Animal Crossing
 

Kozume Kenma stava vivendo la sua adolescenza in modo abbastanza spensierato.
Le sue preoccupazioni erano riuscire a studiare tra le sue pause ai videogiochi, non morire dopo un’allenamento con il Nekoma, non farsi trascinare da Yamamoto in idee stupide e riuscire ad acquistare i nuovi giochi lo stesso giorno dell’uscita.
Viveva quindi abbastanza tranquillamente, aveva la sua routine giornaliera e non poteva immaginare nulla di diverso. Finché Kuro non aveva stravolto ogni cosa.
Era stato per sbaglio che Kenma aveva ascoltato quella conversazione tra il suo migliore amico e Yaku. Certo, avrebbe potuto palesare la sua presenza, ma il tono di voce che Kuro stava usando l’aveva fatto bloccare proprio dietro la porta dello spogliatoio socchiusa e aveva ascoltato tutto.
Era un tono di voce basso, il tono di chi stava confessando qualcosa che non si poteva cambiare, il tono di chi ha accettato passivamente tutto ciò. Era un tono che raramente Kenma aveva sentito su Tetsuro e che, sapeva bene, non aveva mai usato per parlare con Yaku.
“Dovresti dirglielo” aveva detto Yaku “te ne pentirai un giorno.”
Kuro aveva riso piano “rovinerei solo la nostra amicizia, Kenma è troppo importante per perderlo.”
“Ma non lo sai, non sai se condivide i tuoi sentimenti, non sai se…”
“Conosco Kenma meglio di chiunque altro. So che ama le sfide, che si eccita con quelle e che sono l’unica cosa che lo spinge a voler fare di più, che gli fanno provare qualcosa. Io non sono una sfida, mi ha su un piatto d’argento, potrebbe fare e chiedermi qualsiasi cosa e sarei sempre ai suoi piedi. Quindi no, Yaku. Non ricambierà i miei sentimenti.”
 
Erano passate esattamente tre settimane e quattro giorno da quando Kenma aveva sentito quella conversazione.
Inizialmente aveva deciso di non pensarci. Come Kuro, Kenma era il primo a non voler rovinare la loro amicizia e sapeva che riflettendo su quell’argomento le cose sarebbero cambiate.
Tuttavia, capì abbastanza presto di non poter ignorare l’elefante nella stanza. Non poteva ignorarlo perché adesso Kenma era consapevole dei sentimenti dell’altro e riusciva a vedere tutti quei dettagli, tutte quelle piccole cose che Kuro faceva per lui.
Ma soprattutto, pian piano iniziò a vedere anche le sue di reazioni, il suo modo di comportarsi e il suo modo di fare insieme all’altro. Finché passò delle notti insonni, finché perse diverse partite perché troppo distratto, finché capì che non poteva più essere ignorato.
Ci pensò a lungo, Kenma. Fece persino una lista di pro e di contro. Infine, tre settimane e quattro giorni dopo, decise di agire.
Mandò un messaggio a Kuro per raggiungerlo a casa e, due minuto dopo, il corvino stava già suonando alla sua porta.
Kenma era solo in casa, quindi fu lui quello ad accoglielo.
-Hai bisogno di aiuto nei compiti?- domandò Tetsuro mentre si toglieva le scarpe e si avviava lungo le scale verso la camera del suo migliore amico, seguendo proprio questo.
Kenma scosse la testa –Volevo parlarti di una cosa.
Quello prese Kuro alla sprovvista, ma si limitò a corrugare la fronte mentre lo raggiungeva sul letto.
Kenma si mise a gambe incrociate, esattamente di fronte a lui, poi iniziò a parlare –Qual è il mio videogioco preferito? Quello che gioco di più? Che non mi ha mai fatto perdere interesse nonostante gli anni?
-Animal Crossing- rispose il corvino subito, conoscendo i suoi gusti talmente bene da non aver avuto neanche bisogno di pensarci.
Kenma sorrise leggermente a quella sicurezza, poi annuì e continuò –Sai perché mi piace?
-Perché…- Kuro si fece confuso, corrugò la fronte di più e si rese conto che non lo sapeva.
Kenma spiegò –Perché è rilassante, perché mi fa sentire bene e perché è la mia quotidianità, qualcosa di confortevole che so sarà sempre lì dopo una giornata stressante. Magari lo metto in secondo piano quando esce un nuovo gioco di combattimento o di avventura, perché quello rappresenta una sfida che voglio subito vincere, ma il mio interesse verso questa sfida non dura mai più di qualche settimana.
Kuro lo stava fissando con uno strano sguardo, lo sguardo di chi pensava di aver capito dove quel discorso stesse andando a parare ma aveva paura di chiedere.
Kenma gli tolse ogni dubbio affermando –Ho sentito la conversazione che hai avuto con Yaku, qualche settimana fa. Non te ne ho parlato prima perché non ero sicuro di quello che io provassi e di come gestire questa novità nella mia vita. È vero quello che hai detto, tu non sei una sfida per me, ma è proprio per questo che non mi stancherò mai di averti al mio fianco. Non hai bisogno di essere una sfida per attirare la mia attenzione, tu… sei il mio Animal Crossing.
Tetsuro si portò una mano al viso per nascondere il sorriso spontaneo che gli stava nascendo –è la dichiarazione più nerd che abbia mai sentito.
Kenma mise il broncio e Kuro si affrettò a rassicurarlo –ma è proprio per questo che ti amo.
Il biondo allungò la mano e la posizionò sul viso del più grande, lo scrutò a fondo mentre lo accarezzava, come a voler imprimere ogni più piccolo dettaglio del suo viso sulla sua mente.
Si soffermò sulle labbra, gli accarezzò leggermente il labbro inferiore con il pollice e infine mormorò –Puoi baciarmi, se ti va.
Kuro non se lo fece ripetere due volte, lo raggiunse lentamente a metà strada e posò dolcemente le labbra sulle sue, in un primo bacio caldo e morbido.
Quella non era di certo stata una sfida, ma mentre Kenma si beava di quella nuova sensazione, si rese conto che era anche meglio di ogni aspettativa.