Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: LadyRunami    14/11/2022    0 recensioni
10 storie Giolyne, 10 universi dove il loro incontro li ha portati ad amarsi e ammirarsi.
E chissà quanti altri universi non sono stati raccontati… (tutte OneShot)
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1) “Cazzo se fa male”
“Purtroppo i miei poteri curativi si fermano a questo, signorina”
2) “Lei, voglio lei”
3) Non avere intorno il suo petulante fidanzato le aveva dato l’idea che tradirlo sarebbe stata una buona cosa?
4) "Ora staremo insieme per sempre, te lo prometto."
...
10) "L’ho amata per tutti questi anni, eppure non ricordo nemmeno che volto abbia.”
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giorno Giovanna, Jolyne Kujo
Note: AU, Cross-over, Lemon, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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6) Jolyne and Giorno are school mates


 

Jolyne non era solita andare a casa Brando. Soprattutto perché il padre del suo migliore amico era tutto fuorché ospitale, vecchio rivale del suo di padre, Jotaro Kujo. 
Ma alla fine per farsi aiutare da Giorno con i compiti questo ed altro. Dopo pranzo erano andati in giardino a fare una passeggiata. Casa Brando era una villa nel bel mezzo della campagna inglese, circondata da boschi e campi di girasoli che il Signor Dio aveva ereditato da un suo antenato 130 anni prima.
Jolyne invece conduceva una vita molto diversa da quella del suo ricco amico, abitava con sua madre in un appartamento da 70 metri quadri in centro Londra. Lei e Giorno si erano conosciuti in prima superiore tre anni prima ed erano diventati inseparabili, complice anche il loro amico in comune Josuke Higashikata che aveva fatto da collante per quel trio di combinaguai. Giorno però all’effettivo preferiva stare da solo con Jolyne. Ogni momento vissuto con la ragazza gli faceva dimenticare i primi 15 anni della sua vita prima che l’avesse conosciuta, e poi insomma..Jolyne era bella. Sprizzava felicità e purezza da tutti i pori. E a Giorno non poteva non battere il cuore più forte ogni volta che la vedeva sorridere. 

Vederla giocare nel suo giardino con le farfalle che le giravano intorno la faceva sembrare una principessa e gli sarebbe piaciuto ogni tanto avvicinarsi di più a lei. Ma Giorno era anche una persona molto timida ed insicura, una persona che aveva lottato tutta la vita per distaccare la sua identità da quella fredda e calcolatrice di suo padre Dio. Anni prima aveva fatto un patto con se stesso: l'avrebbe sempre osservata da lontano, sarebbe stato il suo angelo custode per tutto il tempo che avesse ritenuto necessario stando sempre un passo dietro di lei.

“Dai Giorno andiamo a studiare! Altrimenti questa volta il professor Joestar ci boccia davvero!”

Salirono nella camera del ragazzo, o meglio nella sua depandance. Era un intero alloggio con camera, soggiorno e bagno con sauna. Dio non aveva limite quando si trattava di viziare suo figlio, voleva sempre dimostrare di essere un padre migliore di chiunque altro avrebbe potuto, specialmente di un certo Jotaro Kujo. Stavano studiando già da un paio di ore quando Jolyne chiese una pausa straziata dal carico di pagine da presentare in appello. 
“Ti prego dammi tregua
GioGio, davvero queste equazioni non riesco a risolverle.”
“Dai, non siamo neanche arrivati alla parte interessante, fra poco inseriremo anche i grafici.”

“Ho già capito che non passerò il test.” disse facendo cadere la testa sulla scrivania facendo un tonfo secco.
Lui, che le era seduto accanto, inizò ad accarezzarle i capelli.  
“Ti aiuterò il più possibile, così poi da diplomati cercheremo un college insieme, divideremo le spese e poi faremo un mega viaggio in America. E rivedrai tuo padre.”

“Ah certo, muoio dalla voglia di rivederlo!”

Risero leggermente insieme. Non vedevano l’ora di poter viaggiare insieme, lui voleva fare il professore all’università in un altro stato, lei voleva studiare archeologia e i reperti aztechi del Messico. 
“Almeno finché non avrai trovato un posto dove stare, poi forse vorrai stabilirti e farti una vita indipendente.”
“Sai Gio, io il mio credo di aver già deciso che tipo di vita voglio.”
Si alzò di colpo baciandolo dolcemente sulla fronte, un semplice bacio che aveva solo il significato di suggellare la loro unione. L’amore non è sempre necessariamente un istinto carnale o il bisogno di possedersi, a volte può essere anche solo il bisogno di una presenza reciproca, una spalla su cui piangere, una mano da stringere, uno spirito con cui condividere i propri sogni. A volte basta quello.

 
   
 
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