Serie TV > Stranger Things
Segui la storia  |       
Autore: Feathers    19/11/2022    2 recensioni
(Eddie + Chrissy) Hellcheer / Eddissy
L'armonia che c'è fra Chrissy ed Eddie è semplicemente surreale.
È surreale il modo in cui le loro voci diventano la più splendida musica mentre chiaccherano, il modo in cui i loro corpi si incastrano perfettamente la notte, con le labbra di lui premute sulla nuca di lei e le mani intrecciate; sono surreali la spontaneità e semplicità di Eddie, che la avvolgono delicatamente e la riscaldano come il fuoco di un camino dopo ore di camminata sotto la neve.
Ma quanto è difficile dire la verità a dei genitori classisti e opprimenti? Quanto è difficile guarire dalla malattia di apparire "perfetti", e dal timore di essere giudicati?
Questa è una storia in particolare dedicata a chi vuole trovare il coraggio di crescere, di imparare ad amarsi e di tornare a respirare. Perché, a volte, l'unico ostacolo fra noi e la felicità siamo proprio noi.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chrissy Cunningham, Eddie Munson
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Trigger warning: questo capitolo potrebbe urtare la sensibilità di chi soffre di un disturbo alimentare. Fate attenzione alla parte che viene poco dopo il centro.

Flashback - Notte del Prom 1986

Le scarpette di Chrissy sembravano toccare terra al ritmo del suono delle cicale, mentre correva in mezzo all'erba del parco con le mani che tenevano la gonna del vestito bianco. Tutta quella situazione aveva un che di irreale che le ricordava qualcuno dei suoi sogni più confusi, di quelli che dopo averli fatti ti chiedi che caspita di senso abbiano. Si fermò per qualche secondo per riprendere fiato e fissare la luna piena, col suo pacifico volto sorridente. Non si era persa, per fortuna: si ricordava perfettamente dove fosse il caravan di Eddie, perché la sua mente aveva registrato ogni minimo particolare della prima volta in cui il ragazzo l'aveva portata a casa propria.
Chrissy riprese a camminare e finalmente scorse il caravan, ma si bloccò non appena Eddie entrò nel suo raggio visivo. Il ragazzo era seduto fuori su una panca un po' sgangherata, e stava fumando una sigaretta. Indossava una giacchetta su una vecchia maglia nera degli AC DC, e dei pantaloni sfilacciati sulle caviglie. I suoi capelli erano scarmigliati, come al solito. Non voleva farlo saltare in aria, quindi si avvicinò a passo lento e si schiarì la gola.
Eddie sollevò lo sguardo e trasalì appena, ma poi si ricompose e lanciò un rapido sguardo sul suo vestito color perla. "Sto sognando... o Chrissy Cunningham, la reginetta del liceo Hawkins, è in abito da prom qui, davanti a me?" Accennò un sorrisetto e fece cadere la cenere dal mozzicone con fare vagamente sensuale, gli occhi neri puntati su di lei.
In quel momento esatto, Chrissy per la prima volta lo sentì forte e chiaro. Sentì un fremito scuoterle il corpo, e poi una voglia quasi irrefrenabile di sedersi sulle sue gambe, avvinghiarsi a lui e baciarlo con foga, fregandosene del vestito scomodo che aveva addosso e di tutto il resto. Ricacciò dentro tutto. «Avrei dovuto invitare te al prom.» pensò, ma l'unica cosa che le riuscì di dire a voce alta fu: "Ciao Eddie... non... non sei venuto al prom?"
Lui si strinse nelle spalle. "Non mi andava. E ci ero già andato l'anno scorso. E l'anno scorso ancora..." Tralasciò il «Nessuno mi ha invitato stavolta», e si limitò a fare l'ultimo tiro e buttare il fumo alla sua destra. Poi si alzò in piedi, torreggiando sulla ragazza. Perfino da scalzo, era molto più alto di lei.
"Comunque... Non sono più la reginetta."
"Hanno eletto un'altra coppia?"
Chrissy si irrigidì. "Non so chi abbiano eletto, perché sono scappata."
Eddie aggrottò le sopracciglia. "Cosa... quindi sei arrivata qui a piedi!? È pericoloso..." Fu tentato di posarle una mano sulla spalla, ma evitò.
"È che... nessuno poteva accompagnarmi, e... io avevo voglia di vederti." La sua voce vacillò appena.
Lui la guardò, confuso sul da farsi e al contempo spiazzato. "È... successo qualcosa?"
La ragazza non rispose e rabbrividì.
"Uhm, aspetta. Fa ancora freschetto." Eddie si tolse la giacchetta scura e la mise sulle spalle di lei, cercando di rimanere a distanza di braccio. "Va... meglio?"
Chrissy annuì. "Grazie..."
"Su, siediti."
Lei si toccò gli occhi. Le sue dita si sporcarono di mascara e di glitter rosa. "Che pasticcio ho combinato, ora sembrerò un clown..." Ridacchiò e tirò su col naso. Si sedette sulla panca. "Scusa... Mi sento impazzita. Sono corsa fino a qui, con queste addosso..." Si indicò i tacchetti. "Potevano pure rompersi."
"Dimmi che succede. Uh... n-ne... vuoi una?" Il giovane tirò fuori una sigaretta dal pacchetto.
"No... Grazie lo stesso. Comunque... Io e Jason ci siamo lasciati. Sì, al prom." sussurrò.
"...ah." All'improvviso, Eddie si sentì felice, e subito dopo in colpa. Perché avrebbe dovuto avere il diritto di sentirsi felice per una cosa del genere? Chrissy era una sua carissima amica, e non doveva essere facile per lei in quel momento.
Ma Chrissy si voltò a guardarlo e fece un sorriso lieve. "È... è okay, comunque. Era la cosa giusta."
"Perché dici questo?"
"Non mi amava ormai da tanto."
"Capisco... E tu?"
"Non lo so. Di sicuro ero affezionata a lui. Sai... tre anni insieme non sono tanti, ma nemmeno pochi."
"In effetti..."
Ascoltarono le cicale che frinivano nel silenzio di quella serata che pareva una parentesi fra primavera ed estate. Le loro gambe si sfiorarono appena, la seta morbida e lucente dell'abitino contro la stoffa sdrucita e scolorita dei pantaloni. Eddie notò che la coscia di lei era attaccata alla propria. Si chiese se Chrissy stesse davvero cercando il contatto fisico o se quel pensiero fosse solo un frutto della sua immaginazione.
"Tu... ti sei mai innamorato?"
Eddie la fissò, e poi prese un'altra sigaretta e l'accendino. "Delle cotte di sicuro. Ma... innamorato innamorato... no. Non credo proprio."
Lei guardò il suo profilo, e il ragazzo fece qualche anello di fumo. "Perché?"
"Uh, così... non so, curiosità."
"Hm..." Eddie ghignò appena e sollevò le sopracciglia. "Okay, okay, curiosità." ripeté, per poi tornare serio e composto. "...comunque, se hai bisogno di... me... io sono qui, okay? Per qualunque cosa." mormorò, con un velo di timidezza che intenerì Chrissy.
"Sei un tesoro." La ragazza si protese, e gli posò un bacio sulla guancia. Lui si giro di nuovo a guardarla e sbatté le palpebre, colto di sorpresa.
Chrissy si sentì il viso in fiamme. "Oh, scusa... ti ha dato fastidio?"
"No, per niente, anzi!" si affrettò a rispondere lui, rosso in volto come se fino a poco prima non avesse flirtato sfacciatamente con lei. "Cioè... no. No, n-non me ne ha dato. Nessun fastidio." Il ragazzo inspirò ed espirò lungamente. Una luce giallina si accese dietro di loro: lo zio Wayne era entrato in cucina, forse per fare uno spuntino di mezzanotte. "Comunque... il tuo abito ti sta molto bene. Anzi, fin troppo bene. Sei, uh... stupenda." cavò fuori, con voce roca.
Chrissy sorrise. "Anche tu."
Lui sollevò un sopracciglio, e incrociò le braccia con fare scherzoso, cercando di vincere l'imbarazzo. "Oh, quindi sono stupendo coi miei stracci addosso? Davvero? Sono... un Cenerentolo... forse mi serviva una fata madrina per venire al ballo, oggi..." Le fece l'occhiolino.
Chrissy rise, e giocherellò con uno dei fermaglietti della sua complicata acconciatura. "Che ore sono?"
Eddie si guardò l'orologio da polso. "Uh... le undici e venti?"
"Che palle, credo si sia fatto un po' tardi..."
"Sì. I tuoi saranno preoccupati. Ti accompagno."
"Posso tornare da sola..."
Lui rise. "Cunningham, ma ti pare che ti lascio tornare da sola e al buio? Ma nemmeno in un'altra vita. Aspetta un momento che prendo le chiavi e mi vesto come si deve." Eddie si precipitò nel caravan, e trovò suo zio, che stava bevendo birra e mangiando gli spaghetti avanzati, seduto al tavolo della cucina.
L'uomo gli sorrise sotto i baffi. "Chi è quella ragazza?" bisbigliò.
"È una mia amica, zio."
"Una tua amica, e nient'altro?"
"Sì certo. Non è che qualunque tipo o tipa con cui parlo è il mio nuovo amore!" sussurrò il giovane. "Ha solo bisogno di un passaggio, la riporto a casa..."
Wayne annuì, prendendo una grossa forchettata di pasta. "Sì, certo Eddie."
Il ragazzo roteò gli occhi, fece dietrofront e si avviò verso la sua stanza per cercare le scarpe in mezzo al suo disordine cronico.
"Ah, una cosa."
"Seh."
"Magari prima di uscire pulisciti il rossetto che hai sulla faccia."
Eddie imprecò e si strofinò una mano sulla guancia, mentre suo zio sghignazzava di gusto.

-----

Presente - Fine Agosto

"Sai che ti dico? Dovresti farmelo sempre tu, lo shampoo." biascicò Eddie, a occhi chiusi, godendosi il tocco delle dita di Chrissy che gli massaggiavano la cute della testa.
"Beh, a me piace toccare i tuoi capelli, quindi... Quando vuoi." mormorò la ragazza vicino al suo orecchio.
Eddie sfiorò il bordo della vasca da bagno e grugnì piano. Non ne aveva mai vista una così grande in vita sua. Chrissy prese il soffione e gli risciacquò i ricci con l'acqua tiepida.
"Puoi... metterla un pochino più calda, per favore?"
"Hm hm..."
La giovane finì di togliergli la schiuma, accarezzandolo, e gli legò i capelli in una specie di buffo chignon, con un risolino.
"Cosa stai combinando?"
"Te li lego, altrimenti ti si riempiono di nuovo di schiuma appena ti abbassi."
Eddie si girò a guardarla e finse noia, poi appoggiò la tempia alla sua spalla e le posò dei baci sulla pelle liscia del collo. Chrissy gemette, e cercò di distrarsi dai pensieri martellanti che le affollavano la mente. Quella mattina le era venuta voglia di andare in bagno e buttare via tutto quello che aveva mangiato a colazione, ma era riuscita a trattenere l'impulso mettendosi a fare diverse ore di ginnastica. Aveva bruciato abbastanza calorie, poteva andare avanti con la sua giornata quindi, no? Poteva smettere di sentirsi in colpa per il waffle e per la pallina di gelato alla vaniglia e per quella cucchiaiata di panna in più che aveva preso. Giusto? Dopo qualche altro minuto di relax, i due uscirono dalla vasca e si asciugarono i capelli a vicenda, coperti dagli accappatoi.
"Ma ha le orecchie da coniglietto?" Eddie prese un orecchio bianco dell'accappatoio di Chrissy, e lei rise.
"Sì. Non è carino?"
"In effetti se dovessi associarti a un animale sceglierei quello." Eddie prese il phon e lo accese. Iniziò a spostare i capelli biondi della giovane con la mano libera. "Io che animale sono?"
"Uhm... allora... fammi pensare. Un pipistrello, credo. O un gattino nero."
"O un bel ratto di fogna."
"Smettila di citare Jason!"
"Lo prendo per il culo, il damerino, non lo cito."
Quando finirono, si buttarono sul divanetto di Chrissy ancora con gli accappatoi addosso, e misero un film. I genitori della ragazza - o «il Re e la Regina», come li soprannominava ironicamente Eddie - erano entrambi al lavoro e Benjamin era al campo estivo, quindi era una giornata di via libera.
La ragazza sospirò e prese per mano Eddie, il quale sbocconcellava dei popcorn dal pacchetto che si era portato, infilandosene in bocca almeno sette alla volta. Ogni tanto, Chrissy invidiava la sua libertà, il suo modo di essere, il fatto che non gliene fregasse nulla di apparire diverso, ma soprattutto la sua capacità di mangiare e godersi il sapore del cibo e il senso di sazietà senza sensi di colpa, senza attacchi di panico né niente di tutto ciò che comportava la bulimia nervosa. Scosse il capo in segno di diniego quando Eddie le imboccò tre popcorn, e si raggomitolò contro di lui.
"Hai mangiato a pranzo, giusto?" chiese lui, sperando di non apparire troppo apprensivo. Lei annuì, ed era vero. Aveva mangiato eccome, forse troppo. Tutta quella ginnastica aveva stimolato il suo senso di fame al massimo. Aveva perso anche il conto delle calorie assunte. Erano state troppe? Forse più di mille? Quanti grammi di pasta aveva messo? Forse cento? Non ricordava più quante fossero le calorie per cento grammi, però. Deglutì, ripensando ai complimenti di Laura di giorni prima. E se avesse ripreso peso, perdendo l'approvazione e l'affetto di sua madre? Un turbine di frasi sentite e risentite in passato la riportarono agli anni del liceo - soprattutto al primo anno, durante il quale era un po' più rotondetta - alle divise da cheerleader strette da togliere il fiato. «Non posso crederci, hai ripreso quel chilo...» «Chrissy secondo me è la più pesante fra noi...» «Ma che hai mangiato ieri?» «Tu nascondi qualche schifezza sotto al letto, ti conosco.» «Ah, quanto sei bella, ora che sei dimagrita. Sei stupenda, Chris...» «Ho trovato la cartaccia di una merendina nell'immondizia...». E poi ripensò anche al commento di Jason. La parola «balena» rimbombò più volte nella sua testa mentre Eddie rideva per una scena del film e le indicava un'attrice che dovevano aver già visto prima. La ragazza sorrise, ma iniziò a tremare e sudare. Doveva vomitare tutto. Tutto e subito.
Il ragazzo rivolse la sua attenzione verso di lei. "Chrissy...?"
"Ho freddo, credo. Solo un attimo, vado a prendere i miei vestiti. Li ho, li ho lasciati in bagno."
"Certo. Metto in pausa." disse Eddie, osservandola con attenzione mentre spariva in fretta dietro la porta del bagno. Ridusse gli occhi a due fessure, e strinse le labbra. Qualcosa non andava negli atteggiamenti di lei. E se...? Non appena udì un conato e della tosse scattò dal divano e si diresse verso il bagno. "Cazzo... Chris...? Hey..." Bussò piano, col cuore al galoppo. "Stai bene?"
"Sì... certo. Un momento. T-tu stai di là, arrivo." "Qualcosa ti ha fatto male allo stomaco...?"
Silenzio.
"No..."
Eddie strinse le palpebre e prese un respiro. "Ti voglio solo aiutare, okay? Dimmi cosa... cosa posso fare..."
Di nuovo silenzio. Si sentirono solo dei respiri affannosi. Poi di colpo, l'ennesimo conato. Il ragazzo non riuscì più a rimanere lì impalato; aprì la porta e vide la ragazza china sul water, le ginocchia premute per terra. Si avvicinò e la sostenne delicatamente, mentre lei tossiva e sputava ciò che rimaneva del cibo ingerito a pranzo. Le scostò le ciocche dal viso, e le fece delle carezze sulla schiena.
Chrissy rimase immobile per un bel pezzo anche dopo aver finito, sorretta da lui. "Mi dis..."
"Shh. Su, ti aiuto a sciacquarti, okay?"
"N-non devi, stai tranquillo, faccio io..." mormorò la ragazza, con la voce rotta. Si alzò a fatica e tirò lo sciacquone; poi barcollò verso il lavandino. "Mi dispiace..."
"Smettila."
"Non volevo che mi vedessi così. Non volevo rovinare tutto..."
"Chris. Ho detto smettila." disse lui, serio. Chrissy si sciacquò per diversi minuti il viso imperlato di sudore freddo e la bocca, rabbrividendo per il sapore fastidioso. Socchiuse gli occhi dalle ciglia appiccicate dall'acqua e dal sudore, e riprese a tremare.
"Magari ti faccio una codina, così non ti bagni i capelli... hm?"
"Eddie... Ti ho detto che faccio io! Per favore."
Il ragazzo si ammutolì, e premette la schiena al muro. Chrissy si passò l'asciugamano sulla faccia, e si voltò a guardarlo. Nonostante la vista appannata, si accorse subito di quanto fosse mortificato e sentì una fitta devastante dentro. "Ed... Scusa. Mi sento solo... molto in imbarazzo. Non ce l'ho con te."
"No, scusami tu. Qualche volta sono un po' invadente."
"No, no. Per niente." Chrissy appoggiò la fronte al suo petto e chiuse gli occhi. "So che cercavi solo di aiutare."
Lui le accarezzò la schiena con fare protettivo, cullandola.
"Vorrei tanto essere libera."
"Lo sarai..."
"Pensavo di stare meglio... Ora... sono pentita di averlo fatto."
"Io... so che le ricadute sono normali. Quando... guarisci da qualcosa."
"Come lo sai?"
"Uh..." Eddie fece una pausa, a disagio. "Beh, mi ricorda quando sono uscito da... da una dipendenza e..." Continuò ad accarezzarle i capelli, in un modo che avrebbe potuto farla addormentare se non fossero stati in piedi. "E ho letto delle cose."
"Cosa hai letto?"
"Cose sul... Hm, sul tuo disturbo." disse in fretta. Si schiarì la gola. "Ho fatto una ricerca a riguardo per... sapere cosa fare per... nel caso di bisogno. Questo-"
Chrissy si scostò abbastanza da guardarlo, ma non troppo, per rimanere comunque fra le sue braccia. Lo fissò dal basso, e i suoi occhi si riempirono di lacrime. "Cosa ho fatto per meritarti?"
"Hai... comprato marijuana da me. Derubandomi quasi grazie alle tue maledette lusinghe." rispose lui con un sorrisetto, e le asciugò le guance.
Il viso di lei si contrasse, un po' per il pianto, un po' perché rise alla sua battuta. "Sono felice di averla comprata, allora."
"Sai, Chris... penso di avere un'idea."
"Spara..."
"Io credo che forse... Potresti parlare con tuo padre. Mi avevi detto che lui non si fa molto valere con tua madre."
"Sì, sottosta a tutto ciò che lei decide."
Eddie baciò la fronte di Chrissy. "Bene. Dobbiamo convincerlo a farsi valere."
"Oddio, e perché? Che c'entra?"
"Beh... Tu ti stai già ribellando, ed è un grande passo avanti. Ma secondo me... ci vuole qualcuno di adulto che fa capire alla Regina che è finito il tempo dei commenti sul peso. Commenti di qualunque tipo. Sai, qualche volta le cose vanno meglio dopo che ci si confida con qualcuno. Anche Will Byers si è sentito meglio."
Chrissy guardò il ragazzo. Ripensò a diversi aneddoti che ritraevano suo padre come un vero e proprio tappetino, alla volta in cui voleva mettersi una cravatta color senape per andare a lavoro, e la moglie lo aveva costretto a toglierla sostenendo che lui mancasse totalmente di «buon gusto». L'uomo si piegava al volere di lei in ogni occasione, dalle più sciocche alle più importanti, e taceva dopo una mezza occhiataccia da parte di Laura, come era accaduto la sera della cena con Eddie. Magari era vero: se Philip avesse smesso di darle così tanto potere, Laura non si sarebbe sentita tanto autorizzata a fare il caporale pure col resto della famiglia.
"Okay, alla prossima occasione parlerò con lui. Anche se... forse non sarà facile." decise Chrissy.

-----

Il signor Cunningham stava leggendo il suo solito giornale, a un metro e mezzo dal bordo piscina - lontano abbastanza da evitare gli schizzi d'acqua dei bambini che giocavano e si tuffavano.
Chrissy incrociò le gambe, con un sospiro. «Raccogli il coraggio, raccogli il coraggio.» Dopo aver aperto e richiuso la bocca diverse volte, la ragazza riuscì ad articolare la parola "Papà?" ad alta voce, quasi sperando di non essere sentita.
L'uomo, però, la sentì eccome. Si voltò appena abbassandosi gli occhiali da sole, con un'espressione inebetita. Sua figlia si pentì già di aver parlato.
"Cosa c'è?"
"Ecco... io voglio parlare con te. Ho... ho bisogno di parlare con, con te."
L'uomo sbirciò la moglie, che si stava godendo l'idromassaggio in lontananza, con la cuffietta che le copriva la chioma bionda e corta. Poi tornò a guardare Chrissy. "Di che cosa?"
La ragazza abbassò la testa, e si inumidì le labbra secche. "Io non... non sto bene. E ho bisogno di te."
"Non stai bene...? Che intendi? Hai tutto..."
"So di avere tutto, lo so, e sono grata per questo ma... voglio dire che... vedi... che quello che non ho, e che mi manca... è il tuo supporto." Prima che l'uomo proferisse parola, Chrissy continuò. "E non intendo in banconote, papà. Intendo... " Si tormentò le mani.
"Cosa intendi?" chiese il padre, perplesso.
"Voglio che stai dalla mia parte... con mamma."
Il viso del signor Cunningham si rabbuiò. "Beh..."
"So che non riesci a ribellarti a lei, ma-"
"Ma che dici? Non è vero."
"Sì... è così. Non dici mai la tua. Ad esempio... cosa ne pensi del fatto che mamma mette Ben a dieta e controlla in modo ossessivo ogni grammo di quello che mangia? È così piccolo..."
L'uomo sospirò. "Cara, non è facile discutere con tua madre..."
"Non riesci a dirlo nemmeno a me che non sei d'accordo con lei, vero?"
"Chrissy... no che non lo sono. Non sono d'accordo. No. Ma vedi come fa? Quando non si fa quel che dice lei, esce fuori di testa."
"Lo so, ma magari se cerchiamo di farla ragionare in due... Si può fare."
Phillip si passò due dita sulla fronte. "Come?"
"Lei pensa di poter comandare su tutti. E so che a volte è convinta di farlo... «per il nostro bene», ma deve capire che non è sempre così. Dobbiamo dimostrarle che non può decidere tutto lei per noi. Io lo sto facendo, vedi con Eddie?"
L'uomo annuì. "Lo so. Sei una ragazza forte e coraggiosa, Chrissy."
"Ma puoi esserlo anche tu, papà!" esclamò lei.
"Pensi?"
"Sì."
"Ah... " Phillip sorrise. In tutta la sua vita, nessuno gli aveva mai detto che poteva essere forte e coraggioso. "Allora ci proverò."
Chrissy schiuse la bocca, sorpresa. Ci era riuscita? Era stato più semplice del previsto.
"E poi... detto fra noi." Suo padre abbassò la voce. "A me sta simpatico il tuo ragazzo, Eddie."
"Veramente?!"
"Sì." L'uomo sbirciò di nuovo Laura che chiaccherava con le signore della piscina, nel timore che potesse udirlo.
"E cosa ti piace di lui?"
"Beh..." Phillip rifletté. "Si vede dagli occhi che è molto gentile. E che è molto diverso da suo padre. Del resto, anche io e il mio eravamo opposti."
"Lo è eccome. Lui è meraviglioso, davvero."
"Beh, dopo che il nostro piano avrà funzionato, magari mamma accetterà anche lui."
"Piano?" chiese la ragazza, con tono euforico. Non aveva una vera conversazione con lui da anni e anni. Era come se entrambi si fossero chiusi nel silenzio, separati da uno spesso muro di cemento, un po' a causa della depressione di Phillip, un po' perché a casa loro ormai si respirava un'aria troppo pesante.
Chrissy allungò una mano sottile e la posò su quella di suo padre. "Grazie, papà."

----

Note dell'autrice: Dedico questo capitolo a tutti coloro che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare, in particolare a una persona che conosco da circa sette anni e che per me è molto, molto importante. Spero che tenga a mente che, come le ho detto più volte, le starò sempre accanto. <3
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Stranger Things / Vai alla pagina dell'autore: Feathers