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Autore: guimug    21/11/2022    3 recensioni
Finall Story ci ha parlato dell'Amleto della rinascita di Terence, sappiamo che da lì è ripartita la sua carriera ma... come è stata davvero quella serata? Proviamo ad entrare dietro le quinte del teatro Stratford e sbirciamo
Flash Fic già pubblicata nel Candy Candy e Klin Forum in occasione della One Shot Competition Settembrina dedicata a "L'Amleto di Terry Graham"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Terrence Granchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL DILEMMA



Il mondo dietro le quinte di un teatro è già di per sé qualcosa di particolarmente caotico, figurarsi poi a pochi minuti dall’inizio di uno spettacolo. Se poi aggiungiamo che non si trattava di uno spettacolo qualunque, ma della prima stagionale della Compagnia Stratford in cui Terence Granchester si riaffacciava alle scene dopo la sua caduta nell’abisso dell’alcool e della depressione, si può ben immaginare quale palpabile tensione aleggiasse fra attrezzisti e comparse.
Robert Hathaway, l’impresario e direttore artistico della compagnia teatrale, osservava il via vai con un’ombra di preoccupazione sul viso. Non che avesse dubbi sul valore del suo primo attore, ma il timore che non riuscisse a reggere la pressione, che magari una sua leggera incrinatura nella recitazione potesse essere stroncata dal pubblico, quel pubblico che tanti onori gli aveva tributato in passato ma che era stato rapido a dimenticarlo, non riusciva ad abbandonarlo.

“C’è del marcio in Danimarca”

Curioso che gli fosse venuta in mente proprio quella battuta mentre osservava la platea dallo spioncino del sipario, ma del resto aveva appena scorto nelle file davanti alcuni fra i più esigenti giornalisti e critici teatrali, pronti a far le pulci a quel giovane attore che pretendeva di rimettersi in gioco dopo aver toccato così pesantemente il fondo. Non gli avevano perdonato quei pennivendoli il fatto di aver gettato via la sua vita solo per amore di una donna, ma dopotutto cosa ne sapevano davvero? Tutto ciò che era trapelato a loro era il presunto senso di colpa di Terence Granchester verso Susanna Marlowe, il suo sentirsi responsabile per la menomazione da lei subita e che le aveva stroncato la carriera. Che ne sapevano quei sapientoni dei veri fantasmi che si erano agitati, ed ancora si agitavano pensò Robert, nel cuore del suo Amleto? Solo a lui Terry aveva raccontato tutto di Candy, della sua passione per quella ragazza e di tutti i sogni che si erano spezzati in quella notte fatale!

Scuotendo la testa abbandonò il palcoscenico e si diresse verso i camerini, doveva vederlo… voleva parlargli prima che cominciasse lo spettacolo. Si sentiva come un padre il cui figlio ha il suo primo esame importante, sentiva di doverlo sostenere non solo con la fiducia che gli aveva accordato ma con la sua presenza. Bussò discretamente alla porta e dall’interno del camerino una voce leggermente tremula disse

“Sei tu Robert?”

“Sì Terence, posso entrare?”

L’uscio si aprì e l’impresario entrò nel piccolo locale ingombro di costumi e cosmetici per il trucco di scena. Robert non poté fare a meno di notare che a differenza del passato la stanza era spoglia, senza i numerosi mazzi di fiori che le ammiratrici erano solite inviare all’attore in occasione di una prima. Oggi il nome di Terence Granchester, o meglio Graham come voleva farsi chiamare nel mondo del teatro, seppur sulla bocca di tutti non lo era più per fascino o ammirazione ma soprattutto per la curiosità di vedere se l’uomo dietro la maschera era stato capace di distruggere i suoi demoni o sarebbe di nuovo precipitato nel baratro della disperazione.
Non erano pochi, ed entrambi lo sapevano, coloro i quali speravano in un tragico fallimento ed erano pronti a crocifiggerlo con i loro giudizi trancianti e definitivi.

“Accada quel che accada, i giorni cattivi passano come tutti gli altri”

“Come ti senti Terence?” chiese Robert volgendo lo sguardo intorno

“Un po’ nervoso Robert, ma stai tranquillo… puoi fare a meno di ispezionare la stanza, non troverai liquori né in vista né nascosti!” rispose il giovane con un sorriso.

Robert accusò il colpo e chinò il capo, poi disse

“Devi perdonarmi Terence, ma quest’occasione è troppo importante per te ed io voglio che tu non te la lasci sfuggire. Forse mi preoccupo troppo ma…”

“Non devi biasimarti Robert, qui non si gioca solo il mio destino ma anche il tuo. Se fallisco io anche tu, per il solo fatto di avermi voluto dare fiducia, cadrai rovinosamente e questo io non posso assolutamente permetterlo. Tu mi hai accolto, mi hai teso la mano mentre tutti mi schivavano disgustati, mi hai dato questa nuova possibilità ed io non posso certo tradirti… ma non posso negare di avere paura!”

“Vi sono in cielo e in terra, Orazio, assai più cose di quante ne sogna la tua filosofia”

“Sono giorni” continuò Terence “Che sogno questa serata, che immagino il momento in cui il sipario si alzerà e sarò di nuovo davanti ad un pubblico vero, un pubblico ben diverso da quei bifolchi di Rockstown.”

“Però eri riuscito a conquistare anche loro a quanto ne so, anche se erano semplici contadini riuscivi a tenerli in pugno”

“Onestamente non so nemmeno come facessi a recitare sotto quel tendone, se recitavo davvero o semplicemente raccontavo me stesso con le battute di un altro… magari era proprio questo che piaceva a quella gente, mi sentivano parte del loro mondo di miserie e ubriacature!”

“E adesso invece cosa pensi?” chiese Robert in tono paterno

“Ora penso che sia arrivato il momento di provarci, in questi mesi da quando sono tornato non é passato giorno in cui non abbia pensato se fossi davvero in grado di riprendere in mano la mia vita e la mia carriera o se sarebbe stato meglio lasciar perdere tutto…”

“Essere... o non essere. Questo è il problema. Se sia meglio per l’anima soffrire oltraggi di fortuna, sassi e dardi, o prender l’armi contro questi guai e opporvisi e distruggerli”

“Ma tu lo sai Robert, lo sai quale sia stata la molla che mi ha fatto scattare… che ha riacceso quella fiammella d’orgoglio che credevo spenta per sempre. Sai cosa è successo laggiù a Rockstown!”

“Lo so Terence… Candy, tu l’hai vista fra il pubblico e questo è bastato!”

“L’ho vista davvero? O me la sono solo immaginata? Comunque quell’apparizione è stata una sferzata all’anima, ed ora ho il dovere di impegnarmi sia per me che per lei. Voglio che dovunque sia, con chiunque sia possa essere orgogliosa di me. Possa dire a chi le sta vicino, leggendo di me su un giornale <> ed essere invidiata per questo!”

“Non hai provato a cercarla?”

“Non avrei potuto Robert, non so se lei ancora pensi a me. Ormai si sarà rifatta una vita, avrà nuovi interessi e magari un nuovo amore… io per lei sono solo un passato lontano, anche se per me continuerà ad essere colei che mi ha stregato il cuore!”

Robert non rispose, in realtà sapeva che proprio quella sera forse il suo pupillo avrebbe avuto la possibilità di incontrare Candy, infatti Eleonor Baker gli aveva confidato di averla invitata alla rappresentazione. Incrociando con il suo lo sguardo di Terence disse

“Vieni, andiamo a guardare negli occhi il tuo nemico!”

Lo condusse sul palco ed insieme si accostarono agli spioncini, ormai la sala andava riempiendosi e Terence cominciò a provare una sensazione di inquietudine. Ma non era l’ansia che proviene dalla paura di non farcela, era quel fuoco interno che brucia nel petto degli attori quando non vedono l’ora di mettersi in gioco. Era voglia di mostrare al mondo che lui, Terence Graham, era tornato e nessuno di quei critici dall’aria arcigna avrebbe potuto fermarlo! Poi fece girare lo sguardo sui palchi e all’improvviso la vide

“Robert… c’è mia madre!”

L’impresario guardò verso il palco che il giovane gli indicava e vide Eleonor, bellissima nel suo abito da sera, con un dolce sorriso che le illuminava il viso… ma vide anche che la sedia accanto a lei era vuota. Sospirò di delusione, dopotutto aveva sperato che il trionfo auspicato per il suo ragazzo potesse essere completo ma… non si può avere tutto dalla vita.

“La volontà e il destino hanno vie differenti e sempre i nostri calcoli sono buttati all’aria”

“Sapevo che sarebbe venuta, ecco un motivo in più per dare tutto te stesso!”

Terence si avvicinò all’amico e lo abbracciò, Robert sentì in quella stretta tutto il calore e tutta la gratitudine che ci si potrebbe aspettare da un figlio.

“Grazie Robert” disse Terence soffocando un singhiozzo “Posso dirti solo grazie… ma tu sai il valore che ha questa parola per me!”

In quel momento un inserviente cominciò a chiamare

“Cinque minuti! Cinque minuti! Chi è di scena? Cinque minuti!”

“È il momento Terence, buona fortuna!”

I due uomini si separarono, Robert corse fuori dal palcoscenico per raggiungere il palco riservato mentre Terence si nascondeva dietro una quinta pronto ad entrare in scena.
Un minuto… trenta secondi… un riflettore si accende… la pesante coltre di velluto si alza ed il tempo ricomincia a scorrere!
 
  
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