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Autore: Spensieratezza    22/11/2022    3 recensioni
Questa è una raccolta di missing moment sulla mia storia Eterno.
Per non rischiare spoilers, vi suggerisco di non leggerla, prima di aver letto almeno i primi cento capitoli della storia principale
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eterno'
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“Fin dall’alba dei tempi, ci insegnano che dobbiamo seguire la nostra volontà!! Ma sappiamo davvero che cosa significa volontà?” chiese Sam.

“Quando preghiamo e diciamo: sarà fatta la tua volontà, non sappiamo davvero che cosa significa..e se non sappiamo che cosa vuole Dio, come possiamo pretendere di sapere che cosa vogliamo NOI?” disse Dean.

Sam restò in silenzio, ascoltando il tumulto, l’emozione del suo cuore. Suo fratello..era così orgoglioso di suo fratello. Dopo quel breve momento di commozione, riprese:

“Ora voi ci direte che ci sbagliamo, che voi TUTTI, avete la piena coscienza ci cosa volete..ebbene voi signori, vi sbagliate!”
Un mormorio intenso percorre la sala.

“O sarebbe meglio dire che ci siamo TUTTI sbagliati, fino adesso. Signori, siamo pieni di contraddizioni e di menzogne che raccontiamo a noi stessi..pensavamo che la cosa peggiore era il non sapere davvero che cosa noi vogliamo..ecco, quello.” Sam annuì. “Pensate che sia quello di cui voglio parlarvi vero? Magari pensate che vi voglio parlare dell’accettazione di un sentimento..o forse della morte di un sentimento, non è così? Sì. Posso leggerlo nella vostra mente, che popolo di romanticoni che siamo, vero?”

La platea rise.

“È molto più di questo.” Continuò Dean. “Si tratta di una cosa difficilissima da accettare..pensiamo sempre che quello che facciamo sia la nostra VERA volontà..pensiamo che quando rinunciamo a qualcosa è perché davvero lo vogliamo..ma che cosa significa davvero , volere qualcosa?” disse Dean.

“Forse la testimonianza di Susan può aiutarvi a capire meglio.” Disse Sam, che fece uscire dal retro della tenda una ragazza.
Fece capolino una ragazza dai capelli rossi, con lo sguardo vivo e una treccia lunga che le incorniciava i capelli.

“Prego, Susan, porta pure la tua testimonianza.” Disse Dean, lasciandole imposto davanti al palco .
“Ecco..io..mi dicevano sempre tutti che io dovevo camminare, perché fa bene alla salute..ma io non ne avevo voglia..mi sforzavo, mi sforzavo, ma mi stancavo subito.”

“Puoi dirci che cos’è successo poi, Susan?” chiese Sam, pensieroso.

Ho cambiato stile di vita!” rispose lei, lo sguardo acceso di felicità. “Ho iniziato a fare una vita più sana, meno sedentaria, a cambiare la mia alimentazione e tutto a un tratto non mi sentivo più priva di forze..mi sentivo piena di energie!! E il mio corpo si è acceso all’improvviso come non lo era mai stato..all’improvviso ho avuto voglia di muovermi, camminare..

“Puoi dirci quanto cammini adesso, Susan?”
“la media è di almeno un’ora al giorno.” Disse Susan.
“Ti pesa molto farlo?” chiese Dean.

“No! Non lo faccio per la salute, né perché devo, ma perché VOGLIO! Camminare mi piace tantissimo..adoro sentire il vento sulla pelle..il mio corpo in movimento, l’energia che fluisce attraverso il mio corpo..” disse la ragazza.

“Ma prima ci hai detto che non volevi camminare.” Disse Sam.
“Perché mi stancavo troppo..” disse Susan. “Per questo non volevo, ma ora che non sento più alcuna stanchezza, adoro farlo!”
La platea era ammutolita dal racconto di Susan.

“Capite cosa intendiamo dire, signori? Pensiamo sempre che la nostra volontà è la nostra VERA volontà, non mettiamo mai in dubbio che sia una volontà influenzata da qualcos’altro! Susan non voleva camminare, perché la sua scarsa forza vitale, la faceva stancare molto. Ma quando ha risolto questo problema, ha capito che LE PIACE camminare, quindi la sua VERA volontà è quella di camminare, ma circostanze avverse le hanno fatto credere erroneamente che in realtà non le piacesse per niente!” disse Dean.

“Prima di stabilire se una cosa ci piace o non ci piace, dovremmo chiederci: mi piacerebbe se non ci fosse questo piccolo intoppo? Se la risposta può essere sì, questo svela molto su noi stessi. Questo significa VOLONTÀ VERA e la separa dall’illusione.” Disse Sam.

La folla proruppe in un appaluso fragoroso e rumoroso, ma che sapeva di musica. Sam e Dean avevano conquistato il pubblico e da un lato del palco, Jack e Adam li ascoltavano fieri e commossi.

"Fate anche voi come Susan e non abbiate paura di raccontare le vostre storie! Sappiamo che le avete! Raccontatecele!" Disse Dean con tono potente, illuminando gli occhi di Sam.

Un ragazzo stava alzando la mano.
“Qual è il tuo nome?” chiese Sam.

“Paul!”
“Paul, vuoi portarci anche tu la tua testimonianza?” chiese Dean.

“Io ho sempre pensato che detestassi studiare. Mi sono sempre sentito un perdente per questo.” Disse.
“Sbagli, ragazzo. Nella vita si vince da una parte e si perde dall’altra. Non significa essere perdenti in ogni campo della vita.”
“Grazie alle vostre parole, ho avuto la conferma di un dubbio che mi attanagliava da anni..” disse il ragazzo.
“Illuminaci, Paul.” Disse Sam.

“Non è vero che odiavo studiare. Io..a scuola soffrivo di un disturbo dell’attenzione..non riuscivo a concentrarmi sulle lezioni, proprio non ci riuscivo..a scuola ero continuamente bullizzato per questo..”

Sam guardò Dean e sapeva che il fratello si stava sforzando, come lui, di non commentare. Anche lui trovava difficile non inveire contro quei mostri. Il bullismo era una brutta piaga della società.
“Vai avanti, Paul.” Disse Dean.
“È da un po’ che ci penso..io..se non avessi avuto questo disturbo, SE i miei compagni non mi avessero bullizzato..sarebbe stato tutto diverso.”

“In che modo, Paul? Noi l’abbiamo capito, ma raccontalo anche al pubblico.” Disse Sam.

“Io AMO la ricerca! Avrei voluto diventare un dottore! Oppure uno scienziato!” disse Paul alzandosi in piedi. “Ma la mia eccessiva timidezza e la brutta esperienza con la scuola, mi hanno fatto chiudere in me stesso..odiavo la scuola e tutto quello che ne conseguiva..ma io in realtà AMO informarmi..e scoprire cose nuove, quindi..”

“Quindi hai scoperto che non è poi così vero, che odi studiare, anzi, lo AMI, è stata l’ambiente scolastico ostile e una certa difficoltà di apprendimento a farti credere il contrario.” Disse Sam.
“Complimenti, Paul. Hai appena scoperto la tua vera volontà..e questo difficilmente lo scopri se non sei intelligente."

"Vorrei...io vorrei riprendere gli studi...andare all'università! Mi piacerebbe!!" Disse lui.

"DEVI! Abbiamo il dovere di rincorrere i nostri sogni, a maggior ragione quando possono fare del bene agli altri! Tu saresti un grande ricercatore.” Disse Dean.

Il ragazzo si commosse e tutta la platea cominciò ad applaudire sonoramente.
Un’altra ragazza alzò la mano e Sam e Dean le diedero la parola.
“Mi chiamo Anna e fino a due mesi fa credevo di non amare più il mio ragazzo.”
“Tasto delicato.” Disse Dean facendo una smorfia molto buffa che fece ridere tutti, smorzando la tensione.

“L’ho pensato anche io..il mio ragazzo ha tentato di riconquistarmi per ben quattro mesi!”
“Un nobel glielo diamo a questo povero ragazzo? Di ragazzi così ne sono rimasti pochi.” Disse Sam e poi sorrise guardando Dean che gli fece l’occhiolino.

“Io credevo di non amarlo più, ma poi…mi sono chiesta cosa ci tenesse lontani..ho capito che era la paura di litigare ancora..e di soffrire..per i litigi continui..e mi sono chiesta..se non fosse così, io lo amerei ancora? La risposta è stata sì..e siamo tornati insieme. “

La folla era eccitata, ma Sam e Dean li invitarono a fare silenzio.
“Come va adesso tra voi?” chiese Sam.

“Alla grande! Mi confessò che era sempre così arrabbiato con me, perché non mi aprivo mai davvero a lui, ma gli nascondevo ciò che avevo nel cuore! Ho capito che era davvero così, che io non ero mai stata tanto aperta con lui e che lui non era mai stato tanto esplicito così con me..allora mi sono domandata se ero per caso arida di sentimenti. Mi sono accorta che anche quello non era vero, che in realtà temevo di esprimermi per paura di essere derisa o giudicata infantile..ma non ho mai perso questo mio lato. E il mio ragazzo lo adora. Adesso ci capiamo in un modo che non abbiamo mai fatto prima!”

La folla finalmente scoppiò in un appaluso fragoroso con Dean e Sam che incitavano a fare di più.
Mano a mano che passava il tempo, sempre più testimonianze venivano raccolte.

“Il mio ragazzo credeva di odiare i cani, non voleva che prendessimo un cagnolino..alla fine ho scoperto che aveva una gran paura delle malattie e dello sporco..gente ignorante lo aveva convinto che portassero germi e malattie in casa..” disse un’altra ragazza di nome Laura.

“Il mio ragazzo non voleva saperne di prendere un gattino. Alla fine ho scoperto che soffriva della sindrome di abbandono, pensava che tutti quelli che amava, lo abbandonassero e quindi temeva che io mi affezionassi di più al gatto e avrei smesso di amarlo. Quando gliel'ho detto, si è arrabbiato molto e abbiamo litigato. Si è trasferito sul divano per dormire lì."

"Voleva punire te, ma rinunciando al sesso, mi sa che ha sofferto più lui di te." Disse Dean, scatenando altre risate generali.

"Fidati, siamo uomini. Entriamo in empatia." Disse Sam non volendo lasciare l'esclusiva a Dean di mattacchione del gruppo. Poi lo avrebbe preso in giro dicendo che era un puritano!

La folla scoppiò in altre risate, Sam diede un'occhiata alla ragazza che sorrise.

"La sera stessa gli ho scritto una lettera che ha letto sdraiato sul divano. Si è messo a piangere s ci siamo stretti forte a lungo!"

"Spero non avete fatto solo quello dopo." Disse Dean e tutti scoppiarono in grasse risate. La ragazza sorrise imbarazzata.

"Cos'è successo dopo?" Chiese Sam.

"L'indomani mattina mi ha portato subito a prenderlo! Adesso il gattino dorme con noi nel nostro letto!”

“Anche il nostro cagnolino. Ho scoperto che non è poi così schizzinoso come sembrava. “ rispose la ragazza che aveva parlato del cane.

“Io credevo di odiare cucinare, di non aver per niente VOGLIA di stare lì a imparare..ma in realtà era la paura di non riuscire, la paura del fallimento, a farmi pensare questo. Adesso sono diventata una maestra della cucina e non mi pesa inventare sempre nuovi piatti, anzi mi diverte!” disse un’altra ragazza di nome Lucille.

“Litigavo fino a poco tempo prima con la mia fidanzata, perchè lei voleva adottare un arredamento e una mobilia retrò alla nostra casa, ma io non volevo! Le dicevo continuamente che era brutto, credevo di odiare lo stile retrò, ma in realtà poi ho scoperto che non era vero. Ero solo influenzato da quello che pensavano amici e famigliari nel vedere una casa diversa dalle altre. Tolto quel pensiero, mi sono reso conto che non mi dispiaceva. Avevo talmente paura del giudizio della mia famiglia, da ragionare senza volerlo, come loro, arrivando a fare loro i miei pensieri! Ho messo da parte allora il terrore del giudizio altrui e ho scoperto che non era vero che odiavo quello stile, anzi, adesso sono il primo ad accompagnare la mia ragazza nei mercatini tipici per arricchire la nostra casa!" disse Mark.

C’era però spazio anche per argomenti più profondi, come la religione.

“Mio fratello è sempre stato non credente. Non ha mai creduto in Dio e per questo abbiamo sempre discusso, per questo sono rimasta attonita, quando l’ho sentito piangere al telefono, riguardo a questo argomento.” Disse un’altra ragazza.
“Puoi dirci cosa ti ha detto?” chiese Dean.

“Accadde l'anno scorso. Era molto turbato da tutte queste teorie degli scienziati per spiegare l’origine della vita sulla Terra..mi ricordo che mi disse: Annabelle, è incredibile, in pratica danno per scontato che Dio non ha mai portato la vita sulla Terra..e quindi non esiste! Rimasi turbata dalle sue parole, che mi aspetterei da un religioso, non da mio fratello..ricordo che cercai di rassicurarlo e lui continuava a dirmi: ma come possono dire certe cose, Annabelle. Ma ci pensi, Annabelle? Se davvero non esistesse..se la vita è arrivata in un altro modo, significherebbe che..siamo soli. SOLI! La prospettiva di essere soli al mondo lo fece scoppiare a piangere..e piansi anche io..per la sua tristezza..perchè sentivo la sua sofferenza..eravamo collegati..piangemmo come bambini, a, telefono per allo stesso modo rimanemmo abbracciati a dormire quella notte. Quel giorno io capii che lui in realtà non è che non amava Dio..il suo comportamento era tale perché non era sicuro della sua esistenza! Ma nel momento in cui gli si è palesata l’idea che davvero non esistesse..è venuta fuori una grande tristezza. Lì ho visto la sua vera anima. Non è facile vederla..così come riconoscere quello che vogliamo davvero!” disse Annabelle.

Non per la prima volta, sentire parlare di Dio e della religione, senza poter dire la verità, metteva a disagio Sam e Dean. Si sentivano in colpa a non poter dare quelle conferme e quel bisogno di sapere, che turbava tutta l'umanità. Spesso il modo per sentirsi meno in colpa per non condividere una Risposta, di quelle con la erre maiuscola, soprattutto dopo parole così pregne d'amore - era quello di rifugiarsi nell'ironia.

“Portaci anche tuo fratello, siamo curiosi di conoscerlo, sarà bello, Sam non vede l'ora di parlare di angelologia con chiunque è disposto ad ascoltarlo.” Disse Dean.

Una risata generale scosse la platea.

"Scommetterei che riuscirei a scioccarlo ancora di più...la mia parte preferita riguarda l'angelo chiamato STELLA DEL MATTINO." disse Sam con ironia.

La folla esplose in un altro applauso fragoroso, anche se diviso a metà. C'era chi aveva compreso l'allusione al mitico Lucifer, infatti, e apprezzava la citazione, ma c'era anche chi trovava piuttosto sconveniente tirare in ballo il diavolo, e temeva chissà quali possibili ripercussioni divine, anche solo parlarne.

“Ehm..ehm..cambiamo argomento, ok?” disse una voce dall’altra parte della sala con uno sguardo eloquente. Era Jack. Intercettò lo sguardo di Sam che gli fece l'occhiolino, ma servì poco a tranquillizzarlo. Forse Sam pensava che a lui facesse piacere che parlasse di suo padre. Forse credeva che lo facesse sentire vicino al suo mondo, ma lui sentiva ancora una certa soggezione a sentire parlare di lui nel mondo terreno.

“Ehm..passiamo ai prossimi testimoni.” Disse Dean.

La platea non poteva sapere che Jack era il figlio di Lucifer. Era stata nascosta la sua natura per la sua protezione, per evitare che venisse studiato, o ostacolato o che qualche folle volesse fargli del male. In ogni caso non avrebbe avuto mai pace. Jack dal canto suo sapeva che la sua gente e suo padre non se la prendevano, visto che gli umani parlavano di loro costantemente dall’alba dei tempi..ma in qualche modo, ora che sapeva di essere uno di loro, ma anche uno degli umani..adesso era tutto diverso. Non voleva che si creassero dei precedenti. Gli angeli sembravano abbastanza tolleranti, ma non si sa mai.
 
Alla fine del loro corso, si erano buttati tra le braccia di Dean e Sam.
Dean sosteneva in braccio Adam, Jack si era buttato tra le braccia di Sam.

Erano così tanto felici che gli avevano fatto quella sorpresa ed erano venuti ai loro corsi.
Dean e Sam dal canto loro, adoravano quei ragazzi.
Adam era loro fratello e Jack..era diventato per loro come un altro fratello!

“Ho capito perché hai parlato di mio padre! L’hai fatto per me..grazie!” disse Jack abbracciando teneramente Sam.

E Sam lo capì, come lo capì anche Dean, che avrebbero amato il piccolo Jack, anche se non fosse stato il meraviglioso fidanzato del loro adorabile fratellino, rendendolo così tanto felice.
 
 
















Note dell'autrice:  e meno male che dicevo nel precedente capitolo, che erano finiti i missing moments! ahahha xd con me non si può mai sapere xd oggi ho avuto questa botta di saggezza e ho pensato che sarebbe stato perfetto se venisse dalla bocca di Sam e Dean e che questa storia era perfetta per fare recepire questo messaggio xd diciamo che tutto parte da alcune mie riflessioni..mi sono resa conto tante volte che metto da parte delle cose, e sembra magari a un occhio esterno che io non voglio più continuarle, tipo alcune mie storie, ma io non è che NON VOGLIO, è che NON RIESCO, insomma, non ho tempo, ho difficoltà..ci sono un miliardo di motivi..e questo vuole riallacciarsi ai ragionamenti di questo capitolo..molto spesso pensiamo che l'azione di una persona corrisponde a una sua volontà, ma non è così, questo è importante che venga capito, molto spesso per esempio, si pensa che certe storie non mi piacciono più o che non voglio pi+ aggiornarle perchè mi sono stancata, ma non è la verità..sarebbe tutto diverso SE non dovessi aggiornarne più di una decina, insomma xd e comunque non le abbandono, rimando solo al momento in cui sarò più tranquilla per continuarle.. questo per dire che dobbiamo sempre cercare di capire qual è la nostra vera volontà, perchè se togliamo di mezzo un ostacolo, se cambia la visione d'insieme significa che quella che pensavamo che era la nostra volontà, non lo era davvero ma era influenzata da altri fattori, come per il pensiero, il ragionamento ecc!!

Vorrei poi dire che questo corso è uno di quei corsi che avevano affermato di voler fare Adam e Jack :))
   
 
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