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Autore: Akane    14/11/2022    0 recensioni
"Fra loro sembrava più uno scambio continuo nei quali una volta prendeva l’iniziativa e la supremazia uno, la volta successiva lo faceva l’altro. Nessuno dei due era tipo da rimanere passivo in attesa che fosse il compagno a fare la mossa, era quasi una gara a chi la faceva prima, anche se c’era una differenza di fragilità di fondo sostanziale, fra i due.
Taiga era emotivamente molto più forte di Daiki."
Aomine e Kagami si sono appena messi insieme, ma la pantera è già gelosa e con il suo istinto animale, percepisce subito che c'è qualcosa di strano nella tigre, qualcosa che gli nasconde. Tuttavia non mollerà di certo la presa, continuando a prendersi cura di lui a modo suo!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Alexandra Garcia, Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La cosa più preziosa'
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gelosia

NOTE: ottava fic della serie ‘La cosa più importante’. Daiki e Taiga si sono appena messi insieme, ma Taiga, ancora in allenamento con Alex poiché il torneo è in pieno svolgimento, sembra in qualche modo cercare di frenare la cosa, come se avesse una questione da risolvere prima. Ed è così, Alex lo sa, ma non lo sa Daiki il quale la vive ovviamente male, convinto che non sia geloso di lui e Kuroko e che freni le cose fra loro solo perché non gli piace davvero. Peccato che comunque Daiki è geloso per entrambi e lui in quello stato è un autentico tormento. Tuttavia pur non sapendo nulla, il suo istinto animale l’ha messo sulla giusta strada: qualcosa in effetti c’è! Le immagini che metto sono fan art trovate in rete che mi hanno ispirato in certe scene. Ci sono ancora un sacco di altre fic in questa serie, perciò mettetevi comodi che siamo a metà! Ringrazio tantissimo chi segue questa serie e soprattutto commenta! Buona lettura. Baci Akane

GELOSIA

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Se l'era perfettamente aspettato, ma del resto anche lui e Tetsu ci avevano dato dentro di buon mattino fino ad ora di pranzo. 
Nel caso di Tetsu, però, la resistenza, sebbene la stesse migliorando, era limitata, quello di Taiga era un altro discorso. 
Quello sarebbe andato avanti anche da morto, ma ne era orgoglioso dal momento che anche lui era uguale. 
Solo che non gli piaceva che il suo ragazzo morisse per allenarsi. 
Arrivò al campetto che usava con la sua maestra e si mise braccia conserte a fissarlo, un sacchetto appeso al braccio con le provviste. Non aveva pensato a lei, in realtà, e se ne era reso conto solo una volta raggiuntili. 
Lei in parte lo stava bacchettando severa, vestita con una giacchetta, i capelli biondi raccolti alla rinfusa e gli occhiali. La sera precedente aveva notato solo un unico dettaglio. Anzi, due. 
Le sue enormi tette su cui la faccia di Taiga si era adagiata e poi la sua bocca che era finita su quella del suo ragazzo. 
Ma alla luce del mattino del giorno successivo, Daiki poteva constatare che era davvero una bella donna, di quelle che gli piacevano. Tette e culo da urlo, fisico atletico. 
“Trentenne sticazzi!”
Rimase ancora un po’ in disparte ad osservarli. 
In quanto a belle ragazze formose non ne era in astinenza visto che Satsuki era molto ben equipaggiata. L’unico dettaglio era che lei era sua sorella ed era innamorata persa da sempre di Tetsu. Il quale purtroppo per lei era irrimediabilmente gay.
“Non solo è gay, ma è anche uno di quei sottoni che per la persona per cui perdono la testa danno tutto sacrificando sé stessi.”
Sapeva che per lui, per trovare la persona giusta in grado di salvarlo, aveva messo da parte i propri progressi personali cestistici. In quel modo si era concentrato sul far migliorare Kagami, diventando l’ombra in grado di far splendere la sua luce, come precedentemente aveva fatto con lui fino a che era stato inutile, poiché in grado di splendere da solo.
Così era accaduto di nuovo con Kagami che ormai non gli serviva un’ombra per splendere e stava trovando nuovi sistemi per conto suo.
Quella donna, a proposito, sapeva davvero il fatto proprio.
Oltre ad essere molto severa fino a sfiorare la crudeltà, lo correggeva sempre in modo preciso e mirato.
“Adesso finalmente Tetsu sta cercando di migliorare le proprie lacune per poter essere lui stesso una luce per gli altri. Era ora.”
Con questo archiviò la pratica Kuroko e si concentrò sul suo ragazzo che iniziò a perdere elevazione. Sogghignò divertito e quando la palla rimbalzò male per un tiro malfatto, Daiki la prese facilmente con una mano, finendo per farla immediatamente roteare sul dito. 
Un bel sorriso strafottente stampato in faccia, l’aria trionfante, di chi godeva a vederlo fallire. In effetti era così, una parte di sé era felice non riuscisse a fare quello che stava cercando di fare. 
- Sei proprio scarso, lei è troppo per te, caro mio! Io avrei già imparato da un pezzo quello che cerca di insegnarti! Forse è meglio se lasci perdere! 
Taiga, che non aveva minimamente notato la presenza di Daiki, fece per raggiungerlo a passo di carica, stizzito e già sul piede di guerra, ma Daiki lo anticipò tirando la palla a canestra da quella posizione lontana e defilata, dopo aver fatto roteare la palla col dito. 
Ovviamente entrò facendo una curva innaturale. 
Alex sorrise ammirata, capendo al volo l’enorme talento di quello stronzetto adorabile. 
“Proprio la persona giusta per Taiga. Gli serve uno che lo stimoli a migliorare. Già la sua forza è uno stimolo, se poi lo prende per il culo è perfetto! Quel piccoletto ci ha visto giusto, devo ricordarmi di fargli i complimenti! Per quanto mi dispiaccia per Tatsuya, questo Aomine è meglio per Taiga.”
Taiga ignorò totalmente la sua provocazione e si avvicinò a Daiki mani ai fianchi e sudato fradicio. Nonostante la temperatura, era in maniche corte e Daiki pensò che gli sarebbe venuto un colpo, così. 
- Perché sei venuto? - chiese ansimando, le gambe gli tremavano e si reggeva a stento in piedi, ma non si sarebbe mosso da lì e non avrebbe ceduto alla tentazione di buttarsi a terra. 
- Per vedere se eri morto! Mi avevi detto che mi avresti scritto ma non l’hai fatto! Sei morto? 
Daiki era ampiamente seccato, l’aria da felino incazzato. Quella che Taiga gli aveva visto addosso prevalentemente da quando l’aveva conosciuto. 
- Stai parlando con un fantasma? - rispose provocante, sempre sul piede di guerra per partito preso, il broncio. 
Daiki a quel punto gli pizzicò la guancia con cattiveria e tirò per bene, Taiga gli stava per tirare un manrovescio per scrollarselo di dosso, ma la bocca di Alex arrivò ad interromperli, mettendosi improvvisamente su quella di Daiki.
Un sistema per zittirlo oppure uno dei suoi modi per dirgli che gli piaceva e lo approvava?
Probabilmente entrambi! 
Daiki si raddrizzò stile pantera calpestata, preso dallo shock rimase imbambolato con la bocca della donna addosso e non si rese nemmeno conto di aver lasciato la guancia di Taiga il quale, appena libero e realizzato cosa stava facendo, diede una spinta ad Alex facendola finire ad un metro da loro. 
La sua risata si levò prendendoli in giro. 
- Smettila di baciare tutti, dannazione! - brontolò Taiga fissandola fiammeggiante, mani ai fianchi, ben piazzato fra lei e Daiki ancora rigido come un cadavere, rosso acceso in viso dall’imbarazzo. 
- A lui non credo sia dispiaciuto! - lo derise Alex indicando Daiki dietro di lui e ridacchiando malignamente. Taiga si girò a guardarlo e lo vide ancora bloccato ed in imbarazzo, così in risposta colpì anche lui con una manata sulla faccia che lo fece finire a terra. Brutale come metodo, ma utile a farlo ritornare in sé. 
Daiki infatti si rialzò di scatto abbandonando il sacchetto con le provviste a terra e gli saltò sulle spalle per attaccarlo e ucciderlo. Gli mise il braccio intorno al collo e con l’altro strinse la presa nel serio tentativo di strozzarlo, Taiga a quello iniziò a girare per scrollarselo di dosso, ma essendo molto stanco per l’allenamento non lo resse e finirono per terra, sul fianco, uno dietro all’altro, agganciati come un koala all’albero sradicato.
Daiki il koala e Taiga l’albero sradicato. 
Almeno non stringeva più. 
Si placarono ansimanti, infuriati. 
- Hai finito di fare l’idiota? - chiese girando la testa all’indietro verso di lui, entrambi avevano lo stesso broncio. 
- Sei tu che fai l’idiota! Io ti ho anche portato il pranzo nonostante tu non mi hai cagato! Se non mi scrivi io non ho il tuo numero, coglione! 
- Sei tu che dicevi che non volevi essere quelle coppie appiccicose che condividono tutto! Io ti ho accontentato! 
- La verità è che si è addormentato come un pero e si è svegliato di botto stamattina ed ha ripreso ad allenarsi. Non l’ha fatto apposta, semplicemente era stremato! 
La voce di Alex arrivò da sopra le loro teste e girandosi in tandem la videro accovacciata sopra di loro, coi gomiti sulle ginocchia e l’aria sorridente da mamma soddisfatta. 
Taiga avvampò, Daiki realizzò e tornò a fissarlo male, stringendo le gambe intorno a lui. 
- Da quanto non mangi? - Taiga diventò ancor più rosso se possibile. - E tu gli permetti di digiunare con un allenamento simile? Ma che razza di allenatrice sei? - sgridò anche lei sempre rimanendo attaccato a lui da dietro, lei si rese conto di essere stata un’irresponsabile solo in quel momento e gonfiando le guance in modo infantile si aggrottò facendo il broncio. 
- Ehi, non sono la sua babysitter, ormai è adulto! Pensavo che quando eri venuto gli avessi portato da mangiare! Mi aveva detto che era a posto! 
A questo Daiki si infuriò di nuovo tornando a stringere le braccia intorno al collo di Taiga per ucciderlo. 
- No, non avevo portato niente, ma gli avevo detto di mangiare! 
Taiga cercava di liberarsi senza successo, viste le forze sempre più scarse sia per la mancanza di cibo che per il duro allenamento. 
- Ok, allora suppongo possiamo fare una pausa pranzo... - azzardò Alex. 
- Ma non ho portato niente per te! - esclamò deciso Daiki allentando la presa dal collo, ma senza lasciarlo. Lei rise e si alzò in piedi sciogliendosi i capelli.
- L’avevo immaginato. Io mi arrangio, ci rivediamo fra mezz’ora, mocciosi! 
Così dicendo se ne andò lasciandoli soli a rotolare per terra, cercando di uccidersi ancora un po’ e di liberarsi. 
- Ma la vuoi piantare? Così non mi aiuti! 
- E chi ti dice che voglio aiutarti? Non meriti il mio aiuto! Mi hai sconfitto, non ti aiuterò! 
- E allora perché mi hai portato da mangiare? 
- Sono fatti miei! 
- Sei proprio infantile! 
- Oh, io sarei infantile? 
Taiga alla fine smise di cercare di liberarsi rimanendo sdraiato sopra di lui, che se l’era issato addosso girandosi supino sul cemento. Le sue gambe ancora avvolte attorno alla vita. 
- Va bene, scusa. E grazie. - ammise infine Taiga. Daiki avvampò e lasciò di schianto le braccia. A quel punto Taiga si alzò con un salto e alzando le braccia al cielo coi pugni in segno di vittoria, esultò come un bambino.
- Ho vinto! - Daiki stava per dargli un calcio e farlo volare a terra, di nuovo arrabbiato per il trucchetto usato, ma Taiga barcollò da solo e gli finì addosso, questa volta di faccia e non di schiena. 
Daiki lo prese al volo senza finirne ucciso sotto di lui, ma non fece più sceneggiate. Se lo tenne sopra di sé stringendolo, questa volta non per strozzarlo, ma come una sua proprietà.
- Sei proprio un’idiota. - concluse serio, col broncio. Taiga, ancora un po’ imbarazzato per le pessime figure che stava facendo, finì comunque per sorridere e rilassarsi in quella posizione storta, dove si appoggiava a lui perpendicolare, la testa sul suo petto e sulla sua spalla, le sue braccia a circondarlo protettivo. 
- Non ho molto tempo per imparare questa cosa ed è importante. Perciò dò tutto me stesso. 
Daiki quello lo capiva, anche lui faceva sempre così.
- Lo so, ma non esagerare. Devi almeno mangiare e riposare il minimo, o ci metterai il doppio del tempo. 
Taiga decise di accettare quello in segno di pace, non che avessero veramente litigato, ma qualunque cosa fosse accaduta non sapeva nemmeno lui quando, sicuramente si annullava con quella attenzione nei suoi confronti. 
Si sollevò appoggiandosi con le mani sul suo petto, lo guardò in viso per un istante. Daiki era ancora un po’ imbronciato e sul chi va là, ma la sua bocca arrivò a spazzare via tutto.
Finalmente la sua e non quella di qualcun altro. 
Taiga si chinò sul suo volto e si impossessò delle sue labbra, violandolo subito con la lingua. Daiki si aprì immediatamente a lui, intrecciandosi e venendogli incontro. 
Fra loro sembrava più uno scambio continuo nei quali una volta prendeva l’iniziativa e la supremazia uno, la volta successiva lo faceva l’altro. Nessuno dei due era tipo da rimanere passivo in attesa che fosse il compagno a fare la mossa, era quasi una gara a chi la faceva prima, anche se c’era una differenza di fragilità di fondo sostanziale, fra i due.
Taiga era emotivamente molto più forte di Daiki. 
Il ragazzo steso sotto scivolò con le mani sulla sua vita, sotto la sua maglietta, alla ricerca della sua pelle ancora sudata, poi invece di salire sopra, scivolò al di sotto, sul suo sedere sodo e Taiga ridendo uscì dalla sua bocca continuando a leccargli il viso fino all’orecchio. Lo fece ridendo e tutto l’atto erotico venne presto volatilizzato poiché si misero a ridere entrambi, spezzando l’atmosfera. 
Finirono per ridere uno sull’altro, abbracciandosi e premendosi a vicenda. 
A quel punto, fra le risa senza senso, Daiki sollevò gli occhi al cielo azzurro dove le nuvole si rincorrevano. Quel giorno era abbastanza caldo, anche se era inverno e lui stava bene, finalmente poteva dire che stava davvero bene.
- Mi dai il tuo numero, pezzo di cretino? - chiese Daiki. Taiga sorrise. 
- Farò lo sforzo! 
Probabilmente non ci sarebbe stato il pericolo di legarsi troppo a Taiga, si disse Daiki mentre si scioglievano alzandosi e recuperando le varie cose sparse in giro. Si misero in uno dei gradini per gli spettatori a bordo campo, Taiga indossò una maglia con la cerniera e si asciugò il sudore con lo stesso asciugamano grande della sera prima, che fece ridacchiare Daiki perché solo lui sapeva il retroscena dell’altro asciugamano rosso che gli aveva rubato. 
Bevve e mentre lui tirava fuori quel che gli aveva portato, Taiga gli prese il telefono e gli scrisse il suo numero sotto la voce ‘Il più forte’. 
Daiki ovviamente contrariato e con la vena che già pulsava, cambiò il nome in ‘Idiota’. 
Dopo di quello gli consegnò uno dei due panini che aveva portato e vedendo come lo scartava iniziando a divorarselo come se non ci fosse un domani, Daiki capì che realmente doveva essere a digiuno dal pranzo del giorno precedente. 
- Davvero Taiga, da quanto non mangi? 
Sentendo il suo nome per la prima volta, per poco non si soffocò. Perciò rispose sincero senza ricordarsi di dover mentire. 
- Da ieri a pranzo! 
Daiki a quello alzò gli occhi al cielo e gli diede anche il suo panino a cui aveva solo dato un morso. 
Taiga lo guardò sorpreso, poi lo stomaco gli gorgogliò troppo e prese anche il suo azzannandolo contemporaneamente al proprio.
Un morso ad un panino, un morso all’altro. 
Con schifo di Daiki che lo fissava incredulo che una persona potesse mangiare davvero in quel modo. 
- Se me lo dicevi ti portavo dieci panini, idiota! 
In risposta Taiga gli porse metà di uno dei due suoi.
- Vuoi un morso? 
Daiki lo guardò male. 
“Non voglio un morso, voglio tutto il panino, ho fame anche io dannazione!” 
Suo malgrado scosse il capo e sospirando gli prese la mano e diede un morso al panino da lì. Poi prese uno dei due succhi, l’aprì e si mise a bere.
Taiga bevve dal suo anche quello ricevendo un’occhiataccia da Daiki. 
- Potrei almeno bere qualcosa? 
Taiga gli porse ancora uno dei due panini.
- Un altro morso? - chiese con la bocca piena e l’aria più famelica di quel mondo. 
Daiki, divertito, accettò ancora e praticamente continuò a mangiare dalla sua mano, mentre Taiga faceva altrettanto col succo. 
“E meno male che non volevamo essere una coppia appiccicosa e sdolcinata!”, pensò da solo. Non che gli dispiacesse, in quel momento. 
Probabilmente fra un po’ sarebbe tornata la sua cara vecchia paura di perdere i legami e avrebbe iniziato a fare lo stronzo, come la sera prima. Ma doveva dire che Taiga l’aveva gestito bene. 
Forse sarebbe andata bene, alla fine. 
- Come va Kuroko? Fa progressi? - chiese all’improvviso Taiga, rallentando l’abbuffata. 
Daiki lo guardò meravigliato, sembrava una domanda semplice come le altre, ma sapeva che probabilmente avrebbe voluto sapere altro. Ovvero se avevano parlato e risolto. Si aspettava che glielo avrebbe detto Tetsu stesso. 
- Perché non mi chiedi di noi, se vuoi saperlo? Se abbiamo chiarito, a che punto siamo, come possiamo allenarci insieme dopo tutti i trascorsi... insomma, sarai geloso, no? 
Taiga spalancò gli occhi e lo fissò male saltando giù dal gradino, rimanendo in piedi davanti a lui, occhi battaglieri. 
- Se voglio sapere queste cose te le chiedo! - sbottò serio. Daiki lo guardò sorpreso. 
- Sicuro di non voler sapere nulla? - insistette, lui invece avrebbe voluto sapere tutto di lui, Alex e di quel tipo a cui aveva accennato quel chiacchierone di Tetsu. Quell’Himura!
Soprattutto di lui. 
- No, non mi interessa. Se voglio te lo chiedo. - brontolò Taiga ancora offeso. Daiki che non si capacitava di come fosse fatto quel tipo, così diverso da chiunque altro, accettò le sue parole e parlò con sincerità. 
- Io sono geloso, invece. E voglio sapere di te, dei tuoi ex, le tue esperienze e soprattutto di questa qui! È vero che ti gira nuda in casa? 
Più che sincerità, in effetti. Non si era per niente controllato. Come sempre, del resto. 
Taiga, preso alla sprovvista, lo guardò pensando scherzasse. 
- Beh, sì... - ammise senza rifletterci, anche per lui una qualità non appresa bene. 
A Daiki salì di nuovo la vena pulsante sulla tempia e la voglia di strozzare. 
- Cosa? 
- Certo che giro nuda! Giro come diavolo mi pare! È un mio problema la mia nudità, non degli altri! 
La voce decisa e provocatoria di Alex li raggiunse alle spalle, Taiga si voltò con ancora un pezzo di panino in mano, ma Daiki gli si avvinghiò al busto rimanendo seduto sul muretto più in basso rispetto a lui che era già in piedi. Daiki, spuntando con un viso corrucciato dal fianco di Taiga che stringeva a piene braccia, come se fosse quel famoso albero di eucalipto di prima, rimase lì a fissarla con aria battagliero.
Più che altro, geloso marcio. 
- È anche un mio problema! Lui sta con me e non mi piace che abbia di continuo due tette che gli sventolano in faccia! - brontolò fuori dai denti rivolto ad Alex. La donna inarcò un sopracciglio perplessa. 
- Ma se è gay! 
Daiki non ci sentiva proprio.
- Anche io sono gay, ma le donne tettone le guardo! 
- Significa che sei bisessuale... 
 - Cos’è che guardi tu? 
Taiga si era svegliato, fissandolo seccato dall’alto verso il proprio fianco, lì dove stava ancora attaccato Daiki. 
Questi lo guardò dal basso, inarcando un sopracciglio, realizzando cosa aveva detto: era geloso anche lui, finalmente! 
Al culmine di una gioia inspiegabile, si staccò e saltò in piedi sul muretto dove fino a poco prima era seduto, alzò le braccia in alto e felice come un bambino gridò:
- Sei geloso anche tu! 
Taiga comunque non mollò e voltandosi verso di lui inghiottì il resto del panino con un solo boccone e lo puntò con un dito.
- Non cambiare discorso! Tu guardi le tettone! E ne hai una sempre appiccicata addosso! 
- Ma Satsuki è una sorella, per me! 
- È comunque una bella ragazza con due bocce enormi! 
- E tu hai quella che te le fa vedere senza vestiti! 
Continuarono a litigare di nuovo, tanto per cambiare, fino a che Alex non mise un altro panino a testa in mano ad entrambi. Ed un succo in quella di Taiga. 
- Mangiate ancora. Ho visto che Aomine ha dato il suo panino a quel mentecatto di Taiga. Se non penso io a voi mocciosi, come fate? 
I due si fermarono dal discutere di tette e ragazze, guardarono la donna di cui Daiki era immancabilmente geloso e arrossendo per la vergogna d’aver parlato male di lei e con mancanza di rispetto, chinò il capo tornando a sedersi.
- Grazie. - borbottò azzannando il panino. 
Taiga ridacchiò divertito e si sedette a sua volta, mangiando il suo terzo panino. Aprì anche il succo e bevve, quella volta fu Daiki a prendergli la mano e bere dal suo. 
Alex li guardò soddisfatta, braccia conserte, felice che Taiga avesse trovato una persona perfetta per lui e fosse felice. Certo era alle prime armi, ma promettevano bene. 
Doveva ancora affrontare Tatsuya e risolvere il loro burrascoso passato, ma era fiduciosa. Dopotutto Taiga se ne era andato malamente dall’America per andare in Giappone e Tatsuya ci era rimasto molto male. 
- Comunque non è di me che dovresti essere geloso, ma del suo ex. Che fra l’altro gioca con un tuo ex compagno, li ho visti ieri. 
Taiga la fissò male cercando di sviare il discorso prima che degenerasse, sperando che quel tonto vicino non avesse capito bene.
- È migliorato, ma anche io lo sono. E migliorerò ancora! Ce la farò! - disse sbruffone. Ma Daiki gli morse la mano al posto di succhiare dalla cannuccia, Taiga lanciò un urlo e lei scoppiò a ridere. 
- È veramente lui il tuo ex, allora! Tetsu me l’aveva accennato, ma non era andato nel dettaglio! E pensavi di non dirmi nulla? Non hai risolto ancora, con lui, eh? 
Sarebbe andato avanti all’infinito se per zittirlo non gli avesse preso il polso e spingendosi verso di lui non gli avesse premuto la bocca sulla sua. Funzionò, si placò per un istante durante il quale la risata di Alex divenne più forte. Poi riprese come prima. 
- Adesso mi dirai tutto di lui, come vi siede lasciati e cosa c’è da risolvere! Perché è ovvio che c’è qualcosa! Non sono stupido! Tutti gli ex hanno cose da risolvere! 
Alex continuò a ridere, Taiga si divorò il resto del panino che rimaneva, finì il succo e con un salto tornò in piedi attivo, pronto a ricominciare. 
- Dai, su, non abbiamo tempo da perdere! Fra poche ore dobbiamo andare a guardare la partita con gli altri! Diamoci da fare! Anche tu dovrai tornare da Kuroko! A proposito, dove l’hai abbandonato? 
Lo tempestò di domande sperando che funzionassero e lo distraessero, ma ovviamente non fu così. 
Daiki si alzò, prese la palla da terra e gliela lanciò in faccia con tutta la sua forza, non poca in effetti.
Per fortuna i riflessi di Taiga erano perfetti e la schivò, ma gli falciò un ciuffo di capelli rossi che svolazzò. 
- Sei pazzo? 
In risposta Daiki gli fece il dito medio e senza dire nulla se ne andò. Fra le risate di Alex, ovviamente. 


“Come fa a non essere interessato a me e Tetsu? Siamo due ex, lo sa. E ci alleniamo insieme, il che significa che abbiamo sistemato le cose che non andavano fra noi. Non pensa possiamo tornare insieme? Anche se Tetsu gli avesse detto tutto, io vorrei sentirlo da lui, guardarlo in faccia mentre me lo dice. Voglio sapere di lui e il suo ex. E anche di come gira in casa quella tizia. Io devo sapere tutto. Come fa lui a non volerlo?”
Mentre tornava al campo di Tetsu, Daiki si chiedeva perplesso come potesse andargli bene così. Posto che a lui, invece, non gli andava per niente bene. 
Raggiunto Tetsu che intanto aveva ripreso a tentare malamente di tirare a canestro, lo corresse con la sua tipica cattiveria, fino a che il ragazzino riprese a tirare decentemente. 
Quando si fu calmato, Tetsu gli chiese come era andata, con un sorrisino malizioso. 
- C’era lei, ovviamente. 
- Per tutto il tempo? 
- Mi ha baciato. - ricordò imbarazzato. Tetsu si mise a ridere immaginando la scena. 
- Quindi le piaci. Bene. Per Kagami lei è molto importante, se non le piacevi probabilmente sarebbe stato un problema. - azzardò. 
Daiki alzò le spalle. 
- Non è lei il problema, anche se mi irrita che le giri nuda in casa. Però perché lui non è geloso? Non mi chiede di te, come va fra noi, se abbiamo risolto i nostri problemi. Dopotutto stavamo insieme, poi ci odiavamo ed ora...
- Io non ti ho mai odiato. - precisò Tetsu continuando a tirare. 
- Però non andavamo d’accordo. Adesso improvvisamente sembra passato tutto... - si spiegò meglio Daiki con l’aria da bambino scontento. 
Tetsu smise di tirare e lo guardò con una pazienza infinita. 
- Lui è diverso da te. Forse da chiunque altro. Gli importa di te e di tutte queste cose, ma aspetta sia tu a parlargliene. Anche con me all’inizio non mi chiedeva nulla sulla Generazione dei Miracoli, anche se era tutto ciò che gli importava. Alla fine gliene ho parlato io. Mi ha tempestato di domande solo su di te! - ricordò ridacchiando. Daiki si illuminò interessato. 
- Davvero? 
Tetsu annuì tornando a tirare. 
- Sì, sei il solo di cui mi abbia riempito di domande. Per il resto ha sempre aspettato che gli dicessi io le cose. Rispetta i tempi e la riservatezza degli altri. - disse Tetsu, poi concluse semplicemente: - Se gliene vuoi parlare, devi farlo tu. 
- Ma così non è geloso. Perché non è geloso? 
L’amico rise.
- Vuoi per forza che sia geloso? 
- È sintomo che ci tiene... 
Daiki continuava a fare il bimbo scontento, mentre Tetsu il fratello saggio. 
- Non è detto. A volte la gelosia rovina tutto. Comunque nel suo caso semplicemente ci tiene che sia tu ad aprirti quando vuoi. Probabilmente muore di gelosia! - concluse scoppiando a ridere, immaginandoselo mentre maltrattava Alex. 
- Mah... sarà come dici... 
Non era molto convinto, così il compagno decise di dargli l’ultima dritta. 
- Comunque se vuoi saperlo gli ho parlato molto di noi e dei nostri sentimenti. La sera in cui vi siete baciati dopo la partita, mi ha chiesto come sarebbero andate le cose fra noi due. Ha fatto la sua indagine con me. Se io gli avessi detto di volerci riprovare, lui non avrebbe esitato a farsi da parte. 
Daiki lo guardò meravigliato, prendendogli la palla da dove era rimbalzata per via dell’errore fatto. Uno dei tanti. La trattenne prima di ridargliela. 
- Davvero? 
Tetsu annuì, alzò le mani per chiedergliela, ma Daiki non gliela restituì subito. Così proseguì:  - Gli ho detto che se non era andata prima, non sarebbe mai potuta andare ora, con tutto quello che era successo. Siamo troppo cambiati. E poi credo davvero che sia lui quello che ti renderà felice, io non ci riuscirei. 
Daiki a quello, senza ancora lanciargli la palla, gli tornò davanti, lo sovrastò in altezza come sempre, poi parlò serio, sondando l’ultimo dubbio che gli era rimasto. 
- E tu non saresti più felice con me o con Taiga? 
Tetsu sorpreso lo guardò, poi gli prese la palla con la sua tipica calma, la guardò prima di tirare di nuovo. 
- Non siete la persona giusta per me. 
Sperava di convincerlo. Non ne era sicuro. Non era certo di non provare più niente per Daiki o per Taiga, ma voleva fosse vero. Non aveva comunque importanza. Loro dovevano stare insieme, erano felici così. Era giusto vivessero la loro storia. 
- Mi hai fatto soffrire quando eravamo fidanzati. Da amici non sono mai stato male con te. Perciò è questa la nostra dimensione. E Kagami è la tua. 
Senza dire che comunque non era la propria. Quello non contava. Contava solo che Kagami fosse la dimensione di Aomine e viceversa. 
Il resto l’avrebbe accettato. 

Taiga migliorava a vista d’occhio, aveva ormai quasi appreso la tecnica a tempo di record. Sapeva che gli stava chiedendo tanto, ma non aveva scelta. Al livello attuale non avrebbe battuto la squadra di Tatsuya. 
Lo faceva per lui, perché quando se ne era andato dall’America, lei era rimasta con Tatsuya e gli aveva insegnato tutto quello che poteva, al contrario di Taiga a cui aveva sospeso i suoi insegnamenti per ovvie ragioni. 
Eppure il talento puro di Taiga superava quello di Tatsuya, ma se non modellato non sarebbe stato sufficiente. Era così intelligente d’aver compensato la mancanza di talento naturale con altre tecniche. 
- Aspetti di vedere la resa dei conti fra te e Tatsuya, prima di aprirti del tutto ad Aomine? - chiese Alex improvvisamente, nel mezzo dell’esercizio che Taiga stava ripetendo. Per poco non cadde male, ovviamente lo sbagliò. La guardò torvo. 
- Pensi davvero che potrei gettarmi a capofitto in una storia quando non ho ancora nemmeno parlato come si deve col mio ex? 
Alex lo sapeva ed anche Aomine, ovviamente. Per questo era intrattabile sull’argomento.
- Lui l’ha capito ed ha il terrore che finisca ancora prima di iniziare. 
Non ci voleva un genio per comprenderlo. 
Taiga riprese la palla serio e pensieroso, sospirò. 
- Sì... lo so... ma non ci posso fare niente. So che succederà qualcosa quando ci scontreremo. E non voglio far soffrire Daiki. 
Alex sorrise dolcemente. 
- Sei così sicuro di farlo soffrire? Forse tenerlo all’oscuro è peggio. 
Taiga arricciò la bocca e tornò in posizione per ricominciare, testardamente. 
- No, aspetterò comunque quella partita. Poi vedrò come proseguire. 
- Non sarebbe stato meglio aspettare direttamente, invece che metterti già con lui ora? 
Taiga ritirò le braccia e si mise a palleggiare ridendo all’idea. 
- L’hai visto, no? Com’era possibile aspettare? Io volevo... ma alla fine ha fatto tutto lui! 
Alex rise a sua volta. 
- Non è che tu gli abbia reso la vita difficile! 
Taiga continuò a ridere ripensando a tutte le volte che gli era piombato addosso e poi baciato. Era come una calamita, era impossibile non finirgli addosso. Attirava chiunque, specie se qualcuno era puntato da lui. 
- Io lo voglio da matti, dal primo istante in cui l’ho visto. Anzi, lo volvo prima ancora di incontrarlo, quando Kuroko me ne ha parlato, elencandomi le sue doti a basket, io avevo già deciso. Come un istinto animale indomabile. 
Lo erano entrambi. Due animali selvatici. Per questo si capivano così bene. 
Alex decise di non insistere, alzò il mento e gli indicò di riprendere. 
Probabilmente qualunque esito avesse avuto la partita con Tatsuya e di conseguenza il loro chiarimento, ormai Taiga era già perso per Aomine. Probabilmente stava aspettando a stringere oltre per rispetto verso il suo ex, perché prima di perdersi totalmente in un altro gli doveva una chiusura degna. 
“Bisogna solo vedere se uno con un caratteraccio come quello aspetterà la partita contro la Yosen, per legarsi ulteriormente a Taiga. Mi dà tutta l’aria di volergli saltare addosso e non solo per litigare e baciarlo.” 
Alex rise fra sé e sé divertita all’idea e compiaciuta al tempo stesso.
Ormai ne era praticamente sicura.
Fra Taiga e Tatsuya non era andata solo perché non erano giusti uno per l’altro. Ognuno ne aveva uno e probabilmente quello di Taiga era quell’Aomine pazzo scatenato. 
Ma la vita, come sempre, aveva un suo corso. 

   
 
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