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Autore: LorasWeasley    14/11/2022    1 recensioni
[Blue Lock]
[SPOILER MANGA fino al capitolo 148]
Soulmate|AU [Sae x Shidou]
"In un mondo dove le anime gemelle esistevano, ed era provato dal fatto che ogni notte spuntava sul proprio corpo una frase casuale che questa aveva detto durante la giornata, a Itoshi Sae non fregava un cazzo di scoprire chi fosse la sua.
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A essere del tutto sinceri, a Ryusei non fregava un cazzo di cosa potesse pensare un perfetto sconosciuto di quello che lui diceva o meno durante la giornata. Erano pur sempre fatti suoi e, in ogni caso, se era la sua anima gemella l’avrebbe dovuto comunque accettare, giusto?"
Genere: Erotico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Soulmate!AU | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Soulmate'
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Soulmate - SaeShidou


In un mondo dove le anime gemelle esistevano, ed era provato dal fatto che ogni notte spuntava sul proprio corpo una frase casuale che questa aveva detto durante la giornata, a Itoshi Sae non fregava un cazzo di scoprire chi fosse la sua.
Per la maggior parte delle volte ignorava le frasi che spuntavano sul proprio corpo, a meno che non fossero in posti dove gli cadeva spesso l’occhio e non poteva fare a meno di leggerle velocemente.
A Sae non fregava nulla di cercare la persona destinata a lui e di trovare in questa tutti quei sentimenti smielati e da vomito che chiunque non faceva altro che idolatrare. Tuttavia, non poteva dire di essere completamente indifferente ad alcune di quelle scritte che trovava su di lui.
“Testa di cazzo”
“Idiota pezzo di merda”
“Hai la mamma puttana”
“Vaffanculo”
Le imprecazioni e gli insulti erano così frequenti che Sae si chiese spesso se questa persona conoscesse anche frasi normali nella sua vita.
“Vuoi le botte, allora?”
Anche quella frase gli era capitata scritta più di una volta e, con una smorfia, il calciatore si era chiesto come questo avesse tutta questa voglia di andare in giro a cercare rogne. Non che Sae fosse un santo, ma era così faticoso mettersi in mezzo a delle risse. Non ne valeva la pena.
Più il tempo passava, però, e più si ritrovava a sorridere impercettibilmente a frasi come “fottute vergini del cazzo” o “Rin-Rin di merda, ma che avrà di tanto speciale?”. Era curioso di dare un volto a quella persona, a quello che era quasi sicuramente un ragazzo, non che l’avrebbe mai ammesso ad alta voce o semplicemente a se stesso.
 
Quando era piccolo e faceva a botte con gli altri bambini, imprecava o li prendeva in giro, sua madre lo rimproverava e metteva sempre in punizione. Per poi concludere la sua sfuriata con sempre la stessa frase: cosa penserà di te la tua anima gemella quando si ritroverà scritte quelle porcate sul corpo?
A essere del tutto sinceri, a Ryusei non fregava un cazzo di cosa potesse pensare un perfetto sconosciuto di quello che lui diceva o meno durante la giornata. Erano pur sempre fatti suoi e, in ogni caso, se era la sua anima gemella l’avrebbe dovuto comunque accettare, giusto?
Crescendo poi, si era reso conto che anche l’altra persona non è che fosse proprio un santo.
"Non mi interessa"
“Siete inutili"
“Da solo sono meglio di voi"
“Sono tutti una merda”
“Chi sono questi vecchiacci?”
Erano frasi del genere che gli facevano capire facilmente che evidentemente Shidou non era l’unico stronzo in quella coppia. E beh… questo poteva essere solo un aspetto positivo.
“Bel modo di sprecare la tua fortuna, Rin”
“Vieni Rin, dammi la mano”
“Andiamo a prendere un gelato, Rin”
Rin. Shidou lo odiava. Era un nome che fin troppo spesso spuntava nelle frasi scritte sulla sua pelle. Chi era? Che rapporto aveva con la sua anima gemella? Perché lo nominava così spesso? Non che Ryusei fosse geloso, ma perché diavolo doveva avere scritto sul suo corpo il nome di un’altro?
Nonostante tutto, però, Shidou era sempre più curioso di incontrare la persona che c’era dietro quegli insulti, dietro quelle frasi particolari, dietro quella determinazione di diventare qualcuno.
“Ti affidi troppo ai tuoi istinti” Ryu aveva riso a quella frase, chissà cosa avrebbe detto questo dopo averlo conosciuto.
“Vado a diventare il migliore al mondo” ed ecco, lui non sarebbe stato da meno. Aveva capito che la sua anima gemella giocava a calcio già diverso tempo prima e se questo voleva diventare il migliore al mondo… beh, Shidou non sarebbe rimasto indietro.
 
-
 
Fottuto demone del cazzo.
Era questo il pensiero fisso di Sae mentre continuava a guardare la scritta piccola e ordinata che era appena apparsa sul suo braccio.
Se segno altri dieci goal mi trasferisco a casa tua, va bene?
Sae si trovava nella sua camera d'albergo, dove si era fatto una lunga doccia dopo la partita contro il Blue Lock che avevano perso.
La sua frustrazione per la sconfitta completamente scoparsa dopo che l’occhio gli era caduto sulla scritta sul braccio. Sentire quella frase in campo solo poche ore prima era stato imbarazzante, leggerlo sul suo braccio lo divenne ancora di più.
Anche se, riflettendoci solo per un attimo, era ovvio che fosse lui. Che fosse Shidou Ryusei.
La prima volta che l'aveva visto giocare nella struttura del Blue Lock attraverso uno schermo ne era rimasto folgorato. Un fuoco si era acceso dentro di lui al quale non aveva saputo dargli un nome.
La seconda volta che l'aveva visto, quando era andato a recuperarlo nella sala dove era stato legato e isolato in punizione, gli era venuto naturale chiamarlo "il mio demone" e lì si era reso conto che aveva bisogno di trovare soddisfazione nel sottometterlo e usarlo per i suoi scopi, nel renderlo quello che l'avrebbe portato alla vittoria.
Era forse quello che la gente chiamava "amore"? Quel fuoco che l'aveva mangiato vivo e quel pensiero fisso che gli diceva distruggilo?
Era tardi quando fu distratto dai suoi pensieri per un bussare alla sua porta.
Corrugò la fronte infastidito e lasciò il bagno per andare ad aprire, trovandosi davanti il centro di tutti i suoi pensieri.
Alzò un sopracciglio e mantenne la sua espressione di sufficienza, quella con la quale guardava tutti dall'alto verso il basso, nonostante in quel momento era stato lui a dover alzare il mento per fissare Shidou negli occhi.
Questo aveva lo sguardo di chi aveva appena messo in trappola la sua preda e il sorriso strafottente che Sae aveva conosciuto dal primo momento.
-Di solito non me ne frega un cazzo di ricordare quello che le altre persone dicono, ma sono abbastanza sicuro che questa frase l’abbia pronunciata la tua bella boccuccia solo qualche ora fa. Tu che dici?
Mentre Ryusei affermava questa frase, alzò la maglia che indossava per mostrare la scritta che si trovava sul suo fianco. Scritta che sì, era decisamente la frase che Sae gli aveva detto in partita.
“Ora è il momento di segnare, demone. Cadi sotto il mio incantesimo.”
Itoshi non ebbe bisogno di mostrargli a sua volta la scritta che aveva sul braccio, era comunque visibile e non era certo una ragazzina che non vedeva l'ora di far vedere di aver finalmente trovato la sua anima gemella.
Rispose impassibile -Dipende. Mi renderai la vita interessante?
Il ghigno di Ryusei si fece più ampio -Solo se riuscirai a starmi dietro.
-Smettila di riempirti la bocca di belle parole e passa ai fatti. Vediamo se riuscirai a scoparmi meglio di come giochi a calcio e in tal caso possiamo parlarne meglio domani mattina.
Shidou fece quel passo in più per entrare in camera e gli afferrò la mascella con forza, facendogli male e avvicinando i loro volti, poi mormorò freddo -Domani mattina ti avrò fatto dimenticare anche il tuo nome.
Sae non reagí troppo a quella dimostrazione di forza e fece lo stesso afferrandogli le palle, rispondendo a tono -Provaci.
Il bacio che si scambiarono era tutto denti, morsi e saliva, con entrambi che cercavano di prevalere sull'altro. Il fuoco che Sae sentiva ogni volta che l'altro era nei paraggi era nulla in confronto all'incendio che stava provando in quel momento.
Distruggilo.
Fatti distruggere.
Sae non aveva idea se quello potesse essere definito l'amore di cui tutti parlavano, ma non avrebbe voluto nulla di diverso. C'era un motivo, in fondo, se aveva finito per essere l'anima gemella di quel demone.
Ryusei soddisfò le sue aspettative nel sesso e lì Sae ne ebbe la conferma: sarebbe stato divertente.
E se, in futuro, le scritte che iniziarono a spuntare sui loro corpi avevano una prevalenza di frasi oscene… beh non era un problema loro se la gente era così stupida da leggerle.
  
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