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Autore: Ghost Writer TNCS    05/11/2022    2 recensioni
Da sempre le persone hanno vissuto sotto il controllo degli dei. La teocrazia del Clero è sempre stata l’unica forma di governo possibile, l’unica concepibile, eppure qualcosa sta cambiando. Nel continente meridionale, alcuni eretici hanno cominciato a ribellarsi agli dei e a cercare la verità nascosta tra le incongruenze della dottrina.
Nel frattempo, nel continente settentrionale qualcun altro sta pianificando la sua mossa. Qualcuno mosso dalla vendetta, ma anche dalla volontà di costruire un mondo migliore. Un mondo dove le persone sono libere di costruire il proprio destino, senza bisogno di affidarsi ai capricci degli dei.
E chi meglio di lui per guidare i popoli verso un futuro di prosperità e progresso? Chi meglio di Havard, figlio di Hel, e nuovo dio della morte?
Questo racconto è il seguito di AoE - 1 - Eresia e riprende alcuni eventi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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25. La partenza

«Siamo qui per svolgere una missione importante, e ritengo che un’alleanza tra noi porterà giovamento a tutti quanti» affermò Shamiram in tono amichevole ma anche autorevole. «Appena sarà possibile, vorrei discuterne con te in privato.»

Havard aveva capito subito che l’umana che aveva davanti era una strega molto potente – abbastanza da impensierire perfino un semidio come lui – tuttavia le sue parole erano sincere. Anche l’elfo aveva un’aura particolarmente intensa, tipica di chi ha già compiuto grandi imprese. Il goblin invece aveva tutta l’aria di essere una persona normalissima, come se non avesse nulla a che fare con gli altri due, e che si trovasse lì per caso.

«D’accordo» annuì il pallido. «Qualcuno porti una sedia alla nostra ospite, gli altri possono uscire.»

«Ehi, mi raccomando» disse D’Jagger[18] a Shamiram, «ricordati di Freyja[19]

L’umana lo congedò con un annoiato gesto della mano piena di anelli.

«Ti prego di non fare caso a quel tipo, la sua presenza non era prevista» affermò una volta sola con Havard.

«Non c’è problema, ho avuto a che fare con soggetti molto più problematici. Dunque, come mai siete qui? Siete di Meridia?»

«No, non siamo di Meridia. Né di nessuna delle terre che conosci. E siamo qui per due motivi. Il primo che è che dobbiamo recuperare un’arma. Il secondo, nonché il motivo principale, è evitare che i vostri scontri causino reazioni ancora più violente da parte del pianeta.» Lo fissò con sguardo serio. «Immagino te ne sarai accorto ormai, comunque la magia degli dei e quella delle vostre bacchette sta causando degli squilibri, e se non vi fermate i cataclismi diventeranno ancora più violenti.»

«So quanto sia importante preservare la stabilità del tessuto magico del pianeta, ma non intendo rinunciare ai miei obiettivi.» Anche Havard parlava in maniera sincera ma decisa. «Devo porre fine all’egemonia degli dei, o questo mondo non riuscirà mai a progredire.»

«Rispetto i tuoi ideali, ma se continuate così, non ci sarà nessun popolo da far progredire. Il terremoto di oggi è niente in confronto a ciò che può accadere in futuro.» Allargò leggermente le mani. «Ma in tutta onestà non intendo imporre una visione esterna sulla vostra politica interna. Ho visto innumerevoli regni sorgere e cadere, quindi la vostra sorte mi tocca fino a un certo punto. Se le cose si metteranno davvero male, faremo in modo di salvare il salvabile. Quindi nel frattempo vorrei il tuo aiuto per trovare l’arma di cui ti parlavo. Oh, e c’è anche la “questione Freyja”, ma di lei possiamo discutere dopo.» Liquidò l’argomento con un gesto altezzoso e si piegò leggermente in avanti. «Hai mai sentito parlare dell’Ascia di Parashurama[20]

Havard rimase un po’ stupito della rapidità con cui Shamiram era passata dal discutere della salvezza del mondo, alla ricerca di un’ascia, ma tutto sommato era sollevato che una strega così potente non fosse intenzionata ad agire contro di lui per fermare la guerra.

«Temo di non averla mai sentita. Perché è così speciale?»

«Per farla breve, è un’arma in grado di uccidere un dio, e probabilmente è stata utilizzata per uccidere tua madre.»

A sentire quelle parole, il figlio di Hel serrò per un attimo i pugni. Portò una mano al suo teschio di corvo. «Allora forse so dove potete cominciare a cercarla: a Kandajan, la città dove vive l’assassina di mia madre.»

Shamiram annuì. «È un inizio, ti ringrazio. Hai una mappa dove mostrarmi la sua posizione?»

Il pallido annuì. Mentre le indicava come raggiungere la città, le diede anche altre informazioni sull’assassina di Hel, nonché attuale governatrice di Kandajan.

«Se la trovate, vi sarei grato se la portaste da me invece di ucciderla» concluse Havard. «Devo assicurarmi che la sua anima finisca nel mio regno infernale.»

«Questa non è la nostra guerra e dobbiamo evitare di intervenire dove possibile, ma terrò a mente la tua richiesta.»

Il figlio di Hel annuì.

«Ora, se non ti dispiace, farei entrare il bom- il goblin per discutere anche della faccenda di Freyja.»

«D’accordo. Mando qualcuno a chiamarlo.»

«Non ce n’è bisogno, sono sicura che è qui fuori a origliare. Ehi, bombarolo, puoi entrare adesso!»

Come volevasi dimostrare, poco dopo il diretto interessato scostò i lembi che chiudevano l’ingresso.

«Non stavo proprio origliando, siete voi che parlate ad alta voce…» ci tenne a precisare D’Jagger, sempre in compagnia della sua piccola fata.

L’occhiataccia dell’umana lo convinse a cambiare argomento.

«Ma parliamo di Freyja! È stata rapita alcuni giorni fa dal pianeta su cui ci trovavamo e a quanto ho capito adesso sta combattendo per i religiosi. Ma sono sicuro che le hanno fatto il lavaggio del cervello, perché una come lei non prenderebbe mai parte a una guerra! Ha i capelli blu e la pelle verde chiaro, gli occhi rossi, le lentiggini, le tette grandi… Ah, ed è parecchio forte, quindi di sicuro si sarà fatta notare. Sempre contro la sua volontà, eh!»

Havard rifletté un momento. «Non ho mai incontrato un’orchessa che corrisponde alla tua descrizione, ma ho ricevuto dei rapporti riguardo a un’orchessa che sta dando del filo da torcere ai miei uomini sul fronte più a nord. Dicevano che è molto forte ma non usa magie, potrebbe essere lei?»

«Potrebbe! Sì! Dove si trova questo fronte?» Si voltò verso Shamiram. «Possiamo andarci subito!»

Il figlio di Hel prese un’altra mappa per indicare l’area degli scontri.

«Se davvero è così forte, allora mi farete un favore a salvarla. E dato che ci siete, potreste anche dare una mano ai miei uomini per velocizzare la fine delle ostilità, così da evitare che si verifichino altri cataclismi.»

«Bel tentativo» gli concesse Shamiram. «Andiamo, bombarolo» proseguì rivolta a D’Jagger.

«Un momento» li fermò Havard. «Voglio che qualcuno dei miei venga con voi, così da poter spiegare la situazione alle mie truppe.»

«E per tenerci d’occhio» intuì l’umana.

«Non lo nego.»

«Beh, non se ne parla.»

«Se dobbiamo collaborare, devo potermi fidare di voi. Fornirò io i monoceratopi e le provviste, voi non dovrete occuparvi di nulla.»

«Cosa ti fa pensare che siamo arrivati con dei monoceratopi?»

«Un drago allora.»

Shamiram scosse il capo. «Sbagliato di nuovo.»

«Emh, scusate» intervenne D’Jagger. «Posso scambiare due parole con l’illustre signora?»

Havard fece un cenno di assenso e si allontanò.

«Perché non prendiamo un orco a caso?» chiese il goblin. «Cosa ce ne frega?»

«Ce ne frega che qui la gente non va in giro con un’astronave, genio!»

«E allora? Quando siamo arrivati lo sparaflashi con la tua magia e siamo a posto. Puoi farlo, no? Mi hai mai sparaflashato?»

Shamiram sospirò con disappunto. «Avrei dovuto farlo.» Detto ciò richiamò Havard. «Grazie per l’attesa. D’accordo, uno dei tuoi orchi può venire con noi. Ma che sia uno che si è lavato almeno una volta nell’ultima settimana.»

Il pallido ci mise un istante per annuire. Si diresse verso l’uscita, dove nel frattempo si era formata una piccola calca. E per la prima volta fece caso all’odore penetrante che riempiva l’aria.

Aveva molti guerrieri fedeli, ma restavano comunque gente piuttosto rozza, e aveva già capito che Shamiram non era una persona particolarmente paziente. Reton era uno dei più intelligenti e diplomatici, tuttavia non voleva privarsi del suo vicecomandante. E in ogni caso aveva qualcun altro in mente.

«Tenko, Zabar, Icarus.»

I due demoni e il faunomorfo, che già si trovavano tra la folla, si fecero avanti.

«Voi tre andrete con loro» ordinò accennando ai nuovi arrivati.

Tenko parve prendere piuttosto bene la notizia, e anche Zabar sembrava stupito ma al tempo stesso incuriosito da una simile opportunità. Il più perplesso era forse Icarus, ma era difficile leggere la sua faccia da mercante.

Shamiram si avvicinò a Havard. «Scusate un momento» disse ai tre prima di rivolgersi al figlio di Hel: «Credevo di aver detto uno

«Sono quelli che puzzano meno» le assicurò il figlio di Hel a bassa voce. «E loro viaggiano in gruppo. Fidati, non vi daranno problemi.»

Forse Icarus era riuscito a sentirli, infatti si schiarì la voce e prese la parola: «Sommo Havard, se non vi dispiace, vorrei restare per lavorare con gli altri fabbri-alchimisti. Stiamo facendo grandi progressi, e sarei davvero felice di continuare le mie ricerche qui. Spero che i nostri ospiti capiranno.»

«Certamente» annuì Shamiram in tono affabile.

«Emh, e per il traduttore?» chiese Zabar al faunomorfo.

«Ho motivo di credere che i nostri ospiti potrebbero averne uno» affermò Icarus con un sorrisetto d’intesa in direzione dell’umana.

«Può darsi» confermò lei. «Dunque è deciso. Voi due, spero non abbiate molti bagagli, perché in quel caso dovrete lasciarli qui. Bombarolo, vai con loro, noi vi aspettiamo fuori.»

Il goblin si limitò a un mugugno d’assenso.

«È stato un piacere, Havard, ma ora dobbiamo proprio andare.»

«Il piacere è stato mio, Shamiram.»

Il figlio di Hel e Sigurd si scambiarono un rispettoso cenno di saluto, dopodiché l’umana e l’elfo si allontanarono nel varco che si era aperto tra la folla. Anche la fata andò con loro: evidentemente disprezzava la puzza più di quanto apprezzava la compagnia del goblin.

«Cosa fate ancora qui?» sbottò Havard rivolto ai suoi guerrieri. «Tornate ai vostri compiti. La riunione con i capitani riprenderà tra poco.»

Dettò ciò il figlio di Hel tornò nella sua tenda. Solo Nambera si azzardò a seguirlo, tutti gli altri sciamarono via.

«Scusa l’intrusione» iniziò l’orchessa. «Volevo chiederti… quei tre non sono di “qui”, vero?»

Il pallido rimase in silenzio, e l’anziana orchessa capì che stava inviando un messaggio telepatico a qualcuno.

Dopo alcuni lunghi secondi, finalmente Havard si voltò. «No, decisamente no.»

«Cosa faremo se ne arriveranno altri?»

«Cosa vuoi che faccia? Sconfiggere gli dei è difficile, ma combattere contro quella gente…» Scosse il capo.

Nambera gli poggiò delicatamente una mano sul braccio, come per fargli sentire la sua vicinanza.

«Se posso, avrei anche un’altra domanda. Più una curiosità a dire il vero.»

Havard annuì.

«Perché hai scelto proprio quei due? Non era meglio mandare Reton? O me? Non che mi dispiaccia restare qui con te» si affrettò a precisare.

«Zabar è leale e affidabile, e per il momento mi ha fornito abbastanza draghi. Tenko… beh, lo sai. Piuttosto mi chiedevo se Icarus sarebbe andato con loro, e a quanto pare gli esperimenti dei fabbri-alchimisti gli stanno molto a cuore. Forse è il caso di controllare meglio cosa stanno davvero facendo…» Rimase un attimo pensieroso. «E comunque non potevo certo mandarti con loro: poi cos’avrei mangiato?»

L’anziana orchessa ricambiò il suo sorriso. Non tanto per la battuta in sé, ma per il semplice fatto che il suo protetto era ancora in grado di ritrovare un po’ di leggerezza nonostante il peso della guerra che gravava sulle sue spalle.

«È meglio che torni dagli altri guaritori. Ti lascio alla tua riunione.»

Mentre Havard e Nambera discutevano, Tenko aveva consegnato a Icarus il bracciale, e D’Jagger aveva fatto qualcosa utilizzando un suo dispositivo.

«Così se volete potrete parlare con lui anche se siamo lontani» aveva spiegato.

Detto ciò, si erano congedati dal faunomorfo – che era tornato al lavoro con gli altri fabbri-alchimisti – e si erano avviati insieme al goblin.

«A proposito, posso chiedervi dove avete trovato quel bracciale? Mi è sembrato un modello piuttosto vecchio, siete fortunati che funziona ancora. Eeh, non fanno più i device di una volta!»

«L’abbiamo trovato sottoterra» gli spiegò Zabar. «Probabilmente si è conservato così bene perché si trovava in un ambiente chiuso.»

«Tipo una custodia?»

«Più tipo una tomba in realtà» ammise il demone sforzandosi di sorridere.

«Quindi siete dei tombaroli. Fico!»

«Non…! Non siamo tombaroli!» ci tenne a precisare l’ex chierico, preoccupato che una simile insinuazione potesse prendere piede. «Stavamo cercando indizi sul passato di questo mondo, e l’abbiamo trovato.»

«Ah, ok, quindi siete più… archeologi. Che è un po’ la stessa cosa, ma più professionale.»

Zabar sembrava confuso. «Immagino di sì.»

Una volta preparati i loro pochi bagagli e assegnata la viverna di Tenko a un altro cavaliere, i due demoni seguirono il goblin fuori dal campo.

«Dunque voi che animali usate per viaggiare?» domandò Zabar.

D’Jagger si fermò e gli sorrise allegramente. «Chi ha mai parlato di animali?»

Lo stupore dei due demoni si trasformò in pura incredulità quando si udì un leggerissimo suono e dal nulla si aprì il portellone di un’astronave occultata.

«Prego, dopo di voi» li invitò il goblin. «Mi raccomando, non sporcate in giro, non toccate niente, non parlate, e possibilmente evitate anche di respirare: a Sua Maestà non piacciono le persone. O forse sono proprio io che non le piaccio, ma mi sembra improbabile.»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

È successo finalmente: Tenko e Zabar sono partiti insieme a D’Jagger e compagnia per andare a salvare Freyja (e trovare l’Ascia di Parashurama e salvare il mondo, ma una cosa per volta :P).

Intanto, grazie al discorso tra Havard e Shamiram, veniamo anche a sapere qualcosa di più sui cataclismi che si sono verificati di recente, che non sono causati dagli dei, ma bensì dal pianeta stesso che percepisce gli scontri come una minaccia e cerca di difendersi. Di sicuro il pallido non si fermerà, e tantomeno gli dei, quindi non è da escludere che Shamiram e soci dovranno davvero intervenire per evitare il peggio.

Ma ci sarà tempo per tutto questo, per ora Tenko e Zabar sono già abbastanza sorpresi dal fatto di trovarsi su un’astronave XD

Come sempre grazie per essere passati e a presto ^.^


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[18] D’Jagger è uno dei personaggi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.

[19] Freyja è uno dei personaggi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.

[20] Parashurama è una delle dieci incarnazioni del dio induista Visnù. La sua arma è un’ascia da guerra.

   
 
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