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Autore: Severa Crouch    24/11/2022    9 recensioni
Questa storia partecipa al torneo Tremaghi - Multifandom edition indetto dal gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta” Hogwarts!AU
“Benvenuti a un nuovo anno a Durmstrang,” annuncia Karkaroff con l’accento strascicato di chi ha origini nelle terre dei Rus. “Questo sarà un anno molto speciale.” Gli occhi neri gli si illuminano di una gioia che turba Rhaenyra, perché è foriera di cattivi presagi. In lontananza, il grido di Syrax si disperde tra i fiordi.
“La Confederazione Internazionale dei Maghi ha indetto un’edizione speciale del celebre Torneo Tremaghi. La scuola di Hogwarts ospiterà il torneo e tre concorrenti per ogni scuola si sfideranno in prove di magia. Partiremo alla vigilia di Samhain utilizzando la nostra nave.”
Per Rhaenyra è istintivo cercare con lo sguardo Criston, non si sorprende a vederlo a fremere d'impazienza. Dall’altro lato della sala, Harwin sorride con una luce negli occhi che denota la sua voglia di mettersi alla prova.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Criston Cole, Harwin Strong, Rhaenyra Targaryen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nota introduttiva. 

Due piccole precisazioni per i lettori.

  1. Non ho letto “Fuoco e Sangue”, il libro da cui è tratta la serie tv di “House of the Dragon” e mi sono presa la massima libertà nel modellare le date di nascita senza nemmeno provare a fare i conti. Ho preso i personaggi e li ho infilati nel contesto del Torneo Tremaghi, adattando i ruoli sociali a quelli della società scandinava (rubando allegramente da Vikings). 
    Pur cercando di mantenere i personaggi identificabili e coerenti con quello che emerge dalla serie, mi sento più tranquilla a inserire l’avvertimento OOC, visto che non li conosco così bene da sapere come si comporterebbero in un altro universo. So che in realtà è un discorso che ha il suo limite nel fatto che i personaggi sono più approfonditi nella serie perché il libro narra gli eventi dal punto di vista della storia, ma non conoscendo l’arco esistenziale intero del personaggio, non so se determinate scelte/pensieri giustificati dalla visione della prima stagione della serie troveranno un riscontro anche nelle stagioni future alla luce degli eventi narrati nel libro. 

  2. Un altro avvertimento riguarda la scuola di Durmstrang. Sappiamo che la sua posizione è sconosciuta e protetta da alte misure di sicurezza che impediscono di ricordare dove si trovi esattamente. Dalla lettura dei libri, ho sempre avuto la sensazione che fosse collocata nell’estremo nord dell’Europa, quindi io ho sempre avuto l’headcanon che la vuole nella penisola scandinava. Ci tenevo a segnalarlo perché so che, per via di Karkaroff e Krum, molti autori la collocano da qualche parte nei territori russi, mentre nelle mie storie la troverete sempre in Scandinavia che, peraltro, nelle mie storie è un unico territorio magico e non segue gli stati geografici Babbani perché i territori sono scarsamente abitati e quindi la comunità magica è troppo piccola perché vi sia un ministero norvegese, finlandese, svedese, danese. 

Fatte queste premesse, vi lascio al capitolo!

 
***
 
Capitolo 1 - In viaggio per l’Inghilterra

 


 

Durmstrang, da qualche parte nel nord Europa, 23 settembre 1979


 

Il refettorio di Durmstrang è immerso in un silenzio militare. 

Tra le alte pareti di pietra, fin sopra la volta percorsa da travi di legno, vi è solo l’eco dei passi del preside Karkaroff che attraversa la sala con lo sguardo dritto avanti a sé, il mento sollevato e il passo veloce. 

Troppo veloce per non tradire una certa ansia.

Rhaenyra ha imparato molte cose da bambina, prima di partire per l’Istituto di magia di Durmstrang, e una di queste è stata proprio osservare chi la circonda. Ricorda ancora quando suo padre, Viserys Targaryen, a capo dei maghi danesi, le ha chiesto di servire la birra durante le riunioni con i maghi del concilio ristretto, quelle che servono per definire la linea danese da portare nel governo di Scandinavia. Nel corso di quelle riunioni, ha avuto il privilegio di ascoltare e scoprire cosa muove gli uomini, quali tasti sono da premere, quali da evitare. 

Ha imparato a mantenere le distanze e farsi rispettare grazie alla sua abilità nel duello e quell’innato rapporto con i draghi. Il suo Grugnocorto Svedese, Syrax, è affidato alle cure del Guardiacaccia della scuola e lei approfitta di ogni momento libero per andare da lei e prendersene cura, o approfittarne per volare tra i fiordi fin sulle montagne dalle nevi perenni.

Il Preside osserva gli studenti con aria sprezzante, solo a chi reputa sufficientemente influente riserva un sorriso mellifluo che suscita ribrezzo agli occhi di Rhaenyra. “Benvenuti a un nuovo anno a Durmstrang,” annuncia con l’accento strascicato di chi ha origini nelle terre dei Rus. “Questo sarà un anno molto speciale.” Gli occhi neri gli si illuminano di una gioia che turba Rhaenyra, perché è foriera di cattivi presagi. In lontananza, il grido di Syrax si disperde tra i fiordi.

“La Confederazione Internazionale dei Maghi ha indetto un’edizione speciale del celebre Torneo Tremaghi. La scuola di Hogwarts ospiterà il torneo e tre concorrenti per ogni scuola si sfideranno in prove di magia. Partiremo alla vigilia di Samhain utilizzando la nostra nave.”

Per Rhaenyra è istintivo cercare con lo sguardo Criston, non si sorprende a vederlo a fremere d'impazienza. Dall’altro lato della sala, Harwin sorride con una luce negli occhi che denota la sua voglia di mettersi alla prova. C’è una differenza tra i suoi compagni di scuola, che solo chi li conosce bene e ha condiviso con loro intere giornate nella sala dei duelli può cogliere: Criston è mangiato dall’ambizione di dimostrare il proprio valore, mentre Harwin ha l’orgoglio di chi lotta per dimostrare a sé stesso che i limiti sono fatti per essere superati. 

Un mormorio eccitato inizia a serpeggiare tra le pareti di pietra. Karkaroff batte il suo lungo bastone di legno intarsiato da rune per terra, richiama le attenzioni degli studenti fin troppo eccitati. “Potranno partecipare solo gli studenti che il 31 ottobre saranno maggiorenni,” precisa, “Il Torneo Tremaghi ha versato un ingente tributo di sangue nel corso della sua storia e vogliamo che solo i più abili siano in grado di partecipare.” 

La delusione si diffonde tra gli studenti e, grazie al silenzio sgomento che segue, il preside passa alla tradizionale divisione degli elementi. “Come tutti gli anni, partiremo dal settimo anno e poi andremo a scendere fino ai nuovi arrivati del primo anno. Man mano che sarete assegnati all’elemento che vi domina, andrete sotto lo stendardo con la runa che lo rappresenta, raggiungerete i Direttori che vi condurranno nelle rispettive torri, vi sistemerete e vi preparerete per la cena.” Socchiude gli occhi e precisa: “In silenzio.”

I primini, delusi dal dover attendere il loro turno, si zittiscono terrorizzati; è solo il primo assaggio della disciplina che impartisce Durmstrang e della pazienza che richiede ai suoi studenti. Rhaenyra lo ha imparato nei sei anni passati.

“Cole, Criston.” 

Il suo compagno di duelli avanza con aria baldanzosa verso il cerchio magico che ha tracciato il professor Karkaroff, accanto alle rune disegnate con i quattro elementi della natura, simboli alchemici e magici. Criston si china per terra e vi posa la bacchetta e attende il responso. Il legno di acacia vibra e il nucleo di corda di cuore di drago si sposta verso la runa della terra. Criston si volta verso di lei e Rhaenyra ha la conferma che nemmeno quell’anno saranno compagni di dormitorio. Alcuni studenti incolpano le bacchette per l’elemento che li predomina, ma la verità è che è la magia del mago e della strega che ha alimentato il nucleo che indirizza la scelta. C’è un legame ancestrale con la magia antica della natura in ciascun mago e il nucleo della bacchetta è in grado di coglierlo. 

Ci sono quattro torri, in corrispondenza dei quattro punti cardinali, ciascuno predominato da un elemento. Ogni anno, la bacchetta porta lo studente verso l’elemento predominante della propria natura e questa predominanza può variare sulla base delle esperienze, delle scelte e del percorso di crescita che ciascuno di loro fa nell’Istituto dove viene insegnato a conoscere gli elementi e la propria natura. Così, è raro che uno studente trascorra tutti gli anni di formazione in uno stesso dormitorio. Raro, ma non impossibile e Rhaenyra lo sa bene, dopo aver trascorso ben sei anni sotto l’elemento del fuoco.

“Strong, Harwin.” 

Rhaenyra osserva il suo compagno di duello avanzare, si scambiano un sorriso e una leggera morsa le stringe lo stomaco. 

Il legno di cedro di Harwin si muove, vibra e la bacchetta rotola fino alla runa dell’aria. C’è un po’ di delusione nello sguardo di Harwin, ma le sorride fiducioso. Dopo tutto, per lui non è mai stato un problema gestire la distanza. In lontananza, Rhaenyra coglie del sollievo nello sguardo di Criston, geloso del legame che sta nascendo tra lei e Harwin, della loro intesa muta e della stima reciproca.

“Targaryen, Rhaenyra!” Karkaroff la chiama a voce alta e Rhaenyra stringe la sua bacchetta di ebano. Il crine di unicorno emette delle flebili scintille mentre lo posa nel cerchio magico. Sono pochi istanti prima che la bacchetta rotoli verso il segno del fuoco - come gli anni precedenti - ed emetta una fiamma rossa che lascia sorpresi tutti gli studenti. Karkaroff le rivolge uno dei suoi sguardi melensi e le sussurra un: “Notevole, signorina Targaryen.”

Rhaenyra si limita a un inchino, recupera la bacchetta e torna al suo posto. Dicono che nei Targaryen scorra fuoco e sangue, i suoi sette anni di Durmstrang hanno confermato questa voce che gira.

 

***

 

Mar del Nord, 30 ottobre 1979

 

La nave della scuola è salpata, Criston si avvicina a Rhaenyra con la speranza di non essere allontanato. “Hai realmente intenzione di partecipare al Torneo Tremaghi?” le domanda prendendole le mani e stringendole tra le sue in modo che Harwin Strong osservi bene la scena. 

“Non credo di aver molta scelta.”

“Ce l’hai! Potremo goderci tutto l’anno come se fosse una vacanza in Inghilterra, potremmo pensare di rimanere lì! Ho sentito che il Ministero della Magia inglese offre posti ben remunerati anche per gli studenti stranieri! Potremo essere felici!” Le mani di Rhaenyra si sfilano dalle sue e lo sguardo di lei è tagliente come una spada. 

“Non posso lasciare la Danimarca! Mio padre aspetta il mio ritorno per introdurmi al Governo e tu vuoi che vada a servire un governo straniero?”

“Ma sarai libera!”

“No, sarò solo una schiava sotto un’altra bandiera! Io non sono nata per essere un’impiegata, ma per guidare il mio popolo!” ribatte scaldandosi, rivendicando tutto quello che nei mesi passati sembrava ripudiare. Criston scuote la testa smarrita, si sente sprofondare e un senso di panico l’assale mentre la rabbia per quel rifiuto avvampa nel suo animo. “E rischieresti la tua vita per dimostrare il tuo valore a dei rozzi contadini, a viandanti e criminali?”

Lo schiaffo lo colpisce in pieno volto e il sorriso sarcastico di Harwin in lontananza ne aumenta il dolore. “Non osare parlare male del mio popolo! Mai più!” Rhaenyra alza la testa e ritorna sottocoperta. 

Criston si sente sconfitto e vorrebbe rimangiarsi tutto, ogni parola, tornare a occupare il posto di amico e confidente fidato. Lasciare che sia lei a giocare con la sua vita. Sa che la terra, con la sua concretezza materica, finisce per spegnere il fuoco o per venirne bruciato. Sospira mentre osserva il mare e, mai prima d’ora, si è sentito tanto solo e sperduto.

“Due di picche, Cole?” sghignazza un ragazzino del quinto anno, Baratheon se non ricorda male. Criston lo osserva e Blackwood, un altro ragazzino del secondo anno, gli suggerisce di lasciarlo perdere, ché è un idiota. Criston però non vuole far la figura del debole, è già stato umiliato abbastanza e far passare la voglia di ridere a Baratheon gli sembra un ottimo modo per sfogarsi. Così, tira fuori la bacchetta e lo solleva in aria fino a portarlo sull’acqua.

Blackwood ride, ma Criston non è contento del terrore che inizia a comparire nello sguardo di Baratheon. Così, lo avvicina al pelo dell’acqua e il viso di quello stronzetto si bagna per le onde mentre urla di terrore.

“Fossi in te terrei la bocca chiusa,” ride Criston. “Rischi di bere acqua di mare!”

Baratheon urla e si dimena, Blackwood ride e Criston si unisce a loro mentre solleva su e giù la sua vittima. La mano gli sfugge per un istante e la testa di Baratheon finisce sotto la soglia dell’acqua. Il volto riemerge rosso per lo sbalzo di temperatura con l’acqua gelida.

“Adesso basta!” La magia di Igor Karkaroff riporta Baratheon sulla nave e immobilizza Criston. “Mi meraviglio di lei, signor Cole! Dovrebbe conoscere i limiti e, soprattutto, come vendicarsi senza lasciare tracce!” Sibila velenoso, irritato per essere stato disturbato dal consiglio con i docenti.

Criston mormora scuse, si inchina, ripete che non accadrà mentre la vergogna l’assale insieme al terrore di aver rischiato di vedersi vietata la partecipazione al torneo. Non sa come sia possibile, ma la sua lealtà a Karkaroff ha prodotto qualcosa di buono se non ha ricevuto altro che una lavata di capo seguita da un perdono magnanimo. Molti altri hanno avuto punizioni ben più gravi per aver infranto le regole, figurarsi per aver messo in pericolo la vita di uno studente, persino di uno stronzo come Baratheon.

 

***

 

Harwin non sa cosa sia accaduto di preciso tra Criston e Rhaenyra. O meglio, lo immagina, sebbene una parte di lui non voglia nemmeno provare a pensare certe scene che la mente gli propone. 

Il viaggio è stato lungo e la frustazione di Criston lo ha reso ancora più intollerabile. Insieme a un paio di compagni di Durmstrang, ha dovuto sedare un paio di risse che hanno rischiato di scoppiare. Il preside Karkaroff ha persino minacciato Cole di rispedirlo a Durmstrang se si dovesse ripetere in un comportamento indegno. Ha altresì suggerito di risparmiare la rabbia per il Torneo Tremaghi che, si sa, le streghe amano da sempre i valorosi cavalieri.

Harwin non sa quanto sia valoroso, ma capisce Rhaenyra, sa cosa vuol dire essere il primogenito e avere il peso del proprio nome sulle spalle. Né lui né Rhaenyra sono liberi come Criston che ha il lusso di poter disegnare il proprio destino.

Sospira guardando il mare. 

L’Inghilterra è vicina e presto vedranno la sagoma della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, ha annunciato il preside Karkaroff mentre tirava fuori la mantella per le cerimonie importanti e si lisciava la barba scura scrutando l’orizzonte. 

“Nemmeno quest’anno saremo nella stessa torre,” scherza Rhaenyra mentre gli si affianca. La divisa rossa di Durmstrang le sta di incanto, si trova a pensare. 

Harwin sorride e la imita nel poggiare i gomiti sul bordo della nave mentre osservano l’orizzonte. “C’è stato solo il primo anno e poi niente più.” Ridacchia nel ripensare a quando erano solo due primini che si inseguivano per improvvisare delle battaglie di cuscini nel salotto comune della torre del fuoco. Dopo il primo anno, Harwin ha visitato la terra, ha trascorso due anni nella torre dell’acqua, e quasi credeva di aver trovato il proprio elemento, salvo venire scelto per tre anni consecutivi dalla torre dell’aria. Forse perché sospira sempre, gli ha fatto notare suo padre. Forse perché è veloce come il vento, si è ritrovato a pensare. “Sai, non vorrei dire, ma l’aria non è poi così male come elemento,” le fa notare.

“Ah, sì? E perché?” 

“L’aria sorregge i draghi e… ne alimenta il fuoco,” le fa notare con un sorriso complice. Il rossore sulle guance di Rhaenyra è interrotto dall’urlo che annuncia l’arrivo a destinazione. Sono costretti a tornare sottocoperta, avviare le procedure di immersione per poi ritrovarsi nel mezzo di un loch scozzese, così diverso dai loro fiordi.

Il professor Silente, il preside di Hogwarts, è un mago celebre che li accoglie con aria benevola, seguito da uno stuolo di professori e studenti curiosi. Harwin controlla le uniformi dei suoi compagni di torre, sistema quelle di un paio di studenti e attende il segnale per scendere dalla nave. In file ordinate, scendono a terra verso la scuola che li ospiterà.

Dentro la mensa, che gli studenti di questa scuola chiamano Sala Grande, intravede suo fratello minore, Larys Strong. Ha una menomazione al piede che gli ha reso impraticabile poter conformarsi all’educazione rigida di Durmstrang, così la famiglia ha deciso di iscriverlo a Hogwarts. Larys ha la cravatta verde argento della casa di Serpeverde, gli sorride con un fare misterioso e, per la prima volta, Harwin gli legge una luce sinistra negli occhi.

Hanno appena preso posto lungo le panche sotto degli stendardi rosso e oro che hanno un leone rampante che ricorda lo stendardo dei Lannister, quando la Sala Grande si riempie degli studenti di Beauxbatons. Harwin scorge lo sguardo emozionato di Rhaenyra che picchietta sul suo braccio e gli indica due ragazzi dai lunghi capelli argentati. “Sono i miei cugini: Laena e Laenor!” esclama allegra. Alza lo sguardo verso di lui e gli dice: “Scommetto che anche loro vorranno cimentarsi nel Torneo, sono combattenti molto valorosi! I Velaryon sono duchi dei Franchi e il posto da cui provengono è semplicemente incantevole.”

Harwin si limita a un sorriso mentre scaccia pensieri che, inevitabili, gli balzano alla mente. Il figlio di uno jarl, ancorché primogenito, non potrà mai ambire alla figlia del capo dei Danesi. Eppure, la sintonia e l’affinità che provano quando sono insieme, Harwin non l’ha mai provata e se c’è una donna per cui vale la pena smuovere le montagne e scardinare regole secolari, quella è proprio Rhaenyra. 

L’aria alimenta il fuoco, ma ne è consumata, gli ricorda una voce nella sua mente che assomiglia troppo a quella di Larys. Alza lo sguardo, gli occhi scuri di suo fratello lo stanno scrutando dal fondo della sala e un brivido sinistro gli scende lungo la schiena.

Si sorprende quando lo incontra intento a infilare il proprio nome dentro il Calice di Fuoco. Harwin lo saluta e poi, insieme a Rhaenyra, affida il proprio nome al giudizio di quell’artefatto intriso di magia antica. Attendono che Criston Cole adempia alla sua chiamata con l’aria di chi vuol dichiarare guerra al mondo. 

Rhaenyra ride, sdrammatizza, mentre li invita a bere una pinta di birra a bordo della loro nave insieme agli altri compagni. Sono una squadra, dopo tutto, e dovranno portare onore e gloria a Durmstrang.

 
   
 
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