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Autore: kiera    14/11/2022    0 recensioni
Un sogno che si rivela l'inizio di qualcosa, un sogno che apre la porta a un universo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sogno
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Rientro a casa dopo una giornata di lavoro. Non mi attende nessuno, do il comando ad Alexa per mettere un pò di musica jazz per rilassarmi, ed inizio a preparami un bagno caldo. Prendo il cambio e mi decido finalmente di provare la nuova camicia da notte. Dopo il bagno e dopo essermi messa in deshabille osservo il risultato finale.
Un metro e settanta tre per settanta chili, capelli mori quasi neri che mi cadono fin sulle spalle fianchi larghi, un filo di pancia in più a protezione delle ovaie. Realizzo che stò iniziando a fare l'elenco dei miei difetti e lo spettro che non vorrei sentire si fa strada esco di corsa dal bagno mentre mi metto la vestaglia abbinata alla camicia da notte. Un abbigliamento da casa forse un pò troppo audace per i miei standard, è una camicia da notte nera a brettelle con le stampe delle fiamme. La vestaglia è molto lunga e va a formare un leggero strascico, anche loro con le fiamme. Si mi piacciono le fiamme, anche se questo abbigliamento servirebbe per occasioni più calde che per andare meramente a letto, ma stasera voglio sentirmi sexy anche se vado semplicemente a dormire. Mi butto sul letto e riprendo la lettura di "Sniper" di Alan Altieri, e così mentre leggo la storia del tenente-colonnello Kane e della sua squadra mi addormento.
Mi accorgo che non sono più sul mio letto ma in un castello. Istintivamente controllo se sono vestita, giusto per evitare un sogno imbarazzante e da clichè, anche se sono conscia di star sognando non mi sveglio. La mia attenzione viene però rivolta alla struttura e a quello che c'è dentro. Una biblioteca, definirla enorme non le rende giustizia. Inizio a girovagare e finisco in quella che a tutti gli effetti è una sala del trono. Certo la struttura è strana ma le vetrate sono stupende, i colori e i disegni. Mentre sono rapita dallo spettacolo sento una voce di donna chiamarmi. Mi volto di soprassalto e la vedo, una donna in giacca e cravatta a mio avviso bellissima anche se ha un aria molto austera. Chiedo scusa e mentre inizio a incespicare cerco una strada per scappare. Nel mio goffo tentativo di fuga, Lucienne così si chiama, mi dice che sono attesa dal suo padrone. Dice di aspettare ma di non toccare i libri. Comincio a guardarmi nervosamente in giro non sapendo chi aspettarmi.
Poi lo vedo, è apparso sul suo trono. Una figura alta, capelli neri e la pelle è di un colore pallido. Non da morto, ma semplicemente di porcellana senza nei o imperfezioni. Vestito totalmente di nero e con un corvo appollaiato sulla spalla destra. Mi si avvicina e mi osserva come fossi una creatua a lui aliena. Lo seguo con lo sguardo, quando il volatile nero dice che non sono niente male. Istintivamente lo ringrazio, realizzo che stò parlando con un corvo ma so anche di stare sognando. Intanto il re pallido non parla, di istinto chiudo la vestaglia e inizio a movere le dita in maniera nervosa. Mi chiede perchè sono agitata, in fondo se mi ha mandata chiamare è perchè interessato. Mi scappa una mezza risata e rispondo che difficilmente gli uomini come lui guardano una come me, non mi da tempo di finire la frase che risponde che non è un uomo. Voce di miele, si altro mio problema è che adoro le voci basse e calde, mi dice che non è un mortale e che non è condizionato dall'aspetto estetico come spesso gli uomini o le donne fanno. Istintivamente gli accarezzo il viso, gli dico che è uno dei pochi ma che mi sfugge il motivo di questo rendez-vous, ma noto anche la sorpresa di quel contatto non richiesto. Ritiro la mano e chiedo scusa per l'audacia, continuo a sentirmi osservata e gli faccio notare che la cosa può risultare inquietante se non c'è conversazione. Pelle alabastra mi rassicura che non è sua intenzione farmi nulla di male, mi porge la sua mano e mi dice di seguirlo. Il corvo, Matthew mi incita a prenderla a non esitare, cedo e mi rendo conto che stringerla è come toccare della seta. Finiamo in una serra, piena di rose rosse. Mi trovo ad ammirare il paesaggio rapita non curandomi dei miei accompagnatori silenziosi. Ma, eh si c'è sempre un ma, mi volto e gli chiedo che cosa vuole. Si ok stò sognando, ma nemmeno con la mia immaginazione posso spingermi a tanto, quindi gli chiedo in definitiva cosa vuole da me. Il re pallido alla fine si presenta come Morfeo, il dio dei sogni e dichiara il suo interesse nei miei riguardi e la voglia di conoscermi.
Sospiro e gli dico che anche fosse reale tutto ciò, io prima o poi dovrò svegliarmi. La proposta fatta dal dio è quanto di più orrido potessi sentire, rimanere li nel suo mondo mentre nella realtà io sono in coma. Mi fa apparire un anello di ossidiana con un rubino incasonato, mi rinnova promesse di vedere modi e posti che gli umani possono solo sognare. Lo mando al diavolo gli dico che se vuole consocermi, ammesso che tutto questo sia reale, deve farlo anche quando sono sveglia. Che mai mi annullerò di nuovo per un uomo o dio o qualunque cosa sia. Stò per piangere quando il signore dei sogni accetta la mia proposta, rimango basita del suo tranquillo assenso. Mi si avvicina, Matthew non è più sulla sua spalla non che mi importi in questo momento, solleva il mio mento e con quello che sembra essere un sorriso mi da il buongiorno. Mi sveglio con il respiro affannato e il batticuore. Mi copro gli occhi con il braccio e scoppio a ridere, dannazione che sogno. Mi alzo visto che la sveglia da li a mezz'ora si sarebbe attivata, un dio interessato e si ci mancavano i sogni impossibili. Mentre mi preparo il caffè realizzo che sulla mia mano sinistra c'è qualcosa. Mi trema la mano quando vedo l'anello di ossidiana con il rubino. Era vero, era reale, ci penso cerco prove del fatto che ho acquistato quell'anello ma nulla. Mentre medito su come affrontare tutto questo un corvo becca alla mia finestra, ha una rosa nel becco con un piccolo bisglietto legato. Apro la finestra e il messaggero svolto il suo compito si allontana.
Al momento ho un unico pensiero, in che guaio sono capitata.
   
 
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