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Autore: Farkas    18/11/2022    1 recensioni
E' passato qualche anno da quando la Convergenza Armonica ha donato a tante persone il dominio dell'aria e queste hanno ricostruito la Nazione dell'Aria... che però è abbastanza diversa da quella originale. Tenzin è fiero del risultato ottenuto, ma gli spiace che suo padre Aang non possa vederlo, anche se a volte si chiede se approverebbe. Ha fatto abbastanza per mantenere la cultura dei Nomadi dell'Aria, o ne ha creato solo una copia scadente? Purtroppo non può chiederglielo o così crede... ma anche se morto l'avatar è sempre l'avatar. Un piccolo momento tra Tenzin ed Aang.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aang, Bumi, Tenzin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                               Aria Fresca

 
 
                  
 
                                                                Simbolo-della-Nazione-dell-Aria  
 
Tenzin non sarebbe mai stato abbastanza grato a Korra e alla convergenza armonica, per aver donato a tanti il dominio dell’aria e avergli permesso di ricostruire i Nomadi dell’Aria. Se così non fosse stato, ci sarebbero voluti secoli per giungere a un decimo di quel risultato. Giorno per giorno, vedeva la nazione, la sua nazione prosperare e crescere. E sperava che molti dei nuovi dominatori dell’aria si sposassero fra loro, in modo da avere maggiore probabilità che la loro progenie ereditasse il dominio.
Certo, la nuova Nazione dell’Aria aveva parecchie differenze rispetto all’originale. Primo: includeva membri non dominatori.
Alcuni Accoliti dell’Aria avevano ricevuto il dominio (ed era stato un bel sollievo per Tenzin avere già qualcuno che conoscesse la storia dei Nomadi dell’Aria e ne praticasse la filosofia e potesse aiutarlo a insegnarla a chi non ne sapeva nulla), ma altri no e molti si erano sentiti inutili, dopo la Convergenza Armonica.
Il terzogenito di Aang non si sarebbe mai sognato di cacciarli via solo perché non dominatori: sarebbe stato razzista e da ingrati, considerando quanto avevano fatto per preservare la sua cultura. Questo però non aveva impedito ad alcuni di andarsene. In più c’erano accoliti che nutrivano del risentimento verso i nuovi dominatori dell’aria.
-Vivo da anni come un Nomade dell’Aria e chi ha ricevuto il dominio? Gente che della Nazione Errante aveva a malapena sentito parlare! -.
Commenti del genere venivano uditi ben più spesso di quanto facesse piacere al padre di Jinora che non di rado aveva dovuto richiamare all’ordine coloro che li avevano fatti. Poteva capire il loro dispiacere, ma l’invidia delle qualità altrui non poteva certo essere incoraggiata. Purtroppo se c’era una cosa che Tenzin aveva imparato nella lotta contro i Paritari, era che ci sarebbero sempre state tensioni tra dominatori e non dominatori. Però le altre nazioni erano sempre riuscite a gestirle, quindi lo avrebbe fatto anche lui.
Secondo: le continue visite dei parenti che venivano a trovare i loro congiunti che avevano scelto di unirsi ai Nomadi dell’Aria.
Tenzin sapeva che non si poteva certo pretendere che tutti i nuovi membri della sua nazione cancellassero con un colpo di spugna le loro vite precedenti. Alcuni avevano già figli e suo malgrado aveva dovuto accettare che non tutti i nuovi dominatori dell’aria si sarebbero uniti a loro… ma certo non si era aspettato di vedersi arrivare al tempio parenti dei suoi allievi almeno una volta a settimana. In genere non causavano problemi, ma ritardavano le lezioni e alcuni causavano trambusto. C’era anche chi non era stato affatto felice della decisione dei suoi cari di cambiare nazione e che se l’era presa con lui. Riceveva ancora lettere ingiuriose e in certi casi, aveva dovuto cacciare chi aveva cercato di riportarsi a casa i parenti con la forza.
Terza e più importante differenza: avere a che fare costantemente con gli altri domini.
La nuova Nazione dell’Aria era composta da gente proveniente da tutto il mondo che aveva portato con sé i propri costumi e la propria cultura, diversificando lo stile di vita dei Nomadi dell’Aria e questo per certi versi era anche un bene, ma alcuni erano parenti di persone in grado di dominare altri elementi o fan del dominio sportivo e così avevano cercato d’incorporare stili tipici degli altri domini in quello dell’aria. Ciò portava alla nascita di tecniche efficaci e poteva essere visto come un impreziosimento del dominio dell’aria… però allo stesso modo poteva anche esserne un impoverimento, perché lo privava di originalità e di unicità. Era dura cercare di mantenere i vantaggi e ridurre gli svantaggi.
E poi pochi sceglievano di rasarsi i capelli, anche se in fondo quella era una scelta personale e poco influente.
Malgrado ciò Tenzin era molto orgoglioso della sua nazione: aveva dei problemi, certo, ma in fondo ogni nazione al mondo ne ha. C’era però un cruccio di cui proprio non riusciva a liberarsi.
“Che direbbe papà, se vedesse la nuova Nazione dell’Aria?” si chiedeva spesso. “È molto diversa da quella che ricordava lui”.
Suo padre sarebbe stato fiero di lui per come aveva ricostruito la loro nazione e l’aveva adattata al presente? O si sarebbe arrabbiato, dicendogli che non aveva fatto abbastanza per preservare la loro cultura?
“Col tempo è normale che gli stati e i costumi dei popoli si evolvano” si diceva Tenzin, ma quanto gli sarebbe piaciuto poter parlare con suo padre… o almeno che lui potesse sapere che i suoi discendenti, non erano più gli unici dominatori dell’aria al mondo. Se solo Korra non avesse perso la connessione con le sue vite passate…
 
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Fu con sorpresa di molti che Tenzin annunciò che si sarebbe recato in ritiro spirituale sull’isola Coda di Balena per le successive due settimane.
-Dunque partite maestro? - chiese sorpreso Otaku subito dopo l’annuncio. - E noi come faremo? -.
-Potrete reggere senza di me un paio di settimane. Sento il bisogno di stare da solo per meditare e ritrovare la calma interiore. Tornerò presto e con nuove energie da donare alla nostra nazione. Al mio ritorno valuterò chi è pronto ad accedere alla fase avanzata dell’addestramento-.
Un mormorio eccitato percorse gli astanti. Essere ammessi avrebbe voluto dire essere vicini a guadagnarsi le frecce.
 
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Inspirare e respirare. Inspirare e respirare. Come sempre la meditazione ripuliva la mente del nomade dell’aria, donandogli serenità.
Avvertiva il calore del sole, l’aria sulla pelle, il suolo su cui era seduto, l’acqua del mare che si muoveva in lontananza e se ne sentiva parte… da tutti gli elementi emergeva l’energia che permeava il mondo…
-Ciao Tenzin-.
L’uomo rabbrividì. Conosceva quella voce. Certo, non la sentiva da anni, ma non l’avrebbe mai dimenticata.
-Papà! - urlò.
Aang era proprio davanti a lui. Perlaceo e trasparente, ma uguale a come se lo ricordava.
-Come… la connessione…-.
-La connessione tra me e Korra si è interrotta, ma il mio spirito esiste ancora. E può manifestarsi di tanto in tanto… non ricordi che Kyoshi si manifesto a tua zia Suki, mentre io ero da tutt’altra parte? *-.
-Oh, papà… è così bello poterti rivedere… ti porto una buona notizia: la Nazione dell’Aria è rinata! Lo spostamento di energia causato dalla Convergenza Armonica ha donato il dominio dell’aria a molte persone e la maggior parte di esse si è unita a me e ai miei figli e così la nostra nazione è rinata! -.
-Lo so. L’ho visto dal mondo degli spiriti… e come diceva Zuko la cosa mi ha fatto impazzire di gioia-.
-Ne sono molto felice… sai l’unica cosa che ha guastato la mia gioia quando ho scoperto cos’era successo, è stato che tu non fossi con noi-.
-Chissà, forse me lo sono meritato. Certi giorni pensavo che se non fossi scappato i Nomadi dell’Aria non sarebbero stati sterminati… poi mi dicevo che se non l’avessi fatto non avrei mai conosciuto tua madre e tu, tuo fratello e tua sorella non sareste mai nati e questo mi rendeva quasi felice di averlo fatto. Così mi sentivo in colpa e credevo di non meritare la mia felicità. Ma dopo essere morto ho chiesto ai miei connazionali il loro perdono… e loro me l’hanno concesso. Ed anche loro sono felici della rinascita della nostra nazione-.
-Anche se ora è diversa? - chiese Tenzin. Era la domanda che più gli premeva di fare.
-La diversità è una risorsa. Possiamo imparare e insegnare molto a chi è diverso se non ce ne lasciamo spaventare. Ma per essere meno criptico… sì! Siamo felici che ci sia una nuova Nazione dell’Aria, anche se è un po’ diversa dalla nostra! – fece Aang con un gran sorriso.
Un attimo dopo l’uomo svanì, per poi ricomparire, ma la sua forma era diventata più evanescente.
-Che succede? - chiese allarmato Tenzin.
-Il mio tempo è quasi scaduto. Devo andare- sospirò il precedente avatar.
-Di… di già? - mormorò Tenzin. E malgrado fosse un uomo adulto con figli, per un attimo Aang rivide il bambino che si lamentava, perché il padre doveva smettere di giocare con lui. –Ti… ti vedrò ancora? -.
-Forse. Per il momento sappi che mi hai reso molto orgoglioso, così come tuo fratello e tua sorella. E lo stesso vale per Korra. Salutami tutti-.
Aang fece un passo indietro e sorrise, alzando una mano in segno di saluto. L’unica cosa che testimoniò il suo breve passaggio furono le lacrime negli occhi di suo figlio.
 
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Tenzin ritornò qualche giorno prima del previsto, e mentre scendeva dalla schiena del suo bisonte vide persone che giocavano a palla Kuai, un paio di ragazze che volavano sul pelo dell’acqua cercando di schivare gli scogli, e due gruppi di una decina di persone che cercavano di spingere una palla di cuoio in una porta realizzata con dei pali e un telo di stoffa con il dominio.
Tutti sport tipici delle altre nazioni… ma alzando lo sguardo Tenzin vide anche delle persone che giocavano a polo in groppa a dei bisonti volanti. Una cosa che nessuno faceva più da quasi duecento anni.
I nuovi dominatori dell’aria avevano fatto rivivere la nazione errante, ma avevano portato i propri costumi e la propria cultura, diversificandone lo stile di vita… ed era una cosa meravigliosa. Ogni dominatore dell’aria poteva insegnare e imparare in quel luogo. In quel momento Tenzin fu incredibilmente fiero della sua nazione e capì che non l’avrebbe mai voluta diversa da com’era.
Suo fratello gli si avvicinò: -Otaku ha parlato loro di quello sport e alcuni hanno voluto provarlo. Ci hanno messo un po’, ma adesso perdono la palla al massimo undici volte a partita-.
-Sai a volte mi chiedo se qualcuno qui abbia Nomadi dell’Aria fra gli antenati- commentò Tenzin. - Non è impossibile… anche se non conta niente. Tutti coloro che hanno scelto di venire qui sono parte della Nazione dell’Aria. E stando qui persone di tutto il mondo possono confrontarsi e venire a contatto con altre culture. Tutto questo è semplicemente fantastico -.
Bumi sorrise: - Già. Peccato che papà non possa vedere tutto questo-.
-Oh, lo ha visto. E ti manda tanti saluti-.
-Cosa?!-.
-Ti spiegherò dopo. E anche a Kya. Ma prima voglio salutare i miei figli- rispose sorridendo Tenzin, prima di entrare nel tempio e mettersi alla ricerca dei suoi bambini.
 
 
 
  • Accade nel fumetto “Suki alone”.
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Per la serie quando la luna piena fa un brutto effetto a Farkas, eccomi a scrivere anche nel fandom di Avatar.
Ho apprezzato il ritorno della Nazione dell’Aria, ma mi spiace non aver visto la reazione di Aang.
Spero di tornare presto a far danni in questo fandom. Nel frattempo mi auguro di rivedere tutti coloro che hanno letto fino a qui nelle recensioni.
  
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