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Autore: Elgas    30/10/2022    3 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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22. beLIEve



Le vecchie credenze potevano dissolversi come fumo, le nuove sedimentarsi come pietra.
Forse era stata la paura, forse la necessità, forse l’aura miracolosa e terribile degli ultimi
eventi; di fatto Melt, Mephisto, era stata accolto come un’eroe, il giusto che aveva svelato
la reale natura del messaggero, un diavolo travestito da angelo, e infine ucciso.
Grande era stata la gratitudine verso Tiz, Lucifer, per aver protetto centinaia di vite grazie
alla barriera, senza distinzione alcuna, e verso lui, Athec, là dove le arti magiche avevano
salvato molti nella Sala del Trono.
Un radioso equilibrio era sorto dalle ceneri della guerra, dagli imperscrutabili degli
Immortali. Kuzco e Pizzarro, dopo l’annuncio e la firma del trattato di pace, spronavano
gli uomini a ricostruire la città, i ponti e le strade oltre essa, dove la furia dello scontro
aveva squarciato montagne e foreste. Ci sarebbe voluto tempo affinché il cambiamento
fosse accolto da tutti, specie chi fra soldati e missionari spagnoli aveva smarrito la fede
nella Sacra Vergine. Smarrito… Luxu si sentiva esattamente così, nonostante i giorni
sereni, in lui continuavano ad aleggiare turbamento e dubbi silenti; incubi vuoti dove
il buio stesso pareva soffocarlo, sia di notte, sia quando fugacemente al riparo del giorno
guardava dentro di sé. L’Oscurità giaceva latente, un pesante mare di pece; No Name
era lì, baluardo di certezze spezzate.
Quel giorno si alzò presto, desideroso di assaporare l’alba. Vagò a lungo, lo sguardo perso
nella rinascita della Capitale. Di Iblis non era rimasta neppure l’ombra, ma Luxu ricordava
i fari di un’aeronave solcare il cielo giorni addietro, attraversando le stelle e scomparendo
fra esse. Cosa si fossero detti con Mephisto, ripensandoci non gli interessava. La faccenda
riguardante quel Mondo si risolta in modo semplice quanto inaspettato; per lui che tanto
si era impegnato per comprendere la natura del pericolo, quel prodigarsi somigliava ora a
un spreco. Eppure qualcosa era cambiato, giacché l’Oscurità aveva assunto nuova forma e
mai prima d’allora silenzio e attesa parevano così logoranti…

...quanto sfoderare No Name.

Fu un raggio di sole, l’inizio di una breve e lieta parentesi, appena il messaggero di Kuzco
giunse a richiamarlo a Palazzo. Quel giorno sarebbe stato l’ultimo, la recita si sarebbe
conclusa con l’addio ai Messaggeri di Inti. Tanto si festeggiò, fra ricche tavole ricolme
di ogni leccornia, da frutti esotici a zuppe e carni sapientemente preparate da Teti e Cazar,
testimonianza di quanto la cucina potesse unire; tanto si discusse dei futuri assesti fra i
due popoli, fra sorrisi e strette di mano; tante furono le risate, fra Anime e Cuori ora sereni,
quando infine l’astro volse al tramonto, tuffandosi fra i ripidi picchi delle montagne ferite.
Kuzco indossava un elegante tunica bianca, senza corona, le uniche cose in oro erano
bracciali e sandali laccati, segno distintivo dell’importanza del momento, momento che
gli annali avrebbero narrato nei secoli avvenire; Pizzarro sfoggiava una barba curata,
capelli ramati ordinati e tirati indietro, un’elegante farsetto nero, contornato da un lungo
mantello di seta azzurro, pantaloni e scarpe di cuoio. In testa alle rispettive delegazioni,
accompagnarono i Messaggeri al confine nord delle mura. Insieme s’inchinarono
ringraziandoli e augurandogli ogni fortuna nel Hanan Pacha, il Regno Celeste.
« Possiate ricongiungervi a Inti, che il Sole vi ricompensi per la vostra impresta. Tutto
questo non sarebbe stato possibile senza di voi. »
« In nome del mio popolo, di sua Maestà Isabella VI e della nostra Papessa Giovanna II,
vi ringrazio per aver rivelato la natura del maligno, per averci protetto nonostante fossimo
ancora nemici. Sul mio onore giuro che nessun sforzo sarà vanificato. »
A quelle parole Lucifer si fece nuovamente avanti.
« La volontà della pace risiedeva nel Cuore di entrambi. Ricordate queste parole e fatene
tesero nei secoli che verranno. »
Ma tutto già appariva fugace, inconsistente agli occhi di Luxu. Nella fragile realtà Oscurità
e dubbi ribollivano… Lucifer aveva detto di non aver paura, eppure… se solo avesse
guardato in basso, verso ciò che stava prendendo forma, parole che non aveva il coraggio
di guardare, di accettare….
In quel vuoto interiore non vide nulla, non sentì nulla, solo quando la Satariel apparve,
mutata, circondata da fitti alberi, stretta da nodose radici, un disco volante di una civiltà
antica e aliena, nel Cuore balenò il sollievo. Dietro il Mondo di Kuzco e Pizzarro era già
lontano.
« Vieni Luxu… »
Mephisto lo attendeva all’entrata, Lucifer era sparito nei meandri dell’aeronave, così da
attuare le manovre di partenza.
Mephisto… quel silenzio persistente… d’altro canto anche lui aveva la medesima colpa.
Eccoli... complici della rispettiva rovina. Il Demone ora appariva diverso e quelle parole
un’ordine a cui era impossibile sottrarsi. Gettarsi… non poteva far altro. Quante volte
l’aveva fatto? Quante per arrivare fin lì? Eppure ora ne ebbe paura ed essa continuò a
scuoterlo, sottile e viscida, a confonder angoli e corridoi, a renderli bui e claustrofobici,
infine persino la penombra si delineò accecante come luce. Lo ritrovò in piedi, la mano
tesa in lunghi viticci a formare una spada di carne, controllata e risvegliata nel Seior;
altro non potevano brandire gli Stregoni se non parti di loro stessi. Di spalle, la voce
giunse lontana e perentoria.
« Non l’estrai da un po’… per curare quegli uomini sarebbe tornata utile… »
E al tempo stesso decisa e vicina.
Erano lì come tante altre volte, nell’ampia e vuota sala circolare per allenarsi… eppure
tutto appariva diverso, tanto debole e fragile la sua voce.
« Lo so… ma ho preferito così. Inoltre… perché dovrei, se non strettamente necessario? »
« Ah… ricordo bene la tua gioia quando la ritrovasti, quando tornò da te… » [0]
In un battito di ciglia l’illusione si dissolse, rivelando un completo bianco, provvisto di
camicia e scarpe nere; la spada era ancora lì pronta a scattare.
« E ora ti metti a blaterare stronzate? Luxu… non sei diverso dagli altri, dopo averlo
incontrato… forse anche tu sarai chiamato a chiudere la Porta. Come farai? Come farai
se riesci nemmeno a guardarlo, il tuo Keyblade?! »
La lama tagliò l’aria, un filo, un spazio vuoto saettò improvviso alla sua destra.
Istintivamente si mosse e anche in lui illusione scemò, lasciando spazio a una veste simile
a quella dell’Organizzazione XIII… no… del Maestro… di…
Si mosse ancora, Mephisto con lui. Una danza d’amore, una danza finale. Sì… a ripesarci
ogni tassello, ogni singolo tassello si era intrecciato per giungere a quel preciso istante.
Passi vorticosi finché infine non incrociò lo sguardo dell’amato, occhi assaporati in notti
calde, in conforti e insegnamenti, e ora più che mai lontani. Così si fermarono, la spada
poggiata sopra la spalla, e nel calore indiretto delle carni del Demone, Luxu trovò la forza
di parlare.
« Mostrare No Name? Ah… ironico come tutto sia cambiato in così poco tempo, io…
che ho aspettato tremila anni. Tutto si mescola a te, a Lucifer… a dubbi amai rivelati…
dubbi a cui finora non sono riuscito a guardare… », e altre parole vennero fuori, necessarie,
roventi come tizzoni; Luxu chiuse gli occhi, l’Oscurità ribollì sotto di se, una putrida
palude colma di miasmi; il fetore lo attraversò, bruciò la gola, prese forma, « ah… forse
l’ho dato per scontato… portatemi da lui. Era il patto. Bastava, ma ora non più... non più.
Dimmi dove si trova, Mephisto. Dov’è il Maestro? Dov’è Sin? »

Ah… ecco perché il Cristallo ai Confini mi turbò a tal punto…
Avevano iniziato a strisciare…. nascosti nei recessi dell’Anima… antichi tasselli, dubbi…

I Døkkafirar possono uccidere i Fyrir?

« … se fosse troppo tardi, mio piccolo Luxu? »

No… sei vivo…
Altrimenti me l’avresti detto Mephisto. Non è così? [1]

Sentì… lacrime solcargli il viso come cicatrici; il respiro soffocante; il peso, il fardello
di No Name era lì, stretto nella realtà. Ecco… il Keyblade tanto desiderato, unico suo
ricordo, mutato nell’Oscurità, la sua Oscurità; le linee bianche erano sparite e l’Occhio
Osservatore risplendeva di cupi riflessi pece. Un’istante in cui le ombre corsero frenetiche
lungo il braccio…
« Luxu… »
L’illusione svanì e con essa il lampo di terrore.
Mephisto era lì, ad elevarsi con eleganza sopra di lui, a proteggerlo; nello sguardo altro
non vi era che dolcezza e orgoglio. La spada era sparita; la mano gli stava porgendo
qualcosa.
« Uhm… era ora me lo chiedessi. Sei sempre stato curioso… e la tua curiosità è sempre
stata ricompensa. Lui… Sin non ha mai dubitato di te. Scrisse questo prima di partire e
lo consegnò a me…ti aspetterò all’Hlif. »
Istanti di vuoto, sospesi in una tensione invisibile, infine apparve, fragile e pesante fra
le mani; un foglio finemente ripiegato. Le parole erano quelle, poche, coincise, tracciate
in un’elegante calligrafia… l’avrebbe riconosciuta fra mille. Nel vuoto nacque Speranza;
un filo a tendersi nell’Anima, nel Cuore, a splendere vibrante nell'Oscurità. Speranza…
Verità… bastava. Bastava? Per non guardare più fra le ombre?

Trovare la strada… una volta mi dissi così Lucifer… è questa la mia?

« Ah... è confortante… dopo aver ammirato centinaia di Universi, era quasi ovvio
decidesse di restare nella vostra casa… rovine dopo la distruzione perpetrata dai
Døkkafirar. Lì… a conoscere i vostri segreti, dove tutto ebbe inizio. »
« Luxu… il viaggio sarà ancora lungo. Ammireremo nuovi Mondi e… tu affinerai la
connessione col Seiðr, chissà non ci riservi altre sorprese. Così… sarai pronto quando
lo rivedrai. »

C’è sempre un prezzo da pagare…

« Sì… grazie. »
Lo disse indifferente alla propria voce, fredda e distaccata, e già i passi risuonavano in
un’eco distante, lasciandosi dietro uno spazio vuoto, inconsistente, privo di significato.
Lo disse senza guardarlo... e Mephisto non replicò, ne provò a fermarlo.
Frammenti del passato emersero, violenti come pezzi di cristallo. Ecco Auropoli, lucente e
magnifica; eccolo… poco prima della partenza, tendersi verso di lui; fugace bacio appena
sfiorato.
« Ti raggiungerò… ti raggiungerò… »
Hlif… ora aveva qualcosa in cui credere…

C’è sempre un prezzo da pagare...
Il mio è forse illusione? [2]

Da qualche parte No Name si tinse di nero e l’Oscurità sorrise.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Il sole morì all’orizzonte, nella neonata sera il colle si tinse di sfumature argentee, l’erba si muoveva
come un manto di seta. Sulla cima Iblis svettava, fiamma bellissima e terribile, il corpo ancora
provato dallo scontro, eppure… la bestia, la follia avevano lasciato posto a un’inusuale quiete, una
quiete a brillare simile a sottili scintille. Trovare la vicinanza prima della fine… capire cosa avesse
desiderato il Cuore… e quando si volse, Lucifer comprese questa e mille altre cose non dette, tanto
ardenti e malinconici erano gli occhi, fragile e austera la postura, spezzata e decisa la voce.
« Ho abbracciato la strada più semplice fratello… continuare a essere un Demone. Se solo fossi
venuta a salutarti quel giorno, quando partisti dopo la profezia dell’Oracolo, forse molto sarebbero
cambiato… per tutto questo tempo io... »
« Eppure sei qui… seguendo il tuo desiderio ora sei libera… »
Un sorriso inquieto e Iblis prese a girare in tondo come una fiammella impazzita, incarnazione del
Fuoco di cui un tempo era stata Re.
« Ho ucciso Lucifer. Fino all’ultimo. Rivedervi… rivedere Mephisto… un desiderio scaturito non
nel migliore dei modi. Ma forse hai ragione tu… sono libera. Eppure… ora non posso fare a meno
di chiedermi perché nostro fratello si odi a tal punto? Amare… porta a questo? »
E per un attimo Lucifer guardò indietro, a tutti quei momenti in cui aveva sorretto Mephisto…
dopo Rin, dopo Yukio e gli altri ragazzi... dopo lui…

- Ora cosa farai con Luxu? -

« Il dolore scaturito dalla perdita… non essere riuscito a proteggerli, a salvarlo… credo sia questa
la natura dei sentimenti. Dunque non compatirti… avrai un bel ricordo conservare... prima della
fine. »
Iblis si era fermata e solo ora, nell’eco di quelle ultime parole lo guardò, negli occhi ardeva una pace
nascente.
« Sì. È così. Ti ringrazio, è stato bello parlare un’ultima volta. Ora vado… possa la vostra Missione
compiersi », e così dicendo volse lo sguardo in alto, verso luci via via più vicine, « addio Lucifer. »
In un turbinio di fiamme ella riapparve in cima al portellone. Non si voltò, per un istante una
lacrima sembrò solcarle il viso. Poi le luci sparirono oltre le montagne, a lungo però Lucifer restò
a scrutar l’orizzonte fermo e immutato.
« Addio sorella. »

L'ennesimo avviso della Satariel lo riportò alla realtà. Il ricordò sfumò in fretta, veloce
Lucifer l'afferrò, lo chiuse fra le nebbie della memoria, giacché esso gli era già caro e
come tale non voleva perderne nessuna una sfumatura.
Dietro, passi squarciarono il falso silenzio, la porta si chiuse con un tonfo, la pace tornò
portando nell’aria un sapore teso e ferroso. Tutti erano giunti a quel bivio, avevano scelto
che strada percorrere. Mephisto giunse senza rumore alcuno, attraversò la sala comando
fermandosi dove il vetro lasciava intravedere il cielo traboccante di stelle. Lucifer provò a
immaginarne i pensieri; probabilmente egli stava pensando a lui… l’unico uomo amato e
perduto.
« Dunque è deciso? »
E Lucifer poté solo volgersi al presente, a Luxu, al primo uomo che avesse mai amato.
« Ho fatto quanto era in mio potere. Ha letto il biglietto, per ora va bene così. »
« Fino alla fine? »

E mai parole furono più logoranti, le aveva ripetute numerose volte eppure solo ora esse
si mostrarono nel fardello e nell’ineluttabilità. Va bene così… non era vero, tale e impellente
era il bisogno di raggiungerlo; voleva abbracciarlo, tenerlo stretto, amarlo senza illusioni.
Luxu… stava navigando in un mare di illusioni.
« Lucifer… grazie. »
« Ah… per cosa? »
« Per essermi vicino… sempre, non ce l’avrei fatta senza di te e anche ora… tutto sarebbe difficile.
Estremamente difficile. »
« Fratello ascolta… »
« Non è da me mostrar gratitudine. Né chiedere favori ma… quando quel momento giungerà…
restagli accanto, non avrà nessun altro a parte te. Ti chiedo solo questo. »

Lucifer si tese, tanto forte fu il desiderio di tirargli uno schiaffo. La paura covava nel
fratello, in Luxu, paure diverse alimentate a vicenda in un circolo senza fine. Eppure
durante la battaglia il Prescelto aveva guardato dentro di se, dando voce alle proprie
ombre.
« Mi attengo al tuo volere. »
« Ma? »
« Luxu è più forte di quanto credi e… l’avrei fatto in ogni caso. »
« Uhm… l’ennesima prova del tuo amore immacolato. »

Senza indugi Lucifer imboccò il corridoio, istanti di vuoto lo pervasero, non udiva nulla,
nemmeno i propri passi. Infine il presente si mostrò in Luxu, teso sul letto,
nell’occhio a fissarlo fra sollievo e lacrime trattenute. Navigando in un mare di illusioni.
Chiuse la porta che l’uomo era già su di lui. Lasciarsi andare, pensare solo alla certezza del
loro amore. Lo voleva Luxu, lo voleva più di ogni altra cosa. Lucifer lo strinse, lo sollevo
adagiandolo infine sul letto e lo amò, più intensamente di quanto mai avesse fatto.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Vivere. Vivere rincorrendo quel bisogno incessante; uccidere i Fyrir. Era nato per
adempiere a questo compito, là dove l’Incantatrice divorava Mondi, là dove il Ragno
e il Corvo vivevano del loro legame, ricorrendone altri. Uccidere. Questo sussurrava
incessante l’Oscurità, questo gridavano le voci; voci, frammenti di Anime e Cuori sepolti
in lui; Anime, Voci che non riusciva a ricollegare a nessun luogo, a nessun ricordo o volto.
Eppure in quella cacofonia la volontà del Cacciatore sempre si elevava, rafforzandosi
quando emergeva dalle Ombre; un viso senza forma, un ammasso scuro, Ombra fra le
Ombre.
A lungo vi era stato vuoto; niente sorgeva nell’incessante caccia; nulla vi era stato prima,
non ricordava al contrario di Ukoku e Naraku. Ricordi, amore… forse osservando i Primi
Nati, il Cacciatore aveva provato qualcosa simile all’invidia come aveva fatto notare il
Corvo. [3] Ma dopo quella discussione qualcosa era sorto; un ricordo, il primo; fra vortici
oscuri di un mondo morente, una Chiave. Ne percepiva una, lontana e fievole; piccola
scura luce nell’immensità del Seiðr. Uno scopo, una pista da seguire, sua e sua soltanto.
Sorrise pregustando il sangue, l’agonia, la disperazione.
Sorrise accarezzando ogni trofeo; occhi, dita finemente imbalsamati; uccidere cinque
Immortali aveva richiesto molto, molto tempo, battaglie, inseguimenti, fin quando gli
stessi, portati al limite, non avevano implorato, desiderato la morte. Ora un nuovo
orizzonte andava delineandosi… una caccia breve, diversa da ogni altra…
Una Chiave protetta dai Fyrir… un gustoso boccone...
« Ti raggiungerò… non vedo l’ora di assaggiare la tua Carne, Prescelto. »



[0] In riferimento al Capitolo 5 di AAA; quando Luxu si risveglia dopo aver bevuto l’elisir
di Edward e Mephisto gli dona il proprio Shrapenl.

[1] In riferimento alla parti finali di AAA e i primi Capitoli di EoR.

[2] I pensieri a Lucifer fanno riferimento a quanto detto fra i due nel Capitolo 8 di AAA.

[3] In riferimento alla scena presente nel Capitolo 16, dove il Cacciatore compare per la
prima volta.



Angolo Autrice:

Forse la cosa che più apprezzo di questo Capitolo è stato riuscire a ricollegare il presente tasselli sedimentati ere ed ere fa, specie per quanto riguarda Luxu e Mephisto. Ho scritto meno scene hotose lo ammetto, non c’è stato il botto sul finale, anche se il finale lascia intendere.

E finalmente viene svelato il vero nome del Maestro! Oltre ad aver compreso cosa lega il Maestro a Mephisto. Sì... perché tutti i Flashback di Mephisto a un certo punto erano proprio con Sin. <3
Piccola parentesi sulla scelta del nome. Sin può essere letto in vari modi; in primis al peccato, a Sin di FFX e… ciliegina sulla torta, relativa divinità del pantheon sumero legato alla luna (spesso nelle sue descrizioni ho fatto un parallelo con cielo, stelle, eccetera). Spero nella semplicità risulti efficace e coerente.

Bene! Anche questo penultimo Miniarc giunge al termine. <3
Ci vediamo a Dicembre con un succoso Capitolo ambientato nell’Universo di KH, con Kairi, Lea, i Fyrir e la minaccia dell'Incantatrice. <3

Elgas
   
 
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