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Autore: valetraba    30/10/2022    1 recensioni
Vicky si risveglia dal coma dopo un incidente in auto, non ricorda nulla della sua vita; ad attenderla al suo risveglio c'è Logan, un ragazzo apparentemente comprensivo, dolce e protettivo nei confronti della giovane protagonista, ma anche misterioso. Vicky cerca di ritornare alla sua vecchia routine, ma Logan glielo impedisce, suscitando sospetti. I suoi dubbi vengono confermati dall'incontro di un'anziana signora, Rose. I loro rapporto si consolida, fin quando non incontra il nipote, Ryan. Vicky inizia a cercare la verità nascosta, scoprendo che il suo amore in passato, è stato diviso tra i due ragazzi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Solo un battito di ciglia, basta così poco, che la tua vita cambi improvvisamente. La gente fa progetti di vita, programma viaggi, eventi, compleanni, matrimoni, dimenticandosi che se chiudi gli occhi un solo istante, la tua esistenza potrebbe capovolgersi.

“Cosa le dirai al suo risveglio?” Chiede qualcuno lontanamente con suono titubante. Attendo anch’io una risposta, ma esita ad arrivare.

“Non lo so, non posso perderla. Non accadrà di nuovo” E’ una voce maschile, cupa, sofferente, tento invano di riconoscere a chi appartiene, ma la mia mente non aiuta.

Sono giorni che ascolto conversazioni, nutro il bisogno di urlare, dir qualcosa, far percepire che sono qui. Nonostante la fatica il mio corpo si rifiuta di reagire, palpebre e labbra rimangono chiuse, serrate, insieme a tutto il resto del corpo completamente addormentato. Immersa nel nulla, e così che mi sento, solo buoi intorno a me, non so dove sia, di chi siano queste voci, ancor peggio non ho la minima idea di chi sia io. Come mi chiamo? Quanti anni ho? Come ci sono finita in un letto d’ospedale? Qualche brutta malattia?

E’ la mia unica certezza. Sono ricoverata, non ho idea da quanto tempo. Le voci dei dottori preoccupati del mio mancato risveglio, i “bip” delle macchine che mi tengono in vita e la continua presenza di un ragazzo accanto al mio letto. E’ tutto ciò che percepisco. Spesso mi sussurra quanto senta la mia mancanza, quanto sia dispiaciuto, l’amore incondizionato che prova. Sarà il mio ragazzo? Sono ridotta così a causa sua? Domande su domande, la mia testa è bombardata, incosciente, ma in grado di intuire piccoli particolari, finché non ricado in un lungo sonno dove tutto svanisce nuovamente.

“Dovrà essere lei a decidere non tu, lo capisci questo?” Un ragazzo impaziente, furioso, urla nella mia stanza. Dal timbro percepisco sia giovane, 25 massimo 28 anni, sono convinta sia lo stesso che chiedeva cosa mi avrebbe raccontato al mio risveglio.

Sobbalzo alla schianto di qualcosa contro un muro, forse una sedia, un tonfo ancora più forte, presumo una testata o un pugno, dal verso dolorante che ne segue. I loro respiri sono affannosi, minacciosi.

“Non farmi arrabbiare, ti farai gli affari tuoi come eravamo d’accordo!”

Inizio ad avere paura che questi due facciano qualche cazzata. Dove sono i medici quando servono? Parenti che fermano questi due pazzi? Amici? Fratelli? Sorelle? Cosa ho combinato? Se sono nei guai preferirei rimanere in questo stato, odierei risolvere problemi di cui non sono neanche a conoscenza. Lasciatemi qui e prometto non darò nessun fastidio, penso sia un buon compromesso vero?

“Devi lasciarle la possibilità di scegliere, Logan!”

“Scegliere cosa?” Sussurra una voce femminile, un po’ rauca e dolorante. I due di colpo si bloccano, per un istante sono sollevata, fin quando non intuisco che è la mia voce.

Entrambi si avventano su di me, prendendomi con delicatezza una mano ciascuno e urlando il disperato bisogno di un dottore. Nessuno entra, perciò uno di loro lascia andare la mia mano ed esce velocemente dalla stanza.

“Vicky mi senti?”

I miei occhi sono ancora chiusi, muovo appena le labbra, lentamente seguono le dita delle mani, e dopo un interminabile pausa trovo il coraggio e la forza di aprire leggermente gli occhi. Ho le palpebre pesanti, come tutto il resto del corpo. Faccio fatica a focalizzare le immagini, nonostante la stanza buia, quella leggera luce offuscata è causa di fastidio per le mie pupille. Mi guardo un po’ intorno, nell’attesa di incontrare altri volti, ma la stanza è vuota, solo fiori e bigliettini riempiono un piccolo tavolino. Rose rosse e margherite emano una leggera fragranza che copre lievemente l’odore di disinfettante presente in ospedale.

Dopo aver studiato ogni singolo particolare, i miei occhi incontrano quelli dell’ unico ragazzo presente. Siede affianco a me, tiene la mia mano accarezzandola delicatamente, lo osservo attentamente. E’ muscoloso, ben piazzato e le sue braccia riportano varie scritte e disegni tatuati. Non capisco cosa riproducono, né mi soffermo, proseguo seguendo i suoi lineamenti, curiosa di vedere chi sia. I miei occhi incontrano i suoi, pieni di speranza, lucidi e commossi. Occhi verdoni, penetranti, causano un leggero brivido che mi percorre la schiena.

Logan, è così che l’ha chiamato, è immobile e titubante, accenna un sorriso, in attesa di una mia risposta o reazione. Tolgo d’istinto la mia mano dalla sua e con coraggio, tremante sussurro: “Scusa, non so chi tu sia!” Il suo sguardo pieno di speranza, lascia posto al dolore, per un istante si incupisce ma senza nutrire meraviglia. Un nodo in gola mi toglie il respiro.

Il bel ragazzo, perché devo ammettere che chiunque sia questo tipo è un gran bel ragazzo, socchiude le sue carnose labbra per dir qualcosa, ma viene interrotto dall’entrata di un dottore.

Ringraziamo il cielo! Faccio un lungo sospiro di sollievo vedendolo entrare, dietro di lui segue un altro giovane, che si nasconde dietro la porta. Intravedo appena il suo viso, le labbra spaccate mi chiedo se siano state provocate un attimo fa. Indeciso se entrare, mi scambia una timida occhiata, poi riguardando Logan, scompare nuovamente dietro la porta.

Logan sentendo il loro arrivo, cede il suo posto, spostandosi ai piedi del letto. Il medico, un uomo sui sessant’anni, dal capello ben pettinato all’indietro, inizia a visitarmi chiedendo gentilmente di lasciarci soli. Finalmente! Non sopportavo più il suo sguardo.

“Allora Vicky, come si sente?” Cerca di mettermi a mio agio il dottore, sfoderando un sorriso d’incoraggiamento, mentre continua ad esaminare i valori delle macchine, guardami occhi, battito cardiaco e tutto il resto.

“Io.. non ricordo nulla, neanche il mio nome” deglutisco, nel pronunciare la frase.

Un silenzio assordante ne segue, ma la sua espressione rimane impassibile, come se non avesse ascoltato la mia risposta.

“Sono il dottore Jake, lo specialista che ti ha seguito in questo lungo mese. Ammetto che è stato un brutto colpo, è normale che non ricordi nulla, ma faremo degli accertamenti. I risultati sono comunque positivi. Questa totale dimenticanza ipotizzo si tratti di una reazione emotiva e non di un danno celebrare. Nella maggior parte dei casi, il paziente non ricorda parte della sua vita, ma tu come mi hai appena comunicato, non ricordi nulla, perciò procederemo con un periodo di riabilitazione fisico e psichico. Riprendendo la tua vita, i ricordi riaffioreranno, senza fare eccessivi sforzi. Nei prossimi giorni riceverai un calendario dettagliato per il tuo percorso riabilitativo. In ogni caso potrai contare sull’aiuto del tuo ragazzo.”

Ragazzo? NO, NO E NO! I battiti iniziano ad aumentare, la mia espressione si lascia travolgere da un sensazione di panico, non ricordo nulla, ma sono certa che non vorrei al mio fianco una persona che cerca solo guai. Il mio sesto senso ne ha la certezza: Logan non è il classico bravo ragazzo!

   
 
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