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Autore: Carmaux_95    17/11/2022    9 recensioni
[Domestic!Bagginshield e cibo (e fluff)]
Il re dei nani non riuscì a tenere i propri pensieri per sé: «Tu non sei umano!»
“In effetti, sei uno hobbit, non un umano… non sei umano per essere uno hobbit…? Cosa sto dicendo?”
«Non sei stanco dopo ieri? Insomma… io non mi reggo in piedi».
Bilbo, che ormai aveva già richiuso lo zaino, alzò il capo e puntò lo sguardo in quello del marito. Si sciolse in un sorriso e gli accarezzò la barba pettinandogli poi lontano da quegli occhi stupendi qualche ciocca arruffata: «Oh, povero caro…»
[scritta per il compleanno di Leila91 ♥]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo Baggins, Thorin Scudodiquercia
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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UNA FIERA A LUNGO ATTESA
 
Alla mia Bennina ♥
 
Una parola per descrivere come Thorin si sentiva in quel momento: stremato.
Un’altra? Svigorito.
Un’altra ancora? Completamente e totalmente devastato.
Lui era un guerriero, un signor guerriero a voler essere un po’ presuntuosi!
Aveva affrontato avventure degne delle pagine di un romanzo; aveva combattuto battaglie epiche; e anche ora che guerre e scontri erano un capitolo ormai chiuso della sua vita, aveva deciso di svolgere un lavoro di fatica, alla forgia. Insomma, Thorin conosceva la vera fatica, eppure non rammentava di aver mai provato un tale senso di spossatezza prima.
Ricordava di essersi buttato a letto; ricordava di aver chiuso gli occhi e di aver persino dormito.
Sapeva, tuttavia, di non essersi affatto riposato e infatti quando qualche ora dopo si era svegliato non aveva avuto bisogno di guardarsi allo specchio per indovinare il colore bruciante dei suoi occhi e degli aloni che decoravano questi ultimi.
“Non ce la posso fare”, pensò convincendosi a raggiungere la cucina per prendere posto al tavolo: una buona colazione, quanto meno, lo avrebbe aiutato a rimettere in moto gli ingranaggi della propria mente ancora intorpidita.
«Buongiorno, caro».
“Tu non sei umano!”, quella fu l’automatica risposta mentale di Thorin al saluto del compagno.
Bilbo era luminoso, quasi etereo – che fosse luce propria o colpa della luce dell’alba che filtrava dalla finestra dietro di lui non avrebbe saputo dirlo, era troppo stanco – come se il giorno prima non avessero percorso a piedi tante leghe da perdere il conto, come se la stanchezza non sapesse come intaccare quel corpicino da hobbit.
Quest’ultimo riempì una tazza con una generosa dose di caffè e la porse a Thorin.
Solo dopo averla vuotata, riempita una seconda volta e svuotata nuovamente, Thorin si accorse del canovaccio steso sul tavolo e sul quale Bilbo aveva iniziato a raccogliere del pane, un tocco di formaggio e del salame.
«Che stai facendo?», gli domandò sopprimendo uno sbadiglio.
«Hai ragione», ammise Bilbo. «In realtà non c’è bisogno di portare il pranzo al sacco: come hai visto ieri ci sono così tante bancarelle e stand culinari che offrono assaggi che potremmo tranquillamente farci una seconda colazione e un pranzo abbondanti. Però… sai, non si sa mai!», concluse con entusiasmo mentre ripiegava i lembi del panno su sé stessi per poi chiuderli in un nodo. «E così ho pensato di preparare uno spuntino di sicurezza! È poca roba: non peserà né occuperà tanto spazio nello zaino».
“Ah, va bene”.
Thorin annuì e, immemore del fatto di averla già vuotata, si portò nuovamente la tazza alle labbra.
“Aspetta…”
 Aveva già reclinato la testa nel tentativo di bere il nulla quando riuscì a mettere a fuoco la situazione.
«In che senso?»
La tazza ancora sospesa in area e rovesciata, nella sua mente cominciò a delinearsi un’immagine ma… non poteva essere, giusto?
L’ultima goccia rimasta si staccò dal bordo della tazza e bagnò la punta del naso del nano dallo sguardo ora sconvolto: «Non vorrai tornarci anche oggi!»
“Vero?”
«Ma certamente», rispose Bilbo serafico, come se quella posta da Thorin fosse una domanda con un’unica possibile e ovvia risposta.
Questa volta, il re dei nani non riuscì a tenere i propri pensieri per sé: «Tu non sei umano!»
“In effetti, sei uno hobbit, non un umano… non sei umano per essere uno hobbit…? Cosa sto dicendo?”
«Non sei stanco dopo ieri? Insomma… io non mi reggo in piedi».
Bilbo, che ormai aveva già richiuso lo zaino, alzò il capo e puntò lo sguardo in quello del marito. Si sciolse in un sorriso e gli accarezzò la barba pettinandogli poi lontano da quegli occhi stupendi qualche ciocca arruffata: «Oh, povero caro…»
Thorin socchiuse gli occhi e appoggiò una mano sulla sua vita offrendogli la possibilità di accomodarsi sulle sue gambe, invito che lo hobbit accolse di buon grado. Era ancora mezzo addormentato ma, dopotutto, il mattino ha l’oro in bocca: perché non approfittarne? Strinse le dita su quei fianchi morbidi e accostò le labbra al collo glabro del compagno, stuzzicandolo con la barba ruvida.
«Mio povero adorato re dei nani…», gli soffiò quello sulle labbra prendendogli il viso fra le mani. «L’Artigiano in Contea viene una volta l’anno e dura solo pochi giorni: non ho intenzione di perdermene nemmeno uno!»
 
*
 
L’Artigiano in Contea: artigianato, turismo, cultura…
Enogastronomia.
Ecco, quest’ultimo settore cominciava ad allettarlo sempre più: per arrivare vivo alla fine di quel secondo giorno di fiera aveva bisogno di bere (sì, anche di mangiare – un buon assaggio dei prodotti tipici non si rifiutava mai – ma più che altro aveva necessità di vino e birra). E non poco!
Avevano raggiunto Pietraforata a metà mattina ovvero quando, riteneva Bilbo, avrebbero trovato meno gente e avrebbero potuto godersi tutti gli stand senza doversi preoccupare di mettersi in fila.
Peccato che il medesimo pensiero fosse stato formulato da tutti gli altri abitanti della Contea.
“Smaug, se per caso non fossi ancora morto e meditassi vendetta questo è il momento giusto: vieni a prendermi!”
Improvvisamente una mano gli artigliò il polso: «Thorin, guarda!»
Poi ancora: «Andiamo da quella parte!»
E lo zaino sulle spalle del giovane re dei nani cominciò rapidamente a riempirsi: «Con questi possiamo preparare degli ottimi spiedini di funghi e maiale!»; «Questa marmellata è la stessa che usano anche al Puledro Impennato per preparare la crostata di more!»; «Se lasciamo macerare per dieci giorni questa cannella, insieme ai chiodi di garofano e alla buccia di limone possiamo preparare un ottimo idromele! A questo proposito, servirebbe anche un vasetto di miele!» … e così via.
Ma nonostante tutto, Thorin non poté non sorridere mentre osservava Bilbo afferrarlo per il polso per l’ennesima volta e invitarlo a seguirlo.
Un po’ lo invidiava! E allo stesso tempo si sentiva così fortunato a poterne beneficiare quotidianamente: quegli occhi brillanti, quell’entusiasmo… erano un balsamo per la sua anima belligerante e vissuta.
E per quella del piccolo Frodo, nuovo membro della famiglia venuto ad abitare a casa Baggins in seguito ad una tragedia che probabilmente avrebbe albergato nel suo corpicino a lungo prima di sopirsi.
Non avevano molto in comune, lui e Frodo… a parte Bilbo*.
Mettendosi una mano sul cuore, probabilmente Thorin non aveva ancora fatto del suo meglio per instaurare un buon rapporto con il ragazzino…
Ma forse, ora, aveva modo di recuperare…
Approfittò di un momento in cui Bilbo aveva lasciato la sua mano, troppo attirato da uno stand che offriva assaggi di pan focaccia con pancetta e formaggio.
Si guardò intorno e adocchiò un bancone ma quando si trovò di fronte a tutti i giocattoli lì esposti si trovò in difficoltà: che cosa sarebbe potuto piacere ad un giovanissimo hobbit?
Per Fili e Kili era stato più facile… ma Frodo non era come i suoi nipoti, così teatralmente abili nel mettere in scena grandi duelli con semplici spade di legno.
Frodo non era certo un santarellino anzi, doveva essere un monello! O, almeno, questa era stata la sua impressione quando Bilbo gli aveva raccontato di tutte le volte che, insieme ai suoi cugini, il piccoletto era andato a saccheggiare le terre del Vecchio Maggot per impadronirsi dei prelibati funghi che il proprietario si impegnava tanto a coltivare.
Forse avrebbe potuto prendere quel piccolo soldatino intagliato nel legno… forse avrebbe potuto prenderne quattordici, tutti diversi… così avrebbe potuto ricreare le avventure che Bilbo gli raccontava ogni sera. Forse un giorno gli avrebbe rivelato la verità neanche troppo velatamente nascosta dietro a quelle storie…
Si decise e pagò.
Mentre il commesso impacchettava tutti i soldatini, uno per uno, Thorin sentì Bilbo abbracciarlo da dietro, le mani che si strinsero sul suo petto e il capo che si appoggiò tra le sue scapole, i ricciolini rossicci a ingarbugliarsi con quelli scuri del nano.
«Bilbo!»
«Sei dolce…»
Thorin si morse l’interno della guancia: «Volevo che fosse una sorpresa…»
«Lo è stata! A Frodo piaceranno!»
«Dici?» Thorin strinse le mani di Bilbo fra le sue, rinsaldando l’abbraccio.
«Magari l’anno prossimo potremmo portarlo con noi, che dici?»
Il coraggioso re dei nani si pietrificò: “L’anno prossimo?! Vuoi tornarci anche l’anno prossimo? D-di nuovo!?”
E con un bacio sulla nuca, Bilbo firmò la condanna a morte di Thorin.

 
 
 
 
 
*cit presa da una delle storie di Leila (non mi ricordo quale però… SCUSATE! ‘^^)
 
 
Angolino autrice:
TANTI AUGURI BENNINA!!!!
Di nuovo provo ad avventurarmi e a scrivere la tua shottina di compleanno su una ship che personalmente non mi dispiace ma che non shippo particolarmente ‘^^
Però, so quanto ti piacciano loro… e quanto ti piaccia l’Artigiano in Fiera… :-P
E quindi perché non unire le due cose? XD
Mi rendo conto che forse non è niente di che… e non sono nemmeno sicura di aver reso a dovere i due protagonisti T^T ma spero che questa piccola storiella possa strapparti un sorriso! ♥
Tanti tanti auguri ancora una volta! Ti mando un grosso bacione e un abbraccio, nell’attesa di poterti fare gli auguri di persona!
Grazie a chi ha letto e vorrà commentare ^^
A presto! ♥
Carmaux
  
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