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Autore: micchan91    19/11/2022    1 recensioni
Sterek Au ispirata a zootropolis
...< Sai Stiles perchè io e Melissa siamo così felici? > gli chiese suo padre, sorridendo alla migliore amica beta che li seguiva, osservando poi i piccoli Stiles e Scott saltellare allegramente lungo la strada che li riportava a casa.
< Perchè ci accontentiamo, ecco perchè. Non abbiamo pretese > rispose nonostante sembrasse che il figlio non lo stesse ascoltando per niente.
< Ma io non mi voglio accontentare papà > rispose però Stiles voltandosi a guardarlo con quei penetranti occhi color ambra, occhi che suo padre era sicuro avrebbero presto fatto impazzire qualche alpha di passaggio, aveva costantemente paura di perdere il figlio, che dal canto suo sembrava lanciarsi a capofitto in qualsiasi situazione potenzialmente pericolosa...
Genere: Avventura, Omegaverse, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non poteva crederci! Il gran giorno era finalmente arrivato!
Stiles si guardò allo specchio e si aggiustò il colletto della camicia con un sorriso, era così sovraeccitato che le dita gli tremavano leggermente. 
< Non posso credere che oggi parti > sospirò suo padre dalla porta e Stiles si voltò verso di lui, sorridendogli.
< Lo so, hai sperato fino all'ultimo che cambiassi idea > ridacchiò mentre suo padre si avvicinava e lo aiutava a sistemarsi la camicia.
< Lo sai vero che puoi tornare a casa in qualsiasi momento? > sussurrò sfiorando per un momento la lievissima cicatrice che Stiles aveva sulla guancia, lì dove gli artigli di Theo erano affondati un po' più profondamente nella carne. 
< Lo so papà, ma non mollerò > ribattè allegro, era riucito ad entrare nell'accademia di polizia, aveva lavorato e studiato duramente e non avrebbe mai permesso a niente e a nessuno di fermare il suo sogno. 
< Andiamo, non voglio rischiare di perdere il treno > esclamò poi afferrando il borsone con dentro le sue cose. 
In stazione abbracciò Melissa e Scott, promettendo di telefonare spesso e sbuffò divertito quando suo padre gli porse un repellente per alpha, una piccola boccetta piena di gas puzzolente che avrebbe stordito un alpha di grandi dimensioni per diversi minuti. 
< Solo per farti stare più tranquillo > disse prendedolo dopo una gara di sguardi e se lo infilò in tasca, poi strinse forte il padre e si staccò solo quando il fischio del treno avertì che era in partenza. Continuò poi a salutare con la mano finchè la stazione non sparì alla sua vista, solo allora si lasciò cadere sul sedile con un largo sorriso eccitato e si infilò le cuffiette nelle orecchie, affrontando le ore che lo separavano da Zootropolis. Quando arrivò si sentì stordito per un momento, abituato com'era alla calma di Beacon Hills e alle poche persone che c'erano in giro trovarsi in quella marea di gente era un gran cambiamento. Subito gli arrivarono al naso forti odori aplha e gliene passarono accanto diversi, perlopiù ignorandolo come se fosse trasparente, giusto qualcuno gli lanciò un'occhiata di traverso dopo averlo quasi investito. Stiles si stampò addosso il suo sorriso più ebete e iniziò a saltellare, avviandosi verso l'uscita della stazione. Fuori la città era ancora più caotica, bella e speciale e Stiles non sapeva dove posare gli occhi, era emozionante per lui vedere alpha, beta e omega interagire tra loro senza problemi, passeggiare sulla strada senza litigi o altro, era la sua utopia e lui finalmente c'era dentro. Rimase qualche minuto ad assaporare la vista finchè un grosso alpha non gli sbattè contro.
< E levati omega!  > sbottò e Stiles lo guardò un attimo di traverso, ma quello era già lontano. Si decise allora ad afferrare il cellulare e con maps alla mano si incamminò per raggiungere il suo appartamento. Una volta lì si trovò davanti un palazzo decadente, i corridoi sembravano usciti da un film horror di quelli scadenti.
< Ciao, io sono Stiles, il vostro nuovo vicino! > esclamò mentre infilava la chiave nella toppa e i suoi vicini facevano altrettanto, due gemelli perfettamente identici lo fissarono male.
< Noi non ci presentiamo e non siamo amichevoli! Ah e urliamo! > sbottò uno dei due omega.
< Andiamo Aiden > sbuffò l'altro aprendo la porta per poi sbatterla una volta dentro. Stiles era così eccitato e felice che si mise semplicemente a ridere ed entrò. Quella notte quasi non chiuse occhio e quando la sveglia suonò lui era già pronto, con la sua divisa addosso e il cappello calato in testa. Uscì dall appartamento, salutando con la mano i due gemelli scorbutici e si avviò quasi saltellando verso la stazione di polizia. Quando arrivò la prima cosa che sentì aprendo la porta fu una puzza di fermoni alpha che gli fece salire il vomito e lo stordì un momento tanto era intensa. Poggiò per un momento le mani sul bancone della reception e si impedì di prendere un bel respiro per cercare di far arrivare più aria al cervello che in quel momento era in tilt. Chiuse un momento gli occhi, ci era abituato, anche alla scuola di polizia aveva sofferto per l'odore, ma ci era abituato.
< Tutto ok? > chiese una voce sconosciuta e Stiles alzò solo il dito indice per chiudere un momento, poi strinse ancora di più gli occhi e si costrinse a riprendere il controllo. Pochi istanti dopo era nuovamente in se e riaprì gli occhi, sorridendo all'alpha che aveva davanti.
< Stiles Stilinski, sono stato assegnato a questo dipartimento > disse con orgoglio, storcendo un po' il naso quando l'alpha davanti a lui ridacchiò
< Il piccolo omega poliziotto! me ne avevano parlato!  > disse alzandosi, dire che era grosso era un eufemismo, e Stiles si trattenne dal consigliargli di non addentare la ciambella che aveva in mano.
< Devi andare in sala riunioni, lì ti diranno tutto > ridacchiò avviandosi poi verso un gruppo di poliziotti, sicuramente per sparlare di lui. Stiles non perse altro tempo ad osservarli e si incamminò a passo svelto verso la sala riunioni. Anche lì una volta aperta la porta di scatto dovette serrare gli occhi per un momento, gli alpha puzzavano terribilmente di sudore, feromoni, eccitazione e altre cose che Stiles aveva odiato da sempre. Passato quel primo istante si stampò in faccia un sorriso, niente avrebbe rovinato quel momento! 
< Buongiorno colleghi!  > esclamò avviandosi verso il suo posto, passando alla larga da alcuni alpha che si stavano picchiando per gioco. Si sedette accanto ad un alpha altissimo e si sentì un bambino, il banco gli sembrava enorme e la sedia troppo bassa. Cercò comunque di mantenere un po' di dignità.
< Pronto per servire la giustizia? > chiese al suo compagno allungando un pugno verso di lui e strinse i denti quando questo ribattendoglielo gli fece scrocchiare le nocche. Per fortuna proprio in quel momento entrò il capo e Stiles si affrettò ad alzarsi in piedi. Ascoltò le comunicazioni senza riuscire a star fermo sulla sedia, non vedeva l'ora di iniziare a lavorare, soprattutto quando sentì di venti alpha scomparsi nel nulla. Il capo iniziò a chiamare i vari nomi, assegnando a ciascuno il proprio incarico e quando rimase solo Stiles l'omega temeva di stare per esplodere. Il capo lo fissò per un momento.
< E infine il nostro primo omega... > disse serio e Stiles deluggì a vuoto.
< Ausiliare del traffico > disse subito dopo e Stiles scattò in piedi.
< Cosa?! > sbottò, non poteva credere che dopo tutta la fatica fatta lo mettessero a fare multe.
< Ma signore, non può! > quasi urlò andandogli dietro e il suo superiore si voltò a guardarlo.
< Certo che posso > rispose con sufficenza.
< Io sono un poliziotto! Ci sono venti alpha scomparsi lo ha detto lei! Posso essere utile! > esclamò ancora Stiles sentendo per l'ennesima volta nella sua vita rabbia e frustrazione per non essere preso sul serio.
< Non è per fare l'ausiliare che ho studiato tanto! > aggiunse.
< E pensi che qualcuno abbia chiesto a me se volevo un omega nella mia squadra quando ti hanno mandato qui? Sta al tuo posto Stilinski > sbuffò e fece per andarsene.
< Io so fare il mio lavoro! > sbottò ancora Stiles stringendo i pugni.
< Ah si? Allora non ti sarà difficile fare cento multe entro oggi > ridacchiò il capo uscendo dalla stanza e Stiles digrignò i denti, per l'ennesima volta era stato degradato, ma non si sarebbe arreso! 
< Vuoi cento multe? E io te ne faccio duecento...entro mezzogiorno!  > soffiò tra se e se, poi afferrò il giacchetto catarinfrangente, lo indossò ed uscì battendo i piedi dalla stazione di polizia.
Quando quella sera tornò a casa si sentiva distrutto, non tanto fisicamente, ma tanto mentalmente. Aveva effettuato duecento multe come si era prefissato, le aveva mostrate al capo e quello aveva alzato le spalle come se non gliene importasse nulla. Afferrò il giacchetto e lo lanciò con rabbia sul letto per poi passarsi le mani tra i capelli. La chiamata con suo padre poi non lo aiutò per niente, l'uomo infatti una volta scoperto che suo figlio era un ausiliare del traffico aveva gioito anche troppo per i suoi gusti e quando attaccò lanciò anche il telefono sul letto con un mugolio afflitto.
< Domani è un altro giorno > si disse.
< Si, ma potrebbe andare peggio! > e fu con l'esclamazione del suo vicino che Stiles si addormentò. 
  
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