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Autore: crazyfred    25/11/2022    2 recensioni
Ritroviamo Alex e Maya dove li avevamo lasciati, all'inizio della loro avventura come coppia, impegnati a rispettare il loro piano di scoprirsi e lavorare giorno dopo giorno a far funzionare la loro storia. Ma una storia d'amore deve fare spesso i conti con la realtà e con le persone che ci ruotano attorno.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sotto il cielo di Roma'
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 Capitolo 25


 
 
L’evento, complice l’ondata di caldo anomalo, aveva ingranato molto a rilento. Nonostante ci fosse stata una buona risposta agli inviti, in pochi si era presentati all’orario prestabilito. Questo a discapito di Maya, Lavinia e Ruggero che avevano dovuto sopportare gli attacchi di panico di Matilde che camminava ansiosa per le sale del palazzo e si affacciava alle finestre per sbirciare verso l’entrata ogni 2 minuti.
Nemmeno Lorenzo, il suo cocco, accorso riluttante in soccorso, era riuscito a tenerla ferma finché i partecipanti non erano diventati un numero dignitoso per i suoi standard.
“Lo sapevo che dovevo aspettare il ritorno di Serenella dall’India” continuava a ripetere. Serenella era la sua curatrice di fiducia, organizzavano insieme quell’evento ormai da 5 anni e Matilde non faceva un passo senza aver prima sentito la sua opinione.
Alla fine, calato il sole e rinfrescata leggermente l’aria, gli ospiti avevano cominciato ad arrivare, prima a coppie sparute, poi in un via vai sostenuto e quasi frenetico lungo la scalinata, complice anche l’orario propizio per un aperitivo in una location da favola. Calmate le acque, anche Maya poté iniziare a godersi un po’ la serata, complici l’illuminazione calde ed avvolgenti e la musica etnica che trasportava un po’ in tutto il mondo facendoti sempre sentire straordinariamente a casa.
“Ti ho portato un drink, almeno ti disseti” disse Lavinia, porgendole una coppetta da cocktail con una bevanda rossastra.
“Dimmi che è alcolico”
“Affermativo, non ti lascerei mai passare una serata con mamma completamente sobria. Però” l’avvertì “alle bevande per te ci penso io” Ma poteva stare tranquilla, dopo l’ultima sbronza, Maya non era intenzionata a perdere ancora la dignità; soprattutto in pubblico. Lei stava all’ingresso dell’esposizione, subito dopo la scalinata, ad accogliere gli ospiti ma non le dispiaceva: era una posizione perfetta per osservare tutto e tutti, spettegolare e tenere sotto controllo la situazione.
“Ah eccoti Maya!” esclamò sua madre, uscendo sul ballatoio “mi raccomando, tutto come abbiamo detto … e non bere davanti agli ospiti!!!”
“Mamma, se volevi delle hostess serie te le facevi mandare da un’agenzia, non arruolavi le tue figlie”
Si era fissata con il tocco familiare e personale, ma allo stesso tempo continuava con il suo atteggiamento da freulein Rottermeier che poco si addiceva all’immagine da santona chic con il lungo caftano, una collana di gemme naturali e l’immancabile stola su una spalla. Non rispose alla provocazione di Maya, attirata invece da una coppia che saliva le scale
“Oh guarda Ruggero!” esclamò, la voce salita di un paio di ottave “ci sono anche i tuoi amici, il Vanni e Simonetta”
“Al massimo saranno i tuoi di amici…” disse Ruggero, sottovoce.
“Ma se me li hai presentati te?”
“No cara, io ti ho detto che eravamo compagni di giochi da bambino, l’amicizia è un’altra cosa…carissimi!!!” Era bastata un’occhiataccia di Matilde per trasformare Ruggero nel perfetto gentiluomo d’altri tempi con baciamano da manuale e dizione impostata.
Mentre distribuiva brochure, Maya sentì la donna che era con sua madre, domandare della curatrice della mostra.
“Ma quindi non l’ha organizzata Serenella?”
“Bellina quella…” sua madre aveva quel brutto vizio di prendere espressioni toscane ogni volta che attraversava il confine “adesso che ha finalizzato il divorzio ed è arrivato l’assegno fa tutta l’illuminata, quando fino all’altro ieri aveva il coltello tra i denti per spartirsi quei quattro ruderi di proprietà del marito e la chincaglieria che c’era dentro. Adesso se n’è andata pure in India. Dio Santo, già me la vedo al ritorno attaccare il pippone… e i profumi dell’India, i colori dell’India …ti sei messa un sari, ti sei fatta un pallino in fronte e stai da un mese in un albergo a 15 stelle. Come se non la conoscessimo…per cortesia” Era proprio il caso di dire che se l’era legata al dito e Serenella – non che ne avesse bisogno, molto probabilmente – non avrebbe più organizzato una mostra in un raggio che andava dall’Argentario fino al Cilento.
Nel frattempo, anche Paolo e Monica erano arrivati. Si vedeva che, rispetto agli altri invitati, non erano nel proprio elemento, ma Maya voleva ringraziare Monica del suo aiuto e anche della sua amicizia, nonostante la rottura con Alessandro e sua madre non si era opposta.
“Ce ne avete messo di tempo!” protestò, scherzosamente, salutandoli.
“Sì scusaci, c’era traffico in autostrada e non poteva certo presentarci in shorts e maglietta”
“Vi avrei sfidato, solo che poi avremmo dato lavoro ulteriore a Lavinia che avrebbe dovuto rianimare mia madre” ironizzò, accennando verso la donna che nel frattempo era passata a conversare con Allegra Radicati di San Martino, una delle cariatidi, come sua madre e Ruggero chiamavano le nobildonne campagnole di loro conoscenza, tutte cani, vigne, roseti e mostre come massima espressione di socialità.
“Ti devo ringraziare, Maya” disse l’amica “senza di te chissà quando mi avrebbe portato in vacanza in un agriturismo in Toscana questo buzzurro. Il massimo della vacanza country è stata una settimana ad Anversa degli Abruzzi in mezzo alle pecore a fare il formaggio!” “La signora però omette la gita a cavallo e il rafting”
“Il massimo dello chic proprio…” commentò Maya, sarcastica. Non erano ancora entrati perfettamente in confidenza, si conoscevano ancora da poco, ma il loro modo di essere pane al pane, vino al vino la faceva sentire sempre a suo agio, accolta come un’amica di sempre. Erano diversi eppure così vicini. “Allora ragazzi fatevi un giro … ci dovrebbe essere anche Olivia da qualche parte, in fondo a quella porta trovate l’open bar e il buffet e mi raccomando non lasciatemi troppo sola”
“Oh ma tra un po’ arriva anche …ahia!” tentò di urlare Paolo, ma sua moglie lo bloccò con una mano davanti alla bocca dopo che lei stessa gli aveva tirato una gomitata sul fianco. “
Sì arriva anche l’ora di cenare, ma non dobbiamo fare sempre la figura dei morti di fame, Paolo … non è che devono saperlo per forza tutti che siamo di Roma Sud, eh!” disse Monica, ma Maya aveva la sensazione che ci fosse altro; che non era quello che Paolo intendeva era più che ovvio, altrimenti il pestone non sarebbe arrivato. Ma chi doveva arrivare? Mentre se lo chiedeva, Maya scorse una figura familiare nell'atrio, tra la folla. Oh no! Non ti prego! Dimmi che è solo suggestione, me lo sto immaginando e non l’ha fatto davvero. Io l’ammazzo.

 
Maya corse all’interno come una pazza in mezzo agli invitati, per cercare sua sorella. A lei, che era una specie di carabiniera, e a Lorenzo, era stato affidato il compito più gravoso: accertarsi che le stoffe non esposte sotto teca rimanessero al loro posto e nessuno le macchiasse con drink e fingerfood.
Con lei, ovviamente, c’era la sua ombra di quei giorni, Philippos. Maya non era ancora riuscita a trovargli un soprannome decente e per ora era semplicemente Phil, che faceva tanto rocker inglese anni ’80.
“Lavi per favore devi sostituirmi un attimo all’ingresso”
“Hai bevuto ancora? Maya non è possibile che devi già andare in bagno …”
“No macché bagno…è che …”
“È che?”
“C’è Alex!”
“Che significa che c’è Alex?! Chi l’ha invitato? Avevi detto che non avresti mandato nemmeno l’invito stampa al giornale”
“Certo che no, ma ti pare…no, penso sia stata Monica…ha sentito mamma lamentarsi. Adesso che la prendo …”
“Sfoghiamo la rabbia un po’ alla volta per piacere. Se è qua non puoi nasconderti per tutta la sera, dai, fai la persona matura.”
Sì, Lavinia aveva ragione. Era grande ormai e non doveva scappare. Perché poi? Era Alessandro. Ok, era un botto di tempo che non lo rivedeva e aveva paura di scoprire che non era cambiato niente. Ma c’erano state situazioni ben peggiori da gestire e ne era sempre uscita indenne; perché stavolta avrebbe dovuto essere diverso? Non lo vedi da un mese Maya, ecco perché.
Doveva fare solo un grosso respiro e rimanere concentrata, possibilmente evitando di intrattenersi troppo a lungo con lui, tanto lei aveva da fare; era elementare, sulla carta. Ma a conti fatti, si stava portando dietro sua sorella per riceverlo, come una quindicenne.
“Se fa il coglione, lo uccido, gliel’avevo promesso e lo faccio” borbottò Lavinia “avrei già dovuto farlo tempo fa, ma oggi non mi ferma neanche il diavolo, come s’è permesso di venire fin qua?”
“Che stai dicendo, che gli avevi promesso?”
“Roba mia” tagliò corto “lascia perdere”.
Uscite sul ballatoio, lui stava ancora nell’atrio, ai piedi della scalinata, fermo a parlare con uno dei tanti habitué dei salotti romani di cui non ricordava il nome. Era vero come era stato vero fino a qualche settimana prima, proprio come lei lo ricordava; il suo viso era baciato da una leggera abbronzatura, forse era tornato ad allenarsi all’aperto, come faceva ogni anno con l’arrivo della bella stagione. Era in abito blu scuro, minimal, senza cravatta, ma cucito su di lui come un guanto, assolutamente perfetto. Il modo in cui stava fermo sul primo scalino, in procinto di salire, ma trattenuto dal suo interlocutore, una mano nella tasca e l’altra coinvolta ad ampi gesti nella conversazione, lo faceva sembrare un personaggio di un’opera di Michelangelo. Addirittura Michelangelo … vai a darti una rinfrescata, Maya, fai schifo.
“Ma è il tuo capo?” Matilde, dal nulla, sbucò alle spalle delle sue figlie nel momento esatto in cui Alessandro si stava congedando dal tizio che lo aveva bloccato in fondo alle scale fino a quel momento.
“Ex, mamma … ex” precisò Lavinia per conto di sua sorella, pronunciando la parola ex con enfasi, col chiaro intento di ricordare a Maya che doveva rimanere tale.
“Alla fine c’è riuscita ad invitarlo…che brava, Monica”
“Adesso complotti anche alle mie spalle?” domandò, indignata.
“Complotto di che? È la mia serata e la sua è una rivista importante. Scusa tanto se cerco di ottenere visibilità per una giusta causa” Già. Talvolta le risultava difficile ricordare chi sapeva e chi no, perché l’universo ci si era messo così d’impegno a far ad allineare stelle e pianeti contro di lei che aveva l’impressione che ormai fosse un segreto di Pulcinella. “Vorrei fare un commento …” disse sua madre, indugiando con lo sguardo sull’uomo mentre saliva le scale come se fosse un tortino di cioccolato dal cuore morbido. Dire che se lo stava mangiando con gli occhi era riduttivo: lo stava spogliando molto lentamente, un indumento per volta. Se solo sapesse …
“Astieniti” la pregò Maya, telegrafica.
“Dico solo che Pippolo, di là, sarà pure greco, ma il dio dell’Olimpo è appena arrivato”
“Mamma!” si indignò Lavinia “si chiama Philippos!”
“Philippos, Pippolo…è uguale, quante storie” decretò la donna “non è colpa mia se te lo sei trovato greco e con un nome impronunciabile!” Ma a Matilde delle proteste della maggiore delle sue figlie, in quel momento, importava meno di zero. “Me lo ricordavo bello ma non così bello … il divorzio gli dona”
“Mamma mi fai il piacere di stare zitta, lascia fare a me”
Maya provò a ricomporsi, ritornando alla sua postazione e, mentre Alex si avvicinava, prese un lungo respiro.


 
Probabilmente mi ucciderete ora perché ho lasciato in sospeso l'arrivo di Alex ma non potevo fare altrimenti. Sono sicura che dopo questo "cliffhanger" sarete felici che ho deciso di aggiungere una pubblicazione infrasettimanale. Ovviamente non poteva essere altrimenti, Alex è davvero andato da Maya; eppure non Giulia, come qualcuno aveva ipotizzato. Quei due hanno bisogno di stare un po' da soli (si fa per dire, vista la folla).
Vi do appuntamento a martedì e vi ringrazio perché finalmente state uscendo un po' dal guscio (visto che non vi mangio?! XD) e siete più numerosi nei commenti. Alla prossima,
Fred ^_^
 
   
 
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