanne?” Non sapeva nemmeno lui del perchè, ma il solo pensare ad una simile eventualità gli provocava spiacevoli fitte all’altezza dello stomaco. Il possessore del Libro lo guardò confuso.

Non. Sono tornato dopo mezz’ora ma tu non c’eri. Figurati se mi mettevo a cercare quella donna” ammise quasi con ribrezzo, sentendo il proprio volto andare in fiamme al ricordo di quanto accaduto nel Gévaudan. 

“A proposito, Noè dove sei stato?” chiese dopo aver addentato una fetta di torta, tentando di cambiare argomento. Il vampiro si irrigidì, sentendosi sotto accusa,

“Sono uscito a cercarti, poi Murr è scappato e mi sono perso” ammise. Vanitas assunse un’espressione sospettosa;

“Cosa mi stai nascondendo?” c’era qualcosa che non gli tornava, il vampiro sembrava preoccupato, in più continuava a fare il possibile per evitare di incrociare il suo sguardo

“Credo di aver visto Louis” la forchetta tra le mani dell'uomo cadde a terra. 

Quel Louis?” domandò solo per esserne sicuro

“Ne conosci forse degli altri?” rispose il vampiro sedendosi sul proprio letto e afferrando uno dei cuscini. Vanitas gli si avvicinò,

“Cosa è successo?” 

“È tutto così confuso. Ogni volta che tento di ricordare sento la testa scoppiare” mormorò affondando il volto tra i cuscini

“Controllo mentale”

“Eh?”

“Me ne parlò Luna. Alcuni vampiri posseggono questa capacità, possono manipolare la mente e riscrivere i ricordi delle loro vittime. Molti in passato sono stati indotti alla pazzia da un’abilità simile”

“Quindi secondo te qualcuno ha giocato con la mia mente?”

“Non qualcuno, ma Louis”

“Vanitas per favore, smettila” l’uomo incrociò le braccia al petto offeso,

Io dovrei smetterla? Quel tizio ti ha mentito, ha finto la propria morte, si è preso gioco di te, facendoti soffrire per anni e ora sono io, quello che dovrebbe smetterla?!” Noè era senza parole. Non si aspettava una reazione simile da parte di Vanitas, e non capiva davvero perché fosse così arrabbiato. 

“Non posso credere che Louis lo abbia fatto. Non voglio crederlo” Saperlo vivo era sempre stato il suo desiderio più grande. Perchè Vanitas non lo capiva?

“Sei davvero uno stupido”

"Perché arrivare a tanto?” chiese tra i singhiozzi. Non era riuscito a trattenersi. La gioia per un possibile ritorno di Louis aveva inevitabilmente portato con sé altri sentimenti. La reazione di Vanitas però lo aveva solo posto di fronte all’amara verità.

Louis gli aveva mentito. Tornò ad affondare il volto tra i cuscini. 

Ti amo così tanto Noè che fa male

Continuava a pensare alla notte precedente. I ricordi erano confusi ma poteva ancora avvertire il calore di quel corpo stretto contro il proprio. Ogni bacio, sospiro, uscito da quelle labbra. La vera domanda era solo una: cosa provava davvero nei confronti di Louis? 

C’era stato un tempo in cui avrebbe risposto senza esitazione. Era la persona per lui più importante. Il suo migliore amico. 

Di colpo gli tornarono alla mente i ricordi di quell’altra notte, quella che aveva scoperto essere solo un brutto sogno. Il fiato caldo di Louis contro la propria gola, mentre lo supplicava di porre fine alle proprie sofferenze. Era stata davvero un’illusione? Non poteva saperlo. Le immagini di un Louis adolescente si sovrapposero a quelle del giovane che aveva rivisto.

"Perché Louis?” si addormentò piangendo non ricevendo alcuna risposta.

«Che cos’è l’amore?»

 

***


Vanitas aveva preferito congedarsi lasciando al vampiro del tempo per riposare. Come sempre, quando Louis De Sade faceva la propria comparsa, l’ultimo degli Archiviste sprofondava nella più cupa disperazione.

In realtà, Vanitas non sapeva nemmeno perché tutta quella situazione gli avesse dato tanto fastidio. Era il primo a pensare di come Noè fosse un sempliciotto, un ingenuo facile da abbindolare, ma l’idea che qualcuno avesse giocato con la sua mente gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Tutt'al più che non si trattava di uno sconosciuto ma di quel Louis.

Per l’ennesima volta, il fantasma del giovane De Sade tornava ad intromettersi nelle loro vite. Vanitas giurò a sé stesso che non lo avrebbe mai perdonato per aver giocato in quel modo con i sentimenti dell’amico. In qualche modo gliel’avrebbe fatta pagare.

Dopo aver lasciato Noè si diresse a passo deciso da Orlok.

“Devo condurmi ad Altus, oppure organizzatemi subito un incontro con Dominique De Sade” esordi con fare prezzante.

Come prevedibile venne sbattuto immediatamente fuori dall’edificio.

Di fronte a quel rifiuto non gli rimaneva che una sola strada da percorrere. 

"Per questo Jeanne ho bisogno che tu mi organizzi un incontro con Dominique” sussurrò con fare suadente afferrandole entrambe le mani e ricevendo l’ennesima occhiataccia da parte di Luca, seguita dai suoi rimproveri. 

Vanitas aveva cercato altre soluzioni ma l’idea di ricorrere alla Burreau gli era parsa la sola praticabile. Per tutta la durata dell’incontro aveva combattuto contro l’imbarazzo che provava in sua presenza. Il ricordo di quanto accaduto nel Gévaudan era ancora impresso nella sua mente ma aveva altre priorità in quel momento. Era preoccupato per Noè. Non poteva farci nulla. Vederlo in quello stato lo aveva turbato più del previsto.

Se veramente Louis De Sade era vivo perché aveva mentito? Cosa voleva nascondere a Noè? Dominique era forse una sua complice?

Aveva bisogno di risposte.

 

***

 

“Si può sapere cosa vuoi?”

Jeanne era stata di parola. Dominique De Sade era nuovamente davanti a lui a spada sguainata. Vanitas la invitò a sedersi ma lei rifiutò, sprezzante.

“Non sono venuta fin qui per giocare ma solo perchè me lo ha chiesto una cara amica. Allora? È forse successo qualcosa a Noè?” Vanitas abbozzò un sorriso di scherno;

“Dimmelo tu. Per prima cosa desidererei sapere perché Louis ha finto la propria morte, e perché abbia deciso di mostrare la propria faccia in giro dopo tutto questo tempo” Dominique afferrò una delle sedie sentendosi mancare. Non vi era traccia di menzogna in quegli occhi blu. Si spostò una ciocca ribelle dietro l’orecchio cercando di rimanere il più possibile tranquilla, anche se lei stessa aveva temuto qualche colpo di testa da parte del gemello.

“Si sono incontrati?”Indagò. Vanitas annuì prima di aggiungere;

“Non conosco i dettagli ma Noè è tornato a casa sconvolto” Dominique abbassò lo sguardo

“Ho promesso a mio fratello che avrei mantenuto il suo segreto”

“Ormai sappiamo che è vivo. Voglio solo capire che altro ci sta nascondendo” Domi accettò la sconfitta. Noè stava soffrendo. Prese la propria decisione.

“Devi sapere che…”

 

***

 

-Presente-




“A cosa stai pensando zia Domi?” la vampira sorrise accarezzando i capelli del nipote così simili ai propri. Si ricordò della faccia sconvolta di Vanitas la prima volta che Noè gli aveva mostrato Edmond. Aveva scambiato il bambino per figlio loro, ma anche l’espressione assunta dall’umano una volta appresa la verità era stata impagabile.

“A tuo padre e a Vanitas” ammise cercando di pettinare quelle ciocche ribelli.

"Papà Noè è ancora tanto triste?” domandò con la solita innocenza che lo caratterizzava. Dominique si sforzò di sorridere. Era rimasta lei a vegliare il piccolo mentre l’ultimo degli Archiviste aveva continuato a scrivere le proprie memorie.

Noè era sempre più simile alla fiamma di una candela che si stava consumando davanti ai suoi occhi. 

Nelle ultime settimane si era sentita impotente. Non era stata in grado di fare nulla, se non fornire la propria casa e la sua vicinanza all’amico. Louis era morto, questa volta per davvero, e Noè, privato anche della presenza di Vanitas stava cadendo a pezzi. 

“Mi leggi una storia?” Edmond tornò a reclamare la sua attenzione mostrandole un libro alto quasi la metà di lui. In quel momento suo nipote era la copia carbone di Louis.

“Tuo padre leggeva spesso, vero?” chiese dolcemente afferrando il volume e invitando il piccolo a sedersi accanto a lei.

“A papa piaceva tanto leggere. Mi ha raccontato che quando era piccolo doveva rimanere nascosto perché nessuno doveva sapere della sua esistenza. I libri erano il suo modo per conoscere il mondo. Tu lo sai zia qual era il sogno di papa?” Domi scosse la testa. Non ne aveva idea. Erano anni che Louis non si confidava con lei.

“Viaggiare insieme a papà Noè” di fronte a quella risposta una lacrima silenziosa sfuggì al suo controllo rigandole la guancia. Avrebbe dovuto immaginarsi qualcosa di simile. Per suo fratello c’era sempre stata una sola persona. Era stato così fino all’arrivo di Edmond, ma anche allora il suo amore per l’Archiviste era solo che cresciuto.

“Louis ha sempre sognato di poter vivere a Parigi” la voce di Noè fece voltare entrambi. Edmond gli corse incontro, venendo subito preso in braccio.

Dominique si limitò ad osservare quella scena in silenzio. Ad un occhio esterno potevano sembrare una famigliola felice. Niente di più distante dalla realtà. 

“Hai finito di scrivere papà?” fu come sempre la voce squillante del nipote a catturare la sua attenzione. Osservò il sorriso apparso sul volto dell’Archiviste. Da quando Louis e Vanitas erano scomparsi, Noè sorrideva solo al figlio. Edmond era rimasto la sola luce della sua vita, il solo motivo per il quale era ancora in piedi.

“C’è così tanto da scrivere, non pretendo di finire in un paio di notti” il bambino non si accontentò di quella risposta;

“Ora dove sei con la storia?” il vampiro non smise un secondo di sorridere cullando quella creatura tanto simile al suo Louis.

“Alla notte in cui sei arrivato tu” ammise candidamente.

“Racconta”

“Ho incontrato Louis proprio a Parigi” iniziò con fare sognante, facendo sorridere anche Domi. Ricordavano entrambi quel periodo.

“Tuo padre era bellissimo, più di quanto potessi immaginare. A quel tempo non sapevo ancora di quanto avesse sofferto e di cosa avesse fatto per me. Ci siamo amati molto ma il mattino dopo, al mio risveglio, lui non c’era più”

“Ti sei sentito solo?”

“Si”

“Anche papa lo era”

“Lo so”

 

***


Louis si alzò a fatica dal proprio letto solo per raggiungere la culla accanto alla finestra. 

Aveva scelto lui di posizionarla in quell'angolo, in modo che il bambino potesse addormentarsi osservando la luce della luna. Si passò una mano sul ventre ormai prominente. Mancava sempre meno alla nascita del figlio e lui era terrorizzato che qualcosa potesse andare storto. Avrebbe partorito in casa, con una levatrice fidata scelta dalla sorella. 

Nell’ultimo mese si era trovato spesso ad immaginare una realtà diversa. Una dove aveva rivelato a Noè della gravidanza e del piano del Conte. Vedeva nella propria mente l’Archiviste montare quella culla e parlare alla sua pancia. Si immaginava le loro litigate mentre provavano a scegliere insieme un nome per la loro creatura. Si appoggiò al mobilio con fare stanco. Ultimamente anche stare in piedi gli costava fatica.

“Perdonami Edmond. Tu meriti di avere un padre ma non posso ancora rivelare a Noè della tua esistenza. Se mio nonno dovesse trovarti non me lo perdonerei mai. Vi proteggerò e un giorno potrete finalmente vivere sereni. Insieme”

Alzò il capo per osservare la luna fuori dalla finestra.

“Solo che io non farò parte di quel futuro” 

 

«Che cos’è l’amore?»

Quella volta sentii un tuffo al cuore, ma riuscii a capirne correttamente il significato solo molto tempo dopo…

 

Louis era di nuovo davanti a lui e teneva per mano un bambino che aveva il suo stesso identico sguardo;

“Noè, questo è tuo figlio, Edmond” 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > The Case Study of Vanitas / Vai alla pagina dell'autore: Europa91