Inferno. Tema scottante, qui affrontato da una temeraria Baudelaire e da un Bilbo che, con coraggio, guarda in faccia i propri mostri.
B&B, tutti per voi, sempre più nudi, sempre più vostri.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
La si gode o la si soffre Questa vita che ci fotte, Ma goderla non è facile Per lo spirito ch'è gracile: Se ti lasci troppo andare C'è poi il conto da pagare.
Regno del tormento
Di angoscia e pentimento
Il Male il suo padrone
Carota e poi bastone.
Se ci cadi sei fregata, Te la scordi la carota. Pentimento non esiste Per il vizio che resiste.
Inferno vien chiamato
Di dolore permeato
Soprusi e gran schiamazzi
Frustati sono i pazzi.
Non i pazzi che ci vanno Perché loro non fan danno: Non son loro che han sapore Pel bestiale ingannatore.
È Satana quel Dio
Che teme l'amico mio
Che negli incubi suoi irrompe
E l'anima sua corrompe.
È corrotto il corpo mio, È già tutto un puttanio. Ma vorrei l'anima pura Per l'eternità futura.
Temerlo tu non devi
Bilbo dalle rime lievi
Rivolgiti a quel Dio
Che tanto ti fa pio.
Lo so, vorrei pregarLo, Rimuovere ogni tarlo, Ma sono sotto scacco E al cuore tuo m'attacco.
Sol lui ti può salvare
E il Male incarcerare
Satana sconfitto
Il cuore suo trafitto
Da amore, pace, bene
Che allevian le tue pene.