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Autore: C_Totoro    10/11/2022    2 recensioni
La Battaglia di Hogwarts è stata persa, Lord Voldemort è stato sconfitto. Antonin Dolohov, ancora una volta, si ritrova rinchiuso ad Azkaban ma, il nuovo Governo guidato da Kingsley Shacklebolt, non mira alla punizione dei carcerati quanto, piuttosto, a una riabilitazione. Niente Dissennatori, niente isolamento perpetuo, le visite sono garantite. Sarà Rabastan Lestrange, compagno di cella di Antonin, a convincere quest'ultimo a rilasciare delle interviste esclusive a Rita Skeeter di modo che la reporter della Gazzetta del Profeta possa sfornare il suo nuovo Best Seller: Vita e segreti di un buon Mangiamorte.
[Compariranno un po' tutti i personaggi, quelli con focus maggiore sono segnalati]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonin Dolohov, Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rita Skeeter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il Signore Oscuro cadde a terra e l’urlo di Bellatrix squarciò la notte.
“Mio Signore! Padrone…” si precipitò su di lui posandogli delicatamente una mano sul viso e l’altra sul petto.
Antonin osservò per qualche istante quella scena come intontito, non aveva neanche capito cosa fosse successo. Un attimo prima il Signore Oscuro era in piedi, l'attimo dopo a terra. Lanciò uno sguardo più avanti, laddove giaceva Potter, esitò per una frazione di secondo forse valeva la pena andare a controllare il ragazzo, scosse la testa e si affrettò a sua volta accanto all’Oscuro Signore, proprio vicino a Bella.
“Non può essere… non può…” Bellatrix continuava a balbettare, non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, era come sotto shock.
“Tony! Non può essere… non può essere!”
Dolohov le mise una mano sulla spalla e la sentì tremare sotto al suo tocco. L’aveva già vista in quello stato anni fa, sedici lunghi anni prima, ma Antonin non voleva pensare a quei momenti… non poteva e non voleva rivivere quell’incubo. L’incubo di quando la sua vita era stata spezzata ed era finito ad Azkaban per un lasso di tempo che era sembrato interminabile. Avrebbe potuto sopravvivere di nuovo alla detenzione ad Azkaban? Una parte di lui pensava di no che, piuttosto che farsi sbattere di nuovo in prigione, si sarebbe tolto la vita.
“È morto?” la voce di Travers era piatta e priva di inflessioni, come se la vita o la morte di Lord Voldemort non potesse toccarlo.
Bellatrix alzò il viso di scatto, sembrava una belva feroce pronta a scattare “Cosa stai dicendo?” lo aggredì con voce che pulsava d’ira “Vuoi andartene?” si rivolse a tutti gli altri Mangiamorte che erano nella Foresta Proibita e che, pur essendosi avvicinati al punto in cui giaceva a terra Lord Voldemort, non si erano precipitati al suo fianco “Scappate pure, come avete già fatto in passato! Luridi opportunisti… avvoltoi… non meritate nulla! Non un briciolo della sua considerazione!”
Antonin alzò gli occhi al cielo, poi allungò titubante due dita e toccò il collo dell’Oscuro Signore. Aveva la pelle fredda ma sotto le sue dita Antonin sentì la vena di Voldemort pulsare normalmente.
“È solo svenuto” decretò, mettendo fine agli insulti di Bellatrix.
“Strano” mormorò Yaxley “Perché svenire dopo un Avada Kedavra?
“Se vuoi ti faccio vedere come svieni dopo una Cruciatus
Yaxley socchiuse gli occhi soppesando Bellatrix.
“Perché diamine sei così aggressiva!” disse Yaxley “Sto solo cercando…”
“Perché vi conosco. Tutti voi. Non vedete l’ora di trovare una debolezza, una scusa, siete dei pusillanimi traditori. Tutti voi! Nessuno di voi ha fatto per lui quello che ho fatto io! Azkaban…”
“Carina, non sei mica l’unica a essere stata ad Azkaban!” sbottò Rookwood “Ero con te, ti ricordi, sì?”
“Ci sei finito solo perché Karkaroff ha cantato! Non hai fatto nulla… nessuno di voi ha provato a cercarlo!”
“Infatti dai Paciock ci sei andata da sola… Rod, Barty ed io eravamo dei figuranti, passavamo di lì per caso” la interruppe Rabastan “Sei proprio una stronza, Bella!”
Bellatrix aprì la bocca per ribattere ma venne interrotta da Rodolphus “Quello che Bella vuole dire, è che nessuno è la sua sgualdrina come lei” la sua voce era un misto di ironia e acidità.
“Stai attento a quello che dici, Rodolphus, perché nulla mi vieta di…”
“Shsh!” fece Antonin stringendo con forza il polso ossuto di Bellatrix.
“Non sarai dalla sua parte! È così agitato solo perché abbiamo divorzia…”
“Stai zitta, Bella! Credo si stia svegliando”
Quasi non fece in tempo a finire la frase che gli occhi di Lord Voldemort si spalancarono rivelando le sue iridi rosso rubino. Antonin represse un singulto, si alzò in piedi in fretta e si allontanò dal Signore Oscuro esattamente come fecero tutti gli altri Mangiamorte; il drappello che si era creato si disperse lasciando Voldemort e Bellatrix da soli.
Mio Signore… Padrone…
Antonin si volse a guardare Bella e si accorse di come lei fosse rimasta nella stessa identica posizione di poco prima, anzi, se possibile, era ancora più china su di lui. La voce con cui aveva parlato era bassa, roca, aveva un che di intimo che mise a disagio Antonin per averla sentita, come se lui non avesse dovuto essere lì. Vi aveva percepito preoccupazione, nonostante ben sapesse quanto Bella avesse cercando di nascondere il suo stato d’animo: non poteva di certo rischiare di fare adirare il suo amato Padrone…
Mio Signore…
“Basta così” il sibilo di Voldemort, invece, fu freddo e distaccato come al solito. Antonin faticava a capire come fosse possibile non avesse mai diverse inflessioni, eppure lui si ricordava Tom Riddle, la voce sarcastica…
“Mio Signore, permettetemi di…”
“Non ho bisogno di aiuto”
Antonin vide Bellatrix abbassare il capo e mettere le mani sulle sue ginocchia, le dita che torturavano la veste. Era agitata.
Voldemort si alzò in piedi in fretta, non sembrava essere ferito.
“Il ragazzo… è morto?”
Il silenzio che seguì la domanda fu assordante. Gli occhi di tutti vennero puntati sul corpo del Ragazzo Sopravvissuto ma nessuno si azzardò ad avvicinarsi a lui. Dolohov si concentrò su Harry Potter per la seconda volta, socchiuse gli occhi e aggrottò le sopracciglia: avrebbe giurato che l’angolazione del braccio prima fosse stata diversa…
“Tu!” un lampo sfiorò il braccio di Dolohov e andò a colpire Narcissa che stava qualche passo dietro di lui “Controlla e dimmi se è morto”
Antonin si fece da parte per permettere a Narcissa di superarlo e avvicinarsi a Potter. Non riusciva a capire per quale motivo fosse così agitato ma aveva un bruttissimo presentimento. Lanciò uno sguardo a Bella che gli fece un cenno con la testa: anche lei non sembrava tranquilla ma, forse, più che essere preoccupata dell’esito della battaglia, di Potter, di un possibile ritorno ad Azkaban nel caso qualcosa fosse andato storto, era solo ed esclusivamente in ansia per il benessere di Lord Voldemort.
“È morto!” l’urlo vittorioso di Narcissa fu accolto da uno scoppio di gioia. I giganti iniziarono a battere i piedi per terra, gli altri Mangiamorte urlarono e presero a lanciare maledizioni a destra e a manca. Antonin rise forte e il suo primo istinto fu quello di cercare Alecto con lo sguardo e festeggiare con lei, salvo poi ricordarsi che era ancora tenuta prigioniera all’interno del castello. Ormai, però, non poteva mancare molto: con Potter morto la resistenza si sarebbe dissolta senza troppi problemi. Perché continuare a resistere se il loro leader era nell’aldilà?
“Vedete?” urlò Voldemort “Harry Potter è morto, ucciso da me, e nessuno uomo può ora attentare alla mia vita! Guardate! Crucio!” il lampo di luce rossa lasciò la bacchetta di Lord Voldemort. Antonin sapeva bene cosa significasse ricevere quella Maledizione da parte dell’Oscuro Signore: dolore estremo. Solo Bella, forse, poteva competere con lui… il corpo di Potter prese a contorcersi a mezz’aria. Ancora una volta, Dolohov socchiuse gli occhi. C’era qualcosa di bizzarro nei movimenti, qualcosa che non tornava, osservò con attenzione madopo qualche secondo alzò le spalle: di solito non si cruciavano di certo cadaveri, cosa ne sapeva lui di come dovesse muoversi un corpo senza coscienza, senza vita?
“Che buffonata” sospirò Rodolphus.
Antonin si girò nella sua direzione con un sopracciglio alzato “Attento a quello che dici” gli sibilò facendogli cenno di abbassare la voce.
Rodolphus si strinse nelle spalle “Io gli avrei lanciato un altro Avada Kedavra, just in case, you know
“Morto è morto” decretò Dolohov osservando Potter venire sbattuto tra le braccia di Hagrid senza grazia alcuna.
“Secondo te avranno torturato Alecto?”
“Figurati. Avranno avuto di meglio da fare”
“Uhm”
“Dai, Tony, sarà la volta buona che la sposi”
Dolohov sorrise mentre si accodava al resto dei Mangiamorte, rimase indietro, Bellatrix invece era davanti accanto a Lord Voldemort e lo guardava come se non potesse esistere cosa più bella al mondo.
“Mi… mi dispiace, sai” disse infine Antonin.
Rodolphus alzò entrambe le sopracciglia con fare interrogativo.
“Per te e Bella”
Rodolphus scoppiò a ridere “Meglio così sia per me sia per lei… non ha mai avuto senso il nostro matrimonio”
“La prendi con filosofia”
“Come altro dovrei prenderla? È tutta la vita che mi tradisce… e io ormai mi sono rifatto la mia vita”
Antonin sgranò gli occhi, sorpreso “Ah sì?” avrebbe voluto chiedere di più ma la voce di Lord Voldemort interruppe le loro chiacchiere.
Antonin si era aspettato una resa facile, veloce, invece quell’ammasso di Traditori del loro Sangue, Sanguesporco, Mezzosangue e ibridi sembrava non voler mollare facilmente. Grida, scoppi, urla, minacce… e poi un ragazzetto idiota si fece avanti.
“E chi sarebbe costui?” la voce di Voldemort non era più che un sibilo di serpente, eppure riusciva sempre a far rabbrividire quanto una maledizione. Antonin sentì la pelle d’oca formarsi sulla nuca, non aveva importanza che stesse parlando a qualcun altro, la minaccia nella voce era chiara e Lord Voldemort era imprevedibile: se avesse deciso di punire anche lui per chissà quale motivo?
“È Neville Paciock, mio Signore! Il ragazzo che ha dato tutti quei grattacapi ai Carrow… il figlio degli Auror, ricordate?” Bellatrix aveva sempre la risposta pronta.
“Assomiglia ai genitori” mormorò Rodolphus ridendo sotto i baffi.
“Ovvero?”
“Idiota uguale”
Antonin rise scuotendo la testa “Vorrà dire che farà la stessa fine, almeno potrà passare il resto della sua vita insieme ai genitori al San Mungo”
“Oh non so” borbottò Rod “Lo sai com’è l’Oscuro Signore, Tony… non si prenderebbe mai la briga di torturare una persona fino alla follia. Per lui o sei vivo o sei morto”
Antonin annuì, Rodolphus aveva ragione, Lord Voldemort non avrebbe mai passato ore e ore della sua esistenza a torturare un ragazzetto.
“Vedendo come si stanno mettendo le cose” fece Dolohov dopo qualche attimo di silenzio “Direi proprio che è morto” si volse verso Rodolphus e vide il suo viso illuminato dalle fiamme che avvolgevano Neville Paciock. Le urla del ragazzo erano agghiaccianti ma poi… poi successe il disastro, tutto troppo in fretta per essere capito, compreso, contrastato.
Dai cancelli del castello gli abitanti di Hogsmeade stavano facendo il loro ingresso ruggendo la loro furia, dalla Foresta Proibita un gigante seguito dai centauri arrivò travolgendoli. Antonin si spostò appena in tempo, appena prima di essere inglobato in quel caos senza senso. Si guardò intorno cercando di capire cosa fare, se ci fosse un piano, ma erano tutti impegnati a proteggersi e l’unica alternativa sembrava essere quella di battere in ritirata all’interno del castello.
Protego!” urlò Antonin provando a proteggersi da frecce e incantesimi. Iniziò a correre in cerca di riparo ma, dopo pochi passi, inciampò su qualcosa di molle e allo stesso tempo rigido. Abbassò lo sguardo e vide la testa di Nagini rotolare a qualche metro da lui. Sgranò gli occhi e prese a guardarsi freneticamente intorno, era stato lui a uccidere Nagini? Cosa gli avrebbe fatto il Signore Oscuro? Dolohov scosse la testa e riprese a correre, doveva mantenersi lucido, non poteva essere stato lui a decapitare Nagini… aveva solo calpestato il corpo… qualcosa però gli diceva che il Signore Oscuro non avrebbe comunque apprezzato.
“Fermo dove sei, Antonin Dolohov!”
Nel sentire lo squittio di Filius Vitious Tony roteò su sé stesso e quasi gli venne da ridere “Cosa vuoi, mezzo folletto?”
“Voglio darti quello che meriti!” le parole furono seguite da uno sventolio di bacchetta, Antonin ringhiò e mosse la sua bacchetta come fosse una frusta.
“Verrai rispedito ad Azkaban” lo minacciò Vitious ma Antonin non si fece impressionare.
“Sarai tu, invece, ad andare a fare compagnia al tuo amichetto lupo mannaro Lupin… ibridi uguali”
Un’ombra passò sul viso del professor Vitious ma, invece di farsi deconcentrare, quelle parole parvero come dargli uno schiaffo in pieno viso e risvegliarlo. Iniziò a lanciare un incantesimo dopo l’altro a una velocità che Antonin non riteneva possibile. Si vide costretto a indietreggiare fino alla Sala Grande poi si guardò intorno agitato: lo spazio, per quanto grande, era comunque al chiuso e maledizioni e incantesimi continuavano a rimbalzare ovunque. Stavano perdendo, non avevano più i numeri giusti.
“Fa’ attenzione Tony!” urlò Rabastan
Antonin fece appena in tempo a chinarsi per evitare di venire travolto dal corpo di Walden MacNair che era stato lanciato da una parte all’altra della sala da Hagrid. Quella manovra, tuttavia, gli fece perdere completamente la concentrazione dal suo duello.
“Preso!” urlò vittorioso il Professore Vitious. Delle corde invisibili si andarono ad attorcigliate intorno a tutto il corpo di Antonin che perse l’equilibrio cadendo in terra come un salame, battendo poi la testa con violenza contro il pavimento in pietra. La bacchetta gli sfuggì dalle dita. Provò a contorcersi ma Vitious gli si sedette sulla schiena e, a quel punto, il solo respirare divenne per lui difficoltoso.
Antonin provò a divincolarsi ancora per qualche istante, poi dovette arrendersi all’inevitabile: aveva perso. Per qualche motivo, la battaglia aveva smesso di infuriare e a duellare, con centinaia di persone ammassate a guardare, erano rimasti solo Bella contro tre ragazze, e il Signore Oscuro contro la professoressa McGranitt, Kingsley e il professor Lumacorno. Antonin sentì un brivido lungo la schiena nel vedere come l’Oscuro Signore si muoveva, nel percepire la sua magia. Era incontrastabile.
“MIA FIGLIA NO, CAGNA!”
Antonin cercò di girarsi per vedere chi fosse appena entrata in scena ma il peso di Vitious sopra di lui non glielo consentiva. La risata di Bellatrix, però, lo fece rilassare: non poteva essere nessuno di terribile se Bella la prendeva così sottogamba.
“FATEVI DA PARTE!”
Antonin provò ad allungare il collo e infine vide che l’avversaria di Bella altro non era che Molly Weasley eppure, c’era qualcosa di diverso in lei, come se una fiamma le danzasse in corpo rendendola spiritata. Continuava a respingere gli incantesimi di Bellatrix con forza e decisione, quasi tenendole testa, ma ad Antonin era evidente come Bella fosse di un altro livello. Lo era sempre stata. Li aveva sempre superati tutti, uno per uno, non c’era mago o strega che potesse tenerle testa… a parte il Signore Oscuro, chiaramente.
“No!” urlò Molly Weasley ad alcuni studenti che si erano fatti avanti per provare ad aiutarla “State indietro! Indietro! Lei è mia!”
“Cosa ne sarà dei tuoi figli quando ti avrò uccisa?” la provocò Bellatrix. Antonin avrebbe voluto urlare di smetterla di fare la cretina e andare dritta al punto, non era il momento di giocare, non lo vedeva che a combattere erano rimasti solo lei e il Signore Oscuro? Non vedeva come tutti gli altri Mangiamorte fossero stati sconfitti?
“Quando mammina farà la stessa fine di Freddie?”
“TU-NON-TOCCHERAI-MAI-PIU’-I-NOSTRI-FIGLI!”
Bellatrix si mise a ridere in modo sguaiato, divertito. Fu proprio in quel momento che la maledizione di Molly Weasley ruppe le difese di Bella, passandole sotto il braccio teso e colpendola al cuore. Il sorriso le si congelò in viso, per una frazione di secondo, sembrò essere consapevole di ciò che era successo. Poi cadde a terra.
Antonin sgranò gli occhi incredulo, aprì la bocca per urlare ma il folletto sulla sua schiena gli impediva di prendere aria e dalla sua bocca non uscì altro se non un rantolo disperato. Tony   osservò il corpo di Bella cadere sul pavimento con un tonfo sordo, proprio a qualche metro da lui, gli occhi vuoti che lo fissavano. In quel momento, Antonin capì che era finita. Non poteva essere altrimenti, non poteva esserci alternativa. Non si poteva andare avanti senza Bellatrix, la sua amica Bella…
La folla iniziò a festeggiare per la caduta della migliore luogotenente di Lord Voldemort ma la loro voce venne sovrastata dal ruggito furioso di quest’ultimo. Antonin rabbrividì nel guardare la McGranitt, Kingsley e Lumacorno venire prima sollevati in aria e poi essere scagliati indietro. La magia che sprigionò Voldemort era potente, tangibile, aveva quasi fatto ruzzolare a terra il dannato folletto che continuava a stargli seduto sulla schiena. Tony non lo aveva mai visto così. In tutti gli anni in cui Dolohov lo aveva conosciuto non lo aveva mai visto perdere il controllo a quel modo, non per qualcuno di diverso da sé stesso, non con un dolore in viso palese.
È troppo tardi, pensò Antonin, la magia di Voldemort che ancora lo avvolgeva. È troppo tardi. Ora ti decidi a mostrarle il tuo interesse? Ora che lei non c’è più?
Tony vide Voldemort alzare la bacchetta su Molly Weasley per vendicare Bellatrix, la sua Bella, ma era troppo tardi… decisamente troppo tardi. Antonin chiuse gli occhi e neanche si rese conto di Potter che usciva da sotto il mantello dell’invisibilità. Non aveva più importanza.
Le sue orecchie sentirono Potter che spiegava ma il cervello di Antonin sembrava non riuscire a processare.
Horcrux, Bacchetta di Sambuco, Severus Piton… Severus Piton che era in combutta con Albus Silente da sempre.
Riaprì gli occhi e si ritrovò a fissare lo sguardo vuoto di Bella. Non gli sembrava possibile la sua morte, non Bellatrix.
Bella” provò a chiamarla ma la sua gola era chiusa. Il maledetto folletto su di lui continuava a schiacciarlo con tutto il suo peso, indifferente alla sua sofferenza.
Lo avevi sempre detto. Lo sapevi che non c’era da fidarsi di Severus Piton, lo hai sempre saputo…
Antonin si costrinse a spostare la sua attenzione dal corpo vuoto di Bella a Lord Voldemort e Potter. L’alba era vicina, l’idea che quel nuovo giorno sarebbe stato senza la sua amica Bellatrix era per lui insostenibile. Sentiva il sudore imperlargli la fronte, scivolargli sulla schiena. Il respiro sempre mozzato. Guardò il Signore Oscuro, Lord Voldemort, Tom Riddle.
Avada Kedavra!
Expelliarmus!
Quando la Maledizione Che Uccide rimbalzò contro a quello che era stato prima il suo compagno di Casa e poi il suo Padrone, Antonin non provò nulla. Forse perché se lo aspettava, lo aveva capito sin dalla morte di Bella che non ci sarebbero potute essere altre conclusioni ma quando il corpo di Tom Riddle cadde al centro della Sala Grande provò quasi un senso di sollievo. Ci furono istanti di silenzio, poi la Sala venne riempita dalle urla vittoriose dei membri della resistenza. Antonin sentì il peso del folletto scomparire dalla sua schiena e poi lo vide trotterellare verso Potter. Antonin avrebbe voluto spostarsi, levare il corpo di Bella che, invece, venne calpestato dalla folla senza riguardo alcuno.
“Fate attenzione!” provò a urlare ma sentiva dolore ovunque e, comunque, nessuno lo stava ascoltando. Antonin si contorse, si rotolò, ci mise qualche minuto ma, alla fine, riuscì a raggiungere il corpo di Bella. Aveva il viso macchiato, qualcuno doveva averle calpestato il viso nell’ansia di raggiungere Potter, forse aveva anche delle dita spezzate. Antonin appoggiò le labbra sulla fronte di Bella che stava già diventando fredda come il ghiaccio, poi lasciò ricadere la testa sul pavimento, la guancia contro la pietra. Ignorò qualsiasi tipo di festeggiamento, non gliene poteva importare di meno di Potter e combriccola. L’unica cosa alla quale riusciva a pensare è che non avrebbe mai più potuto dire alcunché a Bella. Represse un singhiozzo, a cosa serviva piangere?
Fu dopo quelle che ad Antonin parvero ore che qualcuno lo afferrò per le spalle facendolo mettere in ginocchio e allontanandolo da Bella.
“Antonin Dolohov, ti dichiaro in arresto. Sei accusato di aver sostenuto il governo di Lord Voldemort e di essere stato l’assassino di Remus Lupin”
Antonin alzò lo sguardo e incontrò il viso deciso di Kingsley Shacklebolt. Gli venne da ridere.
“Azkaban?” chiese, giusto per conferma.
“Azkaban”
Kingsley lo mise in piedi e Antonin intravide Yaxley, Macnair, Lucius, Rabastan, Rodolphus… tutti gli altri Mangiamorte essere stati già raggruppati. Si volse un’ultima volta verso Bellatrix ma, laddove prima giaceva il corpo della sua migliore amica, ora c’era solo il vuoto.  
 
 
 
 
 
 
  
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