Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Farkas    21/11/2022    2 recensioni
Passano gli anni, cambiano le generazioni, ma certe cose non cambiano mai come il fatto che è la bacchetta a scegliere il mago. Gerard Olivander, figlio del leggendario Garrick Olivander ha assunto la guida dell'attività di famiglia ed è pronto a vendere le sue bacchette ai maghi e alle streghe che si preparano a cominciare la loro istruzione.
Jon, Tyrion, Daenerys, Eddard e tutti gli altri personaggi del Trono di Spade entrano nella bottega alla ricerca dell'oggetto che diverrà il loro compagno inseparabile. Se siete curiosi di vedere quali bacchette li sceglieranno (e di saperne un po' di più sulle bacchette), non vi resta che entrare in negozio con loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davos Seaworth, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Quando il gioco si sposta a Hogwarts'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La scelta della bacchetta

 

Capitolo 13: La bacchetta dell’imprevedibile

 
 
Ci sono momenti in cui il lavoro del fabbricante di bacchette può essere molto noioso. Se tra settembre e maggio si ha più di un cliente al mese è tanto, quindi se non si sta producendo, può essere davvero deprimente stare in negozio senza poter scambiare quattro parole con nessuno.
Per questo Margot Acajor era tanto felice di condividere la direzione del negozio con suo fratello Jean. Nei mesi di magra potevano alternarsi dietro al bancone o stare in negozio insieme se non avevano nulla da fare.
Un’altra cosa che Margot amava del suo negozio era la sua posizione centrale in Plaché Cachee*. Dato che il “Baguettes Magiques de Jean e Margot Acajor” si trovava in mezzo a negozi abbastanza frequentati, non era impossibile che qualche amico di passaggio entrasse a fare un saluto. Fortuna che il suo avo che aveva tirato su il negozio nel 1612, non aveva scelto di metterlo in una zona periferica del quartiere magico in cui lo aveva aperto, come invece avevano fatto gli avi di Gregorovitch e Olivander.
Quella mattina di fine novembre però, pioveva a dirotto e Jean era andato alla Riserva di draghi della Romania a procurarsi le corde del cuore di drago*, quindi Margot stava tutta sola in negozio ad annoiarsi dato che non aveva nemmeno qualcosa da leggere che la aiutasse a passare il tempo.
Stava giusto pensando che quel pomeriggio avrebbe dovuto fare un salto in biblioteca, quando la porta si aprì lasciando entrare un ragazzino vestito con laceri abiti Nomagicques che disse in tono educato: -Buongiorno. Sono venuto a comprare una bacchetta. A settembre devo cominciare la scuola, ho qui la lettera- aggiunse porgendogliela.
Non appena mise piede nel negozio si udì un “Psss”, ma venne coperto dal rumore di un tuono.
Un Nato-Nomagicque” si disse la donna. Si capiva non solo dai vestiti, ma anche da quella formalità esagerata. Di certo pensava di dover dimostrare la sua appartenenza al mondo magico o qualcosa del genere.
-Non ho bisogno di leggere la tua lettera, solo di prenderti le misure- disse, mentre batteva le mani per richiamare il metro.
-Le misure? Ma la bacchetta sarà pronta per il primo settembre? -.
Margot scoppiò a ridere: - È un secolo o giù di lì che non si fabbricano più bacchette su misura, salvo casi molto particolari! No, no, tu prenderai una delle bacchette presenti in negozio, le misure mi servono a restringere il campo sui prodotti da testare-.
-Testare? - ripeté perplesso l’undicenne.
-Certo. È la bacchetta a scegliere il mago, non viceversa-.
-Che cosa?!- fece allibito Varys. Di tutte le assurdità sentite da quando quella donna era venuta all’orfanotrofio in cui era sempre vissuto per dirgli che era un mago e che avrebbe dovuto frequentare una scuola di magia, quella rientrava di sicuro nella top ten.
-Cioè… dovrò superare qualche prova per mostrarmi degno della bacchetta? -.
-No, no non preoccuparti. Semplicemente dovrai prenderle e agitarle e fidati riconoscerai quella giusta-.
-Ma come? Io… io non so niente di magia! -.
-Certe cose non richiedono conoscenza, ma istinto-.
Varys fece una smorfia. Affidarsi all’istinto non era esattamente nel suo stile… in genere per sfuggire ai bulli dell’orfanotrofio ne studiava le caratteristiche, li spiava e cercava di metterli l’uno contro l’altro. No, affidarsi all’istinto non era da lui.
Tuttavia quando la donna gli porse una bacchetta di noce, capello di Veela, rigida, della lunghezza di trentaquattro centimetri e tre quarti la agitò come gli era stato detto, producendo qualche scintilla viola.
-Vuol dire che è quella giusta? -.
-Credo proprio di no- rispose Margot. - Forse lo è questa: ventuno centimetri, rigida, corda del cuore di drago, frassino-.
Varys la afferrò e la agitò come aveva fatto con quella di prima, ma stavolta non accadde proprio nulla.
-No? Proviamo con noce nero, capello di Veela, flessibile, trentadue centimetri, allora! - sentenziò Margot. Il suono della sua voce coprì degli strani scoppiettii.
Il Nato-Nomagicque fece in modo che la bacchetta producesse un po’ di vento, ma nient’altro.
-No, nemmeno questa. Mmm… forse, è questa: olmo, corda del cuore di drago, trentotto centimetri, rigida-.
Varys afferrò la bacchetta dubbioso e difatti quando la agitò non accadde un bel niente.
-Scusi, ma cos’è questo sibilo? – domandò poi.
-Quale? Io non sento nulla- chiese Margot tutta indaffarata a scartabellare tra le scatole a forma di prisma che contenevano le creazioni sue e di suo fratello. Finora non avevano provato la fenice, quindi prese tre scatole viola (il colore delle confezioni dei prodotti Acajor, variava in base al nucleo delle bacchette un vezzo femminile voluto da sua nonna). Margot non aveva fretta di trovare la bacchetta di quel giovane mago, la sua presenza almeno era una distrazione gradita, ma ci teneva a far bene il suo lavoro. Che diamine, Acajor era un marchio di qualità dal 1612 quando si parlava di bacchette!
Un paio delle bacchette di fenice produssero qualche goccia di profumo in mano al Nato-Nomgicques, e una di Veela gli colorò di rosa shocking i capelli (guarda caso lo stesso colore dell’orribile vestito che aveva indossato Albracca Labrosse, al ricevimento della settimana precedente nella tenuta dei Bienvenue), ma nessuna di esse si rivelò quella giusta.
-Be’, immagino che ci metteremo un po’, ma non ti preoccupare ho avuto clienti decisamente più…-.
SBAM!
Negoziante e cliente si voltarono di scatto a quel rumore e assistettero a un fenomeno quantomeno curioso: una scatola viola saltava su è giù dallo scaffale su cui era stata riposta, emettendo sbuffi di vapore turchese e sibilando come un fuoco d’artificio.
-Incredibile! Siamo testimoni di un evento rarissimo! - mormorò la donna afferrando la scatola per poi aprirla di fronte a uno stupefatto Varys. La bacchetta al suo interno parve voler scivolare direttamente nelle sue dita, ma Margot la trattenne un istante per esaminarla.
-Vite, piuma di fenice, trentatré centimetri e 2 millimetri, molto flessibile e alquanto sensibile. Sì, sì un attimo! Fatti almeno presentare! – sbuffò poi.
-Cosa? -.
-Non tu, la bacchetta! È molto impaziente, brama il tuo tocco da quando sei entrato nel negozio- dichiarò porgendogliela.
Varys prese in mano lo strumento con aria circospetta, ma un attimo dopo si sentì travolgere da una meravigliosa sensazione di completezza e seppe che quella era la sua bacchetta. Non fece indagini, non raccolse informazioni. Semplicemente lo seppe, come si sa per istinto che il fuoco brucia e l’acqua bagna. Disegnò un cerchio con la bacchetta e da essa sbucarono fuori dei petali di lillà.
-È perfetta- annunciò. – Non so come, ma lo so. Mi potrebbe spiegare perché saltava in quel modo, prima? -.
-Per attirare la nostra attenzione. Le bacchette di vite sono le più sensibili, quando si tratta di trovare un proprietario. Molto probabilmente la tua ha capito che saresti stato un compango adatto, non appena sei entrato nella mia bottega, e ha cominciato a fare segnali, ma noi non ce ne siamo accorti subito-.
-Ma come ha fatto la bacchetta a capire che io ero adatto a lei? Come possono degli oggetti scegliere i loro padroni? -.
-Le bacchette non sono oggetti qualunque caro mio, sono speciali perfino per gli standard degli oggetti magici. Fidati, lo capirai anche tu, quando avrai acquisito abbastanza familiarità con il nostro mondo. Sono strumenti semi senzienti con una loro personalità, che scelgono come padrone qualcuno che si sposi bene con le loro caratteristiche. Be’ eccetto le bacchette di ontano. Quelle sembrano volere padroni complementari, non equivalenti…-.
-E cosa vogliono le bacchette di vite come la mia? -.
-Maghi e streghe che perseguono uno scopo più alto, che hanno un intuito fuori dal comune e che stupiscono spesso chi crede di conoscerli bene. Persone dotate di una profondità nascosta, insomma. Sono fra le bacchette meno comuni e la tua possiede anche il nucleo più raro di tutti. Direi che se ti ci metti farai strada ragazzo-.
-Me lo auguro davvero signora. Quanto le devo? -.
Jean si mangerà le mani, quando scoprirà cosa si è perso” si disse divertita Margot, mentre metteva i soldi in cassa. Poco dopo la porta si fu richiusa e lei fu di nuovo sola nella pregiata bottega risalente al 1612, ricordando una volta di più perché amava tanto il suo lavoro.
 
 
 
 
 
  • Quartiere magico di Parigi, visto nel secondo Animali Fantastici.
  • I draghi sono diffusi in tutto il mondo, quindi credo che le corde del cuore di drago vengano usate un po’ dappertutto, ma anche che i fabbricanti debbano comprarle dalle riserve. Non penso proprio sia facile aprire il torace di un drago.
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

Avrei voluto far uscire il capitolo ieri il giorno del mio compleanno, ma fra una cosa e l’altra non ci sono riuscito. Ultimamente ho poco tempo per EFP.
Non è stato facile trovare una bacchetta adatta al Ragno Tessitore. Alla fine però ho optato per la vite, dato che questo legno si adatta bene agli imprevedibili e Varys creduto da tutti l’emblema dell’egoismo e del menefreghismo, in realtà è spinto da motivazioni molto umanitarie: ricorda cosa vuol dire essere niente e cerca di proteggere la gente comune come può. La bacchetta di Hermione era fatta di vite e lei si è dimostrata un’appassionata difensora degli Elfi Domestici.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto fin qui, che hanno recensito lo scorso capitolo e che seguono/preferiscono questa storia.
A presto!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Farkas