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Autore: pattydcm    16/11/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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46 L’Emissario

 

Le voci di due uomini giungono lontane all’orecchio di Mirco, che si risveglia pian piano. Il panico lo assale quando si rende conto di essere stato imbavagliato e legato ad una colonna.

<< Sta fermo, Mirco. Credo sia meglio che quel pazzo continui a pensare tu sia privo di sensi >> gli dice Marco comparendo nel suo spazio visivo.

Il custode fissa un punto alle sue spalle e sapere che una delle voci che sente in lontananza appartenga ad Antonio agita ancora di più il ragazzo, che si guarda attorno preoccupato alla ricerca di Selvaggia.

<< Lei sta bene. siete legati insieme, lei si trova dall’altra parte della colonna. E’ ancora svenuta, quindi ora calmati e smettila di fare tutto questo casino! Alex ha mandato Andrea a cercarti. L’ho spedito da Liber e sono sicuro lui sia già partito alla tua ricerca >>.

Non credo sia stata una buona idea!” dice Mirco, ancor più preoccupato. “Credo che tuo fratello farebbe meglio a tenersi a debita distanza da quel pazzo”.

<< Lo so, ma in quale altro modo pensi di poter uscire dal casino nel quale ti trovi? >> ribatte Marco, scoccandogli appena un’occhiata.

Ovviamente non può dargli torto. Ha ancora nelle orecchie, però, le parole assurde e folli che quell’uomo ha pronunciato prima di colpirlo con il taser. Solo un pazzo come lui poteva rimescolare le carte portando la sua vita ad essere in pericolo a causa dell’esistenza di Rio piuttosto che il contrario.

<< Dai, sottiletta, avevamo bisogno di un divertente diversivo, in fondo >> ridacchia nervoso Marco, balzando poi in posizione di difesa quando i due uomini entrano nella stanza.

<< Ci scoprono. Nu capisci ca ci scoprono? >> sta dicendo Calogero, visibilmente preoccupato.

<< No che non succederà >> risponde Antonio con quella stessa voce gelida e tagliente.

<< Come ce lo spieghi che sono spariti, eh? Nan ti pensi ca o su compari si mette a cercarlo? >>.

<< E’ quello che spero >> dice e le sue labbra sottili si curvano in un cinico sorriso mentre posa gli occhi su Mirco. << Il tuo signore ha le ore contate, servetto fedele >> i.

<< Ti stai sbagliando? Chisti so du disgraziati, Antò >>.

<< L’unico disgraziato qui sei tu! >> ribatte severo. << Molti anni fa’ mi è stata affidata una missione e io l’ho trascurata per troppo tempo, preso dagli umani e sciocchi problemi della vita. Ora, però, è giunto il momento di ricominciare e tu hai tentato di portare via la mia prescelta >> dice avvicinandosi a un palmo dal naso di Calogero.

<< No, non è così che andò. Io non lo sapevo che volevi sacrificare la Selvaggia >> borbotta il vecchio, scoccando appena un’occhiata alla ragazza ancora svenuta.

<< Non lo sapevi >> ridacchia Antonio, prendendosi gioco di lui. << Eppure sei stato tu a porgermela su un piatto d’argento portandola ad acconsentire ai tuoi biechi intrallazzi e sempre tu a tentare di toglierla al suo destino per affidarla a quello che tu hai scelto per lei >>.

Calogero suda copiosamente come fosse sotto il sole caldo di mezzogiorno. Scocca continue occhiate a Selvaggia e sembra davvero preoccupato. Se per la vita della ragazza o per i suoi affari che rischiano di andare in fumo, però, Mirco non saprebbe dirlo.

<< Ce n’è troppa di gente in città. Se l’ammazzi ora ci scoprono e so fannu ta po scurdari a to missiuni[1]  >>.

<< Ci sono rischi che bisogna correre >> dice, tirando fuori dal taschino interno della giacca il manico di un coltello a scatto. Marco lo afferra e segue Antonio mentre si inginocchia dinanzi a Mirco, il cui cuore batte così forte che teme possa esplodere ancora prima che questo folle compia la sua vendetta.

<< Non mi sembri una cattiva persona >> sta dicendo prendendogli il viso nella mano umida. << Sarò misericordioso con te e ti darò una morte rapida e indolore, ragazzino. Lo stesso non posso promettere di riservare al tuo padrone. Lui ha osato scontrarsi col mio amore e dovrà pagare per ogni singolo livido che ha lasciato sul suo bellissimo corpo >>.

Di occhi spiritati, folli, terribili, Mirco ne ha visti tanti, ma solo davanti a pochi di questi si è sentito realmente in pericolo. In quelli di Antonio ora vede il riflesso dello sguardo del Guardiano d’Ombra che ha tentato di affogarlo quando era solo un bambino.

Ce l’hai fatta a farmi fuori, maledetto!” pensa disperato, mentre l’uomo tenta di far scattare il coltello. Marco, però, glielo impedisce bloccando l’ingranaggio, cosa che lo fa innervosire. Ci prova più volte, finchè furioso non lo getta lontano per poi alzarsi in piedi e andare su tutte le furie. Una sfuriata che dura solo un breve istante, dopo il quale Antonio si ricompone risistemando meticolosamente la camicia e i capelli.

<< Sapevo che non sarebbe stato facile. Lui ti sta proteggendo >> dice scoccando a Mirco un’occhiataccia. Si avvicina ad una valigetta rigida appoggiata su un tavolino e ne fa scattare le sicure con studiata lentezza.

<< Oh cazzo, ha un vero e proprio arsenale la dentro! >> esclama Marco, volgendo lo sguardo preoccupato verso Mirco. << Non c’è nulla che tu possa fare per proteggerti? Hai un’infinità di poteri, perché non richiami l’esorcista! >> lo implora, ben sapendo di quanto le sue azioni siano limitate dalla sua condizione di puro spirito.

Non posso richiamare il Guardiano senza una guida al mio fianco” ribatte Mirco.

Il custode impreca guardandosi attorno disperato alla ricerca di una soluzione miracolosa al problema, mentre Antonio sta estraendo con gesti lenti e delicati da un involucro di velluto un pugnale dall’elsa finemente intagliata. Volge lo sguardo a Mirco e le labbra sottili si curvano a disegnare un cinico sorriso.

<< La lama di questo pugnale è talmente affilata che affonderà nel tuo cuore senza che tu te ne accorga >> dice avvicinandosi con passo lento. << Voglio che mi guardi dritto negli occhi mentre accade, in modo che il tuo padrone possa vedere attraverso i tuoi occhi ciò che sto facendo >> aggiunge inginocchiandosi nuovamente dinanzi a lui, ma Mirco non riesce ad accontentare la sua richiesta. I suoi occhi terrorizzati non possono fare a meno di fissare la lama del pugnale che si avvicina lenta ed inesorabile.

Un forte rumore fa trasalire entrambi e Antonio impreca nel vedere la valigetta a terra e i suoi strumenti di tortura sparpagliati sul pavimento. Muovendosi veloce come un fulmine Marco sta facendo l’unica cosa che gli è possibile fare, ovvero distogliere la sua attenzione mettendo a soqquadro la stanza per poter prendere tempo nella speranza che Rio giunga quanto prima a salvarlo.

<< Malanova mi avi, allora vero è >> strilla Calogero facendo più volte il segno della croce.

<< Certo che è vero, idiota! Quel Rossi… avrei dovuto capirlo subito, ma è stato talmente abile da ingannare anche me! >> esclama Antonio il cui sguardo segue attento uno dopo l’altro gli oggetti che Marco continua a far cadere.

<< U facisti annerbari. Lasciagli Michè, senno c’ammazza >> lo implora Calogero, afferrandolo per il braccio.

<< Mai! >> esclama furioso Antonio, scrollandoselo di dosso. << Non ho paura di te, maledetto demonio! So che nel tuo servo è racchiusa la tua forza e adesso te la porterò via! >>.

<< No! >> grida Calogero saltando disperato addosso ad Antonio, pronto a colpire Mirco. << Tu si pazzu! Si propria pazzu! >> strilla disarmandolo per poi sfogare tutta la sua disperazione riempiendolo di pugni. Antonio, però, ride prendendosi gioco di lui.

<< Chi è stato più pazzo, io a portare avanti la mia missione o tu a venirmi dietro? >> gli chiede, ottenendo in risposta un’ondata maggiore di violenza. Attende il momento in cui Calogero riprende fiato per colpirlo con un pugno in pieno viso.

<< Ho imparato a incassare i colpi, vecchio mio. Ho avuto tre ottimi insegnati: mio padre, te e quel piccolo demonio del tuo amico Samuele >> dice tra i denti, sferrandogli un calcio all’addome forte al punto da fargli sputare sangue.

<< Sbagliai a provare pietà per te quella notte. Sam aveva ragiuni: te le meriti le botte, maledetto pazzo! >> dice il vecchio tra i denti, rimettendosi in piedi a fatica.

<< Il tuo caro amico, Samuele! Dopo tutti questi anni è tornato da te. Non ne sei stato contento? >> gli chiede sarcastico.

<< Che stai dicendo? >> borbotta il vecchio confuso.

<< Ma come non lo hai riconosciuto? Eppure lo hai pescato insieme alle tue amate alilunghe >>.

Il volto di Calogero perde ogni colore mentre elabora la terribile verità che gli sta svelando colui che è stato suo ‘socio in affari’ per anni.

<< Sei stato tu… hai ucciso Samuele >> sussurra passando sconvolto la mano sul volto tumefatto.

<< Io non l’ho ucciso! >> grida fuori di sé dalla rabbia. << Ho purificato la sua anima corrotta dal male, dovresti esserne felice! Ma poi, chi vuoi prendere in giro? Dentro di te lo sapevi come erano andate le cose e nonostante tutto non hai esitato ad unirti a me. Posso capirti, però. Anche a te Samuele non piaceva. Anche tu lo temevi, proprio come temi me adesso. Il timore rende schiavi e tu è questo che sei: un povero idiota troppo spaventato dal male che c’è in questo mondo >>.

Queste parole fanno scattare qualcosa in Calogero, che si avventa su Antonio con tutte le sue forze. Tra un grido e un pugno impreca in dialetto, riversando quelle che sembrano essere accuse contro il direttore dell’hotel, che incassa i colpi senza neppure provare a difendersi.

Proprio quando sembra che il vecchio lupo di mare stia avendo la meglio Antonio passa al contrattacco, come avesse voluto dargli la possibilità di sfogarsi prima di togliersi la soddisfazione di vendicarsi di anni di soprusi e umiliazioni. Con un calcio in pieno petto, infatti, spedisce il compare contro la colonna alla quale Mirco è ancora legato. Il ragazzo sente il vecchio esalare un debole ‘Ah!’ prima di afflosciarsi sul pavimento e lì restare come un cumulo di stracci troppo usati.

<< Avrei dovuto farlo molto tempo fa’ >> sospira Antonio ricomponendosi meticolosamente . << Perdonami per averti lasciato in disparte. Come hai potuto vedere sono stato distratto >> dice a Mirco facendo un mezzo inchino.

Con passo sicuro raggiunge il pugnale, ma Marco lo scalcia via non appena tenta di recuperarlo. Antonio sospira cercando di mantenere la calma e abbandona l’idea di usare quel pugnale decidendo di recuperare da terra uno scalpello caduto dalla sua valigetta.

<< Questo è più rozzo, ma, in fondo, sei solo un servo del demonio. Non vedo perché dovresti meritare la mia misericordia >>.

Mirco trema come una foglia ad ogni passo che vibra sul pavimento. Non riesce a distogliere lo sguardo dall’arma con la quale questo folle ha deciso di porre fine alla sua vita e si ritrova a pentirsi di tutte le volte in cui, stremato dal compito che gli è stato assegnato, ha pensato di farla finita.

Marco sta tentando in tutti i modi di bloccare Antonio, che, però, imperterrito gli si avvicina e il ragazzo vorrebbe poter chiudere gli occhi e dirsi che, in fondo, la morte è solo un passaggio, ma è troppo terrorizzato.

 Fermo! 

L’ordine perentorio blocca la mano dell’uomo sollevata oltre la testa e pronta a colpire. Questi volge lo sguardo verso l’alto e un sorriso dolcissimo gli curva le labbra, distendendogli il viso.

<< Angelo mio! >> esclama estasiato al punto da lasciar cadere lo scalpello.

Mirco si volta per quanto gli è possibile e scorge una bellissima donna fatta di luce azzurrina sorridere con dolcezza al killer.

<< Sono felice tu abbia compreso quanto ti ho detto in sogno >> gli sta dicendo, levitando leggiadra a mezzo metro da terra. << Non voglio, però, che tu lo uccida. Conducilo vivo e incolume al convento. Voglio occuparmi personalmente di lui >>.

Lo sguardo che l’Emissario gli rivolge è tagliente e spietato. Mirco ne ha avvertito la presenza dal momento in cui ha tenuto Rio dopo il suo terribile incontro con i cadaveri delle vittime di Antonio. Aveva persino pensato che potesse essere stato proprio un Emissario a condurre il suo tutor nel cimitero in fondo al mare.

Ed è così. E’ stata lei” gli conferma Marco, che ha celato la sua presenza. "Perché la guida di mio fratello non l'ha protetto da lei? Non posso credere non l'abbia riconosciuta!" esclama, furioso.

Mirco, però, è troppo terrorizzato per rispondere alla sua domanda. Guarda con timore al bacio appassionato che l'Emissario sta dando ad Antonio.

Farà lo stesso con me. Assoggetterà anche me al volere del suo signore. E’ forte. Terribilmente forte ed io non potrò fare nulla per impedirglielo!” pensa, consapevole di come anche con Rio al suo fianco non potrebbe che soccombere in uno scontro con lei. La prima lezione che Alex gli ha impartito, infatti, è stata proprio su queste entità a servizio del Guardiano d’Ombra dalle quali lui doveva tenersi a debita distanza e stare molto in guardia.

<< Se dovessero catturarti e assoggettarti al loro volere, l’Ombra ti prenderebbe e di te, della tua identità, della tua vita terrena e poi della tua stessa esistenza non resterebbe più nulla. Diverresti solo uno schiavo privo di alcuna coscienza e votato a soddisfare il bisogno costante di anime da corrompere dell’Ombra  >> gli aveva detto, terrorizzandolo a dovere quando era ancora solo un bambino.

Sembra che quel momento infine sia giunto” pensa rassegnato dinanzi alle belle labbra dell’Emissario che si curvano in un sorriso cinico che sembra preannunciargli ciò che lo aspetta.

Per te e per il tuo alleato, Guardiano".

La voce di lei gli rimbomba nella testa, raggelandolo. L'Emissario si allontana, rinnovando al suo umano servitore la richiesta fatta, prima di farsi sempre più evanescente fino a scomparire del tutto.

Antonio si scrolla di dosso la beatitudine di questo incontro e riporta lo sguardo su Mirco, sempre più atterrito.

<< Non ho alcuna intenzione di far attendere il mio angelo e neppure di avere problemi con te, servetto >> dice recuperando una bottiglietta di plastica rotolata fuori dalla sua valigia. Prende un fazzoletto dalla tasca e vi versa su una buona parte del contenuto per poi avvicinarglisi. << Ho pietà di te, in fondo. La tua unica colpa è quella di servire il padrone sbagliato >> dice inginocchiandosi dinanzi a lui.

Mentre il custode tenta con tutte le sue forze di spostare la mano che Antonio vuole premergli sul naso, Mirco cerca di allontanare il viso dal fazzoletto. L’odore pungente del cloroformio, però, gli fa girare la testa.

Vai da Liber! È lui ad avere bisogno di te, adesso!" dice a Marco, il cui volto preoccupato è l’ultima cosa che vede prima che le palpebre calino pesanti sui suoi occhi come un sipario.

 

 

[1] E se lo fanno te la puoi scordare la tua missione

   
 
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