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Autore: mask89    17/11/2022    3 recensioni
...Era scappata alla prima occasione utile da quella realtà che, all’epoca, riteneva troppo "stretta" per le sue ambizioni. Troppo asfittica. Troppo provinciale. Troppo poco stimolante per una ragazza piena di ambizioni come lo era lei. Aveva avuto il successo anelato, ma a quale costo?...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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So far away


Il vento che spirava da sud est portava con sé un carico di umidità che penetrava fin nelle ossa. Le nuvole, che rifrangevano la fredda luce solare novembrina, erano rese rossastre dal carico di sabbia e polvere che trasportavano; avanzavano pigramente nel cielo, indifferenti al paesaggio pesantemente antropizzato che si apriva al loro passaggio. L’ennesima folata di scirocco smosse i lunghi capelli ramati della ragazza, che era seduta su una panchina in pietra del porticciolo. La vista del mare, a prescindere dalla stagione, le donava un senso di pace e serenità. Inspirò a pieni polmoni, quell’odore che le era tanto mancato. Lasciò che il pungente odore della salsedine si facesse largo tra le sue narici. I ricordi di un’infanzia felice, vissuta in quei luoghi così anonimi, ma allo stesso tempo pieni di vita, affollavano la sua mente. Quante volte da bambina aveva giocato tra quelle barche, arenate sulla spiaggia in attesa dell’ordinaria manutenzione da parte dei marinai, i quali si dedicavano a quella attività durante quel periodo dell’anno? Troppe, per averne contezza con precisione.

Era scappata alla prima occasione utile da quella realtà che, all’epoca, riteneva troppo "stretta" per le sue ambizioni. Troppo asfittica. Troppo provinciale. Troppo poco stimolante per una ragazza piena di ambizioni come lo era lei. Aveva avuto il successo anelato, ma a quale costo? Di amici, quelli veri, ne poteva contare sulle dita di una mano, a cui erano state troncate tutte le dita. Alla soglia dei trent’anni poteva affermare di aver raggiunto con piena soddisfazione l’obiettivo lavorativo tanto ambito, ma pagato a un prezzo molto salato. Avvertiva, con una certa urgenza, che nella sua vita mancasse un pezzo importante, qualcosa che la rendesse pienamente viva e le facesse finalmente comprendere quale fosse il suo posto nel mondo. Era cosciente di aver sacrificato tutto sull’altare dell’ambizione. Odiava sentirsi una persona "monca". Dopotutto, era una donna da tutto o niente. Aveva provato a ricercare, quasi con feroce determinazione, quello che desiderava; ma, nessuna delle relazioni in cui si era gettata, sperando ogni volta che potesse essere finalmente quella giusta, l’aveva condotta al risultato finale tanto sperato. Puntualmente finiva con l’autosabotarsi. Non sapeva come, ma aveva la certezza assoluta che tutti quegli uomini, con cui aveva condiviso una parte della sua esistenza e della sua storia, non l’avrebbero portata da nessuna parte; non sarebbero stati capaci di darle quello che lei voleva. Ecco, quello era il problema: cosa bramava veramente? Non lo sapeva neanche lei. L’unica certezza che aveva era il costante senso d'irrequietezza, il sentire di appartenere  a qualcosa che non riusciva a decifrare. Inspirò nuovamente l’aria di mare. Pensava che fuggire lontano, in quel paesino baciato dal sole e dall’acqua, che aveva un breve sussulto di vita solo nei periodi estivi, sarebbe stata la soluzione a tutte le sue difficoltà. Perché all’apice della sua carriera era scappata dalla grande metropoli, che sognava da bambina, per rifugiarsi lì? Era fuggita nel cuore della notte come una ladra. Aveva agito d’impulso, in barba a tutte quelle persone che la indicavano come un essere posato, quadrato ed estremamente riflessivo. Una mail inviata dallo smartphone in fretta e furia al suo datore di lavoro, avvisandolo che sarebbe ritornata per qualche giorno nel suo paese, per sistemare delle questioni familiari urgenti, e via. Solo che ad aspettarla non c’era nessuno. I suoi genitori erano morti, in solitudine. Offerti in sacrificio sull’altare della sua gloria personale. Aveva fatto solo in tempo a presenziare, in entrambi i casi, alle loro esequie. Decisione di cui ora si pentiva amaramente. Li aveva amati molto, ma era stata completamente incapace di dimostrarlo. Scacciò rabbiosamente una lacrima che, lentamente, iniziava a solcarle la guancia sinistra.

 «Allora anche la terribile Giulia piange. Incredibile!»

Si girò di scatto verso quella voce che l’aveva sorpresa, in quel fugace momento di fragilità.

«Davide!?»

«Quale onore vostra grazia, ricordate ancora il mio nome?» La canzonò l’uomo.

«Constato con dispiacere che sei rimasto il solito idiota.»

«Sì, nonostante i trent’anni e passa posso fieramente dire di essere ancora in forma.»

«Cretino!»

«Allora è vero ciò che si dice in paese, sei tornata.»

«Sono arrivata solo da qualche ora e già tutti sanno che sono qui, accidenti! La velocità con cui viaggiano le notizie in questo paesotto fanno un baffo a quella della luce. La NASA dovrebbe investire i soldi in questo posto, tempo un paio d’anni e saremmo capaci di colonizzare l’esopianeta più vicino.»

«A quanto vedo il tuo sarcasmo è peggiorato negli anni. Sarà anche come dici tu ed hai sicuramente ragione, però, voglio spezzare una lancia in favore delle vecchie comari che popolano questo borgo marinaro; quel macchinone, che hai parcheggiato nel vialetto di casa dei tuoi, non passa sicuramente inosservato.»

«Touché.»

«Posso?»

«Cosa?»

«Sedermi accanto a te.»

 «Per quanto ne so la panchina è pubblica.»

Davide sospirò pesantemente. Dieci anni che non si vedevano ed il suo caratteraccio non era migliorato minimamente, anzi, semmai era peggiorato.

«E comunque è colpa dello scirocco. Tutta quella polvere che trasporta fa lacrimare gli occhi.»

«Hai detto bene, gli occhi e non l’occhio. Sai, su alcuni forum scrivono che quando si è tristi la prima lacrima scende da quello sinistro.»

«A quanto apprendo ora frequenti anche i blog prettamente femminili. Ci sono altre novità inquietanti di cui devi mettermi al corrente? Leggi anche i blog delle mammine pancine?»

«A quanto pare la tua arte di evitare le domande scomode è migliorata di molto, ma a me non la fai. Perché sei qui?»

«Avevo bisogno di staccare la spina.»

«Sei capace d'inventarti scuse decisamente migliori.»

«Non sto mentendo, ne ho davvero necessità.»

«E da quando scegli il tuo paese natale per questo? Normalmente vai in posti molto lontani: Dubai, Ibiza, New York…»

«Mi spii per caso?»

«No! Tutto merito della “comare 2.0”.»

«Cosa?! E chi diavolo sarebbe questa?»

«Fossi in te più che altro mi chiederei cosa.» Giulia lo guardò stranita. «Comunque, mi riferivo ad Instagram. Che poi definire quell’app comare è improprio; dopotutto, sono le stesse persone a mettere in mostra la loro vita lì sopra…»

«E così guardi le mie storie…strano, non ricordo di averti tra le mie visualizzazioni.»

«Infatti, non lo faccio. Mi limito a sbirciare cosa esce sulla mia home, poi i tag e i commenti sotto le tue foto forniscono tutti i dettagli. Anche se stenderei un velo pietoso sulla maggior parte di questi ultimi.»

«Uh, qualcuno è per caso geloso qui!?»

«Io geloso? E di chi? Di quei quattro allupati che ti commentano ogni tua foto? Ma per favore! Al massimo lo sarei se alcuni apprezzamenti ti fossero fatti da Barbero o da Alberto Angela. Sia chiaro però, non per gelosia, ma per purissima invidia, perché sarebbero nella cerchia delle tue conoscenze.»

Sentì Giulia ridere a crepapelle. Era da molto tempo che non ascoltava il suono melodioso della sua risata. Probabilmente, l’ultima volta che l’aveva sentita risaliva all’estate degli esami di stato.»

«Sei il solito cretino, ma è bello.»

«Cosa?»

«Che tu non sia cambiato di una virgola. Che sia sempre capace di farmi ridere e sorridere, in qualsiasi circostanza.»

«E chi ti dice che non sia cambiato?»

«Sei qui con me, senza che te lo abbia chiesto. Nonostante non mi faccia sentire da una vita, malgrado abbia fatto di tutto per tagliare i ponti con questo posto, sbagliando; persone comprese.» 

«A un amico vero si perdona tutto.»

«Probabilmente non merito questo appellativo. Non credo che mi sia comportata esattamente da amica, specialmente nei tuoi confronti.»

«Però ora sei qui e puoi rimediare. Allora cosa ti riporta da queste parti?»

«La mia vita è un fallimento.»

«Stai scherzando, vero? Laureata a tempo record con lode come ingegnere informatico. Ricopri un ruolo chiave in una delle aziende leader mondiali nel settore della cyber security, probabilmente il tuo stipendio mensile corrisponde al mio annuale ed hai visitato posti incredibili.»

«Vero, peccato che hai solo elencato aspetti che riguardino la mia vita lavorativa. Le mie foto, che come hai palesemente dichiarato, non suscitano nessuna gelosia, non ti suggeriscono niente? Non hai notato nulla di strano?»

Davide la guardò accigliato. Conosceva abbastanza bene la donna che le era difronte per capire che non stava scherzando. C’era qualcosa che non andava. Quelle parole non erano casuali. Erano una muta richiesta di soccorso. Voleva fargli dire qualcosa che lei ancora non riusciva a proferire ad alta voce. Iniziò a lavorare febbrilmente con la mente sull’indizio che gli aveva fornito. Ebbe un’illuminazione.

«Sei sempre sola!»

«Bingo! Visto? Non era poi così difficile da capire.»     

«Com'è possibile? Sto forse parlando con una Giulia che non conosco?»

«Mi piacerebbe che fosse così, ma la realtà è proprio quella che hai detto tu. Ho dato tutta me stessa per la carriera. Ho ottenuto un buon conto in banca, ma ho perso tutto il resto. Più in alto vai e più sei isolata.»

«Non potevo immaginare.»

«Non potevi sapere… E dove sono fuggita? Nel posto che più detestavo quando ero ragazza, che in realtà non sapevo fosse la mia isola felice. Ho tanti bei ricordi qui, non posso dire lo stesso del luogo in cui vivo ora.»

Avvertì due braccia che avvinghiavano le sue spalle. Istintivamente, poggiò la testa sul petto dell’uomo e per la prima volta, dopo tanto tempo, finalmente si sentì in sintonia con se stessa e con il mondo. Era finalmente a casa. Un sorriso ironico affiorò sulle sue labbra. Aveva peregrinato a lungo, cercato in lungo e in largo una persona con cui sentirsi così, per scoprire che gli era sempre stato accanto. Forse in cuor suo già sapeva tutto ciò, ma non aveva mai avuto il coraggio di ammetterlo, neanche a se stessa. Ora doveva solo trovare un barlume di coraggio per dirgli quello che provava, ma come fare? Dopotutto, cosa ne sapeva dell'ultimo decennio della vita di Davide, a parte qualche sparuta foto sui social? E se lui non provasse i suoi stessi sentimenti? 

Il sole fece lentamente capolino da dietro le nuvole rossastre. Sentì i suoi raggi scaldarle il viso. E capì. La luce le stava indicando la via da percorrere, le stava dando una nuova consapevolezza. La verità non le era mai parsa così chiara come in quel momento. Il suo posto era lì, tra quelle braccia forti ed ebbe la certezza che ci sarebbe restata fino alla fine dei suoi giorni. 

   
 
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