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Autore: pampa98    13/11/2022    2 recensioni
Missing moment 1x07-1x08. Aegon porta suo fratello nella Strada della Seta.
«Vieni con me» lo invitò di nuovo Flores. «Non ti costringerò a fare niente che tu non voglia e se non ti piace, sarai libero di andartene.»
«Ma rimpiangerai di averlo fatto, fidati» disse Aegon.
Aemond aggrottò le sopracciglia. Un po’ di curiosità l’aveva, naturalmente, ma prima del matrimonio era certo che si sarebbe limitato alle informazioni riportate sui libri. Una volta suo nonno gli aveva detto che era importante che studiasse e imparasse la teoria, ma molte questioni, per essere capite a fondo, necessitavano di essere sperimentate in pratica. La loro conversazione riguardava il commercio, ma… forse si poteva applicare lo stesso ragionamento anche al sesso?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aegon II Targaryen, Aemond Targaryen, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: Aemond ha 15 anni in questa storia.
Ringrazio Bluebell per avermi sfidata a esplorare insieme a lei questo particolare momento della vita di Aemond, ovvero quando Aegon lo ha portato in un bordello. Mi sono divertita molto a scriverla e spero che piacerà anche a voi ^^

 


 

Non basta solo la teoria



 

L’odore di vino e corpi umani era pregnante in quella stanza. Aemond cercava di tenere la testa bassa, ma il suo occhio riusciva comunque a captare i movimenti lascivi delle persone attorno a lui e nemmeno il cappuccio calato in testa riusciva ad attutirne i suoni. 

Disgustosi.

Non riusciva a capacitarsi della quantità di perdizione riunitasi in quei pochi metri quadri. Sua madre avrebbe avuto un mancamento se avesse scoperto che si trovava in un bordello. 

“Quelle nella Strada della Seta sono case di piacere degne di questo nome, abbastanza eleganti anche per un principino perfettino come te” gli aveva detto Aegon, mentre lo trascinava fuori dalla sua stanza per condurlo in città. 

Aemond si guardò intorno, chiedendosi dove si fosse cacciato suo fratello. Quando erano entrati, Aegon aveva salutato una signora – probabilmente la padrona del bordello – e aveva detto a lui di sedersi, cercando di non farsi riconoscere, poi era scomparso. Se lo aveva portato lì solo per fargli uno scherzo, stavolta lo avrebbe ammazzato sul serio. Sua madre ne sarebbe stata addolorata, ma avrebbe compreso, e Helaena avrebbe potuto trovare un marito più degno di stare al suo fianco – lui, per esempio.

Proprio quando stava per andarsene, certo ormai che Aegon avesse solo voluto umiliarlo, proprio lui si fece largo tra i tavoli pieni di uomini intenti a intrattenersi con giovani fanciulle sedute sulle loro gambe, sbracciandosi per attirare la sua attenzione. Aemond, con un sospiro, gli andò incontro.

«Eccoci qui, fratellino. Scusa se ci ho messo tanto» disse, scostandosi alcuni capelli ribelli dal viso. Teneva per mano una ragazza dai folti capelli scuri – bella, molto bella, constatò Aemond. Avrebbe trovato la sua espressione innocente, se l’avesse incontrata per le strade della città, dove poteva ipotizzare che fosse una fanciulla quantomeno rispettabile.

«Jess» gli disse Aegon, chiamandolo con il finto nome che avevano concordato prima di uscire – una precauzione inutile, secondo Aemond, dal momento che era sufficiente la benda sull’occhio sinistro per rivelare la sua identità. «Lei è… una tizia.»

«Flores, mio signore» disse lei, gentilmente. Spostò i suoi occhi neri su di lui e Aemond si sentì avvampare. Quella donna lo stava fissando come se volesse divorarlo in un sol boccone – innocente un corno! 

«Sì, Flores. Jess, questa gentile e graziosa fanciulla si è offerta di introdurti alle arti amatorie. Non fare complimenti e divertiti.»

«Ae… Tom, credo sia meglio tornare a casa. Tu mi sembri parecchio ubriaco.»

«E tu lo sei troppo poco.» Gli mise un braccio intorno alle spalle, in una sorta di abbraccio. «Un giorno anche tu ti sposerai, fratellino, e mamma non sarà contenta se non riuscirai a mettere incinta tua moglie.»

Aemond strinse i pugni e lo spinse via. «Non osare! Io sono perfettamente capace di eseguire i miei doveri, anche senza il bisogno di…» Spostò lo sguardo su Flores, che stava assistendo a quella discussione con un sorriso divertito sulle labbra. 

«L’allenamento rende esperti, non lo sai?» disse lei, avvicinandosi a lui. «Nessuno mette in dubbio le tue abilità naturali, ma un po’ di pratica sarà solo di giovamento, tanto a te quanto alla tua futura moglie.» Gli tese una mano, rivolgendogli un sorriso gentile. 

Aemond spostò lo sguardo dal suo viso alla sua mano, per poi voltarsi verso Aegon, che gli stava facendo cenno di accettarla. Allenarsi era importante, nella mente e nel corpo, questo lo sapeva meglio di chiunque altro – sicuramente meglio di suo fratello. Ma anche per il sesso era importante? Sua madre non gliene aveva mai parlato, né i maestri, né nessun altro a eccezione di Aegon, dal quale non gli sembrava il caso di farsi consigliare.

«Vieni con me» lo invitò di nuovo Flores. «Non ti costringerò a fare niente che tu non voglia e se non ti piace, sarai libero di andartene.»

«Ma rimpiangerai di averlo fatto, fidati» disse Aegon. 

Aemond aggrottò le sopracciglia. Un po’ di curiosità l’aveva, naturalmente, ma prima del matrimonio era certo che si sarebbe limitato alle informazioni riportate sui libri. Una volta suo nonno gli aveva detto che era importante che studiasse e imparasse la teoria, ma molte questioni, per essere capite a fondo, necessitavano di essere sperimentate in pratica. La loro conversazione riguardava il commercio, ma… forse si poteva applicare lo stesso ragionamento anche al sesso? 

Guardò un’ultima volta Aegon, che gli fece l’occhiolino e si diresse verso un tavolo a cui era seduta una ragazza da sola. Aemond sospirò. Prese la mano di Flores e la seguì al piano di sopra.

La ragazza lo condusse in una stanza privata, lontano dal trambusto e il calore sottostante. Aemond si guardò intorno: l’arredamento era molto semplice, solo un letto e un tavolo con una brocca e un bicchiere poggiati sopra. D’un tratto si sentì la gola secca e i suoi palmi iniziarono a sudare. 

«Quello è vino» spiegò Flores, indicandogli la brocca. «Ma posso procurarti dell’acqua, se vuoi.»

Aemond ci pensò, poi scosse la testa. Il vino sarebbe stato meglio. Lo aveva già bevuto – il sapore non gli piaceva, ma quella leggera ebbrezza che gli procurava non era male e in quel momento ne aveva decisamente bisogno. Si servì da solo, svuotando il bicchiere in un unico sorso. Poteva farcela.

Quando si voltò, per poco non ebbe un sussulto. Flores si era liberata della sottile veste che indossava ed era sdraiata, completamente nuda, sul letto davanti a lui. Aveva un corpo sinuoso e una pelle che sembrava fatta di porcellana. Aemond si allentò il nodo del mantello, mentre i suoi pantaloni si facevano stretti. 

«Oh, sono lieta di essere di suo gradimento» disse Flores, indicando il suo basso ventre. Aemond abbassò la testa, sperando che il cappuccio nascondesse il suo volto paonazzo.

«Vieni qui. Tranquillo, è normale essere spaventati la prima volta.»

Quel termine lo riscosse. «Non sono spaventato» disse, alzando la testa. Era un principe Targaryen e aveva reclamato il drago più grande dei Sette Regni: una donna nuda era una sciocchezza per lui. 

«Allora avvicinati» lo sfidò lei, con una luce divertita negli occhi neri. 

Aemond obbedì. Si fermò davanti al letto. Da lì poteva vedere bene i capezzoli che svettavano sui suoi seni e quella visione rese i suoi pantaloni ancora più stretti. Istintivamente, sfregò le cosce tra di loro, in un impacciato tentativo di trovare sollievo. 

«Indossi ancora troppi abiti» gli fece notare Flores. Si inginocchiò sul materasso e gli tirò giù il cappuccio, rivelando i suoi capelli argentati e la benda che gli copriva l’occhio. La ragazza non si scompose e proseguì nel suo intento. Aemond sperò che non lo avesse riconosciuto. Gli sciolse il nodo del mantello, che cadde a terra. Senza quell’indumento, si sentì già nudo. 

«Sei un bel ragazzo» gli disse. Nessuno gli aveva mai fatto dei complimenti prima ed era piuttosto certo che la cicatrice che gli sfigurava il volto fosse tutto meno che attraente. 

«Mmm.» Aveva di nuovo la gola secca e non sapeva nemmeno bene cosa avrebbe dovuto dire. Cosa si diceva alle puttane che stavano per giacere con te? Aegon non gliene aveva mai parlato e, naturalmente, non era spiegato in nessun libro. 

Flores intanto continuò a svestirlo, sbottonandogli il farsetto e afferrando i lembi della sua tunica, alzandola a scoprirgli ventre e petto. 

«Dovresti darmi una mano per questo» gli disse ridendo. Aemond sollevò le braccia, lasciando che lo liberasse anche da quegli indumenti. 

Era la prima volta che qualcuno al di fuori della sua famiglia lo vedeva così. Aemond sapeva di non avere un brutto fisico, si allenava quotidianamente per mantenere una buona muscolatura, ma si sentiva comunque inadeguato in quella situazione. 

Aegon gliel’avrebbe pagata, poco ma sicuro. 

«Va tutto bene? Se vuoi altro vino, serviti pure. Non dobbiamo correre.»

Ma che stessero correndo era esattamente la sensazione che aveva lui. 

Aemond spostò lo sguardo verso il tavolo, ponderando se bere un altro bicchiere – o l’intera brocca direttamente – ma poi ci ripensò. Non voleva diventarne dipendente come Aegon. Avrebbe affrontato quell’ con lucidità e presenza. E partecipazione.

Sfiorò un braccio di Flores – era davvero delicata come una porcellana – risalendo con le dita fino alla spalla. Lì si fermò, incerto su come proseguire.

«Partiamo dalle cose più semplici, vuoi?» Flores era sempre sorridente, ma senza scherno o derisione. Aemond si chiese se Aegon avesse scelto appositamente una ragazza paziente e gentile per metterlo a suo agio – no, non era da lui essere così premuroso. Probabilmente aveva solo preso la prima che aveva trovato. 

«Certo.»

Flores gli mise le mani sul volto e lo attirò verso di sé. Aemond la assecondò e posò le labbra sulle sue. Era una sensazione strana, non aveva mai baciato nessuno prima d’allora. Le labbra di Flores erano morbide e dolci, gli ricordarono il miele, e quando le mosse lentamente sulle sue, Aemond scoprì che non era affatto spiacevole. Proseguirono con quel ritmo lento finché lei non iniziò a leccargli le labbra. Aemond impiegò un po’ a capire che doveva aprire la bocca. Era convinto che i baci fossero solo labbra contro labbra, ma scoprì che erano anche lingue che si inseguono, fiati che si intrecciano e corpi che si avvinghiano. 

Quando i seni di Flores gli sfiorarono il petto, Aemond emise un suono che non aveva mai udito lasciare le sue labbra.

Flores gli sorrise, raccogliendo una ciocca di capelli biondi dietro il suo orecchio.

«Sei pronto per il passo successivo?» chiese.

Aemond non esitò a rispondere. «
 

 

«Ecco qui il mio ometto!» esclamò Aegon quando lo vide tornare al piano terra. «Posso chiamarti così ora, vero? Hai fatto ciò che dovevi? Ti è piaciuto?»

«Cos’è, un interrogatorio?» sbottò Aemond, calandosi il cappuccio ancora più in basso sulla testa.

Aegon storse le labbra. «Questo tono acido non sembra quello di uno che si è appena fatto una bella scopata. Ti prego, ti scongiuro, dimmi che almeno una sega te la sei fatta fare. È triste se hai una donna bellissima a tua disposizione, ma è sempre meglio di niente.»

«Oh, ha fatto molto più di quello.» Flores gli si avvicinò da dietro, posando le mani sulle sue spalle. Aemond avvertì un calore che ormai aveva imparato a riconoscere nel suo basso ventre e si sentì un idiota per essere ancora eccitato. Sperò che né lei né Aegon se ne accorgessero. «È stato l’amante migliore che io abbia mai avuto.»

Arrossì sentendo quei complimenti. Non sapeva se fossero meritati o meno, non avendo metri di paragone. Sapeva solo che era stata l’esperienza più appagante della sua vita dopo aver reclamato Vhagar e, anche se a quel punto era tornato abbastanza lucido da sapere che non avrebbe dovuto frequentare luoghi del genere o giacere con una donna che non fosse sua moglie, una parte di lui avrebbe desiderato prendere Flores per mano, tornare sui loro passi e tuffarsi nuovamente in lei e nel piacere che gli provocava. 

«Mmm» fu tutto ciò che riuscì a dire in quel momento. Afferrò un braccio di Aegon, che nel frattempo era scoppiato a ridere e a elogiare le virtù nascoste del fratello, e iniziò a trascinarlo verso la porta.

«Ehi, aspetta, ma dove vai? La notte è ancora giovane.»

«No, non lo è. Abbiamo fatto quello che dovevamo, ora torniamo a casa.»

Aegon si liberò dalla sua presa. «Veramente io non ho ancora fatto granché.»

«Ae… Tom! È tardi, dobbiamo rientrare.»

«Credo che tuo fratello abbia ragione» disse Flores, spalleggiando Aemond che la ringraziò mentalmente – e allo stesso tempo immaginò i modi poco cavallereschi con cui avrebbe potuto ringraziarla in pratica. «L’alba si avvicina e credo sia meglio che torniate a palazzo prima che il sole sorga.»

Aemond la fissò sospettoso. Era un caso che avesse parlato di un palazzo o…? Spostò lo sguardo su Aegon, che sembrava ugualmente preoccupato e incerto – il che non era un buon segno.

La ragazza rise davanti alle loro espressioni. Si avvicinò a suo fratello, sollevando il cappuccio del mantello per coprirgli i capelli biondi.

«Siete stati furbi a trovare dei nomi di fantasia e a usare il mantello» disse, «ma siete comunque semplici da riconoscere, miei principi.»

Aemond aggrottò le sopracciglia. Portò d’istinto la mano alla cintura, ma non aveva armi con sé quella notte. Si appuntò mentalmente di lasciare mai più i suoi alloggi senza almeno un pugnale.

«Intendi fare parola con qualcuno di quanto accaduto stanotte?» le chiese, guardingo.

«Perché non dovrei?» rispose, tranquilla. «Ho introdotto un giovane aitante ai piaceri della carne e ne sono rimasta molto soddisfatta. È giusto che me ne vanti, e che speri di rivederti presto, Jess

Gli fece l’occhiolino e se ne andò, lasciando Aemond con un rinnovato interesse verso di lei. Tuttavia, le sue speranze sarebbero rimaste inappagate: era intenzionato a non mettere mai più piede in un bordello. Flores era sicuramente una ragazza molto sveglia, ma doveva riconoscere che il loro aspetto non era semplice da mimetizzare – il suo, in particolare, con quella benda che gli copriva il lato sinistro del volto. Il rischio di venire scoperti e disonorare la loro famiglia era troppo elevato. Ad Aegon poteva non importare, ma lui sapeva controllare le sue pulsioni e piegarle alla sua volontà. Non si sarebbe mai fatto controllare da loro.

Mentre uscivano dal bordello, lanciò un’ultima occhiata alle sue spalle. Flores incrociò il suo sguardo e gli sorrise dolcemente. Aemond conservò quell’immagine con affetto per il resto della sua vita.

   
 
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