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Autore: betty58    22/11/2022    0 recensioni
Elizabeth Gray è una studentessa della Beacon Hills High School e a tutti è nota la sua mente brillante. La sua vita cambia drasticamente quando, una notte, si avventura con i suoi due migliori amici, Scott e Stiles, nel bosco. Qui tante cose succederanno, come per esempio vedere la persona più importante per lei venire morsa da un lupo mannaro diventandolo a sua volta. Da questo momento, Beth verrà catapultata in un nuovo mondo sconosciuto e surreale, che solo nei libri aveva mai letto. I suoi sentimenti, il suo amore, la sua devozione la porteranno a compiere particolari e pericolose azioni pur di salvare chi ama, anche allearsi con un misterioso e spaventoso licantropo, Derek Hale.
*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*

 Buona lettura! :)*

Derek è morto.
Sembra solo un terribile incubo, ma allora perché diamine non mi sveglio?
Tutto arriva alle mie orecchie ovattato. Come un lontano rimbombo che si ripete e si ripete in continuazione nella mia testa. Come a voler rendere sempre più realistica la situazione. Ma come può una creatura con artigli, zanne, occhi rossi e una grande voglia di uccidere essere reale? Tutti i malvagi che ci venivano raccontati nelle nostre fiabe preferite, come possono esistere? Adesso arriverà il mostro che si nascondeva sotto il letto, pronto ad uccidermi una volta addormentata? Come sappiamo che domani non arriverà un'apocalisse zombie?
Mi guardo attorno, ma non riesco a distinguere le figure che mi circondano. Non riesco a capire cosa stai succedendo. Non riesco a collegare la serie di immagini che sto e ho appena vissuto. Come se fossi totalmente estranea dalla realtà.
"Elizabeth, ehi! Va tutto bene... guardami. Elizabeth?" sento questa voce chiamarmi di continuo, il tono è molto agitato ma a me riesce stranamente a calmarmi.
Immediatamente due morbide mani mi afferrano dalle guance e, sempre come calamite, i miei occhi si incatenano a quelli del moro di fronte a me.
"Lo so, lo so fa paura, ma Betty... resta con me, okay? Ho bisogno di te. Ti prometto che ce la faremo" riesco perfettamente a distinguere ogni singola parola, ogni singolo dettaglio del suo viso, ogni singola emozione che lo attraversa, riesco persino a sentire il pizzicore agli occhi sintomo di una mia vicina crisi di pianto. Ma torno a respirare nuovamente, inondata da tutti i sentimenti possibili, solo quando sento le sue labbra appoggiarsi alle mie. Un bacio a stampo, semplice, ma comunque in grado di svegliarmi dal limbo in cui ero caduta. Ironico no? Potremmo essere sbranati letteralmente da un momento all'altro, ma almeno posso ritenermi fortunata di aver ricevuto un ultimo bacio dal ragazzo di cui sono follemente innamorata. Patetico? Troppo sentimentale? Forse un po', ma concedetemelo.
Mi guardo attorno spaesata, come se quello vissuto negli ultimi 10 minuti non fosse mai successo. O forse sono stati 20? Oppure 1? Ho perso totalmente il senso del tempo. Stringo forte la mano di Scott, il quale ricambia fortunatamente con la stessa intensità.
Entrambi i miei amici si affacciano alla piccola finestrella della porta d'ingresso e, di conseguenza, li copio.
"Dov'è andato? Dov'è?" chiede preoccupato il moro, mentre Stiles accende la torcia e la punta fuori per tentare di avere una migliore visuale. Molto lentamente e con molta cautela, ci alziamo e ci allontaniamo dalla porta tenendo sempre lo sguardo su di essa.
"Non terrà vero?" suona quasi più come un'affermazione, ma tutta la mia paura si riesce a percepire maggiormente.
"Probabilmente no" mi risponde il pelato con il mio stesso tono. Ci guardiamo attorno, scrutando ogni singolo angolo e prestando attenzione a ogni particolare.
Un lungo brivido percorre, nel giro di un paio di secondi, i nostri corpi sentendo un forte e potente ululato, che ci spinge a correre dentro la prima aula che incontriamo.
"Cattedra" ordina impanicato Stiles, mentre entrambi i miei amici afferrano l'oggetto in questione, pronti a spostarlo.
"Ragazzi! La porta non lo terrà fuori" li fermo, esponendo nuovamente i miei pensieri negativi.
"Già... Scott" mi appoggia il pelato per poi rivolgersi al moro che ora si è appoggiato alla parete "È il tuo capo" continua.
"Che cosa?" chiediamo in contemporanea io e Scott alquanto confusi.
"Deaton. L'Alpha. È il tuo capo. Il lupo mannaro psicopatico" spiega Stiles tentando di non andare fuori di testa, ma penso che questo passo sia ormai stato superato.

"Non può essere" nega immediatamente il moro, non volendo credere assolutamente a questa teoria e come dargli torto, ormai è un annetto che lavora alla clinica a stretto contatto con Deaton. Con il tempo, vuoi o non vuoi, impari a conoscere le persone che ti circondano e a capire se sono quelle di cui ti puoi fidare o meno.
"Oh andiamo! Lui scompare e in un attimo spunta quella cosa che fa fare a Derek un volo di 6 metri? Tempismo perfetto eh!" continua a sostenere la sua tesi il pelato iniziando pure a gesticolare.
"Non è lui" lo difende nuovamente dandoci, questa volta, le spalle. So che piano piano sta iniziando a credere a questa folle idea. Mi dispiace dirlo, ma tutto sembra davvero ricollegarlo a lui. Eppure è davvero una così buona persona.
"Ha ucciso Derek" rabbia, tristezza, incredulità, senso di colpa. Se prima mi spaventava anche solo il pensiero, detto ora a voce alta è letteralmente una secchiata d'acqua ghiacciata. Derek è morto. E se avessimo potuto salvarlo? Se avessimo potuto fare o dire qualsiasi cosa? Se gli avessimo semplicemente dato ascolto e non avessimo richiamato l'Alpha a scuola? La sua espressione di dolore ancora mi invade la mente, facendomi tornare le lacrime agli occhi. È solo colpa nostra.
"Derek non è morto. Lui non può morire" non avrei mai pensato che il positivo della situazione, in particolare se riguarda Derek, sarebbe stato Scott. Con la coda dell'occhio lo vedo avvicinarsi a me e prendermi la mano con uno scatto veloce, come se da un momento all'altro si aspettasse qualche mia reazione. Ancora una volta ha ascoltato il mio grido di aiuto.
"Che cosa? Gli usciva molto sangue dalla bocca. Non sembrava essere solo un graffietto. È morto e ora tocca a noi" continua a sostenere Stiles esternando tutta la sua agitazione. Credo che inconsciamente stia assorbendo tutte le mie sensazioni negative e le stia buttando fuori insieme alle sue. Uno mi protegge e mi cura dal male. Uno prende tutto il peso e lo lancia via.
"Okay, allora che cosa facciamo?" chiedo con un tono particolarmente basso e stranamente calmo. Entrambi si girano verso di me, stupiti semplicemente dal sentire la mia voce.
"Arriviamo alla Jeep. Andiamo via da qui. E tu rifletti seriamente sul cambiare lavoro" risponde il pelato, dopo imbarazzanti secondi di silenzio. Si avvicina velocemente alla finestra con la torcia ancora accesa, sicuramente per vedere la distanza che ci separa dalla sua macchina, mentre Scott tenta inutilmente di aprirla.
"Non si aprono. La scuola è climatizzata" gli faccio notare prima che riprovi un nuovo fallimentare tentativo, appoggiando una mano sul suo braccio per fermarlo.
"Allora rompiamone una" propone subito prendendo subito una sedia. Per le cazzate non perde proprio tempo questo ragazzo.
"Certo piccolo genietto, come la mettiamo con il rumore?" gli domando retoricamente, parandomi tra lui e la finestra. Io e le mie pessime idee. Per un momento ho seriamente pensato che mi avrebbe colpito.
"Dopo... dopo correremo" guarda bene fuori e vede che la macchina è abbastanza lontana "Correremo veloci" continua concentrandosi in modo inquietante sulla Jeep "Che cosa ha il cofano della tua Jeep?" chiede non staccando ancora gli occhi dalla vettura.
"Che vuoi dire? Non ha niente" ribatte immediatamente Stiles. E vorrei vedere, tratta quella macchina meglio di tutti noi.
"È piegato" gli fa notare Scott indicando il punto a cui si riferisce, anche se è abbastanza difficile non notarlo. Il danno è molto evidente.
"Vuoi dire ammaccato?" si avvicina preoccupato, cercando immediatamente la sua amata macchina. Cosa vi avevo detto? Già, true love! O toxic? Bah, punti di vista.
"No, voglio dire piegato" precisa nuovamente voltandosi verso il diretto interessato.
"C'era anche prim?" non faccio in tempo a finire la frase che un grosso oggetto rompe la finestra, facendoci abbassare velocemente, e atterrando di fronte a noi.
"Quella è la mia batteria" afferma Stiles puntando la torcia per vederci meglio. "Dobbiamo andare" continua il pelato alzandosi e andando verso la porta.
"Potrebbe essere lì fuori" ribatte Scott seguendolo a ruota con me al suo fianco.
"Lui è lì fuori" preciso afferrando la sua mano e alternando lo sguardo tra i due.
Dopo aver dato un'ultima controllata per sicurezza, apriamo la porta e ci immergiamo nel buio tetro dei corridoi scolastici. Sono in una sorta di stato dove il mio corpo sta lentamente crollando a causa della stanchezza, ma il cervello non ne vuole proprio sapere di spegnersi. È normale che l'unica cosa a cui penso è Stiles e Scott (possibilmente anche io) che ne escono vivi da tutto questo macello e buttarci finalmente in un bel letto comodo? Al momento ringrazio davvero che non stiano lasciando letteralmente mai il mio fianco. Come due guardie del corpo, cammino con uno alla mia sinistra e l'altro alla mia destra pronti a difendermi contro qualsiasi minaccia appaia.
"Ci serve una stanza senza finestre" parla finalmente Stiles dopo minuti di profonda riflessione, sicuramente per pensare ad un piano intelligente e uscire (si spera) da qui.
"Siamo in una scuola, non c'è una stanza senza finestre" ribatte Scott guardandosi attorno. Come se potesse trovare la risposta scritta negli armadietti!
"Allora un posto con meno finestre" sono così stanca, non riesco a pensare. Tutto mi sembra così inutile. Così tanto tempo sprecato. Perché quando eravamo al supermercato Derek è riuscito a trovare Scott, che parlava con me, in mezzo a tutto il casino degli antifurti, mentre ora nel bel mezzo del silenzio più totale l'Alpha non viene a prenderci? È impossibile che non sappia dove siamo. È impossibile che non riesca a sentirci. È venuto fin qui, ha ucciso Derek e ora ci intrappola a scuola, ma non viene ad ucciderci. Allora cosa vuole? Qui la cosa mi puzza e vi assicuro che non è il nostro sudore.
"Lo spogliatoio" dicono in contemporanea risvegliandomi dal mio stato di trans in cui, ancora una volta in questa serata, ero caduta.
Pensa Elizabeth, dai! Quale potrebbe essere la ragione? Perché farci correre da una parte all'altra senza uno scopo apparente? Che si stesse solo divertendo a darci una speranza? Che davvero sia così rincoglionito? Che voglia solo uno di noi? Ma comunque non avrebbe senso, perché potrebbe benissimo uccidere quelli che non gli servono e tenere il prescelto. Che magari si stia solo annoiando e allora vuole spaventarci? Siamo i suoi giocattoli per caso? Posso fare una considerazione poco appropriata? Almeno con tutto questo correre di continuo, faccio allenamento e dimagrisco. Tiè! Ceerto Elizabeth, ci crediamo tutti. Focus! Pensa! Ragiona! Vorrei proprio che Derek fosse qui a darci una mano.
"Chiama tuo padre" propone Scott una volta entrati nello spogliatoio maschile. Mamma mia che puzza, ma lo lavano ogni tanto?
"E che gli dico?" domanda subito Stiles, non accennando a fare quello che gli è appena stato chiesto.
"Non lo so, digli che c'è una fuori uscita di gas, un incendio! Se quella cosa vede le auto della polizia se ne andrà via" potrebbe anche andare come piano, ma non sarebbe troppo facile?
"Se non lo facesse? Se diventasse un terminator e uccidesse ogni poliziotto incluso mio padre?" incredibile la capacità del pelato di smontare qualsiasi piano che non sia il suo.
"Hanno le pistole" tenta di convincerlo il moro con scarsissimi risultati.
"Sì, ma Derek ha dovuto beccarsi un proiettile allo strozzalupo per indebolirsi, ricordi?" anche questo è giusto. Dannazione, possono smetterla di avere ragione in qualsiasi cosa dicano? Non è d'aiuto al momento.
"È vero, allora noi dobbiamo trovare una via d'uscita e andarcene" dice convinto Scott alternando lo sguardo tra me e il pelato.
"Qui vicino non c'è niente per almeno un chilometro" si intromette nuovamente Stiles.
"Appunto. Non c'è niente. La scuola è vuota. Nessuno che fa casino. Nessuna sirena o clacson o party all'esterno. Siamo totalmente immersi nel silenzio e lui non riesce a trovarci? Non sente noi che parliamo? O i nostri odori? O il nostro battito cardiaco? Non vi sembra strano? Voglio dire, se avesse voluto ucciderci lo avrebbe già fatto giusto?" espongo finalmente i miei pensieri, attirando la loro piena attenzione.
"Io spesso riesco ad ascoltare una conversione lontana anche con le voci in sottofondo" mi appoggia il moro con, se possibile, una faccia ancora più preoccupata.
"Hai ragione Beth, ma non possiamo rimanere qui per scoprirlo. Dobbiamo andare via. Il prima possibile" ribatte il pelato passandosi nervosamente la mano sulla testa.
"La macchina di Derek?" propone Scott alzando le spalle come se fosse l'idea più semplice, ma al tempo stesso più geniale di sempre.
"Può andare. Usciamo, recuperiamo le chiavi dal corpo e prendiamo la macchina" sintetizza Stiles, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.
"E lui" sottolineo continuando a guardarlo male.
"E lui" mi sostiene il moro questa volta, sorprendendo me e il nostro amico di fronte a noi.
"Bene, come vi pare" ribatte il pelato avvicinandosi alla maniglia, quando Scott lo blocca.
"Fermo, ho sentito qualcosa" dice subito mentre ancora lo tiene stretto per il braccio.
"E che cosa?" chiede immediatamente Stiles cercando di decifrare lo sguardo del moro.
"Shh, zitto" lo zittisce parando un braccio di fronte ad entrambi e facendoci lentamente indietreggiare.
"Nascondetevi" neanche il tempo di finire che il pelato apre il primo armadietto che vede, creando un casino assurdo, infilandosi poi al suo interno e, senza pensarci due volte, io e il moro lo seguiamo a ruota. La porta cigola e sento qualcuno aprire l'armadietto di poco lontano dal mio. Scott. Poi sento solo tantissime urla e, una volta uscita, vedo Stiles con una mano sulla bocca del bidello per farlo tacere.
"Shh, zitto!" gli ripete il pelato tentando di calmarlo, ma di certo non è un trattamento di salute incontrare di soprassalto degli studenti nel bel mezzo della notte a scuola, quando dovrebbero essere solo che beati a dormire nel loro letto.
"Zitto un cavolo! Che volevate fare? Uccidermi? Forza fuori da qui" ci risponde infatti, alquanto infuriato aggiungerei.
"Ci ascolti solo un attimo, okay?!" insiste Stiles.
"Okay un bel niente. Toglietevi subito dai piedi." non ci fa neanche replicare che subito ci spinge fuori la porta.
"Solo un attimo per spiegarle" prova questa volta Scott tentando di impedire che l'inserviente chiuda definitivamente la porta.
"Chiudi il becco e spari..." neanche il tempo di finire la frase, che viene risucchiato dall'Alpha. La porta si chiude di botto e vediamo il corpo del bidello sbattuto contro la porta dalla quale si intravede la sua figura, con significative scie di sangue, con in sottofondo le sue urla.
"No" urla Scott mentre tenta di aprire la porta per salvarlo. Sono così sotto shock che non riesco nemmeno a fermarlo. In quale cavolo di incubo siamo finiti? Perché a noi? Cosa abbiamo fatto di così sbagliato per meritarci questo? Avrò bisogno di una lunga serie di sedute dallo psicologo una volta uscita da qui. Sempre che ne usciamo. Vivi.
Per fortuna Stiles riesce a tenere la mente fredda e riesce a portarci via da quest'inferno. Corriamo via, senza fermarci. Le gambe bruciano. Il cuore batte a due mila. Il fiato manca. E la voglia di arrendersi si fa sempre più alta. Come potremmo mai uscire da qui? Come una manna dal cielo, finalmente in lontananza vedo una delle tante porte della scuola. Ma anche questa volta, la speranza di avercela fatta si infrange contro un'altra uscita bloccata.
"Ma che cavolo?" Scott si affaccia con la testa fuori per controllare meglio "È un cassonetto, l'ha spinto davanti alla porta" ci spiega ritornando il mio fianco.
"Per intrappolarci" risponde Stiles mentre tenta di aprire a spallate la porta. "Forza aiutatemi" ci urla non fermando il movimento, ma è tutto inutile. Non si aprirà mai e questo casino servirà solo a evidenziare la nostra posizione all'Alpha. Devo tornare lucida, devo pensare ad un piano per aiutare me e i miei migliori amici. Non posso continuare a stare ferma e immobile come un vegetale, li rallento e basta, facendo aumentare solo le loro possibilità di essere beccati. Pensa Elizabeth. Reagisci.
"Stiles basta" prendo parola iniziando a camminare verso il corridoio opposto. Non possiamo stare immobili in un posto.
"Io qui non ci muoio. Non ci muoio a scuola" commenta il pelato a qualche passo indietro, mentre continua a osservarsi attorno alla ricerca probabilmente di una via di fuga.
"Noi non moriremo" rispondo immediatamente, colpita da una sorprendente sicurezza e determinazione. Dobbiamo rimanere positivi e attenti, ma soprattutto dobbiamo usare la furbizia e trovare al più presto un piano.
"Ma che sta facendo? Che cosa vuole?" continua ancora Stiles sbuffando sonoramente, stanco probabilmente di tutta questa situazione. Come tutti noi. Ci abitueremo mai a tutto questo?
"Me! Derek ha detto che gli serve un branco" risponde prontamente Scott, il quale non ha mai lasciato il mio fianco. Scontato e inopportuno forse dire che ormai il problema delle emozioni e dei battiti del cuore accelerati, in questo momento, è più che superato. La nostra situazione è ancora un grosso punto di domanda, ma dopo tutte le parole di Alison, persino Derek e soprattutto quelle di Stiles di oggi pomeriggio, non possiamo più fare finta di nulla. Ho deciso che se mai ne usciremo vivi da questa nottata, gli parlerò. Con sincerità, calma e soprattutto zero aspettative. Siamo migliori amici da anni, non gli ho mai tenuto nascosto nulla, e merita la verità proprio come io merito di liberarmi da questo enorme peso. Se va bene, vedremo come far funzionare il tutto; se va male, vedrò come far funzionare la nostra amicizia.
"Oh grande, un lupo pazzo che fa gioco di squadra, davvero fantastico!" mi distrae il pelato con il suo solito sarcasmo, che anche in situazioni come queste (direi quasi soprattutto) non manca mai. Scott ci ferma, mettendoci un braccio davanti, proprio nel mezzo del corridoio con la gigantesca finestra a muro al nostro lato. Dopo essersi beccato un'occhiata confusa sia da me che da Stiles, alziamo lo sguardo nella sua stessa direzione, al di fuori della vetrata, notando immediatamente e per intero il lupo psicopatico che ha deciso di darci la caccia sta sera. Appena inizia a correre verso di noi, copiamo esattamente la sua stessa azione, semplicemente dal lato opposto al suo sentendo dopo pochi secondi il vetro della finestra infrangersi. Mi sembra anche più che ragionevole, ci manca solo che gli andiamo incontro. A quel punto tanto vale stenderci su un piatto gigante, con tanto di salsa barbecue addosso, e un enorme cartello "Siamo qui, serviti pure" che ci indica. Che buona la salsa barbecue, mi andrebbe proprio in un bel cheeseburger. Ma cosa vado a pensare? Un lupo gigante assetato di sangue, del MIO sangue, ci sta inseguendo e penso al cheeseburger con salsa barbecue? Però ci starebbe ora.
Imbuchiamo il corridoio per il seminterrato e, una volta scese le scale, tentiamo di nasconderci al meglio. Tempo neanche 2 minuti per riprendere fiato che sentiamo l'Alpha raggiungerci.
"Allora?" domanda Stiles, mentre Scott si sta sporgendo per vedere la posizione dell'altro suo simile. Dopo il suo via libera, corriamo nella parte opposta, riparandoci dietro ad un macchinario. Questo posto mi mette i brividi. Dal disgusto.
"Dobbiamo fare qualcosa" se ne esce il pelato guardandoci e in cerca di risposte. Come se avessimo la sfera magica, coglione!
"Che cosa?" ribatte Scott, del tutto privo di piano. Come tutti d'altronde.
"Non lo so! Ucciderlo, ferirlo, fargli venire il mal di testa! Qualcosa!" risponde iniziando a gesticolare come qual volta sia agitato. Di sottofondo sentiamo dei ringhi e, preoccupati ci guardiamo attorno con la speranza di trovare un qualsiasi oggetto che possa distrarlo. Sento talmente tanto l'adrenalina e la paura, che ormai vivo questa intera situazione in una sorta di limbo. Non sento, anche se tutti i suoni arrivano ben chiari alle mie orecchie. Non vedo, anche se riesco a distinguere molto nitidamente ogni immagine. Non ho il controllo delle mie azioni, eppure sono da non so quante ore che corro per tutta la scuola nella speranza di scappare da quell'orribile mostro. Non so cosa fare eppure, nell'unica frazione di lucidità di tutta la serata, inizio a tastare tutte le possibili tasche di Stiles. Non sono pazza, o almeno non del tutto. L'ho sentito. Riesco tutt'ora a sentirlo.
"Che cosa stai.." inizia a domandarmi Scott, ma non lo lascio nemmeno finire che tiro fuori dalla giacca del pelato le sue chiavi. L'avevo detto che non sono pazza! Senza pensarci due volte le lancio dell'angolo opposto e più lontano da noi, dove ovviamente quell'idiota di lupo ci casca. Subito corriamo a chiudere la porta e posizioniamo la scrivania esattamente tra l'entrata e il muro, di modo che l'Alpha non possa uscire e rimanga incastrato lì dentro. Ci fermiamo un momento ad osservare la scena, contenti e sollevati che abbia funzionato. Forse, alla fine, non è poi così impossibile scappare e uscirne vivi.
Ma è nell'esatto momento in cui ho visto Stiles salire sulla scrivania e buttare un occhio all'interno della stanza dove abbiamo rinchiuso il lupo, che ho capito che la quiete sarebbe durata poco.
"Ma che fai?" gli domanda infatti Scott.
"Voglio solo dargli un'occhiata" ho mai detto che è un coglione? Patentato pure?
"Sei impazzito per caso?" gli rispondo immediatamente, mentre tento di portarlo via da lì.
"Senti, è in trappola okay? Non uscirà da lì" risponde il pelato continuando a sporgersi per cercare il lupo. "Eh già, ora ce ne andiamo" se prima ero solo insicura, ora sono totalmente convinta che si sia rincitrullito tutto d'un colpo. Adesso si mette anche a parlare con l'Alpha?
"Stai zitto" lo riprende Scott.

"No, non ho paura di quella cosa" neanche il tempo di finire la sua perla d'incoraggiamento verso sé stesso, che "quella cosa" tira una botta alla porta e l'incredibile Hulk si allontana spaventato, scendendo pure dalla cattedra e affiancandosi a noi. "Non ho paura di te. Tu sei là dentro e noi siamo qui fuori. E non riuscirai a..." riprende il suo discorso da eroe, ma viene subito troncato da un grosso botto, proveniente dall'interno della stanza. Il soffitto inizia a piegarsi e ci mettiamo poco a capire che, per salvarci la pelle, dovevamo riniziare a correre.
"Stiles sei un coglione! Un ENORME coglione"

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Non so cos'è peggio, se l'Alpha che ci rincorre ovunque o il camminare tra i corridoi della scuola nel silenzio inquietante e nel buio più totale. La testa mi fa male e sento i battiti del mio cuore pulsare in ogni parte del mio corpo, facendomi solo che peggiorare l'emicrania. Ho sonno, tanto, e, probabilmente per la prima volta in tutta la mia vita, vorrei solo che questo sia uno dei miei soliti incubi dai quali mi sveglio impaurita ogni notte. Sento una mano calda che mi accarezza il braccio destro per poi scendere e intrecciarsi con la mia. Non ho bisogno di guardare, perché so esattamente di chi si tratta, e senza pensarci due volte mi aggrappo al suo braccio come se fosse la mia unica ancora per rimanere mentalmente stabile. Anche se la persona in questione è un lupo mannaro, cosa che di "mentalmente stabile" non ha proprio nulla a che fare. Ma facciamo finta, vi va? Mi volto alla mia sinistra per controllare il mio migliore amico e vorrei così tanto trovarmi in una qualsiasi altra situazione con le sue pessime battute e la sua goffaggine che tanto mi fa ridere. Siamo tutti e tre spenti. Non rassegnati, ma ormai stanchi e privi di forze, cosa che non ci fa pensare abbastanza lucidamente per trovare una via d'uscita. A un tratto sento il moro al mio fianco fermarsi e stringermi maggiormente la mano.
"Aspettate, avete sentito?" ci chiede. Ma sentito cosa? Siamo circondati dal silenzio da non so quanto tempo e sinceramente non so quanto essere felice di ciò. Dove cavolo è finito quel disgraziato? Non ditemi che bastava farlo correre così poco per farlo andare via. O magari è rimasto troppo nauseato dalla nostra puzza di "abbi pietà di tre poveri deficienti adolescenti che non sanno cosa stanno facendo".
"Sentito che?" domanda Stiles mettendosi di fronte a noi.
"Un telefono che squilla" risponde confuso Scott.
"Cosa?" continuo io alternando lo sguardo tra i due ragazzi.
"Riconosco la suoneria. È il telefono di Alison" ribatte il moro iniziando a guardarsi attorno. Non so precisamente perché, dato che se fosse stata nel nostro stesso corridoio ce ne saremmo sicuramente accorti. Vedo il pelato prendere il suo telefono e deduco che stia chiamando la mia amica per capirci meglio qualcosa. Ci mancava anche lei adesso. Ovviamente non nel senso cattivo, intendevo che non ci volveva un'altra persona a rischiare la pelle sta sera. Non lei poi. Scott prende prontamente il cellulare del nostro migliore amico e chiede immediatamente ad Alison dove sia esattamente in questo momento, dandole appuntamento all'entrata della scuola prima di chiudere. Ma che ci farà mai a quest'ora qui? È proprio vero che le sorprese non finiscono mai.
"Che ci fai qui? Perché sei venuta?" domanda subito Scott leggermente preoccupato, e come dargli torto.
"Perché tu me l'hai chiesto" risponde Alison, spiazzandoci totalmente. Non può averlo fatto davvero.
"Io te l'ho chiesto?" ribatte titubante e ancora più confuso il moro. Senza altre domande ci mostra il suo cellulare con il presunto messaggio inviatole da Scott

Messaggio da Scott:
"ci vediamo a scuola, urgente"
19:12

"Ho la sensazione che non sia stato tu a mandarlo" ci dice mettendo in tasca il dispositivo e guardandoci preoccupata.
"Infatti è così" sospira il moro al mio fianco mettendosi una mano fra i capelli frustrato. Questa situazione peggiora davvero di minuto in minuto. Cos'altro può andare storto?
"Sei venuta in macchina?" chiede Stiles. Potrebbe essere una ottima via d'uscita.
"Con Jackson" risponde in fretta.
"C'è anche Jackson?" ribatto con sorpresa e irritazione. Ma proprio in questa situazione ci deve essere quel coglione? Anche qui? Ma basta.
"E Lydia. Che succede? Chi ha spedito il messaggio?" aggiunge Alison. C'è pure Lydia? Ma prima quando dicevo "cos'altro può andare storto?" stavo solo scherzando. Cercavo di ironizzare per sdrammatizzare la situazione. E che cavolo! Ha già vissuto un'esperienza traumatica con quel dannato Alpha, non voglio che ne viva un altro. Il telefono della mia amica inizia a squillare, ma nemmeno il tempo di rispondere che la porta alle nostre spalle si apre, mostrando Lydia e Jackson.
"Finalmente. Ce ne andiamo?" domanda la mia amica con tono leggermente preoccupato. A distrarci sono dei rumori provenienti dal soffitto, che mi fanno immediatamente rabbrividire. Scott mi prende subito la mano, non staccando gli occhi dall'alto.
"VIA!" urla il moro al mio fianco, mentre tutti quanti iniziamo a correre il più veloce possibile. Il soffitto si sfonda e sentiamo un forte tonfo, che purtroppo conosco bene e per il quale avrò incubi a non finire. Sempre se ne usciamo vivi ovviamente. Sali le scale. Gira a destra. Attraversa il corridoio. Gira a sinistra. Sali nuovamente le scale. Tutti movimenti sconnessi, con in sottofondo forti ruggiti e ringhi. Mi rendo conto che ci siamo fermati solo quando Scott molla la mia mano per chiudere la porta e spostare le sedie della caffetteria di fronte ad essa.
"Dobbiamo bloccare la porta" ci ordina il moro non fermando mai il suo movimento. Mi guardo attorno e quello che vedo è solo panico e casino. Le mie due amiche sono immobili, con espressioni terrorizzate, mentre urlano domande su domande cercando di capire cosa stia succedendo. Jackson si è aggiunto al neo lupo mannaro nello spostare mobili di fronte alla porta per tenerla chiusa. Stiles osserva la situazione come me, anche se lui sembra più calmo. Sono completamente congelata.
"Scott aspetta non qui" prova a dire Stiles mentre tiene fisso lo sguardo di fronte a lui. Confusa seguo la sua direzione e subito capisco cosa voglia dire. La parete di finestre. Non è di certo la massima sicurezza, e noi lo sappiamo già molto bene.
"Betty vieni qui, aiutami!" mi chiama Scott per poi continuare "Tutti quanti... prendete quelle sedie e mettetele di fronte alla porta! Presto!"
"Cos'era quello? Scott cos'era quello?" chiede Alison impanicata.
"Che ha fatto al soffitto?" domanda Lydia.
"Ragazzi aspettate solo un attimo" ci riprova Stiles, venendo nuovamente ignorato. "Ragazzi ascoltatemi" continua mentre tutti continuano nella loro irrefrenabile azione di spostare cose. "Ragazzi? È Stiles che parla. Possiamo fermarci un attimo per favore? Pronto!" conclude urlando il pelato, riuscendo nella sua impresa di bloccare tutti. Una volta che l'attenzione è su di lui, prosegue dicendo "Okay, bel lavoro. davvero un bellissimo lavoro. Adesso che pensate di fare con questa parete di finestre." Indicando la parete, mentre mi siedo su un tavolo sconfitta e distrutta da questa serata.

"Qualcuno può spiegarmi che sta succedendo? Io sto per impazzire e vorrei sapere il perché. Scott?" dice Alison mentre tenta di afferrare il braccio di Scott. Lui si scosta in tempo e si allontana non sapendo cosa dire o fare. Appoggia i pugni sul tavolo, proprio affianco alla mia gamba, dando le spalle a tutti. Alterna lo sguardo tra me e Stiles in cerca di aiuto, non sa come gestire la situazione e non posso di certo fargliene una colpa. Siamo solo adolescenti alla fine, costretti a vivere un contesto più grande di noi.
"Qualcuno ha ucciso il bidello" prende parola il pelato, lasciando spiazzati un po' tutti quanti. Come andrà finire questa conversazione?
"Come?" domanda scioccata la rossa.
"Sì, il bidello è morto" ribadisce il mio migliore amico, mentre il mio unico pensiero in questo momento è il ragazzo al mio fianco. Gli appoggio una mano sulla spalla e lui immediatamente la va a stringere inchiodando il suo sguardo nel mio. In questo momento esistiamo solo noi due. Tutto il resto diventa soffuso. Io tento di tranquillizzare lui, cercando di fargli capire che è probabilmente l'unico qui in grado di gestire tutta la situazione e che credo in lui, mentre lui prende respiri profondi e mi guarda con aria pentita. Cosa vuole fare adesso?
"Io non lo so. So solo che se usciamo da qui, ci ucciderà" ribatte scocciato e, al tempo stesso, impaurito Stiles.
"Ci? Intendi tutti noi?" domanda Lydia con occhi spalancati.
"Chi? Chi è?" chiede decisa Alison rivolta verso me e il moro, ancora di spalle. Il silenzio ricala pesante nella caffetteria e giuro che avrei iniziato a spostare qualsiasi sedia o tavolo a caso, se la risposta di Scott non mi avrebbe fermata.
"È Derek. Derek Hale" immediatamente alzo lo sguardo sul suo, che ovviamente è rivolto verso il tavolo. Si gira verso gli altri, dando questa volta le spalle a me. Incontro il viso di Stiles, che lo guarda stupito.
"Come? Ha ucciso lui il bidello?" chiede confuso Jackson.
"Ne sei sicuro?" lo interrompe Alison avvicinandosi.
"L'ho visto" continua Scott, tenendo sempre lo sguardo basso. Non ci posso davvero credere. Quindi è questo a cui si riferiva prima? Ha sempre avuto intenzione di incolpare ingiustamente Derek? Dopo tutta la fatica, le litigate, dopo tutto quello che è successo.
"Ma il leone...?" domanda Lydia leggermente disorientata, ma viene bloccata bruscamente da Scott che chiarisce "No! Li ha uccisi Derek".
"Tutti quanti?" cerca conferme Alison con ormai le lacrime agli occhi.
"Sì, a cominciare da sua sorella" continua il moro spostandosi dal tavolo a raggiungendo gli altri a pochi passi da noi.
"Il conducente dello scuolabus?"
"E il tipo del videonoleggio. È stato sempre Derek. Anche lui ora è qui dentro. E se non riusciamo a scappare, ucciderà anche noi" afferma il neo lupo convinto, mentre noto che mi lancia una lunga occhiata, probabilmente per capire cosa io provi in questo momento. Cosa che non so nemmeno io. Sono triste, delusa, irritata, frustrata, arrabbiata. No anzi, al diavolo l'arrabbiatura, sono proprio incazzata. Il problema è che non so bene neanche per cosa. Di certo il disgraziato là fuori ha la maggior parte della colpa, lui e il suo rincorrerci come topi da non so neanche quante ore. Poi il fatto che si siano aggiunti anche gli altri nostri tre amici, sicuramente non avevamo bisogno di altre persone da "gestire" e che rischino la pelle insieme a noi. Anche se la colpa è sempre dell'Alpha. In più non abbiamo un cavolo di piano in grado di farci uscire interi da questo incubo. Adesso ci si mette anche Scott. Non so perché me la stia prendendo così tanto. Non conosco Derek e quel poco che so è che è soltanto un grande uomo-lupo tanto solo, scorbutico, arrogante ed egoista. Non saprei spiegarlo, ma la giornata passata a guarirlo, oppure prima quando eravamo fuori nel parcheggio a parlare e d'un tratto la "visione", lui che sputa sangue con due artigli conficcati nella sua schiena, e poi il suo corpo morto di fianco all'entrata della scuola. Ho ancora i brividi. Penso solo che abbia già vissuto abbastanza e non meriti di passare per il cattivo di turno, quando io e i miei due migliori amici sappiamo benissimo la verità. Chiamatela umanità, pietà, compassione, o come vi pare. Ma posso anche capire che incolpare un morto sia più facile che spiegare una cosa troppo grande come quella che stiamo vivendo in questi mesi.
"Chiama la polizia" dice in modo troppo sicuro Jackson al mio amico pelato.
"No" ribatte lui.
"Che significa no?" continua scocciato il biondo avvicinandosi.
"Significa no. Te lo dico in spagnolo? No! Derek ha ucciso tre persone, non sappiamo che armi abbia" risponde Stiles cercando di rimanere il più sicuro possibile. In realtà io e Scott sappiamo bene a cosa si riferisca, e non possiamo di certo biasimarlo.

 In realtà io e Scott sappiamo bene a cosa si riferisca, e non possiamo di certo biasimarlo

"Tuo padre è lo sceriffo. Ha le armi di tutto il dipartimento. Chiamalo!" ordina Jackson.
"Lo chiamo io" si intromette Lydia mentre prende il suo telefono, facendomi scendere veloce dal tavolo per avvicinarmi e tentare di boccarla.
"No Lydia, puoi aspettare un secondo" prova Stiles, sempre avvicinandosi ma viene bloccato prima da Jackson.
"Ehi" si intromette Scott mettendosi tra i due.
"Chiamo dalla scuola superiore, siamo intrappolati qui dentro, ma... ma" ci guarda tenendo il braccio con il telefono in mano a mezz'aria, aggiungendo "ha riattaccato."
"La polizia ha riattaccato?" chiede Alison confusa quanto tutti noi, anche se sinceramente sono quasi sollevata.
"Li hanno avvertiti che ci sarebbero stati scherzi su un'irruzione nella scuola. Hanno detto che se richiamo, rintracciano la telefonata e mi arrestano" ci spiega la rossa.
"Allora richiama di nuovo" insiste la mora disperata.
"Non rintracciano i cellulari. La pattuglia andrebbe a casa tua prima di venire qui" interviene il pelato, sapendone sicuramente più di noi.
"Ma che? Che vuol dire? Perché Derek vuole ucciderci? Perché sta uccidendo chiunque?" riprende con le domande la Argent quasi con una crisi di nervi. Tutti ci voltiamo verso Scott che è sicuramente la figura di riferimento per tutti noi.
"Perché guardate tutti me?" ignoro tutto quanto e ritorno a sedermi nel mio angolo di tavolo nel totale silenzio. Non che fino ad adesso abbia parlato.
"Le ha mandato lui il messaggio?" domanda Lydia. Se sento un'altra sola domanda sbotto. Ma cosa siamo? L'oracolo?
"No. Voglio dire non lo so" continua il moro.
"Ha chiamato lui la polizia?" tiro un forte sospiro che fa girare Stiles nella mia direzione.
"Non lo so" inizia il neo lupo, ma, per la prima da quando abbiamo messo piede in questa cavolo di caffetteria, lo interrompo alquanto irritata
"Perché non smettiamo di fare mille domande inutili di cui ovviamente non sappiamo la risposta? E piuttosto perché non iniziamo a pensare ad un piano intelligente per uscire da qua?".
"Lo tiri fuori tu un piano secchiona? Sei stata per i fatti tuoi tutto il tempo, almeno noi cerchiamo di collaborare" mi risponde Jackson a tono. Eh no, non ci provare nemmeno. Non sono proprio in vena per le tue stupide battute adesso.
"Vuoi un pugno Jackson? No perché sai, sono proprio nel mood giusto" mi avvicino frettolosamente a lui, quando un braccio blocca il mio movimento e mi tiene stretta. "Sappiamo bene che 'usare il cervello' non è una tua attività frequente, quindi che ne dici di chiudere un po' la bocca e fare meno lo stronzo?" finisco il mio discorso, mentre un "Tranquilla, calmati" sussurrato arriva al mio orecchio sinistro, e mi lascio trascinare da Scott in un angolo della sala insieme a Stiles. Prendo respiri profondi e mi lascio cullare dal tocco leggero del moro al mio fianco, che ha preso ad accarezzarmi la mano.
"È stata un'ottima idea dare la colpa di tutto a Derek" commenta Stiles, sorvolando sulla mia 'scenata' anche se posso leggere molto bene la sua soddisfazione.
"Non sapevo che dire, ma dovevo dire qualcosa. Se lui è morto non importa giusto? E se non lo è... troveremo una soluzione".
"Ora dobbiamo pensare a come uscire vivi da qui" continua il pelato mettendosi una mano in testa e scompigliandosi i capelli corti che ha.
"Ma siamo vivi. Avrebbe già potuto ucciderci. Sembra che voglia intrappolarci" espone Scott esausto da tutta questa situazione.
"E quindi vuole mangiarci tutti insieme?" domanda ironico come sempre.
"No, secondo Derek cerca vendetta" dice il neo lupo, ricordandosi probabilmente di una conversazione avuta con il più grande.
"Nei confronti di chi?" chiede Stiles alquanto confuso.
"La famiglia di Alison? In fondo è lei che ha ricevuto il messaggio, senza che nessuno di noi glielo inviasse" espongo il mio pensiero, mentre gli altri due annuiscono con la testa.
"Okay, deficienti! Nuovo piano. Stiles chiama suo padre e gli dice di mandare qualcuno con un fucile decente, siamo d'accordo?" ci interrompe il giullare di turno con rabbia e molto presuntuoso. Io lo prendo a padellate prima o poi.
"Ha ragione. Digli la verità se è necessario, però chiamalo!" sussurra Scott a Stiles, in modo che gli altri non possano sentirci.
"Non voglio vedere mio padre che viene sbranato" risponde il pelato, mentre si allontana negando con la testa. Poverino, come dargli torto. Questa situazione è davvero surreale. Non bastano un paio di fucili e pistole per bloccare un gigante Alpha rabbioso, e se a questo gli prende il matto è probabile che faccia pure una strage.
"Forza, dammi il telefono" Jackson si avvicina e lo gira con forza. Stiles per difendersi gli tira un pugno in faccia. Porco cavolo! Non so se essere più sorpresa che sia stato proprio il mio indifeso pelato a tirare un destro a quello sbruffone arrogante o che quest'ultimo venga assistito da Alison. Cosa mi sono persa? "Jackson! Stai bene? Ehi, stai bene?"
Ancora con un piccolo sorriso sulle labbra per quanto accaduto, mi avvicino insieme a Scott al mio migliore amico che in questo momento sta prendendo il telefono in mano.
"Papà sono io... E c'è la segreteria. Senti devi richiamarmi appena puoi, anzi immediatamente" forti tonfi arrivano dalla porta chiusa facendoci girare tutti quanti "siamo a scuola, papà! Siamo a scuola" e chiude la chiamata. La porta sta per sfondarsi. Impanicata mi guardo attorno e le uniche cose che vedo sono sedie, tavoli, la porta della cucina, i carrelli con i vassoi, tante troppe finestre. Aspetta. La porta della cucina.
"La cucina. Da lì arriviamo alle scale" dico frettolosamente, mentre inizio a correre verso di essa.
"Ma salgono solamente" risponde Scott seguendomi.
"Sempre meglio che qui" continua Stiles non staccando mai gli occhi dalla porta. Corriamo a più non posso e saliamo il più in fretta possibile le scale. I corridoi, che conosco ormai come le mie tasche, ora mi sembrano un gigantesco labirinto. Mi sento tirare per il braccio e in un attimo ci troviamo tutti nell'aula di chimica. Chiudono a chiave e bloccano tutto con una sedia. Restiamo tutti immobili e il silenzio regna sovrano, fin quando non sentiamo un piccolo ringhio proprio fuori la stanza che, per fortuna, passa in fretta.
"Quanti ne entrano nella tua macchina?" chiede Scott a Jackson una volta accertato che l'Alpha sia passato.
"Cinque se ci si stringe un po'" risponde subito.
"Cinque? Io dietro ci entravo a malapena" ribatte Alison. Andiamo bene insomma. Lui e le sue stupide macchine lussuose.
"Non c'è modo di uscire senza attirare l'attenzione" commenta Stiles avvicinandosi a me, che nel mentre mi sono appoggiata alla cattedra.
"Guardate là" ci dice Scott puntando alla porta di fianco alla lavagna, proprio alle mie spalle, "Porta sul tetto. Scendiamo dalla scala antincendio e arriviamo al parcheggio" continua ad esporci il suo piano. Sono alquanto titubante, in quanto l'Alpha può sentirci benissimo e per di più saremmo anche all'ultimo piano. Non ce la faremo mai.
"È chiusa a chiave" lo frena subito il pelato.
"Il bidello ha la chiave" riflette Scott più con sé stesso che con noi. Oh no, sento già i meccanismi del suo cervello mentre formula un piano di merda.
"Vorresti dire il cadavere" lo corregge il mio migliore amico.
"La prendo io, posso trovarlo fiutando il suo sangue" ci guarda come se avesse avuto il piano migliore dell'universo. Era proprio questa la mia preoccupazione. Ma si è rincoglionito? Correrebbe un rischio troppo grande e se dovesse andare male non potrei mai sopportarlo.
"Non se ne parla proprio".
"Bhe sembrerebbe proprio una pessima idea. Ti viene in mente altro?" mi sostiene per fortuna Stiles.
"Prendo la chiave" annuncia a gran voce il moro girandosi verso gli altri tre ragazzi presenti nella stanza.
"Dici sul serio?" dice Alison proprio come una mamma sgrida il proprio figlio quando questo fa qualcosa di sbagliato.
"È il piano migliore, qualcuno deve farlo se vogliamo uscire" continua Scott, fregandosene totalmente di tutto e tutti. No. No. E ancora no. Non accetterò mai un piano del genere e di certo non lo lascerò andare tra le braccia della morte. È fuori discussione.
"No, non puoi andare, sei disarmato" tenta di farlo ragionare la mora. Da una parte le sono grata che mantenga questa calma e provi a fargli cambiare idea. Ora come ora io lo prenderei solo a schiaffi in testa. Ci guardiamo intorno e Scott prende la stecca, con il quale di solito si indica una cartina troppo in alto, come arma. Tutti lo guardiamo male "È meglio di niente" si difende mentre alza le spalle. Mi avvicino pronta a colpirlo sul serio questa volta, ma per sua fortuna Stiles mi interrompe.
"Deve esserci qualcos'altro".
"C'è..." prende parola Lydia indicando la vetrinetta con le varie sostanze che usiamo durante la lezione. A cosa starà pensando?
"Vorresti annaffiarlo con l'acido?" ribatte sarcastico il pelato facendomi alzare gli occhi.
"No, tirargli una bomba. Qui c'è tutto il necessario per una molotov con autoinnesto" ci spiega il suo piano la rossa. Oh merda, ha ragione! È un cavolo di genio, l'ho sempre saputo. La sto talmente amando in questo momento che la bacerei. Non scherzo. Oh mio dio, Elizabeth resta concentrata!
"Scusa per una...?" espone Stiles confuso, come tutti gli altri a giudicare dalle loro facce.
"Molotov con autoinnesto. Lydia sei un genio" ripeto mentre sorrido ampiamente alla mia migliore amica. Tutti si voltano a guardarla e nel frattempo tento di ricordarmi tutti gli ingredienti necessari.

 Tutti si voltano a guardarla e nel frattempo tento di ricordarmi tutti gli ingredienti necessari

"Che c'è? Devo averlo letto" si difende la mia amica. Ma a chi la dai a bere? Finiscila.
"Anche quello è chiuso a chiave" ma per la miseria Stiles, hai deciso di essere il re del pessimismo proprio oggi? Jackson tira una gomitata all'armadietto e, ovviamente, esso si rompe. Almeno una cosa giusta l'ha fatta. Mentre tutti sono concentrati a seguire ogni passaggio della rossa mentre costruisce la bomba, io mi avvicino a Scott. Anche se Lydia ha tirato fuori un'arma geniale, resta comunque un piano di merda.
"Questa è una follia, non puoi farlo. Non puoi uscire da qui" mentre gli prendo il polso e lo porto lontano dagli altri.
"Aspettiamo che il padre di Stiles ascolti la segreteria?" chiede retorico. Fa pure il simpatico ora?
"Potresti morire, non ti entra in testa? Ha ucciso tre persone e Derek di fronte ai nostri occhi. Non ti basta?" continuo a metà tra lo scoppiargli a piangere in faccia e prenderlo a schiaffi.
"Poi toccherà a te, a noi. Bisogna fare qualcosa. Devo fare qualcosa" risponde avviandosi alla porta.
"Scott, devi fermarti" lo raggiungo in fretta e mi piazzo fra lui e la porta. "Troviamo un'altra soluzione. Ci deve essere un'altra soluzione. Ti prego non andare. Non lo posso sopportare. Ti prego non lasciami, ti prego." le lacrime agli occhi non tardano ad arrivare e lui resta di fronte a me mentre dolcemente mi accarezza le guance. Poi si gira verso gli altri e, dopo aver preso la bomba da Lydia, mi sorpassa e si avvia alla porta. Ma mi prende in giro? Io non mollo, non posso neanche solo rischiare di perdere la persona che più amo al mondo. Dobbiamo ancora parlare e chiarirci. Dobbiamo ancora essere i soliti cretini che combinano guai innocenti e cercano scuse con i genitori. Dobbiamo ancora vivere tutta la nostra adolescenza e crescere insieme. Non posso perderlo. Cosa farò poi? Gli blocco la mano sulla maniglia della porta e mi ci appoggio sopra.
"Tu non puoi andare. Non puoi. Il solo pensiero di perderti mi devasta. Non puoi farmi questo. Sei il mio migliore amico Scott" tenta di spostarmi, ma resisto e resto ferma dove sono "Scott ti giuro... Ti giuro che se esci da questa porta io non so se potrò perdonarti" lui mi guarda dritto negli occhi, causandomi il delirio più totale nella testa e nella pancia. Non capisco più niente perché in pochissimi secondi mi lascia un dolce bacio a stampo, per poi scostarmi e uscire dalla porta. Intorno a me tutto tace. Sento gli occhi di tutti su di me, cosa che mi mette tremendamente a disagio perché in questo momento vorrei solo scoppiare a piangere. Stiles capendo la situazione si avvicina e mi avvolge tra le sue braccia, portandomi a sedere sulla cattedra. Non riesco ancora a realizzare. Non me ne frega niente se l'ha fatto per salvare me, per salvare noi e altri possibili innocenti. Non me ne frega nulla, perché così facendo rischia di lasciare me senza di lui. Cosa che non posso accettare. Tengo lo sguardo basso e noto delle elegantissime scarpe con il tacco all'ultima moda avvicinarsi. Subito dopo un forte profumo raffinato mi abbraccia e, come se avessi trattenuto fino all'estremo, lascio andare silenziose lacrime stringendo a più non posso due delle persone più importanti della mia vita.

********************************************

Ormai sono 15 minuti che Scott è uscito da quella porta e ancora non abbiamo nessuna notizia. Noi siamo tutti quanti sull'orlo di una crisi di nervi e penso che qualcuno stia per scoppiare.
"Jackson mi hai passato l'acido solforico, vero? Dev'essere acido solforico, non si innesca sennò" domanda di punto in bianco Lydia tenendo lo sguardo puntato sugli ingredienti ancora sul tavolo.
"Ti ho dato esattamente quello che hai chiesto, va bene?" risponde irritato il biondo.
"E ti conviene averle passato la bottiglietta giusta, hai capito?" mi intrometto con lo stesso suo tono. Non solo fa lo stronzo con battute che aumentano il mio nervosismo e mal di testa, ma se la prende pure con la mia migliore amica. È proprio fuori strada. Teniamo tutti fisso lo sguardo sulle bottiglie sul tavolo, giusto per non dover interagire tra di noi e con la speranza che il tempo passi in fretta. All'improvviso un forte ruggito fa tremare tutto l'edificio e terrorizzata mi giro verso Stiles che si trova nella mia stessa situazione. Ad attirare la nostra attenzione è Jackson (strano vero?), il quale cade a terra lamentando un forte dolore al collo.  Se vuoi te lo aggiusto. Lydia e Alison lo tirano in piedi, mentre lui continua a ribadire di stare bene. Peccato, un massaggino glielo avrei fatto volentieri. Vedo il pelato avvicinarsi e puntargli il dito proprio verso delle ferite presenti sul retro del collo.
"Che hai dietro al collo?" chiede in seguito, ma viene subito scansato da Jackson, che appunto conferma "Ho detto che sto bene". Quei graffi mi ricordano qualcosa, ma cosa? Dove gli ho già visti? In classe? Magari durante una lezione mi sono seduta dietro di lui e li ho notati. Impossibile, di solito mi metto a minimo 3 banchi di distanza e di certo non mi avvicino di proposito a lui. A parte quella volta con Derek, ma quello è un'altra situazione in cui, tra l'altro, potevo benissimo farmi i fatti miei e lasciare andare le cose al fato. Ma ovviamente no, sono nata impicciona e questa cosa mi farà dannare fino alla fine. Un momento, un momento, un momento, Derek! Ecco dove gli avevo già visti. Certe volte mi stupisco di quanto la mia mente sia fantastica. Anche se non so cosa voglia dire questo collegamento tra il ruggito dell'Alpha e il dolore dei graffi di Jackson. Potrei provare a chiedere a chi di dovere, ma guarda un po' il caso è morto qualche ora fa. Che amarezza.
"Possiamo provare a non litigare per favore?" interrompe i miei pensieri Stiles, anche se non ho la minima idea a cosa si riferisca.
"Dov'è Scott? Dovrebbe essere tornato." grande Alison, domanda dell'anno. Proviamo a chiedere all'oracolo? Ad un tratto sentiamo il rumore della serratura e ci giriamo immediatamente verso la porta, dove mi ci precipito.
"Scott! Scott!" gli urlo contro con la speranza di essere considerata, ma la fortuna oggi è andata a farsi un giro molto lontano da qui.
"Dove sta andando?" sento in sottofondo Lydia chiedere. Continuo a tirare la maniglia della porta, con la speranza che questa si apra, ma il coglione ci ha chiuso dentro. Se lo becco lo faccio pelato. Nel vero senso della parola.
"Ferma! Ferma!" mi ordina la rossa bloccando i miei movimenti. Mi giro stranita verso di lei, non capendo cosa voglia dirmi. "Avete sentito?" si gira verso la finestra e tutti rimaniamo fermi immobili senza fiatare. Le sirene di polizia. Ci avviciniamo di corsa alla finestra e notiamo le macchine arrivare di corsa. Grazie al cielo siamo salvi, ma Scott?

********************************************

Scott sta bene. È vivo e sembra essere in sé. In questo momento è insieme allo sceriffo e suo figlio, gli staranno sicuramente raccontando tutto tralasciando i dettagli che riguardano il soprannaturale. Io mi sono seduta nel solito muretto e ho già chiamato i miei genitori. Sembravano arrabbiati oppure solo troppo preoccupati, ma stanno venendo a prendermi. Forse è giunta la mia morte e sta volta per davvero.
"Bhe, siamo ancora vivi. Insomma siamo sopravvissuti all'Alpha. Non è per niente male essere vivi" sento dire da Stiles e, quando alzo lo sguardo, vedo che sono entrambi di fronte a me.
"Mentre eravamo in laboratorio ci è passato accanto. Non pensate che sapesse esattamente dove eravamo?" riflette Scott e vedo con la coda dell'occhio che mi lancia ogni tanto qualche occhiata. Il mio sguardo è però ritornato sulle mie scarpe.
"Allora perché siamo vivi?" chiede Stiles continuando la conversazione tentando sicuramente di alleggerire la situazione. Spoiler: non ci sta riuscendo. Mi dispiace, ma sono davvero arrabbiata e delusa.
"Mi vuole nel suo branco. Ma io credo che prima voglia che mi liberi del vecchio branco" ci spiega il moro e, con questo, potrebbe aver attirato la mia attenzione. Potrebbe, ripeto.
"Che intendi? Che vecchio branco?" domanda il pelato abbastanza confuso.
"Alison, Jackson, Lydia, tu e tu" dice indicando prima Stiles e poi me. A questa confessione seguono attimi di silenzio e sto facendo di tutto per non guardare Scott e scoppiare nuovamente a piangere.
"L'Alpha non vuole ucciderci" continua "vuole che lo faccia io. E non è la cosa peggiore" annuncia abbassando lo sguardo.
"E come..." inizia il sarcastico, per poi schiarirsi la voce e continuare "Come fa a non essere la cosa peggiore Scott?"
"Perché quando mi ha fatto trasformare, io volevo farlo. Volevo uccidervi. Tutti voi" ammette Scott per poi alzare la testa e guardarci. Posa lo sguardo su di me, mentre io lo sposto su Stiles che mi sta già fissando. Se lo fa giuro che lo ammazzo. Non ti azzardare Stiles. Non farlo.
"Accidenti, mi sono dimenticato di dire una cosa a mio padre. Torno subito ragazzi okay?! A dopo" parla velocemente per poi dileguarsi. Ti odio Stiles e me la pagherai. Mi alzo in fretta e faccio per andarmene anche io, quando il moro mi blocca per il braccio.
"Possiamo parlare?"
"Adesso vuoi parlare? Dopo tutto quello che è successo? Bhe io non ne ho voglia Scott e apprezzerei se rispettassi questa mia decisione" tento di liberarmi dalla sua presa, ma lui stringe, al contrario, più forte.
"Betty scusami! L'ho fatto solo per salvarvi e uscire da quella situazione. Solo io potevo farlo. Ora sappiamo cosa vuole, abbiamo un tassello in più da aggiungere al nostro puzzle. Volevo solo tenerti al sicuro dopo che rischi sempre così tanto per me. Sono stufo di vederti soffrire e anche solo l'idea che qualcuno possa ferirti mi distrugge" il suo tono si addolcisce, così come la sua presa, e forse anche io un po' mi addolcisco. O forse no
"Sai quanto cavolo me ne frega del 'tassello in più'?! Non puoi fare quello che ti pare e uscirtene poi con un 'scusa, ma volevo salvarvi'. Mi ha spezzato il cuore vederti uscire da quella cavolo di aula non sapendo se ti avrei più rivisto vivo. Non sapendo se avrei potuto abbracciarti di nuovo, o parlarti, o guardarti, o perfino litigare con te. Non avevamo nessuna dannata sicurezza di quello che sarebbe potuto accadere, di quello che ti avrebbe fatto o obbligato a fare. Ma lo sai cos'era una sicurezza per me? Tu deficiente! Tu sei la mia sicurezza e se tu mi lasci, io impazzisco. Perché ti amo stupido coglione che non sei altro e mi hai fatto prendere un cavolo di accidente. Non sei immortale okay? Non siamo in un cavolo di film. Questa è la realtà e una volta che succede qualcosa è irreversibile. Lo capisci?" sfogo i miei pensieri incasinati non staccando neanche per un attimo i miei occhi da lui. Anche se la maggior parte sono insulti. Non possiamo negarlo, se li merita tutti.
"Betty, io.." purtroppo o per fortuna viene interrotto da due voci che a malincuore conosco molto bene.
"Elizabeth!" vengo stretta da due braccia esili ma confortanti nelle quali ho pianto tante volte, e come tocco finale da un abbraccio caldo e protettivo che avvolge sia me che la mamma.
"Dio tesoro, eravamo così preoccupati. Ma che scherzo è questo? Adesso andiamo a casa e ci racconti tutto" prende parola mia mamma mentre continua e tenermi stretta a lei.
"Tu ragazzo tutto bene? Grazie per essere stato con la nostra Lilibeth, sappiamo che su di te possiamo sempre contare" sento dire da mio padre a Scott e questo non fa altro che farmi piangere di più tra le braccia di mamma. Insieme ci dirigiamo verso la macchina e, poco prima di entrarci, volgo un ultimo sguardo al ragazzo che mi ha rubato il cuore. È ancora lì, fermo, che mi guarda. Ma cosa ci succede Scott?

  
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