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Autore: drawhood    31/10/2022    0 recensioni
Emily è un tipetto orgoglioso, testardo e senza peli sulla lingua. Finge che non le interessa niente ma nel profondo spera di trovare l'amore.
Derek è il migliore amico di suo fratello, nonché il fidanzato di una delle sue amiche più strette. Decisamente proibito per lei.
Ray è tenebroso, sconsiderato e nemico pubblico della metà delle persone che conosce.
Phineas è dolce e attento ma troppo piccolo per lei.
Eppure questi tre non fanno altro che gravitarle attorno ed Emily non ne ha la più pallida idea: chi è quello giusto per lei?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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L'estate era finita.

La consapevolezza mi arrivò come una secchiata d'acqua gelida in pieno viso. Peccato che si trattava piuttosto di qualcosa di diverso, più simile al trillare insistente di una sveglia di cui avevo apposta alzato il volume al massimo. Solo un risveglio traumatico poteva permettermi di affrontare quel primo giorno di scuola dopo una così bella vacanza estiva passata in Europa, fuori dai confini americani e dalle persone che conoscevo. Per quanto mi fossero mancate terribilmente le mie amiche non mi sentivo affatto felice di dover ritornare a scuola, seppur questo significasse poterle riabbracciare.

«Will sbrigati che devo fare la doccia anche io!» lo dissi urlando anche prima di sgusciare fuori dal letto perché dal bagno che era piuttosto vicino alla mia stanza avevo sentito il getto d'acqua. Purtroppo io e mio fratello eravamo costretti a condividere il bagno ed era una vera guerra ogni mattina. Mio fratello, infatti, piuttosto vanitoso spendeva un sacco di tempo solo per farsi bello...

Intanto scesi al piano di sotto, salutai mia madre e mio padre con un bacio e mi sedetti a tavola. Selena Martinez Haines era già in tailleur e aveva appena finito il suo latte d'avena e cereali e adesso guardava l'orologio per assicurarsi di non essere in ritardo. John Haines invece era ai fornelli che preparava uova e pancetta, la colazione preferita mia e di Will e fischiettava di buon umore.

«Come mai fischietti?»

«Perché oggi è il vostro primo giorno di scuola e sai questo che significa?»

«Cosa?»

«Che sarò a casa tutto solo e potrò ascoltare uno dei miei vinili e lavorare nel mio studio nella pace e nella tranquillità più assoluta.»

«Stai dicendo che stai meglio senza di noi?» pensavo che non l'avrebbe ammesso eppure con una carezza sulla testa e un sorrisino diverito mio padre ebbe l'audacia di dire: «è esattamente quello che sto dicendo, mia piccola principessa».

«Io vado. John non dimenticarti di portare il gatto dal veterinario oggi pomeriggio e di chiamare tua madre.»

«Ma mamma già vai?»

«Ci sarà traffico più tardi e rischierei di fare tardi al lavoro.»

«E a scuola come vado?» Non avevo nessuna intenzione di prendere l'autobus ma poi mia madre mi ricordò un fatto che stupidamente avevo dimenticato. «C'è tuo fratello che adesso può guidare. A proposito le chiavi della macchina sono sul mobile davanti all'ingresso.»

Per tutta l'estate mio fratello non aveva fatto che parlare d'altro, soprattutto al telefono con il suo migliore amico Derek. Era stato angosciante sentirlo discutere di macchine, motori e cilindrate e tutto questo perché i miei avevano deciso di regalargli una macchina. Bisognava sorvolare che il motivo per cui non ero affatto entusiasta della cosa fosse che dipendevo da lui in fatto di passaggi e dipendere da William Heines significava in pratica essere sempre sotto ricatto.

«Ci vediamo dopo. Buon rientro a scuola ragazzi!» mia madre urlò per farsi sentire anche dal primo genito prima di chiudersi la porta alle spalle. «Penso proprio che userò il vostro bagno per farmi la doccia. Will non uscirà mai in tempo.»

Papà si ritrovò tristemente d'accordo. «La vuoi un po' di pancetta in più?» e mi servì senza che gli fornissi una risposta. Era ovvio infondo quale sarebbe stata.

«Emily, muoviti o faremo tardi!»

«E di chi è la colpa? Sei stato più di un'ora in bagno!» Ero stata a stento in grado di farmi una doccia e vestirmi. Avevo anche avuto voglia di truccarmi, sai per essere presentabile almeno il primo giorno ma Will non mi aveva concesso altro tempo e adesso sbuffando mi dirigevo all'interno del suo SUV nuovo di zecca. «Cerca di non farci schiantare.»

«Simpatica» mi diede un colpetto alla testa sapendo perfettamente quanto mi desse fastidio. «Dobbiamo andare a prendere anche Derek.»

«Ma Derek ce l'ha la macchina e siamo già in ritardo.»

«Niente obiezioni e siediti nei sedili posteriori, sei più piccola.»

«Non se ne parla.»

E prima che potesse spingermi di peso a fare come comandato mi intrufolai frettolosamente in macchina. Mi misi la cintura e gli sorrisi beffarda. Will sospirò ma era troppo assonnato per discutere perciò entrò in auto e avviò il motore. «Sei sicuro di essere in grado di guidare?»

Arrivammo a casa di Derek in pochi minuti, infondo non abitava molto lontano. Il ragazzo ci attendeva sulla soglia della porta sorridente. Entrò nella vettura e ci salutò. «Ciao mostriciattolo. Vedo che neanche quest'anno sei cresciuta di mezzo centimetro in altezza.»

«Come fai a dirlo se sono seduta?!»

Derek lo conoscevo da tutta una vita in pratica ma a volte sopportarlo era estenuante. Gli piaceva provocarmi per nessuna ragione in particolare e mio fratello glielo lasciava fare, a volte ci si mettevano in due e lì la cosa diventava una tortura. «È che sei così minuta. Sei sicura di aver già compiuto sedici anni?»

Non potevo contestare. Ero bassa, molto bassa e non lo capivo. Sia mia madre che mio padre che mio fratello erano abbastanza alti. Will superava un metro e ottanta di altezza mentre io restavo ferma sulla soglia di un metro e sessanta. Mio padre mi diceva che avevo preso da mia nonna, anche lei era piuttosto bassina. Alla cosa comunque non davo tanto peso, ad eccezione di quando Will e Derek si spalleggiavano per sfottermi.

Mi voltai ad osservarlo. Anche Derek era molto alto, quasi quanto mio fratello e non avendolo visto per tutta l'estate mi resi conto di quanto fosse cresciuto e cambiato anche lui. Era un ragazzo attraente, con occhi color verde scuro e lunghi capelli castani ma osservandolo adesso realizzai una cosa che mi sorprese.

«Hai tagliato tutti i capelli?!»

Per tutti quegli anni che lo conoscevo era sempre stato Derek il capelluto con la sua folta chioma di ricci ribelli e adesso invece era quasi pelato. Non proprio pelato ma portava un taglio molto corto che stranamente gli stava  meglio di prima. Gli dava un'aria più accattivante. Inoltre notai osservandogli le braccia che si era riempito di tatuaggi. Lanciai un'occhiata a mio fratello per vedere se anche lui... Ma la sua pelle era bianca, un po' abbronzato per via delle giornate passate in spiaggia ma per il resto non c'erano macchie d'inchiostro. Eppure non mi fidavo, quei due si mettevano sempre d'accordo per fare le cose insieme. Non riuscivano a ragionare come persone autonome. Avrei trovato il tatuaggio nascosto di mio fratello e lo avrei usato come ricatto sapendo perfettamente quanto nostra madre li odiasse.

«Cosa ne dici del mio nuovo taglio?»

Non mi andava di mentire perciò risposi in un sussurro: «ti sta bene...» e Derek in risposta sghignazzò.

Giungemmo nel parcheggio dell'edificio scolastico e Will ci mise un po' a fare la manovra per parcheggiare. Nonostante non fosse male come guidatore era ancora alle prime armi perciò Derek gli dette una mano e io non restai lì a perdere tempo con loro piuttosto mi sbrigai per raggiungere il mio gruppo di amiche avvistate già da lontano nel cortile della scuola.

«Emily!»

«Ragazze!» venni travolta da un paio di braccia e quasi fui soffocata dal loro affetto. Di solito non mi lasciavo andare a nessun tipo di contatto, persino con le mie amiche ero abbastanza fredda ma non le avevo viste tutta l'estate e avevo avuto il timore che potessero essersi dimenticate di me ma eccole che si stringevano a me togliendomi fiato. «Al telefono non ci hai detto quasi niente. Vogliamo sapere tutto della tua vacanza in Europa.

«Ne parleremo, ne parleremo!»

Ci staccamo dall'abbraccio e ci guardammo una ad una. C'era Rue, la mia migliore amica che con il suo nuovo look gotico mi sorprese di più. Aveva le labbra dipinte di nero e i vestiti altrettanto neri, aveva un portamento molto sicuro di sé e non potevo mentire quello stile mi faceva impazzire perciò glielo feci notare quasi subito. Poi c'era Jane che invece non era cambiata affatto, anche lei era bassa quanto me ma dava sempre l'impressione di essere più minuta perché aveva il naso, la bocca e le mani piccole. Era graziosa e gentile e ti dava quella sensazione di volerla proteggere da ogni male del mondo. Nisha e Valentina poi erano sempre state bellissime, quel tipo di bellezza da capogiro ma se possibile erano diventate ancora più belle. Erano alte, avevano un fisico mozzafiato, dei sorrisi raggianti e dovetti ammetterlo davanti a loro mi sentii estremamente insicura. Rachel invece sprizzava luce e energie positive da tutti i pori e questo la rendeva altrettanto bella, con quella sua immagine hippie e quel modo di vestirsi un po' fuori moda. Rappresentavamo un gruppo ben distinto di persone con diverse personalità e diversi interessi ma eravamo proprio per questo molto unite.

«Emily, ti sei dimenticata lo zaino.» venni travolta da un piccolo oggetto volante che quasi finì per stendermi al suolo. Mio fratello ci passò davanti con nonchalance. Non salutò nessuna delle mie amiche, a stento rivolse loro un'occhiata e per questo lo fulminai con lo sguardo. Odiavo quando si comportava in quel modo, come se si sentisse sto gran cazzo. Era la cosa che mi metteva più in imbarazzo.

Derek invece si avvicinò a noi, sorrise e avvinghiò Nisha per la vita salutandola con un tenero bacio sulla guancia. «Buongiorno, amore. Ci vediamo dopo?»

Osservammo Nisha arrossire e annuire un po' impacciata. Da quello che avevo saputo si erano messi insieme anche prima che iniziasse l'estate ma lo avevano tenuto nascosto per molto tempo. Questa doveva essere una delle loro prime “apparizioni pubbliche ufficiali” e c'era un po' di imbarazzo, soprattutto da parte di Nisha che si sentiva i nostri occhi puntati addosso.

«Dove devi andare adesso?» gli chiese e Derek indicò Will. «Dobbiamo salutare il resto dei nostri amici però dopo ti chiamo.»

Li osservai un po' stranita, forse perché li conoscevo entrambi da un sacco di tempo e vederli improvvisamente così affiatati era una novità per me. Per non parlare del fatto che non avevo mai visto Derek innamorato.



«Derek!» lo richiamò mio fratello e Derek lo seguì come un cagnolino al guinzaglio.

Quando se ne furono andati guardammo Nisha per qualche secondo senza dire una parola poi scoppiamo a ridere e Rue imitò il tono melenso usato da Derek qualche istante fa. «Ci vediamo dopo, amore mio» e cercò di darle dei bacetti ma Nisha si allontanò ridendo. «E quindi una di noi è riuscita finalmente a fidanzarsi.» esclamò Jane con un misto di invidia e stupore. Tuttavia non si poteva dire che non fosse felice per lei. Era solo che rappresentava una novità e forse anche la consapevolezza che stavamo tutte crescendo. Fino a qualche anno fa neanche badavamo a quelle cose...





Stavo riempiendo il mio vassoio quando notai una persona. Si chiamava Charlie ed era nuova, non conosceva nessuno e sedeva sola a mensa ma l'avevo già intravista a lezione di spagnolo e mi era apparsa piuttosto in difficoltà. Avevo scambiato due parole a lezione ma era stato breve, l'insegnante era entrato e non avevo avuto modo di spiegarle bene come raggiungere la segreteria. Comunque penso che alla fine la strada l'abbia trovata anche da sola poiché poi la giornata era trascorsa e non ci eravamo più viste ma adesso la beccavo da sola e mi venne spontaneo dirigermi da lei. Le mi amiche mi aspettavano qualche tavolo più avanti ma le feci cenno di aspettare.

«Ciao, sono Emily. Ti ricordi? Ci siamo parlate a lezione di spagnolo.» Lei alzò lo sguardo ed ebbe un leggero sussulto. Forse ero giunta lì con troppo entusiasmo però poi mi riconobbe e accennò un sorriso. Charlie aveva due grandi occhi azzurri e dei lunghissimi capelli color del grano. «Certo che mi ricordo. Vuoi sederti qui?»

Accettai contenta. Le persone che conoscevo mi dicevano spesso che ero piuttosto brava a fare amicizia con la gente. «È da poco che ti sei trasferita?»

«Giusto una settimana fa, prima dell'inizio dell'anno scolastico così speravo di poter fare nuove amicizie. Ma qui sembrano tutti conoscersi tra di loro ed è un po' difficile per me andare in giro e dire ciao» si notò anche dal modo in cui nervosamente si toccava il collo. Cercai di rassicurarla. «Tranquilla, ci siamo sentite tutte un po' così però se ti va posso presentarti un paio di amiche mie. È gente simpatica, prometto.»

Charlie ne sembrò piacevolmente sorpresa ma non ebbe modo di darmi una risposta che Rue piombò alle sue spalle seguita da Jane e Valentina. «Ci hai abbandonate! Ti avevamo pure riservato un posto.»

«Dove sono Nisha e Rachel?» chiesi dopo averle contate tutte. «Nisha con il suo nuovo fidanzato e Rachel sta per arrivare» e si sedettero, prestando finalmente la loro attenzione sulla ragazza che mi sedeva di fronte. Erano grosso modo così anche loro, piuttosto esuberanti e socievoli. Infatti Rue fu subito lì accanto a lei.

«Ragazze lei è Charlie. Charlie loro sono le mie amiche Rue, Jane e Valentina.»

«Da dov'è che ti sei trasferita?»

«Vancouver.»

«Sei canadese! Anche mia madre è canadese.» disse Jane e iniziò così una conversazione sul Canada e i posti belli da visitare fin quando non vedemmo Rachel arrivare tutta trafelata. «Che ti è successo, figlia dei fiori?»



«Ero con i ragazzi della band. Stasera dobbiamo suonare in un locale e oggi ho le prove perciò penso di non venire a casa tua Emily. Scusami.»

«Non preoccuparti.»

«Però potete venire stasera. È la prima volta che suoniamo in pubblico, mi farebbe molto piacere se ci foste anche voi.»

Le ragazze furono ben felici di accettare, però mi ricordai che c'era anche Charlie lì con noi e sembrava piuttosto a disagio. Perciò attirai l'attenzione di Rachel e le indicai la nuova arrivata.

«Lei è Charlie. Si è appena trasferita.»

Rachel si affrettò a scusarsi per non averla notata subito e presentandosi le chiese se volesse venire anche lei. «Non so...»

«Dai ci divertiremo. Rachel e la sua band sono davvero bravi.» dissi e poi mi venne in mente una cosa. «Perché non venite tutte a casa mia stasera così ci prepariamo insieme?»

«Mi sembra un'ottima idea.» rispose Jane e le altre si trovarono ad annuire. «Allora mando un messaggio a Nisha così l'avviso. Charlie tu che fai?»

La ragazza sembrò pensarci. Ci guardò ad una ad una infine disse accennando un sorriso. «Dov'è che abiti?»

***

Avevo mandato mio fratello a prendere le pizza, non ne era stato molto contento ma infondo era abituato ad avere le mie amiche in giro per casa. I miei genitori invece amavano avere ospiti ed era da un po' di tempo ormai che non chiedevo più neanche il permesso. Che fosse Derek o che fossero le mie amiche chiunque era il benvenuto in casa Haines.

«Siete venute già vestite?» chiesi un po' stupita quando aprii la porta e vidi alcune di loro già in ghingheri. Solo io e Charlie avevamo preso a parola l'idea di prepararci insieme e poi dopo uscire. «Ci avremmo messo troppo tempo e non possiamo rischiare di fare tardi» fu la risposta concisa di Rue e non ebbi niente da ribattere. Anzi osservandole mi resi conto che si erano messe tutte in tiro e se non volevo fare brutta figura dovevo anche io impegnarmi a trovare qualcosa di figo per la serata.

«Charlie, vieni con me» la presi per mano e la scortai al piano di sopra. Avvisai gridando ai miei genitori che le mie amiche erano arrivate e nessuno mi rispose ma poi sentii le loro voci provenire dal soggiorno mentre salutavano allegramente le ragazze. «Non dovrei prima presentarmi ai tuoi?»

Risi a quella domanda. «Tranquilla, puoi farlo anche dopo. Adesso noi due dobbiamo aiutarci a vicenda.»

Charlie annuì e un po' imbronciata disse: «le tue amiche sono fighissime».

«Anche tu lo sei.» Charlie era una bella ragazza e adoravo le lentiggini che costellavano il suo volto, inoltre avrei pagato oro per poter avere i suoi capelli. Sembrava proprio Raperonzolo con quella lunga e folta chioma bionda.

Eppure non sembrò crederci quando le dissi che era davvero bella. «Che cos'hai lì?»

«Mi sono portata un vestito, pensavo potesse andare ma poi Rue mi ha spiegato che si trattava di una band rock e be'...» estresse un grazioso vestito con dei fiorellini «non credo che questo sia adatto.»

Era un vestito molto carino. Personalmente non l'avrei mai indossato, non mi ci sarei mai vista bene ma invece con quell'aria principesca su Charlie lo immaginavo perfettamente. Solo che aveva ragione, non c'entrava molto con la serata.

«Possiamo sempre farci qualche ritocco» mormorai e Charlie non sembrò capire. Tuttavia non ci badai molto e iniziai a rovistare tra gli armadi e i cassetti in cerca di quello a cui stavo pensando.

Delle calze a rete nere che avevo comprato qualche anno fa e che non avevo mai indossato, il cinturino con le borchie e infine una giacca di jeans molto stile anni novanta che servivano a completare quel look un po' edgy e un po' improvvisato.



«Per tua fortuna» annunciai mentre le rendevo tutto quello che avevo trovato «ho l'armadio pieno zeppo di vestiti» metà dei quali non avevo mai indossato in verità. Avevo uno stile piuttosto anonimo, mi piacevano le t-shirts colorate un po' retrò e gli jeans. Ai piedi indossavo quasi unicamente converse e per quanto questo facesse di me una ragazza particolarmente noiosa in ambito di moda era anche vero che avevo il grande difetto di essere spendacciona e di solito quando ero in giro c'era sempre qualcosa di nuovo che mi incuriosiva e che dovevo comprare. Infondo ero sicura che in qualche cassetto anche io avessi un vestitino con i fiorellini carino e femminile che non aveva mai visto la luce del sole.

«Se non ti piace sentiti libera di cercare qualcos'altro tra le mie cose.» ma Charlie scosse la testa e si mostrò grata. «Va più che bene. E tu cosa ti metti?»

«Non ne ho la più pallida idea» sospirai e a quel punto la bionda canadese sembrò abbandonare quell'aria remissiva e intimidita che aveva avuto fino ad allora e aprendo di sua spontanea volontà le ante dell'armadio disse: «dai che ti aiuto io.»



***

Quando giungemmo al locale ci rendemmo conto che non era proprio il posto che ci aspettavamo. Un po' stile cowboy, con i camerieri vestiti in quel modo e quell'aria da far west il locale era frequentato per lo più da gente adulta che veniva lì per gustare la birra mentre noi eravamo solo delle sedicenni venute lì per divertirci. Mi ero vestita e mi ero fatta truccare per senza motivo, pensai e fummo tutte dello stesso parere a parte Rue che sembrava stranamente entusiasta.

Ci sedemmo ad un tavolo e un cameriere venne per le ordinazioni, un po' divertito e un po' sorpreso. «Sapete già che non posso portarvi niente di alcolico.» Fece la premessa che mi parve tanto una presa in giro ma non ci badai e piuttosto chiesi informazione sulla band che si doveva esibire. «Ah si! Siete qui per la batterista?» Annuimmo.

«Si esibiranno tra una mezz'oretta circa. Stanno scaricando le attrezzature dal furgone.»

«Quindi sono già arrivati?»

Il cameriere ci diede la conferma e trassi un sospiro di sollievo. In un posto del genere non mi sentivo molto a mio agio, fosse stata un'altra occasione avrei chiamato mio fratello per farmi venire a prendere ma perché si trattava di Rachel dovevamo resistere. Charlie si sedette accanto a me e abbassandosi mi indicò un gruppo di persone che si stavano facendo spazio tra la gente, per salire sul palchetto. «Sono loro?»



Avevano volti giovanili e riconobbi Raja e Jason che dovevano essere rispettivamente il cantante e il chitarrista ma non avevo idea di chi fosse quell'altro ragazzo. Stavamo per preoccuparci nel non vedere Rachel ma poi una voce squillante ci prese alla sprovvista e ci voltammo nel notare il viso sorridente della nostra amica.

«Rachel!» fu quasi corale. Lei ci rivelò di essere tesissima. «Allora come vi sembra questo posto?» Jane che non riusciva proprio a mentire non poté nascondere di sentirsi un po' a disagio. «Non so neanche come abbiano fatto a farci entrare.»

«Ero sorpresa anche io la prima volta che sono venuta a provare però almeno pagano bene. Adesso devo andare ragazze, ci vediamo tra poco.»

Ci diede un breve bacio volante, ringraziandoci di essere venute e poi si riunì al suo gruppo. Jason e Raja ci salutarono con la mano e allora mi ricordai di non aver chiesto chi fosse l'altro ragazzo che stava con loro. Senza neanche rendermene conto i miei occhi si soffermarono su di lui finché non li vidi scomparire dietro le quinte.

«Avete visto quello lì?» chiese Rue indicando proprio il ragazzo nuovo. «Si e allora?» Valentina non era impressionata. «È fighissimo!»

«Già è molto bello. Come mai Rachel non ce lo ha mai presentato?» la domanda di Jane mi portò a pensare e a dire: «probabilmente è un nuovo membro della band. Rachel non ci parla mai di queste cose.»

«È davvero carino.»

«Nisha, tu sei fidanzata. Non puoi guardarlo»

«Era tanto per dire» si mise immediatamente sulla difensiva e poi aggiunse per rispondere a Jane. «E poi penso che Derek sia più bello.»

«Nessuno è più bello però del fratello di Emily» a quelle parole di Rue aprii la bocca sconcerta. Jane si trovò ad essere d'accordo. «Mio fratello?! Se solo lo conosceste bene non direste mai una cosa del genere.»

Mio fratello era un bel ragazzo, non potevo negarlo anche perché era tipo mister popolarità nella nostra scuola e aveva un sacco di seguaci su Instagram e c'erano delle ragazze che a volte venivano da me solo per chiedermi di lui ed era imbarazzante, davvero, perché non avevo idea di chi fossero ma loro apparentemente conoscevano me. Comunque sta di fatto che mio fratello era un fuckboy e in gergo fuckboy è un tipo di ragazzo di cui non fidarsi soprattutto quando si è solo una povera ragazza, giovane e innocente che ha voglia di innamorarsi. La lista dei cuori spezzati di Will Haines era lunga e inesauribile.

«Non fraintendere. Nessuna di noi potrebbe mai essere abbastanza stupida da provarci con Will ma credo che noi tutte qui crediamo che tuo fratello sia insomma un gran figo.» Alle parole di Rue si ritrovarono tutte d'accordo, ad accezione di Valentina.

«A me non fa né caldo né freddo.»

«Valentina per te è così per qualsiasi ragazzo che incontriamo. Potrebbe passarti davanti Brad Pitt e non lo noteresti neanche.»

Valentina che se solo avesse voluto avrebbe potuto avere tutti i ragazzi ai suoi piedi, persino mio fratello ci aveva provato con lei una volta, fece spallucce come a confermare quanto dichiarato da Nisha.

Charlie invece che sedeva accanto a me non poteva esprimere una vera opinione visto che lei Will non lo aveva ancora incontrato. «Comunque smettiamola per favore di parlare di mio fratello. Anzi non fate più apprezzamenti su di lui in mia presenza. È disgustoso.»

Le ragazze risero. Valentina invece aggiunse: «che poi anche tu sei molto bella ma non te ne rendi conto.»

La cosa mi prese totalmente alla sprovvista. «In realtà ci sono molte di voi in questo gruppo che si sottovalutano.» E i suoi occhi corsero subito su Jane che era un po' la sua amica più stretta e infatti la biondina aveva abbassato lo sguardo e sembrava aver capito che la frecciatina fosse rivolta a lei. «Dovreste solo aprire di più gli occhi per capire.»

Non compresi perché di quel discorso improvviso ma si creò una strana tensione che per fortuna venne ben sopraffatta dall'arrivo sul palco di Rachel e la sua band.



«Iniziano!»

Rachel, Raja, Jason e l'altro ragazzo salirono sul palco, fecero una breve presentazione e poi si misero in postazione. Notai che quello nuovo suonava il basso e come una stupida restai a guardarlo per la maggior parte del tempo sperando che lui notasse me. Un po' come avveniva nei film che il cantante famoso di turno - in questo caso un bassista - notasse la ragazza tra gli spalti e ne nascesse non so qualcosa.

Scossi la testa a quei pensieri e arrossendo mi guardai attorno sperando che nessuno avesse notato qualcosa. Ma anche se qualcuna delle mie amiche fosse stata in grado di leggere nel pensiero dubitavo potesse farlo al momento che erano tutte prese ad ascoltare i ragazzi.

«Sono bravi!» mi urlò Charlie ad un orecchio. La musica era altissima. Appoggiai un braccio intorno alle sue spalle come gesto spontaneo e affettuoso e ci lasciammo trasportare un po' tutte e due dalla musica, perché sapevamo che in quel modo potevamo scioglierci di più l'una con l'altra.

E infatti fu proprio ciò che avvenne. Si creò una specie di clima magico tra noi tutte. Cantammo, ballammo e scherzammo tra di noi mentre ogni tanto urlavamo a gran voce il nome di Rachel come delle fan sfegatate alla vista del proprio idolo. La musica rock era energetica e caotica, ne fummo travolte. Ad un certo punto ci trovammo al centro del locale, nello spazio tra i tavoli vuoti a ballare tra di noi e a comportarci come se stessimo ad un concerto. La gente ci guardava e sapevo che lo stava facendo ma in gruppo sembrava che la cosa non ci desse tanto fastidio.

«Sapete ragazze... Ogni tanto dovremmo andare anche noi a qualche festa e divertirci.»

«Divertirci come?» chiese Charlie incuriosita e Rue ammiccò. «Ormai siamo grandi. Dovremmo farci invitare anche noi da qualcuno di popolare.»

«Possiamo organizzare qualcosa noi!»

«Una festa a casa di Emily.»

«Si, a casa di Emily!»

Io le guardai un po' scioccata.«Siete impazzite?!» Ovviamente le idee più strambe venivano sempre a Rue e Jane. «I miei mi ammazzerebbero.»

«Andiamo, Emily! I tuoi non si sono mai lamentati tutte le volte che abbiamo fatto i pigiama party insieme perché dovrebbero dire no ad una festa.»

«Perché hanno sempre detto no a Will, cosa ti fa pensare che direbbero si a me?»

«Ma Will è Will e tu sei tu.»

Non aveva nessun senso quello che Jane disse ma Rue provò a spiegarsi meglio. «I tuoi sanno che sei responsabile e si fidano di te. Sono sicura che se affidata a te la festa diranno di si. E poi a scuola se diciamo che il mega party si tiene a casa di Will Haines sono sicura che molta gente verrà.»

«Molta gente?»

La cosa iniziava a farmi paura. Quelle due avevano in mente qualcosa di diabolico e già lo sapevo. «Guarda come ci stiamo divertendo stasera. Una festa organizzata da Emily Haines sarebbe il massimo.» E adesso cercavano anche di comprarmi con le lusinghe. Cosa che, ahimè, funzionava spesso. «Ci devo pensare.» dissi e loro esultarono come se avessi già detto si.

***

A fine serata aspettamo Rachel fuori dal locale sudate e un po' stanche. Ci eravamo date alla pazza gioia ma adesso avevo solo voglia di farmi una doccia e di finire dritta dritta sotto le coperte del mio amatissimo letto. Charlie accanto a me sbadigliò. «È stata una bella serata.» mi confidò e io risposi altrettanto contenta: «mi fa piacere che tu ti sia divertita.»

«Ragazze!»

Rachel ci raggiunse tutta trafelata e ci abbracciò una ad una ringraziandoci nuovamente di essere venute. Noi non potemmo fare altro che complimentarci. «È stata una bellissima serata.»

«Ci siamo divertite un sacco.»

«Dovremo rifarlo.»

E mentre avveniva quello scambio di battute non ci accorgemmo che ci avevano raggiunto il resto della band.

«Rachel ci aveva detto che eravate esuberanti ma stasera siete state magnifiche! Ci avete fatto sentire delle star.» ci disse Raja non appena ci fu di fronte. Accanto a lui c'era Jason ma del ragazzo nuovo nessuna traccia. «È stato tutto merito vostro. Ci avete fatto divertire tantissimo.»

«E il bassista?» fu la prima cosa che mi venne da chiedere. «Ray, dici? Eccolo che arriva.»

Mi sentivo un po' una stupida per essermi lasciata sfuggire la domanda così ma poi vidi arrivare Ray e non ci badai neanche più. Era un ragazzo non troppo alto ma neanche troppo basso, che veniva nella nostra direzione sapendo di avere lo sguardo di tutte noi puntato addosso eppure non sembrava esserne intimidito. Aveva una sigaretta tra le labbra da cui stava aspirando e si era sbottonato  la camicia facendo intraverdere un fisico snello e asciutto nonché un moltitudine di tatuaggi che gli arrivavano fino al collo. I due tatuaggi che avevo intravisto oggi sul braccio di Derek non erano nulla in confronto. Ray si fermò davanti a noi, si spostò i capelli  dal viso e ci accennò un sorriso accattivante. Era bello da togliere il fiato, pensai.

«Come mai mi guardate tutte?»

«Emily si stava chiedendo dove fossi.»

Emily ero io. I suoi occhi di un azzurro chiarissimo, finirono per incrociare i miei. Ebbi un sussulto e mi sentii incapace di proferire parola, come se fossi stata scoperta a fare una cosa che non dovevo fare. Tipo chiedere dove fosse uno sconosciuto.

«Emily sei tu quindi.» e mi tese la mano. Gliela strinsi sudando e chiedendomi che cosa volesse dire con quel Emily sei tu che suonava come se già avesse sentito parlare di me.

«Voi due già vi conoscete?» anche Rachel doveva aver pensato la stessa cosa. Sia io che Ray negammo. Ero abbastanza sicura di non averlo mai visto prima.

L'attenzione del ragazzo tatuato si spostò sulle mie amiche. «Non credo che ricorderò tutte i vostri nomi però ci provo. Io sono Ray comunque.» Alla fine delle presentazioni il cellulare mi squillò per qualche secondo perciò lo estrassi per vedere un messaggio di mio padre. Mi diceva che era arrivato e che ci stava aspettando.

«Rachel noi dobbiamo proprio andare. Mio padre è appena arrivato.»

«Va bene. Andate pure, ci becchiamo domani a scuola.»

Salutammo anche gli altri e infine ce ne andammo. Quando giungemmo davanti alle strisce per attraversare mi voltai un solo secondo e beccai Ray fare lo stesso. I nostri sguardi si incrocariono per un breve secondo prima che Charlie mi prendesse a braccetto per trascinarmi via. «Emily ma dov'è che guardi? Di qua dobbiamo andare.»

   
 
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