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Autore: hart    03/11/2022    0 recensioni
Regina stringe un accordo con l'Oscuro per sfuggire alla vita che sua madre ha progettato per lei, ma di certo non pensava di finire in un mondo così bizzarro...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Emma devi andare via.»
Si alzò con lei, allarmata, cercando di capire cosa stesse succedendo. 
«Cosa? Perchè?»
«Scappa adesso» le gridò spingendola verso il cavallo.
Ma Emma non si mosse. La luce si intensificò per un istante, ne uscì una figura. Emma sentì un brivido percorrerla e si piazzò davanti a Regina, che tremava terrorizzata.
«Vattene» la strattonò.
Emma rimase davanti a lei mentre una donna, furiosa, le raggiungeva. 
«Cosa credevi di fare?» urlò contro Regina. Fece per avvicinarsi ma Emma era sulla sua traiettoria e la spintonò all'indietro. La donna barcollò, agitò una mano in aria pronta a colpirla.
«Madre no» Regina si mise davanti ad Emma «Non lei, non lo farai di nuovo.»
Emma la spinse indietro, nonostante fosse sbalordita da quello che aveva appena visto. Regina le aveva sempre detto la verità e lei non le aveva creduto.
«Non può farmi niente» disse, fissando Cora con rabbia. «E non può fare niente neanche a te.»
«Non sai di cosa sia capace.»
Cora cercò di scansare Emma ma quando lei alzò un pugno si fermò, guardandola come se fosse un pezzetto di sterco. 
«Cosa credi di fare, ragazzina?»
«Ti spacco la faccia se non la lasci in pace, quindi vedi di sparire!»
«Emma no» Regina si mise davanti a lei, gli occhi colmi di lacrime «Vattene» le ripetè.
Emma abbassò lo sguardo su di lei e scosse la testa. 
«Sei libera Regina, non darle ascolto.»
Cora guardò la figlia. 
«Ti accompagni a questa gentaglia adesso?»
«Lei non c'entra, non sa nulla, non... farle del male» la supplicò con gli occhi colmi di lacrime.
«Regina, non può farmi niente.»
Cora sorrise con rabbia. 
«Torna a casa e la lascerò alla sua miseria.»
«Se non le farai del male, farò tutto quello che vuoi» acconsentì la ragazza.
«Regina no! Non può farmi niente!» disse Emma cercando di intercettare il suo sguardo.
Cora allungò la mano verso la figlia.
«Non posso rischiare la tua vita.» Regina sollevò la testa e la guardò con un sorriso triste sul viso e poi si avvicinò a sua madre.
«Non stai rischiando niente!»
Cora la tirò verso il portale.
Regina la guardò in lacrime mentre svaniva in un piccolo vortice.
 
 
 
Emma saltò nel portale un attimo prima che si chiudesse. Non riusciva a credere ai suoi occhi, era davvero finita in un altro mondo. Di colpo si ritrovò in mezzo a una foresta da sogno, un enorme castello che occhieggiava tra gli alberi. Forse era impazzita ma non le importava. Doveva salvare Regina.
Cora trascinò Regina a palazzo e poi dal re. Aveva raccontato a tutti che la figlia era stata rapita e quindi l'avevano cercata ovunque.
Emma si ritrovò a seguirle di nascosto ma rimase tra gli alberi che circondavano il castello.
 
---
 
Regina era nel giardino, il re aveva organizzato una festa per il suo ritorno e per celebrare l'imminente matrimonio. Alla fine era tornata al punto di partenza. I suoi pensieri andavano a Emma, almeno adesso sapeva che non era pazza. Si sfiorò le labbra con le dita pensando a quell'unico bacio che si erano scambiate. A quei giorni passati con lei, alla libertà che aveva assaporato anche se per poco.
Si sedette vicino alla piccola fontana. Sospirò mentre le immagini di quei momenti passati con Emma le passavano davanti agli occhi.
 
 
Emma si infilò nelle stalle e rubò un mantello, poi entrò nel castello, mescolandosi ai servitori finché non si ritrovò in un giardino. Un sorriso apparve sul suo volto quando la vide e le si avvicinò di soppiatto, nascondendosi dietro ad un cespuglio di rose. 
«Ehi! Regina!» sussurrò.
«Emma?» la voce di Regina era incredula.
«Sono qui!»
Regina si avvicinò a lei ma poi si fermò.
«Devi andare via d qui» sussurrò terrorizzata ma emozionata allo stesso tempo.
«No, sono venuta per te! Torna indietro con me!»
Regina le sorrise tristemente.
«Non posso fuggire da questo, mi ha trovata anche lì e non voglio che tu ti faccia del male, non potrei sopportarlo di nuovo. Torna a casa.»
Emma si sollevò leggermente per guardarla negli occhi. 
«Non me ne vado senza di te.»
«Dovrai farlo, domani mi sposo.»
Emma si irrigidì.
«Non farlo. Tua madre non può farci niente nel mio mondo! Possiamo scappare insieme!»
«Mi ha trovato e lo farà ancora, ha già ucciso Daniel non le permetterò di farlo anche con te.»
«L'ha ucciso con la magia, giusto?»
«Si.»
«Nel mio mondo la magia non c'è. Siamo al sicuro lì.»
«Ma è arrivata fin lì.»
«Sì, e allora? Tanto non può fare niente! È solo una persona su sette miliardi.»
«Emma tu non la conosci, è troppo pericoloso» insistette Regina.
«Non mi interessa, Regina. Vieni con me, io... lo so che non ho molto da offrire, ma di sicuro è meglio che stare qui e sposare un vecchio.»
Regina le strinse le mani.
«Mi hai dato tutto, i giorni con te sono stati meravigliosi ma se ti succedesse qualcosa io... non posso Emma.»
«E io non posso permettere che succeda qualcosa a te» rispose guardandola negli occhi.
Regina le accarezzò il viso.
«Ti amo Emma.»
Quelle parole la colpirono come un'onda d'urto, lasciandola senza fiato. Non credeva che avrebbe mai sentito qualcuno pronunciarle per lei. E non credeva che avrebbe mai provato tanto per qualcuno. Lo aveva sognato, certo, ci aveva sperato, ma non si era mai voluta illudere. 
«Ti... ti amo anch'io» disse in un soffio.
Regina la strinse.
«Ed è per questo che devi andare via» ripetè spingendola leggermente.
Scosse la testa e le prese il viso tra le mani. 
«Non vado da nessuna parte senza di te, te l'ho detto. O vieni via con me, o resto qui con te.»
«Ti ucciderà, Emma domani devo sposarmi, se il re sapesse... ti farebbe tagliare la testa.»
Si strinse nelle spalle.
«Meglio andare via adesso allora, no?»
«Non saprei come, ci troverebbero ovunque.»
«Sì ma anche se ci trovano che possono fare? Che vengano a Boston, ce ne andremo a New York o da qualche altra parte! Una volta che saranno nel mio mondo saranno fregati, non è così facile trovare qualcuno lì, credimi.»
«C'è riuscita una volta e la prossima volta potrebbe avere la magia, non sappiamo cosa potrebbe fare.»
«Lo so che non ti lascerò sposare quel figlio di puttana. Vieni con me, ti prego.»
Regina annuì e la strinse di nuovo.
«Che sta succedendo qui?» il re era alle sue spalle.
Emma le diede un colpetto dietro alle ginocchia e la sostenne. 
«Un colpo di calore, basta che si sdrai un attimo lì all'ombra.» Poi notò la corona e l'età. «Maestà» aggiunse. 
Regina si sedette, mentre il re si avvicinava a lei.
«Dovreste riposare, avete vissuto un momento traumatico ma adesso siete al sicuro e domani sarete la mia regina.»
Emma la sventolò con un lembo del mantello, rimanendo in silenzio a forza.
«Andate nelle vostre stanze» si girò verso Emma «E voi accompagnatela e assicuratevi che si riprenda.»
Emma annuì, tutta seria. 
«Ma certo.»
Regina le fece strada fino alle sue stanze.
«Vieni, prima che mia madre ti veda.»
Emma sorrise tra sé mentre la seguiva nascondendo il viso sotto al cappuccio.
Richiuse la porta alle sue spalle.
«Ecco, qui dovremmo essere al sicuro per un po'.»
Emma si abbassò il cappuccio e la guardò. 
«Allora, ce ne andiamo?»
«Non so come.»
«Come hai fatto la prima volta?»
«Ho invocato un mago ma non è buono e non penso mi aiuterebbe ancora.»
«Se non c'è un altro modo, tanto vale provare.»
«Rumplestik» chiamò.
Il Signore Oscuro apparve alle loro spalle con una risata.
«Ma guarda chi si rivede.»
«Aiutaci ti prego» lo implorò Regina.
Emma saltò all'indietro, spaventata dal suo aspetto. Rumplestiltskin inclinò la testa di lato e lei fece un altro mezzo passo all'indietro. 
«Oh, il giovane cigno ha paura... Non temere, Emma, non ho alcun interesse a farti del male.»
Emma era pallida come un lenzuolo.
«Come sai il mio nome? E...»
«E il cognome che ti sei scelta?» le chiese lui facendo un passo verso di lei, ma Emma indietreggiò ancora e sbatté i polpacci contro il letto. «Tu sei importante, Emma.»
«Come fai a conoscerla?»
Lui le rivolse un sorriso.
«So molte cose, mia cara. Ma dimmi, perché mi hai chiamato?»
«Voglio che mi aiuti di nuovo, farci tornare nel mondo di Emma.»
Lui rise. 
«E perché dovrei?»
Emma si intromise, rimanendo a distanza. 
«E perché non dovresti?»
Lo stregone rimase in silenzio per un po', poi rise di nuovo, stavolta di cuore.
«Cosa vuoi in cambio?»
«Perchè tutto ha un prezzo, mia cara» rispose a Emma, e poi si rivolse a Regina. «Tu non hai più niente da offrirmi» disse prima di guardare di nuovo Emma. Il suo sguardo la spaventò. «Tu sì, invece.»
«Cosa vuoi?» gli domandò. 
«Conoscerai un ragazzo, un giorno. Dovrai portarlo da me.»
Emma aggrottò la fronte.
«E come farò a...»
«Lo saprai.»
Le fu davanti in un lampo, le prese la mano. Lei cercò di ritrarla ma lui la tenne ferma e le mise un oggetto nel palmo, un pendente di bronzo con una pietra biancastra incastonata nel mezzo.
«Dagli questo, quando lo vedrai.»
Regina lo guardò confusa.
«Che ragazzo?»
Lui le rivolse uno sguardo improvviso e irritato. 
«Un ragazzo!» sbottò. E poi piantò di nuovo gli occhi inumani su Emma, che deglutì. «Lo farai?»
Lei annuì freneticamente. Rumplestiltskin sorrise. 
«Splendido!»
«Chi è questo ragazzo? » insistette.
«Solo un ragazzo! Deve dargli una collana, non mi sembra difficile, principessa!» urlò lui, facendo sobbalzare Emma.
«Le farà del male? È pericoloso? Non rischierò la sua vita.»
«Non le farà niente» sibilò.
«Per me va bene, Regina, è una cosa semplice. Lo vedo, gli do la collana e addio, giusto?»
Rumplestiltskin si sforzò di sorriderle.
«Esatto.»
«C'è sempre qualcosa dietro con lui.»
Si voltò di scatto verso di lei. 
«L'accordo è stretto, Principessa. Buon viaggio» disse prima di aprire il portale.
Regina strinse la mano di Emma, spaventata
Emma cerco di sorriderle per incoraggiarla. 
«Andiamo.»
Regina annuì e le strine lai mano, si incamminarono verso il portale e si ritrovarono di nuovo al laghetto.
«Mi dispiace.»
«Di cosa?»
«Per mia madre, per essermi dovuta venire a salvare.»
Rise.
«E di cosa ti stai scusando? È stata una mia scelta.»
«Non avresti dovuto, poteva ucciderti.»
«Non mi importa, sono qui e ora dobbiamo andarcene!»
«Sì» si guardò intorno, in ansia.
«E allora muoviamoci!» la prese per mano e cercò di tirarla via
la seguì ma era terrorizzata.
La portò ai cavalli e fece del suo meglio per rimontare in sella
riportò il cavallo fino al maneggio e scese per poi aiutare Emma che smontò con un po' di difficoltà reggendosi a lei
«Adesso che facciamo?»
Emma la guardò
«Andiamo a casa?»
«Va bene.»
 
 
Un anno dopo
 
Regina stava spazzolando un cavallo quando due braccia le circondarono la vita, emise un piccolo gridolino.
«Mi farai venire un infarto prima o poi» disse girandosi verso Emma che le sorrideva. Un secondo dopo le loro labbra erano unite in un bacio.
«Come va con Maximus?» chiese Emma.
«Molto bene, è diventato proprio bravo» rispose accarezzando il manto bianco del cavallo, che rispose con uno sbuffo e una scodinzolata.
«Scusate?» Entrambe si voltarono e videro un ragazzo salutarle con un gesto goffo. Emma si irrigidì, c’era qualcosa di familiare nei suoi occhi.
«Benvenuto, avevi prenotato?» chiese Regina con un sorriso.
«Sì, sono Neal.»
«Piacere, io sono Regina e lei è Emma.»
Emma si avvicinò al ragazzo e lo scrutò per qualche secondo, poi gli indicò i box dei cavalli.
«Ti faccio conoscere Golia» disse «Così fate amicizia.»
Mentre il ragazzo si voltava per raggiungere la stalla, gli fece scivolare la collana nella tasca della giacca.
   
 
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