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Autore: Ely_Pommy    05/11/2022    0 recensioni
Questo come ogno racconto di questa rubrica fa parte di una serie di storie scritte per tik tok, dove mi venivano fornite 5 parole ed io ne ricavavo un breve racconto. A voi e alla vostra fantasia immaginare il seguito e l'antefatto di questi fotogrammi, questi frammenti di vita dei vari personaggi.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse erano i colori di cui si tingevano gli alberi, forse era l’odore che si respirava dopo la pioggia, forse era il vedere le foglie staccarsi dai propri rami e fluttuare fino al suolo mosse dal vento come ballerine folli, ma comunque per Davide l’autunno era da sempre la sua stagione preferita.
Quel pomeriggio percorreva la stessa via di sempre che lo portava da casa alla palestra.
La borsa con i testi universitari era stata sostituita da una sacca con tutto il necessario per il suo solito allenamento.
Quel giorno però, c’era qualcosa di diverso nell’aria, qualcosa che non gli permetteva di ascoltare la musica che aveva nelle orecchie con la solita spensieratezza.
Se ne accorse quando sul viale principale del suo paesino, seduti su una panchina di legno, vide una coppia di anziani: la mano di lui che un tempo doveva esser stata forte, formata nei campi e ora segnata dal tempo, sembrava proteggere con delicatezza quella di lei. Davide non potè fare a meno di sorridere constatando che lei guardasse il marito come fosse una ragazzina innamorata.
Davide provò qualcosa che non aveva mai provato prima, qualcosa che pensava di non poter provare: la stessa amara sensazione di quando ci si sente soli: sentì tutto il freddo di quel mese d’ottobre.
Aveva sempre riempito la sua vita di impegni, di libri, di tutto in quegli anni ed era amaro constatare che in tutto quel riempire, una parte era rimasta vuota.
Mentre i pensieri lo attanagliavano, qualcosa lo fece cadere a terra, mentre un paio di occhiali finì davanti alle sue ginocchia.
Li raccolse, si girò e notò che appartenessero a un ragazzo: doveva avere la sua stessa età, ma appariva più esile, più impacciato e in qualche modo… sì non c’era altro modo per descriverlo: affascinante.
Davide tolse le cuffie e pulì sommariamente gli occhiali e si rivolse verso il giovane impegnato a raccogliere il contenuto dei sacchetti della spesa, che si era riversato al suolo.
«Penso che con questi sarà più facile vedere cosa ti è caduto» disse Davide porgendogli gli occhiali.
«Grazie -disse il ragazzo prendendoli con delicatezza e sistemandoseli addosso- perdonami, ho sopravvalutato la tenuta di queste buste riciclabili.»
«Già, fanno impazzire anche me» rispose Davide ridendo
«Comunque piacere, Giacomo» disse il giovane ancora in ginocchio, allungando una mano
«Davide» rispose l’altro stringendogliela
Uno strano senso di calore riscaldò Davide, fino in profondità, infiammandogli le guance.
Una sensazione che lo portò a dire, dopo un colpo di tosse che nascondesse l’imbarazzo: «Penso che senza più i sacchetti sarà un’impresa portare quella roba, posso aiutarti?»
«Mi faresti un favore, grazie» disse Giacomo mentre anche le sue gote prima pallide, cominciarono a prendere colore.
«Dove abiti?»
«Nel condominio in fondo alla strada»
«Davvero? Anche io! Aspetta sei tu il tizio che ha preso l’appartamento in affitto dei De Carli?»
«Sì, esatto»
«Allora sei di fianco a me, che coincidenza!»
«A quanto sembra!»
«Già» i due risero e si incamminarono insieme, felici del nuovo incontro e forse di un nuovo inizio.
Davide si disse che forse quel giorno la palestra poteva aspettare e forse, non solo quel giorno.
   
 
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