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Autore: MaryFangirl    06/11/2022    1 recensioni
Camilo non ha mai pensato di conoscere suo zio Bruno. Gli è stato insegnato che Bruno è un orco, più una leggenda che un membro della famiglia. Quando Bruno torna, Camilo scopre che non è affatto come pensava che fosse. Questo Bruno, quello vero, è gentile e serio, goffo e desideroso di compiacere, e un partner ideale per guardare telenovele.
Camilo inizia a preoccuparsi quando la sua amicizia con lo zio gli fa pensare che ci sia qualcosa di più tra loro.
[Bruno/Camilo]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Bruno Madrigal, Camilo Madrigal, Dolores Madrigal, Mirabel Madrigal
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: Incest
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La prima cosa che Camilo fece quando si svegliò fu andare nella stanza di Bruno. In parte voleva controllare e assicurarsi che fosse tutto reale, ma soprattutto che Bruno fosse convinto. La sera prima era stata la più bella della sua vita, ma sarebbe tutto crollato se Bruno avesse avuto dei rimpianti.
 
Cercò di non permettere ai nervi di avere la meglio quando bussò. La sera precedente aveva vissuto così tante emozioni da pensare di essere troppo esausto per essere spaventato, ma il cuore gli batteva nel petto come un martello pneumatico. Bruno gli aveva rivelato così tanto che era difficile assorbire tutto. Stava ancora cercando di elaborare il fatto che, porca vacca, Bruno provava qualcosa per lui. Da un po’ di tempo. E quella notte nella tenda. Si era sentito così imbarazzato, così umiliato, mentre Bruno lo stava sognando.
 
Stava arrossendo al pensiero quando Bruno aprì la porta.
 
Camilo non poteva credere a quanto Bruno fosse irresistibile. Si era chiaramente appena alzato e indossava ancora i vestiti da notte. I suoi capelli erano disordinati e i suoi occhi a malapena aperti.
Adorabile.
 
“Buongiorno” disse timidamente Camilo.
 
Un sorriso bastò a sciogliere i suoi nervi. Bruno non sembrava spaventato. Rimase lì, calmo, sorridendo a Camilo. Camilo desiderò baciarlo subito.
 
Aspettò invece che furono entrambi dentro e che la porta fosse chiusa.
 
“Buongiorno a te” disse Bruno ridendo, abbracciando Camilo. “Hai dormito bene?”
 
“Come un neonato” probabilmente non dormiva così bene da settimane.
 
Improvvisamente Bruno si fece serio. “Era tutto vero” disse, più a se stesso che a Camilo. Capì a cosa si riferiva. “Sì, lo era”
 
Si sentiva nervoso, notando l’umore di Bruno cambiare rapidamente. Temeva che Bruno se ne pentisse.
 
Bruno non disse nulla. Guardò Camilo, come fosse un enigma che non riusciva a decifrare del tutto. “Non ho sognato?”
 
Camilo annuì solennemente. “No. E nemmeno io”
 
“Bene”, disse Bruno, “bene”. Detto ciò, salì a vestirsi, lasciando Camilo a guardarlo con stupore.
 
Camilo non era del tutto sicuro di quale fosse la situazione. Bruno aveva detto ‘bene’, ma cosa significava veramente? Ma non voleva preoccuparsi troppo. Decise di scendere di sotto e aspettare tutti per la colazione.
 
Era strano, stare lì al tavolo. Tre persone oltre a lui ora conoscevano il segreto che aveva custodito per tanto tempo. Cercò di stabilire un contatto visivo con Mirabel e Dolores, ma loro sembravano appositamente impegnate in altre conversazione. Almeno c’era Bruno seduto accanto a lui. Non si parlavano né si guardavano, ma ogni tanto Bruno chiedeva a Camilo di passargli qualcosa e lasciava che le loro mani indugiassero molto più a lungo del necessario. Più volte sistemò i gomiti in modo che uno toccasse quello di Camilo.
 
Camilo sorrise, cercando di non rendere troppo evidente la sua felicità.
 
Bruno aveva delle faccende da sbrigare in paese, quindi salutò velocemente tutti dopo la colazione. Camilo capiva che cercava di non attirare l’attenzione su di sé, ma sapeva cosa significava il bacio che Bruno gli diede sulla guancia e che durò un po’ più a lungo rispetto a quello dato agli altri nipoti.
 
Rimase in silenzio quando Mirabel lo condusse nella stanza di Dolores, dove quest’ultima era già in attesa, seduta sul bordo del letto con un’espressione nervosa. Quando vide i due entrare, toccò gli spazi vuoti accanto a lei, facendo cenno di sedersi. Camilo obbedì senza parlare.
 
Non aveva ancora considerato che entrambe sapevano che lui e Bruno si erano baciati. Era andato contro a ciò che Mirabel gli aveva detto, agendo in base ai suoi sentimenti.
 
“I tuoi pensieri non definiscono chi sei. Solo le tue azioni”
 
Era ciò che gli aveva detto Mirabel. Ora Camilo aveva agito. Non aveva più scuse.
 
Anche se Bruno ricambiava, ed era la sensazione più meravigliosa del mondo, era comunque un tradimento verso la famiglia. Rimaneva una cosa vile, anche se non appariva più tale.
 
“Sai perché vogliamo parlare, Camilo?” chiese Dolores dolcemente. In quei momenti, quando il suo viso era corrugato per la preoccupazione, assomigliava molto a sua madre.
 
Camilo annuì. Aveva troppa paura di dire qualsiasi cosa, temendo di far arrabbiare Dolores più di quanto probabilmente fosse già.
 
“Sai che è sbagliato?”
 
Camilo era davvero stufo di piangere. Per quanti giorni di fila poteva piangere prima che i suoi dotti lacrimali si prosciugassero? Ma sentire Dolores, sua sorella, parlare così, gli ricordò quanto la situazione fosse brutta. Non immaginava nemmeno come avrebbe reagito se fosse stato nei panni di Dolores. Eppure lei era così calma. Non stava urlando. Non stava dando ordini. Non ancora, almeno. Camilo si sforzò per non piangere, annuendo di nuovo.
 
Dolores sospirò e guardò Mirabel. Conversarono attraverso gli sguardi, ma Camilo non riuscì a tradurre. Le guardavano, mentre sembravano raggiungere un accordo.
 
Mirabel parlò. “Avevi promesso che non avresti agito, Camilo”
 
Fu sufficiente per spezzare la determinazione di Camilo. Per la milionesima volta, scoppiò in lacrime.
 
“È tutto così confuso” disse, “mi sento felice e male allo stesso tempo. Prima era quasi più facile. Era sbagliato, punto e basta. Ma ora...”
 
“Anche lui ricambia” concluse Dolores, “quindi è più difficile”
 
Camilo annuì, guardandosi le gambe. Le lacrime caddero sulla sua ruana, creando macchie giallo scuro. “Come può qualcuno odiare se stesso e amare così tanto qualcun altro contemporaneamente?”
 
Dolores incrociò le mani. “Non serve che ti parli della moralità di tutto questo. Sai che non puoi avere una relazione con tuo zio”
 
Camilo la guardò. “Non è assurdo che sia nostro zio solo quando è conveniente? Non era nostro zio quando siamo nati. E non è stato nostro zio, né nessun altro, per dieci anni. Perché conta solo adesso?”
 
“Camilo, è sempre stato nostro zio” Dolores si guardò le mani. Era così calma, così tranquilla. A volte era ciò che Camilo più apprezzava in lei. Lei era quella pacifica, lui quello rumoroso. Erano un bel duo. Ma in quel momento, quella calma lo spaventava. Sembrava in contrasto con ciò di cui stavano parlando. “Solo perché non siamo sempre andati d’accordo non cambia il fatto che siamo imparentati”
 
Non poteva ribattere su quello. Non sapeva nemmeno perché stesse cercando di contestare. Dolores aveva ragione, ovviamente. Erano parenti. La madre di Bruno era la nonna di Camilo, anche se non era sempre apparso così. Non poteva cambiare i loro geni. Parte della ruana cominciò a ricoprirsi di chiazze a causa delle sue lacrime.
 
“Perché pensi che ti piaccia?”
 
Camilo guardò Dolores. Era una domanda strana, ma aveva la risposta.
 
“È gentile. Mi ascolta. Mi perdona sempre quando faccio qualcosa di stupido. È sempre premuroso con le persone e gli animali. Sa cosa significa non voler essere se stessi” fece un profondo respiro tremulo. “Penso che sia l’unico che mi conosce davvero”
 
La voce di Mirabel era calma quasi quanto quella di Dolores. “Pensi che noi non ti conosciamo?”
 
“Mi conoscete, ma Bruno mi capisce davvero. Tutti pensano che io sia un ragazzo divertente che sa fare qualche trucco magico, ma Bruno vede di più”
 
“Io non penso che tu sia solo uno che fa trucchi” Mirabel sembrava ferita. Camilo si stava spiegando male.
 
“Non è solo questo. Lui è bellissimo. Amo stare con lui e fare cose insieme. Sono triste quando non lo vedo e mi arrabbio con me stesso quando lo respingo. Lo amo e basta, ok? Amo tutto di lui”
 
Dolores sembrava sempre più preoccupata. “Cosa intendi fare, allora? Lo dirai a tutti? Inizierete a uscire insieme? Pensi che potrete camminare per strada tenendovi per mano?”
 
Camilo scosse il capo. “No. Sì. Non lo so”
 
“Devi pensare a queste cose”
 
“Non penso ad altro da tre anni!”
 
Dolores sussultò. Camilo si sentì in colpa, non voleva urlare. Sapeva quanto lei fosse sensibile ai suoni forti. Non faceva che ferire chiunque.
 
“Scusa, sorella” abbassò il tono, “ma è vero. Ho pensato a ogni possibile esito. E so che non potremo mai uscire insieme come fanno le persone normali. Ma onestamente, non ne ho bisogno. E credo neanche lui”
 
“Zio Bruno è una brava persona, Camilo” disse Mirabel, “davvero”
 
Camilo non sapeva perché lo stesse dicendo. Ovviamente sapeva che Bruno era una brava persona. Era ciò che amava di lui e ciò che aveva reso gli ultimi tre anni così difficili. Bruno era buono, lui no. Non lo meritava.
 
“Ma Camilo” continuò, “lo sei anche tu”
 
Dolores e Mirabel si guardarono. Dolores disse: “Non ci comporteremo come se ti comprendessimo, né approviamo. Camilo, devi capire che ci ho pensato a lungo. All’inizio ero terrorizzata. Era come se non sapessi più chi eri. Non riuscivo a capire come potessi provare certi sentimenti. Ma sei mio fratello e ti vorrò bene in ogni caso”
 
“E sei mio cugino” aggiunse Mirabel, “abbiamo deciso che dovremmo metterci d’accordo”
 
“D’accordo?” chiese Camilo.
 
Dolores annuì. “Sei un adulto. Così come Bruno. Non possiamo controllare quello che fai e francamente non ho voglia di provarci. So già molto di più di quanto avrei voluto”
 
Camilo arrossì.
 
“Quindi, se intendi continuare, ti chiediamo solo di non ferire Bruno. E non dirlo a nessun altro”
 
“E se cambi idea e pensi di non poter parlare con Bruno, parla con noi” disse Mirabel.
 
“Parlaci, per favore” insistette Dolores. “Magari non ne siamo felici, ma voglio che tu sia al sicuro. E...” fece un profondo respiro, “beh, se lui ti rende felice, è una buona cosa, no?”
 
Bruno non sapeva cosa dire. Dolores e Mirabel gli avevano praticamente dato la loro benedizione. “Sei sicura, Dolores?”
 
“Come ho detto, ci ho pensato a lungo. E a dire il vero non è la cosa peggiore che sia successa”, rabbrividì allo sguardo che Camilo le rivolse. “Per favore, niente domande. Ci vorrà un po’ per abituarsi, quindi per favore, uhm, non siate troppo rumorosi”
 
“Dio mio, Dolores...” Camilo non aveva bisogno di sentire sua sorella insinuare nulla a proposito della sua vita sessuale. Era forse la parte più mortificante della conversazione.
 
Lei lo fulminò. “Dico sul serio, Camilo. Non voglio sentirti gemere di nuovo il nome di nostro zio. Sai quanto è stato traumatico?”
 
Camilo voleva morire. “Dolores!”
 
“Promettilo!”
 
“Va bene, va bene!” Camilo doveva convincerla a smettere di parlarne. “Promesso!”
 
Dolores sembrò soddisfatta. “Bene. E un’ultima cosa: dovremo parlare anche con Bruno”
 
Camilo voleva raggomitolarsi e morire, subito. “Dolores, è necessario?”
 
Mirabel intervenne. “Non è un’opzione! Non potete iniziare questa vergognosa relazione senza alcune regole di base. È necessario, ok? Credimi, l’ultima cosa che voglio fare è parlare con mio zio della sua vita sessuale, ma dobbiamo assicurarci che nessuno si faccia male”
 
“Ok” disse Camilo, cercando di scacciare l’idea di Mirabel che parlava dei rapporti sessuali tra lui e Bruno, “va bene”. Respirò profondamente e cercò di reprimere l’imbarazzo. “Grazie. Per aver parlato con me. E per aver ascoltato. E, beh, per essere stranamente d’accordo”
 
Dolores sollevò un dito. “Non ho detto che siamo d’accordo. Ma non ti fermeremo”
 
“Grazie comunque”
 
Finalmente Dolores sorrise. “Abbraccia la tua sorellona”
 
Camilo sorrise e obbedì. Mirabel si aggiunse e rimasero così per un po’ prima di sciogliersi.
 
“Sicura di non odiarmi?” chiese Camilo.
 
Dolores tornò seria mentre studiava il suo volto. “Non potrei mai odiarti”
 
“E non sei arrabbiata?”
 
Lei sospirò. “No. È tutto strano, ma non sono arrabbiata perché ami qualcuno”, volse lo sguardo lontano. “A volte ci innamoriamo delle persone che non sono destinate a noi”
 
Camilo sorrise tristemente, ricordando gli anni in cui Dolores segretamente soffriva per Mariano. Non era affatto la stessa cosa, ma lei aveva ottenuto il suo lieto fine. Camilo sperava di averlo a sua volta.
 
“Ora, fuori da qui” disse Mirbael, “dobbiamo insonorizzare la stanza di Dolores”
 
Camilo scappò prima di rimanere ucciso dalla vergogna.
 
Trascorse il resto della giornata in attesa che Bruno rientrasse. Provò a leggere, a sbrigare qualche faccenda, aiutò zia Julieta in cucina, ma era impaziente di vederlo. Voleva dirgli di Dolores e Mirabel, ma più di tutto, aveva soltanto voglia di vederlo. Voleva guardare una telenovela insieme.
 
Passò un’eternità prima che Bruno si facesse vedere. Camilo doveva solo aspettare la cena, poi avrebbero finalmente parlato. Spazzò via quello che aveva nel piatto, ma dovette rimanere fermo mentre gli altri mangiavano a velocità normale. Era fin troppo consapevole della vicinanza di Bruno. Era stupito di notare quanto lui fosse calmo. Moriva dalla voglia di sapere a cosa stesse pensando. Anche Dolores e Mirabel lo fissavano apertamente. Camilo mostrò la lingua a Mirabel, che lo imitò. Sapeva che era infantile, ma lei si stava praticamente compiacendo del suo nervosismo.
 
Dolores era calma e dolce, ma Camilo capiva che riteneva divertente vederlo imbarazzato all’idea che lei potesse sentirlo masturbarsi. Era una donna adulta e sposata, eppure si dilettava delle sue umiliazioni. Probabilmente si stava vendicando, e onestamente Camilo poteva comprendere. Anche lui sarebbe rimasto orripilato se avesse avuto il suo dono. Cosa non doveva sentire...rabbrividì al pensiero.
 
Quando finalmente Abuela diede il permesso di alzarsi, Camilo balzò.
 
“Cami, puoi aiutarmi con i piatti?”
 
Camilo gemette, ma non poteva rifiutarsi a sua madre, quindi la seguì in cucina e soffrì in silenzio mentre asciugava piatti e stoviglie per venti minuti. Quando terminò, la baciò rapidamente sulla guancia.
 
“Ehi!” esclamò Pepa, “perché scappi così? Devi rimettere a posto!”
 
Doveva calmarsi prima che lei sospettasse qualcosa. Si assicurò di portare a termine il suo compito lentamente, poi diede a Pepa un ultimo bacio.
 
“Buonanotte, mami” disse, poi si ritirò con calma di sopra.
 
Bruno lo stava aspettando in camera sua. Camilo non gli aveva detto nulla fin dalla strana conversazione di quella mattina. Bruno non sembrava pentito, ma se fosse cambiato qualcosa durante la giornata? Se ci avesse riflettuto, realizzando quanto tutto ciò fosse sbagliato?
 
Ma Bruno lo invitò ad entrare. Lasciò che Camilo si accomodasse sul letto, condivise la coperta e accese la tv. Lo show era La famiglia De Leon, era la storia di una scandalosa famiglia di gangster spagnoli. Era violento ed eccitane e Camilo amava vedere come Bruno si illuminava durante le scene più intense.
 
Erano però seduti distanti. Camilo volle provare una cosa.
 
Lentamente si inclinò fino ad appoggiare il capo sulla spalla di Bruno. Era nervoso all’idea di essere respinto, ma non accadde. Anzi Bruno cominciò a passare le dita tra i suoi capelli. Era davvero piacevole. Forse un po’ troppo. Camilo si compiacque della sensazione, quasi facendo le fusa mentre Bruno grattava i suoi riccioli.
 
“Sei come un micetto” disse Bruno con affetto, gli occhi sullo schermo.
 
Camilo si sentì scaldare da quella frase. Chiuse gli occhi, concentrandosi sul ritmico movimento delle dita tra i capelli.
 
“Ti stai addormentando?”
 
Camilo scosse la testa, ma le palpebre erano appesantite. “No” disse stancamente, “mi piace”
 
“Non puoi addormentarti!” esclamò Bruno, “sta per iniziare una sparatoria!” tolse la mano dai capelli di Camilo, che protestò.
 
“Ehi, mi piaceva”
 
Bruno sospirò. “Va bene. Vieni qui”
 
Camilo era curioso ma obbedì quando Bruno si riposizionò in modo che Camilo fosse tra le sue gambe, con la schiena contro il suo petto. Avvertì il proprio viso caldo. Non erano mai stati così vicini. Di solito rimanevano seduti uno accanto all’altro. Arrossì ancora di più quando sentì le mani di Bruno tra i suoi capelli, massaggiandogli gentilmente lo scalpo.
 
“Prometti di non addormentarti?”
 
“No” disse Camilo.
 
“Ah, il solito furbetto”, ma non si fermò.
 
Il problema era che ora Camilo sentiva il petto di Bruno contro la schiena e decisamente non prestò più attenzione allo show. Era troppo focalizzato sulla sensazione di calore che partiva dal suo stomaco. E le mani che gli accarezzavano i capelli non lo aiutavano.
 
Non sapeva quale fosse l’opinione di Bruno circa i baci. Si erano baciati la sera prima e quella mattina, ma solo su iniziativa di Camilo. E quando era entrato in stanza, non si erano baciati. Camilo era sicuro che Bruno non avesse cambiato idea, considerato com’erano sistemati sul letto, ma voleva sapere qual era la situazione.
 
“Posso baciarti?”
 
Le mani si fermarono, ma rimasero sui capelli di Camilo. Attese nervosamente finché Bruno disse: “Sì”
 
Era tutto ciò che Camilo aveva bisogno di sentire. Si voltò, in modo da essere più o meno a cavalcioni su Bruno. La stanza era perlopiù nell’oscurità, l’unica fonte di luce era la televisione, il viso di Bruno era leggermente illuminato dai colori in movimento mentre la sparatoria sullo schermo si svolgeva. Camilo si abbassò esitante, ma Bruno lo incontrò a metà strada.
 
Il bacio fu diverso da quelli precedenti. La sera prima c’era stato un tripudio di emozioni. Tutto era nuovo, eccitante e spaventoso. Quello del mattino a malapena si poteva definire bacio. Ma questo fu lento, fluido e caldo. La bocca di Bruno era bollente su quella di Camilo, e si deliziò di quel tepore.
 
Era ancora strano. Lo aveva sognato così a lungo, rassegnandosi di poterlo vivere solo nella sua testa. Ma ora che la fantasia era reale, era molto meglio di quello che Camilo aveva immaginato. Il viso di Bruno era ispido per via della corta barba e Camilo vi passò le mani, apprezzandone la consistenza. Il suo volto era liscio e caldo. Nei sogni non si può sapere come sia la pelle di qualcuno. Nulla è esattamente perfetto, ma in quel momento, mentre baciava Bruno, niente poteva esserlo di più.
 
Camilo approfondì il bacio e con cautela inserì la lingua tra le labbra di Bruno. Il suono che Bruno emise sfrecciò direttamente verso il suo inguine. Sospirò e corse con le mani lungo la sua gola, le spalle, il petto.
 
Bruno mosse il bacino e fu come un fuoco artificiale per Camilo. Si sistemò in modo da essere pienamente seduto sul suo grembo, e da lì percepiva tutto, tutta l’eccitazione di Bruno. Lo accendeva il pensiero di ridurre Bruno in quelle condizioni. Ora aveva il permesso di farlo.
 
Camilo sfregò i fianchi mentre Bruno sollevava i suoi, e Camilo sentì la sua erezione contro la propria.
 
“Dio” gemette, baciando Bruno più intensamente.
 
Sullo schermo, qualcuno stava gridando. Camilo immaginò che uno dei personaggi principali fosse morto, ma non gli importò. Voleva solo riprovare quelle sensazioni, quindi mosse nuovamente i fianchi.
 
“Camilo” ansimò Bruno nel suo orecchio. Le sue mani tornarono sui suoi capelli. Camilo gemette e Bruno ridacchiò. “Ti piace molto, eh?”
 
“Mmh” Camilo sospirò, inclinando il capo in modo che Bruno si concentrasse su un punto particolare. “Molto”
 
Bruno ne approfittò per baciarlo lungo la gola e Camilo fu sopraffatto da tutte quelle sensazioni piacevoli in una volta.
 
“Ah” sussultò, “fantastico...”
 
Rimasero così per un buon momento, Camilo godendo di quello che provava mentre Bruno lo baciava sul collo. Si stava davvero lasciando andare. Aveva bisogno di maggiore frizione, così cominciò a strofinarsi contro Bruno, con più ardore e velocità.
 
“Aspetta” disse Bruno.
 
Camilo si fermò subito, preoccupato che Bruno stesse cambiando idea. “Cosa c’è?”
 
Bruno sembrava imbarazzato. “Non andiamo troppo oltre per il momento, ok?”
 
“Perché?”
 
Bruno sorrise e gli lasciò un bacio sulle labbra. “Abbiamo ancora molto da imparare l’uno dell’altro”
 
“Bruno, nessuno mi conosce come te”
 
Scese però dal grembo di Bruno e si posizionò accanto a lui. Fu contento, comunque, quando Bruno lo invitò ad appoggiare il capo sulla sua spalla. Apprezzò quando riprese ad accarezzargli i capelli.
 
“Lo so” disse Bruno, “ma è comunque meglio aspettare”
 
Camilo non era deluso. Voleva tutto da Bruno, ma avrebbe aspettato finché non lo avesse volto anche Bruno. Quello che aveva per ora era più che sufficiente.
 
“Non allontanarti mai più da me, ok, vita mia?”
 
Camilo sorrise all’appellativo. “Se prometti di non nasconderti di nuovo”
 
“Affare fatto”
 
Non sapevano più cosa stesse succedendo nella telenovela, ma non aveva importanza. Fu una scusa per rimanere con Bruno qualche altro minuto prima di tornare in camera sua.

 

  
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