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Autore: nals    25/11/2022    0 recensioni
È il tempo dei cicli in divenire.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È il tempo dei cicli in divenire.
Della vita che fa di me quel che vuole.
O forse è il Karma, che mia nonna chiamerebbe destino, sottintendendo il Dio che si fa vivo di rado perché non prego abbastanza.
T’ho rivisto dieci anni dopo averti detto addio per sempre senza effetivamente averti parlato mai per davvero.
Ho imparato a riconoscerti al primo sguardo - automatismo visivo.
Puntavo dritto a te senza premeditazione alcuna. Semplicemente m’orientavo lì: l’ago della Rosa.
Sempre, sempre, sempre.
Esistevamo solo io e te e tu non lo sapevi.
Le dita lunghe, l’anastomatizzazione delle vene sugli avambracci, la linea della mascella e quelle ciglia.
Te le ho invidiate così tanto, le ho amate così tanto. Mi c’impigliavo sempre.
T’ho rivisto a qualche passo da me, sulla soglia dei trent’anni.
Ho pensato ad un’allucinazione, una persistenza della visione – o memoria retinica – un po’ troppo duratura per rientrare nella definizione scientifica, in effetti.
Eppure il cuore ha mancato il solito paio di battiti, così, senza che il mio cervello avesse metabolizzato qualcosa e io non c’ho capito più un cazzo.
Eri lì, sempre bellissimo – e attento, premuroso, centrato – sempre tu.
 Io sempre quella che non sai, quella che non sa, quella che si perde, che forse, magari, chissà.
Quant’è piccolo il mondo, eh?
Sarà il destino, sarà il karma, sarà che non mi capacito del fatto che io continui a sentirmi fatta apposta per te e viceversa e non m’è capitato mai.
Poi però rivesto i miei panni da trentenne razionale e ben piantata in terra quale sono e mi faccio una risata. È solo presunzione, supponenza. Teorie adolescenziali partorite al buio.
Eppure. Eppure.
Sarà il destino, sarà il karma, sarà Dio.
Sarà che devo dirti addio.
E allora ciao, ti auguro tutte le belle cose che hai augurato a me.
Che tutto scivoli via: tu, io, il mondo che scompare se mi sei davanti, quello che non è stato e mai sarà.
Che stronza la vita, che senso dell’umorismo che c’ha.
Ma va bene così. O forse no.

L’uroboro si morde la coda.
   
 
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